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Tutto quello che succede a Ibiza (non) rimane a Ibiza - Seconda Parte
UPDATE 2021: visto che è passato quasi un anno dalla pubblicazione della mia prima fanfiction, ho deciso di darle una sistemata per riproporla a chi ancora non l’ha letta o a chi ai tempi piacque e vuole rileggerla… Perché oltre a Sanremo, anche Ibiza è Ibiza!
Come ho promesso in questo post, da brava tassorosso mantengo la mia promessa ed ecco qui la seconda parte!
Parole: 3527
Fandom: Sanremo RPF (ancora non ci credo che ho scritto una scena d’amore con gli Amadello protagonisti... Come farò adesso a guardarli?)
Amadello nel 1990 a Ibiza 3 giorni dopo l’evento al KU club, a little angst, internalised homophobia, risoluzione di una lunga slow burn e di un mutual pining, first time (in una maniera non scontata... Leggete e vedrete), Fiore ha un kink per i cowboy, Ama molto più intraprendente di quello che sembra, evoluzione della nose thing ( Do I regret it? Yes. Would I do it again? Probably)
Buona lettura!
(PER CHI AVESSE PERSO LA PRIMA PARTE)
Sono passati tre giorni dalla serata al KU. Tre giorni da quando Amedeo è salito sul cubo e si è ritrovato a ballare con due ballerini nudi superdotati che hanno cercato di coinvolgerlo in un balletto troppo osé per il bravo ragazzo di Verona - se non fosse stato ‘salvato’ in tempo sarebbe rimasto bloccato lì, troppo impegnato a guardarli ballare per cercare una via di fuga -. Tre giorni da quando Rosario ha raccontato l'aneddoto a tutta la troupe di 'Deejay Television’, omettendo ovviamente quanto è successo nella loro camera d'albergo. Tre giorni da quando Rosario e Amedeo si comportano come al solito, parlando e scherzando normalmente, come se si fossero messi d'accordo per fingere che non si siano baciati e che se non fossero stati interrotti, chissà se sarebbero andati oltre. Nessuno sembra notare niente di insolito nella loro dinamica, sia quando registrano le puntate sia quando le telecamere sono spente. E invece…
Amedeo è abituato a nascondere i suoi sentimenti, anche se questi tre giorni sono stati più faticosi del solito. Crede di aver indugiato qualche secondo di troppo sulle labbra di Ciuri - di nuovo quel maledetto soprannome - e a mordersi le sue come se abbia sviluppato un tic, quando invece vuole solo riassaporare le ultime tracce di un sapore che non sa quando e se potrà nuovamente assaggiare. Sono tre notti che non fa che ripensare a quel bacio, a come è stato avere tra le mani la nuca e i capelli di Rosario e alla sensazione di calore che gli hanno lasciato le sue mani sulle spalle... E soprattutto è difficile evitare di guardarlo più del dovuto quando il caldo costringe il suo amico a mettere in mostra il suo corpo perfetto da bronzo di Riace, che vorrebbe tanto onorare in maniera per nulla religiosa. È come se quel bacio avesse risvegliato di colpo tutto il desiderio che ha faticato a contenere nel corso della loro amicizia e il fatto che nessuno ne sia al corrente non l'aiuta: lo carica di adrenalina e di agitazione, come quella volta in cui aveva preso di nascosto la macchina dei suoi per andare a Venezia con la sua prima fidanzata, tornando prima che se ne potessero accorgere. Solo che se con lei si era lasciato e non aveva più avuto l'occasione di correre un rischio del genere, quel bacio potrebbe essere il primo di una lunga serie. E lui che pensava che a 28 anni avrebbe smesso di comportarsi come l'adolescente insicuro che cerca di nascondere quella strana attrazione che prova sia per le ragazze che per i ragazzi... Con la differenza che se non saprà mai se qualche suo vecchio amico o compagno di scuola abbia mai provato qualcosa per lui, ha almeno la conferma da parte di Ciuri, cioè Rosario. Che chiamarlo con quel vezzeggiativo gli abbia portato inconsapevolmente fortuna?
Rosario d'altra parte si sente un disastro ambulante, ma è molto bravo a nasconderlo. Non smette di colpo di essere fisico con il suo amico, è abbastanza sveglio da sapere che creerebbe sospetti, ma cerca di limitarsi per poi allontanarsi subito come se avesse appena toccato qualcosa che scotta. Effetto collaterale del bacio o no, ma Amedeo non è mai stato così caliente, come dicono a Ibiza, come in questi tre giorni. E poi, non è tanto la paura di indugiare su quel corpo atletico che farebbe di lui un cowboy perfetto - deve darci un taglio con queste fantasie - o l'essere stati quasi scoperti, quanto il fatto che il suo Ama potrebbe avergli fatto capire che apprezzerebbe. Non l'ha spinto via insultandolo con quegli epiteti che temono tutti i ragazzi, ha ricambiato il bacio: questo significa che provi qualcosa per lui? ... No, non può essere. Dev'essere stato per forza l'alcool a farlo comportare in quel modo: per tre giorni Amedeo gli ha sempre parlato leggermente imbarazzato e Rosario è certissimo si tratti dell'imbarazzo post sbornia, quello che ti fa pentire delle minchiate che hai fatto anche se te ne ricordi solo la metà. È esattamente come dopo il veglione di Capodanno, quando si era scusato mille volte per avergli messo in bocca una fetta di panettone nel bel mezzo del suo numero. Ma sta di fatto che se Amedeo ha risposto al suo bacio è stato perché è una brava persona, che non voleva peggiorare ulteriormente la situazione e nonostante l'imbarazzo, adesso fa finta di niente perché l'ultima cosa che vuole è mettere a disagio il suo migliore amico. È così o si sta sbagliando? No, è così.
