#ti aspetto ancora
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“Quindi se trovi una persona che resta
nonostante i tuoi errori,
i tuoi pianti,
le tue giornate no,
le tue lamentele,
le tue crisi,
tienila stretta perché, fidati,
una persona che resta vale più
di tutto l’oro di questo mondo.”
Da “Un raggio di speranza” di Mattia Abbamonte
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Ci sono foglie che si aggrappano ai rami
Perché non vogliono cadere mai
Ci sono stelle che si aggrappano al cielo
Perché si accorgono di finire, sai
Ci sono ubriachi che stringono il bicchiere
Perché è sempre l'ultimo che fa paura
Ci sono uccelli che sentono lo sparo
E contano quanto gli resta ancora
Ed è soltanto una questione di tempo
Quello che serve a salvare un uomo
Il cielo quando è in attesa di un lampo
Una chitarra che aspetta un suono
Una ragazza col cuore in gola
Perché il suo amore non può finire
Il tempo prima della parola
Che non avresti mai voluto dire
E tu, quanto tempo hai?
Tu, quanto amore hai?
Io non ti perdo mai
Ti aspetto al fondo
Di questa strada, sai
Tu, quanto tempo hai?
Quanto tempo hai?
Quanto amore hai?
[Roberto Vecchioni - "Tu, quanto tempo hai?"]
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Addicted
Le tapparelle chiuse. La stanza buia che tutta in una volta si illumina di rosso mettendo a tutti gli oggetti un velo di proibito. Sul letto. Sul tavolo con la bottiglia di vino sopra. Su di te seduto sulla sedia accanto al tavolo. Su di me in piedi di fronte a te. Anche sulla musica che si infila e si intreccia tra di noi. Mi guardi. La tua camicia di lino è aperta. Si vede come si alza e si abbassa il tuo petto quando respiri. Sempre più forte. Hai fatto un sorso dalla bottiglia. Stai passando le dita sulla tua pelle scoperta. Dal petto verso la pancia e poi sopra i pantaloni. Torni sul petto. Lo accarezzi..lo graffi. Hai voglia. Il tuo sguardo mi sta toccando..mi sta facendo a pezzi. Ti sei alzato tenendo ancora la bottiglia in mano. Adesso il tuo viso a 2 centimetri dal mio e la tua mano sta sul mio collo. Mi baci. Ti bacio. Mi lecchi le labbra. E poi mi guardi di nuovo. Passi la tua mano sulla mia guancia e mi dai uno schiaffo. Mi sta bene. Ti sorrido. Il tuo sguardo diventa serio e la mano va dietro la mia testa. Mi raccogli i capelli e tiri la mia testa indietro. Sussuri "Apri la bocca". Lo faccio tirando la lingua fuori. Sputi sopra e poi mi versi il vino in bocca.
- Bevi!
Cerco di bere ma stai versando troppo velocemente e il vino comincia a scolare ovunque su di me. Sulle braccia..sul seno..sulla pancia..sulle gambe. Ti fermi e mi baci bevendo il vino dalla mia bocca. Lasci i miei capelli e mi stringi vicino a te. Il mio seno bagnato schiacciato al tuo petto. Mi graffi la schiena con le unghie. Mi baci il collo..lo lecchi scendendo verso le braccia e le dita. Sanno di vino. Gli prendi in bocca e succhi. Mi guardi negli occhi. E in questo momento non si capisce chi sottomette chi. Salendo passi la tua lingua sulla mia pancia. Ti fermi sul seno. Lo schiafeggi e lo succhi subito dopo. Passi le unghie sopra e sui capezzoli bagnati. Mi lasci i segni addosso.
