#prima scoperta
Explore tagged Tumblr posts
Text
Ricordati sempre di come
sono andati via.
Ricordati sempre,
ancor prima
di come è iniziata,
del modo in cui è finita.
Perché ad iniziare sono bravi tutti.
C'è l'entusiasmo, l'attrazione,
la scoperta, l'adrenalina scatenata dalla novità.
È facile essere brillanti e coinvolgenti.
Quasi che a volte scambi il tutto
per sensibilità e gentilezza.
Se non addirittura per amore.
Ma tu ricordati sempre,
se vuoi sapere chi hai amato,
di come sono andati via.
Di come ti hanno lasciato.
Perché nessuno è obbligato a restare.
Ma è da come se ne va,
non da come arriva,
che conosci davvero
chi ti era accanto.
Paola Delton
183 notes
·
View notes
Text
Torino, poi, lo dico sempre: é la prima città che ho visto da dietro l'obiettivo. L'ho scoperta piano, impaurita; mi sono emozionata quando, proprio la prima sera, la signora della pizzeria da dietro il bancone mi ha chiesto se fossi una fotografa. Settimana dopo settimana mi sono follemente innamorata del suo reticolato quasi perfetto, dell'eleganza, della signorilità; ho sognato di vivere dietro quelle finestrelle alte alte, di passare tutte le domeniche così, passeggiando. Non si può, ma é bello sapere di avere un posto che è pronto ad accoglierti.
156 notes
·
View notes
Text
Ricordati sempre
di come sono andati via.
Ricordati sempre
ancor prima di come è iniziata
del modo in cui è finita.
Perché ad iniziare
sono bravi tutti.
C'è l'entusiasmo
l'attrazione
la scoperta
l'adrenalina scatenata
dalla novità.
È facile essere brillanti
e coinvolgenti.
Quasi che a volte scambi il tutto
per sensibilità e gentilezza.
Se non addirittura per amore.
Ma tu ricordati sempre
se vuoi sapere
chi hai amato
di come sono andati via.
Di come ti hanno lasciato.
Perché nessuno
è obbligato a restare .
Ma è da come se ne va
non da come arriva
che conosci davvero
chi ti era accanto... ♠️🔥
19 notes
·
View notes
Text
PER LA PRIMA VOLTA GUARITO IL DIABETE CON UN AUTOTRAPIANTO DI STAMINALI
Una donna di 25 anni con diabete di tipo 1 ha iniziato a produrre la propria insulina dopo aver ricevuto un trapianto di cellule staminali riprogrammate. Si tratta della prima persona al mondo con questa malattia a riuscire ad essere curata utilizzando cellule estratte dal suo stesso corpo.
James Shapiro, chirurgo e ricercatore presso l’Università di Alberta a Edmonton, Canada, afferma che i risultati dell’operazione sono sbalorditivi. “Hanno completamente invertito il diabete nel paziente che in precedenza necessitava di notevoli quantità di insulina”. Questo traguardo segue i risultati di un traguardo simile raggiunto dai medici di Shanghai, in Cina, che lo scorso aprile hanno trapiantato con successo cellule che producono insulina nel fegato di un uomo di 59 anni con diabete di tipo 2. Le cellule sono state derivate anche da cellule staminali riprogrammate prelevate dal corpo dell’uomo, che da allora ha smesso di assumere insulina.
Il diabete colpisce circa mezzo miliardo di persone in tutto il mondo. La maggior parte di loro soffre di diabete di tipo 2 in cui il corpo non produce abbastanza insulina o la sua capacità di utilizzare questo ormone diminuisce. Nel diabete di tipo 1 il sistema immunitario attacca le cellule del pancreas. Questa soluzione scoperta dai ricercatori permette di utilizzare cellule proprie del paziente ed elimina il rischio di rigetto nel trapianto perché il corpo non considera le cellule come estranee, oltre a non dover dipendere da donatori esterni che scarseggiano e non sempre sono compatibili.
