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aval-var-blog · 7 years ago
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Non appena ha liberato Huginn dal peso della lettera, lascia che si accomodi sulla sua spalla libera, aprendo la lettera e cominciando subito a far scorrere lo sguardo lungo la pergamena, con un'espressione sul viso che si fa sempre più seria, sempre meno contenta. Da un lato sono buone notizie; dopo la notizia dell'enorme squarcio e tutto ciò che ne era conseguito, suo padre aveva cominciato a farle discorsi strani, ed ora hanno raggiunto il loro culmine, il che significa che se non altro potrà passare altro tempo assieme a Xavier, visto che dovrà andare a Skyhold anche lei. Non sa cosa suo padre ritenga che lei possa fare, o cosa possa risolvere, sa solo che è irremovibile sulla cosa. La parte negativa, �� che lei non desidera avere quel tipo di pressione addosso, non crede di poter risolvere niente; non sa nemmeno cosa stia succedendo, sarebbe come combattere la battaglia di qualcun altro senza nemmeno sapere cosa o chi sarà l'avversario.
Tutte le rassicurazioni e le raccomandazioni, i "figlia mia" e le parole relativamente dolci, non servono a distrarla dal pensiero principale, dalla reale preoccupazione che adesso giace pesante sul suo petto, come un macigno.
Quando sente la voce di Xavier, tutta via, reprime quel malessere con un sorriso, prendendo il proprio mantello con un cenno della testa e indicando poi i due corvi, accomodati sulle sue spalle. L'unica parte davvero positiva di quella lettera, è che suo padre li ha affidati a lei, almeno per la maggior parte del tempo. Dovranno tornare da lui in ogni caso, di tanto in tanto, ma la maggior parte del tempo lo trascorreranno ad assicurarsi che non le succeda niente di male.
Loro sono Huginn e Muninn. Sono i corvi di mio padre... Consiglieri, in un certo senso. Sappi solo che ti capiscono quando parli.
Gli dice, quasi come avvertimento. I due corvi sono davvero speciali, sono in grado di avvertire un pericolo da miglia di distanza, sanno farsi capire come se fossero esseri umani e non esiste compito che non riescano almeno a comprendere, spesso che non riescano a portare a termine... Però sono tremendamente vanitosi e permalosi. Se si sentissero offesi, sicuramente finirebbero per fare qualche buco nel povero Xavier, cosa che personalmente non raccomanda e non vuole che accada.
Alla fine, ad ogni modo, piuttosto che spiegare, finisce per passare la lettera all'uomo, senza perdere tempo a leggergliela lei stessa. Non c'è scritto nulla di sconveniente che lui non possa leggere, soltanto un mare di ordini, uno più assurdo dell'altro.
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Quando Freya apre nuovamente gli occhi, non ha idea di dove si trovi, né di quanto tempo sia passato. L'ultima cosa che ricorda, è di aver chiuso gli occhi, poggiata al petto di Xander, al galoppo su un cavallo che non era il suo. Si guarda intorno, lentamente, deglutendo a fatica. Ricorda chiaramente tutto ciò che è successo, ed è per questo che è confusa. Non riesce a credere di essere sopravvissuta, né di aver usato una quantità tale di seidr da portarla a perdere praticamente conoscenza. Non crede di aver mai sprigionato tali poteri addosso a nessuno, le sue dimostrazioni sono sempre stati piccoli fiori, piccoli giochi di luce e calore, piccole ferite guarite con altrettanto piccoli gesti. La disperazione che ha provato in quel momento, circondata da quel gruppo di criminali, è ancora pesante come un macigno sul suo petto.
Non è l'unica cosa a pesare su di lei, però. Quando si volta e nota Xavier abbracciato a lei, con un braccio poggiato al suo petto, non può che farsi sfuggire un sorriso. E’ felice che lui stia bene, davvero felice. E’ felice di aver utilizzato i suoi poteri per qualcosa di buono, per salvare qualcuno che in cambio ha salvato lei, mettendo a rischio anche la sua stessa vita. E tutto per cosa? Per una sconosciuta, una sconosciuta che lo ha spinto in un luogo pericoloso, soltanto per un capriccio. Infatti, al solo pensiero, alza una mano, scostando un ciuffo di capelli color ebano dal suo viso, scoprendo i suoi occhi chiusi e apparentemente rilassati.
Si avvicina a lui, premendo completamente il proprio corpo contro il suo, mentre nel frattempo controlla i dintorni. I suoi vestiti sono puliti, non più macchiati di sangue, e la stanza in cui sono è piacevole. Una luce calda, probabilmente luce dell'alba, entra da una finestra socchiusa accanto al letto, un letto morbide con coperte calde a ripararli entrambi dall'aria fresca che entra da quei pochi centimetri. Fuori sente il canto degli uccellini, accanto a lei sente il respiro regolare dell'uomo, e improvvisamente quella sensazione di pesantezza sul suo petto scompare completamente. E’ stata un'esperienza terrificante e terribile. Ha utilizzato il seidr per uccidere, ha visto sangue e morte, ha visto il suo cavallo venire decapitato proprio di fronte a lei, la lama che aveva mancato le sue mani di pochi centimetri, eppure adesso va tutto bene.
Adesso riesce a ricordarsi con chiarezza e lucidità il messaggio principale della sua cultura; nessun sacrificio è invano, nessuna guerra e nessun combattimento vengono affrontati senza un vero movente, senza una ragione, che alla fine coopera per rafforzare una persona nella maniera più profonda e intima possibile, non soltanto quella fisica. Non sa se si sente davvero più forte, ma sicuramente si sente in pace. Ha fatto la cosa giusta. Ha difeso chi meritava di essere difeso, ha pianto chi non è più assieme a lei, ha pagato i debiti che si creano nell'usare il seidr con tale leggerezza; tutto alla fine ha cooperato perché le cose prendessero la piega giusta.
Non può non pensare che tutto questo sia grazie a Xander, motivo per cui si sporge verso di lui, baciandogli lentamente la fronte, quasi con riverenza, come ringraziamento, come sua madre aveva fatto con lei un milione di volte.
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aval-var-blog · 7 years ago
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Oh, no. Non voglio trattenerti dai tuoi impegni. In fondo posso sempre andarci da sola, sono riuscita a rincorrerti in lungo e in largo, ho dimostrato di sapermela cavare.
Gli dice con un sorriso solare e genuino, sebbene le dispiaccia, pensare che prima o poi dovranno separarsi. In fondo con lui si diverte, grazie a lui sta vivendo un'avventura unica, ed il pensiero di tornare alla sua vita quotidiana è quasi triste. Non che non ami la sua cultura e la sua famiglia, ma forse a conti fatti ama di più vivere e viaggiare e scegliere il proprio destino, non lasciare che venga scelto per lei. Le piace l'idea di poter scegliere i suoi compagni di viaggio e le sue destinazioni, le strade da percorrere, la possibilità di scegliere fra la strada principale, affollata e colma di gente indaffarata da studiare, o le stradine laterali, abbracciate e tenute in penombra dagli alberi, accompagnata dal cinguettare degli uccellini. E' una prospettiva molto più invitante dell'idea di tornare a casa, perfino se si trattasse di andarsene da sola, senza Xavier.
Sobbalza poi, quando mentre è distratta a bere, sente un forte becchettare ritmico contro il vetro della finestra accanto alla quale erano stati gentilmente messi. Si volta di scatto, battendo le palpebre un paio di volte nel vedere due corvi che ormai conosce benissimo, che la guardano con i loro occhi neri e brillanti, inclinando di tanto in tanto le loro teste da un lato e poi dall'altro, gracchiando, sebbene lei non possa sentirli dall'altra parte del vetro.
Senza fornire spiegazione, si alza subito, correndo fuori dalla locanda dopo aver lasciato diverse sovrane sul bancone, senza nemmeno occuparsi di recuperare il proprio mantello, e guardandosi poi attorno non appena è fuori, venendo subito accolta dai due corvi. Uno dei due, Muninn probabilmente, va a poggiarsi sulla sua spalla, mentre l'altro atterra proprio di fronte a lei, appesantito da un foglio di carta ripiegato diverse volte e stretto con un nastro alla sua zampa.
Cosa ci fate qui? Non è successo  niente a mio padre, vero?
Domanda, ben consapevole dell'estrema intelligenza dei due corvi. L'unico dono che gli manca, è quello della parola. Dagli scritti che ha letto da parte di uomini del Ferelden, pensa che potrebbe facilmente paragonarli ai Mabari e alla loro intelligenza. Solo, crede che Huginn e Muninn siano più intelligenti, in maniera quasi spaventosa a volte. In quel momento, infatti, è inquieta. I due corvi solitamente si limitano a fare il loro giro di ricognizione e poi tornare da suo padre, non si spingono mai tanto oltre. Il fatto che lui abbia inviato proprio loro, è abbastanza da farla preoccupare. Fortunatamente, però, i due corvi rispondono gracchiando e muovendo la testa in maniera simile ad una negazione, senza alcuna agitazione, cosa a cui emette un sospiro di sollievo.
Si abbassa, a quel punto, lasciando che Huginn salti sul suo braccio a cui si aggrappa, mentre lei con l'altra mano provvede a slegare il messaggio legato alla sua zampa, per poi carezzargli delicatamente il lato della testa con l'indice.
Grazie per avermelo portato. Dovete essere molto stanchi, restate con me per un po'.
Afferma con gentilezza, invito che viene ricevuto con un gracchiare quasi contento, che prende come una risposta affermativa.
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Quando Freya apre nuovamente gli occhi, non ha idea di dove si trovi, né di quanto tempo sia passato. L'ultima cosa che ricorda, è di aver chiuso gli occhi, poggiata al petto di Xander, al galoppo su un cavallo che non era il suo. Si guarda intorno, lentamente, deglutendo a fatica. Ricorda chiaramente tutto ciò che è successo, ed è per questo che è confusa. Non riesce a credere di essere sopravvissuta, né di aver usato una quantità tale di seidr da portarla a perdere praticamente conoscenza. Non crede di aver mai sprigionato tali poteri addosso a nessuno, le sue dimostrazioni sono sempre stati piccoli fiori, piccoli giochi di luce e calore, piccole ferite guarite con altrettanto piccoli gesti. La disperazione che ha provato in quel momento, circondata da quel gruppo di criminali, è ancora pesante come un macigno sul suo petto.
Non è l'unica cosa a pesare su di lei, però. Quando si volta e nota Xavier abbracciato a lei, con un braccio poggiato al suo petto, non può che farsi sfuggire un sorriso. E’ felice che lui stia bene, davvero felice. E’ felice di aver utilizzato i suoi poteri per qualcosa di buono, per salvare qualcuno che in cambio ha salvato lei, mettendo a rischio anche la sua stessa vita. E tutto per cosa? Per una sconosciuta, una sconosciuta che lo ha spinto in un luogo pericoloso, soltanto per un capriccio. Infatti, al solo pensiero, alza una mano, scostando un ciuffo di capelli color ebano dal suo viso, scoprendo i suoi occhi chiusi e apparentemente rilassati.
Si avvicina a lui, premendo completamente il proprio corpo contro il suo, mentre nel frattempo controlla i dintorni. I suoi vestiti sono puliti, non più macchiati di sangue, e la stanza in cui sono è piacevole. Una luce calda, probabilmente luce dell'alba, entra da una finestra socchiusa accanto al letto, un letto morbide con coperte calde a ripararli entrambi dall'aria fresca che entra da quei pochi centimetri. Fuori sente il canto degli uccellini, accanto a lei sente il respiro regolare dell'uomo, e improvvisamente quella sensazione di pesantezza sul suo petto scompare completamente. E’ stata un'esperienza terrificante e terribile. Ha utilizzato il seidr per uccidere, ha visto sangue e morte, ha visto il suo cavallo venire decapitato proprio di fronte a lei, la lama che aveva mancato le sue mani di pochi centimetri, eppure adesso va tutto bene.
Adesso riesce a ricordarsi con chiarezza e lucidità il messaggio principale della sua cultura; nessun sacrificio è invano, nessuna guerra e nessun combattimento vengono affrontati senza un vero movente, senza una ragione, che alla fine coopera per rafforzare una persona nella maniera più profonda e intima possibile, non soltanto quella fisica. Non sa se si sente davvero più forte, ma sicuramente si sente in pace. Ha fatto la cosa giusta. Ha difeso chi meritava di essere difeso, ha pianto chi non è più assieme a lei, ha pagato i debiti che si creano nell'usare il seidr con tale leggerezza; tutto alla fine ha cooperato perché le cose prendessero la piega giusta.
