#stammi addosso
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Stammi
Addosso
Che
Vicino
È
Troppo
Lontano... ♠️🔥
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Stammi addosso,
che vicino è troppo lontano.
B. Hoffman
#me soltanto me#ti sto ancora aspettando#a te che non esisti#soulversations#poco prima di stringerti a me
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Stammi dentro. Con il sorriso. Addosso. Stretto. Cucito alla mia pelle. In silenzio. Sdraiato sull’ala della giovinezza perché possa sentire il brivido del volo. Stammi accanto. Molto vicino. Senza fare ombra alla mia, ché possa trovare da sola la luce di esser donna. Intorno. Nel respiro. Nel pensiero. A trattenere la paura, ché non possa più fuggire da questa landa di felicità. Stammi. Decidi tu dove. Il come è già accaduto.
Valeria di Felice
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Stammi addosso
che vicino è
troppo lontano.
..:: SdB ::..
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stammi addosso che vicino è troppo lontano
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Stammi addosso, che vicino è troppo lontano.
attribuita a Brian Hoffman
Art: Carmen Alberti
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stammi addosso e vedi come divento un fantasma.
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Stammi addosso, che vicino è troppo lontano.
Brian Hoffman
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Selvatica - 4. Lijepa djevojka
Ante fece sedere Corinna in macchina e chiuse la portiera. In un primo momento, quando l'aveva vista gettare l'acqua addosso all'uomo che le sedeva accanto, aveva pensato che fosse pazza. Poi però l'aveva guardata negli occhi e qualcosa dentro di lui si era spezzato. Nel suo sguardo c'era indignazione e ribrezzo. Quell'uomo l'aveva toccata senza il suo permesso, l'aveva fatta sentire un oggetto.
L'aveva presa per mano e portata via prima di combinare un casino. Non era un fatto insolito per quel tipo di gente uscire con belle ragazze giovani che pagavano per farsi accompagnare, nella sua vita da calciatore ne aveva viste davvero di tutti i colori. Ma non riusciva a capire cosa avesse potuto far fraintendere quell'uomo. Corinna non era vestita in modo provocante, né si era comportata come se la sua presenza dovesse allietare la cena. Anzi, era stata molto riservata. Per di più aveva visto come l'uomo l'aveva guardata appena arrivati. Le sorrise, aveva l'aria pensierosa.
«Dove vivi? Imposto il navigatore.»
«Faccio io.»
Lei si sporse verso il cruscotto, muovendo le dita sulla tastiera touch. Sentiva uno strano dispiacere per quella ragazza. Aveva detto che era stata importunata da due uomini prima di incontrare lui e poi quell'ulteriore fatto spiacevole. Però rimaneva fiera. Non era crollata in pianti isterici, né si era messa a tremare tutta, in cerca di un sostegno da parte sua. Aveva tirato fuori gli artigli, proprio come una gattina selvatica.
Gli prudevano le mani dalla voglia di tornare dentro e spaccare la faccia a quell'idiota.
«Come ti senti?» le chiese, quando lei tornò a poggiare la schiena contro il sedile.
«Sto bene. Però mi sento in colpa per quello che ti ho fatto.»
Ante scosse la testa. Provò lo strano impulso di accarezzarla. «Non preoccuparti, non è un problema così grave.»
«Ma adesso hai perso il contratto. Per colpa mia.»
Il cellulare vibrò nella tasca. Lo tirò fuori e lo spense senza neanche guardare. «Corinna, per favore basta.»
«E non hai neanche cenato.»
Ante si girò a guardarla. «Hai fame?» L'avrebbe portata a cena fuori più che volentieri.
Un sorriso delicato le spuntò sulle labbra. «No. Mi si è chiuso lo stomaco, ma...»
«Per favore non dirmi che ti senti in colpa. Non lo reggerei. Ti faccio scendere dalla macchina.»
Corinna rise e lui la guardò di sottecchi. Aveva una bella risata.
«Va bene, non dico più nulla.»
«No, per favore, non far sprofondare questa macchina nel silenzio. Dimmi qualcosa, quello che vuoi.»
«Ok, allora... da quanto tempo sei in Italia?»
«Sono al Milan da un anno, ma ero già stato in Italia, alla Fiorentina e al Verona. Tu non segui il calcio?» Sentiva lo sguardo di lei addosso, ma continuò a guardare la strada.
«No.»
Lo immaginava. «E che fai oltre ad andare in giro per musei?»
Corinna sorrise ancora. Lui la vide con la coda dell'occhio. Si stava sentendo bene con lei. Era rilassato, nonostante la serataccia. E poi lei era distante, nel suo mondo e lui aveva voglia di sapere dove fosse. Per un attimo gli pass�� per la mente di chiederle di più su quello che le era accaduto. Di sicuro era lì con la testa.