___________________
Fonte: Nature; Cell discovery; immagine di Pollinations AI
VERIFICATO ALLA FONTE | Guarda il protocollo di Fact checking delle notizie di Mezzopieno
BUONE NOTIZIE CAMBIANO IL MONDO | Firma la petizione per avere più informazione positiva in giornali e telegiornali
Se trovi utile il nostro lavoro e credi nel principio del giornalismo costruttivo non-profit | sostieni Mezzopieno
24 notes
·
View notes
Text
Due anni fa m'ha scoperta. Litigate, pianti, il mio giuramento di non cascarci più; con la onesta promessa di andare in analisi. Avevo quindi deciso, in buona fede, che avrei fatto la brava. Avrei rigato dritto. Amo mio marito e giuro che non l'ho mai tradito con un altro uomo. Ma... come vedo una bella donna, mi parte la voglia di farmela e ci provo. Non ci posso fare nulla. E poi sono perfida e scaltra: riesco sempre nell'intento. Non mi posso proprio frenare. È veramente più forte di me.
Di un'altra donna amo scoprire l'odore, i segreti, e farmela tutta ovunque. C'è qualcosa di sbagliato, o forse solo semplicemente diverso, nella mia psiche. Quanto riesce a farmi godere una donna, poi, non riesce un uomo. Infine, ho capito che al richiamo della carne non si può resistere. Se devi commettere peccato, allora è inutile tentennare. Cedi alla tentazione il prima possibile e goditelo fino in fondo. E comunque... hanno inventato la confessione e il perdono: gli vogliamo dare un po' di lavoro a questi o no?
Aliantis
18 notes
·
View notes
Text
A MIA MAMMA.
Eri piccola quando ci siamo conosciute.
Beh, sì, io ero ancora più piccola, ma tu eri più piccola di me adesso.
Eri una giovane donna che aveva conosciuto l'indigenza e il lavoro minorile e nonostante ciò non lesinavi sorrisi e leggerezza, come se la vita fosse per te una continua scoperta appassionante e non avessi mai niente da rimpiangere.
Sei stata la prima e l'unica persona che mi abbia mai letto una storia ad alta voce, leggevi e inventavi, perché di certo la fantasia non ti è mai mancata e mi hai cresciuta a sorrisi, iniezioni di autostima, lezioni di pazienza e amore. Un totale, disinteressato, incalcolabile amore.
Non ti ho mai percepita gelosa, fare l'offesa o essere possessiva.
Non hai mai cercato di ostacolare le mie scelte coniugando una sostanziale fiducia in me con una silenziosa osservazione di ogni passo che compievo.
Mi hai dato la vita e poi mi hai permesso di scorazzare qua e là, senza iperprotettivismo, ma con la saggezza infinita di chi sa che le migliori lezioni sono quelle che che impariamo a nostre spese e cercare di impedire a un figlio di soffrire (seguendo, peraltro, un criterio personale nel determinare quale sarebbe il suo bene) equivale talvolta a impedirgli di crescere.
Hai sorriso della mia irruenza adolescente, che ti rimproverava alcune scelte, che ti chiamava pavida e ti criticava di esser troppo accondiscendente. Ma le lezioni di vita a volte son semestri infiniti di materie che non si leggono sui manuali e il cui reale significato ci arriva molto dopo averle studiate.
E così la tua granitica pazienza ha visto me mutare, crescere, maturare. E capire finalmente l'incomparabile intelligenza che ha guidato ogni tua mossa per portarti fuori indenne dal tuo personalissimo ginepraio e lasciare a noi sì, la percezione di essere passate attraverso qualcosa di scombussolante, ma riportando solo qualche graffietto superficiale e lasciandoci invece, come premio, un'inviolabile serenità familiare che, come una leonessa ruggente, hai protetto e custodito facendone il rifugio felice e il porto sicuro che è ancora adesso e che sarà per sempre. Perché hai sempre saputo separare le tue battaglie dalle nostre vite e non hai mai permesso che piani che non dovevano sovrapporsi si sovrapponessero e che la strada delle tue conquiste personali incrociasse maldestramente quella della nostra crescita.
