"Aveva, come altre persone, l'abitudine di sorridere esageratamente quando voleva trattenere il pianto."
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Ci sarà sempre qualcuno che,
nonostante tu non lo voglia
sarà la tua debolezza.
Se ti sorride, tu sorriderai,
se ti parla, tu risponderai
e se ha bisogno di te,
tu continuerai ad esserci.
(Charles Bukowski)
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Lettera d'addio al mio amore impossibile
Passano gli anni ma in realtà non passano mai davvero… Magari ti svegli un giorno e ti ritrovi più vecchia, ma per certe cose il tempo sembra non passare mai. Abbiamo tutti una questione in sospeso che, qualche volta, tira ancora le corde del nostro cuore facendoci un po’ male. E tu sei la mia…
Sei la mia questione che non risolverò mai; quella che la notte, quando non riesco a dormire, mi terrà per sempre compagnia. Sei quel bel sogno che quando ti svegli proprio non riesci a ricordare, ma che ti lascia felice per tutta la giornata, così, senza motivo. E tu per me sarai questo: sarai il mio ‘senza motivo’ che all’improvviso illuminerà il mio viso…
Perchè tu, proprio tu, dopo tanto tempo che non succedeva, sei riuscito a rendermi felice. Felice come non lo ero mai stata, di una felicità che ti fa ridere e che ti fa piangere; che ti mette in pace con il mondo e con te stessa e che ti fa camminare a tre metri sopra al cielo. Ogni tanto mi soffermo a pensare a te, a noi, a quello che poteva essere se fossimo stati più coraggiosi. Se ci fossimo stretti la mano invece di lasciarla andare… Io avevo la mia vita, tu avevi la tua e non siamo riusciti a farle camminare insieme.
Quando io correvo tu arrancavi e dopo qualche sosta che facevo per aspettarti non ce l’ho fatta più e alla fine ti ho lasciato alle mie spalle. Si dice che l’amore ti stende e ti sorprende proprio quando meno te lo aspetti e tu mi hai steso amore mio impossibile… Mi hai steso con la tua dolcezza che sapeva sorprendermi ogni volta che mi sentivo triste; mi hai steso con la tua simpatia, il tuo altruismo. Lo sguardo mi si illumina ancora quando ti vedo di sfuggita ma tu questo non puoi saperlo, perché nemmeno mi guardi più.
Mi pensi mai mentre la guardi? Vedi mai i miei occhi che ti guardano mentre lei guardandoti ti sorride? Ti capita mai di fermarti un attimo per strada, in mezzo alla gente, perchè ti sembra di sentire il mio profumo nell’aria? Quel profumo che ti sapeva eccitare e poi calmare…’Profumi di casa’ mi dicevi ed io non capivo, perchè fino a quel momento nessuno mi aveva fatta sentire così importante.
Amare è bellissimo, ma amare tanto e perdersi è terribile. Certe persone non sono fatte per stare insieme e noi questo lo sapevamo bene.
Il destino ha più fantasia di noi. Ha deciso che ci incontrassimo per caso, che ci amassimo follemente ma che poi ci perdessimo. Succede…

E succede che io, dopo anni, stia ancora qui a pensare a te, a cullarmi dolcemente tra i ricordi di un amore magnifico che mi ha tolto tanto, ma che mi ha anche dato tanto. Mi ha fatto capire cosa significa essere amata follemente e ancor di più mi ha mostrato cosa vuol dire perdersi completamente tra le braccia di qualcuno, di abbandonare ogni resistenza e far crollare ogni muro. Sono stata nuda di fronte a te. Nuda nell’anima e nello spirito. Denudata di ogni paura, di ogni insicurezza e tutto questo grazie a te. Grazie a te che ancora mi manchi.
