con l'unico obiettivo di essere un po' più se stessi con se stesso
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Come gli sbarchi a Lampedusa
Io che sognavo il mio sbarco nel tuo cuore su un gommone pieno di acqua come i clandestini che arrivano a Lampedusa. Invece sono arrivato all'alba e mi sono svegliato insieme alle zanzare. Sono decollato da un prato e sono atterrato su un tetto dell'Esselunga dove ho comprato il riso per quando ci sposeremo. Lo conservo insieme ai nostri cuori, sotto coperta, come il pesce di quei pescatori che cambiano vita e prima erano banchieri, sottosale. Ti aspetto come la statua in Duomo aspetta i piccioni a braccia aperte. Non mi fanno paura nemmeno gli escrementi che mi decolorano il viso. I nostri terremoti storici ci aiuteranno a ricostruire questa città sopra la vecchia città che è diventata polvere. Mi tengo solo la coperta addosso perchè quando ho più freddo da quando sono solo. Ti tengo le mani perchè non vorrei mai vederti annegare nei tuoi momenti no. Nel tuoi tenermi nascosto agli occhi del mondo come se io volessi vedere il mondo dai miei occhi. Io so sbagliare da solo, non ho bisogno di imparare a sbagliare. La cosa assurda è che ho disegnato i miei ricordi di bianco, cosi li posso vedere solo quando ci rovescio sopra il caffè la mattina. Mi raccomando prendi tutto quello che hai di me, prima che arrivino quelle nuvole dal mare e facciano volare via tutto.
E mi dici che mi ami solo alle due di notte quando c'è il cambio con l'ora legale. Mi hai detto che in questo modo non disturbiamo i vicini e risparmiamo sulle bollette. Forse ci ricorderanno tutti con un libro fuori dal normale, oppure saremo dimenticati come un giorno qualunque, un dodici di ottobre o un sette di novembre. In fondo oggi è una cosa fuori dal comune non avere niente di speciale.
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Per perdersi insieme ovunque ti pare
Hanno già messo la bandiera rossa per paura delle onde alte, ma noi stiamo comunque alzando le vele per prendere il mare aperto. Non ci fermeranno di certo due nuvole e i dossi artificiali. Rallentiamo per ripartite più forte. Come agli stop quando rallenti e poi senti il fischio del turbo. Mi sento come un'astronauta attaccato al sedile prima della partenza. Poi ci sono anche i nostri silenzi lunghi come le file in tangenziale per andare a lavoro la mattina, dove ti guardo come una cosa che già ti manca. E comunque possiamo sempre disegnare le ali alla nostra auto e andare a perderci, ovunque ti pare. Ovunque ti senti di andare. Tanto io ho portato l'autan per le zanzare e un pacchetto di fazzoletti per la mia allergia. Non ci serve altro.
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A volte basta allontanarsi per avvicinarsi di più
A fari spenti pensavo che si vedesse meno la strada, ma alla fine c’era il riflesso dei tuoi occhi sulla luna che mi faceva vedere la doppia striscia continua. Salutiamo gli autovelox come se ci volessero fare le foto per i giornali. Quei giornali in cui parlano di amori che durano 10 secondi, lo stesso tempo di uno starnuto dell’allergia al polline che ti fa venire gli occhi rossi. Alla fine pensavo che fare dieci traslochi in 3 anni mi uccidesse, ma siamo un po’ come i gatti. Ci si abitua a tutto in così poco tempo da non accorgesene quando trovi la ciotola dell’acqua e qualcuno che ti fa le carezze. Ma soprattutto farei di tutto per vederti ridere senza inciampare nelle nelle paure e nelle parole come fanno i clown al circo. Forse siamo pronti per la fine del mondo. E noi saremo lì in prima fila, mano nella mano, ad aspettare l’onda che ci travolgerà. Girandosi per guardarsi negli occhi e stamparsi in faccia un sorriso che ti fa venire quella piega in fondo alle labbra in cui ci ho nascosto tutto quello che volevo dirti e che non ho mai detto. Speriamo solo che la felpa che mi rubi sempre, non perda il tuo odore.
