caffebruciato
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I stepped into an avalanche it covered up my soul
Don't wanna be here? Send us removal request.
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il galletto canta di notte perché deve marcare il territorio visto che sta separato dalle galline perché è aggressivo e potrebbe ucciderle. è sprecato qua in campagna , dovrebbe partecipare ai combattimenti clandestini.
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And where shall we end?
If dreams can't come true
Than why not pretend?
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“Anch’io mi sentivo comodo nella nostra casa-libreria. Qualcun altro avrebbe potuto dire che gli “piaceva” o persino che l’“amava”, ma nel mio vocabolario, “comodo” era sicuramente il termine più azzeccato. A voler essere più precisi, mi sentivo connesso all’odore dei libri vecchi. La prima volta che li avevo annusati era stato come se avessi trovato qualcosa che conoscevo già. Aprivo i libri a caso e li annusavo ogni volta che potevo, mentre la nonna mi sgridava, chiedendomi che senso avesse annusare vecchi libri ammuffiti. I libri mi portavano in posti dove altrimenti non sarei mai potuto andare. Condividevano le confessioni di persone che non avrei mai conosciuto e gli episodi di vite a cui non avrei mai assistito. Le emozioni che non avrei mai potuto provare e gli eventi che non avevo vissuto di persona si trovavano tutti racchiusi in quei volumi. Ed erano diversi per natura dagli spettacoli in tv e dai film.Il mondo dei film, delle soap e dei cartoni era già così dettagliato che non c’erano più spazi bianchi da riempire. Le storie sullo schermo esistevano esattamente come erano state filmate e disegnate.Per esempio, se in un libro c’era la descrizione: “Una signora bionda siede a gambe incrociate su un cuscino marrone dentro una casa esagonale”, un adattamento visivo avrebbe contemplato anche tutto il resto, dalla tonalità della sua pelle all’espressione, fino alla lunghezza delle sue unghie. Non restava niente da cambiare in quel mondo.Invece con i libri era diverso. Erano pieni di spazi bianchi. Spazi bianchi tra le parole e anche tra le righe. Potevo stringermi lì dentro e sedermi, oppure camminare, o scarabocchiare i miei pensieri. Poco importava se non avevo idea di cosa significassero le parole. Girare le pagine era solo metà dell’opera.
“Ti amerò per sempre. Anche se non potrò mai sapere se il mio amore sarà peccato, veleno o miele, non smetterò mai di fare questo viaggio d’amore per te.”
Le parole non mi dicevano un bel niente, ma non importava. Mi bastava che i miei occhi si muovessero da una parola all’altra. Annusavo i libri, con gli occhi che seguivano lentamente la forma e i tratti di ogni lettera. Per me, era sacro come mangiare le mandorle. Quando mi ero soffermato con gli occhi su un carattere abbastanza a lungo, lo leggevo a voce alta: Ti, amerò, per, sempre. Anche se, non, potrò mai, sapere se, il, mio, amore-sarà, peccato, veleno-o, miele, non smetterò, mai, di fare, questo viag-,gio, d’amore per,-te. Masticavo le lettere, le assaporavo, poi le sputavo fuori con la voce. Continuavo a farlo finché non le avevo imparate tutte a memoria. Quando ripeti la stessa parola ancora e ancora, viene un momento in cui il suo significato sbiadisce. Poi a un certo punto le lettere vanno oltre le lettere e le parole oltre le parole. Cominciano a suonare come una lingua straniera, priva di significato. È proprio allora che parole incomprensibili come “amore” o “eternità” iniziano a parlarmi. Raccontai alla mamma di questo giochino buffo.«Qualsiasi cosa perde significato se la ripeti abbastanza a lungo» mi spiegò. «All’inizio ti sembra di capire come funziona, ma poi, a lungo andare, ti pare che il significato cambi e piano piano si offuschi, finché alla fine non si perde del tutto. Sì, è come se diventasse tutto bianco.»
Amore, Amore, Amore, Amore, Amore, Amo, re, Amooo, reee, Amore, AmorAmo,-rAmo.Eternità, Eternità, Eternità, Eter,-nità, Eeeter,-niità.
E qui i significati erano spariti. Proprio come dentro la mia testa, che era stata un foglio bianco sin dal primo giorno.”
ALMOND.COME UNA MANDORLA
~ WON-PYUNG SOHNYY~
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Tony Hoagland, from “Peaceful Transition”, What Narcissism Means to Me
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MEMORIES OF MURDER | 살인의 추억 (2003) dir. Bong Joon-ho
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