christytemperance
Christy Temperance A. Deepwater
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    ♯  𝐂𝐇𝐑𝐈𝐒𝐓𝐘 ✩ ❛ ❛ icy and tritannus' child, torrenuvola student: she's smart, manipuative, a poweful witch who control snow and ice ❜ ❜   ⌁        ♯  𝐓𝐄𝐌𝐏𝐄𝐑𝐀𝐍𝐂𝐄 ✩ ❛ ❛ Great minds discuss ideas; average minds discuss events; small minds discuss people. ❜ ❜   ⌁    
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christytemperance · 4 years ago
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           𝐌𝐎𝐌𝐄𝐍𝐓 ❚ 🔮         ᴄʜʀɪsᴛʏ ᴛᴇᴍᴘᴇʀᴀɴᴄᴇ + ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ           ▸ 𝗻𝗲𝘄 𝘂𝗽𝗱𝗮𝘁𝗲         ⋆   #ᴡɪɴxʀᴘɢʀᴘɢ  ⋆                          ᴍᴜᴍ  « Eccola la mia figlia preferita... » ᴄʜʀɪsᴛʏ  « Madre... » ᴍᴜᴍ  « Allora non ti sei dimenticata di me. » ᴄʜʀɪsᴛʏ  « Per favore, non sono davvero dell'umore di sopportare l'ennesima sceneggiata da parte tua. » ᴍᴜᴍ  « Che cosa succede, Christy? Ho sentito Trinity qualche giorno fa. » ᴄʜʀɪsᴛʏ  « Me lo ha detto... » ᴍᴜᴍ  « Dunque che cosa ti turba, principessa? Non dirmi che sei ancora così debole nel pensare a quel dannato Specialista. Ti ha tradito, Christy... Meriti di più, lo so io e lo sai anche tu. » ᴄʜʀɪsᴛʏ  « Credo che tu non abbia voce in capitolo. » ᴍᴜᴍ  « Sono tua madre ed è necessario a volte aprirti gli occhi... A proposito come sono andati gli esami? Immagino bene, sei sempre stata la prima della classe... » ᴄʜʀɪsᴛʏ  « A volte le cose cambiano, sai? Comunque non come speravi, mi hanno rimandato a settembre. » ᴍᴜᴍ  « Mia figlia, figlia di Icy e Tirannus non può essere rimandata a settembre! Che cosa stai dicendo? Non è possibile... » ᴄʜʀɪsᴛʏ  « Semplicemente quello che ho detto, è stato un anno particolare il mio e l'assenza degli ultimi mesi ha avuto il suo peso nella valutazione finale... Non sarebbe nemmeno chissà che cosa dover ripetere l'anno. » ᴍᴜᴍ  « Non ti riconosco... » ᴄʜʀɪsᴛʏ  « Semplicemente sto cercando di essere razionale e non prendere tutto di petto. » ᴍᴜᴍ  « Christy... Tu sei istintiva, passionale, estroversa e non appena osservi qualcosa che non è come tu avevi deciso, gridi e urli. Che diavolo sta succedendo? Ora non sto scherzando. » ᴄʜʀɪsᴛʏ  « Ho visto Damian. » ᴍᴜᴍ  « Lo sapevo, lo sapevo. Ascolta Christy, vai avanti una volta per tutte con la tua vita. Non si tratta di perdonarlo, si tratta di che cosa vuoi tu. » ᴄʜʀɪsᴛʏ  « Mi ha bruciato con la sua frusta, ma è stato accidentale... O almeno credo, ma non è questo. » ᴍᴜᴍ  « Allora cosa, Christy? » ᴄʜʀɪsᴛʏ  « E' complicato. » ᴍᴜᴍ  « Gli esseri umani si nascondono dietro a queste baggianate, tu sei una strega, diamine. Sei una potentissima strega e il fatto che ti faccia condizionare da emozioni così umane... E' disgustoso, quasi come l'ossessione di Trinity nei tuoi confronti. » ᴄʜʀɪsᴛʏ  « ... » ᴍᴜᴍ  « Parla. » ᴄʜʀɪsᴛʏ  « Dovrei perdonarlo? E' l'unica persona che mi abbia mai realmente compreso, eppure continuo ad avere dei dubbi... Dubbi che partono da me. » ᴍᴜᴍ  « Non ho intenzione di dirti cosa devi fare... Ma tieni gli occhi aperti, soprattutto con tua sorella. Credo che le piaccia il principe, e potrebbe fare di tutto se spinta dall'invidia. E Christy? » ᴄʜʀɪsᴛʏ  « Sì? » ᴍᴜᴍ  « Non rovinare tutto. Per gli esami... Ne riparleremo. » 
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christytemperance · 4 years ago
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             𝐎𝐔𝐓𝐅𝐈𝐓 ❚ 🔮        ✧ ᴄʜʀɪsᴛʏ ᴛᴇᴍᴘᴇʀᴀɴᴄᴇ ᴀ. ᴅᴇᴇᴘᴡᴀᴛᴇʀ ✧         ▸ 𝗻𝗲𝘄 𝘂𝗽𝗱𝗮𝘁𝗲         ⋆   #ᴡɪɴxʀᴘɢʀᴘɢ  ⋆                              𝐰𝐡𝐚𝐭'𝐬 𝐭𝐢𝐦𝐞 𝐢𝐬 𝐢𝐭? 𝐈𝐭'𝐬 𝐬𝐮𝐦𝐦𝐞𝐫𝐭𝐢𝐦𝐞     𝑙𝑎𝑔𝑜 𝑟𝑜𝑐𝑐𝑎𝑙𝑢𝑐𝑒 ••• 27.06.2020
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christytemperance · 4 years ago
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♕ ℕ𝕖𝕨 𝕣𝕠𝕝𝕖 𝕨𝕚𝕥𝕙: Christy ♕ 𝔻𝕒𝕥𝕖: 27.06.2034, night ♕ ℙ𝕝𝕒𝕔𝕖: Lago di Roccaluce ♕ #winxrpg
Tornare a Magix dopo un breve soggiorno a Zenith era sempre difficile per uno come Damian, ma i suoi doveri comprendevano anche il dover presenziare a quella ridicola festa di fine anno — a cui, ovviamente, era andato da solo —. Con la medesima espressione di chi era appena stato ad un funerale, dunque, aveva intrattenuto qualche conversazione con i presenti, per poi decidere di fare un bagno nel lago. Sebbene la festa prevedesse anche quell'opzione, pochi erano coloro che stavano approfittando delle fresche acque, ma era più che comprensibile, visti i meravigliosi abiti che alcuni indossavano. Godendosi la meritata pace per qualche decina di minuti, il biondo principe nuotò verso la sponda destra del lago e decise di tornare sulla terra ferma proprio lì, dove teoricamente non doveva esserci nessuno. La fortuna, tuttavia, in quel periodo non era dalla sua parte e, mentre camminava ancora gocciolante, dinanzi a lui si materializzò proprio Christy.
"Sei venuta a /deturpare/ qualche altro tessuto di alta qualità?"
No, non la salutò. Era ancora troppo addolorato per il suo copriletto.
