#l'amante venuto dal passato
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Giuseppe D'Angelico Daeni (1939-2010) - L'amante venuto dal passato (The lover from the past)
original cover art for Zora la Vampira Vol.4 #28, 1976
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"IL PROBLEMA NON E' IL COVID-19. IL PROBLEMA E' QUESTO PAESE"
Leeds, 25 anni dopo Con oltre 45mila vittime, la Gran Bretagna è il paese europeo con il più alto numero di morti da Covid-19. E tra l'altro, il numero vero è molto più alto. Ha anche il più alto eccesso di mortalità. Dire "Gran Bretagna", però, è fuorviante: tra i più poveri, i morti sono 55 ogni 100mila abitanti, tra i più ricchi 25. Tra i più poveri, i morti sono due volte di più. "Up north", dicono a Londra. Su al nord. Come se fosse un altro mondo. E in effetti, sta tutto qui. La città più povera, Nottingham, e a un'ora d'auto, Birmingham, la città più pericolosa. Con più crimini. Scunthorpe, la città più inquinata. E Blackpool, quella con più disoccupati. Rhyl, quella che più dipende dal welfare. O anche Bradford. Giudicata quella in cui si vive peggio. E Liverpool, naturalmente: la città che ha ora più casi di Covid-19. La prima a finire di nuovo sotto lockdown totale. E Lancaster, la seconda. E Manchester, la terza. Perché nel nord di Ken Loach, i morti sono quattro volte più che al sud. Leeds non ha nessun primato. Sta al centro, più o meno. Ed è significativa proprio perché è insignificante, è una città come tante: una città in cui un bambino su cinque è in povertà assoluta. Dei suoi 780mila abitanti, 320mila hanno un reddito inferiore al 40% del reddito medio nazionale. Ed è qui che venticinque anni fa è venuto Nick Davies, del Guardian, uno dei migliori giornalisti di inchiesta di sempre, quello senza cui Julian Assange sarebbe rimasto uno sconosciuto nerd australiano: è qui, in un piccolo quartiere che si chiama Hyde Park, un reticolo di case in mattoni rossi e finestre chiare, tutte uguali, che è ambientato Dark Heart, il suo libro sulla Gran Bretagna di Margaret Thatcher, e dell'idea che il ruolo dello stato non sia sostenere i poveri, ma i ricchi: perché i ricchi, poi, creano ricchezza per tutti. Quando diventò primo ministro, nel 1979, la povertà era al 13,4%. Quando si ritirò, nel 1990, era al 22,2%. Nel 1979, in Gran Bretagna l'1% più ricco della popolazione aveva il 6% della ricchezza. Oggi il 21%. E il 10% più ricco, il 53%. Venticinque anni fa, a Hyde Park era tutto normale, in apparenza: e però tutto precario. Tutto in bilico. Dietro queste porte come mille altre, in realtà, scriveva Nick Davies, sarebbe bastato niente per precipitare. Una malattia, un incidente, un furto. Un divorzio. Una bolletta più alta del solito. Un problema, un imprevisto qualsiasi. Per esempio, un'epidemia. In fondo a Hyde Park Road, la vecchia chiesa è ora una moschea, ma c'è ancora la posta, e ancora lo stesso barbiere. E davanti, HP Furniture ha un nuovo proprietario, e un nuovo nome, ma vende ancora mobili su misura. Più che un negozio, in realtà, è un magazzino. Stipato fino al soffitto di tavoli, armadi, divani imballati. Paul Beerth sta sul retro, in una stanza senza finestre, insieme a due altri operai. Fa l'imbianchino, ed è in dialisi da anni: ma si è fermato solo all'inizio del lockdown, il 23 marzo. E solo per un paio di settimane. "Ma che alternativa ho?", dice. "Lavoro in proprio. E se non lavoro, non ho reddito. Niente". In questi mesi, non ha avuto un centesimo dallo stato. "E onestamente, non mi importa se violo o non violo le regole. Sto