A te che adesso sei lontano e di qualcun’altra, ma che nei miei sogni e nei miei ricordi sei sempre qui accanto a me. E’ una lettera che forse non leggerai mai, ricca di emozioni che, a distanza di tempo, riesci ancora a regalarmi amore mio. Che queste parole ti arrivino dritte al cuore, mentre dormi… Che quel filo sottile che ancora ci lega conduca queste mie parole a te e ti scaldi, ancora per un attimo, il cuore
Dal web
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Alle persone più importanti della mia vita, io ho associato una canzone. Non sempre gliel’ho detto, non sempre gliel’ho dedicata davvero. Alle volte è solo un ritornello che avevo in testa in un momento condiviso. Il mio migliore amico, ad esempio, per me è Those nights degli Skillet; mio fratello True love di P!nk. Beh ecco, tu non lo sai, ma per te io ho fatto una playlist intera. Ho ritrovato te, noi in troppe canzoni. Non me ne sono neppure accorta, l’ho fatta inconsciamente; senza cercarle, senza sforzarmi. Dapprima erano solamente due (Superclassico e Ferma a guardare), che ho ascoltato a ripetizione per settimane; poi se ne sono aggiunte altre, nuove, che volevo sentire subito dopo quelle. Così, in un battito di ciglia, si è creata una vera e propria raccolta. E sai, non sono canzoni inglesi, nonostante io ami i testi stranieri, ne cerchi il significato quando mi sfugge e poi le impari a memoria per saperle cantare correttamente. Sono tutte canzoni italiane; di nuovo, è stato probabilmente il mio subconscio ad agire per me, pensando che avresti colto la bellezza e i riferimenti di quei testi solo se li avessi compresi. E visto che tanto non avrò mai modo di dedicartele, ascoltarle con te sottolineando una frase particolare o cantarle assieme, ho deciso che raccoglierò qui le strofe più belle. Ma anche quelle che sono un pugno nello stomaco ogni volta.
Superclassico, Ernia “Ora che fai? Mi hai fregato, così non si era mai sentito. Io dentro la mia testa non ti ho mai invitata. Vorrei scappare che sei bella incasinata… Ma poi ti metti sopra me e mi metti giù di forza, Sembra che balli ad occhi chiusi, sì, sotto alla pioggia. Poi stai zitta improvvisamente… Ti chiedo, «Che ti prende?» Tu mi rispondi, «Niente» Dio, che fastidio.”
Ferma a guardare, Ernia ft. Pinguini Tattici Nucleari “Poi lo facevamo forte, in piedi sulle porte Dici: «Non ti fermare» Però io guardo le altre E so che d'altra parte Non lo puoi perdonare. Sotto il tuo portone tu m'hai chiesto se ci sto A salire ed era solo il primo appuntamento. Nello stesso punto dopo mesi io ti do Dispiaceri e tu mi stai mandando via dicendo «Non mi fare mai più del male. Ora non voglio più parlare Perché non so restare Ferma a guardare Te che scendi giù dalle scale e te ne vai»”
Pastello bianco, Pinguini Tattici Nucleari “Ti chiedo come stai e non me lo dirai, Io con la Coca-Cola, tu con la tisana thai Perché un addio suona troppo serio E allora ti dirò bye bye. Seduti dentro un bar poi si litigherà Per ogni cosa, pure per il conto da pagare. Lo sai mi mancherà, na-na-na-na.”
Ridere, Pinguini Tattici Nucleari “E non ho voglia di cambiarmi, Uscire a socializzare… Questa stasera voglio essere una nave in fondo al mare. Sei stata come Tiger: Non mi mancava niente E poi dentro m'hai distrutto Perché mi sono accorto che mi mancava tutto. Però tu fammi una promessa Che un giorno quando sarai persa Ripenserai ogni tanto a cosa siamo stati noi.”
Nonono, Pinguini Tattici Nucleari “E spettinata resti qua Perché la più grande libertà È quella che ti tiene in catene. I pugni in faccia che mi dai Li conservo nell'anima Accanto a tutti i “ti voglio bene”. Ieri mi sono svegliato (no, no, no) Erano circa le tre. Quando il telefono non ha squillato, Io l'ho capito che eri te. Hai detto: «Impara a vivere da solo» (No, no, no) Ma solo ci sapevo stare. La mia solitudine era un mondo magico Che io ti volevo mostrare.”
L’odore del sesso, Ligabue “Si fa presto a cantare che il tempo sistema le cose, Si fa un po’ meno presto a convincersi che sia così. Io non so se è proprio amore Faccio ancora confusione. So che sei la più brava a non andarsene via. Forse ti ricordi… ero roba tua. Non va più via L'odore del sesso, che hai addosso. Si attacca qui All'amore che posso, che io posso… E ci siamo mischiati la pelle, le anime e le ossa Ed appena finito ognuno ha ripreso le sue. Tu che dentro sei perfetta Mentre io mi vado stretto. Tu che sei la più brava a rimanere, Maria, Forse ti ricordi, sono roba tua.”