Christy Temperance A. Deepwater
Partecipare o non partecipare? Ecco ciò che continuava a chiedersi la strega mentre si aggirava nel suo dormitorio. Sapeva perfettamente presto o tari avrebbe fatto un altro incontro con colui che stava diventando sempre più innominabile, eppure sentiva di aver ancora qualcosa da dire. Un'altra persona avrebbe chiesto magari scusa per aver scatenato in lui la sua mania ossessiva-compulsiva, eppure vederlo stravolto dalla rabbia era stato divertente, almeno per un minuto. Aveva visto il momento in cui tutto era cambiato, come il suo sguardo si fosse fatto più freddo, ma allo stesso tempo più sofferente, e Christy non aveva fatto altro che desiderare di più. Socchiuse gli occhi mentre tornava nella sua stanza e cercava il costume nero che avrebbe indossato quella sera. L'anno scolastico era andato uno schifo, ma avrebbe partecipato comunque, e per una volta avrebbe fatto le cose per bene. Non avrebbe impiegato più di qualche istante prima di ritrovarsi alla festa, ma prima di poter affrontare sua sorella e tutti gli altri, aveva bisogno di un momento per sé, un momento in cui avrebbe potuto riordinare le idee e perché fare davvero il punto della situazione. Ma avrebbe dovuto saperlo, non sempre i piani andavano a buon fine. Era sola, immersa in quell'oscurità che tanto le piaceva, seduta con le gambe piegate e le mani che giocavano con quel dannato ciondolo di ametista che portava al collo prima di vedere il soggetto dei suoi continui turbamenti uscire dall'acqua. Bello, anzi bellissimo, il fisico che ricordava nei suoi sogni più proibiti ma erano gli occhi ad avere la meglio.    « Ne è bastato uno, credimi. Che ci fai qui? »
Damian Jace Pereden
Minuscole gocce d'acqua sfuggivano dal suo ciuffo biondo, ricadendo sul suo corpo e ridisegnandone il profilo. Damian Pereden era uno degli Specialisti più belli di Fonterossa e ne era consapevole. Amava se stesso più di qualsiasi altra persona e — molto probabilmente — era proprio per quello che non si era fatto scrupoli a distruggere prima Christy e poi Elara. Le aveva ferite entrambe, sebbene la prima avesse sempre ricoperto un posto di spicco nella sua vita. Guardarla negli occhi gli faceva venire brividi, persino dopo mesi e mesi che non si vedevano, persino dopo che lei aveva fatto leva sulla peggiore delle sue insicurezze. "Spero tu sia soddisfatta." Scatenare una compulsione era un gesto viscido, tanto quanto lo era baciare una ragazza durante un gioco. Era una cosa che, forse, aveva meritato, ma che — in ogni caso — lo aveva ferito. "Conto i granelli di sabbia. E tu?"
Christy Temperance A. Deepwater
Gli occhi cerulei di lei non avevano fatto altro che osservare come quel corpo guizzasse in modo fin troppo esplicito, distraendola da ciò che avrebbe voluto dire in realtà. Aveva pensato a lungo durante gli ultimi giorni, e il fatto che avesse perfino parlato con sua madre, la diceva lunga di quanto la mente della strega fosse ingarbugliata. Eppure era lì, nessuno dei due avrebbe usato i propri poteri, e nessuno dei due sarebbe scappato. O almeno così sperava. Christy si ritrovò ad umettare le labbra, un gesto che denotava quando fosse nervosa, emozione che di rado si manifestava in lei ma che ora era inevitabile.    « Sto cercando di fare la cosa giusta, almeno per una volta... » Commentò distogliendo lo sguardo per osservare come le sue dita dei piedi potessero essere così tanto interessanti in quel momento. Bugia, il solo fatto di ritrovarselo davanti, ancora una volta, annientava tutti i pensieri, ma solamente uno spiccava, il perdono. Sfruttare una delle sue debolezze era stato infantile, ma soprattutto aveva lasciato che fosse l'istinto a prendere il sopravvento.    « Mi dispiace... »
Damian Jace Pereden
Per qualche secondo gli occhi suoi scandagliarono la di lei figura. Un tempo avrebbe provato fastidio nel vedere un abito così succinto indosso a Christy, ma non ne aveva il diritto. Aveva sempre provato a soffocarla con la sua gelosia, per poi essere lui stesso a tradire la sua fiducia. Aveva compiuto un gesto meschino, che mai sarebbe riuscito a perdonarsi davvero e che lo faceva sentire in colpa. Ed era proprio quel senso di colpa che l'aveva spinto a respingerla, a rifiutare quel bacio che ella tanto avrebbe desiderato — perché lui la conosceva e l'aveva letto nei suoi occhi —. "Non preoccuparti. Comprerò un copriletto nuovo." Pronunciò quella parole con un filo di ironia, accennando un sorriso e inclinando il capo per cercare il suo sguardo. Gli stava osservando i piedi, perché? Era in imbarazzo? "Spiace anche me. Potevo — evitare di sbattere la porta?" No, non poteva evitare, perché era in pieno delirio, ma quello era solo un dettaglio. "Come va la mano? Posso vedere?"
Christy Temperance A. Deepwater
Due parole che potevano sovvertire la situazione che s'era venuta a creare, e che in quel momento fuoriuscirono dalle labbra carnose che ormai erano solite essere torturate. Gli occhi s'erano posati nuovamente su quella figura asciutta, atletica, quegli stessi muscoli che quante volte aveva graffiato e morso ma che ora sembravano lontani in qualche modo. Alzò un angolo delle labbra a quelle parole, nascondendo un debole sorriso prima di fare un semplice cenno per acconsentire ancora una volta a quel contatto che li aveva portati probabilmente ancor più a fondo.    « Quando litighiamo lo facciamo in grande stile, eh? » Replicò divertita nascondendosi da sotto le lunghe ciglia due occhi che sembravano aver trovato ancora una volta la scintilla che possedevano tanto tempo prima. Più rimaneva in sua compagnia, più sentiva il bisogno di dirgli ciò che da tempo continuava a vorticare in quella mente così enigmatica, dare sfogo ai suoi pensieri ma questa volta senza lasciar correre l'istinto. Tese la mano attendendo che si sedesse accanto a lei prima di vedere come i di lui occhi osservassero con attenzione la ferita. Non le faceva male, era decisamente peggiore ciò che custodiva nel petto, ma la verità era le piaceva essere proprio lì, proprio in quel momento.    « Fa ancora male, ma è sopportabile... Ascolta, io... Dio è decisamente difficile, okay. Respiro... E non guardarmi così, so che sei geloso, e se ho messo questo costume è perché speravo di vederti, ma non è questo il punto. Il punto è che avevi ragione, ho bisogno di perdonarti per me stessa, come ho bisogno di perdonare me stessa per tutto il male che ci siamo fatti... Io non so dove ci porterà tutto questo, ma so che tu sei e rimarrai il mio primo amore, la persona più importante della mia vita... E non ti ho mai odiato, Damian, nemmeno quando ho sporcato il copriletto, giuro. »
Damian Jace Pereden
"Io faccio tutto in grande stile." Replicò con fastidioso tono d'ovvietà, mentre il suo consueto sorriso sghembo si faceva spazio. Oltre che consapevole delle proprie qualità, Damian era una persona totalmente priva di umiltà. Era egocentrico, saccente e presuntuoso ai limiti del pedante. Era la classica persona che non tollerava i difetti altrui, persino quando questi erano simili ai propri — che, comunque, negava di avere —. Eppure, non si sapeva come e non si sapeva perché, decine e decine di ragazze cadevano ed erano cadute ai suoi piedi. Era una cosa che molti non riuscivano a spiegarsi e che — cosa ancora più strana — prescindeva dalla corona che pendeva sul suo capo. Damian era uno che piaceva. Strano, ma vero. "Se ci avessi lasciato l'ungento che ti avevo dato, andrebbe meglio. Ma perché farlo, se potevi rovinare il mio copriletto?" Era più forte di lui, glielo avrebbe rinfacciato a vita. Anche se, forse, poteva — anzi, doveva! — sforzarsi di ascoltare, magari senza replicare che lui aveva /sempre/ ragione. Così, sforzandosi di tacere una volta tanto, si accomodò accanto a lei. In silenzio, pronto ad ascoltare ciò che aveva da dire. "Vieni qui." Quando ella ebbe concluso, Damian riuscì a pronunciare solo quelle due parole. Non era capace di esprimere i proprio sentimenti, se non con dimostrazioni fisiche, talvolta inopportune ed ingiuste. Eppure, anche se sapeva che non avrebbe dovuto, non poté fare a meno di sporgersi verso la ragazza, poggiarle una mano sul fianco, attirarla a sé con l'altra e posarle un leggero bacio sulla guancia. La strinse in un abbraccio forse soffocante, ma sentito. Non era importante che stessero assieme, ma che ci fossero. L'uno per l'altra.