Quella sera sono soli in camera. Leonardo è appena uscito per andare a trovare la sua ballerina, Rosario si è chiuso in bagno a prepararsi e fa di tutto per allungare ogni suo gesto pur di rimandare il momento in cui si troverà da solo con Amedeo. Ha voglia di ballare e dimenticarsi tutta questa faccenda per qualche ora, se trova qualcuno per fargli compagnia anche meglio. Fortuna che questa sera Amedeo non sarà con lui: deve chiamare i suoi che è una settimana che non lo sentono e la cosa non potrebbe capitare più a proposito. Peccato ignori che Amedeo comincia a non poter più sopportare tutta quella tensione tra di loro e sa che per darci un taglio dovrà affrontare l'elefante nella stanza. Così, mentre l'amico è in bagno, inizia a studiarsi un discorso e i suoi timori iniziano a venire a galla: e se si rivelasse tutto un gigantesco malinteso? E se ricevesse il più grande due di picche della sua vita? Sta iniziando a valutare se parlare o meno, quando Rosario finalmente esce dal bagno e il cervello smette di funzionargli per qualche secondo. Ha addosso la sua camicia migliore, ma ha deciso di tenerla sbottonata in prossimità dei polsi, conferendogli un aspetto che combinato con il codino sembra uscito da una sua vecchia fantasia a sfondo piratesco.
"Che te ne pare?" gli chiede come ogni sera mentre fa un giro su stesso per mettersi completamente in mostra.
“Ti strapperei la camicia a morsi” è tentato di rispondergli Amedeo, ma si trattiene e lo sostituisce con un più contenuto ed eterosessuale: “Niente male”, ma non appena l'amico fa per incamminarsi verso la porta, capisce che è la sua ultima occasione.
“Rosario, dobbiamo parlare… Di quello che è successo l'altra sera…”
Rosario si pietrifica. Non l'ha chiamato Fiore, Saru o Ciuri, il suo soprannome preferito, ma col suo nome di battesimo. Inizia a sudare freddo, ma cerca di mantenere al massimo la calma.
"Mi dispiace per averti baciato, Ama..."
"... No, non ti dispiacere..."
"... Non volevo: alcool, l'adrenalina, l'immagine di te con..."
"... Va tutto bene, non dirò niente di quello che è successo!"
"Perfetto, perché non voglio che le nostre carriere siano interrotte per questo..."
"... Non saranno interrotte... Ciò che succede a Ibiza rimane a Ibiza!"
"... Esatto, ciò che succede a Ibiza rimane a Ibiza!"
Silenzio. I due si guardano come se aspettassero la parola che li sblocchi dalla loro situazione di stallo. "Allora... Vado! A dopo" e chiude la porta senza guardarlo in faccia. Ecco, aveva ragione: ha risposto al bacio solo perché gli vuole troppo bene per ferire il suo amor proprio con un rifiuto esplicito. Rosario prende a incamminarsi nella zona dei locali, ma senza il sorriso che di solito lo accompagna in questo percorso. La prossima volta che si fa guidare dal momento spera che lo colpisca un fulmine appena in tempo.
Amedeo gira per la cittadina, chiama i suoi, li tranquillizza su come sta andando l'estate - mentendo spudoratamente -, poi dà un'occhiata al mare e pensa a perché, da quando sono arrivati, nessuno ha ancora proposto di fare un bagno notturno. Così corre in albergo, dove si cambia per indossare il costume, prende il materassino e l'asciugamano e si dirige verso il sentiero in mezzo alle rocce che conduce alla spiaggetta isolata dietro l'edificio. Sistema le sue cose ai piedi della gigantesca roccia che la sovrasta, sperando che nessun granchio sia sveglio, ma, prima di entrare nel Mediterraneo, non può fare a meno di ripensare alla conversazione avuta col suo amico. Perché non gli ha detto la verità sul bacio? E poi, cos'era quella brutta rivisitazione della frase di Las Vegas che gli è uscita? La verità è che è solo un codardo: aveva l'occasione della vita e l'ha buttata come fosse carta straccia… Ma l'ha fatto anche per una ragione intelligente: come potrebbe mai avere successo se venisse fuori la sua bisessualità? Però è stato Rosario a tirar fuori la questione: che brutto ipocrita, prima lo bacia dandogli una conferma della quale aveva solo osato sperare per poi far finta di niente e rimangiarsi tutto; lui almeno ha avuto il coraggio di affrontare la cosa, figurati se l'avesse fatto Rosario, figurati se fosse uscito allo scoperto e avesse fatto qualcosa che gli altri non approverebbero in toto…
"Ama?"