Andrà tutto bene, 883 “Io e te chi l'avrebbe mai detto. Io che avevo giurato che non avrei fatto Mai più il mio errore di prendere e via Buttarmi subito a capofitto In un'altra storia impazzire per la gloria, Io no. Mi spiace ho già dato E l'ho pagato. Però sta di fatto che adesso son seduto con te In un'auto a dirti all'orecchio che Andrà tutto bene non può succedere Niente di male mai a due come noi.”
Ad occhi chiusi, Marco Mengoni “Da quando ci sei tu Non sento neanche i piccoli dolori. Ed oggi non penso più A quanto ho camminato per trovarti. Resto solo adesso, mentre sorridi e te ne vai Quanta forza che mi hai dato non lo sai e spiegarlo non è facile. Anche se non puoi tu sorridimi; Sono pochi, sai, i miracoli Riconoscerei le tue mani in un istante. Ti vedo ad occhi chiusi e sai perché Fra miliardi di persone ad occhi chiusi hai scelto me.” Sai che, Marco Mengoni “Eravamo davvero felici con poco, Non aveva importanza né come né il luogo. Senza fare i giganti E giurarsi per sempre… Ma in un modo o in un altro Sperarlo nel mentre.” Sembro matto, Max Pezzali “Il tempo si ferma quando siamo assieme Perché è con te che io mi sento bene. Voglio quei pomeriggi sul divano In cui mi stringevi e respiravi piano. Ho perso te e la mia armatura di vibranio. Sembro strano… Sembro matto, matto. Come un tornado hai scompigliato tutto, Mentre dormivo lì tranquillo a letto Hai fatto il botto, dopo l'impatto.” La paura che, Tiziano Ferro “La lacerante distanza Tra fiducia e illudersi È una porta aperta E una che non sa chiudersi. E sbaglierà le parole Ma ti dirà ciò che vuole. C'è differenza tra amare Ed ogni sua dipendenza. “Ti chiamo se posso” O “Non riesco a stare senza”. Soffrendo di un amore raro Che più lo vivo e meno imparo. Ricorderò la paura che Che bagnava i miei occhi Ma dimenticarti non era possibile e Ricorderai la paura che Ho sperato provassi, provandola io Che tutto veloce nasca e veloce finisca.”
Vivendo adesso, Francesco Renga “A te che cerchi di capire E che provi a respirare aria nuova. E non sai bene dove sei. E non ti importa anche se in fondo lo sai che ti manca qualcosa. Amami ora come mai, Tanto non lo dirai. È un segreto tra di noi. Tu ed io in questa stanza d'albergo A dirci che stiamo solo vivendo adesso.”
Duemila volte, Marco Mengoni “Vorrei provare a disegnare la tua faccia Ma è come togliere una spada da una roccia. Vorrei provare ad abitare nei tuoi occhi Per poi sognare finchè siamo stanchi. Vorrei trovare l'alba dentro questo letto, Quando torniamo alle sei, mi guardi e mi dici che Vuoi un'altra sigaretta, una vita perfetta Che vuoi la mia maglietta. Che vuoi la mia maglietta. Ho bisogno di perderti, per venirti a cercare Altre duemila volte, Anche se ora sei distante. Ho bisogno di perdonarti, per poterti toccare Anche una sola notte.”
Ma stasera, Marco Mengoni “Senza di te nei locali la notte io non mi diverto. A casa c'è sempre un sacco di gente ma sembra un deserto. Tu ci hai provato a cercarmi persino negli occhi di un altro, Ma resti qui con me.”
Dove si vola, Marco Mengoni “Cosa mi aspetto da te? Cosa ti aspetti da me? Cosa sarà ora di noi? Cosa faremo domani? Potremmo andarcene via, dimenticarci Oppure giocarci il cuore, rischiare. Fammi respirare ancora, Portami dove si vola, Dove non si cade mai. Lasciami lo spazio e il tempo E cerca di capirmi dentro. Dimmi ogni momento che ci sei. Che ci sei, che ci sei.”
Venere e Marte, Marco Mengoni “Certe storie brilleranno sempre ed altre le dimenticherai. Ci sono cose che una volta che le hai perse poi non tornano mai. E se già ti dico porta le tue cose da me Non dirmi è troppo presto perché Io ti prometto che staremo insieme, senza cadere, E ogni mio giorno ti appartiene. Ti prometto che inganneremo anche gli anni Come polvere di stelle filanti. E sarà scritto in ogni testo Che niente può cambiare tutto questo. Incancellabile… ogni volta che mi guardi. Posso farti mille promesse o ingoiarle come compresse E mandare giù queste parole senza neanche sentirne il sapore. Questo mondo da soli non è un granché; sì ma neanche in due. Però con te è un po’ meno buio anche quando il cielo è coperto di nuvole. E aspettavi smettesse di piovere, ma sei rimasta tutto il giorno, Io speravo piovesse più forte perché è bello riaverti qui intorno. Certe storie diventano polvere, non ti resta nemmeno un ricordo. Altre invece nonostante il tempo ti restano addosso.”