Christy Temperance A. Deepwater
Aveva lasciato che quel sorriso appena accennato, si trasformasse in qualcos'altro, qualcosa di più aperto, ma era questo ciò che intendeva la strega nel pensare che poteva essere se stessa in compagnia dello Specialista. Mai una volta s'era sentita inadeguata, mai una volta aveva fatto sì che il suo carattere fosse un problema, eppure tutto era cambiato e il motivo probabilmente non l'avrebbe mai realmente compreso. Parlò con voce decisa, osservando come i suoi occhi cambiassero perfino colore in quel momento a seguito di quella confessione che non sapeva nemmeno da dove le fosse uscita. Erano parole sincere, e bene o male il fatto di dover andare avanti lo doveva più a se stessa che non a tutto il resto. Spesso Christy era considerata egoista, e di certo lo era il più delle volte, ma con Damian l'accettazione di sé e di ciò che aveva fatto era qualcosa che avrebbe potuto sfinirla con il passare del tempo. Per la prima volta Christy rimase ad osservare trepidante una possibile reazione del ragazzo che, in modo così dannatamente naturale, disse le uniche due parole che la strega aveva bisogno di sentirsi dire. Ella s'avvicinò posizionando il capo nell'incavo della sua spalla, il profumo del ragazzo che invadeva le di lei narici e quella posizione che dannazione era più forte di lei. Un lungo sospiro si elevò dalle proprie labbra prima di sentire il cuore battere con ritrovato vigore. Si sentiva a casa tra le sue braccia, al sicuro e protetta perfino da se stessa. Si accoccolò tra le di lui braccia, in quella forza che lei stessa aveva amato più di ogni altra cosa.    « Era l'unico posto dove volevo essere. » Mormorò contro quella pelle calda del collo su cui erano appoggiate le di lei labbra. Un bacio leggero su quella carne viva prima di accoccolarsi e godersi quel momento che avrebbe voluto far durare un'eternità. Si ritrovò così a strizzare gli occhi per un momento, allontanando qualsiasi pensiero che avrebbe potuto distruggere quel loro momento. Christy doveva accettare se stessa, perdonarsi per poter andare avanti, e solo allora avrebbe potuto perdonare anche Damian. Erano concatenati anche in quella sua menta eccelsa, due metà dello stesso intero. Sospirò sonoramente la strega prima di staccarsi a malincuore da quell'abbraccio e dover affrontare l'interno mondo. Lentamente si staccò si mise in ginocchio per alzarsi e solo allora si tese nella direzione di Damian per stampargli un bacio a fior di labbra.    « Grazie... Per avermi ascoltato e aver capito. Ora andiamo alla festa, ti va di ballare con me?  »  
Damian Jace Pereden
Socchiuse gli occhi, poggiando il capo nei crini color miele della ragazza. Più volte si era perso ad annusare il suo profumo, ad assaporare quelle labbra rosate e ad accarezza la di lei pelle candida. Quando di lei conosceva solo il nome e la fama — tanti anni addietro, in vero —, di Christy aveva pensato che fosse eccessivamente fredda, saccente e dall'animo intriso di cattiveria; ma non era così. Nel tempo trascorso insieme aveva imparato che ella non era altro che una fanciulla spaventata, una specie di principessa di ghiaccio che doveva essere protetta dai mali del mondo. Non gli aveva mai parlato di ciò che aveva passato in famiglia e degli eventi che l'avevano portata a divenire il terrore delle studentesse di Torrenuvola e Damian non aveva mai insistito. Dopotutto, chiunque aveva diritto ad avere dei segreti, no? Mentre un sincero sorriso increspava le sue labbra, dunque, il principe di Zenith reclinò la testa all'indietro, lasciando alla ragazza lo spazio necessario per baciargli il collo. Non era certo che approfittare dell'amore che ella gli aveva dichiarato fosse giusto, ma non voleva nemmeno rischiare di innescare un'altra discussione. Voleva provare a godersi il momento e a soffocare — almeno una serata — la razionalità che lo rendeva la persona complessa che era. "Ovviamente non mi va, ma lo farò lo stesso." Ricambiò il bacio a fior di labbra, prima di commentare in quel modo ed alzarsi, facendo forza sulle gambe. Damian non era esattamente un amante delle feste, ma sapeva che Christy ci teneva a questo genere di cose, quindi avrebbe fatto uno sforzo — una volta tanto! —. "Comunque, non capisco cosa ci trovi in queste cose. Dovrò passare la serata a guardare storto metà dei miei compagni di scuola." Disse, ancora, poggiando una mano dietro la di lei schiena e cominciando a camminare. Sarebbe stata una serata lunghissima. Ne era sicuro.
❪ 𝑭𝒊𝒏𝒆 𝑹𝒐𝒍𝒆. ❫
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christytemperance · 5 years ago
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♕ ℕ𝕖𝕨 𝕣𝕠𝕝𝕖 𝕨𝕚𝕥𝕙: Christy ♕ 𝔻𝕒𝕥𝕖: 20.06.2034, afternoon ♕ ℙ𝕝𝕒𝕔𝕖: Fonterossa ♕ #winxrpg
Lo spigoloso volto del principe di Zenith era decorato da un'incolta barba e dalla sua consueta espressione concentrata. Non amava fare i bagagli, ma la sua precisione non gli consentiva di delegare altri. Aveva la necessità di sistemare le sue cose personalmente, di catalogarle per colore e stagionalità. Riordinare i propri effetti personali — che fossero armi, vestiti o altro — era un vero e proprio culto per Damian, tanto che egli era arrivato a chiedere ai coinquilini di lasciarlo solo. Una richiesta folle, secondo alcuni, ma necessaria per il corretto svolgimento di quell'attività. Meticoloso, efficiente e veloce ai limiti dell'ossessività, allora, il principe dai crini biondi trascorse la mattinata in quel modo, fermandosi solo quando tutto fu nell'ordine che egli stesso aveva stabilito, ovvero quello /perfetto/. Soddisfatto, quindi, egli si soffermò qualche secondo ad osservare la sua opera, prima di aprire la porta ed avviarsi verso la mensa. Erano circa le due di pomeriggio e, vista la fine delle lezione e degli esami, il corridoio era gremito di persone. Damian poteva notare specialisti, fate e persino qualche strega venuta a sistemare le valigie dei propri incapaci fratelli. Un sorriso spontaneo increspò le sue labbra, mentre si immergeva nel flusso di persone. Riuscì, tuttavia, a fare pochi passi, prima che di esser letteralmente bloccato dal movimento della sua frustra. Ciò che accadde fu repentino, fuori controllo, come l'ustione che macchiò la candida pelle di colei che più aveva amato.