attento, è ovvio. Ma qui lo stato, ormai, è sparito. Qui sei solo. E ogni giorno, ti ingegni per arrivare al giorno dopo. E quindi, decido io per me. Il virus, qui, è un lusso che nessuno può permettersi". Ma cosa pensi, dice, che il governo abbia idea di come sia la nostra vita? Nel 1979, gli operai erano il 16% dei deputati. Oggi il 4%. Nel governo di David Cameron, quello che ha avviato la Brexit, su 29 ministri, 23 erano miliardari. Venticinque anni dopo, piove, e a Hyde Park non c'è un rumore. Se non fosse per il filo di fumo di un riscaldamento acceso, l'acqua di un tubo che perde, sembrerebbe non esserci più nessuno. I negozi hanno chiuso. Uno a uno. Il campetto da calcio è il rettangolo di una porta disegnata con il gesso su un muro. Anche il pub Newlands, che un tempo era il ritrovo, e l'anima, di Hyde Park, ora è un appartamento. E nessuno sa più dirti dove fosse, e cosa fosse: perché venticinque anni dopo, qui ognuno sa a stento chi abita a fianco. Dall'esterno, è tutto ordinato, con queste case a due piani tutte identiche, e tutte in fila, come soldati in uniforme: poi, ti avvicini, e l'ingresso è un cancello malfermo, gradini malconci, il giardino arredato con poltroncine spaiate e sfondate. Per tende, fogli di carta fissati con lo scotch. E davanti, un'auto con il logo Uber. "There's no such thing as society", diceva Margaret Thatcher. Era solo un'opinione, all'epoca. Oggi è realtà. Venticinque anni dopo, l'unico luogo in cui incontri qualcuno, qui, è la Rainbow Junktion. Una food bank. In realtà, è un caffè. Un caffè senza prezzi, in cui tutto quello che viene servito, è riciclato, viene dagli scarti dei supermercati: e ognuno paga quello che può. L'idea è stata di padre Heston, della All Hallows Church. Perché a Hyde Park, si potesse di nuovo stare insieme. Ma via via, è diventato anche una food bank. E a marzo, è passato da 150 a 400 piatti al giorno. "A volte, la fila arrivava fino alla moschea", dice. Perché la fila di una food bank, oggi, arriva fino alla food bank successiva. La prima, come sempre, e con largo anticipo, è Lucy - forse: non ricorda esattamente il suo nome. Ha addosso vestiti un po' alla rinfusa, una felpa da sci sotto una giacca da sera, e dei sandali, e in una mano, come una gemma, stringe un penny. Per la cassetta delle offerte. Dice: Non voglio essere un peso. Oltre al penny, non ha niente e nessuno. Come quelli dopo. Tossici, alcolisti. Senzatetto. I soliti. Ma poi, dopo un'ora, iniziano a venire tutti gli altri. Quelli che non vogliono essere visti. Quelli che ancora non si sono abituati. Quelli del Covid-19. Un barista di un bar fallito, un tassista, due studenti fuorisede. Un fisioterapista. Quelli che ti dicono: Sono qui per un amico. Linda ha 52 anni, e con le sue Nike, gli short e la coda di cavallo, sembra stia andando a giocare a tennis. Fa l'elettricista. Perché si dice che la soluzione è creare lavoro: ma in Gran Bretagna, il 56% dei poveri ha un lavoro. "Mi hanno ridotto il contratto da otto a quattro ore, e ora, a gennaio non mi sarà rinnovato. Siamo in tre, e il mio è l'unico stipendio. E penso solo che lavoro da quando ho 16 anni, e ho sempre avuto abiti usati, mobili usati, televisori usati. Cose recuperate qui e lì. Tutta la vita: non mi sono mai potuta permettere altro. E ora, perdo anche questo", dice. Non ha avuto un centesimo dallo stato. Anzi. Le hanno chiesto indietro 500 sterline di errate detrazioni fiscali. E quando si è rivolta ai servizi sociali, l'unico consiglio è stato di trasferire la figlia, che è molto brava e