Non può non pensare che tutto questo sia grazie a Xander, motivo per cui si sporge verso di lui, baciandogli lentamente la fronte, quasi con riverenza, come ringraziamento, come sua madre aveva fatto con lei un milione di volte.
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aval-var-blog · 7 years ago
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Dire che non si può evitare è un modo per alimentarla, però. E' possibile evitarla... Basta volerlo abbastanza.
Risponde con un sorriso, aggrappandosi al suo ottimismo, alla sua stupida innocenza che fino a quel momento le ha impedito di raggiungere gli scopi imposti dalla sua famiglia. Lei adora la sua famiglia, ma spesso vorrebbe che riuscissero anche loro a vedere oltre le loro mura, che riuscissero a vedere oltre le loro usanze e che tentassero strade diverse, che sperimentassero. La pace è piacevole, la tranquillità, raccogliere fiori al posto di cacciare animali per divertimento. Evitare la violenza fa stare bene. Se solo si prendessero un attimo per capirlo, non solo i suoi, ma tutti quanti, probabilmente il mondo sarebbe molto, molto più pacifico.
Quando lui parla di Antiva però, lei si distrae completamente da quei pensieri, offrendogli la sua totale attenzione senza però smettere di bere e mangiare, tenendo gli occhi fissi su di lui. Non ci vuole un genio a capire quanto a lui manchi Antiva, quindi non può che supporre che sia da lì, che lui viene. Avrebbe senso, considerando il suo aspetto. Rispecchia l'aspetto di tutti i nobili che di tanto in tanto si erano avventurati nelle sue terre per stringere qualche patto che era stato velocemente rifiutato da suo padre; pelle scura e baciata dal sole, capelli scuri, occhi intensi, accento morbido e intrigante. Il fascino degli uomini di Antiva è rinomato in fondo, specialmente secondo tutti i libri che ha letto, quindi non è nemmeno poi tanto strano, che lei provi questa forte attrazione nei suoi confronti. Chi non la proverebbe?
Mi ci porti?
Domanda all'improvviso, quando lui ha smesso di parlare, per poi sorridergli e affrettarsi a spiegare ciò che intendeva dire.
Non credo che ai miei mancherei se stessi via ancora un po'. Potresti farmi sentire se quel sole è tanto caldo come dici.
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Quando Freya apre nuovamente gli occhi, non ha idea di dove si trovi, né di quanto tempo sia passato. L'ultima cosa che ricorda, è di aver chiuso gli occhi, poggiata al petto di Xander, al galoppo su un cavallo che non era il suo. Si guarda intorno, lentamente, deglutendo a fatica. Ricorda chiaramente tutto ciò che è successo, ed è per questo che è confusa. Non riesce a credere di essere sopravvissuta, né di aver usato una quantità tale di seidr da portarla a perdere praticamente conoscenza. Non crede di aver mai sprigionato tali poteri addosso a nessuno, le sue dimostrazioni sono sempre stati piccoli fiori, piccoli giochi di luce e calore, piccole ferite guarite con altrettanto piccoli gesti. La disperazione che ha provato in quel momento, circondata da quel gruppo di criminali, è ancora pesante come un macigno sul suo petto.
Non è l'unica cosa a pesare su di lei, però. Quando si volta e nota Xavier abbracciato a lei, con un braccio poggiato al suo petto, non può che farsi sfuggire un sorriso. E’ felice che lui stia bene, davvero felice. E’ felice di aver utilizzato i suoi poteri per qualcosa di buono, per salvare qualcuno che in cambio ha salvato lei, mettendo a rischio anche la sua stessa vita. E tutto per cosa? Per una sconosciuta, una sconosciuta che lo ha spinto in un luogo pericoloso, soltanto per un capriccio. Infatti, al solo pensiero, alza una mano, scostando un ciuffo di capelli color ebano dal suo viso, scoprendo i suoi occhi chiusi e apparentemente rilassati.
Si avvicina a lui, premendo completamente il proprio corpo contro il suo, mentre nel frattempo controlla i dintorni. I suoi vestiti sono puliti, non più macchiati di sangue, e la stanza in cui sono è piacevole. Una luce calda, probabilmente luce dell'alba, entra da una finestra socchiusa accanto al letto, un letto morbide con coperte calde a ripararli entrambi dall'aria fresca che entra da quei pochi centimetri. Fuori sente il canto degli uccellini, accanto a lei sente il respiro regolare dell'uomo, e improvvisamente quella sensazione di pesantezza sul suo petto scompare completamente. E’ stata un'esperienza terrificante e terribile. Ha utilizzato il seidr per uccidere, ha visto sangue e morte, ha visto il suo cavallo venire decapitato proprio di fronte a lei, la lama che aveva mancato le sue mani di pochi centimetri, eppure adesso va tutto bene.
Adesso riesce a ricordarsi con chiarezza e lucidità il messaggio principale della sua cultura; nessun sacrificio è invano, nessuna guerra e nessun combattimento vengono affrontati senza un vero movente, senza una ragione, che alla fine coopera per rafforzare una persona nella maniera più profonda e intima possibile, non soltanto quella fisica. Non sa se si sente davvero più forte, ma sicuramente si sente in pace. Ha fatto la cosa giusta. Ha difeso chi meritava di essere difeso, ha pianto chi non è più assieme a lei, ha pagato i debiti che si creano nell'usare il seidr con tale leggerezza; tutto alla fine ha cooperato perché le cose prendessero la piega giusta.
Non può non pensare che tutto questo sia grazie a Xander, motivo per cui si sporge verso di lui, baciandogli lentamente la fronte, quasi con riverenza, come ringraziamento, come sua madre aveva fatto con lei un milione di volte.
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aval-var-blog · 7 years ago
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Puoi fidarti di me però. Le leggende sono solo leggende... Non sono diversa da altre persone della mia famiglia, se non per l'essere più chiara, ed essere nata nella nobiltà.
Sorride comunque alla cortesia dell'uomo, che si sta dimostrando molto meno freddo di quanto non sia stato prima con lei. Nonostante questo, nonostante la cortesia di lui, lei non crede a quelle leggende. Non tocca l'argomento della propria religione perché non sa mai se creda davvero ma fa male pensare di non crederci... Però è certa di non aver alcuna connessione o correlazione con la dea in questione, che sia leggenda o verità. A lui ovviamente sembra tutto strano, visto il suo modo di vestire, visto il suo seidr, viste molte cose, ma se solo sapesse quanto quelle cose siano ordinarie dalle sue parti, probabilmente sembrerebbe tutto meno speciale. Ad ogni modo, tiene la bocca chiusa, non volendo esattamente spezzare la magia che vede nel suo sguardo in quel momento, che la fa arrossire lievemente sulle guance.
Non appena ricevono il cibo, lei ringrazia il locandiere con un altro sorriso colmo di calore e si butta subito sul cibo, che fortunatamente è più che sufficiente per entrambi, anche se lei sarebbe senza dubbio in grado di finire tutto quanto da sola.
Si mette a ridere fra un morso di pane e l'altro quando lui la rimbecca in quel modo, arricciando appena il naso con fare vagamente offeso, sebbene sia solo un lieve istante. E' più un riflesso, quello di offendersi quando viene accusata di essere una pessima guerriera, più che altro perché è stata addestrata per anni a combattere ed uccidere, e gli unici momenti in cui ha potuto dimostrare il proprio odio per la cosa, sono stati quando era da sola. Ha perso il conto delle volte in cui, dopo aver partecipato a qualche battaglia, aveva represso le lacrime per ore, aspettando il calare della notte per poi sfogare tutto il suo orrore nella sua tenda, al sicuro da occhi indiscreti e sguardi di disapprovazione.
In questo mondo è necessario qualcuno che disprezzi la violenza, non pensi?
Domanda, alzando un sopracciglio. Il suo popolo caccia e combatte per divertimento, e sa benissimo, grazie ai libri, che anche al di fuori dei confini di casa sua è così. Le persone amano fin troppo lo scompiglio, il sangue e la violenza, e lei non si sente in colpa quando a modo suo prova a mettere un piccolo peso sulla parte opposta della bilancia. E' certa che senza persone come lei, i mari sarebbero fatti di sangue e in giro per le strade non ci sarebbero donne, bambini e mercanti, ci sarebbero soltanto lupi affamati a cibarsi dei corpi dei cadaveri.
Volevi restituirmela?
Domanda confusa, per poi battere le ciglia, ancora più confusa quando lui cambia argomento così all'improvviso. Non fa pressione, però, sorridendo in risposta alla sua domanda e annuendo, prendendo poi un altro morso di pane, leccandosi distrattamente l'angolo delle labbra.
E' bello e caldo. Molto diverso dalle mie terre.
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Quando Freya apre nuovamente gli occhi, non ha idea di dove si trovi, né di quanto tempo sia passato. L'ultima cosa che ricorda, è di aver chiuso gli occhi, poggiata al petto di Xander, al galoppo su un cavallo che non era il suo. Si guarda intorno, lentamente, deglutendo a fatica. Ricorda chiaramente tutto ciò che è successo, ed è per questo che è confusa. Non riesce a credere di essere sopravvissuta, né di aver usato una quantità tale di seidr da portarla a perdere praticamente conoscenza. Non crede di aver mai sprigionato tali poteri addosso a nessuno, le sue dimostrazioni sono sempre stati piccoli fiori, piccoli giochi di luce e calore, piccole ferite guarite con altrettanto piccoli gesti. La disperazione che ha provato in quel momento, circondata da quel gruppo di criminali, è ancora pesante come un macigno sul suo petto.
Non è l'unica cosa a pesare su di lei, però. Quando si volta e nota Xavier abbracciato a lei, con un braccio poggiato al suo petto, non può che farsi sfuggire un sorriso. E’ felice che lui stia bene, davvero felice. E’ felice di aver utilizzato i suoi poteri per qualcosa di buono, per salvare qualcuno che in cambio ha salvato lei, mettendo a rischio anche la sua stessa vita. E tutto per cosa? Per una sconosciuta, una sconosciuta che lo ha spinto in un luogo pericoloso, soltanto per un capriccio. Infatti, al solo pensiero, alza una mano, scostando un ciuffo di capelli color ebano dal suo viso, scoprendo i suoi occhi chiusi e apparentemente rilassati.
Si avvicina a lui, premendo completamente il proprio corpo contro il suo, mentre nel frattempo controlla i dintorni. I suoi vestiti sono puliti, non più macchiati di sangue, e la stanza in cui sono è piacevole. Una luce calda, probabilmente luce dell'alba, entra da una finestra socchiusa accanto al letto, un letto morbide con coperte calde a ripararli entrambi dall'aria fresca che entra da quei pochi centimetri. Fuori sente il canto degli uccellini, accanto a lei sente il respiro regolare dell'uomo, e improvvisamente quella sensazione di pesantezza sul suo petto scompare completamente. E’ stata un'esperienza terrificante e terribile. Ha utilizzato il seidr per uccidere, ha visto sangue e morte, ha visto il suo cavallo venire decapitato proprio di fronte a lei, la lama che aveva mancato le sue mani di pochi centimetri, eppure adesso va tutto bene.
Adesso riesce a ricordarsi con chiarezza e lucidità il messaggio principale della sua cultura; nessun sacrificio è invano, nessuna guerra e nessun combattimento vengono affrontati senza un vero movente, senza una ragione, che alla fine coopera per rafforzare una persona nella maniera più profonda e intima possibile, non soltanto quella fisica. Non sa se si sente davvero più forte, ma sicuramente si sente in pace. Ha fatto la cosa giusta. Ha difeso chi meritava di essere difeso, ha pianto chi non è più assieme a lei, ha pagato i debiti che si creano nell'usare il seidr con tale leggerezza; tutto alla fine ha cooperato perché le cose prendessero la piega giusta.
Non può non pensare che tutto questo sia grazie a Xander, motivo per cui si sporge verso di lui, baciandogli lentamente la fronte, quasi con riverenza, come ringraziamento, come sua madre aveva fatto con lei un milione di volte.
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aval-var-blog · 7 years ago
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L'ammirazione, o meglio l'interesse di lui, la mette lievemente a disagio, ma in senso positivo. E' bello sentirsi davvero ascoltata, specialmente su un argomento tanto particolare. In fondo lei ha sempre vissuto in mezzo a persone che la sua cultura la conoscevano benissimo, nessuno che potesse davvero puntare un dito sui difetti o i pregi della vita che ha fatto fino a quel momento, delle cose in cui ha sempre creduto. Le piace mettere in discussione ciò secondo cui vive, ma non è facile farlo quando è soltanto lei a pensarci, a parlarne. Alla fine si tratta soltanto di fantasticare e intrappolarsi nei suoi stessi pensieri, e non può certamente servire a molto. Lui invece, sembra pronto ad una discussione aperta, non di parte.
