#sto un po' piangendo
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scusate ma il regalo che vian ha fatto al pessi 😭
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.💛🧡❤️ 🥺
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Vabbè sono stati belli? Sono stati bravi? Nicolas ha cantato? Matteo è riuscito a non infartare
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Bez cries to this. Btw.
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Io comunque non ce la faccio più. Sto piangendo, ma non dagli occhi, dalle orecchie. E qui non si vede la fine...
Tra un po' mollo.
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posso azzardarmi a dire che è davvero un po’ imbarazzante guardare questa francia? La mancanza di gioco per una rosa del genere è da denuncia. Allenatore nullo, sto piangendo ma come cazzo giocano
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è da giorni che penso a questo messaggio e a come scriverlo, ho avuto questa discussione nella mia testa centinaia di volte.
sono stanca.
e sono stanca di definirmi così, uso questo aggettivo su di me da così tanto tempo che spesso mi sembra che non ci sia nientaltro da dire.
"che persona è Sophie?" "stanca".
descrizione completa della mia persona.
in questi giorni non faccio altro che piangere, in continuazione, anche per le cose sciocche.
mi cade dello zucchero? è un chiaro segno della mia incompetenza. pianto di tre ore.
la lavatrice non centrifuga? sono assolutamente inadatta a qualsiasi ruolo. altro pianto.
sto piangendo talmente tanto che i miei occhi ormai si sono abituati, rimangono gonfi e rossi a priori, così posso simpaticamente dire che in realtà mi sono spaccata di canne.
ho perso le mie uniche due amiche e mio padre nel giro di un mese.
solo che se le prime sono vive e vegete ma semplicemente se ne battono il cazzo, l'altro è morto e sepolto (più o meno, direi cremato).
non mi sono mai sentita così sola in vita mia e così incapace di chiedere aiuto.
che poi, mi sono fatta pure un tatuaggio sulla difficoltà di chiedere aiuto. cosa pretendevo da me stessa?
io so di non meritare molte cose che sto vivendo adesso. lo so, è così, ci dev'essere stato qualcosa che è andato storto e adesso mi ritrovo ad essere il guscio vuoto di ciò che una volta ero.
mi ero ripromessa di non volermi più sentire così.
invece dopo anni sono nuovamente qui, a sentirmi ancora peggio per gli stessi atteggiamenti.
a sentirmi nuovamente nessuno, piccola e inutile. la persona che puoi mettere sulla mensola per poi dimenticatene, come se fosse un soprammobile.
ora, io mi impegno sempre un sacco.
nei rapporti umani posso permettermi di dire di essere una fuoriclasse.
cene, uscite, mostre, concerti, viaggi, shopping, ti porto anche i fare i brunch se vuoi.
quando arrivo a dirti che ti voglio bene, lo percepisci che è reale, che quel "bene" lo puoi quasi toccare, perché è effettivamente lì.
ecco, ora io non so mai come interpretare il bene che mi viene detto e che poi, quando c'è da dimostrarlo, non si può toccare.
quando la persona che me lo ha detto quel "ti voglio bene" sparisce e basta a fronte di uno dei periodi più brutti e tosti della tua vita.
anzi, proprio il più brutto.
come devo interpretare il tutto? era un ti voglio bene a tempo determinato? a progetto? un po' lo stagista dei ti voglio bene?
non so se queste persone si rendono conto di ciò che lasciano e del male che fanno.
non so se si rendono conto che determinati gesti fatto e che il tempo speso non è dovuto, anzi, determinate cose vanno guadagnate e bisogna esserne anche grati; il tempo è la nostra risorsa più importante e mi avvilisce notare come la utilizziamo accanto a persone che non se ne fanno nulla.
smetterò mai di sentirmi così?
