akselhaugaard
aksel haugaard
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Nato nel 1985 a Copenaghen, dove ha vissuto sino al compimento degli studi in Medicina, attualmente vive e lavora a New York presso l'Office of Chief Medical Examiner. Ha un figlio di due anni, Victor.
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akselhaugaard · 4 years ago
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 ᴋɪʀꜱᴛᴇɴ  « Dovresti tornare a casa, riposare. Non è morto, sai? »
 ᴀᴋꜱᴇʟ «Se provi a farmi una battuta sui medici legali — »
 ᴋɪʀꜱᴛᴇɴ  « Te ne vai a casa? Sarebbe anche ora. »
 ᴀᴋꜱᴇʟ « …  Abbiamo litigato, l’ultima volta che è venuto qui a New York. Le cose non sono andate così bene. E se dovesse morire ora, io — Non lo so. Cosa ne sarebbe di tutto?».
 ᴋɪʀꜱᴛᴇɴ  « Aksel, tuo padre litiga in continuazione con tutti, tutto il tempo. E per l’amor del cielo, tesoro mio, dovresti smetterla di prenderlo così seriamente. Sarebbe capace di minacciarti di azione legale anche se macchiassi la tovaglia da cucina. »
 ᴀᴋꜱᴇʟ «E tu dovresti smetterla di prenderlo così alla leggera, mamma».
 ᴋɪʀꜱᴛᴇɴ  « Credi che non lo conosca? O meglio, credi che non sia abituata a gestire uomini come lui? Sono in mezzo a questi giochi di potere dalla nascita. »
 ᴀᴋꜱᴇʟ «Ha messo in mezzo Victor».
 ᴋɪʀꜱᴛᴇɴ  « Vuole mettere in mezzo 𝘵𝘦, non Victor. Il Consiglio di Amministrazione crede che tuo padre sia debole, facilmente attaccabile e sprovvisto di qualcuno a cui lasciare le redini di tutto quello che possiede. Credi davvero che gli interessi portarti via un bimbo di due anni? Per carità, sai che amiamo Victor. Ma ha due anni. Semplicemente è conscio quanto tu sia facilmente attaccabile quando vi è lui di mezzo, e lo dimostra il fatto che il raziocino ti abbandona ogni volta che qualcuno lo nomina. Vuole solo la certezza che ti occuperai dei suoi affari. »
 ᴀᴋꜱᴇʟ «Ogni tanto te lo ricordi che anche io ho un lavoro?»
 ᴋɪʀꜱᴛᴇɴ  « No, sei il figlio prediletto di tuo padre, non il mio. Io preferisco tua sorella. Non mi è possibile ricordarmi tutto. »
 ᴀᴋꜱᴇʟ «Grazie. In ogni caso, mi sarebbe infattibile. Ankjær vuole che io torni».
 ᴋɪʀꜱᴛᴇɴ  « Basterebbe convincerlo a lasciarti iniziare con una minima percentuale degli affari qui a New York. Non sarebbe nulla di ingestibile. Hai quel tuo protégée che può aiutarti, no? »
 ᴀᴋꜱᴇʟ «Mh. Potrebbe».
 ᴋɪʀꜱᴛᴇɴ  « E poi i guadagni in più ti farebbero bene, no? In qualche modo dovrai pur ripagare quella graziosa donna che sta spendendo tutti i suoi soldi in quella scadente caffeina dei distributori automatici. A proposito, ma quanta ne beve? Dove la mette? Se continua così, prosciugherà anche il mio conto in banca. »
 ᴀᴋꜱᴇʟ «Smettila».
 ᴋɪʀꜱᴛᴇɴ  « Deduco sia la famosa Cassandra, comunque. Sta tenendo Victor in braccio e non le hai ancora staccato la testa. »
 ᴀᴋꜱᴇʟ «Sai cosa? Hai ragione. Ce ne andiamo, sono molto stanco, e domani mattina dobbiamo alzarci presto».
 ᴋɪʀꜱᴛᴇɴ  « Ho sentito un plurale, forse? Non dirmi che colui che 𝘔𝘱𝘩𝘧, 𝘭'𝘢𝘮𝘰𝘳𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘦𝘴𝘪𝘴𝘵𝘦! è andato a convivere? »
 ᴀᴋꜱᴇʟ «Non so di cosa tu stia parlando».