Sono soltanto stupidaggini... Il mio aspetto è casuale, non c'è niente della divinità in me. Tranne questa.
Lo riprende gentilmente, toccandosi la collana con un sorriso sulle labbra. Nonostante suo padre l'abbia indottrinata per anni, lei non crede di essere una divinità, né di spartire qualsiasi cosa con la vera Freya. Crede soltanto di aver avuto la fortuna di essere nata con quell'aspetto, sebbene sia allo stesso tempo un peso quasi ridicolo da portare sulle spalle, una serie di aspettative da parte di estranei che l'ha sempre messa a disagio, un po' come se temesse di deludere tutta la sua gente facendo anche un singolo errore sul campo.
Mi vedono come una reliquia, in effetti. Ma non ho chiesto il loro permesso per venire qui. In fondo se devo essere la reincarnazione di una dea della guerra, perché non dovrei combattere?
Domanda con una mezza risata, prendendo un sorso della sua bevanda e scrollando lievemente una spalla, come a far capire che, naturalmente, era soltanto una battuta.
E' normale per la mia gente. La testardaggine e l'impulsività sono una specie di marchio di fabbrica. Probabilmente mi avrebbero diseredato se fossi tornata indietro a lamentarmi di aver perso la collana invece di venirmela a riprendere.
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Quando Freya apre nuovamente gli occhi, non ha idea di dove si trovi, né di quanto tempo sia passato. L'ultima cosa che ricorda, è di aver chiuso gli occhi, poggiata al petto di Xander, al galoppo su un cavallo che non era il suo. Si guarda intorno, lentamente, deglutendo a fatica. Ricorda chiaramente tutto ciò che è successo, ed è per questo che è confusa. Non riesce a credere di essere sopravvissuta, né di aver usato una quantità tale di seidr da portarla a perdere praticamente conoscenza. Non crede di aver mai sprigionato tali poteri addosso a nessuno, le sue dimostrazioni sono sempre stati piccoli fiori, piccoli giochi di luce e calore, piccole ferite guarite con altrettanto piccoli gesti. La disperazione che ha provato in quel momento, circondata da quel gruppo di criminali, è ancora pesante come un macigno sul suo petto.
Non è l'unica cosa a pesare su di lei, però. Quando si volta e nota Xavier abbracciato a lei, con un braccio poggiato al suo petto, non può che farsi sfuggire un sorriso. E’ felice che lui stia bene, davvero felice. E’ felice di aver utilizzato i suoi poteri per qualcosa di buono, per salvare qualcuno che in cambio ha salvato lei, mettendo a rischio anche la sua stessa vita. E tutto per cosa? Per una sconosciuta, una sconosciuta che lo ha spinto in un luogo pericoloso, soltanto per un capriccio. Infatti, al solo pensiero, alza una mano, scostando un ciuffo di capelli color ebano dal suo viso, scoprendo i suoi occhi chiusi e apparentemente rilassati.
Si avvicina a lui, premendo completamente il proprio corpo contro il suo, mentre nel frattempo controlla i dintorni. I suoi vestiti sono puliti, non più macchiati di sangue, e la stanza in cui sono è piacevole. Una luce calda, probabilmente luce dell'alba, entra da una finestra socchiusa accanto al letto, un letto morbide con coperte calde a ripararli entrambi dall'aria fresca che entra da quei pochi centimetri. Fuori sente il canto degli uccellini, accanto a lei sente il respiro regolare dell'uomo, e improvvisamente quella sensazione di pesantezza sul suo petto scompare completamente. E’ stata un'esperienza terrificante e terribile. Ha utilizzato il seidr per uccidere, ha visto sangue e morte, ha visto il suo cavallo venire decapitato proprio di fronte a lei, la lama che aveva mancato le sue mani di pochi centimetri, eppure adesso va tutto bene.
Adesso riesce a ricordarsi con chiarezza e lucidità il messaggio principale della sua cultura; nessun sacrificio è invano, nessuna guerra e nessun combattimento vengono affrontati senza un vero movente, senza una ragione, che alla fine coopera per rafforzare una persona nella maniera più profonda e intima possibile, non soltanto quella fisica. Non sa se si sente davvero più forte, ma sicuramente si sente in pace. Ha fatto la cosa giusta. Ha difeso chi meritava di essere difeso, ha pianto chi non è più assieme a lei, ha pagato i debiti che si creano nell'usare il seidr con tale leggerezza; tutto alla fine ha cooperato perché le cose prendessero la piega giusta.
Non può non pensare che tutto questo sia grazie a Xander, motivo per cui si sporge verso di lui, baciandogli lentamente la fronte, quasi con riverenza, come ringraziamento, come sua madre aveva fatto con lei un milione di volte.
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aval-var-blog · 7 years ago
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Ascolta le domande curiose di Xavier, inclinando la testa da un lato e sorridendo nuovamente al locandiere quando le porta il suo idromele, che sorseggia subito con aria quasi estasiata, mentre ascolta l'uomo seduto di fronte a lei. A differenza di Xavier, che evidentemente non sembra sapere molto della sua cultura, lei sa tutto ciò che succede fuori, avendo letto ed essendosi informata. Non le è mai piaciuta l'idea di vivere in un mondo essendo convinta che la sua cultura fosse l'unica esistente, quindi sa molto di ciò che succede fuori, sebbene faccia fatica a capirne le motivazioni. Non capisce come possano esistere certe differenze tanto abissali, tanto da farle girare la testa.
Prende un altro sorso, poggiando poi il calice sul tavolo e portandosi un ciuffo di capelli dietro l'orecchio, cominciando subito a spiegare non appena lui lo chiede. Capisce perché possa essere confuso, ed onestamente, le piace condividere le piccole gioie della sua cultura, come il fatto che i maghi non siano reclusi come criminali, quando in realtà il loro unico torto è stato nascere con un incredibile dono, paragonabile soltanto ai poteri degli dei stessi.
Il seidr è la nostra magia. E' diversa dalla vostra, è... Come allenare un muscolo, capisci? C'è chi ne ha di più e chi di meno, ma tendenzialmente puoi imparare, se qualcuno che lo conosce te lo insegna. Si tratta di entrare in contatto con gli spiriti e attingere energia da loro, ed è una pratica che solitamente viene insegnata soltanto ai migliori. E' una questione di prestigio, infatti. Non abbiamo circoli perché non c'è mai stata storia di una possessione, come le vostre, da quando la mia gente ha cominciato ad usare il seidr. Io lo studio da quando ero piccola.
Fa cenno al proprio corpo a quel punto, partendo dalla testa e fermandosi al busto, così da far capire chiaramente di cosa stia parlando; il suo aspetto sorprendentemente chiaro, perfino come una della sua razza. Aspetto che in realtà aveva dato una forma ben specifica a tutta la sua vita.
Le leggende dicono che Freya avesse i capelli più chiari mai esistiti. E' la dea del sesso, dell'amore, della fertilità, della guerra, della morte, e del seidr. Per questo me lo hanno insegnato. Da dove vengono credono che...
Sospira a quel punto, vagamente imbarazzata, sentendo le guance farsi calde. A casa sua quella consapevolezza è ormai diventata un'abitudine, una cosa che ritiene normale, ma non ha mai pensato a quanto ridicolo potesse sembrare, dire una cosa del genere ad alta voce. Teme che Xavier possa ridere di lei o prenderla in giro, specialmente perché crede in cose, in dei completamente diversi, e probabilmente tutto ciò che lei ha da dire, ai suoi occhi sono soltanto barzellette.
Che io sia una sorta di sua reincarnazione, ecco perché ho questa collana. E' la collana di Freya, la reliquia più importante che possediamo. Per quello dovevo assolutamente averla indietro.
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Quando Freya apre nuovamente gli occhi, non ha idea di dove si trovi, né di quanto tempo sia passato. L'ultima cosa che ricorda, è di aver chiuso gli occhi, poggiata al petto di Xander, al galoppo su un cavallo che non era il suo. Si guarda intorno, lentamente, deglutendo a fatica. Ricorda chiaramente tutto ciò che è successo, ed è per questo che è confusa. Non riesce a credere di essere sopravvissuta, né di aver usato una quantità tale di seidr da portarla a perdere praticamente conoscenza. Non crede di aver mai sprigionato tali poteri addosso a nessuno, le sue dimostrazioni sono sempre stati piccoli fiori, piccoli giochi di luce e calore, piccole ferite guarite con altrettanto piccoli gesti. La disperazione che ha provato in quel momento, circondata da quel gruppo di criminali, è ancora pesante come un macigno sul suo petto.
Non è l'unica cosa a pesare su di lei, però. Quando si volta e nota Xavier abbracciato a lei, con un braccio poggiato al suo petto, non può che farsi sfuggire un sorriso. E’ felice che lui stia bene, davvero felice. E’ felice di aver utilizzato i suoi poteri per qualcosa di buono, per salvare qualcuno che in cambio ha salvato lei, mettendo a rischio anche la sua stessa vita. E tutto per cosa? Per una sconosciuta, una sconosciuta che lo ha spinto in un luogo pericoloso, soltanto per un capriccio. Infatti, al solo pensiero, alza una mano, scostando un ciuffo di capelli color ebano dal suo viso, scoprendo i suoi occhi chiusi e apparentemente rilassati.
Si avvicina a lui, premendo completamente il proprio corpo contro il suo, mentre nel frattempo controlla i dintorni. I suoi vestiti sono puliti, non più macchiati di sangue, e la stanza in cui sono è piacevole. Una luce calda, probabilmente luce dell'alba, entra da una finestra socchiusa accanto al letto, un letto morbide con coperte calde a ripararli entrambi dall'aria fresca che entra da quei pochi centimetri. Fuori sente il canto degli uccellini, accanto a lei sente il respiro regolare dell'uomo, e improvvisamente quella sensazione di pesantezza sul suo petto scompare completamente. E’ stata un'esperienza terrificante e terribile. Ha utilizzato il seidr per uccidere, ha visto sangue e morte, ha visto il suo cavallo venire decapitato proprio di fronte a lei, la lama che aveva mancato le sue mani di pochi centimetri, eppure adesso va tutto bene.
Adesso riesce a ricordarsi con chiarezza e lucidità il messaggio principale della sua cultura; nessun sacrificio è invano, nessuna guerra e nessun combattimento vengono affrontati senza un vero movente, senza una ragione, che alla fine coopera per rafforzare una persona nella maniera più profonda e intima possibile, non soltanto quella fisica. Non sa se si sente davvero più forte, ma sicuramente si sente in pace. Ha fatto la cosa giusta. Ha difeso chi meritava di essere difeso, ha pianto chi non è più assieme a lei, ha pagato i debiti che si creano nell'usare il seidr con tale leggerezza; tutto alla fine ha cooperato perché le cose prendessero la piega giusta.
Non può non pensare che tutto questo sia grazie a Xander, motivo per cui si sporge verso di lui, baciandogli lentamente la fronte, quasi con riverenza, come ringraziamento, come sua madre aveva fatto con lei un milione di volte.
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aval-var-blog · 7 years ago
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Non appena Xavier da segno di voler effettivamente mangiare qualcosa, lei saltella fuori dalla stanza con aria contenta, estasiata perfino. Non solo ha fame per le abitudini che solitamente avrebbe, ma il seidr sembra averla completamente prosciugata, quindi in quel momento ha fame e sete, in maniera piuttosto distinta.
Si siede al tavolo che gli viene indicato, poggiandosi le mani in grembo e raddrizzando le spalle con un sorriso smagliante, che rivolge al padrone della locanda, il quale naturalmente risponde allo stesso modo, e successivamente non si fa alcun problema a proporle tutti i piatti migliori che hanno, a metà prezzo. Lei, non avendo problemi almeno con i soldi, non può che accettare con un battito di ciglia leggero come quello delle ali di una farfalla; d'altronde è così, che è riuscita ad arrivare a trovare Xavier senza finire per morire di fame e senza finire per dormire in mezzo alla strada. L'arte del fascino le è stata insegnata per anni, e sebbene in molti abbiano detto che è una dote naturale, lei è sicura che si tratti soltanto di  molto, molto allenamento.