Non so il perché ma ti fermi e ti allontani. Sparisci nel buio. Sento solo il rumore. Stai cercando qualcosa. Resto ferma e aspetto. So che non devo muovermi da qui. Torni con polaroid in mano. Scatti una foto ai segni che mi hai lasciato sulla pelle. La sventoli e la metti nella tasca dei pantaloni aspettando che sviluppi. Passi le dita sul mio viso e sulle labbra. Gli prendo in bocca e gli succhio. Ti guardo. Tiri fuori le dita e gli metti nella tua bocca succhiandoli. Senti il sapore della mia saliva. Stai attaccato alla mia faccia. Gemi. Sai quanto mi eccita sentirti gemere. Passi le dita bagnate sul mio petto strizzando un po i miei capezzoli facendomi aprire la bocca di nuovo. Le dita scendono ancora...verso linguine..mi toccano leggermente. Senti come mi fa bagnare tutto questo.
Ti togli la cintura dai pantaloni con i miei occhi puntati sulle tue mani. E mentre giochi con i miei capezzoli appena colpiti con la mano avvicini il tuo orecchio alla mia bocca.
- Dimmi dove vuoi essere colpita
Non riesco a non gemere perché le tue dita sopra miei capezzoli mi fanno impazzire e ti rispondo:
- Sul culo
Vai dietro di me e scatti un'altra foto da questa prospettiva. Mi dici di stare ferma e passi la cinta su tutta la mia schiena. Mi fa vivere i brividi. Ti allontani e mi dai un colpo sul culo, e subito un altro veloce. Mi lasci i segni. Ti pieghi e passi la tua lingua sopra. Lo accarezzi per calmare il dolore. Ti alzi e dai altri due colpi..anche sulle cosce. È difficile stare ferma. Ma lo so che ti piace. Ti piace vedermi lottare per mantenere il controllo. Vieni di nuovo davanti a me. Mi baci. Sto cercando i tuoi baci perché mi danno la tregua. Scendi a baciare tutto il mio corpo. Sul collo e di nuovo sul petto, lungo le braccia, giù sulla pancia e sulle cosce.
- Posso toccarti?
- No! Prima devo finire di assaggiare tutto il tuo corpo.
Dalle cosce ti sposti verso il ginocchio e il polpaccio, e poi sui piedi. Lecchi tutto. Ti metti in gioco davanti a me e prendi il mio piede portando le dita sulle tue labbra succhiandoli uno per volta. Mi eccita molto vederti così.
Questo racconto è stato scritto in collaborazione e con l'influenza di una persona che non ci sta più su Tumblr. Però volevo pubblicare lo stesso 🖤
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Ch-ch-changes
🌟 Novità
Le prime impostazioni per le Community sono finalmente disponibili. Gli amministratori possono modificare il nome, la tagline, l'avatar, l'immagine dell'intestazione, i tag e la descrizione. Trovi link a queste impostazioni nella barra laterale della tua Community su desktop o nel menu contestuale su dispositivo mobile.
Il popup degli inviti alla Community ha un nuovo aspetto e ora include un contatore del numero di inviti rimasti.
Nell’intestazione delle Community ora puoi vedere se sono pubbliche o private.
Gli amministratori della Community possono ora promuovere i membri a moderatori. I moderatori possono cancellare i messaggi e la funzione è ancora in fase di sviluppo, quindi può cambiare nelle prossime settimane!
Abbiamo aggiornato l'endpoint dell'API dei post del blog (EN) così da aggiungere opzioni per specificare un ordine e un orario "dopo", a complemento dell'attuale opzione che consente di mostrare i post "prima" di un determinato orario. Se si utilizza l'opzione "prima" e per impostazione predefinita, i post vengono ordinati in ordine cronologico inverso, ovvero decrescente. Con "after" e "sort = asc", invece, puoi ordinare i post dal più vecchio al più recente, a partire da un certo orario.
🛠 Correzioni
Poiché i blog secondari non possono ancora pubblicare sulle Community, sarà sempre selezionato il tuo blog principale quando pubblichi sulle Community.
Alcune attività provenienti dalle Community, come le menzioni nei post e nei commenti, e presto anche gli inviti, ora sono incluse nel totale di attività non lette.
🚧 In corso
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🌱 In arrivo
Stiamo lavorando per rinominare e localizzare le etichette Community in etichette Contenuti nei nostri client ufficiali (Web, iOS e Android), così come le Linee guida della Community nelle Linee guida utente. Ci auguriamo che questo cambiamento eviti confusione riguardo al rapporto tra queste e le Community di Tumblr. Questi articoli sono disponibili in inglese, per ora. Le traduzioni sono in arrivo.
