#lampade votive
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Ceccano, al comune 70 mila euro per le lampade votive al cimitero
E’ quanto incasserà per il 2024 il comune di Ceccano per l’abbonamento a quelle lucine che testimoniano il ricordo per i defunti. Lo si apprende da una determinazione pubblicata all’albo, che però non riporta come verranno spesi. Si tratta di una somma di gran lunga superiore alle spese per le eventuali manutenzioni. Il cimitero di Ceccano avrebbe bisogno di alcuni interventi urgenti: una parte,…
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L'Arte degli oliandoli.
Gli oliandoli facevano parte delle Arti Minori e si riunirono in una Corporazione nei primi anni del Trecento. Come facilmente comprensibile dal nome, l’arte degli oliandoli comprendeva tutta la filiera dell’olio, dalla raccolta delle olive fino alla vendita finale. Per entrare nel dettaglio, facevano parte degli oliandoli i gestori di frantoi, i commercianti – all’ingrosso e al minuto – di olio, i venditori ambulanti che non soltanto vendevano olio, ma anche stoviglie e masserizie varie, girando per le vie cittadine con i loro carretti e gridando per richiamare l’attenzione delle massaie, e tutti coloro che avevano un “posto fisso” nelle piazze o ai canti delle strade per vendere olio e altri prodotti.
La corporazione degli Oliandoli scelse come protettore San Bartolomeo, che si festeggiava il 24 agosto. Inoltre, a dicembre, dopo la spremitura del nuovo raccolto, nella chiesa di Santa Maria degli Ughi, veniva offerto l’olio per alimentare le lampade votive della Vergine. Per il 15 agosto venivano donati dei ceri.
L’arte non possedeva una nicchia esterna in Orsanmichele, per cui decorò un pilastro interno, prima con un San Bartolomeo di Niccolò Gerini e in seguito con una tavola, sempre di San Bartolomeo, eseguita da Lorenzo di Credi. Gli Oliandoli smerciavano l’olio entro i tipici “orciolini”, della capacità di circa 33 litri. L’olio della prima spremitura era destinato al consumo alimentare, mentre le successive spremiture, di qualità nettamente inferiore, erano utilizzate per fabbricare saponi e per l’illuminazione, il cosiddetto “olio lampante”. L’illuminazione ad olio era infatti comune non soltanto nelle case, ma anche nelle strade, sui tabernacoli o sui principali edifici pubblici, come ad esempio il Palazzo dei Priori. Ai tempi di Dante, la corporazione degli Oliandoli, oltre a disciplinare la produzione dell’olio di oliva, si occupava della tutela e rappresentanza degli iscritti all’arte e della formazione degli addetti ai lavori dell’olivicoltura. A Firenze esiste tuttora Piazza dell’Olio, che è il luogo in cui si teneva il mercato specializzato di questo alimento, tassativamente prodotto seguendo i dettami della corporazione. Quali fossero questi dettami, è presto detto: raccolta a mano delle olive dagli alberi, operazione detta “brucatura”; le olive venivano messe in ceste di castagno legate alla cintola dei raccoglitori e portate al frantoio dove venivano frante, con grandi macine in pietra, provenienti dalla cava di Montici. La pietra di questa cava era particolarmente dura e quindi più adatta a questa operazione. Firenze era ricca di botteghe specializzate nella vendita di olio, raggruppate specialmente nella zona del Mercato Vecchio e di Via Lambertesca; oltre a venir usato per scopi alimentari, l’olio veniva impiegato sia nella lavorazione dei tessuti (gli artigiani lanieri lo usavano per ungere e donare brillantezza ai propri tessuti) e per illuminare strade e abitazioni.
Questo accresceva il fabbisogno del prezioso oro liquido e per questo ben presto la Toscana si trovò ad avere una quantità di uliveti insufficiente per un’adeguata produzione di olio. La “Tavola delle Possessioni” di Siena riporta infatti che all’epoca di Dante Alighieri risultava una insufficienza di uliveti rispetto alla domanda interna di “liquore di ulivi” (termine con cui Dante definiva l’olio); per questo le autorità imposero “per la negligentia de’ nostri lavoratori che non piantano et pongono ulivi”, ad ogni possidente e per ogni appezzamento di terreno per la cui lavorazione occorrano due buoi, la messa a dimora di due piante di olivo, quota che dopo poco tempo verrà raddoppiata. Per i toscani l’olio di oliva era “una de le quattro cose più necessarie alla vita dell’uomo” e bisogna ringraziare il lavoro degli oliandoli se oggi la nostra regione può vantare un olio eccellente, conosciuto ed apprezzato ovunque. Nel 1536 l’Arte degli Oliandoli, diventata abbastanza influente e che si era già unita con i Pizzicagnoli, si unì anche con i Beccai, una corporazione potente che racchiudeva al suo interno macellai, pescivendoli e gestori di osterie e taverne. Nel 1770, le soppressioni delle corporazioni attuate dal governo granducale, fecero confluire gli oliandoli, assieme a tutte le altre arti, nella nascente “Camera di Commercio”.