Alle parole di Xavier, poi, si fa subito seria, distogliendo lo sguardo per qualche attimo e arricciando il naso con fare quasi imbarazzato. Non è un argomento che pensava di dover affrontare così presto, o meglio, non pensava di doverlo affrontare e basta. Tende a dimenticare quanto il mondo sia diverso, fuori dalle mura di casa sua. La magia è qualcosa di incontrollabile, che attira demoni e per cui si viene rinchiusi come animali, non un'arte che va imparata ed affinata con anni ed anni di allenamenti. Lì, la magia è qualcosa per cui è illegale camminare per strada, mentre dove vive lei, è essenzialmente il marchio per riconoscere una donna degna di essere sposata su due piedi, di una guerriera, o di una guaritrice, di una dea, in molti casi.
Ho usato il seidr... Magia, insomma.
Accenna un sorriso, ripensando quasi con orrore a ciò che ha fatto con la sua magia che ha sempre usato a fin di bene, per poi scuotere appena le spalle; cerca di ricordarsi della realtà, ovvero che l'ha fatto per una buona causa. L'ha fatto per salvare lui, che si è comportato a dir poco da eroe.
Non ero mai riuscita a fare cose del genere, però. Devo ammettere di essere stata fortunata. Se tutto questo fosse successo qualche anno fa, probabilmente sarei stata in grado soltanto di far sbocciare qualche fiorellino.
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Quando Freya apre nuovamente gli occhi, non ha idea di dove si trovi, né di quanto tempo sia passato. L'ultima cosa che ricorda, è di aver chiuso gli occhi, poggiata al petto di Xander, al galoppo su un cavallo che non era il suo. Si guarda intorno, lentamente, deglutendo a fatica. Ricorda chiaramente tutto ciò che è successo, ed è per questo che è confusa. Non riesce a credere di essere sopravvissuta, né di aver usato una quantità tale di seidr da portarla a perdere praticamente conoscenza. Non crede di aver mai sprigionato tali poteri addosso a nessuno, le sue dimostrazioni sono sempre stati piccoli fiori, piccoli giochi di luce e calore, piccole ferite guarite con altrettanto piccoli gesti. La disperazione che ha provato in quel momento, circondata da quel gruppo di criminali, è ancora pesante come un macigno sul suo petto.
Non è l'unica cosa a pesare su di lei, però. Quando si volta e nota Xavier abbracciato a lei, con un braccio poggiato al suo petto, non può che farsi sfuggire un sorriso. E’ felice che lui stia bene, davvero felice. E’ felice di aver utilizzato i suoi poteri per qualcosa di buono, per salvare qualcuno che in cambio ha salvato lei, mettendo a rischio anche la sua stessa vita. E tutto per cosa? Per una sconosciuta, una sconosciuta che lo ha spinto in un luogo pericoloso, soltanto per un capriccio. Infatti, al solo pensiero, alza una mano, scostando un ciuffo di capelli color ebano dal suo viso, scoprendo i suoi occhi chiusi e apparentemente rilassati.
Si avvicina a lui, premendo completamente il proprio corpo contro il suo, mentre nel frattempo controlla i dintorni. I suoi vestiti sono puliti, non più macchiati di sangue, e la stanza in cui sono è piacevole. Una luce calda, probabilmente luce dell'alba, entra da una finestra socchiusa accanto al letto, un letto morbide con coperte calde a ripararli entrambi dall'aria fresca che entra da quei pochi centimetri. Fuori sente il canto degli uccellini, accanto a lei sente il respiro regolare dell'uomo, e improvvisamente quella sensazione di pesantezza sul suo petto scompare completamente. E’ stata un'esperienza terrificante e terribile. Ha utilizzato il seidr per uccidere, ha visto sangue e morte, ha visto il suo cavallo venire decapitato proprio di fronte a lei, la lama che aveva mancato le sue mani di pochi centimetri, eppure adesso va tutto bene.
Adesso riesce a ricordarsi con chiarezza e lucidità il messaggio principale della sua cultura; nessun sacrificio è invano, nessuna guerra e nessun combattimento vengono affrontati senza un vero movente, senza una ragione, che alla fine coopera per rafforzare una persona nella maniera più profonda e intima possibile, non soltanto quella fisica. Non sa se si sente davvero più forte, ma sicuramente si sente in pace. Ha fatto la cosa giusta. Ha difeso chi meritava di essere difeso, ha pianto chi non è più assieme a lei, ha pagato i debiti che si creano nell'usare il seidr con tale leggerezza; tutto alla fine ha cooperato perché le cose prendessero la piega giusta.
Non può non pensare che tutto questo sia grazie a Xander, motivo per cui si sporge verso di lui, baciandogli lentamente la fronte, quasi con riverenza, come ringraziamento, come sua madre aveva fatto con lei un milione di volte.
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aval-var-blog · 7 years ago
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Di fronte all'imbarazzo evidente di lui, Freya realizza ciò che sta facendo, ed ovviamente l'imbarazzo si fa vivo anche per lei. Non sa cosa l'abbia spinta ad agire in quel modo, a parte ovviamente l'aspetto incredibile dell'uomo, che è molto più attraente di qualsiasi uomo a cui lei sia abituata. Lei è sempre stata circondata da uomini biondi, con occhi azzurri come diamanti, al massimo qualche raro caso di capelli rossi... Ma anche quelli, dopo lungo tempo, si erano fatti noiosi da guardare. Pelle chiara, occhi chiari, capelli chiari. Vede tutte quelle cose ogni volta che guarda in uno specchio, mentre Xavier... Lui è piacevolmente diverso, diverso da chiunque abbia mai visto, che non fosse semplicemente raffigurato in un libro. I capelli scuri, gli occhi verdi, la pelle altrettanto scura e baciata dal sole, è attraente, forse fin troppo.
Probabilmente è questo che l'ha spinta ad agire in quel modo, motivo per cui alla fine recupera in maniera innocente, stampando un bacio sulla sua guancia, staccandosi poi subito dopo con un sorriso tutto denti stampato sul viso, felice anche soltanto di quello. Non le dispiace di essere stata rifiutata, anche perché è piuttosto certa che finirà per farlo ancora, prima o poi. Non è ancora tutto perduto, anche se nemmeno lei è certa di ciò che vorrebbe da Xavier. Un bacio forse, come il principe di Antiva che sembra essere. Sarebbe una bella combinazione, messo accanto a lei, anche se resta soltanto una sua piccola fantasia, su cui non si sofferma poi più di tanto.
Possiamo mangiare qualcosa? Sto morendo di fame.
Borbotta subito dopo, poggiandosi una mano sulla pancia e storcendo lievemente il naso con fare scontento. Non le piace soffrire la fame, cosa che capita piuttosto spesso considerando quanto mangia e quanto le piace mangiare, cosa tipica della sua cultura. Anni di tavolate di dieci tipi di carne diversi, ogni tipo di frutta e verdura, formaggi, vini ed idromele, dolci e torte, liquori... Mai senza motivo, ovviamente, sempre per celebrazione. C'è da dire, che nella sua cultura qualsiasi cosa è sempre stata motivo di celebrazione, quindi non è mai andata avanti a lungo senza un banchetto, al massimo un paio di settimane. Ed invece, sono mesi che non mangia decentemente, è certa di aver perfino perso peso. Anche quella, cosa che non sarebbe certamente apprezzata, a casa sua, anzi. Probabilmente verrebbe rimproverata e le verrebbe ricordata l'importanza di un corpo florido e ben nutrito, per poter portare con sé fertilità e salute ovunque vada.
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Quando Freya apre nuovamente gli occhi, non ha idea di dove si trovi, né di quanto tempo sia passato. L'ultima cosa che ricorda, è di aver chiuso gli occhi, poggiata al petto di Xander, al galoppo su un cavallo che non era il suo. Si guarda intorno, lentamente, deglutendo a fatica. Ricorda chiaramente tutto ciò che è successo, ed è per questo che è confusa. Non riesce a credere di essere sopravvissuta, né di aver usato una quantità tale di seidr da portarla a perdere praticamente conoscenza. Non crede di aver mai sprigionato tali poteri addosso a nessuno, le sue dimostrazioni sono sempre stati piccoli fiori, piccoli giochi di luce e calore, piccole ferite guarite con altrettanto piccoli gesti. La disperazione che ha provato in quel momento, circondata da quel gruppo di criminali, è ancora pesante come un macigno sul suo petto.
Non è l'unica cosa a pesare su di lei, però. Quando si volta e nota Xavier abbracciato a lei, con un braccio poggiato al suo petto, non può che farsi sfuggire un sorriso. E’ felice che lui stia bene, davvero felice. E’ felice di aver utilizzato i suoi poteri per qualcosa di buono, per salvare qualcuno che in cambio ha salvato lei, mettendo a rischio anche la sua stessa vita. E tutto per cosa? Per una sconosciuta, una sconosciuta che lo ha spinto in un luogo pericoloso, soltanto per un capriccio. Infatti, al solo pensiero, alza una mano, scostando un ciuffo di capelli color ebano dal suo viso, scoprendo i suoi occhi chiusi e apparentemente rilassati.
Si avvicina a lui, premendo completamente il proprio corpo contro il suo, mentre nel frattempo controlla i dintorni. I suoi vestiti sono puliti, non più macchiati di sangue, e la stanza in cui sono è piacevole. Una luce calda, probabilmente luce dell'alba, entra da una finestra socchiusa accanto al letto, un letto morbide con coperte calde a ripararli entrambi dall'aria fresca che entra da quei pochi centimetri. Fuori sente il canto degli uccellini, accanto a lei sente il respiro regolare dell'uomo, e improvvisamente quella sensazione di pesantezza sul suo petto scompare completamente. E’ stata un'esperienza terrificante e terribile. Ha utilizzato il seidr per uccidere, ha visto sangue e morte, ha visto il suo cavallo venire decapitato proprio di fronte a lei, la lama che aveva mancato le sue mani di pochi centimetri, eppure adesso va tutto bene.
Adesso riesce a ricordarsi con chiarezza e lucidità il messaggio principale della sua cultura; nessun sacrificio è invano, nessuna guerra e nessun combattimento vengono affrontati senza un vero movente, senza una ragione, che alla fine coopera per rafforzare una persona nella maniera più profonda e intima possibile, non soltanto quella fisica. Non sa se si sente davvero più forte, ma sicuramente si sente in pace. Ha fatto la cosa giusta. Ha difeso chi meritava di essere difeso, ha pianto chi non è più assieme a lei, ha pagato i debiti che si creano nell'usare il seidr con tale leggerezza; tutto alla fine ha cooperato perché le cose prendessero la piega giusta.
Non può non pensare che tutto questo sia grazie a Xander, motivo per cui si sporge verso di lui, baciandogli lentamente la fronte, quasi con riverenza, come ringraziamento, come sua madre aveva fatto con lei un milione di volte.
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aval-var-blog · 7 years ago
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Fortunatamente, evitando ad entrambi l'imbarazzo di un risveglio simile, lei sta nuovamente dormendo quando Xavier si sveglia e si scosta in quel modo brusco. La temperatura del suo corpo durante le ore è scesa, la sua pelle non sembra più in fiamme, e gli unici dolori che sente sono quelli della caduta che ha fatto dal cavallo, quindi tutto sommato può dire di stare bene, quando socchiude gli occhi e decide finalmente di dare inizio alla giornata.
Non le mancano le cose da fare, in fondo. Deve ancora decidere cosa farà, deve trovare i suoi vestiti, deve trovare un cavallo... Ci sono molte cose da fare, ma nessuna ha la priorità quanto il cibo. Il suo stomaco brontola in maniera fastidiosa, abbastanza da spingerla a tirarsi su a sedere, giusto in tempo per vedere Xavier che cerca di sgattaiolare fuori, mezzo nudo e umido.
Istintivamente, si copre gli occhi con una mano, continuando però a sbirciare con un sorriso furbetto sulle labbra, dallo spazio fra due dita. In fondo è una bella visione. Il corpo scolpito dell'uomo è un piacere per gli occhi, così come il colore della sua pelle, che le fa sentire caldo solo a vederlo. Sa benissimo di essere arrossita ovviamente, ma fa finta di niente, limitandosi ad aspettare che l'uomo si sia reso un po' più presentabile, per poi abbassare la mano e portare le gambe oltre il bordo del letto, improvvisamente colta in contropiede da una preoccupazione quasi irrazionale.
Si alza, raggiungendolo e poggiando una mano sul suo braccio con aria preoccupata, gli occhi sorprendentemente tristi.
Non volevi andartene di nascosto, vero?