Parli del diavolo... Amedeo si gira e si ritrova il suo amico che si sta dirigendo verso di lui.
"Non eri a ballare?" gli chiede con un tono indifferente, che nasconda in parte la rabbia che prova nei suoi confronti, in parte l'imbarazzo del trovarsi in boxer in sua presenza.
"Sì, ma la musica era una lagna e mentre uscivo ho incrociato la Marta, la costumista: mi ha detto che c'era una festa giù in città e stavo venendo a recuperarti quando..."
"... Non me ne frega niente della festa..." dice con una durezza nella voce che mai avrebbe pensato di usare con il suo amico.
"... Vedo, stai aspettando qualcuno?" gli chiede Rosario come se niente fosse.
"No, non sto aspettando nessuno" risponde Amedeo alzandosi, di colpo mandando al diavolo ogni imbarazzo: "Anzi, stavo cercando di capire perché una persona dovrebbe baciarne un'altra e poi far finta di niente perché 'così le nostre carriere future non saranno interrotte'!"
L'ha fatto, ha lanciato la bomba. Ora tocca a Rosario contrattaccare.
"Scusa, ma non sei stato tu a dire 'quello che succede a Ibiza rimane a Ibiza'?"
"L'ho detto perché volevo toglierti dall'imbarazzo!"
"E perché non mi hai fermato e adesso mi stai urlando contro?"
"Perché quando mi hai baciato, io quasi non ci credevo che l'avessi fatto, perché mai avrei pensato di suscitare il tuo interesse!"
E in quel momento Rosario scoppia a ridere. A crepapelle, una di quelle risate che non si esauriscono in una manciata di secondi, ma anzi continua. Amedeo lo guarda. Non sa che in quel momento tutta l’ansia e la paura provata dal suo amico se n’è andata via per lasciar posto ad una felicità che solo poche volte ha provato nella sua vita.
"Ama... Io pensavo che avessi risposto al bacio solo perché temevi di deludermi!"
Stavolta anche ad Amedeo viene da ridere e quella risata ha il potere di cacciare tutte le nubi che gli avevano oscurato il cuore, facendolo sentire più leggero. Così leggero che stavolta è lui a mettere le mani sulle spalle del suo Ciuri e a baciarlo come lui ha fatto tre giorni prima. E Rosario ricambia cercandolo con ancora più passione, sicuro che l'ultima cosa che riceverà sarà un rifiuto.
"Sarei salito sul cubo a cacciare quei ballerini solo per ballare con te, Ama!"
"Io ero salito sul cubo per farti ingelosire!" gli dice ridendo Amedeo. Rosario fa un sorriso malizioso mentre lo accarezza dalle spalle per tutte le braccia.
"Ama, tu sembri tanto un santarellino e invece..."
"... Le brutte compagnie, Ciuri, le brutte compagnie..."
"... Non smettere mai di chiamarmi in quel modo!"
"Ciuri, Ciuri, Ciuri..." comincia allora Amedeo, mentre Rosario comincia a baciarlo sulla mandibola, sul collo e sul petto, come se quel soprannome lo eccitasse ogni volta che lo pronuncia, come effettivamente avviene. Rosario sta ringraziando il cielo di essersi distratto momentaneamente da Paloma tre giorni prima quando, mentre recupera tutto il contatto di cui si è privato in questi giorni, sente qualcosa che gli fa affluire subito il sangue al cervello - e altrove -.
"Ama... Hai con te una pistola o sei felice di avermi qui?"
Amedeo abbassa lo sguardo, sicuro di stare andando a fuoco, anche se immediatamente scopre di avere anche lui un asso nella manica: "Potrei farti la stessa domanda..."
Rosario ride, ma poi gli prende il viso tra le mani accarezzandolo languidamente: “… Ma sei tu quello che sa andare a cavallo e potrebbe essere un ottimo cowboy: non hai idea di quante volte ti ho immaginato in questa maniera…” sussurra mentre fa scivolare una mano lungo i fianchi e gli abbassa i boxer per poter toccare quella parte del corpo che richiede il suo contatto con più urgenza. Amedeo si morde le labbra mentre cerca un appoggio con la schiena alla superficie rocciosa, che però gli ricorda che sono all'aperto, in una spiaggetta sì isolata, dove potrebbero essere visti potenzialmente da chiunque, quando il movimento di mano del suo amico si ferma e lo fa pentire di essersi lasciato distrarre.
"Ripensandoci, adesso sono un po' stanco, forse dovrei appoggiarmi un attimo..."
