Tumgik
#la mia mente l'ha già previsto
Il vantaggio di essere un overthinker è ciò che viene visto anche come uno svantaggio, ovvero crearsi nella mente centinaia di migliaia di scenari in cui qualunque cosa non va come speravi.
Vi starete chiedendo perché dovrebbe essere un vantaggio, la risposta è molto semplice: quando qualcosa confermerà una delle vostre centotrentamila ipotesi ci rimarrete ovviamente male, però penserete poi “lo sapevo che sarebbe andata così”.
Morale della favola: non prendete per il culo un overthinker, sa già cosa farete.
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corvidcantina · 6 years
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Ciao anon, ecco che sono riuscita a finirlo! Grazie mille ancora per il prompt! L'agente dell'FBI che controlla il mio computer si starà chiedendo se voglio andare a visitare la carcassa del Titanic, da quanto ho cercato in internet.
Importante! Sono entrambi inglesi per ovvie ragioni ma purtroppo non saprei come imitare un accento che abbia senso se Fabrizio fosse inglese (tipo ad esempio scozzese o irlandese) e usare il romanaccio (che poi il mio non è romanaccio ma va beh) mi fa un po' senso, anche perché se Fabrizio fosse emigrato dall'Italia non avrebbe senso che parli in dialetto in Inghilterra quindi per questo au niente accenti. L'avevo detto io che avrei rotto i coglioni per le lingue, vi vi bi
Una cosa: io non so quanto sia giusto parlare delle violenze perché comunque è un'esperienza agghiacciante e non so quanto sia rispettoso trasformarle in parte di una storia, quindi da parte mia ne parlo con la consapevolezza che dovrebbe essere fatto molto di più per prevenirle e aiutare chi ne è vittima
Il mercato portuale di Southampton, come ogni martedì, è gremito di gente fino all'inverosimile. Fabrizio, venticinque anni e una cassa di pesce sulle spalle, si sposta con tutta la grazia di cui è capace tenendo dieci chili di sardine attraverso la folla, fendendo le ondate di gente come un salmone fende la corrente. Questo è un martedì particolare, che potrebbe decidere del suo futuro, e Fabrizio non vuole arrivare tardi all'appuntamento con il destino
Quando Niccolò, l'apprendista che lavora al negozio di famiglia insieme a lui, gli aveva detto che aveva sentito dire che presto sarebbe salpata una nave per New York e che c'era un concorso per negozianti per dei posti in terza classe, Fabrizio quasi non ci aveva creduto. Lui e Niccolò avevano comprato dei biglietti, sperandoci sì e no, e oggi era il giorno in cui il banditore avrebbe annunciato i vincitori
La sera, quando torna a casa, Fabrizio non riesce a credere che lui e Niccolò abbiamo vinto entrambi, ma si chiede se forse non sia meglio lasciare il suo biglietto al ragazzo, che ha una fidanzata che ha intenzione di sposare, e potrebbe cercarsi un futuro in America...
Il giorno dopo, però, è lo stesso Niccolò a farlo desistere.
"Noi due stiamo bene qui con la nostra famiglia. Ho già rivenduto il mio biglietto, e con i soldi possiamo finalmente permetterci una casa nostra. Ti ringrazio, Fabrizio, ma davvero, va bene così."
E così Fabrizio, un bel giorno di aprile del 1912, si imbarca in terza classe con una valigia di cartone piena di vestiti e una testa piena di sogni
E subito riesce a fare un incontro che gli rovina la giornata
Va, letteralmente, a sbattere contro un ragazzetto allampanato e con la testa piena di ricci
"Ehi tu, guarda dove vai!" strilla quello e a Fabrizio girano abbastanza i coglioni
"Scusi, sua maestà, se non ho previsto che lei sarebbe stato impalato in mezzo al corridoio appena dietro l'angolo" risponde, il sarcasmo che gli cade dalle labbra nel momento in cui lo guarda bene
E
Porca vacca
Niente Fabrizio.exe perché non esiste ancora ma il senso è quello
Fabrizio.telegrafo inceppato
Nailed it
Ermal - perché ovviamente chi altri poteva essere - sta avendo la stessa reazione, giusto un po' meno ovvia
La sua mente fa "muscoli" e poi si spegne come una candela nel mezzo di una tempesta
Ma gli rimangono abbastanza neuroni intatti per rispondere "Non penso sarà un tuo problema, dato che sicuramente in questa parte della nave non ci metterai più piede"
Forse sarebbe stato meglio se si fossero spenti anche quelli, di neuroni
Fabrizio ha la faccia da "ma mi stai prendendo in giro" e subito sembra un cielo rannuvolato
Solo che non vuole rischiare di farsi lasciare a terra
Quindi stringe i denti e ignora il damerino
O, meglio, lo ignora dopo averlo oltrepassato dandogli "accidentalmente" una spallata che non dico che l'ha fatto cadere ma quasi
E si rintana nello stanzone di terza classe a cui l'hanno assegnato
Ma non è una buona idea
E infatti dopo qualche ora non ce la fa più e ha bisogno d'aria
E va sul ponte inferiore
E chi ti trova?
C'ha un ponte per quelli come lui che se lo possono permettere che è molto meglio di questo e viene qui? Ma che cazzo gli dice la testa? pensa Fabrizio
Il punto è che Fabrizio non lo sa, ma per tutta la vita Ermal si è sentito soffocare tanto quanto lui poco prima nella stiva, e sono diciannove anni che si sente così, intrappolato, respirando per non affogare ma come se in realtà non ingoiasse mai veramente l'aria che cerca di trattenere nei polmoni
E ci sono stati quelli che suo padre considerava svaghi, feste a cui partecipare e ragazze da invitare a ballare e altri giovani aristocratici con cui parlare di argomenti che ad Ermal non sono mai interessati
E poi ci sono stati quelli che suo padre considerava doveri, vino italiano da bere fino ad ubriacarsi e botte "per insegnargli l'educazione" che diventavano ancora più violente e spaventose se aveva bevuto e ricordargli ogni giorno che è un fallito e che fino a che lui non sarebbe morto ad Ermal dei soldi che gli sarebbero serviti per mantenersi non sarebbe andato un centesimo
E quello che ha fatto Ermal, oltre ad urlare e a giurare che avesse dovuto anche spaccarsi le ossa lavorando lui il suo futuro se lo sarebbe costruito da solo - e se l'è costruito, è riuscito a portare via sua madre e i suoi fratelli da quell'inferno e ora li raggiungerà in America - è sempre stato andare a guardare il mare, quando non poteva immergercisi
E quindi è quello che sta facendo in questo momento, per evitare che i brutti ricordi lo tirino ancora a fondo
Ma Fabrizio non lo sa
Ed è solo quando si avvicina e vede (i capelli ricci mossi dal vento, le nocche strette sulla ringhiera, le spalle che tremano) le lacrime che gli scorrono sulle guance che capisce che forse la prima impressione che ha avuto dell'altro potrebbe essere stata quella di qualcuno che in quel momento stava solo cercando di difendersi
E anche lui a volte vorrebbe chiudersi a riccio e non fare più nulla, ma tutte le volte che ci ha provato è stato completamente inutile.