 ᴋɪʀꜱᴛᴇɴ  « Quindi hai mandato la tua stessa madre in un Hotel perché non volevi che lo scoprissi?! »
 ᴀᴋꜱᴇʟ «Buonanotte, mamma».
 ᴋɪʀꜱᴛᴇɴ  « Questo è il motivo per cui tua sorella è la mia preferita. »
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akselhaugaard · 4 years ago
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( … ) “ Quindi tu credi davvero che non sia stato l’ex fidanzato?! Andiamo, quell’uomo — “
«Partiamo dal presupposto che io, 𝘮𝘦𝘥𝘪𝘤𝘰 𝘭𝘦𝘨𝘢𝘭𝘦 – sai, quello che teoricamente dovresti diventare anche tu – non posso fare congetture sul caso. Hai cambiato settore e stai cercando di diventare detective? No? Immaginavo. Continua l’esame esterno».
“ Si tratta di aggressione sessuale, ha del sangue sulle gambe e sui genitali esterni. Su, una intuizione dovrai pur averla, Aksel. Una teoria. Ma insomma, l’hai visto quello? “
«𝘏𝘢𝘶𝘨𝘢𝘢𝘳𝘥. E no, non è nostra prerogativa indovinare. Inoltre, quelle che vedi, poiché non le hai ancora esaminate e non puoi essere sicura sia effettivamente sangue, o che sia sangue umano, al momento le puoi identificare come macchie rossobrune 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘢𝘵𝘪𝘣𝘪𝘭𝘪 con il sangue, sulle cosce e i genitali esterni. E, qualora dovessero rivelarsi essere sangue, in particolare modo il sangue della vittima, potrebbero essere associate alla violenza sessuale. Per confermare —».
“ Sì, sì. Per confermare quello dovrò fare ulteriori analisi, cercare gravi contusioni, lesioni vaginali, trovare lo sperma. Che palle. Dai, andiamo, lo so che una parte di te, almeno per cinque secondi, ha pensato 𝘘𝘶𝘦𝘭𝘭𝘰 è 𝘴𝘢𝘯𝘨𝘶𝘦! “
«No».
“ Dimmi, stai avendo problemi nella relazione? Fattelo dire, amico, hai delle occhiaie che — “
«...».
“ D’accordo, d’accordo, continuo l’esame. Cianosi del volto e del collo, e… Petecchie emorragiche sottocongiuntivali, che ci fanno ipotizzare morte asfittica. Inoltre, se posso permettermi, questa è la mia prima autopsia in solo! E sono sicura che, indubbiamente, riuscirò a trovare una prova tale che mi farà incastrare il colpevole! “
«Farà incastrare a loro. Ai detective».
“ La prova più importante, quella che darà una svolta alla mia carriera, quella per cui sarò ricordata! Il mio referto autoptico sarà oggetto di studio nelle più affollate aule di Medicina. Colei che riuscì a far imprigionare — “
«𝗕𝗲𝘃𝗿𝗼𝘁!»