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La mia carne
giuseppe frascà
(9 Dicembre 1991)
Fui io a tenerti
per mano quando, insicuro, muovevi i
primi passi.
Sei cresciuto troppo in fretta e non
sono riuscito a tenere il tuo passo. Ti
vedo come eri ed aspetto di vederti
spuntare da dietro una scusa qualsiasi
per abbracciarti e non farti andare mai
via. Ascolto i ricordi e ti rivedo e mi
rivedo quando il mondo intero era
nostro e nulla poteva rubarcelo.
Poi non tutto va come sognavo e
restano le parole non dette,
i troppi sensi di colpa
e quella paura di non essere riuscita a fare abbastanza
Ascolto i ricordi tra i sorrisi, le
risate di ieri e le lacrime di oggi
quando il giorno finisce e le mie
mani disegnano nell'aria un volto.
Cammina solo un po' con me prima
che il mio tempo finisca. Prendi la
mia mano come io presi la tua
quando i primi passi furono la tua
prima vittoria.
Prendimi per mano, figlio mio, prendimi per mano
e cammina con me per un po'. Vorrei dirti ciò che
ho dentro e mi fa male. Vorrei che tu mi insegnassi
la vita che non ti insegnai. Vieni, siedi con me, solo
per un po' e dimmi se in questa nebbia possono
nascere ancora i fiori. Vorrei parlarti dell'amarezza
che ho, vorrei che tu mi ascoltassi, solo per un po'.
Andiamo verso il mare, come un tempo, solo per
vedere più vicino il tuo orizzonte ed il mio. Prendi i
miei tanti anni e falli tuoi, solo per un po' e, forse
capirai quel dolore lieve che mi accompagna da
sempre. Prendimi per mano e dimmi dei miei tanti
errori ma ti prego non rimproverarmi: nessuno mi
insegnò a vivere ed oggi...non so ancora vivere.
La vita non sempre è tutto come sembra, ma
ogni cosa va vissuta prima di giudicarla,
affinché possa riconoscere il bene ed il male.
Ma tu vai avanti ..anche con il mondo contro.
Votrei insegnerti a credere in te..a non arrenderti,
a prenderti in braccio e portarti in salvo perché,
ahimè, spesso sarai da solo a doverlo fare.
Ma ricorda che le cicatrici hanno una storia
e che ad ogni modo saranno una vittoria.
Vivi ogni giorno come se
fosse l'ultimo. Vivi e non
dimenticare mai i sogni
che un giorno tua madre sognò per te.
Vivi figlio mio
e se ti mancasse la voglia
vivi la vita che io non vissi
perché la vita è solo un sogno.
Sii sempre mio figlio perché il tempo è tiranno
...passa troppo velocemente.
Voglio essere ancora tua madre e carezzarti
il viso mentre stai per dormire
Si, figlio mio, fammi sentire ancora una
volta importante, fammi sentire ancora madre.
Buon compleanno cuore mio❤
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Quando ti ho conosciuto avevo 14 anni, ero una bambina ma ti ho amato dal primo sguardo, da quel sorriso che ci siamo scambiati, da quel "Ciao, come stai?" che mi hai sussurrato, sottovoce.
Ti ho giurato amore dal primo istante. Era la prima volta anche per me: le farfalle nello stomaco, il formicolio sulle dita, il cuore finalmente sereno. Sì, era la prima volta anche per me, ma l'ho sentito forte e chiaro: il mio cuore batteva.
Era la prima volta che mi sentivo forte, e viva.
Quando sei andato via non mi sono sentita solo sola, no, ma completamente persa. Quella fame di te mi si stava divorando dentro, senza lasciar spazio più a nulla. Ho costruito intorno a me muri su muri per proteggermi, mi cercavo ovunque ma non ero da nessuna parte... fino a quando mi sono ritrovata poi nella mia stessa prigione: una gabbia dal quale non si fugge, un labirinto senza via d'uscita. E poi ci ho fatto amicizia, è diventata casa mia. Un luogo sicuro da cui non penetrava un filo di luce, e di aria.