E prima che Amedeo possa domandarsi che senso ha fare ora la gag del naso che fa sempre ridere tutti quelli della squadra, Rosario si mette in ginocchio di fronte a lui: “Avrei dovuto immaginarlo che alla misura del naso…” ma si interrompe per iniziare a dargli piacere con la bocca. Amedeo non sa se lo eccita maggiormente vedere Ciuri in quella posizione o sentire il calore della sua bocca, il contatto minimo coi denti e i movimenti della lingua attraverso il suo sesso. Allunga titubante le mani sulla sua testa, cercando di guidare il ritmo sperando di non metterlo troppo a disagio, ma se c'è una cosa a cui Rosario non sa resistere quando è impegnato in quell'attività è sentirsi le mani tra i capelli come se fosse la cosa più importante al mondo. Poi le mani sono quelle del suo Ama e gli provocano un roco gemito di piacere che gli fanno subito aumentare l'intensità della fellatio che gli sta facendo. Come aveva immaginato, Ama è discreto anche mentre sta ricevendo piacere e questo spinge il lato competitivo del suo carattere a darsi da fare per fargli raggiungere il punto di non ritorno, il momento in cui metterà da parte ogni controllo…
“Ciuri… Rosario…” e prima che possa chiamarlo in altro modo, Rosario si allontana e si gode lo spettacolo dell'ora ai suo ex migliore amico venire e adagiarsi subito dopo sulla parete rocciosa come se fosse stato appena prosciugato.
“Grazie…” mormora leggermente imbarazzato. In fondo è nudo su una spiaggia a Ibiza e ha appena ricevuto il migliore dei pompini dall'ultima persona che avrebbe pensato avrebbe potuto farglielo, anche se era l'unica da cui l'avrebbe desiderato.
“Non c'è di che” gli risponde Rosario rialzandosi, quando Amedeo si chiede perché abbia ancora tutti i vestiti addosso. Una volta ripreso completamente fiato, si avvicina per baciarlo e inizia a sbottonargli la camicia per depositare una serie di baci su quel corpo così a lungo desiderato. Rosario si scioglie come burro sotto la sua bocca e le sue carezze e Ama sente tornare il proprio vigore mentre gli sfila lentamente i vestiti lasciandolo solo in boxer: l'occhio gli cade prima sulla dimostrazione che quanto ha appena ricevuto sia stato apprezzato e poi sul materassino di cui fino a qualche momento prima si era completamente dimenticato. Decide di farlo sdraiare lì, quando una domanda comincia ad attanargliarlo.
"Ciuri?" gli sussurra mentre sono avvinghiati l'uno all'altro.
"Mi piace quando mi chiami così..." gli risponde con un sorriso beato che fa tentennare ancora Amedeo dal fare la sua domanda.
"Questa per te... Non è la prima volta?"
Rosario abbassa momentaneamente lo sguardo per poi risollevarlo con quel sorriso che sa sciogliere il suo Ama.
"No, ma... Ho abbastanza esperienza da renderla speciale per te!"
Amedeo si sente il cuore a mille e il basso ventre in fiamme e decide che se si sono spinti fino a questo punto, niente potrà far più paura.
"Perché se per te nulla di tutto questo è nuovo... Volevo chiederti se..."
"... Tranquillo Ama, non faremo niente che tu non voglia fare!"
"No, è che... Ecco vorrei..."
Non è mai stato bravo a comunicare i suoi desideri, ma con Rosario sente che potrebbe essere diverso perché sa che non lo giudicherebbe.
"... Avere un rapporto completo con te... Ma da attivo... Se non è un problema per te!"
Rosario scoppia a ridere, ma non è una risata di scherno, quanto più suscitata dalla tenerezza. Si sporge verso il suo Ama per tranquillizzarlo ulteriormente con un bacio appassionato, per poi alzarsi, infilarsi i pantaloni e fargli la richiesta di aspettarlo lì che fa una corsa in camera per recuperare tutto l'occorrente. Amedeo per un attimo pensa che lo lascerà li ad aspettare tutta la notte, o peggio chiamerà qualcuno della troupe per fargli uno scherzo, ma dev'essere il suo giorno fortunato perché Rosario torna quasi subito consegnandoli due oggetti tra le mani.
"Ok i preservativi, ma questo cos'è?" chiede osservando una minuscola bottiglietta di plastica con un liquido dorato al suo interno.
“Per rendere meno fastidioso quello che faremo: ho provato una volta senza e non è molto piacevole!” gli risponde Rosario scoppiando a ridere quando vede la faccia di Amedeo non appena si accorge che mentre studiava la bottiglietta si è sistemato a quattro zampe sul materassino senza niente addosso, facendogli capire immediatamente lo scopo del liquido al suo interno. Ma per tutta la durata di quel preliminare obbligato, l'imbarazzo si fa da parte per lasciare spazio ai peggiori doppi sensi che vengono in mente ai due e che li fanno ridere di gusto, distraendo in parte l'imbarazzo e l'eccitazione nel toccare uno e nell'essere toccato l'altro in modo così intimo. Nessuno ha mai riso tanto in una situazione del genere, ma la cosa non risulta assolutamente strana, così come il ritrovarsi all'improvviso in questa situazione: o forse è il fatto di essere con la persona che più apprezzano e con cui non hanno paura di essere pienamente sé stessi a fare di quel momento la naturale conseguenza del loro rapporto. Al termine dell'operazione, Amedeo mette da parte la bottiglietta e fa per girare Rosario.
