#tommaso barbaro
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One-minute teaser for 113 / 2018, an experimental short documentary conceived as a visual exploration of themes of migration, discrimination and integration, prompted by the implementation of controversial migration policies in Italy in 2018.
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FULL CREDITS:
Produced by Erich Ahimin, Alessio Dicandia and Davide Marchesi
Written and directed by Davide Marchesi
DOP: Sirio Vanelli Assistant director: Andrea Bertolotti Production manager: Marcantonio Corrieri Camera assistants: Gabriele Gregorig + Gabriele Rossi Steadicam operator: Luca Sportelli Set Design: Arianna Summo w/ Sarah Pendolino + Etienne Nzi Costume Design: Monica Henriquet w/ Maria Schmid Editing: Cristiana Donghi + Davide Marchesi Colorist: Daniel Pallucca Sound recording: Riccardo Barbaro Soundtrack and mixing: Marco Mercuzio Peron a.k.a. Slon Audio post-production: Maurizio Borgna Hair & make-up: Valentina Marzona + Sara Polonghini Set photographers: Viole Merli, Daniele Gattulli and Francesco Summo
Cast - in order of appearance: Fall “King” Samba, Oudou “Freddy” Gouem, Augusto “Bato” Batougate, Ousmane Yaka, Fatou Boudo, Roland Yoccoly, Erich Ahimin, Ndeye Toure Abibatou Dianko and Amy Ndiaye, Joy Ehikioya, Annabel Vitalis Uchenwa, Inelder “Cobra” Da Silva, Amneris and Imany Manicone, Evelyn and Thomas Carbone, Sanata Kone, Moussa Daouda Idrissou, Joseph Kodjo, Savane Mawa, Siriki Ouattara, Alpha Mansaray, Osman Sesay
Special thanks: Marco, Gianni e Franca Marchesi, Nicolangelo e Denis Dicandia, Valeria Scotti, Precious Godfrey, Vanessa Hanschke, Daniel Sul, Astrid Luglio, Luigi Schmid, Marie Chantal Grahou Quinla, Raffaello Juvara, Alexandra Nikolaeva, Adingra Seydou Ouattara, Mario Domina, Marta Dore, Andrea Butera, Federico Gaudimundo, Tommaso Pellegrini, Irene Pelamatti, Ana Gabriela Teran, Oliviero Motta, Milena Minessi e Barbara Mantegazza di Intrecci Cooperativa Sociale, Rho (MI), Giorgio Romagnoni e Ilaria Pasello del Centro Astalli di Trento (TN), Fernanda Torre, Il Pulmino Verde Onlus, Torino (TO), Ilaria Leccardi di APS Cambalache, Alessandria (AL), Alberto e Patrizia al Chiosco da Alberto, via Novate, Comasina, Milano (MI), Comitato Autonomo Abitanti Barona, Milano (MI), Enzo e Gianni di Veneg Car Wash, Segrate (MI), Azienda agricola Le Rovelline, Bilegno (PC), Oratorio San Giuseppe, Milano (MI), F.O.A. Boccaccio, Monza (MI), Camera Service Group and Lombardia Film Commission
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Robot & Margherite - Trailer from Tommaso Terigi on Vimeo.
Written and directed by Viola Folador
Production: Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni Executive Producer: Marco Crepaldi Executive Producer: Tommaso Terigi Producer: Vanessa Magni
Starring: Milo- Gabriel Bellavita Nina- Greta Finotto Ben- Tommaso Folci Dom – Timoteo Simonetta Luna – Giulia Marolli Spia intergalattica – Leonardo Cesana Signor Nemo- Giovanni Battezzato Babbo - Steve Annoni Nonno – Guido Tonetti Waitress – Alessia Cerri
Extras: Gabriele Ratano, Edoardo Severgnini, Ylenia Boiocchi, Luigi Simone della Corte, Samuele Satta, Gabriele Pavesi, Norman Colombo, Chiara Tenconi, Giulia Cafagna.