Gabriella Bazzani Madonna delle Cerimonie Read the full article
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Degrado nei cimiteri a Castiglione del Lago, Fratelli d'Italia: "Quali interventi a seguito della nostra mozione?" "Un inaccettabile stato di abbandono, degrado, sporcizia, furti e danneggiamenti, scarsità di loculi, impianti elettrici fuori norma, edifici privi di...
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Lampade votive, mettersi in regola col canone o sarà interrotto il servizio
Lampade votive, mettersi in regola col canone o sarà interrotto il servizio
Lampade votive, necessario mettersi in regola con il canone 2022 In caso di mancato pagamento la ditta sarà costretta ad effettuare il distacco delle forniture Cimitero comunale dei Lupi Livorno, 27 gennaio 2023 – La ditta Magif Servizi, concessionaria della gestione delle lampade votive nei cimiteri comunali della Cigna e di Antignano, ha inviato un avviso ai cittadini che ancora non hanno…
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In the Greek pantheon, Hekate is known as a protector of entryways, borders, and crossroads. She is also a Cthonic (underworld) goddess who exists on the peripheries of the pantheon, and teaches witches like Circe and Medea their magical crafts. Therefore, she has darker associations with death, the underworld, the moon, magic spells, and spirits.
In Hesiod’s Theogany, Hecate is the daughter of Titans Perses and Asteria. For defeating the giant Pergamon in the Gigantomauchy (epic battle between Olympians and Giants), Hekate is the only Titan to retain her powers under the rule of Zeus, who gives Hecate a share of earth, heaven and sea. Like Hermes, Hekate is one of the few deities to have the power to move between the realms of the living and the dead, thus, her portrayal holding divine keys.
One of the most famous myths involving Hecate is Hades’ abduction of Demeter’s daughter, Persephone. Hekate assists Demeter in the underworld by leading the way with torchlight, and later becomes an attendant to Persephone. Hecate’s sacred animal ally is a black dog, said to be Hecuba, Queen of Troy, who was reincarnated by Hekate after suicide. For this reason, dogs were sacrificed and eaten in Hekate’s honor. Another sacred animal servant is the Polecat (weasel), who was the handmaiden Galinthias punished for a deception involving the birth of Hercules.
Around the 5th century B.C.E. we see the first sculptural totem figures portraying Hekate in the triple body form surrounding a central column. These votive statues for the protection of travelers would be placed at crossroads with each figure facing a different path.
Hekate is associated with a variety of frightening Daimones (minor divinities or spirits which could be good or evil.) the Empusae was a shapeshifting specter with the body of a woman, and one leg of brass and the other of a donkey, with hopes of devouring a traveler. The Lamia was originally a vengeful Libyan serpentine woman who devoured children, but later was seen to take the form of attractive, voluptuous woman who would seduce a traveler and feast on their fresh blood. The Mormo was another phantom bogeyman said to be sent out by Hekate to nibble on misbehaving children. Hecate was also followed by a retinue of underworld torch bearing nymphs, called the Lampads. These attendants would accompany both Hekate and Persephone on their journeys between the realms, and also symbolically assist initiates of the Eleusinian mysteries.
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Cimitero di Nicosia, sulla vicenda delle lampade votive il consigliere comunale Giacobbe presenta un’interrogazione Il consigliere comunale Filippo Giacobbe, capogruppo di Forza Italia a Nicosia, ha presentato il 5 agosto un’interrogazione rivolta al sindaco, alla presidente del consiglio comunale e ai dirigenti comunali del secondo e terzo settore, per conoscere la rendicontazione ed il controllo sulle somme che vengono erogate a favore del Comune di Nicosia per gli anni che vanno dal 2016 al 2019 per la gestione delle lampade votive presso il Cimitero comunale.
