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My Japan experience
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alejappone-blog · 4 years ago
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L’inizio
Nel 2017 ho fatto il mio primo viaggio in Giappone.
Non sapevo cosa aspettarmi, e non mi aspettavo proprio niente. Non ero riuscito a farmi un’idea di come poteva essere quella terra, in testa avevo idee e informazioni contrastanti e mancanti.
Il viaggio in sé è stata pura emozione, un’emozione che non provavo da molto tempo. L’emozione che ti accompagna quando affronti una nuova avventura, qualcosa di nuovo e sconosciuto. Fino ad allora i luoghi più lontani che avessi visitato erano state città come Londra, Parigi, forse Praga quella più distante. Nulla a confronto dei 10′000km che stavo percorrendo, in quell’aereo cinese dai sedili stretti, che mi costringevano ad alzarmi ogni ora e andare a guardare il paesaggio notturno dal finestrino in coda all’aereo, davanti ai bagni. Da lassù si vedeva molto, nonostante fosse notte. Si vedeva una terra sconfinata, con poche luci, qualche strada e ogni tanto un gruppo di case, il tutto immerso nel nero, un nero di foreste, fiumi, laghi e chissà cos’altro, ma un nero in cui sicuramente l’uomo non andava spesso. Molto diverso dalla mia pianura padana, dove invece non esiste posto già plasmato dall’uomo.
Dopo quelle infinite ore di volo, un breve scalo in Cina. Abbandono i miei compagni di viaggio, quasi tutti europei e cinesi, e salgo su un aereo più piccolo, dove già nel gate inizio a vedere i primi volti giapponesi. Ne riconosco un paio, che avevo già visto sbarcando dal primo aereo. Si riparte all’alba, subito lasciamo la terra e dal finestrino si vede solo il mare. Aspetto.
E finalmente, dall’ennesima occhiata nel finestrino la vedo: la terra, l’isola. Non è come mi aspettavo, non è come le altre terre che ho visto fino ad allora. E’ verde, molto verde. guardo meglio, vedo tante piccole montagne; montagne? mi sembrano più colline, ma le colline nella mia amata Valtrebbia sono dolci, lunghe e si mischiano una con l’altra. Queste invece sono ripide, isolate l’una dall’altra da piccole strette valli. A volte le valli si allargano, e allora intravedo gruppetti di case e strade. Ma a parte i tetti delle case, il resto è verde. Qualche campo coltivato lo riconosco, ma le colline-montagne sono tutte dello stesse verde, il verde degli alberi, dei boschi. Nessun tetto e nessuna strada su quelle montagne. Inizio a vedere i primi paesi più grandi, sono tutti incastonati nelle valli, in basso.
E così, nella mia mente si fa strada qualcosa, una sensazione, dapprima indescrivibile, poi una frase si forma, improvvisa, quasi una risposta dal profondo: “Sono arrivato nella terra dei Kami”.
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