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La verità è in pochi attimi
Stiamo sempre a cercare ossessionatamente la verità. La verità in senso assoluto. Sul perché delle cose, sul perché siamo qua, sul perché della morte, sul perché del tempo che scorre così velocemente. Credo che invece la verità sia in pochi attimi. L'odore di un mandarino mentre lo sbucci, due sguardi che si incrociano per caso che dicono già tutto, l'attimo in cui soffi sulle candeline e si spengono, l'attimo in cui allungo la mano per prendere la tua ma ci troviamo a metà strada perché lo avevi fatto anche tu. La verità è anche nel rumore del vento che ti entra mentre corri, nel riflesso che fa togliere lo sguardo quando vuoi vedere il mare, nello sguardo del tuo cane che ti guarda e ti vorrebbe dire tutto, in un sorriso strappato in una giornata storta, nei tuoi "si" quando ti propongo qualcosa, nell'odore che ti arriva addosso quando fai planare le lenzuola pulite nel letto, nella formica che ti sale addosso mentre ti sdrai nel parco, nei silenzi dopo una litigata. Nei tuoi occhi stanchi ma che cercano ancora la forza di fissarmi. In fondo è tutto lì. Chiuso in pochi attimi.
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Raccolta differenziata
Abbiamo attraversato gli oceani con le carte nautiche scritte male ma ci siamo seduti come su una spiagga. Una spiaggia bellissima dove non ci sono nemmeno le bottiglie di plastica portate come le onde. Sento anche il rumore di gabbiani, come li sentivo quando eravamo mano nella mano che camminavamo verso il parco. Vicino alla discarica. La raccolta differenziata delle tue promesse. Fra quelle che hai mantenuto e quelle che abbiamo solo messo nelle cose riciclabili. Chissà se un giorno ci chiederanno i documenti per passare il confine o se passeremo nascosti dentro il baule di una macchina. E intanto ci fanno gli attentati sotto casa ma noi non abbiamo paura perchè comunque sia siamo insieme. Al limite possiamo rispondere al fuoco lanciandogli contro degli sguardi che fondono i metalli.
Arriverà la pioggia, ma non importa. Io sarò sempre li a correrti dietro mentre ti allontani con la macchina a fari spenti, mentre fingi di non vedermi, mentre ascolti la nostra canzone.
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Abbracciami
Credo che ti porterò sempre in tasca come un pacchetto di gomme. Come un amuleto. E ti proteggerò. Ti proteggerò dalle aquile che ci volano sopra, pronte a prenderci come lepri sul ciglio della strada. Ti proteggerò dagli autovelox dietro le curve. Da tutto quello che non vuoi vedere o sentire. Dalle tue paure. Che ormai sono le nostre, ma che non ci saranno più. Si scioglieranno come i ghiacciai.
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Cuori nel microonde
Quando mi sono buttato, l'acqua pensavo fosse più fredda. Invece poi non si sta così male. Per un attimo ho pensato al tuo sorriso, quando entro in stanza e mi guardi come se fosse arrivato Natale. Poi però ci sono i telegiornali che parlano degli attentati a Parigi e ti preoccupi per le nostre vite. Io invece andrei a salvare le balene in Giappone con un gommone insieme a te. Credo che i tuoi occhi si abbinerebbero bene al colore del mare. Anche quando è mosso. E poi ci sono i nostri cuori. Li abbiamo messi nel microonde a scaldarsi dopo questo inverno polare.
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Vivere soli
Uscire di casa per sentirsi liberi, poi tornare perché ti manca la solitudine e il rumore di sottofondo del frigorifero. Vivere con la borsa sempre pronta, senza un confine disegnato dai fiume fra la camera, la cucina e il bagno. Guardare le vite dagli altri dalla finestra e essere invidioso di una stupida e scontata giornata banale. Poi dormire da soli contando i secondi dell'orologio attaccato in cucina per cercare di capire se stai dormendo e il cuore ti batte ancora. Sognare delle nostre vite normali, sdraiati fra le graminacee del parco di Monza, a fare la spesa come se dovessimo partire per la Luna, senza ritorno. Io, tu e le nostre promesse che non scadranno mai. Come la passata di pomodori che hai messo nella dispensa ieri sera. E poi c'è l'edera sul muro che cresce a dismisura, soprattutto ora che è primavera, che coprirà tutto quello che c'è adesso e rimarremo solo noi a guardarla, senza pensare al muro con le crepe che c'è sotto. Io e te. Canzone dopo canzone. Noi.
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Saltare le distanze
Io non ho bisogno di accendere gli antinebbia in questa sera di maggio che sembra una sera di ottobre fra il casello di Reggio e Milano. Io non ho bisogno di scoprire il sesso degli Angeli né di contare gli anelli degli alberi per capire che il tempo scorre e il vento spazza via questa distanza.
Ho imparato ad amare questo inferno, le fiamme che mi bruciano dentro, i fantasmi che mi svegliano nella notte dal fondo del letto, la fredda normalità di questo mondo che è diverso da quello che vedo io.
Aspettiamo che scatti il verde per partire e trovare un posto dove andare a parlare, lontano da tutto, vicino a quello che vogliamo, in un parcheggio di un supermercato, in una casa nella periferia di Berlino.