#Cimitero di Nicosia#sulla vicenda delle lampade votive il consigliere comunale Giacobbe presenta un’interrogazione
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Buongiorno....ben svegliati!!! Tra pochissime ore è primavera i prati sono in fiore...e noi la celebriamo con la dolcissima linea di ceramiche fashion tutta rosa...💓 Molto più dolce e piacevole è stato il risveglio.... Lampade per votive, paralumi, piattini, copri vaso tutto esclusivamente in ceramica dipinto a mano... Il Consiglio ++++: posizionare sparse per casa, sul tavola da pranzo, di fianco al computer, sul tavolo toilette nella cameretta delle nostre figlie, doneranno un tocco di vera femminilità e ci faranno accogliere la primavera nel migliore modo🌸🌸🌸 . Hello .... Soon the spring is in bloom ... and we celebrate it with the sweetest line of pink fashion ceramics ... Votive lamps, lampshades, saucers, vase covers scattered around the house, on the dining table, next to the computer, on the toilet table in the bedroom of our daughters, will give a touch of femininity and will make us welcome spring in the best way. . . . . . . #primavera #fitnessmodel #homedesign #pinkhair #rosas #color #feminist #femminilità #amore#gifts🎁 #portacandele #piattini #decorazionecasa #tavolartegusto #centrotavolamatrimonio#picoftheday #happydays https://www.instagram.com/p/BvODcgTFVJb/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=1rpn5369ucs6u
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Corigliano Rossano, rubano offerte in chiesa e danneggiano una statua, arrestati
https://www.cosenzapage.it/media/2021/08/C0E11AD9-C0BC-4D33-A0CE-3D9231B03FBE-300x200.jpeg - #CosenzaPage CORIGLIANO ROSSANO – Sono entrati di notte in una chiesa forzando le finestre per rubare le offerte nella cassetta posta sotto le lampade votive, hanno messo a soqquadro la sacrestia e danneggiato la statua di Santa Rita ma, sorpresi dai carabinieri, sono stati fermati.
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Lampade votive al cimitero e morosità. La Confsal: snellire procedure | www.ottopagine.it
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Ceccano, più di 3000 famiglie iscritte per le lampade votive al cimitero
Il comune ne ricaverà 79 mila euro per il 2023, di cui 5 mila verranno spesi per le spese di manutenzione ed adeguamento dell’impianto elettrico del cimitero oltre che per le spese di stampa, recapito e rendicontazione dei bollettini. Per l’esattezza gli iscritti al ruolo delle lampade votive sono 3142, uno dei pochi dati resi pubblici da Palazzo Antonelli. Qui la determinazione pubblicata…
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Canone lampade votive in ritardo, il Comune non chiede la mora CAMPOSANTO - Canone lampade votive in ritardo, il Comune di Camposanto non chiede la mora. Spiega la sindaca Monja Zaniboni:
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Conoscere l'Olio
Gli olii vegetali sono condimenti utilizzati in diverse tradizioni culinarie e possiedono caratteristiche molto interessanti dal punto di vista nutrizionale.
L'olio di oliva merita una menzione particolare per l'importanza che riveste nella tradizione alimentare mediterranea, ma spesso gli viene conferita una superiorità dal punto di vista salutistico che non trova riscontri scientifici. Infatti, se è vero che un buon extravergine contiene diverse sostanze preziose per l'organismo umano, è altrettanto vero che altri olii vegetali gli sono superiori sotto altri punti di vista, come ad esempio l'apporto di aminoacidi essenziali contenuti in pochissimi alimenti. Nella opinione comune, gli “altri” olii vegetali, e in particolare gli olii di semi, rappresentano l'alternativa “povera” all'olio di oliva, buona al massimo per friggere ma senz'altro inferiore sotto il profilo qualitativo. In realtà il confronto è falsato dalla disponibilità di mercato prevalente per quanto riguarda gli olii di semi. Dal momento che l'olio extravergine di oliva è spremuto esclusivamente a freddo, il confronto andrebbe effettuato con altri olii vegetali spremuti esclusivamente a freddo.
L'olio d'oliva
In tutte le civiltà sorte nel bacino Mediterraneo, l'olivo è stato sempre ritenuto un albero sacro e l'olio estratto dai suoi frutti veniva utilizzato non solo come alimento ma anche a scopo religioso e rituale: gli Egizi lo consideravano un dono degli dei, i Fenici lo diffusero con il loro commercio, definendolo "oro liquido", i Greci e i Romani lo usavano per scopi medicamentosi e come combustibile nelle lampade votive, gli Ebrei lo adoperavano per "ungere" il loro Re, i Cristiani da sempre lo impiegano nei riti più significativi. L'olio d'oliva rappresenta per tradizione alimentare, uno dei prodotti fondamentali dell'agricoltura mediterranea, di indiscusso valore nutrizionale per la composizione chimica e le caratteristiche organolettiche esaltate dal suo impiego come condimento.
Composizione dell'olio di oliva
L'olio di oliva è chimicamente costituito, per la quasi totalità, da trigliceridi (98-99,5%), esteri della glicerina con acidi grassi, la cui composizione media è rappresentata da acidi grassi saturi (16% circa tra cui predomina il palmitico), acidi grassi monoinsaturi (circa il 75% con netta prevalenza dell'acido oleico) e di acidi polinsaturi (circa il 9% con prevalenza di acido linolenico e limitate quantità di linoleico). Oltre a questi componenti principali, l'olio di oliva contiene altri composti che costituiscono la frazione dell'insaponificabile e, seppur presenti in minima quantità (0.5-2%), influiscono in maniera determinante sulla qualità merceologica, nutrizionale ed organolettica (steroli, alcoli alifatici e triterpenici, polifenoli, tocoferoli, componenti dell'aroma…).