Domanda, restando vicina a lui, come se temesse di vederlo scappare. In fondo non sarebbe poi tanto strano, non dopo tutti i guai che gli ha causato. Anche lei vorrebbe scappare da sé stessa, se solo potesse, però l'idea la ferisce comunque. Non le piace che le persone provino sentimenti negativi nei suoi confronti, e Xavier... Beh, le piace, è una brava persona ed è gentile, con un passato interessante, quindi le dispiacerebbe particolarmente se volesse allontanarsi da lei in maniera così brusca, così fredda. Probabilmente le si spezzerebbe il cuore e tornerebbe a casa a piangere nella sua stanza, cosa che non è esattamente in cima alle sue priorità.
Per sua fortuna, Xavier si affretta a farle capire che non stava provando a scappare. Lo interrompe, quando apre la bocca per spiegarle cosa volesse fare, alzandosi sulle punte per abbracciarlo, buttandogli le braccia al collo. Non può negare a sé stessa che lui sia... Attraente, e che lei faccia fatica, a tenersi a distanza. Spera solo di non essere particolarmente molesta, anche se quando si stacca quei pochi millimetri necessari per guardarlo negli occhi, realizza piuttosto in fretta di essere alla perfetta distanza per un bacio.
In fondo non ti ho ancora ringraziato per tutto quello che hai fatto.
Mormora, facendo scendere gli occhi sulle sue labbra e alzandoli poi sugli occhi verdi di lui subito dopo, battendo le palpebre un paio di volte e restando immobile. Il coraggio c'è, ma non abbastanza da rubare un bacio ad una persona, soltanto quanto basta da farlo capire, chiaramente per altro. Sospira appena con fare estasiato quando sente il respiro di lui sulle proprie labbra, avvicinandosi di qualche altro centimetro per inseguire quel calore, ma senza fare altro.
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Quando Freya apre nuovamente gli occhi, non ha idea di dove si trovi, né di quanto tempo sia passato. L'ultima cosa che ricorda, è di aver chiuso gli occhi, poggiata al petto di Xander, al galoppo su un cavallo che non era il suo. Si guarda intorno, lentamente, deglutendo a fatica. Ricorda chiaramente tutto ciò che è successo, ed è per questo che è confusa. Non riesce a credere di essere sopravvissuta, né di aver usato una quantità tale di seidr da portarla a perdere praticamente conoscenza. Non crede di aver mai sprigionato tali poteri addosso a nessuno, le sue dimostrazioni sono sempre stati piccoli fiori, piccoli giochi di luce e calore, piccole ferite guarite con altrettanto piccoli gesti. La disperazione che ha provato in quel momento, circondata da quel gruppo di criminali, è ancora pesante come un macigno sul suo petto.
Non è l'unica cosa a pesare su di lei, però. Quando si volta e nota Xavier abbracciato a lei, con un braccio poggiato al suo petto, non può che farsi sfuggire un sorriso. E’ felice che lui stia bene, davvero felice. E’ felice di aver utilizzato i suoi poteri per qualcosa di buono, per salvare qualcuno che in cambio ha salvato lei, mettendo a rischio anche la sua stessa vita. E tutto per cosa? Per una sconosciuta, una sconosciuta che lo ha spinto in un luogo pericoloso, soltanto per un capriccio. Infatti, al solo pensiero, alza una mano, scostando un ciuffo di capelli color ebano dal suo viso, scoprendo i suoi occhi chiusi e apparentemente rilassati.
Si avvicina a lui, premendo completamente il proprio corpo contro il suo, mentre nel frattempo controlla i dintorni. I suoi vestiti sono puliti, non più macchiati di sangue, e la stanza in cui sono è piacevole. Una luce calda, probabilmente luce dell'alba, entra da una finestra socchiusa accanto al letto, un letto morbide con coperte calde a ripararli entrambi dall'aria fresca che entra da quei pochi centimetri. Fuori sente il canto degli uccellini, accanto a lei sente il respiro regolare dell'uomo, e improvvisamente quella sensazione di pesantezza sul suo petto scompare completamente. E’ stata un'esperienza terrificante e terribile. Ha utilizzato il seidr per uccidere, ha visto sangue e morte, ha visto il suo cavallo venire decapitato proprio di fronte a lei, la lama che aveva mancato le sue mani di pochi centimetri, eppure adesso va tutto bene.
Adesso riesce a ricordarsi con chiarezza e lucidità il messaggio principale della sua cultura; nessun sacrificio è invano, nessuna guerra e nessun combattimento vengono affrontati senza un vero movente, senza una ragione, che alla fine coopera per rafforzare una persona nella maniera più profonda e intima possibile, non soltanto quella fisica. Non sa se si sente davvero più forte, ma sicuramente si sente in pace. Ha fatto la cosa giusta. Ha difeso chi meritava di essere difeso, ha pianto chi non è più assieme a lei, ha pagato i debiti che si creano nell'usare il seidr con tale leggerezza; tutto alla fine ha cooperato perché le cose prendessero la piega giusta.
Non può non pensare che tutto questo sia grazie a Xander, motivo per cui si sporge verso di lui, baciandogli lentamente la fronte, quasi con riverenza, come ringraziamento, come sua madre aveva fatto con lei un milione di volte.
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aval-var-blog · 7 years ago
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Non si aspettava che lui reagisse in qualche modo, immerso nel sonno com'è, quindi arrossisce subito nel sentire la sua voce... Anche se l'imbarazzo si trasforma in sollievo, non appena realizza che l'uomo è ancora praticamente addormentato, che è soltanto una lieve punta di lucidità a portarlo a parlare. Accenna un sorriso quando si stringe in quel modo contro di lei, spostandosi appena così da poter portare entrambe le braccia attorno al suo collo e stringerlo in modo che poggi la testa al suo petto; gli carezza i capelli, sperando che la cosa possa aiutarlo a dormire ancora.
Scusa.
Sussurra, lasciandolo poi dormire ancora. In fondo se lo merita. Si merita di riposare, dopo ciò che ha fatto, dopo tutti i guai che ha passato soltanto per aiutarla, per farsi perdonare un torto... In realtà crede che abbia ampiamente ripagato il suo debito, forse in maniera eccessiva. Vorrebbe poter dire lo stesso, vorrebbe non doversi sentire in colpa per ciò che è successo, ma sa che è sano, sentirsi così. E' sano perché può soltanto imparare da quell'esperienza, imparare così da non ripetere mai più gli stessi errori. Ad esempio, abbassare la guardia mentre è a cavallo. Una stupidaggine simile le è costata la vita del suo adorato cavallo, quello stesso cavallo che lei stessa aveva scelto quando era ancora poco più di un cucciolo allampanato e confuso. Fa male, pensarci, ma è colpa sua, ed è una cosa che non può rifiutare.
Chiude gli occhi ancora un po', finendo per addormentarsi di nuovo, sebbene sia un sonno leggero. Ad ogni piccolo rumore si sveglia e socchiude gli occhi, per poi tornare a dormire, lasciando che il suo corpo si riprenda dall'enorme sforzo a cui l'ha sottoposto, quello sforzo che ancora adesso le fa bruciare le guance e gli occhi, che le fa formicolare le punte delle dita e che le provoca un sordo dolore in tutte le ossa; è certa di avere la temperatura più alta del normale, cosa che le rende il dormire molto più facile. Ed ovviamente, il corpo di Xavier rende tutto ancora più facile, perché non si sente sola, non ha paura, non ha bisogno di fare niente se non rilassarsi.
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Quando Freya apre nuovamente gli occhi, non ha idea di dove si trovi, né di quanto tempo sia passato. L'ultima cosa che ricorda, è di aver chiuso gli occhi, poggiata al petto di Xander, al galoppo su un cavallo che non era il suo. Si guarda intorno, lentamente, deglutendo a fatica. Ricorda chiaramente tutto ciò che è successo, ed è per questo che è confusa. Non riesce a credere di essere sopravvissuta, né di aver usato una quantità tale di seidr da portarla a perdere praticamente conoscenza. Non crede di aver mai sprigionato tali poteri addosso a nessuno, le sue dimostrazioni sono sempre stati piccoli fiori, piccoli giochi di luce e calore, piccole ferite guarite con altrettanto piccoli gesti. La disperazione che ha provato in quel momento, circondata da quel gruppo di criminali, è ancora pesante come un macigno sul suo petto.
Non è l'unica cosa a pesare su di lei, però. Quando si volta e nota Xavier abbracciato a lei, con un braccio poggiato al suo petto, non può che farsi sfuggire un sorriso. E’ felice che lui stia bene, davvero felice. E’ felice di aver utilizzato i suoi poteri per qualcosa di buono, per salvare qualcuno che in cambio ha salvato lei, mettendo a rischio anche la sua stessa vita. E tutto per cosa? Per una sconosciuta, una sconosciuta che lo ha spinto in un luogo pericoloso, soltanto per un capriccio. Infatti, al solo pensiero, alza una mano, scostando un ciuffo di capelli color ebano dal suo viso, scoprendo i suoi occhi chiusi e apparentemente rilassati.
Si avvicina a lui, premendo completamente il proprio corpo contro il suo, mentre nel frattempo controlla i dintorni. I suoi vestiti sono puliti, non più macchiati di sangue, e la stanza in cui sono è piacevole. Una luce calda, probabilmente luce dell'alba, entra da una finestra socchiusa accanto al letto, un letto morbide con coperte calde a ripararli entrambi dall'aria fresca che entra da quei pochi centimetri. Fuori sente il canto degli uccellini, accanto a lei sente il respiro regolare dell'uomo, e improvvisamente quella sensazione di pesantezza sul suo petto scompare completamente. E’ stata un'esperienza terrificante e terribile. Ha utilizzato il seidr per uccidere, ha visto sangue e morte, ha visto il suo cavallo venire decapitato proprio di fronte a lei, la lama che aveva mancato le sue mani di pochi centimetri, eppure adesso va tutto bene.
Adesso riesce a ricordarsi con chiarezza e lucidità il messaggio principale della sua cultura; nessun sacrificio è invano, nessuna guerra e nessun combattimento vengono affrontati senza un vero movente, senza una ragione, che alla fine coopera per rafforzare una persona nella maniera più profonda e intima possibile, non soltanto quella fisica. Non sa se si sente davvero più forte, ma sicuramente si sente in pace. Ha fatto la cosa giusta. Ha difeso chi meritava di essere difeso, ha pianto chi non è più assieme a lei, ha pagato i debiti che si creano nell'usare il seidr con tale leggerezza; tutto alla fine ha cooperato perché le cose prendessero la piega giusta.
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aval-var-blog · 7 years ago
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Non è l'unica cosa a pesare su di lei, però. Quando si volta e nota Xavier abbracciato a lei, con un braccio poggiato al suo petto, non può che farsi sfuggire un sorriso. E' felice che lui stia bene, davvero felice. E' felice di aver utilizzato i suoi poteri per qualcosa di buono, per salvare qualcuno che in cambio ha salvato lei, mettendo a rischio anche la sua stessa vita. E tutto per cosa? Per una sconosciuta, una sconosciuta che lo ha spinto in un luogo pericoloso, soltanto per un capriccio. Infatti, al solo pensiero, alza una mano, scostando un ciuffo di capelli color ebano dal suo viso, scoprendo i suoi occhi chiusi e apparentemente rilassati.
Si avvicina a lui, premendo completamente il proprio corpo contro il suo, mentre nel frattempo controlla i dintorni. I suoi vestiti sono puliti, non più macchiati di sangue, e la stanza in cui sono è piacevole. Una luce calda, probabilmente luce dell'alba, entra da una finestra socchiusa accanto al letto, un letto morbide con coperte calde a ripararli entrambi dall'aria fresca che entra da quei pochi centimetri. Fuori sente il canto degli uccellini, accanto a lei sente il respiro regolare dell'uomo, e improvvisamente quella sensazione di pesantezza sul suo petto scompare completamente. E' stata un'esperienza terrificante e terribile. Ha utilizzato il seidr per uccidere, ha visto sangue e morte, ha visto il suo cavallo venire decapitato proprio di fronte a lei, la lama che aveva mancato le sue mani di pochi centimetri, eppure adesso va tutto bene.