Con l'andare del tempo ho avuto modo di prendere consapevolezza di ciò che mi stava succedendo. Ti ho cercato, perdutamente. E perdutamente ho provato a scordarmi di quella sete di te. Perdutamente annegavo nella valle di lacrime che avevo pianto, e navigavo fra le onde, senza meta, dolcemente. Senza la mia perfetta metà, tu mi completi.
Ti ho amato sottovoce e senza volerlo, ti ho amato con tutti contro, compresa me stessa. E ti ho difeso nonostante la prima ad essere colpita ero stata proprio io. Non eri un mio nemico, ma un mio intimo amico.
Ad oggi, quel rumore è ancora cieco, e assordante, dentro me. Un suono dolce che mi accompagna durante il giorno, ed una ninna nanna che mi culla la sera.
Il desiderio è ancora forte Jhon. Dimenticarti per me è inconcepibile, o meglio, lo è per il mio cuore, per la mia mente, per quei sogni nel cassetto di cui non trovo più la chiave.
Sono trascorsi secoli dall'ultima volta, ma gli anni non potranno mai cancellare quello che è stato. Io ti aspetto ancora, dietro questo muro so che ci sei, ovunque tu sia, la mia mano è quì.
Croce sul cuore.
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”Con te sarò nuovo. Ti dico queste parole nel periodo migliore della mia vita, nel periodo in cui sto bene, in cui ho capito tante cose. Nel periodo in cui mi sono finalmente ricongiunto con la mia gioia. In questo periodo la mia vita è piena, ho tante cose intorno a me che mi piacciono, che mi affascinano. Sto molto bene da solo, e la mia vita senza di te è meravigliosa. Lo so che detto così suona male, ma non fraintendermi, intendo dire che ti chiedo di stare con me non perché senza di te io sia infelice: sarei egoista, bisognoso e interessato alla mia sola felicità, e così tu saresti la mia salvezza. Io ti chiedo di stare con me perché la mia vita in questo momento è veramente meravigliosa, ma con te lo sarebbe ancora di più. Se senza di te vivessi una vita squallida, vuota, misera non avrebbe alcun valore rinunciarci per te. Che valore avresti se tu fossi l'alternativa al nulla, al vuoto, alla tristezza? Più una persona sta bene da sola, e più acquista valore la persona con cui decide di stare. Spero tu possa capire quello che cerco di dirti. Io sto bene da solo ma quando ti ho incontrato è come se in ogni parola che dico nella mia vita ci fosse una lettera del tuo nome, perché alla fine di ogni discorso compari sempre tu…”
Tratto da E’ una vita che ti aspetto
p.s.: scusate per questa sdolcineria, ma trovo che sia bellissima
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Parlerò di te
Quando parlerò di te
non ci sarà il mondo ad ascoltare
Ci sarai tu
tu che mi rincorri
Tu che mi aspetti
Tu che attraversi la notte
io che ti accolgo in me
quando il sole cala
Aspetto la sera
Voglio che tu riposi
sul mio seno
Ti canterò
Le canzoni più belle
quelle che fanno vivere
Quelle con gli occhi
asciutti
Nessuna lacrima cadrà
Ora vivi in me
Famme cuntenta ancora
statte cu 'mme
A vita se ne va
E po?