L'olio di oliva, la medicina e la chimica
Anticamente l'olio di oliva veniva particolarmente raccomandato per la conservazione dei capelli e per il mantenimento del loro colore naturale; per la cura dei sofferenti di stomaco, di fegato e di intestino; per rimarginare la pelle dalle ustioni e per preservarla dall'irraggiamento solare; era considerato indispensabile per i massaggi muscolari e articolari. L'attuale ricerca medica, pur non smentendo le prescrizioni sopra indicate, anche se un po' troppo generiche, raccomanda l'uso dell'olio di oliva nell'alimentazione per prevenire l'invecchiamento e per preservare l'organismo dalle malattie cardiocircolatorie. Infatti, gli approfondimenti clinici e terapeutici hanno dimostrato che il particolare rapporto fra acidi saturi, monoinsaturi e polinsaturi che caratterizzano la composizione dell'olio di oliva e la naturale presenza di microcostituenti, quali tocoferoli e polifenoli, fanno sì che esso possegga una serie di prezione proprietà, quali, ad esempio, facile digeribilità e resistenza alla cottura, azione ritardante l'invecchiamento cellulare, azione preventiva nei confronti della formazione di calcoli biliari, effetto favorevole per lo sviluppo celebrale, effetto antitrombico ed ipocolesterolimizzante. Da quanto è stato detto, emerge che l'olio extra vergine di oliva, oltre ad un elevato valore nutrizionale, ha anche un pregio organolettico che è dovuto al territorio di produzione delle olive, alla varietà degli oliveti, alle tecniche di conservazione e lavorazione dei frutti.
Caratteristiche dell'olio
L'olio d'oliva ha delle qualità eccezionali che variano a seconda della zona in cui viene prodotto. Contiene carotene, tocoferoli, fosfolipidi e sostanze che proteggono e aiutano l'organismo umano come acidi grassi e proteine. Oltre ad avere un'ottima digeribilità e assorbinemto, aiuta anche la digestione. Le qualità di questo prodotto aiutano l'organismo degli individui di qualsiasi età. Per apprezzare ed assimilare le sue qualità è consigliabile utilizzarlo crudo, per insalate, condimenti etc. ma è anche ottimo cotto e per le fritture. Le tipologie sono tante, l'olio d'oliva per eccellenza è "l'olio extra vergine di oliva", e questo prodotto si ottiene quando si utilizzano olive di qualità, vengono portate al frantoio subito dopo la raccolta e vengono lavorate accuratamente. Bisogna saper apprezzare le vere qualità di questo prodotto in quanto sono davvero uniche ed insostituibili. L'olio extra vergine di oliva è un alimento fondamentale nella dieta dei bambini in quanto è ricco di acido oleico; è particolarmente indicato nella dieta di chi fa sport perché è fonte di energia prontamente digeribile ed è essenziale nell'età senile in quanto limita la perdita di calcio nelle ossa. È ricco di grassi di origine vegetale molto importanti per dare energia e salute al nostro organismo. Inoltre gli aromi presenti nell'olio, rendono i cibi particolarmente gustosi. Specialmente se usate olio extra vergine di oliva italiano. Protegge cuore e arterie, rallenta l'invecchiamento celebrale, previene l'arteriosclerosi e abbassa il livello del colesterolo del sangue,e, soprattutto,combatte i radicali liberi. L'olio di oliva extra vergine non è solo una delizia per il palato. Fa anche bene alla salute. Questo prezioso alimento, grazie all'elevato contenuto di acido oleico, protegge cuore e arterie, rallenta l'invecchiamento celebrale, previene l'arteriosclerosi. Abbassa il livello del colesterolo LCL (il colesterolo "cattivo"), mentre innalza quello HDL ("buono"). Come prescrivono i nutrizionisti, l'olio extra vergine d'oliva è quel prodotto che, sia in cottura che a crudo, viene facilmente digerito dall'organismo perché la sua percentuale di acidi grassi è molto simile a quella del latte materno, alimento perfetto sotto qualsiasi punto di vista.
Come conservare l'olio
Un buon olio d'oliva dà il meglio dopo 4-6 mesi di maturazione, ma dopo 18-24 mesi ha perso gran parte della sua fragranza e freschezza. L'olio non si guasta ma risulta perdere molte delle sue componenti, vitamina E, ed altri antiossidanti, cambia il suo aroma e sapore. Poiché il calore, gli sbalzi di temperatura, l'aria e la luce ne provocano la rapida ossidazione, l'olio va sempre conservato in un contenitore ben chiuso, al buio, ad una temperatura possibilmente costante di circa 14° C. È preferibile usare dei recipienti di acciao inox, molto facili da lavare anche solo con acqua, sicuramente impermeabili alla luce e molto più igienici di altri contenitori
Tecniche di produzione dell'olio
L'estrazione dell'olio - L'operazione si può dividere in tre/quattro fasi principali: frangitura, gramolatura (indispensabile per il metodo "continuo"), spremitura e separazione acqua/olio.