Quindi si avvicina e mette una mano sulla ringhiera e l'altro sobbalza e si asciuga velocemente le lacrime
"Io... Volevo scusarmi. Per prima" dice, e stranamente non sembra che abbiano dovuto tirargli fuori le parole a forza, come è successo con tutti gli aristocratici che Fabrizio ha visto scusarsi (comunque pochi, perché di solito pretendono di avere sempre ragione loro e chi non è d'accordo perde il lavoro)
"Non c'è problema" dice Fabrizio e appoggia anche l'altra mano alla ringhiera
E se quella notte, nello stanzone di terza classe, Fabrizio prega un dio a cui non sa se crede ancora ma che è l'unico che conosce affinché non lo giudichi se quello che sta iniziando a provare per Ermal è quello che ha provato per tante donne nella sua vita, beh, questo è esattamente quello che fa anche Ermal nella sua cuccetta in prima classe anche se ha smesso di chiedere nell'esistenza di un dio quando era bambino
Il giorno dopo un cameriere si ammala e Fabrizio si offre di prendere il suo posto. Non è abituato a stare con le mani in mano e se può guadagnare qualcosa non sarà il mal di mare che va e viene a fermarlo
E lo mandano sul ponte superiore
E ora che può osservare Ermal in quello che dovrebbe essere il suo ambiente, si rende conto che quello che gli ha raccontato la sera prima è talmente evidente che solo gli aristocratici, avvolti nel loro mondo di apparenze scintillanti e che non fanno caso alla sostanza delle cose, considerando le emozioni come accessori stravaganti buoni per il mondo del teatro, possono non accorgersi di quanto Ermal sia teso e a disagio
E quando il capitano gli dà una pacca sulla spalla ed Ermal quasi cade dalla sedia per il nervoso, Fabrizio si sente in dovere di intervenire
Si avvicina, serve altro vino e quando lo sta versando nel bicchiere di Ermal (che ha quasi fatto per rifiutare il gesto, ma quando si è reso conto di chi fosse a servirlo è rimasto talmente sorpreso da non fare alcunché) sussurra "va tutto bene?" e quando Ermal scuote la testa, finge di scivolare e facendo un movimento impercettibile con il polso fa cadere il vino addosso ad Ermal
Che capisce il suo gioco e finge di fare una scenata mentre Fabrizio si scusa e quando vede che anche il capitano è sul punto di intervenire propone di andargli a lavare tutto e riportarglielo pulito entro un'ora
"Venite nella mia stanza e vi darò i vestiti da lavare" comanda alla fine Ermal imperiosamente
E per non destare sospetti si allontanano nella direzione degli alloggi di prima classe
E quando sono abbastanza sicuri che nessuno li veda, scappano sul ponte e stanno lì semplicemente godendosi il silenzio e la compagnia e il rumore delle onde che si infrangono contro lo scafo
E quando il pranzo volge al termine e le prime coppie benestanti si riversano sul ponte, solo allora loro si spostano nella stanza di Ermal
E lì succede l'impensabile
Ermal si spoglia per cambiarsi
E Fabrizio, alla vista delle cicatrici, sussulta
Ed Ermal si gira a guardarlo, e nei suoi occhi si vede tutto il dolore che ha provato
Ma tra loro passa un lampo di comprensione e davvero, non ci vuole niente prima che Fabrizio chiuda la porta a chiave dietro le sue spalle ed Ermal si avventi su di lui
E poi sono solo mani che vagano sulla schiena e tra i capelli e baci, baci ovunque tra le lacrime
E la mattina successiva, quando Fabrizio indossa nuovamente l'uniforme, è molto più felice di salire in prima classe di quanto lo sarebbe se viaggiasse anche lui in prima classe
E con il suono dell'oceano che abbandona le sue orecchie per venire sostituito da quello dei bicchieri e delle posate che tintinnano mentre i commensali li fanno sfiorare tra di loro, Fabrizio quasi si sente in pace con se stesso e con il mondo
La sensazione si amplifica quando Ermal, dall'altra parte della sala, cattura il suo sguardo e sorride
E per i due giorni successivi, mentre si allontanano sempre di più dalla vecchia Inghilterra, continua la loro storia fatta di tocchi fugaci e di sguardi da sopra le bottiglie di vino e da serate interminabili sul ponte di terza classe, dove ormai Ermal è quasi una visione familiare e non un oggetto di curiosità come lo era stato il primo giorno, di promesse mute ma non per questo meno forti
E poi, la notte del quarto giorno, la spada di Damocle che pende sulle teste dei passeggeri e dell'equipaggio da quando sono state imbarcate scialuppe di salvataggio sufficienti solo per metà dei passeggeri a bordo, perché l'avidità degli uomini va contro ogni senso di compassione umana, decide di cadere sotto forma di un blocco di ghiaccio che viene segnalato solo quando ormai è troppo tardi
E mentre la banda continua a suonare e in prima classe si balla, lo scafo cede sotto il colpo e la nave inizia lentamente ad affondare
I corridoi dei ponti inferiori si riempiono d'acqua e i passeggeri di terza e seconda classe corrono con le loro famiglie sul ponte superiore, gridando aiuto e pregando qualcuno dio e i suoi santi, qualcuno l'equipaggio
E vengono calate le prime scialuppe, e nella fretta e nella confusione vengono calate mezze vuote e piene solo di donne e bambini perché è più importante salvare il futuro che preoccuparsi del presente
E quando la notizia arriva al ponte di prima classe, si scatena il panico
Ermal corre verso Fabrizio, entrambi potrebbero morire in quel momento e nessuno si fa più scrupoli
E le scialuppe non sono abbastanza e non si riescono a calare quelle che ci sono e già le donne stanno piangendo i loro mariti e i figli i loro padri
E alle due e venti di quella notte nera, la HMS Titanic concludeva il suo viaggio inaugurale spaccata a metà nell'oceano, quasi come se una parte della nave rimpiangere di essere partita e l'altra volesse continuare a viaggiare per portare i suoi passeggeri a destinazione
Alle 4 del mattino, mentre il sole spuntava come sempre all'orizzonte tingendo il mondo di rosa, la RMS Carpathia caricava i 710 sopravvissuti che piangevano le 1500 vite perse nelle profondità del mare nero come petrolio e implacabile come la legge marziale
- estratto da "I segreti del Titanic - Vite nascoste tra le luci della nave più affascinante della storia"
Whew. Non scriverò mai più angst, è stato traumatico. @anon dimmi che ne pensi pls
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e non intende rappresentare le persone menzionate
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animadiaria · 7 years
Note
Ciao💖 ci racconti la tua prima volta con la persona che ami?