Aspettiamo il ritorno dell’onda che prima ha cancellato tutto quello che eravamo per restituirci la sabbia liscia in cui possiamo scrivere tutto quello che vogliamo. Una sola e grandissima scritta: “ho bisogno di te”. Sulla sabbia. Indelebile come una cicatrice.
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Come un tornado nel nord della Florida
Contare i secondi che passano fra i lampi e il rumore dei tuoni per capire quanto siano distanti i nostri cuori. Pensare che tu sia a fare la doccia invece è solo l’acqua che cade sul balcone di questo sesto piano, da cui si vede tutta Milano. E io ripenso alle nostre promesse fatte nei parcheggi vuoti, quando tutti tornavano a casa e noi invece ci rifugiavamo a guardarci le vene. Le promesse di matrimonio sotto la luce del centro commerciale, a parlare di futuri poco distanti, dei nostri viaggi sulla Luna contando i soldi della benzina. A stringerci così forte da togliere il respiro e stare in apnea fino a che non ci rivediamo.
Come un tornando nel nord della Florida, in estate quando tutti sono al mare e noi saremo a costruire i nostri castelli di sabbia con il cemento armato e le fondamenta profonde cento metri. E i tuoi occhi sul tetto per non far precipitare gli aerei.
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Fobofobie mattutine
A volte vorrei tornare bambino e dirti sorridendo “Tanto così” con la braccia allargate fino a fare male. Poi c’erano invece i giorni delle targhe alterne. Quando per raggiungersi dovevamo girare con il vento a favore e
Poi mi sussurravi qualcosa all’orecchio e io fingevo di non capire per il rumore delle macchine sulla tangenziale est. Ma avevo capito benissimo, solo che avevo le mie fobie.
La mia paura di aver paura di perderti.
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Virgole
Che poi alla fine non siamo tanto diversi da una virgola in un discorso lungo. A volte serve, a volte la ignori, altre volte invece serve per riprendere fiato, oppure è indispensabile. A volte è anche meglio di un punto. Di una interruzione improvvisa con un silenzio troppo lungo. Ma comunque ne ho sempre un cassetto pieno, a portata di mano.
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I miei superpoteri ed i tuoi
Un giorno mi hai chiesto che cosa mi piaceva di te. Io ho risposto che per me eri come Daitan 3, che avevi il potere di trasformare anche le giornate più brutte in un tramonto bellissimo. In un'alba boreale. In un altro giorno ti avrei risposto tutto un'altra cosa. Ma oggi siamo qui. Aggrappati l'uno all'altro per non farci portare via dalle onde.
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Fra Berlino e la luna
Ti avevo promesso che ti avrei aspettato con la macchina accesa e i cerotti pronti per ripararti. Ho ricoperto anche la macchina di stagnola per il nostro viaggio sull'altra faccia della luna oppure ci fermiamo a Berlino. A tirarci le coperte fino a scoprirsi.
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I rave a casa di mercoledì sera
L'altra notte ci siamo guardati negli occhi e abbiamo parlato per ore senza dirsi niente. Ci siamo goduti il silenzio di questo semaforo rosso. Poi siamo ripartiti e siamo andati via come se fossimo stati in anticipo. Forse ci sembrava perché almeno il tempo sembrava scorrere più lento. Come quando hai la batteria scarica dell'orologio e si perdono i secondi. Balleremo di nuovo sul letto sfatto alle 2 di notte con solo la luce del computer a farci da luna.
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Fegati
Abbiamo dormito talmente stretti che non trovo più i confini della mio fegato ed il tuo. Te lo regalo, tanto io non bevo super alcolici come te.
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Postit
Scrivevamo i nostri piani sui postit colorati e li attaccavamo alla finestra. Poi si sono scoloriti al sole come le magliette che mi stendeva mia mamma che profumavano come i tuoi capelli. Non mi avevano detto che a un certo punto c'era la pausa fra il primo e il secondo tempo ma non avevo il tempo di andare a comprare i popcorn. Ho spostato la macchina dal marciapiede per farti lavare le strade, come tutte le settimane. Ho anche messo l'ambre magic nuovo per farti sapire in macchina per farti sentire l'odore di candeggina. Per ripulire tutti i tuoi sbagli ma farti sentire a casa. A te che ti spaventa sapere come la prenderà tuo padre che poi alla fine andrà tutto bene. Arriveremo in ritardo come i treni per Roma. Ma siamo partiti un giorno prima e con lo zaino di quando eravamo in seconda liceo. Domani interrogano e non abbiamo studiato storia. Ma noi siamo tranquilli perché parleremo solo del nostro futuro. Dei miei calzini spaiati nel cassetto e dei tuoi balli sui tavoli in discoteca.
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