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è da un po' che mi frullano in testa dei pensieri un po' slegati che non riesco mai a buttare giù e mettere in ordine, vediamo se stavolta ci riesco.
io credo che ognuno di noi abbia un bagaglio con se. per la precisione uno di quelli senza ruote, lo immagino più come un baule con una maniglia. lo portiamo dovunque andiamo, sempre. negli anni lo riempiamo delle nostre esperienze, positive e negative, e ciò che più di tutto lo rende pesante da trasportare è ciò che ci ha fatto male. questo lascia intendere che c'è chi ha un bagaglio più leggero, e chi ha un bagaglio più pesante. ecco, è come se sentissi che il mio bagaglio è diventato troppo pesante. non mi piace il vittimismo, mi sento sempre quasi in colpa al pensiero di dire ad alta voce tutto questo, infatti lo sto chiamando vittimismo anche se in realtà non credo neanche che lo sia davvero. per essere breve, va a finire che non sono mai queste le cose di cui parlo con le persone, neanche con chi mi è più vicino come alcuni amici o la famiglia. questo bagaglio, questo baule, lo sento più pesante ad ogni passo che faccio, ogni giorno che vivo. si stanno accumulando tante cose al suo interno, tante provocate da persone da cui non me lo sarei neanche aspettata, e questo ne raddoppia il peso. ognuno di noi ha un bagaglio, e alcuni giorni pesa più di altri. poi, credo che se hai qualcuno che ti aiuti a trasportarlo, non sembri neanche più cosi pesante. e forse è proprio questo il punto, forse è trasportarlo continuamente da sola da così tanto tempo, che mi sta sfinendo. ma come si fa a capire di chi fidarsi per trasportarlo assieme? come faccio ad essere sicura che non lo spalanchi davanti a tutti e butti fuori tutto quanto, lasciandomi poi sola di nuovo a rimettere a posto? come faccio ad essere sicura che quella persona non usi proprio quelle cose trovate all'interno del baule per ferirmi? è più facile, se sai dove colpire. ed è più facile, se chi vuoi colpire è già a terra, se è già sanguinante. e ciò che rende il tutto ancora più facile, e disgustoso da fuori, e devastante da dentro, è la consapevolezza che chi è a terra non ti farà nulla neanche dopo che avrai finito, perché ti ha lasciato aprire il suo baule e sarà troppo sofferente e troppo impegnata a rimetterne insieme i pezzi, una volta che l'avrai rivoltato. ecco, a volte quando questo baule non riesco più a portarlo e inizio ad inciampare e cascare a terra piangendo, quasi mi pento di non aver fatto o detto qualcosa dopo, a quelle persone. ma in fondo, cosa avrei potuto fare? a cosa sarebbe servito? poi infatti ci penso meglio, e non mi pento affatto di essere una brava persona, di non aver causato a qualcun altro lo stesso dolore che ha causato a me, e di averle aiutate dopo quando avevano bisogno, fregandomene del prima. l'unica cosa di cui posso pentirmi è di non aver ascoltato quel dolore prima, ai primi oggetti buttati con foga fuori dal baule, posso chiedermi scusa perché oggi avrei vissuto meglio senza tutte quelle scene impresse nella mente. non sono frammenti, io non ho frammenti, ho lungometraggi. ricordo ogni cosa, ogni singolo secondo. potrei chiedermi scusa, si, ma ancora non riesco, non mi sono affatto perdonata, per averlo permesso. per fortuna non sogno quasi mai, almeno sono scene che vedo e rivivo soltanto durante il giorno. e questo bagaglio è pieno zeppo di queste scene, e pesa tantissimo, e con le braccia non ce la faccio più a portarlo, e continuo ad attirare l'attenzione quando passo, che si nota che trasporto qualcosa che pesa più di me e arranco da morire, e mi si legge in faccia, e sono come un'incidente stradale che tutti si fermano a guardare.
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Nell'ultimo anno e mezzo ho fatto un sacco di visite mediche per tanti motivi differenti. Riflettendoci mi rendo conto che molti lavori hanno bisogno di empatia nei confronti dei pazienti/clienti/studenti etc e di passione. Per me puoi essere un luminario bravissimo a livello pratico, però se poi mi tratti di merda (magari in un momento in cui sono anche giù perché sto male) e tutto quello che mi è successo con alcuni medici boh. Io non posso uscire da una visita medica che pago 200 euro nel privato (perché nel pubblico lasciamo perdere che è meglio) piangendo perché, oltre a non trovarmi una soluzione o almeno provarci perché non mi ascolti, mi fai letteralmente body shaming in quanto sono troppo magra secondo i tuoi standard. E questo è un esempio.