Frangitura - Frangere (da cui il nome frantoio) vuol dire letteralmente rompere: in questa fase infatti la polpa e i noccioli delle olive vengono lacerati a fondo attraverso le molazze (l'antica macina dalle ruote di pietra) o i moderni frangitori a martelli. Si ottiene così una pasta di olive formata da polpa e nocciolo entrambi frantumati. Dunque, la tecnologia tradizionale usa le macine di granito, ovvero ruote che girano su una lastra (piano) anch'esso di granito, schiacciando con il loro peso le olive. Il metodo moderno invece utilizza frangitori a martelli o a dischi rotanti, che frantumano velocemente le olive fino a quando la pasta ottenuta non fuoriesce dal frangitore attraverso una grata forata (i fori sono di diametro noto). Sicuramente con questi frangitori la granulometria della parte solida (nocciolo) è più uniforme della pasta ottenuta con le macine tradizionali, frantumano una quantità maggiore di olive nell'unità di tempo, ma, poichè lacerano troppo velocemente la polpa delle olive, producono un aumento repentino della temperatura della pasta, e alterazione delle sensazioni organolettiche, quali amaro e piccante (molto più pronunciati). Nel caso di utilizzo delle ruote di granito, lo svantaggio sta nella bassa capacità lavorativa.
Gramolatura - Consiste in un continuo e prolungato rimescolamento della pasta di olive proveniente dalla frangitura (o molazzutura). Ciò favorisce l'unione delle goccioline d'olio in gocce sempre più grandi, tali che queste si separino piu facilmente nella fase seguente dalla parte solida. Nel caso di utilizzo di frangitori meccanici, tale fase è indispensabile in quanto deve favorire la rottura delle emulsioni acqua olio, formatesi durante la rapida frangitura. Inoltre, utilizzando in seguito il metodo di estrazione moderno, è anche inevitabile dover riscaldare la pasta ad una determinata temperatura. I vecchi impianti operavano a temperature più elevate, intorno ai 40-45°C, mentre i nuovi lavorano a temperature più basse, sui 28-30°C. Ecco perchè questo metodo è anche detto "a caldo"; diversamente dal metodo tradizionale a pressione , dove non c'è alcuna somministrazione di calore nella pasta.
Spremitura (separazione liquido/solido) - Una volta pronta la pasta di olive si procede alla fase dell'estrazione vera e propria, che porta alla separazione delle tre componenti della pasta, ossia sansa, acqua di vegetazione e olio. Esistono vari metodi per giungere al prodotto finito, ma a grandi linee possono essere ricondotti a due grandi gruppi, fondati sul carattere discontinuo o continuo dell'operazione. Al primo gruppo fa capo il più tradizionale dei sistemi, l'estrazione per pressione meccanica: la pasta viene posta sui dischi di fibra vegetale (i fiscoli, che oggi sono fatti più spesso di materiali sintetici) e i dischi vengono impilati su carrelli e intervallati da dischi di accaio per uniformare la pressione. In seguito il carrello caricato viene posto sotto la pressa, dove la pressione, crescendo nell'arco di circa un'ora, fa fuoriuscire la componente liquida oleosa (mosto oleoso, ovveo olio e acqua di vegetazione). La parte solida che dopo la spremitura resta aderente ai fiscoli è la sansa. Questa è un ottimo combustibile, e contiene ancora dal 5 al 8% di olio, che potrà essere separata solo con l'impiego di particolari solventi, esano soprattutto, con procedimento analogo a quello utilizzato per gli oli di semi. I metodi continui, oggi maggiormente utilizzati, hanno sostituito alla pressione altri principi fisici che conducono alla separazione dell'olio dalla parte solida. Il sistema estrattivo principale è quello per centrifugazione (decanter) e sfrutta il diverso peso specifico dei singoli componenti. La pasta infatti viene immessa in grosse centrifughe, ma prima è anche necessario fluidificarla con l'aggiunta di acqua corrente (sempre alla stessa temperatura della pasta di olive). Le elevate velocità raggiunte nel decanter, portano alla separazione delle tre componenti: olio, acqua di vegetazione e sansa. Un altro metodo, la percolazione, fa leva invece sulla diversa tensione superficiale che l'olio possiede rispetto all'acqua di vegetazione; nell'immersione ritmica di lamine di metallo inossidabile nella pasta di olive, viene progressivamente raccolto il liquido che aderisce alla loro superficie. Con questo sistema si estrae solo una piccola percentuale dell'olio contenuto nelle olive. La parte rimanente viene separato dai residui di buccia e noccioli in un sistema centrifugo (decanter).