Production manager: Fabio Landi 1^ AD: Pietro Ciron 2^ AD: Norman Colombo Copy secretary: Chiara Tenconi PA: Giulia Cafagna, Emiliano Oggero, Claudio Torreggiani Runner: Ivan Drago
DOP: Tommaso Terigi 1^ Camera Assistant: Rocco Cirifino, Danilo Cataldo 2^ Camera Assistant: Daniele Furini, Martina Amoruso Steadycam: Marco Artusi Gaffer: Francesco Gentili, Nicola Ciovati Eletrician: Andrea Corbani, Dario Saggio, Alessandro Micelli, Luca Pallaro Macchinisti: Daniel Diliberto, Mustapha Mezzi
Set Designer: Isotta Santus Set Designer Assistant: Antea De Matteis Props Man: Leonardo Bolocan, Christian Vendramini Makeup&Hairstyling: Neha Bigatti Stylist: Sarah Rosignoli, Chiara Rossano
Location recording: Lorenzo Crippa e Tommaso Simonetta
Casting coordinator: Nicole Ferrari, Prince Hakin Goem Gruppo Casting: ICMA attori Kids Agency: Class Evolution
Editing: Luther Blissett, Triplo Film Color Correction: Claudio Beltrami
Sound: Okra Audio Editor: Lorenzo Crippa Sound Design: Tommaso Simonetta Original Score: Diego Guarnieri e Tommaso Simonetta
Animation: Triplo Film Grafics: Anna Pirota
Film developing: Frame|24| Service: Video Design
Students Tutor: Luca Casartelli Trasporti: SB Production Driver: Antonio Praticò
Catering: ValĂ , Ristorante Sempione, La trattoria il cantuccio. Backstage: Mario Tesauro, Emanuele Moroni Set photographer: Sasha Titarenko, Giorgia Agati, Francesco Salemme, Teo Rasta.
Thanks to: Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni, Prealpina, ValĂ , Laura di Leonardo e Valentina Cantoni, ComunitĂ Sichem, Bruna Dentella, Andrea Taverna, Stefano Beggiato, Max Colombo, LariulĂ , Elena Formenti, Beshoy Habib, Maria Elisabetta Bernoi, Cottage il Filo Casorate Sempione, Alessandra Valli, Elga Oltremari, Giancarlo Finotto, Falconi Maila, Falconi Fulvio, Caputo Vanessa, Roberto Minotti, Teo Rasta, Guido Smider.
Special thanks to: Troupe e Cast, studenti ICMA, Marco Crepaldi, Fabio Landi, Tommaso Terigi, Pietro Ciron, Luca Casartelli, Vanessa Magni, Giancarlo Ratti, Giada Bossi, Paolo Folador, Giuliana Comolli, Irene Taverna, il gruppo Selfie, team topidifogna, Claudio Beltrami, Francesco Gentili, Marco (Cano)poli, Alvise Barbaro, Andrea De Simone, Silvia Arrigoni.