“ Sì, sì. Scusami. Continuo. “
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akselhaugaard · 4 years ago
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“ Con ogni certezza per egli era rinvenibile lì, il paradiso; in quegli occhi di giada, che pur dopo essersi imbevuti degli orrori del mondo eran belli, vivaci e vispi, ed eran carichi come quelli d’un infante che vedeva per la prima volta i colori. Era rinvenibile nel suo tocco, che pur dopo esser stato violato e dilaniato, per egli – forse proprio per egli – sembrava essersi caricato d’amore. Era rinvenibile nelle sue labbra, che nascondevan il sorriso di chi sembrava non aver conosciuto dolore, di chi sembrava riuscir a trovare letizia nel più piccolo dei dettagli. E in quel momento, mentre le falangi con leggiadro e persino timoroso fare si protesero vero ella, s’accorse che quel viso avrebbe voluto carezzarlo per tutta la vita; che quella visione della donna or al suo fianco assopita, con le labbra ancor gonfie e i capelli arruffati, avrebbe voluto fosse a lui riservata per il resto di quell’esistenza che or non gli appariva più vana. ”
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akselhaugaard · 4 years ago
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 “ È andata lì da sola. Qualcuno le ha sparato. Non ha ancora ripreso conoscenza. „
S’eran infranti su di lui come algidi aghi, pronti a straziare persino la sua essenza, i verbi che la giovane donna aveva proferito. Non s’eran premurati di braccarlo, questi: l’avevan assalito, eco di quella ch’avrebbe potuto esser opera del più subdolo e valente dei predatori, e s’eran cibati d’egli pezzo dopo pezzo, riuscendo, infine, a dilaniar la sua cruda carne, squarciando persino la sua anima. Nel mentre che quell’oblio, oramai pronto ad inghiottirlo, stava di lui banchettando, della guerriglia ch’aveva preso in ostaggio la sua mente non v’era invece traccia nelle membra del danese. Era rimasto inerme, egli, a contemplar quell’ultimo suo barlume di speranza, ch’ardimentoso s’era avviluppato alla morente logica, perire per mezzo di quelle semplici parole. Forse fu per dimostrare a sé stesso d’esser vivo che sferrò il primo pugno contro il ruvido muro. Il secondo, probabilmente, fu frutto della rabbia – e se da una parte avrebbe asserito di non saper chi ritener genitrice d’essa, dall’altra ben sapeva che, più semplicemente, temeva di dar voce a quel preciso pensiero. Come poteva, d’altronde, esser adirato con lei, ch’ora combatteva e si ritrovava nel limbo tra la vita e la morte? Il terzo fu figlio del disdegno covato nei confronti di sé stesso, per la negatività di cui s’era vestito e per l’immoralità della sua stessa mente, pronta ad abbandonarsi nel momento stesso in cui quell’odioso favellar aveva investito le sue orecchie. Celere fu l’intenso e caldo rubino, d’una tonalità persino violenta, nel macchiar le di lui mani. Neppur quando acute fitte presero a tediar le sue fibrille muscolari Aksel smise di ritener quel muro fonte primaria d’ogni male che divorava il mondo, e i pugni chiusi ancor si scontraron contro esso, e sol quando la minuta figura della psicologa s’aggrappò a lui l’aurora d’una ritrovata logica parve insediar in lui i primi germogli. ( ... )   Fu il cadenzato rumore dei suoi stessi passi ad essere captato per primo, ponendo così fine all’egemonia degli acufeni ch’avevan di lui preso possesso. Qualche istante dopo, anche la vista sembrò finalmente esser in grado di sorpassare la coltre di nebbia che pareva averla offuscata per ore. Fu quasi come risvegliarsi dopo un profondo sonno, seppur Aksel mai avesse ceduto, durante quel lasso di tempo, alla presa di Morfeo. Impossibile sarebbe stato, per egli, ricostruire gli avvenimenti ch’avevan scandito quelle ore, e che l’avevan persino portato ad imbarcarsi sul primo volo disponibile per raggiungere lo stato del Michigan. Per un attimo, sembrò persino che la mente avesse deciso di far soccombere l’accaduto; quando, tuttavia, egli varcò la soglia della silenziosa stanza, ed il campo visivo fu costretto ad accogliere la figura della criminologa, ogni peculiarità degli istanti fino a quel momento rimossi andò a colpirlo con la forza d’una ghiacciata cascata. Non reagì, l’uomo; venne ignorato il dolore al petto, venne ignorato l’amaro sapore che impregnò la sua bocca, e venne ignorata anche la fitta ch’andò ad attanagliargli lo stomaco. Si limitò a prender posto accanto ad ella, su quella sedia spoglia e vuota, così come il suo sguardo, che neppur per un istante abbandonò la femminea figura. «Credo di averti odiata. Credo di averti odiata quando ho saputo la notizia, e temo — No. Non te li meriti i filtri. Non questa volta. Ti ho sempre detto che i filtri che uso sono per proteggere me stesso dagli altri. Ti ho mentito, però. Ritengo, piuttosto, che servano per proteggere gli altri, perché la verità nuda e cruda farebbe male – e se delle semplici parole come “credo”, “ritengo”, e quant’altro possono allietare, alleggerire una frase, facendo assumere a questa un diverso significato, perché mai non dovrei usarli? Però non te li meriti, non più. Avevo promesso che avrei smesso di usarli, almeno con te, eppure ho continuato a nascondermi dietro questi. Quindi.. Ti ho odiata, Cassandra. Ti ho odiata per le tue discutibili scelte, perché nel tuo voler essere altruista, non ti preoccupi di come potrebbero reagire quelli attorno a te. Credi di poter essere la vittima sacrificale, e credi che nessuno si dispererebbe, in caso, per la tua dipartita. E questo è da fottuti egoisti, perché sono gli altri a dover affrontare le conseguenze delle tue scelte, a dover sopportare la visione di te, attaccata alla vita solo tramite un sottile e fragile filo che.. Cazzo, sono terrorizzato possa spezzarsi da un momento all’altro. E tu.. Tu a quel punto troveresti l’agognata pace. Ma gli altri vivrebbero nella disperazione, per una scelta che non mi spiego. Scegli di affrontare la vita da sola, e forse persino la morte. E non posso fare a meno di pensare che una parte di te la cercasse quella morte, tra le sponde di quel lago. E.. Io lo so che sei stanca. Lo so. Ma ho bisogno anch’io di essere egoista, e ho bisogno di averti ancora con me». ( ... )   Neppur s’accorse che, durante quello sproloquio s’era nuovamente alzato, unicamente per sfiorar la fredda e bigia mano della donna, contro cui s’infransero le ultime parole. «Jeg elsker dig».