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𝗡𝗼𝗻 𝗲𝘀𝗶𝘀𝘁𝗼𝗻𝗼 𝗽𝗶ù 𝗹𝗲 𝘃𝗮𝗹𝗶𝗴i𝗲 𝗱𝗶 𝗰𝗮𝗿𝘁𝗼𝗻𝗲.
C'è nell'aria un profumo di valigia, di borse di tela e di zaini sulle spalle.
Non è il solito profumo delle voglie di vacanze.
È molto di più...
È voglia di ricominciare a vedere il mondo, scrivere cartoline che nessuno spedisce più, fare fotografie per rubare al tempo ogni scatto e movimento.
È desiderio di ri- cominciare
Ri-tornare in quel posto romantico, su quella spiaggia dove ti sei innamorata, in quella città che non finiva più da consumarti i passi, da raccontarti la storia mentre il tempo scriveva la tua...
Oggi c'è nell'aria un maggio da regalare al vento, un omaggio al tempo,
Oggi c'è.
Che sia il viaggio
Che sia la meta
Che oggi senza aspettare domani🧳🧳🧳
✒️Vivi di particolari, raccogli i dettagli.
J.D
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«mi ricordi il mare».
«cosa?»
«i tuoi occhi» alzai lo sguardo nel suo per poterlo guardare meglio mentre mi strinse i fianchi.
«cos'hanno i miei occhi?» mi guardò serio e si allontanò di poco.
«mi ricordano il mare».
«il mare? perché?»
«il mare è limpido e profondo. sei bello da guardare con tutte le tue sfumature, ma nessuno nuoterebbe fin dove non si è più in grado di toccare il fondo. e io ho paura del mare sai? perché non so nuotare. ed è per questo che tu mi ricordi il mare. lo guarderei per ore e ore. ascolterei le onde tutto il giorno diventando così la mia canzone preferita. mi siederei in riva per ammirare le sue sfumature durante l'alba e il tramonto. ma se dovessi tuffarmi, mi prosciugheresti del tutto, prenderesti tutto l'affetto e l'amore che potrei donarti. prenderesti ogni singolo pezzo del mio cuore e corpo. e io questo non te lo posso permettere».
il suo sguardo da incuriosito passò all'essere triste, ma consapevole del fatto che ciò che dissi era pura verità.
«posso sempre insegnarti a nuotare. non è mai troppo tardi lo sai».
«hai già chi nuota per te, in te. io sono solo un dettaglio aggiunto in un paesaggio nascosto da tutti».
«cosa intendi dire?»
«ti sta aspettando».
«fammi capire, ti prego» appoggiò la fronte contro la mia sospirando, rassegnato dalla realtà che l'aspettava da un momento all'altro.
mi presi un momento prima di parlare, ascoltando il silenzio che ci circondava. era una bella giornata se non fosse per quel poco di fresco dovuta all'aria di pioggia caduta qualche ora prima. l'odore della sua felpa mi fece ritornare con i piedi per terra, ricordandomi che eravamo lì per un motivo.
«mi ricordi il mare, perché sei irraggiungibile, perché se provassi a nuotare, affogherei. mi ricordi il mare, perché mi illudi di poter raggiungere l'isola che non c'è. mi ricordi il mare, perché ogni volta che provo a guardarti, tu non riesci a mantenere lo sguardo, perché la paura che provi tu è la stessa paura che provo io ogni volta che ti sto accanto».
«con questo cosa intendi dire?»
«intendo dire che...non sono in grado di prendere la decisione di tuffarmi».
«non...io...» scosso da ciò che dissi, si ritrasse da quel mezzo abbraccio, scese dalla panchina e si allontanò di qualche passo ammirando il panorama di fronte a noi.
«tu cosa?» chiesi incuriosita ma allo stesso tempo intimorita da ciò che poteva dirmi.