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Ars, ecco i 70 deputati del Parlamento siciliano: i nomi
A un mese esatto dalle elezioni del 25 settembre 2022, si è ufficialmente concluso lo scrutinio delle Regionali siciliane. E ora che ci sono tutti i timbri sui nomi dei 70 eletti, Renato Schifani è pronto a convocare la prima seduta dell’Ars: la data scelta è quella del 10 novembre, mercoledì. Nei giorni successivi, forse già giovedì 11, si insedierà il governo giurando in Parlamento. Ecco i deputati eletti divisi per partito, tenendo conto di rinunce, elezioni in più province e opzioni per altri seggi alla Camera o al Senato. Fratelli d’Italia (13) Giuseppa Savarino, Giuseppe Catania, Gaetano Galvagno, Dario Letterio Daidone, Giuseppe Galluzzo, Alessandro Aricò, Marco Intravaia, Fabrizio Ferrara, Giorgio Assenza, Giovanni Luca Cannata, Nicolò Catania, Elvira Amata, Giuseppe Zitelli. Forza Italia (13) Renato Schifani, Riccardo Gallo, Margherita La Rocca Ruvolo, Michele Mancuso, Marco Falcone, Nicola D’Agostino, Luisa Lantieri, Bernadette Grasso (prende il posto di Tommaso Calderone che opterà per il Senato), Gianfranco Miccichè, Edy Tamajo, Gaspare Vitrano, Riccardo Gennuso, Stefano Pellegrino. Lega (5) Luca Sammartino, Giuseppe Laccoto, Vincenzo Figuccia, Girolamo Turano, Marianna Caronia. Democrazia Cristiana (5) Carmelo Pace, Andrea Barbaro Messina, Nunzia Albano, Ignazio Abbate, Serafina Marchetta. Mpa (4) Roberto Di Mauro, Giuseppe Lombardo, Giuseppe Carta, Giuseppe Castiglione. Partito Democratico (11) Michele Catanzaro, Anthony Barbagallo (potrebbe optare per la Camera e lasciare il seggio a Ersilia Savarino), Giovanni Burtone, Sebastiano Fabio Venezia, Antonello Cracolici, Mario Giambona, Valentina Chinnici, Nello Dipasquale, Tiziano Fabio Spada, Dario Safina, Calogero Lanza. Movimento 5 Stelle (11) Angelo Cambiano, Jose Marano, Antonino De Luca, Adriano Varrica, Luigi Sunseri, Stefania Campo, Carlo Gilistro, Cristina Ciminnisi e Nuccio Di Paola: quest’ultimo era candidato a Caltanissetta,Palermo e Catania. Dovrà quindi optare per uno dei tre seggi lasciando gli altri due ai primi dei non eletti: ad attendere la scelta ci sono la palermitana Roberta Schillaci, il nisseno Filippo Ciancimino e l’etnea Marina Ardizzone. Due di questi ultimi tre nomi diventeranno deputati dopo la scelta di Di Paola. Sud chiama Nord (8) Ludovico Balsamo, Maria Davide Vasta, Matteo Sciotto, Pippo Lombardo, Alessandro De Leo, Ismaele La Vardera, Salvatore Geraci, Cateno De Luca. Read the full article
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Nuovo post su http://www.fondazioneterradotranto.it/2017/10/04/la-giornata-della-memoria-delle-vittime-meridionali-del-risorgimento-interroga-la-storia-del-processo-unitario/
La Giornata della Memoria delle vittime meridionali del Risorgimento interroga la storia del processo unitario
di Michele Eugenio Di Carlo
Pasquale Soccio, gra…nde letterato garganico del Novecento, scriveva che il Daunus pauper acquae di Orazio e «i briganti dell’arsa Puglia» di Carducci, irrompevano « nel mondo della nuova storia, divenendone per un lustro attori e protagonisti di primo piano». Ora non è più ammissibile ritenere che i briganti del Sud siano stati sic et sempliciter ladri e assassini. Essi si mossero alla rivolta spinti da condizioni di vergognosa e ignobile ingiustizia sociale, relegati all’ultimo stadio della società civile. Usare il termine «civile» per indicare le condizioni di vita del ceto subalterno, costituito in gran parte da braccianti, da contadini, da artigiani pressati e compressi da strutture ancora feudali, notevolmente aggravate con l’avvento dei Savoia e mantenute in essere da una classe privilegiata di galantuomini senza scrupoli alleata con il nuovo potere, è solo un eufemismo spregiudicato. Meglio usare il termine «barbaro» per rappresentare lo status di vita di piccoli contadini e braccianti senza terra, che subito dopo l’occupazione dei Savoia si rivoltarono contro un consolidato e secolare sistema di prevaricazione e di prepotenze che i Borbone si erano, perlomeno, preoccupati di controllare e indebolire. Le rivolte delle masse contadine, iniziate già nell’estate 1860, furono dettate da secolari motivi di contrasto con la nobiltà e con la subentrata borghesia agraria a causa delle questioni demaniali, inerenti principalmente l’uso e la proprietà dei terreni demaniali usurpati e la reintegra negli usi civici negati. E, comunque, queste prime rivendicazioni sociali furono inizialmente prive di indirizzo politico clericale e borbonico e per lo più furono isolate, incerte, occasionali, frammentate e, quindi, facilmente reprimibili dalle truppe garibaldine e dalla Guardia Nazionale dei galantuomini. Franco Molfese, nella Storia del brigantaggio dopo l’Unità , fatta una rassegna dei moti avvenuti durante l’estate nel Beneventano, nell’Irpinia, nel Matese, nel Vastese, nel Molise, dopo accurati studi ha concluso che «furono sommosse sporadiche, provocate perlopiù da contrasti municipali e da motivi di malcontento locali. Da questa sommaria rassegna risulta pertanto abbastanza evidente il carattere spontaneo ed ancora circoscritto dei moti dei contadini, prodottisi nelle provincie continentali liberate, fino al momento della controffensiva militare borbonica. Non è dato rintracciarvi organizzazione e direttive comuni, azioni concordate, né tanto meno obbiettivi insurrezionali; anche il colore antiunitario e filo borbonico veniva generalmente impresso ai movimenti soltanto dalla sobillazione operata dai notabili borbonici e da elementi del clero locale. Cionondimeno questi torbidi indicavano già abbastanza chiaramente qual era lo stato d’animo delle masse contadine, e quali gruppi locali riuscissero più facilmente a guidarle». Tommaso Pedìo, rimpianto docente dell’Università di Bari, indicava sin dal 1941 come «briganti e galantuomini» fossero due classi sociali i cui contrasti avevano già caratterizzato, non solo a metà dell’Ottocento, la vita nelle province napoletane. Accusato di populismo da Giovanni Masi, ripeteva nel 1948 nel testo Brigantaggio meridionale che i briganti non erano altro che una «classe subalterna costretta a subire un sistema economico, sociale e politico che non ammette parità di diritti e di doveri tra i vari ceti sociali, i briganti si ribellano al sistema che ha sempre caratterizzato la società meridionale prima e dopo la caduta dei Borboni. Classe dirigente, egoisticamente unita nella difesa dei propri interessi, i galantuomini, difendono e mantengono, anche nel nuovo regime, la posizione preminente che, prima del 1860, avevano nella vita e nell’economia del proprio paese». Enzo Di Brango e Valentino Romano, intellettuali di rango, nel nuovo testo Brigantaggio e rivolta di classe, riproponendo la corretta tesi di un’invasione piemontese tesa alla colonizzazione del Sud, mettono in primo piano la violenta reazione dei contadini e delle masse subalterne, qualificandola come lotta di classe. Infatti, nella costituzione del nuovo Stato Italiano furono i proprietari terrieri della nuova borghesia agraria, eredi della tradizione feudo-nobiliare, a ricevere enormi vantaggi nella conservazione dei terreni demaniali usurpati e nell’acquisizione di nuovi. Un abuso perpetrato a discapito delle previste e legittime «quotizzazioni» dei demani, che dovevano necessariamente favorire e sviluppare la piccola proprietà contadina. Questo atteggiamento prevaricatorio e classista irritò le già amareggiate masse rurali, spingendole sempre più alla rivolta in un tentativo illusorio di raggiungere e conquistare il riconoscimento di diritti sempre più negati, con l’intima