Ci eravamo detti di aspettare.Vivevamo una situazione complicata, soprattutto io. Non volevo affezionarmi più a nessuno, ma ho capito che non appena dico così arriva qualcuno che mi ruba il cuore. Non era previsto neanche che lo baciassi, volevo rimanesse un amico. Un amico che mi smuoveva tutti gli ormoni che avevo in corpo, ma pur sempre un amico.Il fatto è che quel bacio ha cambiato tutto. Quando ho capito che ci saremmo baciati (perché ad un certo punto lo capisci, che è l'unica cosa da fare) mi aspettavo un bacio passionale, uno di quelli che ti sbatte al muro e la sua unica preoccupazione è quella di schiaffarti la lingua in bocca. Invece mi ha preso il viso tra le mani e mi ha chiesto il permesso. Ti rendi conto? Io che pensavo volesse una botta e via mi sento chiedere se poteva baciarmi e, se non avessi voluto farlo, mi avrebbe aspettato fino a quando non sarei stata pronta. Non sono una tipa estremamente romantica, queste cose mi fanno venire il diabete, ma era esattamente ciò di cui avevo bisogno in quel momento e lui lo sapeva. Neanche me lo aspettavo da lui, ci ha sempre tenuto a precisare che l'amore non era una sua priorità. Ma quegli occhi. Credo che in quello sguardo le cose tra di noi siano cambiate. Per questo volevo aspettare, non volevo che il sesso rovinasse il rapporto che si era creato tra di noi, non volevo affrettare le cose.Quindi abbiamo iniziato a frequentarci come due quindicenni, baci casti e mani a posto. Solo che quindicenni non lo siamo più da un po’. La mente va molto più avanti e fermarsi ogni volta era sempre più complicato. Una mattina ha fatto sega a scuola, ed è venuto a casa mia. Mi sono pure incazzata, non voglio sentirmi responsabile per un suo eventuale votaccio. Ha riso, e mi ha detto ‘non ti preoccupare mamma, c'era assemblea.’ Mi ha portato un cornetto e il latte macchiato, gliel'avevo detto una volta di sfuggita che quella era la mia colazione preferita. Se l'è ricordato. Abbiamo passato la mattinata a parlare e a vedere Lucifer (che, per inciso, potrebbe benissimo essere lui) sul divano, mezzi abbracciati ma non troppo perché, cito testualmente, 'qua ci facciamo male’. Se ne stava per andare, aveva già il cappotto addosso, giuro. Ho pensato 'anche oggi ce l'ho fatta a non strappargli i vestiti di dosso, sono una grande’. Mi sbagliavo. Ci siamo baciati per salutarci, ma era diverso. Lo senti quando è diverso. C'era fretta, c'era urgenza. A quel punto la lingua in bocca gliel'ho infilata io. Ricordo che aveva lo zaino sulle spalle e per fare il figo l'ha lanciato di lato. Mi ha spaccato il cactus all'ingresso. Tutt'oggi me lo tengo così, mi sembra molto più bello. Un'altra cosa che mi sono dovuta tenere per un bel po’ di tempo è stato un livido sulla schiena con la forma precisa dello stipite della porta della mia stanza. In quel momento neanche me ne sono accorta, in braccio a lui e in overdose di adrenalina com'ero. Sapevo solo che avrei interrotto il contatto con il suo corpo solo per togliergli quel cazzo di maglione che mi pizzicava le braccia. In effetti credo di averlo trattato molto male, quel pezzo di stoffa, ma al momento era il mio nemico principale. Ed è strano. Ero convinta che non appena avesse iniziato a spogliarmi mi sarei resa conto dei buoni propositi che avevamo fatto e sarebbero diventati loro i miei nemici. 'Aspettiamo, va a finire che ci bruciamo e stiamo già messi male.’ Effettivamente stavamo bruciando, ma non era per i sensi di colpa. Tutto mi è sembrato così bello e naturale, come se non stessi aspettando altro. Non solo per una questione fisica, lo sentivo nello stomaco. Era giusto. Era quello che doveva essere. In quel momento quei buoni propositi mi sono sembrate delle cazzate assurde. Abbiamo forzato il rapporto trattenendoci, non lasciandoci andare. E infatti mentre cercavo di sbottonargli quei cazzo di pantaloni senza zip mi è uscito spontaneo un 'siamo dei cretini’. Molto probabilmente lo stava pensando pure lui, l'ho visto nel suo sorriso mentre mi rispondeva 'lo penso già da un po’, cretina’. Non entrerò nei dettagli di quello che è successo dopo. C'è troppo di noi in quello che abbiamo fatto e in quello che abbiamo detto per metterlo in pubblica piazza. Ma in quella mattinata ho capito che probabilmente quello che sentivo per lui, per sto ragazzino che fa impazzire mezza scuola sua e una buona parte delle mie amiche, non sarebbe stata una cosa temporanea e passeggera. Non gli stavo dando una parte di me solo perché mi era stato vicino in un periodo di merda. Eravamo andati oltre. Io, ero andata oltre. E quello che mi ha sorpreso di più sono state le sensazioni che ho provato dopo. Completamente in pace con me stessa, completamente in pace con il mondo. Non è una cosa che succede spesso, ho sempre mille pensieri, mi pento di fare le cose pure prima di farle. Qui niente. Nessuna traccia di pentimento, nessun rimorso. Nessuna vocina che mi dice che ci rimarrò male, che soffrirò, che non ne varrà la pena. Solo lui, il suo fiatone e i suoi baci sulla mia testa.