«Chi ti dice che vado in giro per musei?»
Lui si voltò. Sorrideva e lo fissava. «Non lo so, visto che studi storia dell'arte...»
«Già. Mi piace tantissimo andare ai musei.»
Ante sorrise, ma subito tornò serio sentendo il navigatore che segnalava l'arrivo. «Siamo arrivati?» Non potevano già essere arrivati.
«Sì. È proprio qui.»
Corinna girò il corpo verso di lui quando accostò. «Non so davvero come ringraziarti per quello che hai fatto per me, stasera.»
Si sporse e lo abbracciò. Lui rimase sorpreso. La abbracciò a sua volta, sentendo le note delicate del suo odore, toccando la morbidezza dei suoi riccioli sulla schiena.
«Mi raccomando, cerca di stare lontana dai guai.»
Accennò un sorriso. Ante non voleva che andasse via. «Ciao Ante.»
«Ciao Corinna.»
Lei aprì lo sportello. «A proposito, qual è il tuo cognome?»
«Rebić.»
«Ciao Ante Rebić, stammi bene.»
«Ciao, lijepa djevoika.»
Lei aggrottò la fronte e sorrise prima di chiudere lo sportello. Sapeva che non avrebbe mai capito quello che le aveva appena detto. Solo la verità, era una "ragazza bellissima". Aspettò che entrasse nel portone prima di ripartire. Ante era circondato da ragazze belle, tutti i suoi amici e compagni avevano fidanzate super sexy, conoscevano ragazze dal fisico prorompente e la testa vuota come zucche. Corinna era bella in maniera selvaggia, con quella chioma di capelli indomiti e il viso pulito.
Corinna, che se ne era andata via senza neanche lasciargli il suo numero. Proprio nel momento in cui avrebbe voluto restare ancora un po' con lei.
Ante sorrise, sapeva dove abitava e dove lavorava. Poteva bastare.
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Stammi addosso, che vicino è troppo lontano.
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Sei diventato arrogante. È un peccato. 🌸
Ti svelo un segreto: Nessuno deve fare niente per te, sei tu che devi fare le cose per te stesso, se ti limiti a stare in attesa ed a piangerti addosso sperando che arrivi l'eroe delle favole a salvarti, il mondo non piangerà con te, ma osserverà la tua immobilità nell'attesa che tu diventi l'eroe di te stesso, cosa che evidentemente, tu, non sei disposto a diventare perché troppo comodo aggrapparsi al dolore e sperare che qualcuno lo scacci via al posto tuo.
Perciò che ti serva o meno, almeno io, a differenza del mondo, una spinta ho provato a dartela, ma sta a te continuare a rifugiati nel dolore e stare a testa bassa dinanzi al mondo che ti guarda, o affrontare questo dolore ed uscirne a testa alta.
Detto ciò, stammi bene L. 🌸
Non sono diventato arrogante. Proprio tu mi fai la morale ? Dopo che sei scomparsa senza una spiegazione e poi dopo quasi un anno te ne esci con " ti osservo". Non ho mai chiesto niente a nessuno e non aspetto nessuno
Stammi bene
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Stammi addosso!
Perché vicino è troppo lontano.
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"Le altre non ci parlo non le guardo
Perché in testa ho solo un nome
Ed è il tuo
Te che illumini ogni mio giorno buio
Solo con te mi sento qualcuno
Te che su un milione giuro nessuno
(Giuro nessuno)
Sono vuoto dentro
Sono perso
Nato in mezzo all'odio
Vorrei un poco del tuo affetto
Stammi più vicino
Voglio addosso il tuo respiro
Cosicché mi sento ancora vivo
Ancora vivo"
{Lonely ~Sacky}
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Stammi addosso, che vicino è troppo lontano.
|| Brian Hoffman
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Purgatorio XIII
Purgatorio XIII. Gli invidiosi... che passarano la vita con gli occhi addosso agli altri.. divorando con lo sguardo e l'invidia le altrui esistenze.. ora non vedono. Gli occhi cuciti e devono fare affidamento l'uno con altro per avanzare.
L'invidioso.. avvelenamento dello sguardo...un godere del male dell'altro più che del bene altrui... Non cercare la propria felicità ma 'spiare' quella altrui.. una prospettiva ribaltata: si rinuncia al bene, per fare del 'dolore' dell'invidiato (che si spera.. chi gode di più dell'invidioso che vede devastato l'oggetto/soggetto del suo 'pasto' continuo?) uno 'scopo'.
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Dante (o Dio) è geniale: ora non puoi vedere più nulla.. e devi fare affadimento su altri ciechi... dal 'Voglio vedere la tua rovina" al "Ti prego, stammi vicino.. e sostiniemi.. o capito che tu sei importante... il tuo bene è il mio bene"...
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Che immensa lezione. Immensa e commovente.
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