Il risultato è la serenità interiore che ci hai dato in eredità, tesoro preziosissimo che custodisco fieramente. E sebbene noi abbiamo ereditato anche parte della dimensione più squisitamente malinconica e profonda di papà (che custodisco altrettanto fieramente), e sebbene questi nostri anni adulti siano terribilmente instabili e a noi piaccia dire che la vostra vita negli anni '80 fosse per certi versi più "facile" e ci si faccia, quindi, a volte, prendere un po' dallo sconforto, mi basta ripensare al tuo sorriso felice, al tuo entusiasmo, alla tua sconfinata e ottimistica fiducia nella vita per sentire come un'epifania dentro di me e sapere, con certezza, che andrà tutto bene, che tutto avrà un suo senso, prima o poi.
Mamma, anno dopo anno, non posso che augurarmi di somigliarti sempre di più, crescendo.
51 notes
·
View notes
Text
Addicted
Le tapparelle chiuse. La stanza buia che tutta in una volta si illumina di rosso mettendo a tutti gli oggetti un velo di proibito. Sul letto. Sul tavolo con la bottiglia di vino sopra. Su di te seduto sulla sedia accanto al tavolo. Su di me in piedi di fronte a te. Anche sulla musica che si infila e si intreccia tra di noi. Mi guardi. La tua camicia di lino è aperta. Si vede come si alza e si abbassa il tuo petto quando respiri. Sempre più forte. Hai fatto un sorso dalla bottiglia. Stai passando le dita sulla tua pelle scoperta. Dal petto verso la pancia e poi sopra i pantaloni. Torni sul petto. Lo accarezzi..lo graffi. Hai voglia. Il tuo sguardo mi sta toccando..mi sta facendo a pezzi. Ti sei alzato tenendo ancora la bottiglia in mano. Adesso il tuo viso a 2 centimetri dal mio e la tua mano sta sul mio collo. Mi baci. Ti bacio. Mi lecchi le labbra. E poi mi guardi di nuovo. Passi la tua mano sulla mia guancia e mi dai uno schiaffo. Mi sta bene. Ti sorrido. Il tuo sguardo diventa serio e la mano va dietro la mia testa. Mi raccogli i capelli e tiri la mia testa indietro. Sussuri "Apri la bocca". Lo faccio tirando la lingua fuori. Sputi sopra e poi mi versi il vino in bocca.
- Bevi!
Cerco di bere ma stai versando troppo velocemente e il vino comincia a scolare ovunque su di me. Sulle braccia..sul seno..sulla pancia..sulle gambe. Ti fermi e mi baci bevendo il vino dalla mia bocca. Lasci i miei capelli e mi stringi vicino a te. Il mio seno bagnato schiacciato al tuo petto. Mi graffi la schiena con le unghie. Mi baci il collo..lo lecchi scendendo verso le braccia e le dita. Sanno di vino. Gli prendi in bocca e succhi. Mi guardi negli occhi. E in questo momento non si capisce chi sottomette chi. Salendo passi la tua lingua sulla mia pancia. Ti fermi sul seno. Lo schiafeggi e lo succhi subito dopo. Passi le unghie sopra e sui capezzoli bagnati. Mi lasci i segni addosso.
Non so il perché ma ti fermi e ti allontani. Sparisci nel buio. Sento solo il rumore. Stai cercando qualcosa. Resto ferma e aspetto. So che non devo muovermi da qui. Torni con polaroid in mano. Scatti una foto ai segni che mi hai lasciato sulla pelle. La sventoli e la metti nella tasca dei pantaloni aspettando che sviluppi. Passi le dita sul mio viso e sulle labbra. Gli prendo in bocca e gli succhio. Ti guardo. Tiri fuori le dita e gli metti nella tua bocca succhiandoli. Senti il sapore della mia saliva. Stai attaccato alla mia faccia. Gemi. Sai quanto mi eccita sentirti gemere. Passi le dita bagnate sul mio petto strizzando un po i miei capezzoli facendomi aprire la bocca di nuovo. Le dita scendono ancora...verso linguine..mi toccano leggermente. Senti come mi fa bagnare tutto questo.