frequenta un liceo molto rinomato, in una scuola più vicina. Per non pagare l'abbonamento ai mezzi. Fa paura. Sono uguali a te. Joe ha 34 anni, e sembra il frontman di una boyband. Fa lo chef, lo chef vero, da stella Michelin, ma è fermo da marzo, come anche la sua compagna: e hanno tre figli. "Un tempo, avresti resistito. Avresti avuto l'aiuto degli amici, dei genitori. Ma oggi, in banca nessuno ha più niente", dice. "Oggi è tutto all'osso". Durante il lockdown, 650mila lavoratori sono stati licenziati. E molti altri sono finiti in aspettativa all'80% dello stipendio. E parliamo spesso di contratti a salario minimo. Contratti da 8,72 sterline l'ora. In un anno, 8 ore al giorno per 365 giorni, fa 18.138 sterline: meno delle 19.200 che in Gran Bretagna sono il minimo per sopravvivere - soli e senza figli. E ora, quell'80% è stato ridotto al 63%. "Il problema non è il Covid-19. Se un paese si ritrova così nel giro di un mese, il problema è il paese", dice, mentre il figlio, che ha tre anni, gli gira intorno con la sua bici rossa e il maglioncino a righe, i pantaloni di velluto. Le New Balance blu. Biondo e perfetto come in una pubblicità. Come nella sua vita di prima. Shabana ha 42 anni, e sua figlia, come altri 1,4 milioni di bambini, non è alla fame solo perché resta a mensa a scuola. Da marzo, si sono avute altre 900mila richieste. "Quando ero piccola, a Natale inviavamo i pacchi per l'Africa. E ora l'Africa siamo noi. Non avrei mai immaginato una vita così", dice. "Non abbiamo mai avuto molto, qui. Ma non è questione di poco o molto: è che un tempo, avevamo diritti. Ora, una food bank". Non ha una mascherina. Usa una sciarpa. Una mascherina costa una sterlina. O come dicono qui: Costa due filoncini di pane. In realtà, qui anche il farmacista è senza mascherina. La Gran Bretagna è uno dei paesi più scettici sul virus. Molti pensano sia solo un'influenza. E che sia un rischio solo per chi ha altre patologie: che i morti, cioè, muoiano di altro. E probabilmente non ha aiutato che nei giorni più duri del lockdown Dominic Cummings, il consigliere capo di Boris Johnson, sia andato tranquillo con moglie e figlio a Durham, nella tenuta di famiglia, a 450 chilometri da Londra: tutti con la febbre. Tutti positivi. Hanno anche festeggiato il compleanno di lei al Barnard Castle. Altri 50 chilometri. Ha detto che stava testando la vista per capire se era in condizione di guidare indietro fino a Londra. Intanto Neil Ferguson, l'ideatore del lockdown, epidemiologo dell'Imperial College, andava regolarmente a trovare l'amante. Violando le sue stesse regole. Regole, certo, un po' confuse. Boris Johnson è stato a lungo uno dei teorici dell'immunità di gregge. Poi ha cambiato idea: in terapia intensiva. Ma ancora oggi la mascherina, qui, non è obbligatoria. E nonostante solo un decimo delle infezioni derivi da superfici contaminate, la raccomandazione di base è: Wash your hands. La regola comune è la regola del 6: è vietato stare insieme in più di 6 - anche se sei libero di variare gli altri cinque ogni cinque minuti. Ma per il resto, ogni città ha le sue norme. Con il risultato che da Leeds, che è classificata a massimo rischio, è possibile andare al mare in Galles: mentre dal Galles, no, perché in Galles vige l'ordine di rimanere nella propria contea. A Leeds è vietato incontrare amici in giardino: ma non al parco. E gli studenti sono tornati nei campus: ma le lezioni sono online. E al fondo, ognuno fa di testa sua. Sul banco della Hyde Park Pharmacy, dei foglietti molto dettagliati spiegano come proteggersi