e utopica aspirazione di diventare finalmente cittadini a tutti gli effetti, non più sfruttati dai detentori della ricchezza e del potere politico. Atteggiamenti classisti e prevaricatori che determinarono nei decenni successivi nel Sud la manifesta sfiducia nelle principali istituzioni dello Stato, nell’amministrazione della giustizia, negli organi di controllo del fisco, negli organi di polizia, nelle istituzioni bancarie, segnalati già alcuni decenni fa da Aldo de Jaco, che nei suoi studi sul brigantaggio meridionale, pubblicati dagli Editori Riuniti nel 1969, vedeva nel Risorgimento propagandistico e agiografico dei vincitori «una pagina di storia che non si può saltare se non si vuol perdere il senso dei problemi successivi ed anche, per tanta parte, dei problemi dell’oggi del nostro paese». Un paese in cui ancora oggi un’intera classe politica, utilizzando strumentalmente e impropriamente la forma costituzionale del partito, concorre a fondare un sistema di impunità diffuse, appropriandosi di denaro pubblico, elevando a regola fissa la difesa degli interessi privati su quelli pubblici, erigendo a sistema le clientele, affondando la meritocrazia. Un paese che, alimentando nuove ingiustizie sociali e determinando nuovi problemi economici, scarica ancora sul Sud i costi di una lunga e prolungata crisi, causata da evidente incapacità politica e da manifesta inefficienza amministrativa. Ultimo esempio lo scandalo dei concorsi universitari. Il tentativo prolungato e ripetuto in questi ultimi 156 anni di relegare il fenomeno del brigantaggio a semplice cronaca criminale, senza indagare sulle cause che lo provocarono e senza approfondire gli effetti che ha prodotto nella società italiana, col semplice e chiaro scopo di coprire gli interessi untuosi della classe liberal-massonica elitaria al potere, è la conseguenza di una mentalità limitata, oscurantistica e negazionista, che ancora oggi produce i suoi nocivi esiti sulla vita delle attuali depauperate popolazioni del Meridione e sui corretti rapporti tra il Nord e il Sud del paese. Rapporti e condizioni imposte con la forza che rischiano di saltare ora che le regioni Puglia e Basilica hanno promosso una Giornata della Memoria delle vittime meridionali del Risorgimento, scatenando una reazione ancora, come sempre, oscurantistica e negazionista, motivata da pseudo e false motivazioni che vedono apparire all’orizzonte un nuovo regno dei Borbone o la preoccupante organizzazione di un leghismo di matrice sudista. Semplici visioni oniriche di chi ha interesse a non affrontare seriamente la revisione storica del nostro Risorgimento. Bisognerebbe chiedere ai docenti del Disum (dipartimento di studi umanistici) dell’Università di Bari e a quelli che hanno promosso una petizione contro la Giornata della Memoria, agli intellettuali e ai politici meridionali da sempre al servizio di interessi contrari alla loro terra, cos’altro serve raccontare perché si possano finalmente onorare le nostre ingiustamente malfamate vittime del Risorgimento. Serve inevitabilmente una seria revisione storica del nostro processo unitario, che tolga il velo posto sui massacri perpetrati, sulle violenze subite anche da donne e bambini, sui paesi rasi al suolo, sugli incarcerati senza accusa, sui fucilati senza processo, sulla legge Pica, sulle infauste leggi fiscali e doganali che condannarono l’economia, sui milioni di emigrati condannati al destino infame di chi è costretto a lasciare la propria terra.
Michele Eugenio Di Carlo
https://www.change.org/p/il-giorno-della-memoria-per-le-vit
#brigantaggio meridionale#Giornata della Memoria delle vittime meridionali del Risorgimento#Michele Eugenio Di Carlo#Pagine della nostra Storia#Spigolature Salentine
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They Say | Nike from Fabio Landi on Vimeo.