Laura Neri poesie
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Ti aspetto comunque anche se non lo dico mai, anche se nemmeno so come stai anche se i tuoi occhi sono gli stessi che mi guardavano luccicando senza smettere per un secondo e invece adesso guardano qualcos'altro ti aspetto comunque nelle strade che abbiamo percorso insieme in piena notte per ogni sorriso che hai diviso con me che cammino da sempre col sorriso a metà per ogni sussurro, ogni silenzio in cui ti ho detto tutto, per ogni abbraccio lunghissimo e per tutto il fiato corto che c'ho messo a correre lontano da te per poi scoprire che tanto tu mi abiti dentro. Ti aspetto comunque nonostante il tempo e tutto questo silenzio nonostante gli incubi che faccio nel frattempo nonostante le ferite che ho addosso per colpa della tua indifferenza che prima era amore ed è la cosa che fa più male ti aspetto comunque perché ho ancora addosso le tue mani che percorrono la mia ansia fino a che non torno calma ho ancora addosso gli occhi di sempre, quelli che sanno parlare e curare pure da lontano quelli che sanno capire tutte le cose che nessuno ha capito mai io ti aspetto comunque anche senza saperlo anche quando non voglio ammetterlo perché se solo immagino che un giorno avrò di nuovo i tuoi occhi addosso il brivido che sento vale più di tutta quest'attesa di tutto questo tempo.
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Amore mio nel prossimo futuro ti riempirò così tanto la vita da non lasciarti più scampo, mi impegnerò nello farti stare bene e sul riuscire a darti sempre il meglio di me (anche nel mio peggio). Cercherò di esserci sempre e di proteggerti da chi ti vorrà ferire. In cambio tu però vieni da me e fammi ridere di cuore, così che ti possa scegliere ogni giorno, anche quando o se mi farai piangere.
Amore mio tu ancora non mi conosci, ma io ti aspetto da sempre.
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Ti aspetto come si aspettano i messaggi importanti, come si aspettano I baci, gli abbracci. Ti aspetto con l'ansia, la paura e il cuore in gola. Ti aspetto perche vale la pena aspettarti. Ancora un po, ancora per sempre.
|| Francesca Incutto
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Vorrei tornare a crederci.
Vorrei poter riassaporare la magia del Natale.
Come quando ero piccino e credevo a Babbo Natale, alla bontà dell'uomo e al candore della neve.
Come quando erano piccini i miei figli e mi fecero diventare Babbo Natale, credere nella loro bontà e al silenzio ovattato della neve.
Come quando stanco di sentire della crudeltà dell'uomo verso chiunque, senti la voglia di tornare a credere nella magia di una notte. Che per molti è speciale davvero.
Perché sei un bambino affamato e riceverai una razione più generosa di cibo.
Perché sei un ragazzino, che rivedrà seduti allo stesso tavolo mamma e papà che non si parlano più.
Perché sei povero e all'addiaccio e per una notte sentirai il calore umano scaldarti il cuore.
Perché sei in difficoltà economica e la tredicesima ti aiuterà a pagare qualcosina in più.
Vorrei trovare conforto, vorrei dare conforto.
La magia è lo scambiarsi buone azioni e non solo darle o riceverle.
Una carezza a un cuore freddo, un abbraccio a un'anima persa e protezione a chi sente paura. I doni migliori.
Vorrei esprime un desiderio, grande.
Che gli occhi di chi ha paura non debbano mai vederlo il terrore.
Che nessuno debba più sentire i timpani saltare per un'esplosione fragorosa, oppure il corpo trafitto dalle lame o, ancora, mani che si stringono troppo forte attorno al collo.
Ho bisogno di credere in questo Natale, anche se non sono più un bambino e padre di ragazzi ora consapevoli.
Perché sono un uomo diverso, che sa riconoscere il valore di coloro che sono ritenuti inferiori o ultimi per retaggi di un passato buio.
Aspetto questo Natale, cercando di tramutarlo in forza interiore e non respingerlo come negli anni passati.
E mentre lo aspetto, il ritornello di una canzone di qualche anno fa riecheggia come in un loop nel mio cervello: "immensamente Giulia..."
#libero de mente#frase#pensiero#vita#amore#Natale#Giulia Cecchettin#violenza#bambini#crederci#umanità#pace
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Ma quanto ci metti a venire da me?
Io non so nemmeno da quanto ti aspetto.
Guardo gli orari di treni che non esistono
per venirti a cercare in luoghi che non conosco
in una vita che deve ancora arrivare.
Facciamo un gioco.
Io non ti cerco più.
E tu mi accadi adesso.