Ti togli la cintura dai pantaloni con i miei occhi puntati sulle tue mani. E mentre giochi con i miei capezzoli appena colpiti con la mano avvicini il tuo orecchio alla mia bocca.
- Dimmi dove vuoi essere colpita
Non riesco a non gemere perché le tue dita sopra miei capezzoli mi fanno impazzire e ti rispondo:
- Sul culo
Vai dietro di me e scatti un'altra foto da questa prospettiva. Mi dici di stare ferma e passi la cinta su tutta la mia schiena. Mi fa vivere i brividi. Ti allontani e mi dai un colpo sul culo, e subito un altro veloce. Mi lasci i segni. Ti pieghi e passi la tua lingua sopra. Lo accarezzi per calmare il dolore. Ti alzi e dai altri due colpi..anche sulle cosce. È difficile stare ferma. Ma lo so che ti piace. Ti piace vedermi lottare per mantenere il controllo. Vieni di nuovo davanti a me. Mi baci. Sto cercando i tuoi baci perché mi danno la tregua. Scendi a baciare tutto il mio corpo. Sul collo e di nuovo sul petto, lungo le braccia, giù sulla pancia e sulle cosce.
- Posso toccarti?
- No! Prima devo finire di assaggiare tutto il tuo corpo.
Dalle cosce ti sposti verso il ginocchio e il polpaccio, e poi sui piedi. Lecchi tutto. Ti metti in gioco davanti a me e prendi il mio piede portando le dita sulle tue labbra succhiandoli uno per volta. Mi eccita molto vederti così.
Questo racconto è stato scritto in collaborazione e con l'influenza di una persona che non ci sta più su Tumblr. Però volevo pubblicare lo stesso 🖤
47 notes
·
View notes
Text
Ch-ch-changes
🌟 Novità
Il limite di caratteri è stato aumentato da 500 a 1.975 caratteri per tutte le risposte sul web! Non dovrai più concatenare più risposte per dire quello che vuoi. Grazie a tutti coloro che hanno testato questa funzionalità per primi nelle Community!
Abbiamo iniziato ad abilitare alcune di quelle attese funzionalità di scoperta della Community per un sottoinsieme di utenti! Chiunque faccia attualmente parte di una Community, più una piccola percentuale casuale di tutti gli utenti, vedrà una nuova opzione a discesa nella ricerca che ti consente di esplorare le Community correlate al tuo termine di ricerca. Mostreremo anche una barra laterale di "Community correlate" sul web per alcune persone. Le Community a cui è possibile iscriversi gratuitamente saranno classificate più in alto, quindi se sei l'amministratore della tua Community e vuoi che questa diventi visibile a più persone, prendi in considerazione la possibilità di modificare le impostazioni di iscrizione da "solo su invito" a "iscrizione gratuita". Sfruttiamo anche i tag (oltre a titolo e descrizione) che hai impostato per la tua Community per classificare i risultati, quindi aggiornali se non l'hai ancora fatto!
Quando interagisci con la tua prima Community, vedrai utili suggerimenti.
🛠 Correzioni
Quando acquisti un articolo su TumblrMart, gli articoli più importanti non saranno più oscurati o omessi.
🚧 In corso
Al momento, niente da segnalare.
🌱 In arrivo
Tra non molto, aumenteremo in maniera graduale la percentuale di utenti casuali, fino a quando tutti gli utenti saranno in grado di trovare le Community tramite lo strumento di ricerca.
Hai riscontrato un problema? Invia una richiesta di supporto e ti risponderemo il prima possibile!
Vuoi condividere il tuo feedback su qualcosa? Dai un’occhiata al nostro blog Work in Progress e avvia una discussione con la community.
Vuoi supportare Tumblr con una donazione diretta? Scopri il nuovo badge Sostenitore in TumblrMart!