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akselhaugaard · 4 years ago
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𝒂: «Tu ci hai mai pensato a sposarmi?»
𝒄: «Vuoi che sia sincera? Sì, ho pensato spesso di volerti sposare. E non per il semplice gusto di indossare un anello, ma il suo significato. E tu… tu ci hai mai pensato?»
𝒂: «Come sono fortunato ad avere una donna del genere. Niente anelli, dunque? Meglio non spendere così il patrimonio, hai ragione. ( … ) Sì. Diverse volte».
𝒄: «Ti ho mai dato l’impressione di essere interessata ai gingilli? Non è un anello che determina un unione, tu sei mio anche senza. Ed io, nonostante l’assenza di un matrimonio, sono comunque la signora Haugaard, non cambia. Avrei voluto sposarti, per giurati, come faccio ormai da vent’anni, di esserti devota sempre, servendomi del vincolo più sacro che conosca. ( … ) Diverse volte, eh?»
𝒂: «Avrei voluto farlo anche io. Per dimostrarti che, nonostante tutto, sarei rimasto sempre accanto a te. E che in me avresti potuto sempre trovare un porto sicuro, una nicchia, una casa, un posto dove non essere giudicata ma sempre amata. ( … ) Diverse volte. Ne sei sorpresa?»
𝒄: «Mi sono sempre sentita amata da te. Ho sempre trovato conforto, pace e benessere, anche senza una proposta di matrimonio. Sei diventato il mio porto sicuro in così breve tempo, che mi davi e dai equilibrio anche quando sei lontano. E sì mi sorprende, le etichette non fanno per te, e che tu ti sia soffermato a pensare di prendere in considerazione l'idea mi lascia spiazzata.»
𝒂: «Se riguardano te, ho imparato che le etichette possono anche non essere così male. E, in realtà, non la vedrei neppure come tale. La vedrei come qualcosa che semplicemente voglio fare, sottolineare l'ovvio».
𝒄: «Che vuoi o che avresti voluto fare? In ogni caso, ho sempre avuto il timore, almeno all’inizio, di imprigionarti dentro una relazione, che essendo la prima poteva starti stretta.»
𝒂: «Non era la prima anche per te? Cosa pensi sarebbe cambiato?»
𝒄: «Sì, ma io ero abbastanza sicura di me stessa.»
𝒂: «Vero. Io ho avuto qualche tentennamento con le giovani ventenni».
𝒄: «Non intendevo quello, stupido. E non hai risposto alla domanda.»
𝒂: «Quale domanda?»
𝒄: «Mmh. Fammi alzare, dai. Voglio il mio caffè.»
𝒂: «Mmh. No. ( … ) Quale domanda?»
𝒄: «Se vuoi ancora sposarmi.»
𝒂: «Com'è che fai sempre domande dall'ovvia risposta? Ti voglio sposare, sì. Ti sposerei ogni giorno della mia vita, Cassandra, perché so che sei tu, che siamo noi, che tutto questo non cambierebbe e, in realtà, sarebbe solo un modo per farmi ancora scoppiare il cuore, così come fai da vent'anni. ( … ) E tu? Avresti voluto o vorresti?»