"Christy..."
Pronunciò quella sola parola, prima di ritirare la sua arma con un gesto. Che cos'era accaduto? Perché l'elettro aveva reagito alla di lei presenza? Non c'era una spiegazione razionale, né aveva il tempo di cercarla in quel momento. Con una rapida falcata azzerò la distanza che la separava dalla Deepwater, stringendo la mano destra sul suo braccio sano e trascinandola nella sua camera da letto. Sì, in quella che aveva appena riordinato. Non fu delicato, né accorto, ma animato da una strana frenesia.
"Secondo molti sei la studentessa più promettente della tua età. Quindi, dimmi, perché sei così stupida da attaccare una persona che gira con una frusta di elettro attorcigliata sul braccio?"
Pose quella domanda con fare rabbioso, mentre lasciava il braccio in modo quasi violento. L'aveva marchiata: a destra con la preferita fra le sue armi e a sinistra con le sue ruvide mani.
"Siediti, nella valigia numero tre ho qualcosa che può aiutarti, ma sappi che la disfo solo perché non voglio che venga coinvolto mio padre in questo incidente."
Che incidente non era, visto che Christy probabilmente voleva ucciderlo.
Christy Temperance A. Deepwater
Istinto e ragione, quante volte s'erano contrapposti l'uno all'altro durante la sua vita? Ogni momento che viveva era combattuto dalle due forze, senza nemmeno rendersene conto, e il più delle volte, doveva ammettere che aveva fatto sì che solo uno vincesse quella diatriba interiore, l'istinto. Vendicativa, istintiva e decisamente poco incline al pensare prima di agire Christy s'era recata a Fonterossa per un unico obiettivo, quello di incontrare colui che era l'inizio e la fine del suo stato d'animo. Il di lui tradimento bruciava ancora come lava, e le informazioni che voleva scoprire con la sua assenza non erano altro che semplici buchi nell'acqua. Che cosa avrebbe dovuto fare, poi? Ucciderlo era impensabile, soprattutto perché, nonostante tutto quello che era successo tra di loro, Damian era ancora troppo importante per la strega. Si sentiva combattuta, dilaniata da un costante dilemma se fosse il caso di perdonarlo, eppure ogni suo dubbio fu spazzato via quando si trovarono in quel corridoio pregno di studenti che non avevano altro che essere un di più. Fu questione di un attimo, una frazione di secondo in cui ogni sua terminazione nervosa si concentrò in un unico punto, dove la sua frusta aveva accidentalmente urtato il di lei braccio. Fece un balzo indietro portandosi immediatamente il braccio piegato al petto pronta a scaraventare tutti i suoi poteri su di lui, su colui che ancora una volta le aveva fatto del male. Davvero pensava che potesse perdonarlo?    « Mi hai bruciato, cazzo. » Esclamò la giovane strega prima di ritrovarsi al riparo da tutti quegli occhi che sembravano essere più che rapiti da ciò che stava succedendo tra loro. Lo osservò andare avanti e indietro per un momento prima di sedersi su quel quello che li aveva visti quante volte avvinghiati, riempirsi di carezze e baci. Dovette strizzare gli occhi per abbandonare quei ricordi, quei pensieri che non avrebbero fatto altro che ferirla di più.    « Io volerti attaccare? Forse lo stupido sei tu... Sono venuta a cercarti per parlare, ma è chiaro che a te non interessa. Non hai mai fatto altro, hai sempre visto ciò che volevi vedere. »
Damian Jace Pereden
Chino su quella valigia che aveva preparato con tanta perizia, Damian dovette strizzare gli occhi per soffocare un minimo l'ira che si era impossessata del suo corpo. Sentiva il sangue ribollire nelle vene e il cuore pulsare tanto da provocargli dolore fisico. Molte erano state le discussioni che, negli anni, avevano fatto vacillare le di lui sicurezza, ma mai una volta i due ex amanti avevano usato i propri poteri l'uno sull'altra. Ma a che punto erano arrivati? E, soprattutto, perché Christy aveva perso il controllo sino a quel punto? Perché non aveva ascoltato le sue parole? Eppure, a Damian era sembrato di esser chiaro, quando le aveva detto che odiarlo avrebbe potuto distruggerla. "Stai facendo tutto da sola." Esordì con quella frase, pronunciata forse con troppo distacco, mentre le sue mani raggiungevano un unguento fabbricato da una delle streghe della corte di Zenith. Si alzò, dunque, voltandosi e finalmente guardando l'espressione della biondina. Era indecifrabile, persino per lui, e ciò lo infastidiva. Dopotutto, per molto tempo egli era stato capace di carpire ogni di lei sensazione, no? "Non mi sono spiegato, Christy. La frusta ustiona automaticamente coloro che provano a ferirmi. E' un'arma di elettro, appartenente ai regnanti di Zenith da generazioni. Non ti avevo neppure vista, sei stata tu ad azionarla." Replicò con estrema calma, accomodandosi accanto alla ragazza. Quello stesso letto era stato spesso teatro della passione che aveva arso fra loro e del grande amore che, in un modo o nell'altro, li aveva uniti, ma tutto ciò sembrava essere solo un ricordo. "Mi dispiace per il livido, ma — se non ti avessi trascinato via — sarebbe stato molto peggio. Se avessi usato i tuoi poteri su di me, l'elettro avrebbe reagito ancora." Spiegò, posando lo sguardo sul braccio sinistro. Era stato davvero un animale nel trascinarla viva e, ora che la vedeva in quello stato, si sentiva piuttosto in colpa. "Fammi vedere la mano."
Christy Temperance A. Deepwater
Dolore impregnava ogni parola della strega che, seduta su quel dannato letto, non riusciva a essere obiettiva. Qual era il reale motivo che l'aveva spinta fino a Fonterossa? Davvero pensava di poter aver un dialogo normale con Damian? Stupida illusa, ecco come si considerava in quel momento. Aveva lasciato che le emozioni la guidassero ancora una volta, aveva lasciato che fossero i sentimenti ad orchestrare quell'incontro, e ancora una volta tutto le si era ritorto contro. Ma davvero aveva usato la frusta di Electro su di lei? Si ritrovò a socchiudere gli occhi per un momento, abbandonando il dolore non solo fisico che irradiava dall'ustione subita, ma anche per quel tradimento che ormai doveva appartenere al passato. Osservò come i lividi sull'altro braccio ricordassero altri tipi di lividi, quelli della passione, dove i due ragazzi trovavano sfogo nelle più erotiche manifestazioni, ma quel livido era quanto più lontano dalla lussuria che spesso li aveva guidati.    « Stronzata... Non avevo in alcun modo intenzione di aggredirti. Volevo solamente parlare con te. Sei tu ad averla attivata, smettila di girarci attorno... » Era più che convinta delle sue parole, soprattutto perché per quanto odiasse il principe di Zenith, era troppo legata a lui anche solo per fargli del male. Aveva avuto ragione Oberon nel dirle che probabilmente non sarebbe stata in grado di avere la sua vendetta, ma la verità era che era ancora innamorata di lui e l'amore non faceva altro di distruggere ciò che rimaneva dell'anima oscura della Deepwater. Osservò il giovane venirle accanto, e per una volta rimase ferma, quasi immobile osservando come le sue cure cozzassero contro l'azione di poco prima. Che diavolo era successo?    « Non sarei mai stata in grado di usare i miei poteri su di te... » Sussurrò quasi tra sé e sé prima di tendere controvoglia la mano e conseguentemente il braccio. Sentiva il bruciore invadere ogni suo senso, ma era il cuore ad avere la meglio in quella situazione, martellando incessantemente come se fosse un martello pneumatico. Non sarebbe andata bene, assolutamente no.