"Voglio guardarti negli occhi... Si può?"
"Certo che sì può... E poi anch'io voglio guardarti!"
Peccato che Amedeo, una volta messo il profilattico, non abbia idea di come iniziare e di fronte alla sua impacciataggine, Rosario inizia a baciarlo e a stringerlo a sé, lasciando che il resto venga da sé.
“Comunque anche tu non sei messo male, anzi!” gli sussurra Amedeo nell'orecchio mentre lo tocca dove prima non ha avuto il coraggio di farlo. Rosario vorrebbe ridere, ma dalla sua bocca esce un mezzo gemito di piacere e per ricambiare il favore, fa lo stesso con Amedeo, sfiorando appena quella parte che per conoscere meglio dovrà aspettare che i ruoli si ribaltino.
"Ciuri!" squittisce prevedibilmente lui.
"Tanto prima o poi ti toccherà!"
I due scoppiano a ridere nuovamente e la risata evolve in un bacio che li porta a congiungersi e nel giro di qualche spinta i due trovano il proprio ritmo. Amedeo non si è mai stato così bene, sentendo dentro di sé una scarica di adrenalina e di pace ad ogni spinta e domandandosi perché questa sensazione sia sempre stata definita sbagliata: Rosario invece, ad ogni spinta risponde con movimenti di bacino che mano a mano tradiscono la fame crescente nei confronti del suo Ama, reazione che non riesce a controllare completamente, così come non riesce a impedirsi di graffiargli la schiena quando sente arrivare le ondate di piacere leggermente più forti. Man mano che si avvicinano al momento desiderato, i due si scambiano un sorriso d'intesa perché il fiato corto renderebbe impossibile qualsiasi tipo di bacio e quando finalmente arriva l'orgasmo, è così intenso per entrambi che devono staccarsi l’uno dall’altro per poter riprendere fiato.
"Allora... Quello che succede a Ibiza rimane a Ibiza?"
Amedeo si volta a guardare Rosario che lo sta già guardando in attesa delle parole che determineranno il suo destino.
"Spero proprio di no!"
Rosario reagisce come se avesse appena segnato la sua squadra preferita per poi prendergli la mano e alzarsi di scatto, costringendo Amedeo a fare altrettanto.
"Che fai?"
"Bé, siccome conviene a entrambi una doccia, pensavo di approfittarne per fare prima un bagno di mezzanotte!"
"Nudi?" chiede Amedeo imbarazzato come se niente fosse appena successo tra loro.
"Perché no? Siamo a Ibiza, quando ci ricapiterà un'occasione del genere?"
E corre via verso il mare tuffandosi immediatamente e riemergendo subito dopo.
"Non sai cosa ti perdi!"
Amedeo controlla prima che non ci sia nessuno e poi lo segue, anche perché coi capelli lunghi bagnati, Rosario sembra una sirena e si sa, al canto delle sirene è impossibile resistere. In fondo, nessuno va mai in quella spiaggetta, perché dovrebbero venirci proprio stasera? Ma soprattutto stanotte non vuole pensare a nient'altro se non quello che è appena successo tra lui e il suo Ciuri: se quello è l'inizio della loro storia, chissà cosa li attenderà in seguito.
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Tutto quello che succede a Ibiza (non) rimane a Ibiza - prima parte
UPDATE 2021: visto che è passato quasi un anno dalla pubblicazione della mia prima fanfiction, ho deciso di darle una sistemata per riproporla a chi ancora non l’ha letta o a chi ai tempi piacque e vuole rileggerla... Perché oltre a Sanremo, anche Ibiza è Ibiza!
(Qui la seconda parte)
Parole: 2497
Fandom: Sanremo RPF (sta succedendo davvero, la mia prima fanfiction mai pubblicata è sull’ultima coppia che avrei pensato di shippare e di scrivere!)
Amadello a Ibiza nel 1990, precisamente dalla sera dell’EVENTO al KU, due chaotic bisexuals pazzi l’uno dell’altro, fine di una lunga slow burn e di un lungo oblivious mutual pining, first kiss, internalised homophobia (per il contesto storico e geografico), a little angst, jealous!Ama and a little touch-starved
Note: Claudio è Claudio Cecchetto (dormire, salutare... Andiamo, l’avete pensato tutt*), Leonardo è Leonardo Pieraccioni (mannaggia a te - leggendo capirete!), menzione del fatto che Ama ha finto per mesi di vivere a Milano quando in realtà faceva avanti e indietro da Verona e che il padre di Fiore è venuto a mancare durante il Festival di Sanremo del ‘90
Buona lettura e vi raccomando i commenti :-)!
Amedeo si trova al KU Club, il locale più trasgressivo di Ibiza, portato lì a forza, ma, invece di divertirsi come chiunque altro sembra fare, sta al bancone a bere il suo Margarita mentre guarda con desiderio l'ennesimo bellissimo ragazzo leggermente fuori dal coro divertirsi al posto suo, sentendosi contemporaneamente agitato ed entusiasta al pensiero di aver conquistato la sua amicizia.
