#martirio de' santi padri del monte sinai e dell'eremo di raitu
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valentina-lauricella · 8 months ago
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Uno scherzo di Leopardi
(…) questo ingegno terribile del Leopardi, il quale era stato tanto greco nell'Inno a Nettuno, nella Canzone di Simonide, nel Canto di Saffo, tanto romano nell'estreme parole di Bruto secondo, tentò una volta di farsi trecentista in quel supposto volgarizzamento di Martirio: e d'alcuna cosa gli fallì il successo. Io non dirò ch'egli in cuor suo credesse di aver toccato veramente il segno, ma certo confidossi di avere ingannato il mondo; e vedrete com'egli scrivendone al cugino romano se ne compiace e si tiene sicuro perchè vi restò preso il povero Cesari (*).
(Pietro Giordani)
(*) Famoso per essere stato il maggiore dei "puristi", cioè di quegli studiosi di lingua che, tra la fine del Settecento e il principio dell'Ottocento, fecero argine all'imbarbarimento della lingua dovuto soprattutto all'influenza del francese, richiamando gl'Italiani allo studio e all'imitazione dei nostri scrittori antichi, e specialmente dei trecentisti.
Un tratto che amo molto di Leopardi è la consapevolezza che gli permetteva di valutare lucidamente sé stesso e gli altri, tanto da fargli pensare che nessuno potesse essergli giudice, esemplificato dalla frase del Giordani: egli sapeva di non aver raggiunto l'eccellenza nell'imitazione, ma sapeva di essersi avvicinato ad essa quanto bastava per ingannare gli altri. Così, fra i dolori dell'"infelice" Leopardi, posso immaginare che ci sia stato, a mitigarli, questo gratificante pensiero di essere un gradino più su di tutti gli altri…
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