«sai benissimo in che situazione io sia. pensi sia facile per me? pensi che non mi sia mai venuto in mente una cosa del genere? credi davvero che io non ci tenga a te? io mi fido di te cazzo... non puoi farmi questo. non puoi dirmi addio proprio il giorno prima che io parta. non puoi...»
non l'avevo mai visto così fragile, eppure mi chiedevo sempre come facesse a non crollare con tutto il peso che ha da portare sulle spalle.
«quel discorso, il fatto che io ti ricordi il mare, perché? perché me lo dici ora? ci siamo sempre detti tutto, ogni cosa, ogni minima cazzata. perché ora? perché?»
il nodo alla gola divenne più insistente, e la voglia di piangere divenne alta, ma mi trattenni, dovevo essere forte.
«perché non riesci a capire che tu hai già una wendy a casa che ti aspetta? perché non riesci ad ammettere a te stesso cosa provi davvero? te l'ho detto all'inizio, quella che si sarebbe bruciata sarei stata io, non tu. io. e guardaci ora, a discutere per una cosa che penso davvero. perché cazzo tu non hai idea di quanto mi fai stare bene, ma allo stesso tempo mi fai male, perché non sei mio e non lo sarai mai».
«quindi è per questo? è questo il motivo per cui anche l'altra sera a ballare te ne sei andata? perché mi allontanavo e mi trattenevo sul non saltarti addosso? per questo continuavi a insultarmi e a provocarmi per tutta la serata? perché tu non sei la mia wendy? è questo il motivo?»
«si» sussurrai rassegnata. non capiva che quello che si stava costruendo era del tutto sbagliato. sapeva benissimo che non li ero indifferente ogni volta che mi abbracciava. sapeva benissimo l'effetto che mi faceva ogni volta che mi parlava. eppure non capiva che le attenzioni che mi dava, mi stavano portando a credere a un qualcosa che mai sarebbe potuto succedere. e mai doveva succedere.
«tu sei la mia trilli cazzo. io senza la mia trilli non saprei come fare ok? è vero sono fidanzato, non mi manca nulla, sto bene con lei, certe volte litighiamo e non ti nego che avrei voluto farla finita una volta prima di conoscerti. poi ti ho conosciuto mi hai aiutato a mettermi in riga, a farmi capire cos'è giusto e sbagliato. e non hai idea del bene che mi hai fatto. ma cazzo il tuo carattere... dio se lo odio. sei una stronza orgogliosa del cazzo che fa i suoi discorsi che neanche shakespeare farebbe. che se si mette in testa una cosa la fa senza guardare in faccia nessuno. hai una faccia da schiaffi fattelo dire ma dio se ti bacerei... e ste cose non dovrei neanche dirle, ma cazzo... stare accanto a te mi manda tutto in confusione, più cerco di tenerti testa e starti lontano e più impazzisco. io non so che cazzo mi hai fatto, ma non voglio stare senza di te, dico davvero...»
«hai già la tua wendy e basta così...»
«non farmi questo»
mi alzai dalla panchina andandoli in contro, il fatto che fosse più alto di me e più robusto, mi fece sentire una bambina, ma poco importava perché tutto questo sarebbe finito nel giro di un minuto.
le conversazioni a tarda notte, gli abbracci, gli scherzi, il sentirci grandi abbastanza, gli insulti, i bisticci... tutto quanto, tutto questo sarebbe finito e sarebbe stato solo un bel ricordo da custodire e magari chissà, raccontarlo in futuro quando saremmo stati più maturi e più responsabili.
«ricordati che ti voglio bene, ma per favore non cercarmi, fallo per me e per te» dissi con le lacrime agli occhi.
«ti prego no...»
lo abbracciai un'ultima volta, mai avrei pensato che saremmo arrivati a questo punto, però non so nuotare e lui ha già chi nuota nel suo mare.
«grazie per tutto, davvero. ti auguro buon viaggio»
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Se vuoi salvare il mondo
leggi, ammazzati di libri
acculturati
sottolinea
impara a memoria
i passaggi che parlano
di pensieri buoni,
sfoglia tutto
prestali,
fai fare loro giri immensi
se vuoi salvare il mondo
fermati davanti ai tramonti
e parla bene di loro ai più frettolosi,
spegni il telefono
riconosciti nelle sfumature del cielo
prendi una buona panchina
concediti al primo buio
se vuoi salvare il mondo
mangia la frutta in orario con le stagioni
passeggia a piedi quando puoi
dedica canzoni a chi ha dimenticato
l'importanza della musica
e fai qualche passo di danza
con chi ha perso
la damigella alla festa di fine anno
se vuoi salvare il mondo
ascolta anche chi ha smesso di parlare
invita gli amici ad un vino di ottima annata
lascia il posto a sedere
a chi non ne può più di stare in piedi
e dai anche il cuore
quando hanno bisogno
solo di una mano
e non lo so
non lo so se così
salverai davvero il mondo
non credo, però guardati
sei diventato
una persona bellissima.