P. S. Chiedo umilmente scusa per il papiello, mi sono lasciata trasportare.
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armoniaprivata · 4 years
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Non mi aspettavo grandi cose da questo nuovo anno, a giudicare da come si è concluso quello passato, avevo portato il livello delle mie aspettative ai minimi storici, ciononostante, non ero preparata. L'unica stabilità degli ultimi 3 anni se n'è andata esattamente 7 giorni fa portando via con sé il nostro cane, un set di piatti e le mie tenui speranze per il futuro. Ho versato tutte le lacrime che mi sono permessa di lasciar uscire, urlando, ho rotto il portafoto con la polaroid scattata durante la vacanza in Sicilia e maledicendo tutte le sue stramaledette paure ad impegnarsi. Ho lavorato tutte le ore possibili per non tornare al silenzio di questa casa, passando le restanti a pulire per cancellare ogni traccia lasciata da lui e ora, in questa domenica sera, mi aggiro per la casa vuota, con il sottofondo di Elettra Lamborghini che mi ricorda che la musica salva da ogni male. O almeno dovrebbe, perché stasera mi sento triste ad ogni nota, disperata e inconsolabile. Mi domando dove sono finita io? Quella donna forte e indipendente che sono sempre stata, quella che ha aperto il suo negozio di abbigliamento affidandosi solo alle proprie forze, quella che ha comprato questo delizioso appartamento con giardino, quella che ha vissuto sola all'estero realizzando il suo grande sogno. Dov'è tutta quella forza? È annegata nel cesto della biancheria da lavare, quello che il sabato svuotavi tu quando io lavoravo tutto il giorno. È finita nel trovare la cena pronta quando ero troppo stanca anche solo per alzare la forchetta, si è sciolta in quel piede bollente sotto le coperte che mi faceva sentire protetta nelle sere d'inverno. Lì, nella sicurezza quotidiana di condividere i problemi, è finita la mia indipendenza. Mi sono rilassata per la prima volta in vita mia, è stato inaspettato e bellissimo ma adesso, ho nostalgia di tutto. Soprattutto, mi manca sapere di poter crollare in qualunque momento, perché ci sarai tu a raccogliere tutti i miei pezzi disgregati e a strapparmi un sorriso con la tua pungente ironia. Invece, questo è esattamente quello che ti ha portato via di me. Troppa sicurezza si è trasformata in noia per te, troppo rilassamento è diventato banalità e la stabilità ha preso la forma di una gabbia. Così te ne sei andato. Hai detto, come fanno tutti, che si tratta solo di una pausa ma sappiamo entrambi che non tornerai. La libertà ha un sapore troppo dolce per te e dopo 7 giorni, io ho deciso di rimettere insieme i miei cocci da sola. Ne uscirò più forte di prima e rinascerò come solo una donna sa fare. Prometto ora che non lascerò più che un uomo mi allontani da me stessa, resterò fedele a ciò che mi fa brillare gli occhi in qualsiasi condizione. Sto prendendo nota dei miei nuovi propositi, quando sento lo squillo di una notifica sul cellulare, il cuore inizia a battere all'impazzata e la mente sta già galoppando, so chi vuole che sia, so che voglio che sia lui. Afferro il telefono con le mani tremanti e leggo il messaggio sul display, un largo sorriso si apre sul mio volto. "Sto arrivando" e mentre leggo il messaggio, rido e piango insieme. Solo cinque minuti dopo sento il suono del campanello. Apro la porta e mi vedo piazzare una bottiglia di vino in mano, investita da un uragano di capelli ricci. Davanti a me c'è la persona che ogni volta mi tira fuori dai miei abissi senza chiedere niente in cambio, che mi guarda andare con il culo per terra e con pazienza mi aiuta a rialzarmi. Lei è Anna, semplicemente la mia migliore amica. "Hai una pessima cera, lascia che te lo dica!" mi dice con un tono di rimprovero e con uno sguardo di disapprovazione, prima di aggiungere: "Tu adesso vai di là, ti dai una bella ripulita e ti metti uno dei tuoi vestiti da gara. Io nel frattempo stappo questo vino e preparo qualcosa da mangiare, perché tu non hai cenato vero?". Lei è così, autoritaria, sicura e con il cuore più grande che io abbia mai visto. Dopo aver finito di impartire ordini con finta rigidità, mi stringe forte in un abbraccio e lascia che io mi sciolga in quello che, decido, dovrà essere l'ultimo pianto liberatorio di questa sera. Anna mi lascia sfogare, so che è venuta per questo poi con un gesto materno mi asciuga gli occhi e mi sorride. La sua sola presenza mi ricarica, le do un bacio sulla guancia e vado in camera mia, come mi ha ordinato. "Cosa hai in mente?" le grido dalla mia camera mentre passo in rassegna il mio guardaroba. Ha ragione, ho una collezione di abiti da capogiro che non indosso da almeno 3 anni perché lui diceva che mi preferiva semplice. Coglione! Mi aveva convinto che la mia semplicità lo eccitava e poi ha finito per annoiarsi. Stupida io, che ho spento il mio fuoco per adeguarmi alla sua temperatura tiepida. Finalmente sento questa rabbia che sta affiorando e ho intenzione di trasformarla in grinta per riemergere. Torno di là e trovo due bicchieri colmi di vino ad aspettarmi. "Non dovevi preparare da mangiare? "le dico con una nota acida che non si merita. "Prima di tutto sei uno schianto! E poi, tesoro, è difficile inventare una cena con la dispensa vuota! Me lo dici da quando non ti fai un pasto decente?" mi guarda con preoccupazione ma non attende la mia risposta, con un dito fa partire la nostra playlist preferita e si avvicina con il bicchiere. "Brindiamo a un futuro pieno di orgasmi!" e con la mano fa il gesto del dito medio. Riesce sempre a farmi ridere, sboccata e sopra le righe mi travolge ogni volta con la sua filosofia genuina. Una single per scelta, ma io so che è ha solo troppa paura di soffrire ancora dopo l'ennesima storia andata male. Noi ci compensiamo, riflessiva io, istintiva lei, alterniamo folli serate passate a bere e ridere, a momenti di interminabili chiacchiere su