Ma come il mestiere dell'insegnante e molti altri, a parer mio non basta spiegarmi che gli etruschi hanno fatto una cosa piuttosto che un'altra, bisogna creare un percorso (con tutte le accezioni del caso), trasmettere la propria passione etc.
Ogni tanto rimango un po' sconvolta da alcune cose che vedo o mi succedono.
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Io un po' sto piangendo
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Mettiamola così: contare tutte le stelle è difficile, ma non impossibile. Un po' alla volta, una notte dopo l'altra, ce la farai. Ti auguro di diventare quello che desideri prendendo il tempo di cui necessiti senza mai perdere il conto. ;)
Buona fortuna! ✨️
Ps. rispondo al tuo rebblog circa il mio post sul contare le stelle.
non sto piangendo, mi è solo entrato il punto esclamativo in un occhio.
Grazie mille, sul serio.
mi hai rallegrato la giornata🫶🏻
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In questi situazioni capisci chi davvero pensa a te. E si preoccupa di te. Non quella persona che pensi..che speri. Noo.. Ma quella persona che non ti conosce per niente. Guarda soltanto le tue foto. Però chiede come stai a distanza del tempo. Cerca di aiutarti e dare qualche consiglio o dire qualcosa solo per tirarti su. E invece quell'altra persona sta nel suo mondo..sa che stavi male da stamattina..ma non ha scritto più a chiedere come stai..se ti senti meglio o no. ZERO. Di nuovo. E sicuramente non leggerà neanche questo perché è più alto di questo. Guardare la mia pagina. Leggere le cose che scrivo. Però tenermi sempre vicino al guinzaglio corto.
Forse ho scritto un po confuso ma sto piangendo dal dolore e indifferenza di certe persone.. a quella che ci tieni
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Oggi tra un esame e l’altro ho aspettato in corridoio, dormendo quasi tutto il tempo. Ho spaventato la tizia seduta davanti a me perché ho fatto un incubo e mi sono lamentata. L’incubo consisteva nel mio psichiatra che si trasformava in mio padre - o viceversa - che abbracciavo e il quale pregavo di non andarsene mai più. Sono anni che non dico a nessuno che mi manchi, che sto male per la tua assenza; lo trovo inutile, gli altri che potrebbero dirmi, Sei morto, non c’è nulla da fare. Diventerebbe una scena patetica, il malcapitato starebbe lì imbarazzato senza sapere cosa dire. Anche quando ero piccola soffrivo perché non c’eri, quando mi lasciavi a scuola, e tutti i miei compagni piangevano perché gli mancavano i genitori, ma io no, mai. Non ho mai pianto, anche se mi mancavi, mi mancavi tanto, papà. È tutta la vita che mi sento la bambina che piange fuori scuola perché le manca il papà che si è dimenticato di venirla a prendere. Oggi che di anni ne ho 24 sono un po’ stanca di fingere che non mi manchi, che non ti pensi, che sia assolutamente normale sognare di implorarti di restare tra un esame e l’altro sulla poltroncina di un corridoio. Quindi, almeno per questa volta: vienimi a prendere a scuola papà. Sto piangendo come tutti gli altri bambini che fanno i capricci. Mi manchi. Sono ancora (e lo sarò per sempre) la bambina col grembiulino rosa che ti aspetta sotto scuola. Almeno per questa volta: vieni. Non farti implorare. Io ti aspetto. È tutta la vita che ti aspetto.
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Niente scusate sto un po' piangendo guardando le storie di Domenico
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oggi seconda giornata di lavoro. stavo per mettere nel sacchetto la merce non passata sullo scanner? sì. ma fa niente, era il mio secondo giorno. devo studicchiare millemila modelli di reggiseni, maglieria, pigiami, mutandine. ho trovato un lavoro, e dovrei essere felice. ma ho paura del percorso, ho paura che questo lavoro vada davvero bene e di ricevere offerte lavorative più importanti e poter restare in questo ambiente che in realtà non mi fa schifo, non mi fa sentire a disagio, anzi mi fa sentire parte di qualcosa, cosa che cercavo da tanto tempo.
nonostante ciò, una parte di me sta piangendo e trema dalla paura perché sogna di fare il medico. piange per i tentativi non andati, per le speranze che ancora parlano e non si zittiscono mai, per la voglia che ha di eccellere e vestirmi come vuole. non si arrenderà mai, e mi fa paura. mi fanno paura entrambe le parti.