(Gio Evan)
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Prestami un modo di fare, magari mi sta.
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Aeroporti
Un diffuso odore di profumi di varie marche. Rumore di trolley, gente che si affretta e gente che sembra metterci un'eternità a far tutto. Assistenti di volo e piloti appena sbarcati, telefoni in mano a chiamare casa o moglie o amante o dio-sa-chi. Muffin grossi come il mio pugno, gusti assortiti. Frappè, sandwich al tonno, o uova, o lattuga. Giornali e fumetti, un vecchietto assorto nel sudoku come se ne andasse della pensione. Toblerone, quello c'è in ogni aeroporto. Gente col turbante, una tizia con un tacco considerevolmente alto e un paio di tipi in ciabatte. Ultimi sounvenir, magliette, felpe, alcolici di qualsiasi gradazione. E tabelloni a scandire il ritmo di chi arriva, di chi parte, di chi ritorna.
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“Io non sono il tipo che ti dirà: “Non posso vivere senza di te” perché non sarebbe vero. Nella mia vita ho fatto a meno di persone che credevo indispensabili, ho passato momenti in cui nemmeno io volevo farmi compagnia, sono sopravvissuto alla solitudine e ne ho fatto un mio punto di forza. Potrei vivere benissimo senza di te, la differenza è che non voglio.”
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“Continui a dire al mondo che non hai bisogno di nessuno, ma tu hai costantemente bisogno di qualcuno. Hai ali troppo grandi per non volare e per non perdere l'equilibrio, le tue ali sono troppo grandi per non condividerle con qualcuno. Ti piace la luna ma le stelle ti appartengono da sempre, ti basta guardarle e smetti di essere quella che sei: non ci credi alle parole della gente, osservi il mondo e ti maledici pensando al perché nessuno ha un cuore come il tuo. Parli tanto, parli veloce, sfidi le persone, non ti riesci a fermare e pensi che sia un male, invece è bellissimo, sei così sincera e dura che la gente o ti ammira o ti odia, metti a disagio e hai quegli occhi che sai usare così bene che sono un arma a doppio taglio. Osservi le persone e le capisci in un istante: l'empatia è sempre stata il tuo forte ma anche il tuo punto debole. La gente ti guarda ma non conosce il resto. C'è una parte dentro di te in cui si gela, una parte che nessuno comprende e di cui non parli mai, una parte che vorresti raccontare ma davvero non ce la fai. “Non capirebbero” pensi, ed è davvero così. Perché gli altri piangono per così poco e tu invece non piangi mai. Il tuo cuore è grande quanto il sole ma è troppo duro e il perché tu lo sai, ma non lo ammetti, non puoi essere quella sconfitta, sei orgogliosa, sei un guerriero e i guerrieri non cedono mai. E allora no, pensi, non fa male, non m'importa, è davvero meglio così, io sto bene. Sperare ti ferisce, in qualche modo. Perché quando speri significa che ci credi e tu non credi mai a niente. Vuoi che gli altri ti vogliano bene, vuoi essere amata troppo perché tu non ami mai abbastanza. Hai paura, ogni tanto, ma salvi il mondo intero. Hai gli occhi stanchi e stringi sempre i pugni, non ti arrendi mai, non crolli mai, “a che servirebbe?” pensi, ma speri che arrivi qualcuno che con prepotenza ti dica “appoggialo quì il tuo dolore” e che non ti lasci via d'uscita. Sei forte, sei tanto forte che ti prenderesti il dolore degli altri perché sai di poterlo gestire meglio, ma quando ci sono le stelle poi è tutt'un'altra storia…”
— septeline
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Infondo, tutto ciò che volevo per il mio compleanno eri tu
(via marcoz997)
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Memini etiam quae nolo, oblivisci non possum quae volo Ricordo anche le cose che non voglio, non posso dimenticare ciò che voglio
Cicerone (via rimeversiparole)
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Sicily😍❤️
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“È questa la chiave di tutto: rendersi conto di essere vivi. Ricordarsi che non è mai troppo tardi per voltarsi a guardare il sole. Ancora una volta.”
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La notte è per i poeti, le puttane e quelli che muoiono d'amore.”
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