Quella mattina stava bevendo il suo secondo caffè per nascondere i postumi della levataccia a cui si costringeva pur di far credere a tutti che viveva a Milano, quando Claudio gli aveva presentato quel ragazzo dai capelli lunghi e la pelle ambrata che sembrava uscito dalla copertina di un Harmony. Si chiamava Rosario Fiorello, anche lui siciliano, a quanto si diceva una star dei villaggi turistici con la capacità di far ridere chiunque si trovasse nelle sue vicinanze e a Milano principalmente perché gli avevano assicurato che era piena di ragazze. Sarebbe stato facile invidiare un tipo del genere (dal momento che tutte cadevano ai suoi piedi), ma gli ci era voluto poco per capire che era difficile odiarlo. Era bastato che scoprisse che condividevano la stessa origine che da quel momento Rosario aveva iniziato a provare per lui un affetto spontaneo, simile alla gioia di trovare un compaesano lontano da casa e nel giro di poco era nata una splendida amicizia.
Prima di conoscerlo, Amedeo aveva passato l'infanzia e l'adolescenza a ricercare l'approvazione dei ragazzi più carismatici, non potendone chiedere l'amore - l'educazione cattolica e quella dei genitori meridionali non gliel'avrebbero permesso -, e di colpo il migliore fra questi l'aveva eletto a suo migliore amico, il tutto senza che fosse costretto a far alcuna fatica. L'aveva reso la sua spalla, lo coinvolgeva nei suoi oramai leggendari scherzi al resto della squadra della radio e insieme avevano girato ogni luogo di Milano, collezionando così tanti aneddoti e storie che un giorno avrebbero potuto farci un libro. Ma Rosario non gli aveva offerto solo il lato divertente che lo rendeva 'Fiorello’: quando era morto suo padre, aveva avuto modo di conoscere il suo lato più fragile, che spesso e volentieri teneva nascosto e Amedeo l'aveva sostenuto come avrebbe fatto il migliore degli amici. Quell'evento paradossalmente li aveva avvicinati molto di più delle notti in bianco, portandoli a confidarsi le rispettive paure e desideri e man mano che questi venivano svelati, era come se ogni pudore scomparisse e la loro amicizia si fosse irrimediabilmente fortificata. E con quale coronamento…
“… Sai qual è la cosa più brutta? È che papà se n'è andato proprio durante il Festival… Adesso come farò a guardarlo?” aveva scherzato per la prima volta dopo essere tornato a Milano dal funerale.
“Lo guarderai, Ciuri, lo guarderai, anzi… Un giorno io e te ne faremo uno talmente bello che quando ripenserai al Festival ti verrà in mente solo quello!"
Ricordava ancora l'occhiata sorpresa che gli aveva rivolto. "Io e te a Sanremo? Figurati se ce lo fanno condurre a noi: e poi ci vedi me a Sanremo? Tu sei molto più da Rai di me…" "Non m'importa, gli obbligherò a prenderti: se vogliono me, dovranno prendere anche te!"
E lui, rivolgendogli un sorriso che se il mondo fosse stato più clemente lo avrebbe spinto a baciarlo per la gioia, gli aveva risposto: "Allora prometto che se mai, SE MAI, la Rai ti affidasse il Festival, sarò a farti da supporto morale!" Avevano suggellato la promessa con una stretta di mano per poi abbracciarsi, come fratelli. Peccato che in quel momento Amedeo si era sentito ancora più colpevole per i sentimenti che provava per lui di quanto gli fosse mai capitato.
Amedeo sta ripensando a quel momento quando dalla folla danzante riemerge Rosario che balla con un’affascinante bionda che non nasconde troppo quale finale vorrebbe dare alla sua serata. Amedeo la guarda e sente l'invidia scorrergli in corpo come un brutto veleno… Da una parte però come biasimarla, soprattutto quando il suo ballerino sembra posseduto dal demone della danza e balla meglio di tutti quelli che si trovano in pista? Come fa a muoversi in quel modo, senza fatica e senza imbarazzo? Se solo potesse andare verso Ciuri e sostituirsi alla bionda… No, non deve chiamare Rosario Ciuri, è il soprannome meno etero tra quelli con cui gli ha permesso di chiamarlo - anche se gli piace così tanto ed è il solo a poterlo usare -. Ma soprattutto, è stufo di stare a guardare gli altri divertirsi, in particolare qualcuno che non potrà mai avere. Butta giù l'ultimo sorso del suo Margarita e s'incammina faticosamente verso uno dei cubi. C'è odore di alcool, cloro, sudore, salsedine e altro che non è sicuro di voler conoscere, ma non sarà questo a fargli perdere di vista il cubo dal quale Rosario non potrà non vederlo e vedere come si diverte senza di lui. Soprattutto da quando sul cubo è salita la sosia di Madonna nel video di 'Hanky Panky’.