𝒄: «Io voglio sposarti, Aksel. Da anni ormai, forse anche di più, dal primo momento in cui mi hai fatto sentire tua. Ed è stato così, non è mai esisto un momento dove io abbia smesso di appartenerti, neanche quando pensavi di aver rovinato tutto.»
𝒂: «E allora sposami. Continua a rendermi vivo, e permettimi di continuare a proteggerti, amarti. Sono stato tuo sin dal principio, sin da quando incolpavamo l'aria inquinata, sin da quando cercavi di spingermi via e di tirarmi verso di te, e al contempo ti allontanavi ma ti rendevi indispensabile. Ed io lo so che per me non potrebbe esservi un altro amore, neppure pari ad un infinitesimo di quello che mi hai dato tu. E so che è così anche per te, perché lo vedo nel modo in cui mi guardi, anche a distanza di vent'anni. Sposami, perché sarebbe un'etichetta che sarei fiero di sfoggiare, perché neppure per un istante ho pensato di nascondere i miei sentimenti per te».
𝒄: «Ho faticato molto con te. Ancora oggi non mi spiego come tu abbia fatto a far cadere il mio muro con un saluto, con quelle battute che facevi solo per farmi ridere. Ho faticato ad accettare i miei sentimenti nei tuoi confronti, il semplice fatto di provare qualcosa. Ho sopportato la gelosia, quella logorante gelosia che tuttora mi divora, le notti passate a sentire la tua mancanza, e tutte le volte che – scioccamente – mi sono percepita meno, quando poi ero il tuo tutto. Ho sopportato con gioia gli anni, le mattine, i dolori delle perdite, la felicità di aver messo al mondo qualcosa di nostro, e ancora non mi sembra vero. Ogni giorno ho il timore di vedere tutto questo scivolare via da me, perché sapere di star vivendo davvero mi colma di serenità, e il fatto che tu adesso sia qui, a chiedermi di sposarti, non mi rende solo serena, ma straripante di felicità. E sì, sì, assolutamente sì, ti sposo, ma in realtà è qualcosa che faccio ormai da vent’anni, perché scelgo te ogni giorno, e continuerò a farlo fino alla fine. Sempre.»
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akselhaugaard · 5 years ago
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Scritto il 21 febbraio; da editare.
  𝗔𝗺𝗼𝗿𝗲. Il tuo personaggio si è mai innamorato?                          “ 𝘕𝘰𝘸 𝘺𝘰𝘶 𝘢𝘳𝘦 𝘨𝘰𝘯𝘦, 𝘢𝘯𝘥                       𝘯𝘰𝘵𝘩𝘪𝘯𝘨'𝘴 𝘦𝘷𝘦𝘳 𝘧𝘦𝘭𝘵 𝘴𝘰 𝘸𝘳𝘰𝘯𝘨. “   “ ( ... ) Scottavano i suoi tocchi. Eran in grado di soffocarlo, e riportarlo alla vita, in uno straziante cerchio che non avrebbe mai avuto fine. Era un tornado, lei. Ben sapeva, l’uomo, che dopo qualche ora, o forse giorno – non gli era dato sapere per quanto tempo quell’agrodolce tediar sarebbe andato avanti – ella l’avrebbe lasciato vuoto, completamente privo d’ogni emozione fino a quel momento provata, per poter lasciar spazio all’agonia, alle sue stesse labbra che gli sarebbero sempre sembrate troppo secche, quando a queste sarebbe stata negata la possibilità di lambire ancora ogni centimetro della di lei pelle. “
Era un’etichetta, l’amore; una semplice illusione, l’innamoramento. S’ergeva a paladino di chi voleva distrugger i più intricati costrutti; si presentava come un uomo di scienza, ben strutturato, limpido, chiaro, detentore d’una realtà oggettiva ove l’oggettività non poteva esser applicata, sempre pronto a confutar ipotesi, solo per portar in auge un’unica teoria. Non riteneva stupido innamorarsi: riteneva stupido persino credere nel roseo e astratto concetto che questo aveva ottenuto con il tempo. E quindi, come mai avrebbe potuto risponder alla fatidica domanda più volte postagli da coloro che a lui eran vicino – suo fratello primo tra tutti? Era mai stato vittima d’una serie di meccanismi biochimici, di messaggeri secreti per pura e normale funzione biologica? A tale domanda, avrebbe potuto risponder facilmente. D’altronde, anch’egli apparteneva alla specie 𝘏𝘰𝘮𝘰 𝘴𝘢𝘱𝘪𝘦𝘯𝘴, e sebbene fosse convinto – forse erroneamente – d’esser immune al malato condizionamento sociale, non lo era ai processi fisiologici. L’altra forma della domanda – quella più astratta e rosea, quella che tanto rinnegava – era unicamente in grado di causar in lui un disagio, del quale si rifiutava di cercar la vera fonte.