Damian Jace Pereden
Le di lui labbra si schiusero di qualche millimetro, cosicché la lingua potesse umettarle e lenire la disidratazione che le aveva colte. Gli sembrava di vivere la vita di qualcun altro, di guardare dall'esterno una scena di cui non voleva essere protagonista. Non aveva senso ciò che era accaduto, come non avevano fondamento le accuse che Christy gli stava rivolgendo. Perché mai avrebbe dovuto usare i suoi poteri su di lei? Quale movente avrebbe avuto? Ferirla fisicamente, per ricordare il dolore che le aveva procurato tempo addietro? Sarebbe vile, sadico e Damian non era nulla di tutto ciò. Era solo troppo razionale, troppo schematico e troppo abituato ad avere i riflettori puntati su di sé. Si lasciò sfuggire un sospiro, assumendo un'espressione fra l'afflitto e l'annoiato. Non aveva voglia di portare avanti quella conversazione, ma era obbligato. "Se non sapessi che è l'ira che muove le tue parole, mi sentirei offeso per una frase del genere. Sono il principe di Zenith, Christy, se avessi voluto ferirti non avrei usato un'arma che le autorità sanno appartenere a me." Non era di certo quello che la biondina voleva sentirsi dire, ma era la cosa più ovvia. Diversamente da molti specialisti — fra cui persino i principi di Solaria! —, Damian aveva una buona conoscenza dei poteri magici. Era uno stregone piuttosto capace, oltre che una persona scaltra e maledettamente ricca. Ergo, aveva tutte le possibilità per organizzare la perfetta imboscata ed era bene che Christy lo capisse. "E perché io dovrei esserlo? Ho sbagliato Christy, mi dispiace. Sono pentito. E' questo che vuoi sentirti dire? Va bene. Christy, sono pentito per ciò che ho fatto, ma devi smetterla di trattarmi come se fossi un mostro." Perse del tutto la calma che sempre lo governava, mostrandosi nervoso, quasi ai limiti del nevrotico. Non era abituato ad esplicitare i suoi sentimenti — nemmeno dinanzi a lei —, ma sentirsi accusato di aggressione era troppo, persino per uno strafottente come lui. "Te l'avevo detto che odiarmi ti avrebbe fatto del male, ma tu non sei disposta ad ascoltare nessuno." Continuò, prendendo la di lei mano e sfiorando appena la ferita. Non era bella, ma l'elettro aveva fatto di peggio in passato.
Christy Temperance A. Deepwater
Era stata una semplice confessione la sua, parole che avrebbero potuto fare più male che bene ma che per una volta erano vere. Non vi erano giochi in quel momento, nessun sotterfugio che avrebbe mai potuto travisare lo stato d'animo della strega che, nonostante cercasse di odiarlo con tutte le sue forze, sentiva ancora qualcosa per lui. Era debole, odiava perfino se stessa quegli stessi pensieri che continuavano ad arrovellarsi nella di lei mente, ma ascoltava le parole del principe di Zenith senza aver il coraggio di guardarlo in viso. Socchiuse gli occhi per un momento, i lunghi capelli biondi che quasi coprono quel viso angelico e gli occhi cerulei che potevano osservare qualunque cosa tranne ciò da cui erano attratti. Le spalle s'alzavano e s'abbassavano a ritmo del suo stesso respiro e solo quando sentì quella stretta alla mano, riuscì a voltarsi nella sua direzione.    « Ti crederei se fossi sincero. » Replicò in modo triste, senza nessun tono particolare. Le iridi cerulee osservavano i di lui eterocromatici, ma c'era qualcosa in più che avrebbe voluto dire.    « Che fine ha fatto il discorso che avevi bisogno di tempo? Il tempo non sempre funziona, e di certo non sempre lenisce le ferite. Ci sono ferite che possono essere rimarginate e altre con cui si impara a convivere, ma non è questo il punto Damian... » Distolse lo sguardo abbassandolo su quelle mani eleganti che tante volte avevano sfiorato il suo corpo ma che sapeva avessero sfiorant qualcun altro. Strizzò gli occhi che allontanare immediatamente quel pensiero, qualcosa a cui mai e poi mai avrebbe dovuto pensare, soprattutto in quel momento, ma che probabilmente era inevitabile. Christy fu costretta ad addentare il suo stesso labbro, un movimento lento probabilmente più accattivante di quanto non volesse apparire ma furono le sue parole a farle alzare nuovamente lo sguardo.    « Io non ti odio, è questo il punto... Odio me stessa. »
Damian Jace Pereden
Il suo peculiare sguardo si spostò per qualche secondo dalla di lei figura, andando a posarsi sulla valigia che era stato costretto a riaprire. Sapeva più che bene che non era il momento opportuno per mettere in ordine — dopotutto, stava carezzando la mano della biondina —, ma Damian non era semplicemente una persona precisa. La sua era una compulsione, un’esigenza di sistemare tutte gli oggetti che facevano parte della sua vita. Represse a fatica il bisogno di alzarsi ed assecondare la sua ossessione, riportando lo sguardo sul viso candido della ragazza. L’espressione di Christy continuava ad essere indecifrabile e ciò non poteva che infastidirlo sempre di più. Sentiva una morsa che si stringeva sempre più intorno alla bocca del suo stomaco e che quasi gli faceva venire la nausea. “Perdona la franchezza, ma hai diciassette anni. Puoi superare la mia liaison con Elara. Non è questo il tipo di dolore con cui dovresti convivere.” A costo di sembrare insensibile, Damian pronunciò quelle parole, per poi abbassare lo sguardo e spalmare l’ungento sull’ustione. Non era certo che quella ferita potesse scomparire del tutto, ma non sarebbe di certo stata una cicatrice a deturpare il meraviglioso aspetto della strega. Christy era meravigliosa ed il suo complicato carattere — terribile con altri, ma remissivo solo con lui — la rendeva ancora più ammaliante. “Devi perdonare te stessa, allora.” Commentò, alzando lo sguardo per ricercare i suoi occhi. Fu in quel frangente, però, che i suoi occhi si fermarono sulle labbra, che quella fanciulla aveva stretto fra i denti. Era un pessimo vizio, glielo aveva sempre detto. “Basta, Christy.” Abbandonò per qualche secondo la consueta freddezza, per poi allungare la mano pulita e poggiarla sulle sue labbra. La Deepwater doveva smetterla di torturarsi. Non era giusto
Christy Temperance A. Deepwater