quanto siamo fragili e inguaribili romantiche. Semplicemente ci siamo l'una per l'altra. Sempre, come stavolta. So già come andrà a finire, dopo il primo bicchiere non avremo più voglia di uscire e lei finirà con il dormire sul mio divano, per questo ho scelto questo abito decisamente troppo corto. È il mio tubino delle grandi occasioni, nero e stretto che fascia le curve, l'ho indossato l'ultima volta per una festa di Capodanno in cui volevo rimorchiare il cameriere, anche se le cose non sono andate come previsto, quella stessa sera ho conosciuto Giovanni. Tre anni fa. Abbiamo parlato tutta la sera, mi ha affascinato con la sua cultura e all'alba del primo giorno dell'anno, con la scusa più vecchia del mondo, mi ha proposto di vedere la sua collezione di libri. Ovviamente, non abbiamo letto nemmeno una pagina. Ecco, questa sarà la serata giusta per sovrapporre un nuovo ricordo a questo vestito. Il brindisi l'ha fatto lei e io non ho nulla da aggiungere, mi godo la sensazione inebriante delle bollicine fresche che scorrono lungo la mia gola e dopo il primo sorso già sento che mi sto rilassando. La musica riempie la mia cucina e la colora di suoni. Anna ha portato con sé tutta la sua l'energia esplosiva. Iniziamo a ballare sulle note di un Vasco d'annata che urla "Rewind" e noi giriamo nella stanza come la ragazza del videoclip, quella con il walkman. Sono passati tanti anni ma certe canzoni mi riportano sempre indietro nel tempo, a quando i problemi li scrivevi sul diario e il giorno dopo scomparivano dentro alla pagina dei consigli di Cioè. Ridiamo e saltiamo per la stanza fino all'attacco di Cindy Lauper e della sua "Girls just wanna have fun", scusa Elettra ma proprio non ci siamo, ora va decisamente meglio! Abbiamo tra le mani i miei cucchiai di legno da usare come microfoni, la bottiglia è finita e la musica è tanto alta da non sentire il suono del campanello alla porta. Al secondo tentativo riconosco il rumore e mi blocco di colpo, guardo Anna, chi può essere a quest'ora? Lei mi sorride di rimando, strizzandomi l'occhio "Vado io!". La seguo sospettosa, non mi sono mai piaciute le sue sorprese! Sulla soglia trovo il fattorino che regge in mano il cartone di una pizza gigante, il fattorino più sexy che io abbia mai visto. Non so se sono più interessata alla pizza o alle mani che reggono la scatola. È giovane, come è ovvio che sia, ma ha un velo di barba che lo fa sembrare più adulto e molto maschio. Occhi intensi, scuri e un sorriso dolce e imbarazzato che mi stimola non poco. Anna lo invita ad entrare e io mi precipito a cercare la borsa per pagarlo. Vago per la casa annebbiata dall'alcool senza ricordare dove cavolo l'ho buttata. Nel frattempo, sento la voce lontana di Anna tempestare di domande il ragazzo e lui balbettare delle risposte confuse. Finalmente mi ricordo di aver lasciato la borsa sulla sedia della cucina e quando torno di là trovo la mia amica che cerca di sfilare con insistenza la giacca del nostro ignaro ospite. Mi viene da ridere, so che sta giocando ma l'imbarazzo sul viso del fattorino è davvero buffo. Mi avvicino con i soldi con l'intento di salvarlo da questo attacco ma quando incrocio il suo sguardo, leggo un certo interesse che mi sorprende e mi lusinga molto. I suoi occhi scendono alla scollatura sfacciata del mio vestito e percorrono tutta la linea del mio corpo. Gli sorrido e penso tra me che non c'è niente di male a giocare un po'. "Puoi tenere il resto, ma solo se ti fermi a farci un po' di compagnia..." nella mia testa è scoppiato il caos, ho davvero detto questa frase ad alta voce?! Anna si avvicina per darmi sostegno: "E' quasi mezzanotte e il tuo turno ormai sarà finito no? sono certa che non ci saranno altre consegne da fare questa sera..." Gli occhi del ragazzo si spostano da me alla mia amica e quel velo di timidezza che prima ostentava a protezione, cala improvvisamente. "In effetti, Signore, come potrei rifiutare una compagnia così interessante?" e senza preavviso, con un movimento sensuale, sfila la divisa che tanto saldamente stava cercando di salvare poco fa. "Come possiamo chiamarti...ragazzo?" Anna ha iniziato il suo gioco di seduzione mentre sta togliendo dal congelatore una bottiglia di Vodka gelata e tre bicchierini da shot. "Mi chiamo Michael" risponde lui e con rinnovata sicurezza si avvicina al tavolo per buttare giù lo shot in un lampo. Le sue braccia piegate lasciano intravedere un fisico giovane ed allenato, con muscoli forti che evocano in me la voglia di essere presa con decisione. Dopotutto, non sono poi così spenta. La musica sta partecipando a questo nostro gioco perché dalla playlist parte la canzone sensuale per eccellenza, sulle note di Bailando, di Enrique Iglesias, io e Anna ci guardiamo con uno sguardo complice e scoppiamo in una risata brilla. Michael sorride e inizia un ballo per noi che fa aumentare la temperatura non di poco. Lo guardiamo mentre muove sensualmente il bacino in pure stile cubano, a pensarci bene potrebbe avere origini sudamericane considerato il nome e la pelle leggermente ambrata. Si muove in un modo dannatamente sensuale e io non resisto, mi avvicino e lascio che le nostre gambe si incrocino. Con una mano all'incavo della mia schiena mi tiene salda e insieme iniziamo una danza lussuriosa dei nostri bacini. Mi abbandono alla sensualità di questa gioventù e lascio cadere il collo all'indietro, sorretta dalle braccia forti di questa distrazione pazzesca e inaspettata. Anna ha buttato giù gli altri due shot e si sta avvicinando alla scena. Si posiziona dietro Michael e ancheggiando segue il movimento dei suoi fianchi. Siamo tre sinuosi corpi rapiti dal ritmo della musica, Le mani di Anna stanno diventando audaci e si spostano a tastare i pettorali del nostro fattorino, mentre io godo del calore delle sue mani che dalla schiena sono scese a riempirsi dei miei glutei. Lo sento, Dio come lo sento! Il suo sesso è pronto e sta