21 notes
·
View notes
Text
Mentre facevano l'amore, lei glielo aveva bisbigliato, riassumendo i propri pensieri in un'unica frase: "Robert, sei così potente da farmi paura". Lui era fisicamente potente, ma usava la sua forza con cautela. E in ogni caso, c'era molto di più. Il sesso era solo un aspetto. Dal momento in cui l'aveva conosciuto, lei aveva vissuto nell'aspettativa - nella possibilità, perlomeno - di un'esperienza piacevole, che interrompesse finalmente una routine di ossessionante monotonia. Non aveva tenuto conto della sua stupefacente potenza. Era come se lui avesse preso possesso di lei, a tutti i livelli. Ed era una scoperta inquietante. Prima, neppure per un attimo aveva dubitato che una parte del suo essere avrebbe mantenuto il distacco da qualunque cosa lei e Robert Kinkaid potessero fare insieme, la parte che apparteneva alla sua famiglia e alla vita nella Madison County. Ma lui aveva spazzato via tutto. Avrebbe dovuto capirlo quando lo aveva visto scendere dal furgone per chiederle indicazioni. Le aveva ricordato uno sciamano, e quella prima impressione si era rivelata corretta. Facevano l'amore per un'ora, forse più, poi lui si staccava lentamente e guardandola accendeva una sigaretta per entrambi. A volte si accontentava di sdraiarsi al suo fianco, senza smettere mai di accarezzarla. Poi tornava ad affondare dentro di lei, sussurrandole parole dolci all'orecchio mentre la prendeva, baciandola tra una frase e l'altra, tra una parola e l'altra, le braccia intorno alla sua vita, attirandola a sé e sprofondando in lei. E allora lei cominciava a ripiegarsi su se stessa, a respirare più in fretta, e si lasciava trasportare là dove lui abitava, e abitava in luoghi strani, tormentati, molto addietro nelle ramificazioni della logica di Darwin. Con il viso sepolto contro la spalla di lui, le loro epidermidi a contatto, percepiva il profumo di fuochi di legna e di fiumi, sentiva i treni che lasciavano sferragliando stazioni invernali di molte notti addietro, vedeva viaggiatori ammantati di nero che avanzavano lungo fiumi gelati e pascoli estivi, diretti alla fine di tutte le cose. Il leopardo infuriava sopra di lei, ancora e ancora, come il vento incessante sulla prateria, e lei fremeva, travolta dal suo slancio, cavalcava quel vento come una vergine del tempio che avanza verso le fiamme miti e compiacenti che delimitano la dolce curva dell'oblio. E bisbigliava piano, senza fiato: "Oh, Robert... Robert... mi sto perdendo". Lei, che da anni non aveva più un orgasmo, ne ebbe una lunga serie con quella strana creatura che era per metà uomo e per metà qualcosa di completamente diverso. Si stupì di lui e della sua resistenza, ed egli le disse che poteva spingersi in quei luoghi lontani con il corpo come con la mente, e che gli orgasmi della mente avevano una loro qualità distintiva.
(Robert James Waller, "I ponti di Madison County")
21 notes
·
View notes
Text
Che scoperta incredibile! Gli scienziati hanno scoperto che le formiche, dopo aver raccolto i grani e i semi di cui hanno bisogno per l'inverno, spezzano quei semi in metà prima di conservarli nei loro nidi, perché spezzarli a metà impedisce loro di germinare anche attraverso la pioggia e le condizioni germinative più perfette. Ma gli scienziati sono rimasti sbalorditi quando hanno scoperto che i semi di coriandolo conservati nel nido di formiche erano stati suddivisi in 4 pezzi invece che in 2 pezzi. Dopo le ricerche di laboratorio, gli scienziati hanno scoperto che un seme di coriandolo germinerà ancora dopo essere stato diviso in due, ma non germinerà dopo essere stato diviso in quattro parti. Quindi come fanno queste piccole creature a sapere tutto questo? Gli umani sanno molto poco, c'è molto da imparare dalle altre creature.
Fonte Fb
19 notes
·
View notes
Text
Un Viaggio è sempre una scoperta, prima di luoghi nuovi è la scoperta di ciò che i luoghi nuovi fanno alla tua mente e al tuo cuore. Viaggiare è sempre, in qualche forma, esplorare se stessi.