Presentarsi in quel diavolo di dormitorio era stata una pessima idea, forse la peggiore che mai potesse venirle in mente. Che diavolo pensava di ottenere presentandosi lì in cerca di confronto? Era piuttosto chiaro che l'atteggiamento di Damian non era cambiato nei suoi confronti. Tempo addietro Christy avrebbe fatto azioni ignobili per aver subito un torto come quello, ma ora che senso avrebbe avuto? Più lo osservava, più vedeva come fosse diventata una sconosciuta per lui. Si ritrovò così a scuotere appena il capo, un sospiro che trasudava dalle labbra come uno sbuffo, eppure tradiva un certo divertimento.    « E' questo ciò che credi? Che sia una semplice diciassettenne che non riesce ad andare avanti dopo che il suo ragazzo l'ha tradita? » Come poteva non capire l'uomo che le stava di fronte? Davvero per lui era tutto così estremamente semplice? Non si trattava del solo tradimento che già di per sé bruciava sufficientemente, ma per ciò che ne conseguiva. Avrebbe mai potuto andare avanti, fidarsi ancora una volta delle persone che le stavano accanto? Assolutamente no, lo sapeva perfettamente. Era l'orgoglio a uscirne ferito da quella situazione, e non importava quanti anni avesse, avrebbe sempre fatto male. Tirò indietro il capo per osservare il soffitto che sembrava essere di un bianco fin troppo perfetto, eppure non si sarebbe aspettata nulla di diverso dal principe della perfezione. Dovette respirare a lungo, prima di portare nuovamente le iridi cerulee sulla sua figura che ancora le stava accanto. Sembrava non riuscire a staccare quella dannata mano dalla gemella, incatenata a quel tocco che sembrava lenire ogni ferita dell'animo. Abbassò nuovamente il capo ritrovandosi ad inumidire quelle labbra carnose che adornavano quel volto angelico, fino a mordicchiare nuovamente il labbro inferiore. Fu solo quando Damian le sfiorò le labbra con il pollice che lentamente lo lasciò andare.    « Basta cosa, Damian? »
Damian Jace Pereden
All’apparenza superficiale, saccente e pieno di sé, in vero Damian custodiva un animo che pochi in quella scuola avevano. Era un ragazzo attento, analitico e preciso, una persona in grado di vedere al di là delle cose e di carpire la vere essenza degli altrui turbamenti. La consapevolezza, tuttavia, nulla era, se non supportata da un’empatia di cui egli era totalmente carente. Fermarsi a piangersi addosso o arrovellarsi su questioni del passato, infatti, erano cose che egli non tollerava e che mal sopportava al punto da infierire — non volutamente, sia chiaro — su chi già stava soffrendo. “Tu sei il mio primo amore, Christy. Non ti dimenticherò mai.” Pronunciò quella frase con una dolcezza rara, che egli aveva riservato solo talvolta a quello ragazzo dai capelli biondi. Non le aveva mai mentito sui suoi sentimenti, né le stava mentendo in quel momento. Nessun uomo avrebbe mai potuto dimenticare il suo primo amore, ma ciò non voleva dire che ambedue non potessero avere altro. Dopotutto, erano giovani e la loro relazione aveva già distrutto la strega. No, non poteva permettere che ciò accadesse di nuovo. Lui non era adatto ad avere una relazione, né con lei, né con Elara. “Non puoi crederlo davvero, Christy.” Replicò con voce appena più fredda, concedendosi un’ultima carezza prima di alzarsi ed interrompere quel contatto. Sentiva il cuore battere persino in gola, ma non poteva approfittare di un suo momento di vulnerabilità. Sarebbe stato da persona vile e lui aveva già avuto i suoi momenti bui quell’anno. “Vai, Christy. Le tue sorelle ti staranno aspettando.”
Christy Temperance A. Deepwater
Il tocco di quel momento, quell'attimo che sembrava essere cristallizzato nel tempo dove non v'era più alcun tradimento, alcun orgoglio ferito, ma solamente due ragazzi che non avevano altro che bisogno dell'altra. Era questo che pensava in quel momento la strega, cullata da quella carezza che la trasportava in un momento di quiete per la di lei mente, un momento di assoluta tranquillità. Un sorriso velato nell'udire quella confessione, un sorriso che adornava quelle labbra che avrebbero voluto sfiorare le gemelle in un movimento lento ma che in un attimo si tesero per quello che si tramutò in un incubo. Il cuore che batteva incessantemente cominciò a martellare per un motivo diverso, e i pezzi che aveva cominciato a ricostruire si sbriciolarono ancora una volta lasciando una Christy sconfitta. Chiuse gli occhi la strega, cercò di interiorizzare quell'ennesimo rifiuto che sapeva in cuor suo dover arrivare, ma che sperava che le cose fossero diverse. Lo sbuffare della giovane bionda fu seguito da un ridacchio nervoso, e solo quando alzò lo sguardo sulla figura ora in piedi di Damian, ella usò lo stesso tono di voce che lui stesso le aveva riservato.    « Sei un idiota. » Commentò solamente prima di alzarsi e pulirsi il dorso della mano su quel copriletto perfetto che solamente il principe della perfezione poteva avere. Era un semplice capriccio il suo, ma qualcosa lo avrebbe fatto andare fuori di testa, e se desiderava seriamente poter andare avanti, avrebbe dovuto impegnarsi di più. Cercare un confronto era stato inutile, li aveva portati solamente a credere esattamente il contrario e ciò che aveva detto Oberon era vero, avrebbe dovuto lavorarci meglio, ancora e ancora.    « Sai cosa ti dico? Ciò che avrei dovuto dirti tanto tempo fa... Fottiti, Damian. Non ero venuta qui per attaccarti, ma semplicemente per parlare... Ma hai ragione devo andare avanti. »
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christytemperance · 5 years ago
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Tarragon & Christy 14/06 ; sera - Selvafosca.
#WinxRpg
Ha saputo del ritorno di Christy e, dopo essersi accordati su dove incontrarsi, Tarragon al calar del sole in sella alla propria wind rider ha raggiunto Selvafosca, un luogo insolito per un appuntamento ma abbastanza isolato e tranquillo per i due. Non vede la strega da quella strana festa alla quale la bionda l’aveva invitato ma è più che deciso a troncare quei sporadici incontri per rispetto a Damian e a ciò che c’è stato tra i due. Non ha mai provato a finire tra le braccia della Deepwater seppur ella possieda una spiccata bellezza, tra i due vi è più che altro una strana intensa su ciò che ella è realmente e su ciò che possiede: un’anima oscura che sembra condividere, in piccola parte, con quella segretamente costudita dallo Specialista.
Perfettamente in orario, il principe, la attende ben consapevole che ella compaia a distanza di pochi minuti. È nervoso senza conoscerne il motivo, forse teme che una volta messo un punto ai loro incontri ella possa diffamarlo rendendo pubblico la di lui curiosità verso la magia nera o, semplicemente, facendolo litigare con Damian per esseri frequentati in segreto senza renderlo sempre partecipe dei loro incontri. Quando vede la fluente chioma bionda brillare sotto i raggi lunari, Tarragon prende un lungo e pensare sospiro, iniziando a muoversi verso la di lei direzione.
« Buona sera miss Deepwater. Quanto tempo è trascorso dal nostro ultimo incontro. Spero che questa sua sparizione non sia legata a nulla di negativo. »
E con un leggero inchino le bacia il dorso della mano destro come è solito fare durante i saluti formali a quali è abituato.