Separazione olio/acqua di vegetazione - Questa è l'ultima fase. Utilizzando il diverso peso specifico (l'olio è più leggero dell'acqua) è possibile quindi separare il mosto oleoso. L'olio ottenuto, non è perfettamente trasparente, ma leggermente torbido, opaco. È perfettamente commestibile, crudo emana un profumo molto intenso di olive, comunque è preferibile lasciarlo a riposo qualche mese, cosìcche possa decantarsi. Le sostanze estranee si depositano così sul fondo, producendo piccole tracce di "impurità". Queste non sono altro che piccolissime particelle di acqua che il separatore non è riuscito a separare e che quindi sono state trascinate con l'olio.
Definizione degli oli
Secondo le leggi vigenti gli oli di oliva presenti sul mercato, in relazione alle tecnologie di produzione e a determinate caratteristiche chimiche, prima fra tutte l'acidità libera (espressa in grammi di acido oleico per 100 grammi di olio), sono distinti nelle seguenti categorie merceologiche:
"Olio extra vergine di oliva": estratto per semplice molitura delle olive e avente un'acidità massima dell'1%. È il prodotto qualitativamente migliore;
"Olio vergine di oliva": anch'esso ottenuto per semplice molitura delle olive, avente però un'acidità massima del 2%;
"Olio di oliva": con acidità non eccedente l'1,5%, ottenuto dalla miscela di "olio di oliva raffinato" e di oli vergini (extra vergine, vergine, vergine corrente);
"Olio di sansa di oliva": ottenuto dalla miscela di "olio di sansa raffinato" e di oli vergini, anch'esso con acidità non superiore all'1,5%.
In aggiunta ai precedenti, nella vigente legislazione ci sono altri tipi di oli che non sono però ammessi al consumo diretto:
"Olio di oliva vergine corrente";
"Olio di oliva vergine lampante";
"Olio di oliva rettificato";
"Olio di sansa di oliva greggio";
"Olio di sansa di oliva rettificato".
L' "Olio di oliva vergine corrente" ha un'acidità massima del 3,3% e, se unito all' "Olio di oliva rettificato", darà l' "Olio di oliva". L' "Olio di oliva vergine lampante" può avere un'alta acidità e/o difetti organolettici; dopo la rettificazione chimica darà l' "Olio di oliva rettificato", utilizzato per ottenere l' "Olio di oliva" mescolandolo con i vergini (o extra o vergine o corrente). L' "Olio di sansa di oliva greggio" è prodotto mediante trattamento chimico-fisico dei residui di lavorazione delle olive (sansa) con i solventi e, dopo la rettificazione, darà l' "Olio di sansa di oliva rettificato" che, mescolato con i vergini (o extra o vergine o corrente) darà "Olio di sansa di oliva". Va specificato che: gli oli rettificati (sia di sansa che di oliva) hanno subito una lavorazione che ne ha compromessa la parte aromatica caratteristica degli oli di oliva atti al consumo; nell' "Olio di oliva" e nell' "Olio di sansa di oliva" non è prescritta la quantità minima di olio vergine (o extra o vergine o corrente) che deve comporre la miscela.
Come scegliere un ottimo "extra"
Quando si parla di un alimento, a volte si è costretti a specificare bene cosa significa buono e cosa significa di qualità. Questo perchè si tende a identificare con la parola " buono" il significato di "qualità". Buono significa, nella maggior parte dei casi che piace, che è di proprio gusto, ma non sempre indica la qualità del prodotto. Ogni individuo ha una propria scala di valori, ciò che per qualcuno può essere buono, per qualcun altro può non esserlo. Esempio: se si compra un Lambrusco secco DOP, bottiglia numerata, di indubbia provenienza e quindi di alta qualità, potrebbe anche risultare non gradevole al palato di quel tal commensale, e quindi non buono, ma ciò non implica assolutamente che quel vino non sia di qualità. Per calzare l'esempio a ciò che più ci preme, ecco la classica frase che si sente quando messi a confronto più campioni di olio viene chiesto di esprimere un'opinione in proposito: "questo olio è buono, a differenza di quest'altro che è acido perchè pizzica in gola e oltretutto è anche amaro". La medesima affermazione si sente quando, per ottemperare agli obblighi della nostra cucina tradizionale, ci si reca presso un contadino per effettuare direttamente dal produttore l'acquisto dell'olio.
Il tipico giudizio in presenza di un olio " pizzicante".