Stephen Littleword
16 notes
·
View notes
Text
Le cose muoiono: questa è la prima cosa che non puoi cancellare, una volta che l'hai davvero scoperta. Le cose guariscono, le cose ricominciano, le cose tornano. Questa è una cosa bella da tenere in testa, ma non la puoi avere sempre, la speranza fa il gioco del sole nel bosco, sparisce, riappare un attimo, poi di nuovo è ombra e scuro.
Stefano Benni
101 notes
·
View notes
Text
E' nel momento in cui stavo disegnando un autoritratto con l'inchiostro di china (che conservo) che ho avuto la prima crisi che mi condusse al mio primo ricovero forzato (giugno 1972). La mia testa si torse e restò fissata... la mia visione divenne confusa.. provavo un sentimento di strana tranquillità (...) Poiché in questo periodo osservavo un mutismo totale, mi limitavo a restare disteso sul letto. La mia famiglia alla scoperta della mia condizione si rivolse a un medico di pronto soccorso che non ricevendo risposte da parte mia, ordinò il mio ricovero immediato. (...) In ospedale chiesi a un infermiere che passava perché mi trovassi là. Fermandosi appena il tempo per somministrarmi la dose di medicine, mi rispose: schizofrenia.
David Nebreda
7 notes
·
View notes
Text
Questo volume, nato dall’incontro tra lo scrittore Christian Bobin e il fotografo Edouard Boubat, presenta il sapiente dialogo tra la parola poetica dello scrittore e le immagini in bianco e nero scattate da uno dei più rinomati fotografi a livello internazionale. Due sguardi differenti ma con una sensibilità affine si sono misurati in un progetto comune, ciascuno dando voce al suo personale alfabeto. Il risultato è quindi il frutto dei viaggi del fotografo, che ha attraversato il pianeta per catturare attimi di vita, e dell’ispirazione dello scrittore germinata dall’abbandonarsi all’osservazione attenta delle fotografie. Il libro, pubblicato per la prima volta in Francia da Gallimard, sarà una sorprendente scoperta sia per i lettori affezionati alla scrittura di Bobin, sia per coloro che apprezzano la ricerca fotografica di Boubat.
7 notes
·
View notes
Text
In questi giorni mi sono concessa un poco di libertà in più e mi sono presa delle ferie. Dico sempre che dovrei farlo più spesso, come per molte delle altre cose che mi fanno stare bene. Tra il dire e il fare, però, bisogna che mi organizzi meglio >_<
Ho giocato a carte per ore come quando ero piccola, a Macchiavelli (con due C perché a casa mia l'ho sempre chiamato così e quindi ormai è ribattezzato u_u), ho fatto morbide sculture color pastello, ho mangiato cose buone, ho camminato tra piante cariche di foglioline nuove e fiorellini. Avrei voluto rotolarmi nell'erba come F., il cagnolino della mia amica G., ma mi sono trattenuta ^_^
Ho letto (anche un libro tutto di fila, come mi capita di rado ormai, ma questi di Bianca Pitzorno erano racconti brevi di quelli come le ciliegie, che uno tira l'altro, anche perché le protagoniste erano quelle di Ascolta il mio cuore e quindi ero già affezionata dalla prima pagina, e quella mattina sul balcone si stava proprio bene *_*)
Ho girovagato per librerie e piccole mostre di illustrazione (avremmo voluto andare alla fiera del libro per ragazzi, ma non siamo riuscite :( sarà per un'altra volta), ho passato del tempo insieme a chi amo e insieme a me stessa e ho ricaricato un poco le energie. Stasera ho anche disegnato, che era da qualche tempo che avevo perso il ritmo, e sulla scia dell'entusiasmo e delle riflessioni su un post sui modi di incanalare l'energia mi sono detta che era proprio il momento di ricominciare u_u
(P.s. questo è di Anna Kaźmierak, una delle autrici esposte che mi è piaciuta di più - se siete in centro a Bologna passate dalla Salaborsa, dura fino al 5 maggio)
(questo invece è mio - da un selfie di ieri mattina nel verde *_*)
Insomma, in questi primi giorni di primavera mi sono sentita come la rosellina che avevo preso un mese fa, che sembrava bruciata dal freddo e dalla mancanza d'acqua e che invece ha messo su le foglioline nuove dopo che l'ho comunque interrata in uno dei vasi in cui avevo spazio. Per i fiori vedremo. Chissà se il quadrifoglio che ha trovato G. porterà anche un poco di fortuna. Intanto ci ha portato un sorriso in quel momento di scoperta fortuita, e forse forse basta questo, in realtà.