Writer & Director: Fabio Landi Cinematographer: Tommaso Terigi Coproduction: Phonoptikon 1AD: Viola Folador Gimbal Operator: Federico Vio 1AC: Michele Di Rienzo Colorist: Claudio Beltrami Voice Over: Tom Bennett Thanks to: Alvise Barbaro spec commercial
fabiolandi.it
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Tommy, quando l'omicidio di un bambino viene dimenticato
11 anni dalla morte di #TommasoOnofri. Ora gli autori dell'omicidio chiedono #permessipremio
11 anni: questa è la data di scadenza di un omicidio. Sì passati proprio 11 anni passati dal barbaro omicidio del piccolo Tommaso Onofri, di soli 18 mesi, e tanto basta per spingere gli autori del delitto a chiedere permessi premio così da avviare il reinserimento.
La madre di Tommy, Paola Pellinghelli, chiede che suo figlio non venga dimenticato dalla giustizia italiana e che agli autori del…
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One-minute teaser for 113 / 2018, an experimental short documentary conceived as a visual exploration of themes of migration, discrimination and integration, prompted by the implementation of controversial migration policies in Italy in 2018. https://vimeo.com/558442818
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Produced by Erich Ahimin, Alessio Dicandia and Davide Marchesi
Written and directed by Davide Marchesi
DOP: Sirio Vanelli Assistant director: Andrea Bertolotti Production manager: Marcantonio Corrieri Camera assistants: Gabriele Gregorig + Gabriele Rossi Steadicam operator: Luca Sportelli Set Design: Arianna Summo w/ Sarah Pendolino + Etienne Nzi Costume Design: Monica Henriquet w/ Maria Schmid Editing: Cristiana Donghi + Davide Marchesi Colorist: Daniel Pallucca Sound recording: Riccardo Barbaro Soundtrack and mixing: Marco Mercuzio Peron a.k.a. Slon Audio post-production: Maurizio Borgna Hair & make-up: Valentina Marzona + Sara Polonghini Set photographers: Viole Merli, Daniele Gattulli and Francesco Summo
Cast - in order of appearance: Fall “King” Samba, Oudou “Freddy” Gouem, Augusto “Bato” Batougate, Ousmane Yaka, Fatou Boudo, Roland Yoccoly, Erich Ahimin, Ndeye Toure Abibatou Dianko and Amy Ndiaye, Joy Ehikioya, Annabel Vitalis Uchenwa, Inelder “Cobra” Da Silva, Amneris and Imany Manicone, Evelyn and Thomas Carbone, Sanata Kone, Moussa Daouda Idrissou, Joseph Kodjo, Savane Mawa, Siriki Ouattara, Alpha Mansaray, Osman Sesay
Special thanks: Marco, Gianni e Franca Marchesi, Nicolangelo e Denis Dicandia, Valeria Scotti, Precious Godfrey, Vanessa Hanschke, Daniel Sul, Astrid Luglio, Luigi Schmid, Marie Chantal Grahou Quinla, Raffaello Juvara, Alexandra Nikolaeva, Adingra Seydou Ouattara, Mario Domina, Marta Dore, Andrea Butera, Federico Gaudimundo, Tommaso Pellegrini, Irene Pelamatti, Ana Gabriela Teran, Oliviero Motta, Milena Minessi e Barbara Mantegazza di Intrecci Cooperativa Sociale, Rho (MI), Giorgio Romagnoni e Ilaria Pasello del Centro Astalli di Trento (TN), Fernanda Torre, Il Pulmino Verde Onlus, Torino (TO), Ilaria Leccardi di APS Cambalache, Alessandria (AL), Alberto e Patrizia al Chiosco da Alberto, via Novate, Comasina, Milano (MI), Comitato Autonomo Abitanti Barona, Milano (MI), Enzo e Gianni di Veneg Car Wash, Segrate (MI), Azienda agricola Le Rovelline, Bilegno (PC), Oratorio San Giuseppe, Milano (MI), F.O.A. Boccaccio, Monza (MI), Camera Service Group and Lombardia Film Commission
a COLOREFILM production
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