la rabbia che provo è rivolta alle mie decisioni passate discutibili, specie a 19 anni quando avrei dovuto piuttosto riflettere a lungo termine e non l’ho fatto mentre mi ritrovo a farlo adesso con l’acqua alla gola per il tempo che inesorabilmente scorre.
la rabbia si riversa anche sulla mia condizione economica molto precaria, alla consapevolezza che se fossi stata ricca avrei potuto realizzare qualsiasi mio sogno con un po’ di forza di volontà e tempo in più.
coccolo questa parte di me convulsa con la tagliente carezza delle poesie che sto scrivendo più spesso del solito, e la speranza un po’ più concreta di poter pubblicare la mia prima raccolta prossimamente. mancano poche poesie e finalmente manderò il manoscritto alle case editrici. non si fanno soldi con la poesia, non leggerà quasi nessuno i miei pensieri, molto probabilmente, se non i miei amici. ma sarà un successo per me, se accadrà. mi renderà meno mediocre, e più vicina all’ eccezionale.
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The Choice
Precisamente da 1 mese a sta parte, ho aperto ogni giorno questa app in attesa di un tuo messaggio. 30 giorni almeno 2 volte al giorno, mattina e sera, con la speranza di un segnale. Avrei voluto farti capire com'è la situazione, che sto per andare a convivere, ma prima di farlo volevo sapere se tra noi non c'era più la minima speranza. So tu dirai che sono matta, che dopo così tanto tempo separati, non ci sarebbe stata, ma io in fondo lo sai, ci ho sempre creduto. Quando tu dimostravi che non c'erano sentimenti , io sapevo che era perché eri ferito dal passato e ti assecondavo..ma quanto stavamo bene quelle notti? Era un mix tra rancore, odio, amore e passione, semplicemente volevo di più. So che se fossimo tornati noi, saremmo stati al centro dei commenti di tutti, ma io me ne sarei fregata. So che se fossimo tornati noi, sarebbe stato difficile, perché non ci fidiamo l'uno dell'altro..ma so che se fossimo tornati noi, con un po di forza di volontà e ripartendo da un nuovo punto, non da dove ci siamo lasciati, saremmo potuti diventare la cosa più bella del mondo. Quanto era bello trovarsi in mezzo alle persone e guardarsi con la voglia di baciarsi? Quanto era bello guardarti mentre mi dicevi "stasera sei bellissima, dopo sei mia"? Quanto era bello chiamarsi e scappare via da tutto il resto, perché era il nostro momento? Quanto era bello abbracciarsi mentre lo facevamo? O ridere mentre cercavamo di non farci sentire in casa? Quanto era bello andare a mangiare insieme e fare gli scemi a tavola? Mentre sotto il tavolo mi toccavi le gambe delicatamente e mi guardavi con aria di "ti voglio" e non ci importava niente di chi ci vedeva..sorrido a pensarci..Ogni volta era sempre più bello
Si ho incontrato un altra persona, che mi ama così come sono, ogni lato di me, anche il peggiore, che sa ogni storia e che vede in me comunque la donna migliore del mondo..ma io sono ancora legata a te, ti sogno la notte e mi sveglio piangendo, ti penso in ogni gesto e in ogni canzone, so che sembra assurdo..ma pensaci bene da quando abbiamo 15 anni in una maniera o nell'altra siamo sempre tornati noi..è impossibile staccarsi dal primo amore. Ti vedo con lei quando so delle cose che tu non sai, ma non mi sono mai permessa di dire per non ferirti, se la reputi sincera dovrai deciderlo tu, sappi che non lo è. Avrei voluto che tu decidessi di amare di nuovo me, quando ero lì per te, ma eri impegnato solo a fare quello che non se ne fregava di nulla e adesso mi sento cosi impotente e tanto orgogliosa di non cercarti, perché so che tu non vuoi, sennò lo avresti fatto. Devo imparare a chiudere per sempre questo capitolo, ma ho il tempo fino a mezzanotte di Capodanno. Dopo 10 anni direi che possiamo anche chiuderla per sempre o aprirla di nuovo, ma seriamente. A te la scelta.
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