spingendo sulla mia gamba, così il mio corpo risponde con il fuoco che brucia tra le mie cosce. La curiosità di Anna si fa sempre più intraprendente e la guardo mentre le sue mani scendono fino a infilarsi nei pantaloni del ragazzo. Michal si volta verso di lei e con impeto la sua lingua prende possesso della sua bocca. Io sono eccitata come non mi capitava da tempo ma osservo la scena da fuori come se non ne fossi davvero una protagonista e mi accorgo che non lo sono. Non è quello che voglio. Mi allontano dalla cucina, improvvisamente sento il bisogno di aria, esco di casa, diretta verso il mio piccolo giardino segreto. Anna è troppo impegnata per accorgersene e va bene così, la ringrazio per questa distrazione, anche se ho realizzato che non sono ancora pronta. Abbracciata al giovane corpo di un ragazzo, ho chiuso gli occhi un solo istante e la mia testa si è riempita dell'immagine di un altro uomo, un uomo che non è più il mio. Mi avvio distratta verso il piccolo portico e trasalisco quando mi accorgo che sul dondolo nell'angolo c'è qualcuno, sto per urlare quando dalla sagoma lo riconosco, è Giovanni, il mio Giovanni. Lo choc si trasforma in rabbia: "Che cazzo ci fai qui? Mi è quasi preso un infarto!" "Elisa! Oddio scusa, non dovevo venire qui ma volevo vederti poi ho capito che non eri sola e non sapevo cosa fare..." " Esatto, non sono sola e mi sto anche divertendo molto! Senza di te ho imparato di nuovo come si fa. Ma poi tu cosa vuoi eh? Ti sei accorto che senza di me ti annoi?" finalmente l'onda della frustrazione sale dalla mia pancia e non ho intenzione di mettere a tacere questa voglia di urlare che ho! "Oppure ti senti solo senza la tua cara quasi-mogliettina che ti fa trovare tutto al suo posto, anzi, lasciami indovinare, sei solo il solito stronzo che..." non mi lasci finire la frase e ti avventi su di me chiudendomi la bocca con un bacio famelico. Non riesco a porre nessuna resistenza, il mio corpo aveva già iniziato a reagire quando ha riconosciuto la curva delle tue braccia stese sul dondolo. È un bacio avido, affamato che sa di rabbia e nostalgia. Le tue mani mi tengono il viso e ora le tue labbra sono scese al mio collo, tracciano la scia della loro voglia che risale fino a succhiare il lobo del mio orecchio, perché lo sai quanto mi fa impazzire. Ci conosciamo, i nostri corpi si sono amati ed esplorati in questi tre anni e insieme siamo cresciuti. Le mie mani sono scese automaticamente ai tuoi fianchi, afferrandosi al quel tuo punto vicino alla cintura che so farti perdere il controllo. Carichi tutto il mio peso e mi fai scivolare sull'erba umida e mentre le tue mani armeggiano con il mio vestito, avverto il freddo della terra sulle mie gambe nude eccitandomi ancora di più. Il tubino è già volato via mentre le tue mani cercano tra le mie gambe il consenso a proseguire. La rabbia si è trasformata in passione animale e io ti sto mordendo ovunque riesco a raggiungerti, collo, spalle e braccia sono marchiati dai miei denti mentre le unghie stanno lasciando solchi sulla tua schiena. Hai liberato quel tuo membro duro e gonfio che mille volte mi ha fatto godere e con un colpo scivoli dentro di me. Di nuovo, come se fosse la prima volta, sento un universo di piacere esplodere dentro me. Stiamo ansimando, gemendo e ringhiando in questo amplesso di passione e dolore che ci sta riportando a casa. I nostri corpi di stanno divorando dalla voglia. Tu spingi e io grido, il mio orgasmo soffiato è soffocato dal mio braccio tra i denti, altre due spinte profonde e sento il tuo seme caldo colarmi dentro, in una sensazione che mi rende confusa e felice. Stiamo ansimando e negli spasmi del piacere appena provato si aggiungono i miei singhiozzi di smarrimento. Mi abbracci forte e una goccia salata cade sul mio viso, stai piangendo anche tu ed è la prima volta che ti vedo così vulnerabile. Alzi la testa per guardarmi negli occhi e io rivedo quella luce della prima volta che ci hanno presentati, quello sguardo che mi ha fatto sentire la donna più bella del mondo. "Questo mi mancava, questo fuoco ardente nei tuoi occhi!" mi dici con una voce graffiata, prima di proseguire "Mi dispiace, io ho avuto paura..." inizi a parlare e la tua solita spacconeria ha lasciato il posto a una dolcezza disarmante che io proprio non mi aspettavo, tu che abbassi tanto le difese da chiedere scusa. Stai per continuare ma ti fermo posandoti un dito sulle labbra. "Va bene, dopo ne parliamo" ti dico. Dopo sì, adesso voglio ascoltare il suono dei nostri corpi rinati nella passione, voglio mettere attenzione su chi sono io quando lascio che la mia energia bruci e non voglio più dimenticarlo. Mi sono adattata a una situazione ma ora so di non volerlo più fare, ora mi ricordo chi sono. Non so come andrà ma adesso sento che ci meritiamo una seconda possibilità. Il freddo della terra sotto di noi inizia a farsi sentire, dovremmo entrare in casa ma mi ricordo di Anna e del fattorino e una grassa risata mi esce dalla gola, se conosco bene la mia amica, la casa non sarà agibile almeno per tutta la notte. "Ciao, io mi chiamo Elisa, ti va di portarmi a casa tua, avrei voglia di leggere un buon libro..." https://www.instagram.com/p/CMt5WhArChGQOwIp3-qdMHX9_UILN9EoJk8gjU0/?igshid=15m9og577cya1
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corvidcantina · 6 years
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Fabrizio ruba prende in prestito una macchina per la seconda volta
Oggi, oltre ad essere il compleanno di Libero è anche il mio e siccome anche se gli anni passano non maturo per niente e sta cosa della macchina mi fa piangere dal ridere perché sicuramente è una di quelle storie che racconterà ai nipoti accanto al camino ho deciso di scriverci su qualcosa. Non era previsto che diventasse un'altra Pechino Express!AU (Se non l'avete ancora fatto, fatevi un regalo e leggete quella di @starstruckstudentdemon che è oro) ma è successo. Enjoy (?)
