Non ha importanza quale sia il mio nome o la mia età. Della vita non ho capito molto, solo un paio di cose. Ho capito che perdonare è la cosa più dura da fare, ma chi perdona ha già capito come amare; so che la gente aiuta altra gente, quindi devi passare il favore e so che il dolore non ti cambia, ma bensì ti rivela. Infine, so che per alcune persone vale la pena di lottare, quindi lotterò con loro e per loro.
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Non sono convinta che il dolore serva a farci migliorare perche ho visto persone che con il dolore si sono racchiusi in se stessi con rabbia contro tutti e contro la vita. Questo mi lascia tanti dubbi e una grande amarezza.
Sì, Anon; succede a tutti di avere momenti di chiusura e scoraggiamento, in cui le risposte della vita sembrano non corrispondere ai nostri impegni.Evidentemente abbiamo capito, ma non ancora compreso. Il nostro io sofferente e ferito richiede la sua rivincita, la sua soddisfazione, il sostegno alla sua “centralità”. Allora, tutte le belle costruzioni mentali, gli idealismi condivisi, le belle parole, sembrano crollare davanti al vuoto che sentiamo dentro.Le risposte esistono e lo sappiamo bene, così come le ragioni del nostro disagio e della nostra melanconia.Ora stanno lavorando in noi: rabbia, ribellione, sofferenza e risposte macerano i loro componenti per un risultato che non sempre è immediato, ma certamente, è sicuro. Di questo ne sono convinto.
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Certe volte mi sembra di indossare il mantello dell'invisibilità...
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Non tutti i tessuti diventano vestiti.
Cherry Season
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Ho imparato che il dolore non sa aspettare, ma l'amore torna sempre.
Nesli
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Photo
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You.
Everyone rebloggs the same word but no one sees the same face (via cundys)
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Chi sei?
“Rispondimi, per favore.” La cartina della sigaretta continuava a bruciare, il vento mi soffiava tra i capelli e continuava a spostarmi il ciuffo qua e là. Fissai il vuoto avanti a me, le braccia poggiate sulla ringhiera. Silenzio imbarazzante. Lui continuava a fissarmi, aspettando una risposta. “Chi sono io?” chiesi tra me e me con un pizzico di ironia. Volevo dare una risposta più a me stessa che a lui, ma nella mia mente c'era solo il vuoto. “Non lo so” bisbigliai. Feci un altro tiro sigaretta e la gettai via con disgusto.
“Chi sei tu?” mi chiese con provocazione. “Non lo so…Hai mai passato uno di quei periodi dove non sai nemmeno più chi sei?” “Beh, si, quando perdi una parte di te.” “Esatto.”
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Primo pomeriggio. Mi giro e mi rigiro in continuazione. Cerco di trovare la posizione migliore nel letto, ma non c'è proprio verso. Chiudo gli occhi finalmente ed eccomi qua, sola con me stessa. A cosa sto pensando? A tutto o niente? "Cos'hai che non va?" mi domanda il mio inconscio.
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Con molte disavventure la vita mi sta dando una lezione: per conquistare il mondo bisogna contare solo su se stessi.
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Sante parole!
Volere è potere? No, volere è la malinconia del momento in cui ti rendi conto di non potere.
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Il tuo unico difetto è quello di non svegliarti accanto a me.
-Laura Pausini (via isuoiocchidentroilmare)
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