Le mani di Paloma hanno preso ad esplorare il suo corpo oltre i limiti del consentito in pubblico, ma Rosario la lascia fare, perché è la cosa meno trasgressiva che abbia visto fare in quel locale. Sta già pregustando l'inevitabile seguito di quel ballo quando qualcosa entra nel suo campo visivo… È Ama quello che sta ballando sul cubo? Ma soprattutto, sa di avere dietro due ballerini neri nudi e decisamente superdotati? Di colpo Paloma e le sue mani non sembrano più così tanto interessanti, così le chiede scusa per abbandonarla lì dove un momento prima stavano ballando per avvicinarsi quanto riesce al cubo e avvisare il suo amico della 'compagnia’.
"Ama, Ama!"
Niente, non lo sente. Can’t touch this è troppo forte e lui continua a ballare come se niente fosse. Rosario comincia a sbracciarsi per farsi notare, ma ancora niente. Potrebbe lasciar perdere, recuperare Paloma che forse è ancora in tempo, e invece rimane lì, a guardare il suo migliore amico ballare incosciente di essere solo. Gliel'ha sempre detto che il segreto per ballare bene è fingere di essere da solo con le cuffie nelle orecchie e ora eccolo lì, su un cubo a muovere i fianchi senza alcun pudore… Peccato solo non possa farsi avanti.
Di Amedeo Sebastiani la prima cosa che l'aveva colpito era stato il fatto che rideva ad ogni sua battuta, anche le peggiori. E siccome amava mettersi costantemente alla prova e soddisfare la propria vanità, Rosario si era sentito sempre spinto a dare il meglio per farlo ridere di gusto. Solo che a un certo punto i suoi continui successi avevano iniziato a soddisfare anche un'altra parte di sé, una parte che conosceva molto bene, ragion per cui si era sempre premurato di tenere il più nascosta possibile. Se voleva diventare qualcuno, se voleva continuare ad essere amato da tutti che passasse pure per un morto di figa: gli vengono comunque perdonate più cose che a un mezzo richione. I villaggi turistici per quello erano stati una liberazione: tra una signora annoiata e una ragazza in cerca di avventure aveva avuto modo di esplorare questa parte di sé con i loro corrispettivi maschili, sicuro che nessuno lo avrebbe mai tradito perché i pochi che lo sapevano erano la discrezione fatta persona - oltre che uomini molto aperti di mente -. Era sempre stato attento a evitare di prendersi sbandate in ambienti lavorativi ed ecco che nel giro di qualche tempo si era ritrovato a sbavare dietro quel figurino sempre così calmo ed educato. Quanto gli piaceva sconvolgerlo coinvolgendo nelle sue uscite senza fine per Milano portandolo nei posti più strani e spingendolo a lasciarsi andare: erano giovani, se non si divertivano ora, quando avrebbero potuto farlo? Spesso faceva ancora più casino di quanto avrebbe fatto normalmente pur di vedere le sue reazioni, perché in fondo era chiaro a tutti che Amedeo lo teneva sul palmo di una mano: se avesse potuto dimostrargli meglio quanto la cosa era reciproca, che lo considerava la persona più gentile, talentuosa e preparata che avesse conosciuto, che non smetteva mai di mostrare lati inediti che non facevano che renderlo più desiderabile che mai (chi l’avrebbe detto che sapeva cavalcare?)… Ma soprattutto, Amedeo era una delle poche persone a ispirargli fiducia e a fargli venire voglia di diventare un artista e una persona migliore; come quando suo padre era morto e per consolarlo al pensiero che non avrebbe più guardato il Festival senza pensarci gli aveva promesso che un giorno l'avrebbero condotto insieme e avrebbe avuto solo bei ricordi connessi a quello. Maledetto Claudio che li faceva sempre lavorare insieme: aveva idea di quanto fosse difficile sforzarsi di essere professionali quando avevi accanto un ragazzo che avrebbe rinunciato all'occasione della vita se non avessero preso anche il suo migliore amico?
Ma non è questo il momento di rimembrare la promessa e l'abbraccio che si sono scambiati in seguito, ora deve far scendere Amedeo dal cubo prima che quei due stalloni diventano troppo molesti. Non che gli dispiaccia la visione, anzi, è parecchio eccitante, ma è sicuro al cento per cento che il suo Ama non se ne sia accorto.
Prova a richiamarlo, stavolta più forte: "Ama, Ama!"
Finalmente si accorge di lui.
"Dietro di te!” gli urla indicandogli di guardare alle sue spalle.
E come volevasi dimostrare, quel nanosecondo che ci impiega per rendersi conto della situazione lo trasforma in un attimo da re della festa a ragazzino imbarazzato alla sua prima volta in discoteca. Rosario ovviamente scoppia a ridere a crepapelle, mentre guarda il suo amico preso d'assalto dai due suoi improvvisi compagni di ballo mentre cerca di scendere dal cubo. Fa per fare una battuta a Paloma, quando si ricorda di averla persa di vista e che sarà difficile ritrovarla in quella marmaglia di gente. Poi però lancia un'occhiata al suo amico in difficoltà e a Paloma non ci pensa più.
“Perché non c'erano le telecamere…"
"Meno male che non c'erano le telecamere!"