Christy Temperance A. Deepwater
Tornare alla vita di tutti i giorni non sempre è facile, tanto meno per la bomba a orologeria che è Christy. Calma e rabbia s'alternavano dentro di lei ad ogni passo, mentre la mente non faceva altro che ripercorrere ricordi che avrebbe voluto solamente dimenticare. Ma la rabbia non era solamente nei confronti del principe di Zenith, ma anche con quella debolezza che lei stessa ha sviluppato. Sua madre non avrebbe fatto altro che insultarla per quel potere che gli ha concesso, ma la verità che in fondo, Damian è stata l'unica persona che l'abbia mai amata. Ma prima avrebbe risolto le cose con Tarragon, prima avrebbe ripreso in mano la propria vita e non solo. Era ancora dell'idea di vendicarsi di Damian, ma voleva farlo con i suoi tempi, studiare il piano nei minimi dettagli e perché no, magari farsi perfino aiutare da Kain. Giunse in perfetto orario all'appuntamento con Tarragon, una luce fioca sembrava filtrare dalle fronde degli alberi e la sua figura spiccava nell'oscurità di quel luogo che aveva un qualcosa di magnetico agli occhi della strega. Un accenno di sorriso aleggiò sulle di lei labbra, un sorriso che tradiva quasi una smorfia sul quel volto dalla pelle diafana.    « Nulla di irrimediabile, Montrose. » Christy era perfettamente consapevole del legame che intercorreva tra Tarragon ed Elara, ma non per questo avrebbe interrotto i rapporti con il giovane, tuttavia quanto bastava per far sì che la strega rimanesse ancor di più sulle sue. Con un sorriso vispo, ella s'avvicinò maggiormente lasciando che il Montrose potesse fare il suo inchino e baciarle la mano. Erano tradizioni che la strega apprezzava di tanto in tanto, nonostante fosse la prima a volte ad essere fuori dagli schemi.    « Siamo tornati a darci del lei, Tarragon? Pensavo che avessimo già superato questo scoglio... O con la mia assenza abbiamo fatto passi indietro di cui non ero a conoscenza? »
Tarragon Montrose
Si è sempre ritrovato nella condizione di pensare che ciò che stava facendo fosse sbagliato, Christy era pur sempre l’ex ragazza del proprio migliore amico ma, ora, si trova ad essere tra diversi fuochi essendo lui stesso il fratello di Elara, colei che ha rovinato la relazione tra Damian e la strega senza sapere esattamente come comportarsi se non prendere la decisone di troncare quella loro “ amicizia “ forse basata esclusivamente sulla convenienza di entrambi. La voglia di conoscere meglio la Deepwater è sempre derivato da quel desiderio morboso di avvicinarsi alla magia oscura, la necessità di conoscere quel mondo che è sempre stato descritto come malvagio e pericoloso ma che a Tarragon ha sempre affascinato. Sa bene che ogni passo falso avrebbe potuto portare la bionda al ricatto ma il Montrose ha sempre posseduto quella dote naturale di uscire indenne dalle situazioni più assurde e, anche in questo caso, avrebbe fatto di tutto per far passare la strega come la pazza che vuole semplicemente mettere in cattiva luce la famiglia reale. Non è cattivo il principe ma sa come salvaguardare se stesso anche se deve utilizzare dei metodi poco ortodossi. « Scusami, forza dell’abitudine. Purtroppo ho dovuto presenziare ad alcune riunioni famigliari ove dovevo utilizzare per forza il “ lei. “ » Sorride Tarragon senza vergognarsi di quei modi altolocati e principeschi dei quali, spesso, non riesce proprio a sbarazzarsi. « Dunque — riprende poi la parola — come stai? » Domanda abbastanza banale ma, stranamente, si sente agitato per ciò che le avrebbe dovuto comunicare successivamente.
Christy Temperance A. Deepwater
Era difficile poter mantenere un certo equilibrio, soprattutto per una persona come Christy il cui obiettivo principale era creare subbuglio. Eppure in compagnia del Montrose non aveva mai fatto il diavolo a quattro come suo solito, aveva mantenuto la calma e soprattutto sembrava che il loro rapporto si basasse sul dare e ricevere. Sapeva perfettamente la strega che l'intento di Tarragon era quello di avvicinarsi al mondo della magia oscura, ma per una volta la strega avrebbe aspettato prima di riscuotere il proprio favore. Alzò così un angolo delle labbra, una linea perfetta che sembrava disegnata su quella pelle color alabastro, mentre osservava come i modi del Montrose fossero così dannatamente eleganti.    « Credo esser stata meglio, ma non posso lamentarmi... » Commentò prima di compiere qualche passo e osservando come la luce della luna filtrassero in un gioco di luce e ombre. Era un luogo che poteva essere considerato sinistro, eppure aveva quel fascino che poche cose potevano possederlo. Stava prendendo tempo, lo sapevano entrambi, eppure era piuttosto curiosa del fatto che il giovane le avesse chiesto in un momento in cui tutti sembravano in subbuglio. Molti avrebbero fatto ritorno alle proprie dimore, molti avrebbero trascorso le vacanze chissà dove, ma non Christy. Si fermò giungendo ad un tronco d'albero che ostruiva il passaggio e solo quando si volse nella di lui direzione, ella mostrò per la prima volta un'emozione.    « Sembra che tu sia piuttosto a disagio in mia compagnia, dunque perché non tagliamo la testa al toro? Ci deve essere un motivo preciso se hai voluto condurmi fin qui... »
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christytemperance · 5 years ago
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Oberon & Christy 08/06 ; sera - Lago Roccaluce.
#WinxRpg
Gli occhi color del ghiaccio di Kain si posano sulla figura alta e snella poco distante da lui, le palpebre sbattono ripetutamente per diverse volte, incredulo per ciò che sta osservando. Biondi e lucenti crini splendono sotto gli ultimi raggi di quel sole che sta ormai tramontando, due occhi azzurri brillano con il riflesso di quelle acque limpide e calme: Christy Deepwater ha fatto ritorno. Con passo silenzioso si avvicina alla strega, si conoscono ormai da anni, sin da quando ancora poco più che bambini si incrociavano su Obsidian per poi perdersi di vista quando le Winx hanno distrutto il pianeta natio di entrambi.
« Erano tutti in pensiero per te, Christy. »
Rompe il silenzio fermandosi proprio dinnanzi alla strega, le mani nascoste nelle tasche della tuta che indossa ed un ghigno stampato sulle labbra. Che tutti fossero davvero in pensiero per la di lei scomparsa è un eufemismo, sicuramente le fate hanno festeggiato per la sparizione della figlia di Icy ma quei pochi dall’animo corrotto si sono seriamente preoccupati di quella assenza ingiustificata persino alla sorella di sangue e alle sorelle non di sangue.
« Dove sei sparita per tutto questo tempo, mh? Qualche nuovo piano per conquistare il potere assoluto del Mondo Magico? »
Il tono è ironico, quasi giocoso, eppure Oberon pensa davvero a ciò che ha appena domandato alla Deepwater ma nascondersi dietro ad una maschera è ciò che gli è sempre riuscito meglio.