Come al solito, la storia non è scritta a scopo di lucro, è un lavoro di fantasia e non intende rappresentare le persone che ne fanno parte (@ persone che ne fanno parte: una parola e cancello) @ persone che leggono: non fatelo arrivare ai diretti interessati please
Sono passati sette mesi dalla fine di Sanremo
E Ermal e Fabrizio stanno lavorando al nuovo disco del secondo (insieme perché se un'altra collaborazione porta ad un'altra NMAFN,,,,, good shit right there right there)
Quando tan dan dan daaan [inserire Laccio dei Croods che fa gesti plateali con le zampe] li invitano a partecipare a Pechino Express VIP
And what can they do? Say no?
Fabrizio già suda freddo all'idea delle lingue straniere oh no mi sta venendo in mente Fabrizio che parla spagnolo aiuto qualcuno gli chieda di prendere lezioni gliele do pure io se vuole
MA nella lettera si fa chiaramente riferimento al fatto che partirebbe in coppia con Ermal quindi se c'è il compare lì con lui non sarà completamente inerme di fronte alle Brutte e Cattive Lingue Che Non Sono Italiano O Romanaccio
Va beh io lo prendo in giro ma imparare le lingue è difficile (fonte: le studio e sono in difficoltà) quindi @ Bizio ti capisco e tvb
Come decidono i due di partire? Fabrizio suona alle tre del pomeriggio a Ermal che stava beato a Milano a dormire riposare gli occhi
Si fanno un caffè e "Ma a te t'è arrivata sta cosa de Pechino Express?"
"Certo. Hai già fatto la valigia?"
"Ah quindi andiamo"
"Eh già"
"Ma non è che poi me molli lì però che io l'inglese non lo so parlare"
"Almeno lo ammetti"
"Sì, perché so' abbastanza maturo da ammettere le mie mancanze"
"Più che maturo direi-" "Nun c'è prova' neanche ricciole'" prova a bloccarlo Fabrizio, minacciandolo scherzosamente con l'indice
Ermal fa finta di cucirsi la bocca ma appena Fabrizio gira le spalle sente uno "...stagionato" molto sospetto provenire da dietro di lui
Quindi fanno le valige e partono. Arrivano in aeroporto e Costantino saluta le coppie che sembrano la Nazionale Cantanti mista con delle aggiunte:
I Compari: Fab&Ermal (Sono i primi a cui Costantino ha pensato lmaone)
Le Ragazze (una volta ragazze, ora Signore coi controcoglioni): Gianna Nannini&Fiorella Mannoia
The Giornaliste wow che fantasia: Elisa D'Ospina&Mariasole Pollio
Non Una Coppia: Tiziano Ferro&Elettra Lamborghini perché mi sta ispirando tantissimo e quindi almeno una menzione se la merita (ovviamente il nome l'ha scelto lei)
I Tecnologici: Elodie&Ultimo che oh, contrariamente alle aspettative o forse proprio secondo le aspettative spaccano di brutto
Fabrizio sente il nome e si offende un po' perché Lo Sa che è stato Niccolò a proporlo
Ermal se ne accorge e ride di gusto
I Talenti: Fabio Rovazzi&Shade non dico che il nome è ironico perché Rovazzi è un genio del marketing e Bene Ma Non Benissimo descrive la mia esistenza ma la cosa è a libera interpretazione
I viaggiatori salgono sull'aereo ed è subito il momento di presentarsi (Fabrizio si appiccica a Fiorella come se fossero anni che non si vedono e invece l'ha vista a giugno all'Olimpico li mortacci tua Fabbrì)
Mentre si presentano (Fabio sta subito sui coglioni a Elettra. Saranno due settimane molto difficili.) arrivano le regazzine e i regazzini a salutarli con buona pace delle hostess spagnole che conoscono solo Elettra e quindi ok che è Elettra? (e vorrebbero chiedere una foto pure loro ed alla fine gliela propone Elettra per pubblicarla su Instagram) ma gli altri? chi sono? e quindi si scazzano abbastanza
Eggià, ce stanno i pischelli perché viaggiano in economy mica come Costantino che c'ha il jet privato denn er kann es sich leisten (che tradotto significa "perché c'ha i big money")
Quando si scollano è già ora di atterrare con buona pace di Fabrizio che voleva almeno parlarci due minuti da solo con Ermal e invece guarda te che scazzo la vita
Costantino parte a spiegare
Il percorso si snoda attraverso Spagna e Portogallo
Ermal & Elettra già quando avevano ricevuto le buste si erano gasati tantissimo, figurati adesso che sono in Spagna
"Oh la Spagna te fa bene, pari Libero quando annamo allo stadio" sussurra Fabrizio contento
Costantino è più severo della mia prof di filosofia: "Fabrizio, hai qualcosa da dire?"
Quello che Fabrizio vuole dire: "Sì, che vedere Ermal felice mi fa innamorare ancora di più di lui"
Quello che Fabrizio dice: "Niente Costantino, scusa"
Ermal ridacchia (perché dai, le figure da scolaretto a quarantatre anni) ma ehi, si era incantato!!! Guardando lui!!! Askdjfgvhbk
Fabrizio si consola della figura da scolaretto indisciplinato pensando che c'è la possibilità che capisca qualcosa quando la gente gli parla
Spoiler: lasciando perdere il portoghese, che è bellissimo ma non lo parla manco Ermal, parlano tutti a macchinetta mangiandosi le S quindi non ci capirà un cazzo. Ermal invece sarà perfettamente a suo agio the audacity
Ma ne riparleremo
I viaggiatori dovranno arrivare da Madrid a Lisbona attraverso sette tappe, ad ognuna delle quali una coppia verrà eliminata. Potranno ottenere dei vantaggi o essere penalizzati a seconda dell'ordine di arrivo alle diverse tappe
Costantino finalmente li lascia andare a riposarsi in albergo
E,,,,, iniziano i cliché gli inconvenienti. Qualcuno (probabilmente Costantino stesso) ha prenotato camere matrimoniali per tutti. Niccolò ed Elodie si dicono che è solo per una notte e non vale manco la pena di stare a protestare e si mettono a dormire. Il mitico duo Mannoia&Nannini si stende e finisce a parlare fino alle due di notte. Vito (Shade per chi non lo sapesse) e Fabio squadrano il letto e poi si mettono uno da capo e l'altro da piedi e spengono le luci. La mattina, inspiegabilmente, si svegliano abbracciati. Tiziano dorme sul divano. Elisa e Mariasole si sono prese benissimo e sono praticamente come madre e figlia quindi non c'è problema.