Fabrizio Caramagna
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Da non credere cosa può capitare a voler essere gentile con i vicini di casa.
Si erano trasferiti nel condominio da qualche settimana. Padre, madre e un ragazzo adolescente. Non si erano presentati e così mi è sembrato un gesto di buon vicinato andare a bussare io alla porta, e portare un dolce di benvenuto, fatto con le mie mani.
Quando ho suonato il campanello nessuno ha risposto e avevo già girato le spalle per tornarmene nel mio appartamento.
Quando si apre la porta. È il figlio.
“Ciao, gli dico, sono la signora Margherita, quella del piano di sopra. Volevo presentarmi a tuo padre e tua madre e ho portato una piccola torta che ho preparato per darvi il benvenuto….”
Il ragazzo è stranamente tutto rosso in volto. È in tuta e con tutte e due le mani tira verso il basso il bordo della felpa, come se dovesse nascondere qualcosa.
Sono abbastanza vecchia, ed esperta di ragazzi: ho capito subito che, complice il fatto che la casa fosse vuota, stava facendo qualcosa …che avevo interrotto…..
“Mamma e papà non ci sono….” Infatti dice, con un filo di voce. Non un buongiorno, non un grazie, chiaramente imbarazzato. Tanto imbarazzato, e tanto occupato a tirare giù la felpa con le due mani, che non fa nemmeno il gesto di prendermi la torta dalle mani. Sono io che devo chiedergli:
“La torta, posso lasciarla almeno, o devo riportarmela via?” Sorridendo.
A quel punto capisce di esser stato maleducato…”Ah si, prego, scusi” farfuglia. Si scosta dalla soglia, mi fa entrare, ma di prendere questa dannata torta non se ne parla. È evidente che il ragazzino si stava masturbando in beata solitudine e che io lo ho interrotto…..e che il cosino ancora non ne vuol sapere di abbassarsi…
“La poggio in cucina?” chiedo e lui non risponde ma fa cenno di sì con il capo.
Potrei andare via, a questo punto, ma sono molto divertita dalla situazione….e anche un po’ intrigata dall’ immaginare che quella felpa cerca di nascondere un bel pene duro….
Così, senza nemmeno chiederglielo, mi vado a sedere sul divano. Gli sorrido. Mi metto comoda e accavallo le gambe. Faccio cenno con la mano di sedersi vicino a me. “Come ti chiami?”
“Antonio…” risponde a bassa voce. Si vede che soffre per l’imbarazzo, ma non riesce a dire di no alla richiesta di una adulta, e così si viene a sedere vicino a me.
Eh si, l’erezione si vede tutta. Si stava masturbando, chiaramente, tesoro, e forse la mia gonna corta, le calze, quei bottoni della camicetta che con nonchalance ho sbottonato, non aiutano il suo pisellone a ritrovare la quiete.
Lo guardo bene. È carino. Un bocconcino. Mi avvicino a lui. Metto la mia mano sulla sua, per essere pronta a trattenerlo se, impaurito, tentasse di scappar via. I suoi occhi vanno dalle mie cosce al seno. Il pomo d’Adamo nel collo fa su e giù.
“Che hai da guardare, tesoro?” Guido la sua mano sulla mia gamba. Non oppone resistenza, bene. “Forse ti piaccio?”
Resta con la bocca aperta, ma non risponde. Mi chino su di lui, con l’altra mano gli prendo il mento fra le dita, guido la sua bocca verso la mia e lo bacio sulle labbra, facendogliele aprire finché la mia lingua non scivola dentro la sua bocca.
La mia mano lascia la sua che mi sfiora le gambe e va a controllare quanto sia duro sotto la tuta. Con piacere sento non solo che lo è, e tanto, ma anche che sotto la tuta non ha nulla: deve essersi rivestito davvero di fretta quando ho bussato.
Gli abbasso la tuta, continuando a tenergli la lingua in bocca, glielo scopro e lo accarezzo. Lo sento gemere, ma non lo faccio venire, non lì in salone.
“Vieni, mostrami dove è la tua stanza ….” Gli dico prendendolo per mano.