Certamente è molto difficile sfatare questa opinione comune. Questo perchè,vuoi per volontà degli Industriali che propendono piu' per l'abbattimento dei prezzi che alla qualità dell'olio, e vuoi per i metodi tradizionali di raccolta e stoccaggio delle olive, si tende ancora ad avere sui mercati dell'olio ancora in dipendenza del gusto e non della qualità. E' chiaro comunque che con degli oli simili vengono a mancare tutte le indubbie qualità medicamentose e salutistiche preventive di un olio extravergine ottenuto secondo metodi canonici ed indubbi. Pertanto ci si accontenta solamente di dare soddisfazione al proprio palato senza rispettare la nostra salute. In realtà quel pizzicore e quell'amaro, sono sinonimo di qualità dell'olio. Il motivo di tale affermazione è da ricercare in due fatti: il nostro corpo si deteriora ed invecchia per l'ossidazione delle cellule, l'olio di oliva di qualità è un antiossidante naturale. Nei campioni di olio cosiddetto " buono" riscontriamo un alto numero di perossidi sinonimo di presenza di agenti ossidanti, anche se esso è nella forchetta del minimo e del massimo prevista per l'extravergine. Quest'olio può essere sofisticato in tutti i modi possibili per renderlo più gradevole, tranne che con l'aggiunta di conservanti perchè impossibile chimicamente e perchè soprattutto l'olio contiene già degli antiossidanti chiamati polifenoli, suoi naturali ed insostituibili conservanti. Ed è alla presenza di questi polifenoli, antiossidanti naturali dell'olio e salvavita per noi umani, che dobbiamo quel "pizzicore" in gola che proviamo quando consumiamo dell'ottimo extravergine. Più è fresco e meno è alterato, più i polifenoli saranno esaltati. La riprova di ciò è nella semplice operazione di assaggio di qualsiasi olio presso un frantoio, appena sgorga dal separatore: anche l'olio ottenuto da olive di mediocre qualità, appena centrifugato, possiede una certa carica di polifenoli e quindi, senza alcun dubbio, proveremo quel "pizzicore" più o meno amaro. Pertanto ci si chiede, ma se appena molite le olive si ottiene un olio che comunque pizzica, allora questa sensazione che poi scompare nel tempo se l'olio non è di pregiata fattura è sintomo di acidità o di qualità? E se è sintomo di acidità, come mai l'olio fresco, appena ottenuto, è acido e poi non lo è piu'?
Olio extra-vergine di oliva l'amico del nostro corpo
L'olio extra-vergine di oliva non è solo una delizia per il palato. Fa anche bene alta salute. Questo prezioso alimento, grazie all'elevato contenuto di acido oleico, protegge cuore e arterie, rallenta l'invecchiamento celebrale, previene l'arteriosclerosi. E non basta abbassa il livello dei colesterolo LCI, (colesterolo "cattivo"), mentre innalza quello HDL ("buono"). Come prescrivono i nutrizionisti, l'olio extra-vergine d'oliva è quel prodotto che, sia in cottura che a crudo, viene facilmente digerito dall'organismo perché la percentuale di acidi grassi è molto simile a quello del latte materno, alimento perfetto sotto qualsiasi punto di vista.
E' di fondamentale importanza sapere che l'olio extra-vergine e vergine di oliva:
1. Ottenuto da un frutto, mentre tutti gli altri oli, da semi;
2. Estratto da olive con mezzi meccanici, al contrario degli oli che vengono estratti tramite prodotti chimici (normalmente solventi);
3. E immediatamente commestibile in quanto non ha bisogno di alcun processo di rettificazione chimica;
4. Conserva integro tutto il suo patrimonio nutrizionale che possedeva all'interno del frutto stesso.
Altri olii vegetali
Gli olii vegetali diversi da quello di oliva sono solitamente ottenuti da semi di svariati tipi di piante. Le loro caratteristiche (e quindi anche i loro impieghi ideali) variano notevolmente a seconda del vegetale di origine, delle condizioni climatiche e del terreno in cui sono stati coltivati e delle peculiarità genetiche delle piante stesse, che sono spesso OGM. Da un punto di vista nutrizionale, si tratta di alimenti formati in massima parte da grassi mono e polinsaturi, alcuni dei quali contengono acidi grassi essenziali preziosi per il nostro organismo, non presenti nell'olio d'oliva né nei condimenti a base di grassi animali.
Come riconoscere un buon olio
Per prima cosa bisogna accertarsi che l'olio in questione sia stato prodotto esclusivamente mediante estrazione meccanica. Come nel caso dell'olio di oliva, infatti, anche gli altri olii vegetali possono essere ottenuti sia per spremitura a freddo (processo qualitativamente migliore) sia per raffinazione chimica. Questo secondo metodo è il più economico e anche il più largamente impiegato, ma purtroppo, oltre a rendere l'olio quasi insapore, distrugge gran parte delle sostanze nutritive utili che altrimenti potrebbero essere parte integrante dell'olio, come ad esempio vitamine e, minerali, lecitina, fitosteroli, e acidi grassi essenziali. In pratica, i semi vengono trattati con apposite sostanze chimiche (solitamente derivati del petrolio) oppure con vapore ad alta temperatura, o ancora con una combinazione delle due tecniche. Questa procedura serve ad eliminare in modo veloce, conveniente e pratico le parti indesiderate dei semi o della polpa, lasciando soltanto la parte oleosa. Purtroppo, le alterazioni chimiche e fisiche a cui è sottoposta la materia prima eliminano anche alcuni dei nutrienti migliori in essa contenuti.