Adesso riesce a ricordarsi con chiarezza e lucidità il messaggio principale della sua cultura; nessun sacrificio è invano, nessuna guerra e nessun combattimento vengono affrontati senza un vero movente, senza una ragione, che alla fine coopera per rafforzare una persona nella maniera più profonda e intima possibile, non soltanto quella fisica. Non sa se si sente davvero più forte, ma sicuramente si sente in pace. Ha fatto la cosa giusta. Ha difeso chi meritava di essere difeso, ha pianto chi non è più assieme a lei, ha pagato i debiti che si creano nell'usare il seidr con tale leggerezza; tutto alla fine ha cooperato perché le cose prendessero la piega giusta.
Non può non pensare che tutto questo sia grazie a Xander, motivo per cui si sporge verso di lui, baciandogli lentamente la fronte, quasi con riverenza, come ringraziamento, come sua madre aveva fatto con lei un milione di volte.
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aval-var-blog · 7 years ago
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Sorprendentemente, il contatto fisico la aiuta a sentirsi un minimo meglio. Non fa passare tutto, purtroppo, non è come una spugna, ma è sufficiente e riesce a farla calmare quanto basta da alzarsi quando lui la incita a farlo, da realizzare che tutto ciò che è successo agli uomini, se lo sono meritato. Se fossero stati persone oneste, se non avessero minacciato due persone innocenti senza motivo, lei non li avrebbe uccisi, a quest'ora sarebbero a casa loro, o a lavorare, o a fare letteralmente qualsiasi altra cosa. Non è colpa sua, e continua a ripeterselo mentre lascia che Xavier la porti alla stalla. Utilizzare il seidr in quel modo la lascia sempre stremata, ma sa benissimo di non potersi arrendere ora, non può rendere le cose ancora più difficili. Per questo, senza fare storie, salta in groppa al cavallo e parte al galoppo, quanto più velocemente il suo cavallo le conceda.
Si accorge dell'uomo quando ormai la testa del cavallo è già saltata per aria, e dire che sia terrorizzata, disgustata e furiosa, è un eufemismo. Riesce a malapena a rallentare la caduta con le braccia, rotolando per qualche metro per poi voltarsi verso l'uomo, ancora a terra, già pronta a vendicarsi. Questo è un lato del seidr che non le piace. La vendetta è come nettare, lo alimenta e lo accresce fin quando non diventa troppo da controllare... E lei ci teneva davvero a quel cavallo, odia la violenza, odia la violenza sugli animali. La rabbia porta la gemma a illuminarsi immediatamente, ma si spegne subito quando il coltello colpisce l'uomo prima che possa farlo lei.
Volta la testa di scatto quando sente rumore di zoccoli, allungando il braccio d'istinto nel vedere Xavier porgerle la mano, facendosi aiutare e salendo sul suo cavallo, dietro di lui, continuando a guardare alle loro spalle per assicurarsi che nessuno li segua, già pronta ad utilizzare il seidr se necessario, anche se la sfiancherebbe ancora di più; quello non è importante.
Quando però realizza che nessuno li sta seguendo e che sono lontani a sufficienza, sente anche una terribile stanchezza mista a un'altrettanto terribile nausea che la avvolge come una coperta. E' coperta di sangue, il sangue del suo stesso cavallo le macchia gli abiti, le formicolano le mani e le gambe, è stanca e terrorizzata. Senza dar voce a quei pensieri, si limita a poggiare la fronte alla schiena di Xavier, chiudendo gli occhi e rivedendo tutto ciò che è successo, secondo per secondo. Sa già che finirà per sognarsi quegli eventi per mesi.
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Sono passati svariati mesi da quando è scappata per andare a caccia del ladro che si è preso la sua collana. Non è nemmeno più sicura che lo riconoscerà, ma di certo non ha intenzione di arrendersi ora, non con tutta la fatica che ha fatto per arrivare fino a quel punto. Ha dovuto vendere i suoi vestiti e scambiarli con abiti molto più normali, scuri, un colore che lei non porta mai… Ma di cui aveva bisogno per passare inosservata. Non aver voluto rischiare di attirare troppo l'attenzione si è rivelata una buona scelta, perché non è mai stata disturbata da nessuno, a dispetto di tutte le rapine e gli attacchi da parte di ladri e briganti di cui si sente parlare. Da quando ha cominciato a girare con un cappuccio a coprirle i capelli, è stato tutto ancora più semplice, per quanto odi quegli abiti color del fango, ruvidi e che le fanno pizzicare la pelle.
Ha tenuto soltanto le proprie armi, ed il cavallo, uno dei più veloci che la sua famiglia abbia mai avuto, tanto che è stato perfino rinominato “Il figlio di Sleipnir”. E’ molto veloce in effetti, l'ha portata con estrema velocità da una meta all'altra, mete che sono state difficili da scovare, ma non impossibili. A quanto pare questo Xavier è bravo a nascondere la propria identità, ma non perfetto, e tutti i mercanti e mercenari che ha incontrato sono stati più che felici di cedere tutte le informazioni che avevano; certo, per portarli quel punto di solito ha dovuto liberarsi del cappuccio e battere le palpebre con fare civettuolo più di una volta, ma l'importante è che abbia funzionato.
E’ grazie a quella sua piccola dote che quel giorno si trova vicino a Denerim, a caccia del suo ladro che dovrebbe essere rintanato nella taverna, o almeno questo è ciò che le è stato detto da una passante che non aveva potuto fare a meno di notare l'attraente ragazzo che è improvvisamente spuntato in una zona solitamente piuttosto ferma e noiosa, in cui succedono sempre le stesse cose, in cui ci sono sempre le stesse persone. Vorrebbe, entrare di corsa nella taverna e cercarlo, puntargli il proprio pugnale alla gola (una minaccia vuota, certo, ma lui non può saperlo), e riprendersi la sua collana, ma non lo fa. Deve essere paziente, deve aspettare che sia lui ad uscire e a finire dritto in braccio a lei.
Purtroppo, perché questo accada ci vogliono ore ed è ormai notte fonda ma non importa, perché lei è comunque pronta non appena lo vede uscire dalla taverna. Lo afferra per il braccio, trascinandolo dietro alla taverna velocemente e premendolo contro il muro, premendo la lama del pugnale contro la sua gola, sebbene la sua presa non sia salda e le tremi la mano, così come la voce, quando alla fine si decide a parlare.
Rendimi la mia collana. Rendimela, è mia. 
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aval-var-blog · 7 years ago
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Istintivamente, quando lui la spinge dietro di sé per nasconderla, lei si dimena, non volendo che lui venga messo in faccia al pericolo. L'idea di essere ferita o peggio, è terribile, ma non terribile quanto l'idea di vedere un'altra persona venire ferita al posto suo; non pensa che potrebbe vivere con sé stessa e con i sensi di colpa, non pensa che riuscirebbe a cancellarsi una tale immagine dalla mente.
Anche per questo, non appena lui le ordina di scappare, lei scuote la testa con fare quasi frenetico, aggrappandosi alla sua giacca e stringendolo con tutta la forza che ha, impedendogli di muoversi anche di un solo passo. Il fatto che possa anche solo pensare che lei se ne andrebbe e lo lascerebbe in balia di un gruppo di uomini armati, è ridicolo. Non è lei, questa, non è nemmeno parte della sua cultura, in caso potesse pensare di essere una codarda. La sua cultura è un tutt'uno con la guerra e la morte, la battaglia, la vittoria. Scappare non è contemplato, scappare è per i codardi, non importa il sesso o lo stato sociale. Abbandonare una battaglia, lasciare che qualcuno si prenda le conseguenze di un tale gesto, è forse il più grande disonore che potrebbe portare alla sua famiglia, alla sua religione, a sé stessa.
Lo guarda, quello che del suo viso contratto può vedere oltre la sua spalla, con il respiro affannoso. Lui è stato gentile con lei, ha dimostrato di avere buon cuore, nonostante sia un ladro. Ed ora, lo ha dimostrato ancora di più, perché sta cercando di proteggerla, sta provando davvero ad essere d'aiuto, perfino nascondendo la sua preoccupazione, nascondendo lei. Il fatto che degli uomini possano attaccare con tale ferocia due persone innocenti, il pensiero che un buon uomo possa perire alle mani di simili bestie, simili criminali, è abbastanza da distrarla completamente dalle minacce e dagli insulti che volano più veloci e taglienti di un centinaio di frecce.
Si stacca da Xavier, prendendo un respiro profondo, ed una decisione altrettanto profonda e radicata. Odia fare una cosa del genere, odia anche la sola idea, ma è la cosa giusta da fare e lo sa. Non può rischiare scegliendo una qualsiasi altra opzione; sente qualche sguardo addosso quando si abbassa il cappuccio, liberandosi poi del tutto del mantello che lascia cadere a terra. Conosce bene la sensazione ormai, specialmente dopo che le è stato insegnato, ed ogni volta è come avere la febbre alta, spiacevole e assuefacente allo stesso tempo. Avere il mantello a coprirla sarebbe soltanto un impiccio, per questo se ne libera, preferendo come al solito le sue vesti leggere.
Afferrando il bicipite di Xavier, lo tira indietro, facendo allo stesso tempo un passo avanti così da trovarsi nel bel mezzo di quella sorta di cerchio formato da uomini, che più che uomini sono lupi. Peggio dei lupi, iene.
Non sa chi si accorga o meno, della gemma al centro della sua collana che si illumina di una luce bianca e forte, perché nel momento stesso in cui quella luce comincia a bruciare, lo stesso fa anche la sua pelle, e tutto ciò che sente è un fischio acuto nelle orecchie. Ogni volta che utilizza il seidr, è come farsi consumare da una brutta malattia, e successivamente rinascere. In questo caso però è giustificata, perché non ha altra scelta. Se la giustizia è la cosa che deve tenere in cima ai propri valori, deve praticarla, non soltanto crederla. E suppone che praticarla significhi anche fare cose spiacevoli, cose che non vuole, anche solo per mantenere fede alla propria parola.
Lascia che il seidr si accumuli e carichi, in quelle che sembrano ore ma che in realtà sono soltanto pochi secondi; poi, si inginocchia a terra, quel terreno umido su cui poggia una mano, scaricando la propria energia in esso, come una scarica elettrica che passa attraverso lei, utilizzandola come tramite. Chiude gli occhi, non volendo vedere, lasciando che sia il suo istinto a portare radici da uscire dalla terra, avvolgendosi attorno ai corpi dei criminali veloci come serpenti e stringendo, stringendo, fin quanto perfino lei riesce a sentire il rumore delle ossa che si spezzano, il sangue che schizza. Cerca di tenere a bada la nausea ma non può non farsi sfuggire un lamento nel sentire la presenza del seidr nelle sue vene, che vibra soddisfatto, come se si nutrisse di sangue, di vittoria.
E' tutto finito in un attimo, le urla, le minacce e le offese, tutto quello che rimane è un silenzio quasi inquietante, un silenzio accompagnato solo dal frastornante ricordo di quel rumore disgustoso, di quel suono uscito dritto dai suoi incubi. Stacca la mano dal terreno, cadendo seduta all'indietro e provando subito a strisciare via, lamentandosi terrorizzata e disgustata alla vista dei corpi martoriati, che le strappano miscugli strozzati fra grida e singhiozzi.
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Sono passati svariati mesi da quando è scappata per andare a caccia del ladro che si è preso la sua collana. Non è nemmeno più sicura che lo riconoscerà, ma di certo non ha intenzione di arrendersi ora, non con tutta la fatica che ha fatto per arrivare fino a quel punto. Ha dovuto vendere i suoi vestiti e scambiarli con abiti molto più normali, scuri, un colore che lei non porta mai… Ma di cui aveva bisogno per passare inosservata. Non aver voluto rischiare di attirare troppo l'attenzione si è rivelata una buona scelta, perché non è mai stata disturbata da nessuno, a dispetto di tutte le rapine e gli attacchi da parte di ladri e briganti di cui si sente parlare. Da quando ha cominciato a girare con un cappuccio a coprirle i capelli, è stato tutto ancora più semplice, per quanto odi quegli abiti color del fango, ruvidi e che le fanno pizzicare la pelle.
Ha tenuto soltanto le proprie armi, ed il cavallo, uno dei più veloci che la sua famiglia abbia mai avuto, tanto che è stato perfino rinominato “Il figlio di Sleipnir”. E’ molto veloce in effetti, l'ha portata con estrema velocità da una meta all'altra, mete che sono state difficili da scovare, ma non impossibili. A quanto pare questo Xavier è bravo a nascondere la propria identità, ma non perfetto, e tutti i mercanti e mercenari che ha incontrato sono stati più che felici di cedere tutte le informazioni che avevano; certo, per portarli quel punto di solito ha dovuto liberarsi del cappuccio e battere le palpebre con fare civettuolo più di una volta, ma l'importante è che abbia funzionato.