#cose mie#in questi giorni#la prefazione della Lipperini leggetela dopo però! spoilera tutte le storie ×_×#per fortuna non mi fregano più così facilmente u_u#bellissimo comunque#dopo il film della Cortellesi riconcilia un po' con quel periodo storico#Bianca Pitzorno#la devo leggere di più#mi piace sempre *_*#p.s. ho aggiunto il nome dell'autrice del primo perché non vorrei sembrasse che sono entrambi opera mia x_x
22 notes
·
View notes
Text
ARTISTI CONTEMPORANEI - di Gianpiero Menniti
LA FORMA DELL'ENERGIA
La prima sensazione a colpire di lei è il sorriso: contagioso, fanciullesco, autentico.
Si accende nei suoi occhi e non passa.
Ma c'è di più: Antonella Di Renzo è anche la piacevole scoperta di una pittura che le somiglia non solo nella vividezza dello sguardo quanto nell'intensità del gesto, nel corpo che usa quasi come in una coinvolgente "performance" danzante.
Direi che pensa e si muove come dipinge.
E si esprime nel linguaggio parlato con il medesimo temperamento che promana dalla sua produzione artistica.
Una sorta d'introiezione tra l'artista e l'opera.
Il suo modo di fare arte è avventuroso.
Volutamente si misura con una forma di ricerca volta verso uno scopo molto preciso: cogliere la forma dell'energia.
Per lei, l'energia è "verità".
Si potrebbe dire che la sostanza della materia si rivela nella sua scomposizione, nel suo dissolversi: la pluripremiata artista vibonese riesce a strapparle la maschera della forma compatta che non è il suo volto reale.
Questo è ben più profondo, racchiuso proprio nell'energia che crea la massa e la tiene stretta.
Fino a quando una forza esplosiva non la frantumi liberandola dai vincoli della gravità.
Così, la materia riprende la sua leggerezza originaria e invade lo spazio, lo colora di luminosità, lo percorre senza sosta come impazzita per quella che la pittrice appella come felicità.
Le tele di Antonella Di Renzo sono queste immagini di parola, tra la potenza del colore e la suggestione del movimento, gli sfondi anch'essi dinamici e i materiali che sorgono in rilievo come fossero corpi in espansione.
L'energia fluttua, l'energia non ha "nómos".
Oppure, l'energia possiede regole: sono le leggi del caos, nonostante queste siano ancora sconosciute nella loro apprezzabilità scientifica, ancora avvolte nell'universo dell'indeterminatezza.
Tutto è davvero possibile in un modello statistico basato su principi inconcepibili solo un secolo fa, quando l'archiviazione della fisica newtoniana in favore degli sviluppi discendenti dalla fisica quantistica, da Boltzmann fino ad Heisenberg e alla relazione indissolubile tra ordine e disordine, hanno prodotto una tale mole di evidenze che nulla può ritenersi più reversibile nella spiegazione dei fenomeni dell'esserci.
Antonella Di Renzo è tra le epigoni di questa ormai secolare riflessione espressiva proiettata a risolvere sulla tela la domanda incessante di conoscenza, una domanda che prese corpo già con gli "Impressionisti" fino a spargersi lungo il '900.
Quella domanda di conoscenza è ancora attuale.
Dunque, c'è ancora spazio per artiste come lei.
Uno spazio sconfinato.
Costellato di soglie ancora in attesa di essere attraversate.
- Nelle Immagini: una foto di Antonella Di Renzo che tiene in mano "Amore malato" del 2015 e di seguito altre opere dell'artista
13 notes
·
View notes