In camera sua lo spingo sul letto, gli ho tolto la felpa, i pantaloni della tuta abbassati sotto le ginocchia. In piedi davanti a lui mi tolgo le mutandine.
“Quando tornano i tuoi?” “Alle 6”, balbetta. “Ottimo” e gli sono di sopra, liberando i seni e dandoglieli da succhiare mentre mi impossesso del suo cazzo per scoparmelo come si deve.
“Da oggi ti aspetto a casa mia ogni giorno a quest’ora, intesi?”, mentre comincia a gemere sotto di me, “e basta seghe!”
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Ti aspetto altrove.
“Ti aspetto altrove”, perché solo lì potrei farlo: in un’altra vita, in un’altra epoca, in un altro mondo. Siamo incatenati, e mi è impossibile essere totalmente me stesso al 100%. Viviamo una vita viziata dal condizionamento altrui, da direzioni stabilite in modo predeterminato, da decisioni che calano dall’alto di un potere materiale. Siamo schiavi e vittime di una realtà artificiale che ci ha irrimediabilmente ingabbiato per sempre, qui. Siamo parvenza di verità, bugie celate male, paure preponderanti. Siamo pedine di un sistema arzigogolato che però svolge egregiamente il suo lavoro. Siamo sempre meno umani, e sempre più involucri. Tu troverai sempre un ragazzo normale nella tua vita, non me. Perché io non posso essere trovato, io m’impedisco di farmi trovare. Mi celo dietro un’aura da bravo ragazzo che mi compete, mi caratterizza, ma al contempo mi limita anche. Ti aspetto altrove perché qui non potrei trattarti come vorrei. Non potrei dettarti la linea, non potrei tenere il polso della situazione, non potrei amarti follemente come vorrei. Finirei invece col far sbiadire la lucidità che serve per sopravvivere, col non rispettare i limiti del buon senso, col tenermi a bada ancor più di quanto faccio, naturalmente, di già. Sfocerei nel totale estremismo che qui e ora mi delinea e basta, sullo sfondo, marginalmente. Ma la carne che brucia può farlo davvero solo altrove, col dolore lancinante che diviene il piacere più ricercato ma (qui) negato. Con la propensione all’esplorazione totale, e non parziale. Con l’annullamento della negazione, del rifiuto, del rinvio. “Quando e come voglio”, e qui non è possibile. Non è una sconfitta, non mi sento vinto. È un cielo cupo, che non sfocia mai in un temporale. Un perenne stato di inquietudine, nel quale il sole non s’affaccia quasi mai. Il mondo è una grande distesa, ma dove può esserci realmente spazio per due spiriti che voglion sfuggire a tutto? Donne che odiano gli uomini, uomini che riescono a farsi odiare molto bene, discriminazioni, princìpi violati. E ancora ruoli confusi, tabelle di marcia non rispettate, libertà fittizie che si sostituiscono a quella unica e vera. Ci nascondiamo dietro ai silenzi, e alle parole che usiamo per cercare di non farci cogliere in flagranza, mentre andiamo a caccia di silenzi. Un fiume di frasi sprecate, inutili, sciocche, ripetute, retoriche, inconsistenti. Suoni che nulla aggiungono alla melodia della vita. Ma mai è la verità, quella che si tocca davvero. E quindi io ti aspetto altrove perché è solo altrove, che potrei farti quello che voglio. Solo lì, potresti vedermi davvero senza compromessi, senza taciti accordi, senza che debba sempre precisare e puntualizzare tutto. Solo lì potrei sciogliermi, e donarti tutto me stesso. Solo lì, potrei dare vita all’amore più grande di sempre. Questo blog è un modo per riflettere su ciò che non va, e che di fatto non può essere cambiato. Il muro non sarà abbattuto, è troppo resistente. Come la mia corazza. E voltiamo pagina.
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Non ti voglio pensare..
Aspetto che i ricordi di te diventino più morbidi, più sfumati, meno taglienti.
Ancora ci si può far male, se provo a guardarci dentro.
* Fabrizio Caramagna *
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