Sono in camera nel loro alberghetto dalla parte opposta dell'isola rispetto alla discoteca, a scolarsi qualche bottiglia di birra per rilassarsi dopo tutto il caos di cui facevano parte qualche ora prima. Rosario continua a ricordare divertito quell'istante, mentre Amedeo vorrebbe solo esser stato inghiottito dal cubo. E lui che pensava di mostrare che poteva divertirsi senza problemi anche senza il suo amico…
”… Sono salito pensando di trovare la sosia di Madonna…“
”… E hai trovato i suoi ballerini! Povero Ama, per stasera siamo entrambi in bianco!”
Amedeo si fa all'improvviso più attento mentre Rosario gli rivela come i suoi tentativi di salvargli la reputazione gli siano costati la perdita dell'affascinante spagnola che aveva rimorchiato. Non è sua abitudine gioire delle 'disgrazie’ altrui, ma in quel momento non può fare a meno di rallegrarsi per aver evitato l'ennesimo racconto di un'avventura che lo ecciterebbe e infurierebbe al tempo stesso. Fortuna che il suo amico non possa leggergli nel pensiero, anche se i suoi pensieri piacerebbero ad Amedeo: Rosario infatti sta bevendo la sua birra e non riesce a staccare gli occhi dal suo amico che sarà pure quello che arriva sempre preparato, sia sul piano musicale che su quello pratico, ma stasera ha tutti i segni della classica nottata ad Ibiza che lo rendono ancora più affascinante del solito. In questo momento il nome d'arte che gli ha dato Claudio non potrebbe calzargli meglio a pennello.
”… Che poi la canzone di sottofondo, Can’t touch this… A una certa ti stavano toccando ovunque!“
Ad Amedeo in quel momento le orecchie diventano bordeaux esattamente come quando si era ritrovato in mezzo ai due ballerini. Quando comincia a ridere per smorzare la tensione, Rosario capisce che quello è il momento di maggior vulnerabilità e inizia a toccarlo ovunque, scherzosamente, divertito dal suo crescente imbarazzo. Nei cinque anni che ha avuto l'occasione di conoscerlo, Amedeo ha imparato che Rosario è una persona molto fisica, del tipo che quando parla ti prende la mano o ti blocca un braccio per essere sicuro che lo stai ascoltando: è vero che il più delle volte lo fa spontaneamente, ma ogni volta che lo fa, Amedeo prega il Signore di non dar troppo a vedere quanto il suo corpo dipenda da quel contatto anche casuale. Peccato che adesso, tra le varie parti del suo corpo che abbia preso di mira, ce ne sia una particolarmente suscettibile al contatto fisico e una parte di lui spera che questa tortura finisca presto o potrebbe mandare all'aria una bella amicizia. Quando si rende conto di dove l’ha appena toccato, Rosario si ferma: l’ha fatto spontaneamente, Amedeo non ha reagito in maniera particolare, eppure gli rivolge uno sguardo come se non l'avesse mai visto o si fosse trasformato di colpo in un'altra persona. Le labbra di Rosario si piegano in uno di quei sorrisi che hanno il potere di sciogliere una persona come neve al sole e in un attimo Amedeo si ritrova le sue mani sulle spalle e la sua bocca sulla sua. Ha gli occhi ancora spalancati per la sorpresa quando inizia a baciarlo delicatamente, come se sapesse che quello è il suo primo bacio, dato a un uomo perlomeno. E prima che questo miracolo si riveli soltanto un sogno molto reale, chiude gli occhi per concentrarsi a ricambiare quella che oramai è la sua principale fonte di ossigeno.
Rosario non sa bene cosa l’ha spinto a fare quello che sta facendo. Si è lasciato guidare dal momento, ma non appena ha iniziato a baciarlo ha pregato tutti i santi che un'eventuale reazione negativa del suo amico non lo costringa a fare una battuta per uscire dall'imbarazzo di un rifiuto; ma quando sente la mano di Amedeo sulla nuca, è come se partisse una scarica elettrica che gli corre lungo tutta la schiena e lo spinge a baciarlo ancora più intensamente e a venir ricambiato con la stessa intensità.
"Ama! Fiore!"
Basta qualche colpo alla porta dato da Leonardo per far staccare i due, fino a qualche minuto prima improbabili, amanti.
"Minchia, Leo, la prossima volta prendi le chiavi la prossima volta, stavamo dormendo!” sbotta Rosario, alzandosi e andando ad aprire molto lentamente la porta, dando il tempo ad Amedeo di disfare i letti a supporto della bugia. E non appena entra Leonardo, i due si comportano come se fossero stati effettivamente svegliati all'improvviso. Fortuna che l'amico è troppo preso a raccontare cos’ha fatto con la ballerina di flamenco che frequenta da una settimana per accorgersi che i due non sono messi così male da essersi addormentati di colpo vestiti. E dal momento che anche questa notte non si dorme, una volta terminato il suo racconto, Rosario comincia a raccontare a Leonardo della loro serata, aneddoto dei ballerini compreso. Tutto sembra perfettamente nella norma. Peccato che Amedeo conosca abbastanza Rosario per capire che la sua voce sia appena più nervosa del normale e si passi le mani troppe volte nei capelli.
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