Ed indubbiamente – gli piaceva quel termine, che gli trasmetteva l’illusione d’esser fermo nelle sue convinzioni – la voragine che minacciava d’inghiottirlo quand’egli permetteva alla mente di fermarsi ed abbandonar i suoi stessi principi, lasciando questa in balia d’un fiume in piena che pullulava dei ricordi a lei legati, era meramente l’effetto della biochimica. Era semplice, fredda e rigida natura umana.
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akselhaugaard · 5 years ago
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Scritto il 16 gennaio 2020; da editare.
  𝗧𝗮𝗯𝘂’.  Quali sono quei ricordi / quelle parole che si possono appunto definire tabù per il tuo personaggio?
 
𝗵: ‶ Mi piacerebbe capire una cosa, Aksel: qual è il tuo cazzo di problema? So bene che ne hai tanti, ma qui stiamo sfiorando il ridicolo. ‶
 «Qual è il mio 𝘤𝘢𝘻𝘻𝘰 di problema? Vuoi saperlo? Sei tu, Harlow! Sei tu, con le tue idee di merda, le tue convinzioni che non hanno alcuna base. 𝘛𝘶, che a quanto pare preferisci lasciarti morire per un cumulo di cellule piuttosto che optare per l’opzione più sensata!»
𝗵: ‶ Le mie convinzioni hanno delle fottute basi, non sei l’unico essere vivente con una fottuta laurea! E, forse non lo hai notato, ma l’ultima volta che ho controllato sono 𝘪𝘰 ad essere quella gravida di “un cumulo di cellule”, non tu. ‶
 «Oh, oh. Grandioso, ci mancava solo che tirassi fuori  il discorso “è il mio corpo, non il tuo”. Si sta parlando della tua fottuta vita, Harlow, e si dia il caso che mi freghi qualcosa!»
𝗵: ‶ Quindi, naturalmente, io adesso secondo te dovrei abortire perché tu dopo 30 anni hai scoperto di avere dei sentimenti? ‶
 
 Il capo s’innalzò, e le iridi vennero rivolte al soffitto; il danese si ritrovò a sperare che esso possedesse qualche strana proprietà che potesse fornirgli al calma della quale disperatamente necessitava, ma l’unico effetto che riuscì a scatenare fu l’ira della donna israeliana.
 
𝗵: ‶ Non alzare gli occhi al cielo quando parli con me, Haugaard, e non trattarmi con sufficienza. ‶
 «Non ti sto trattando con sufficienza; sto solo controllando i dintorni per ritrovare il tuo buonsenso che, a quanto pare, hai deciso di mandare altrove, ma non importa. Non vuoi dar ragione a me? Va benissimo! Ma almeno dai ragione agli dannatissimi 𝘵𝘳𝘦 dottori che hai consultato. Portare avanti questa gravidanza è rischioso, Harlow. Stai mettendo in pericolo te e—».
𝗵: ‶ Non provare a dire nuovamente “cumulo di cellule”, Aksel. ‶
 «Ma lo è! Per ora, almeno, lo è, dannazione! E tu—».
𝗵: ‶ Ed io mi lascerei morire per questo “cumulo di cellule”, Aksel. Mi lascerei morire, anche se vi fosse solo una possibilità su un milione che possa sopravvivere. E tu hai due possibilità: o mi rimani accanto, o possiamo chiudere qui ogni rapporto. Nessun rancore. Ma è una scelta 𝘮𝘪𝘢, non di gruppo. Adesso va via, voglio stare da sola.‶
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