Christy Temperance A. Deepwater
Avrebbe potuto vagare giorni e giorni prima di decidere di tornare a casa. Troppe volte il pensiero le si era affacciato nella mente, e quante volte s'era perfino detta che tutto sarebbe andato per il meglio, ma una volta ferma a vagliare tutte le possibilità, Christy continuava a pensare che la sua missione non era ancora finita: vendicarsi di Damian sembrava essere l'unico pensiero per la bionda. Difficilmente la giovane dai crini biondi superava un torto subito, vendicativa oltre ogni limite, la Deepwater era dell'idea che conoscere il proprio avversario fosse il modo migliore per essere un passo avanti: pura e semplice strategia. Eppure il viaggio non aveva dato i frutti sperati, le informazioni che sperava di trovare erano solamente dei buchi nell'acqua e l'ora di tornare era purtroppo giunta. Arrivò in quella radura che non avrebbe potuto essere più quieta in quell'ora del tardo pomeriggio. I raggi del sole colpivano in modo lo specchio d'acqua che le stava di fronte e il desiderio di agitarle rifletteva quello stato d'animo così dannatamente furente. L'assenza da casa non aveva portato a nulla, se non la consapevolezza che lei era una persona diversa. Tirò indietro il capo osservando le nuvole addensarsi prima di lasciare il passo ad un colore più scuro, la stessa oscurità che a volte albergava dentro di lei. Socchiuse gli occhi prima di udire una voce inconfondibile, profonda, e che avrebbe sempre fatto sorgere in lei un sorriso.    « Sapevo che mi avresti trovata. » Menzionò la bionda continuando a rimanere con le palpebre abbassate, ma un sorriso che difficilmente se ne sarebbe andato. Temperance e Kain avrebbero sempre condiviso un passato difficile, un'infanzia piena di ricordi che era impossibile da dimenticare. Ridacchiò prima di aprire gli occhi e voltarsi nella di lui direzione: la figura alta e longilinea appariva tesa, come se nelle di lui parole vi fosse una verità appena accennata.    « Eri forse preoccupato per me, Kain? Sono stata... Qui e là. »
Oberon Kain Jokroas
« E chi ti dice che ti stavo cercando? » Vi è ironia in quelle parole ma nessuna cattiveria nascosta, seppur Oberon non sia particolarmente incline a provare emozioni differenti da rabbia ed odio, riesce a provare un minimo di “affetto” verso quelle poche persone che condividono con lui la passione per la magia nera, per l’oscurità e per tutti coloro che vorrebbero vedere fate e figli morti e sepolti. « Non mi preoccupo mai per qualcuno che non sono io, lo dovresti sapere Christy, comunque ero sicuro che saresti riuscita a cavartela senza problemi — ovunque tu sia stata. » Non deve fingere al cospetto della bionda, con lei non deve apparire il cherubino sorridente e sempre felice che la maggior parte delle persone pensano che egli sia e di questo ne è quasi felice. Spesso non essere se stesso è difficile sopratutto quando si trova in compagnia dei suoi peggior nemici. « Allora — proferisce poi sfoderando un sorriso che non promette nulla di buono — quando annienteremo quel principino biondo che ti ha spezzato il cuore? » Ed è quasi con una leggera smorfia che pronuncia quelle ultime parole, l’amore rende deboli le persone e ancora non comprende come una strega potente e crudele come lei si sia fatta abbindolare da un principe, figlio di una fata, facendola innamorare di lui.
Christy Temperance A. Deepwater
Fuorviante, spesso addirittura scostante, potevano essere le prime caratteristiche che balzavano all'occhio di qualsiasi sconosciuto nel vedere la Deepwater. Ma dietro quella corazza vi si nascondeva qualcosa di più intricato, un qualcuno che difficilmente avrebbe mai fatto il proprio debutto a cuor leggero: l'unica volta che era successa, infatti non era andata per nulla bene e le conseguenze erano decisamente disastrose. Ma quanto avrebbe impiegato prima di porre in essere la sua personale vendetta? Con sguardo attento Christy osservò l'ironia malcelata dell'amico che, con quegli occhi ben lontani dall'essere angelici, osservava la strega con circospezione. Sapeva che la sua fuga non sarebbe passata inosservata, ma era ciò che le serviva per cercare le informazioni che desiderava, quelle informazioni che però s'erano svelate semplici buchi nell'acqua. Con un lungo sospiro, la bionda rivolse gli occhi poi verso lo specchio d'acqua, quel lago che ormai era diventato uno dei suoi luoghi preferiti, lasciando per una volta che le emozioni si palesassero in compagnia di un qualcuno di cui si fidava.    « Lo so bene... » Commentò la strega mentre nella mente continuava a ripercorrere ricordi che non facevano altro che far crescere in lei la rabbia e il senso di vendetta. Il tradimento subito bruciava come lava dentro di lei e solo quando udì le di lui parole, un sorriso scaltro si dipinse sulle di lei labbra.    « La vendetta è un piatto che va servito freddo, Jokroas. Vuoi forse aiutarmi? E non guardarmi in quel modo, capiterà anche a te di innamorarti... »
Oberon Kain Jokroas
È una risata sarcastica quella che fuoriesce dalle labbra di Kain dopo aver udito quelle parole; davvero Christy ha osato augurargli una cosa così tanto terribile? « Oh per carità, l’amore è per i deboli Deepwater ed innamorarmi non rientra nelle mie priorità. Sono altri i miei piani per il futuro ed i sentimenti non ne fanno parte. » Riprende la parola non appena l’ilarità scema leggermente ma, seppur apparentemente sembri divertito, in realtà si sente quasi ferito da ciò che la strega sembra essere diventata. Quella relazione l’ha trasformata, l’ha indebolita facendola assomigliare a quelle fate che entrambi hanno sempre odiato. « L’idea di aiutarti mi solletica la mia voglia di vendetta ma non so se tu sei realmente propensa di riscattare il tuo nome. » È una frecciatina ben mirata a smuovere quel lato pungente del carattere della bionda, un modo per testare quanto ella sia ancora se stessa e quanto sia stata traviata d’amore e da tutte quelle smancerie che al sol pensiero gli fanno venire da rimettere tutto ciò che ha mangiato sino a quel giorno.
Christy Temperance A. Deepwater
Impossibile fu trattenere un sorriso per quella reazione del Jokroas. Sapeva perfettamente che non poteva esistere nulla anche solo di sentimentale ai di lui occhi, ma quell'augurio era sincero. Innamorarsi aveva fatto sì che Christy migliorasse per alcuni aspetti, ma ciò che era successo dopo, non aveva fatto altro che confermare il suo pensiero iniziale: mai far avvicinare qualcuno. Aveva compiuto quell'errore con leggerezza, e se non fosse stato per quel dannato capriccio, magari le cose potevano essere diverse in quel momento, ma ora il solo pensiero di far soffrire Damian come lui stesso aveva fatto con lei, era ciò che la spingeva ad andare avanti. Sapeva inoltre che avrebbe dovuto ripetere l'anno, non era stupida, la sua assenza s'era fatta sentire in ogni aspetto della propria vita, ma sapeva fin dove spingersi. Voltò solamente il capo nella direzione dell'amico prima di commentare in modo tranquillo, ma con quel suo essere piccata che difficilmente passava inosservato.    « Pensi che non ne sia in grado? » Domandò la strega mentre mal celava i poteri che gorgogliavano sotto quella pelle diafana. Poteva controllare il ghiaccio, gli eventi atmosferici e grosse nubi sembravano addensarsi all'orizzonte in quel momento. Non sopportava chi sottovalutasse la sua determinazione, ma soprattutto odiava che tutta quella storia con Damina intaccasse ogni parte della sua vita.    « Ho i miei metodi per fargliela pagare, e tu puoi starci come no. Ma non mettere in dubbio i miei metodi... »
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christytemperance · 5 years ago
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       𝐂𝐔𝐑𝐑𝐄𝐍𝐓 𝐌𝐎𝐎𝐃 ❚ 🔮        ✧ ᴄʜʀɪsᴛʏ ᴛᴇᴍᴘᴇʀᴀɴᴄᴇ ᴀ. ᴅᴇᴇᴘᴡᴀᴛᴇʀ ✧          ▸ 𝗻𝗲𝘄 𝘂𝗽𝗱𝗮𝘁𝗲                              ❛❛ Ma tu chi sei che avanzando nel buio della notte inciampi nei miei più segreti pensieri? ❜❜
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