Chi deve andare a lamentarsi? Proprio quelli che il matrimoniale potevano sfruttarlo. Farcela mai oh
A parte gli scherzi, entrambi pensano di essere gli unici a provare dei sentimenti per l'altro quindi è ovvio che nessuno dei due voglia esporsi per primo
Fabrizio spera e non spera che non si possa cambiare stanza e chiede ad Ermal di andare a vedere perché Ermal lo parla lo spagnolo, lui no
In ascensore, Ermal per una volta non si fa i selfie si chiede se magari può fingere di essere andato a chiedere di cambiare stanza ed aver ottenuto una risposta negativa
Ma siccome è onesto va a chiedere
Sono fortunati però, perché a quanto pare l'albergo è tutto pieno
Sì sdraiano l'uno di fronte all'altro e anche loro, ridendo e scherzando e le mani di Fabrizio vagano per i capelli di Ermal come Cappuccetto Rosso nel bosco
Niente battute sui lupi perché non me ne vengono in mente
La mattina non hanno dormito un cazzo ma sono molto felici dato che si sono raccontati di tutto e di più e hanno riso insieme per delle ore che softies
Inizia la prima tappa intermedia e già partiamo malissimo
Ermal, che pensa di saper leggere le mappe, sbaglia strada tre volte
"Fabbrì, fidati, è per di qua!"
"Ma 'ndo sta? 'nsomma, è enorme-"
Ermal alza un sopracciglio (Dick jokes??? Dick jokes everywhere??? Fabbrì, vuoi ucciderlo a sto poro cristo???)
Fabrizio si rende conto dello slip of the tongue e fa il finto tonto
"Il palazzo, Ermal, il palazzo. Ormai dovremmo vederlo"
Sai che cosa vuole vedere lui
Alla fine Fabrizio prende in mano la situazione e passando dove non possono passare
("Non fatte vede che ce stanno le guardie" "Sì ma io posso dirgli che è stata un'idea tua. Se ti arrestano ti lascio qui" "E meno male che non mi abbandonavi. Bell'amico"
Fabbrì che cazzo dici che vi seguireste l'un l'altro fino in capo al mondo va là)
sbucano dove devono sbucare
("Visto? E non ci siamo fatti arrestare" "Dillo al poliziotto che hai dietro"
Fabrizio si gira tipo Harry quando Draco & compagnia imitano i Dissennatori
"Ma sarai stronzo oh, m'hai fatto prendere un colpo per niente")
Ma smettono di battibeccare come una vecchia coppia sposata quando si accorgono che davanti a loro ci sono solo le Ragazze
E quindi Fabrizio, che è competitivo e a volte anche stronzo, gli gioca un tiro mancino
"Ehy amigo le vedi quelle?" fa a un venditore ambulante. E a gesti gli fa capire che so' ricche ("hanno, come se dice Ermal?" "Ma cosa vuoi dire?" "I soldi" "Dinero???" "Tengon lmao Fabrizio e le lingue Ermal sta cringiando tantissimo e facendo amicizia con il second hand embarrassment dinero, mucho mucho dinero")
Il venditore non se lo fa dire due volte e mentre le Ragazze devono spiegargli che altro che mucho dinero, ellas se quedan sin blanco y no pueden comprar nada, y además tienen que irse que van con retraso* i Compari sono arrivati al palazzo e si stanno già guardando intorno
"¡Mas el señor me dijo que ustedes estaban buscando pulseras!**"
"¿Cuál señor?" fa Gianna, fiutando l'inganno
"Aquel señor***" e indica Fabrizio che se ne accorge e scoppia a ridere
Fiorella lo manda a cagare in romano, italiano e già che c'è pure spagnolo
"Ma sarai stronzo" gli fa Gianna quando arrivano Ermal con il second hand embarrassment è arrivato in quarta base ormai
Ovviamente nessuno sospetta di Ermal perché va beh che Ermal Passione: Asfaltatore va a ruba nei Game Stop ma non una roba del genere non la farebbe mai (peccato che sia stato lì a ridere e non abbia fermato il compare quindi guilt by association)
"In guerra e in amore-" inizia a pontificare Fabrizio sentendosi molto furbo, ma poi si ferma quando si accorge di essersi inconsciamente girato verso Ermal
E non è l'unico ad accorgersene
Fiorella & Gianna hanno la faccia di chi si è appena sentita dire che quest'anno il Natale arriverà due volte
E il sorriso di chi sa che 1. Sfotterà il collega per eoni e 2. Sfrutterà la cosa a proprio vantaggio
Costantino è: !!!
I Tecnologici sono: arrivati mentre nessuno se ne accorgeva
"Fabbrì, che hai fatto? Fiorella sembra che voglia scuoiarte vivo"
"Lascia sta' Niccolò, è che Fiorella non sa perdere"
"E tu non sai giocare pulito, che je stai insegnando a tu' fijio?" fa Fiorella guardando gli ultimi arrivati
"Ma intendi Niccolò" "Ovvio" "Me stai a piglia' pel culo"
Gianna già pregusta la battuta sporca, e infatti "Oh, scusa, non è lui che vorresti ti chiamasse papi?"
Fabrizio vuole: incenerirsi
Nessuno: ce sta a capì 'n cazzo ma meglio così che almeno Fabrizio non si sputtana proprio il primo giorno che non è il caso
E meno male che la Nannini non ha fatto battute sull'essere presi per il culo
Traduttore simultaneo spagnolo-italiano:
* Sono senza soldi e non possono comprare niente, e inoltre devono andare perché sono in ritardo
** "Ma il signore mi ha detto che stavate cercando dei braccialetti!"
*** "Quale signore?" "Quel signore"
E ci fermiamo qui perché ho finito il limite di paragrafi. Se voleste seguire la storia, 1. Non rebloggherò più sotto i post delle parti precendenti ma farò un post nuovo ogni volta sperando che le tag si vedano anche inserendole dal telefono once I understand how to insert links it's over for you hoes 2. Ho già scritto il finale (sono praticamente partita da metà storia quindi a posto) così non dovrete aspettare tantissimo per il finale ma manca tutta la parte in mezzo quindi pontifico un po' anch'io e vi dico che a volte si vince, a volte si perde 3. Buona lettura? Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va!
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