Per quanto riguarda l'attitudine alla frittura, molti di questi olii raffinati si rivelano completamente inadeguati: spesso sono instabili al calore, quindi tendono a bruciare e generare molto fumo; inoltre, possono generare sostanze estremamente pericolose (come ad esempio l'acrilammide) se portati ad alte temperature. Non di rado si trovano in commercio olii raffinati ottenuti da piante OGM che compensano in parte questo difetto: è il caso ad esempio dell'olio di semi di girasole, che in condizioni normali non sarebbe adeguato per uesto metodo di cottura. Si ha inoltre spesso la formazione di grassi idrogenati, che se da un lato assicurano la migliore conservazione del prodotto (nonché la possibilità di maggiore riutilizzo per numerose fritture) dall'altro sono molto dannosi per la salute umana.
L'etichetta di un buon olio vegetale deve quindi contenere una chiara indicazione che attesti la sua produzione con soli mezzi meccanici. La consuetudine culinaria italiana fa sì che gli olii vegetali spremuti a freddo siano pressochè sconosciuti nel nostro Paese (fatta eccezione ovviamente per l'olio di oliva). Normalmente questi prodotti si possono trovare nei reparti dei supermercati dedicati ad alimenti salutistici (come ad esempio quelli per i celiaci o senza zucchero), in alcune erboristerie o negozi di prodotti biologici. Il loro prezzo è sostanzialmente equivalente a quello di un buon olio d'oliva extravergine.
Quale usare per friggere
Oltre al summenzionato olio di semi di girasole, il più adatto alla frittura tra gli olii di semi è senz'altro quello ricavato dalle arachidi, il più simile per composizione all'olio di oliva, ricco di grassi monoinsaturi (stabili al calore) e povero di grassi polinsaturi (instabili e tendenti a formare sostanze nocive e fumo).
Quali evitare
Gli olii tropicali (olio di palma, di palmisti e di cocco) sono molto ricchi di grassi saturi, caratteristica che li accomuna agli alimenti di origine animale. Questo tipo di grassi tendono ad esercitare effetti negativi sui livelli di colesterolo nel sangue ed è quindi meglio non abusarne. Nonostante non siano abitualmente commercializzati per uso alimentare, sono invece impiegati abitualmente per la frittura dai ristoratori, che ne apprezzano l'elevato ciclo vitale (ossia la possibilità di “riciclarli” a lungo, a volte anche per una settimana) ed entrano spesso a far parte di alimenti confezionati. In quest'ultimo caso purtroppo non è obbligatorio indicare l'esatta natura dell'olio utilizzato, quindi il consumatore si trova davanti all'ambigua dicitura “olii vegetali”.
Olii da condimento a crudo
Molti olii vegetali presentano un profilo nutrizionale molto interessante che però rimane tale solo se non sono sottoposti a cottura. Sono molto delicati e temono luce e calore: bisogna quindi conservarli in frigorifero e all'interno di contenitori opachi.
L'olio di semi di girasole, ricco di acido linoleico e vitamina E, è uno dei più comuni, insieme al'olio di semi di mais, dalla composizione molto simile, che tuttavia è meno deperibile.
Un caso a parte è rappresentato dall'olio di semi di lino, ricchissimo di acidi grassi Omega 3, in particolare acido linolenico. Una piccola quantità (soltanto 6 grammi) soddisfa il fabbisogno giornaliero di un adulto di questi fondamentali nutrienti. Purtroppo è difficile reperire in commercio un olio di lino qualitativamente interessante, ossia prodotto con il metodo Baglioni, l'unico che presenta le caratteristiche positive sopra menzionate, oltre a un sapore caratteristico con sentori di noce.
L'olio di semi di soia è completo dato che contiene tutti e due gli acidi essenziali, linoleico (50% circa) e linolenico (8% circa). Ne bastano 20 grammi per soddisfare il fabbisogno giornaliero di entrambi.
Da evitare l'olio di semi di colza, dato che presenta una notevole quantità di acido erucico, una sostanza dannosa per l'organismo. Anche se il suo contenuto può essere per legge solo il 5% del totale si tratta pur sempre di un componente nocivo.
Tipico della cucina orientale, l'olio di semi di sesamo ha un buon contenuto di acido oleico e linoleico, ed emana aromi molto caratteristici. Consigliato a chi ama i sapori della cucina cinese.
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