E’ grazie a quella sua piccola dote che quel giorno si trova vicino a Denerim, a caccia del suo ladro che dovrebbe essere rintanato nella taverna, o almeno questo è ciò che le è stato detto da una passante che non aveva potuto fare a meno di notare l'attraente ragazzo che è improvvisamente spuntato in una zona solitamente piuttosto ferma e noiosa, in cui succedono sempre le stesse cose, in cui ci sono sempre le stesse persone. Vorrebbe, entrare di corsa nella taverna e cercarlo, puntargli il proprio pugnale alla gola (una minaccia vuota, certo, ma lui non può saperlo), e riprendersi la sua collana, ma non lo fa. Deve essere paziente, deve aspettare che sia lui ad uscire e a finire dritto in braccio a lei.
Purtroppo, perché questo accada ci vogliono ore ed è ormai notte fonda ma non importa, perché lei è comunque pronta non appena lo vede uscire dalla taverna. Lo afferra per il braccio, trascinandolo dietro alla taverna velocemente e premendolo contro il muro, premendo la lama del pugnale contro la sua gola, sebbene la sua presa non sia salda e le tremi la mano, così come la voce, quando alla fine si decide a parlare.
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aval-var-blog · 7 years ago
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Annuisce alle parole dell'uomo, rimettendo tutte le sue cose al loro posto e indossando i suoi stivali, pronta ad andare. Nonostante il vestito bianco, indossa comunque un mantello scuro, alzandosi il cappuccio sulla testa. Attirare l'attenzione più del necessario è stupido e lei per prima lo sa, sebbene possa essere viziata o non particolarmente furba. Non metterebbe a rischio la propria vita o quella di Xavier, specialmente perché Xavier l'ha aiutata, ed ora ha ripagato il suo debito, quindi sono pari. Non c'è più motivo di portargli rancore o volerlo vedere ferito.
E' anche per questo, che non appena lui viene incastrato mentre escono, lei boccheggia per un attimo, spaventata da quell'improvvisa dimostrazione di violenza e aggressività. Sul momento pensa che possa essere qualcuno che Xavier conosce, ma quando l'uomo parla capisce che non è così.
Sarebbe un sollievo, se solo Xavier non sembrasse tanto pronto a reagire e far scatenare la rissa, con tanto di spinte aggressive e risposte taglienti, che secondo lei non faranno altro se non peggiorare la situazione.. Ma chi è lei per parlare? Lei non conosce il mondo esterno, queste dimostrazioni di aggressività le sono estranee. Certo, lei è stata cresciuta sotto l'ordine di comprendere a fondo la guerra e la morte, ma guerra e morte hanno un significato. La guerra, per quanto dolorosa, ha un fine. La morte è la fine, ma soltanto di una parte dell'esistenza. Questa violenza, questa rabbia insensata nei confronti di persone che non hanno fatto niente, è una cosa che lei non capirà mai.
Quando i due cominciano a picchiarsi, lei esce da quello stato di totale congelamento in cui era caduta, alzando la voce ed avvicinandosi, afferrando Xavier per il braccio e tirandolo via con tutta la sua forza, spingendolo dietro di sé e portando successivamente una mano avanti al proprio corpo, per fermare il bestione che nel frattempo avanza verso di loro.
Non... Non c'è bisogno di comportarsi così. Non deve finire male.
Mormora a bassa voce con un tremolio sia nella voce che nelle mani, tenendo comunque una presa salda sulla maglia di Xavier. Guardandosi intorno, non ci mette molto a notare altri uomini che si sono uniti a quello che ha dato il via a quella faida. A quanto pare era una cosa organizzata, il più grosso era andato avanti per fare il lavoro difficile e agli altri, come avvoltoi, sarebbe rimasto solo il compito di pulire gli scarti di tutto ciò che possa esserci di valore. Questo, ovviamente, la fa infuriare.
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Sono passati svariati mesi da quando è scappata per andare a caccia del ladro che si è preso la sua collana. Non è nemmeno più sicura che lo riconoscerà, ma di certo non ha intenzione di arrendersi ora, non con tutta la fatica che ha fatto per arrivare fino a quel punto. Ha dovuto vendere i suoi vestiti e scambiarli con abiti molto più normali, scuri, un colore che lei non porta mai… Ma di cui aveva bisogno per passare inosservata. Non aver voluto rischiare di attirare troppo l'attenzione si è rivelata una buona scelta, perché non è mai stata disturbata da nessuno, a dispetto di tutte le rapine e gli attacchi da parte di ladri e briganti di cui si sente parlare. Da quando ha cominciato a girare con un cappuccio a coprirle i capelli, è stato tutto ancora più semplice, per quanto odi quegli abiti color del fango, ruvidi e che le fanno pizzicare la pelle.
Ha tenuto soltanto le proprie armi, ed il cavallo, uno dei più veloci che la sua famiglia abbia mai avuto, tanto che è stato perfino rinominato “Il figlio di Sleipnir”. E’ molto veloce in effetti, l'ha portata con estrema velocità da una meta all'altra, mete che sono state difficili da scovare, ma non impossibili. A quanto pare questo Xavier è bravo a nascondere la propria identità, ma non perfetto, e tutti i mercanti e mercenari che ha incontrato sono stati più che felici di cedere tutte le informazioni che avevano; certo, per portarli quel punto di solito ha dovuto liberarsi del cappuccio e battere le palpebre con fare civettuolo più di una volta, ma l'importante è che abbia funzionato.
E’ grazie a quella sua piccola dote che quel giorno si trova vicino a Denerim, a caccia del suo ladro che dovrebbe essere rintanato nella taverna, o almeno questo è ciò che le è stato detto da una passante che non aveva potuto fare a meno di notare l'attraente ragazzo che è improvvisamente spuntato in una zona solitamente piuttosto ferma e noiosa, in cui succedono sempre le stesse cose, in cui ci sono sempre le stesse persone. Vorrebbe, entrare di corsa nella taverna e cercarlo, puntargli il proprio pugnale alla gola (una minaccia vuota, certo, ma lui non può saperlo), e riprendersi la sua collana, ma non lo fa. Deve essere paziente, deve aspettare che sia lui ad uscire e a finire dritto in braccio a lei.
Purtroppo, perché questo accada ci vogliono ore ed è ormai notte fonda ma non importa, perché lei è comunque pronta non appena lo vede uscire dalla taverna. Lo afferra per il braccio, trascinandolo dietro alla taverna velocemente e premendolo contro il muro, premendo la lama del pugnale contro la sua gola, sebbene la sua presa non sia salda e le tremi la mano, così come la voce, quando alla fine si decide a parlare.
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aval-var-blog · 7 years ago
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Per sua fortuna, il suo sonno non è soltanto profondo, ma anche privo di incubi. Sono mesi che non riesce a dormire tranquillamente, e non capisce come facciano certe persone ad essere sempre in viaggio, a dormire in qualsiasi buco o locanda capiti, il tutto restando vivi. Non le piace definirsi viziata, di solito cerca di evitare quella parola, ma ogni volta che sperimenta il mondo esterno, non può non realizzare quanto diverso sia dal mondo in cui ha vissuto fino a quel momento. Una piccola comunità a sé, separata da tutto il resto del mondo, in cui non c'è mai stato bisogno anche solo di pensare che lei potesse rischiare di dover fare cose del genere. Non ha ricevuto lettere dai suoi, visto che non sapevano dove lei si trovasse, ma è certa che l'arrivo della lettera che lei ha inviato a loro abbia mandato tutti nel panico, specialmente sua madre.
Si sveglia subito, comunque, quando si sente scuotere per la spalla. Apre immediatamente gli occhi, tirandosi su a sedere e passandosi il dorso della mano sugli occhi, per poi portare la sua attenzione su di lui, sorridendogli come probabilmente non ha mai sorriso a nessuno, nonostante non abbia ancora visto la collana. Non ci vuole molto a capire che sia semplicemente felice di vederlo vivo ed intero, senza alcuna ferita. E' felice che stia bene e che non si sia fatto niente, e le viene in mente soltanto dopo di guardarlo con aria quasi nervosa, in attesa della collana.
Non appena lui la tira fuori, lei si fa sfuggire un urletto di gioia, saltando in piedi sul letto e successivamente addosso a lui, buttandogli le braccia al collo e stampandogli, senza nemmeno pensarci, un bacio all'angolo della bocca. Non ci pensa troppo, prendendo la collana dalle sue mani e rimettendosela al collo, trattenendo appena un singhiozzo dovuto semplicemente dalla gioia. Il peso della collana al suo collo è familiare, ed è come se fosse nuovamente a contatto con una parte del suo corpo che aveva perso da tempo.
La tocca con le punte delle dita, carezzandola con riverenza; non riesce a credere di essere davvero riuscita a riaverla, in un modo o nell'altro. Certo, ha ricevuto dell'aiuto, ma è comunque felice, il fatto che non abbia fatto tutto da sola non le impedisce di sorridere come una bambina, con le lacrime agli occhi perfino.
Alza lo sguardo su di lui, con quel sorriso che non riesce a cancellarsi dal viso, battendo le palpebre per scacciare le lacrime, sperando che lui capisca quanto lei gli sia debitrice. Farà qualsiasi cosa per ripagarlo, è anche disposta a pagarlo, non le importa. Basta solo che lui capisca quanto importante sia ciò che ha fatto per lei, una sconosciuta che fino ad ora lo ha soltanto cacciato nei guai.
Grazie.
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Sono passati svariati mesi da quando è scappata per andare a caccia del ladro che si è preso la sua collana. Non è nemmeno più sicura che lo riconoscerà, ma di certo non ha intenzione di arrendersi ora, non con tutta la fatica che ha fatto per arrivare fino a quel punto. Ha dovuto vendere i suoi vestiti e scambiarli con abiti molto più normali, scuri, un colore che lei non porta mai… Ma di cui aveva bisogno per passare inosservata. Non aver voluto rischiare di attirare troppo l'attenzione si è rivelata una buona scelta, perché non è mai stata disturbata da nessuno, a dispetto di tutte le rapine e gli attacchi da parte di ladri e briganti di cui si sente parlare. Da quando ha cominciato a girare con un cappuccio a coprirle i capelli, è stato tutto ancora più semplice, per quanto odi quegli abiti color del fango, ruvidi e che le fanno pizzicare la pelle.
Ha tenuto soltanto le proprie armi, ed il cavallo, uno dei più veloci che la sua famiglia abbia mai avuto, tanto che è stato perfino rinominato “Il figlio di Sleipnir”. E’ molto veloce in effetti, l'ha portata con estrema velocità da una meta all'altra, mete che sono state difficili da scovare, ma non impossibili. A quanto pare questo Xavier è bravo a nascondere la propria identità, ma non perfetto, e tutti i mercanti e mercenari che ha incontrato sono stati più che felici di cedere tutte le informazioni che avevano; certo, per portarli quel punto di solito ha dovuto liberarsi del cappuccio e battere le palpebre con fare civettuolo più di una volta, ma l'importante è che abbia funzionato.
E’ grazie a quella sua piccola dote che quel giorno si trova vicino a Denerim, a caccia del suo ladro che dovrebbe essere rintanato nella taverna, o almeno questo è ciò che le è stato detto da una passante che non aveva potuto fare a meno di notare l'attraente ragazzo che è improvvisamente spuntato in una zona solitamente piuttosto ferma e noiosa, in cui succedono sempre le stesse cose, in cui ci sono sempre le stesse persone. Vorrebbe, entrare di corsa nella taverna e cercarlo, puntargli il proprio pugnale alla gola (una minaccia vuota, certo, ma lui non può saperlo), e riprendersi la sua collana, ma non lo fa. Deve essere paziente, deve aspettare che sia lui ad uscire e a finire dritto in braccio a lei.
Purtroppo, perché questo accada ci vogliono ore ed è ormai notte fonda ma non importa, perché lei è comunque pronta non appena lo vede uscire dalla taverna. Lo afferra per il braccio, trascinandolo dietro alla taverna velocemente e premendolo contro il muro, premendo la lama del pugnale contro la sua gola, sebbene la sua presa non sia salda e le tremi la mano, così come la voce, quando alla fine si decide a parlare.
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aval-var-blog · 7 years ago
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Mi troverai alla locanda.
Gli risponde prontamente, decidendo che è meglio così. Lei gli sarebbe soltanto d'intralcio, ed è di gran lunga meglio avere un posto preciso in cui incontrarsi. La locanda è piuttosto piccola e lontana dalla taverna, quindi lontana dal cuore più popolato; sarà sicuro incontrarsi lì, ed inoltre lei non è una totale sprovveduta. Ha una mezza idea di cosa stia facendo, sebbene non si possa definire un'esperta in furti. Quello sembra essere lui.
Prima che possa andare, però, si sente comunque in dovere di afferrarlo per il polso, sorridendogli non appena lui si gira e stringendo appena la presa su di lui.
Buona fortuna.
Gli dice con tono fiducioso, per poi lasciarlo andare e tornare sui suoi passi, allontanandosi da lui e dalla casa. Certo, è preoccupata, sia per la propria collana che per lui, ma ha anche fiducia nelle capacità dell'uomo. Non sa se debba avere totale fiducia nella sua onestà, ma a quel punto sarebbe ridicolo; rubare una collana già venduta soltanto per fare cosa? Venderla ancora una volta? In effetti come tecnica non sarebbe poi troppo male. Venderla ad un prezzo esorbitante, rubarla, poi venderla ancora, rubarla ancora... Si acciglia al solo pensiero, per poi scuotere la testa, scacciando quel tarlo dalla propria mente. Non servirebbe a niente lasciarsi andare a pensieri di quel genere. Non può raggiungerlo e non può controllare ciò che fa, può soltanto avere fiducia e sperare che sarà onesto abbastanza da tornare davvero indietro.
Una volta arrivata alla locanda, lega il suo cavallo fuori, per poi entrare, chiedendo una stanza e lasciando una manciata di sovrane sul bancone. La donna dietro di esso le sorride con fare entusiasta, evidentemente non molto abituata a vedere tanti soldi; in questo modo, si assicura la stanza migliore, come può constatare non appena la raggiunge nella stanza. Le lenzuola sono pulite, a differenza di quelle pidocchiose su cui ha dormito per mesi, il letto è grande, e c'è perfino un'altra stanza adibita a bagno, con una grossa vasca in legno riempita d'acqua calda. E' quanto di più vicino abbia avuto negli ultimi mesi a ciò che solitamente ha a casa; non è la sua vasca in liscio marmo sempre piena di acqua calda e sali da bagno rilassanti, ma è già molto rispetto ai catini di acqua fredda di cui si è accontentata fino a quel momento, e ne è incredibilmente grata.
Non appena la donna la lascia sola infatti, lei si libera subito dei vestiti sporchi che si ritrova addosso, andando ad infilarsi nella vasca. Trascorre circa un'ora lì dentro a lavarsi con cura, approfittando dell'occasione, visto che non sa quando avrà l'occasione di godersi un altro vero bagno. Si lava con cura ogni centimetro, i capelli, il viso, ne approfitta perfino per rilassarsi.
Quando ne esce, profumata e pulita, il pensiero della collana è passato quasi in secondo piano, anche se le basta tornare nella stanza per prendere i propri vestiti, per tornare a pensarci. Non sono i vestiti sporchi che ha portato fino a quel momento, ritiene sia giunto finalmente il momento di rimettersi i propri vestiti, che aveva nascosto sul fondo della borsa. Indossa quindi il vestito bianco con le bordature dorate, per poi stendersi sul letto, sospirando al contatto con il materasso morbido. Non può proprio fare a meno di pensare a Xavier, sentendosi quasi in colpa. Non ha senso, visto che lui si è cacciato da solo in quella situazione, ma non può comunque farne a meno, perché il suo carattere non le permette di fare altro, soltanto di sentirsi sempre in debito. E' impegnata a pensare a modi in cui si potrebbe sdebitare, quando alla fine finisce per addormentarsi.
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Sono passati svariati mesi da quando è scappata per andare a caccia del ladro che si è preso la sua collana. Non è nemmeno più sicura che lo riconoscerà, ma di certo non ha intenzione di arrendersi ora, non con tutta la fatica che ha fatto per arrivare fino a quel punto. Ha dovuto vendere i suoi vestiti e scambiarli con abiti molto più normali, scuri, un colore che lei non porta mai… Ma di cui aveva bisogno per passare inosservata. Non aver voluto rischiare di attirare troppo l'attenzione si è rivelata una buona scelta, perché non è mai stata disturbata da nessuno, a dispetto di tutte le rapine e gli attacchi da parte di ladri e briganti di cui si sente parlare. Da quando ha cominciato a girare con un cappuccio a coprirle i capelli, è stato tutto ancora più semplice, per quanto odi quegli abiti color del fango, ruvidi e che le fanno pizzicare la pelle.
Ha tenuto soltanto le proprie armi, ed il cavallo, uno dei più veloci che la sua famiglia abbia mai avuto, tanto che è stato perfino rinominato “Il figlio di Sleipnir”. E’ molto veloce in effetti, l'ha portata con estrema velocità da una meta all'altra, mete che sono state difficili da scovare, ma non impossibili. A quanto pare questo Xavier è bravo a nascondere la propria identità, ma non perfetto, e tutti i mercanti e mercenari che ha incontrato sono stati più che felici di cedere tutte le informazioni che avevano; certo, per portarli quel punto di solito ha dovuto liberarsi del cappuccio e battere le palpebre con fare civettuolo più di una volta, ma l'importante è che abbia funzionato.
E’ grazie a quella sua piccola dote che quel giorno si trova vicino a Denerim, a caccia del suo ladro che dovrebbe essere rintanato nella taverna, o almeno questo è ciò che le è stato detto da una passante che non aveva potuto fare a meno di notare l'attraente ragazzo che è improvvisamente spuntato in una zona solitamente piuttosto ferma e noiosa, in cui succedono sempre le stesse cose, in cui ci sono sempre le stesse persone. Vorrebbe, entrare di corsa nella taverna e cercarlo, puntargli il proprio pugnale alla gola (una minaccia vuota, certo, ma lui non può saperlo), e riprendersi la sua collana, ma non lo fa. Deve essere paziente, deve aspettare che sia lui ad uscire e a finire dritto in braccio a lei.
Purtroppo, perché questo accada ci vogliono ore ed è ormai notte fonda ma non importa, perché lei è comunque pronta non appena lo vede uscire dalla taverna. Lo afferra per il braccio, trascinandolo dietro alla taverna velocemente e premendolo contro il muro, premendo la lama del pugnale contro la sua gola, sebbene la sua presa non sia salda e le tremi la mano, così come la voce, quando alla fine si decide a parlare.
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aval-var-blog · 7 years ago
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Nei giorni che seguono, Freya segue Xavier praticamente alla cieca. Non è ancora troppo brava a riconoscere tutti i vari posti, ed anche se potrebbe seguire i cartelli, è fin troppo occupata a chiacchierare fino allo sfinimento, sicuramente stressando il ladro, che dal canto suo dice poco o nulla. Non la stupisce, lui non ha esattamente l'aria del tipo a cui piace condividere le sue esperienze... Peccato che per lei sia esattamente il contrario. Non che voglia condividere ogni più piccolo dettaglio della sua vita, ha capito di non potersi esattamente fidare di lui, ma in ogni caso non si fa problemi nel parlare, nel raccontargli tutte le cose che ha fatto e visto da quando ha cominciato a seguirlo, tutte le differenze che ha notato da casa sua a tutti quei posti, così diversi eppure così interessanti.
Gli fa anche un milione di domande, ovviamente. Tutto ciò che non sa, è interessata a scoprirlo, quindi oltre a farsi raccontare tutto ciò che può di Redcliffe e Denerim, per non parlare ovviamente di tutto ciò che c'è fra i due posti, non si fa remore a fare domande anche su Antiva, su Val Royeaux, su tutto ciò che le viene in mente. Perfino mentre racconta, però, prova a restare cauta. Non gli parla del perché tenga tanto a quella collana o di tutto ciò che lei ha sempre a portata di mano e che potrebbe rubare, non gli parla della propria famiglia né del proprio ruolo in essa. Non vuole cedergli informazioni che potrebbero dargli modo di metterla ulteriormente in difficoltà, anche se trova difficile non continuare a parlare. Le sembra quasi di poter sentire il sospiro esasperato di suo padre che la prega con lo sguardo di stare in silenzio.
L'unica volta in cui si fermano per riposare, è quasi incontrano una locanda, e per fortuna non deve condividere la stanza con lui, che preferisce restare fuori. E' probabilmente una delle prime volte in settimane in cui riesce a riposare davvero, dormendo in un vero letto. E la mattina dopo, è accolta dal profumo del pane e dall'odore del vino, quindi è particolarmente di buon umore. Il fatto che siano anche tanto vicini a destinazione, poco più di mezza giornata, è motivo sufficiente per essere ancora più eccitata, abbastanza da trascinare Xavier fuori dalla locanda per la mano, praticamente buttandolo sul cavallo lei stessa e partendo poi al galoppo con fare quasi infantile, assicurandosi solo di tanto in tanto che lui stesse ancora tenendo il passo.
Il timore comincia a farsi vivo soltanto quando ormai giunti a Redcliffe, si trovano in prossimità dell'abitazione in cui si trova la sua collana. Le sembra quasi di sentire il collo scaldarsi, alla possibilità di indossarla di nuovo, ma capisce quanto pericoloso sia. Stanno lontani dalle strade principali come promesso, ed entrambi sono ben avvolti in svariati strati di vestiti, inclusi mantelli e cappucci e sciarpe per coprire i loro volti, tutto su ordine di Xavier, che a quanto pare sa meglio di lei quanto stiano rischiando.
Questa è forse la prima volta in quei due giorni e mezzo, in cui riesce a stare davvero zitta, lasciando che lui esamini la situazione il più a lungo possibile, prima di lasciarsi prendere dalla curiosità, la sua voce soffocata dalla sciarpa che la copre praticamente fino agli occhi.
Cosa facciamo ora?
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Sono passati svariati mesi da quando è scappata per andare a caccia del ladro che si è preso la sua collana. Non è nemmeno più sicura che lo riconoscerà, ma di certo non ha intenzione di arrendersi ora, non con tutta la fatica che ha fatto per arrivare fino a quel punto. Ha dovuto vendere i suoi vestiti e scambiarli con abiti molto più normali, scuri, un colore che lei non porta mai… Ma di cui aveva bisogno per passare inosservata. Non aver voluto rischiare di attirare troppo l'attenzione si è rivelata una buona scelta, perché non è mai stata disturbata da nessuno, a dispetto di tutte le rapine e gli attacchi da parte di ladri e briganti di cui si sente parlare. Da quando ha cominciato a girare con un cappuccio a coprirle i capelli, è stato tutto ancora più semplice, per quanto odi quegli abiti color del fango, ruvidi e che le fanno pizzicare la pelle.
Ha tenuto soltanto le proprie armi, ed il cavallo, uno dei più veloci che la sua famiglia abbia mai avuto, tanto che è stato perfino rinominato “Il figlio di Sleipnir”. E’ molto veloce in effetti, l'ha portata con estrema velocità da una meta all'altra, mete che sono state difficili da scovare, ma non impossibili. A quanto pare questo Xavier è bravo a nascondere la propria identità, ma non perfetto, e tutti i mercanti e mercenari che ha incontrato sono stati più che felici di cedere tutte le informazioni che avevano; certo, per portarli quel punto di solito ha dovuto liberarsi del cappuccio e battere le palpebre con fare civettuolo più di una volta, ma l'importante è che abbia funzionato.
E’ grazie a quella sua piccola dote che quel giorno si trova vicino a Denerim, a caccia del suo ladro che dovrebbe essere rintanato nella taverna, o almeno questo è ciò che le è stato detto da una passante che non aveva potuto fare a meno di notare l'attraente ragazzo che è improvvisamente spuntato in una zona solitamente piuttosto ferma e noiosa, in cui succedono sempre le stesse cose, in cui ci sono sempre le stesse persone. Vorrebbe, entrare di corsa nella taverna e cercarlo, puntargli il proprio pugnale alla gola (una minaccia vuota, certo, ma lui non può saperlo), e riprendersi la sua collana, ma non lo fa. Deve essere paziente, deve aspettare che sia lui ad uscire e a finire dritto in braccio a lei.
Purtroppo, perché questo accada ci vogliono ore ed è ormai notte fonda ma non importa, perché lei è comunque pronta non appena lo vede uscire dalla taverna. Lo afferra per il braccio, trascinandolo dietro alla taverna velocemente e premendolo contro il muro, premendo la lama del pugnale contro la sua gola, sebbene la sua presa non sia salda e le tremi la mano, così come la voce, quando alla fine si decide a parlare.
Rendimi la mia collana. Rendimela, è mia. 
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