dal Covid-19. Il consiglio di quelli rossi è: Non fumare. Il consiglio di quelli verdi è: Non deprimerti. Secondo i dati del King's College, solo il 18% dei malati sta a casa. Gli altri, sono tutti in giro come se niente fosse. Secondo Boris Johnson, un lockdown così è l'unico modo per tutelare l'economia. Ma la Gran Bretagna non è solo il paese europeo con il più alto numero di morti: è anche quello in cui il PIL è crollato di più. Meno 20,4%, contro una media del 9,8%. Nella crisi del 2009, il calo più forte fu del 2,3%. Anche se come sempre: il PIL non è crollato per tutti. Anzi. La Boston Consulting, la società a cui è stato affidato il sistema di test e tracciamento, con l'equivalente della app Immuni, e che come la app Immuni, non funziona, è stata pagata 10 milioni di sterline: e ha pagato i suoi consulenti oltre 6mila sterline al giorno. Mentre qui, intanto, non resta che la Rainbow Junktion. Anche quando è chiusa: tanti si aggirano intorno come anime in pena. Un ragazzino con lo skate bussa. Non c'è nessuno. Bussa ancora. Aspetta oltre un'ora. Poi, quando tiro fuori un Twix, mi si avvicina, e mi fissa. Si allontana. Bussa, ancora. Poi torna, timido. Mi dice: Ho fame. Suo fratello è dietro l'angolo. Si dividono il Twix, e li guardo andare via, così, uno a fianco all'altro, nel buio. Due ragazzini, nell'Inghilterra del 2020. © Byline Times
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So che ogni tanto vieni a vedere sul blog se ti ho scritto qualcosa, quando me lo hai chiesto ho visto nei tuoi occhi un bimbo che implora " ti prego scrivi ancora" Io non lo so se è giusto scriverti dopo la sofferenza di martedì, mi brucia ancora la pelle per quanto ho pianto quella sera. Se decido di pubblicare quello che sto scrivendo, sappi che è stato scritto in vari momenti e con vari stati d'animo. "Mi chiami ancora tesoro mio?"... certo, tu sei il mio tesoro anche se saremo lontani, anche se non ci vedremo e sentiremo mai più. Sei il mio tesoro perché sei stato con me una persona eccezionale, sei il mio tesoro perché speciale e prezioso, proprio come un tesoro Lo sai, io non ero pronta a questo distacco, mi manca l'aria se solo ci penso. E anche se io cuor mio sapevo che prima o poi sarebbe arrivato questo momento, io speravo non arrivasse mai. Però oggi, a distanza di qualche giorno e dopo aver versato fiumi di lacrime penso che sia stata la scelta giusta per entrambi. Tu non sei la mia felicità è vero. Tu sei la felicità di un'altra persona, ma sappi che ogni istante passato insieme a te, ogni bacio che mi hai dato, ogni carezza, ogni parola mi ha reso felice. Ed è vero, è giusto che io cerchi altrove la mia felicità, perché probabilmente quella che mi hai regalato tu in questo anno io l'ho rubata. Ma sappi tesoro mio che io con te sono stata felice sempre, anche quando mi dicevi " questo week end non possiamo vederci" o quando mi dicevi " stasera ti saluto presto", io ho sempre saputo che potendo, saresti venuto più spesso da me, mi avresti portato a mangiare quella famosa pizza e perché no, un giro al tuo paese. Ma non fa niente,io so che ogni istante che mi hai regalato è stato tutto quello che potevi fare, e anche oltre. Ci sono momenti della giornata in cui davvero è insopportabile la tua mancanza. Mi manca il tuo buongiorno al mattino e poi a pranzo ti immagino seduto col tuo panino mentre guardi nella mia direzione, come nella foto su fb... A proposito, hai visto la foto con la tua maglietta? La prima notte ci ho dormito, sentivo il tuo odore addosso tesoro mio, ho dormito così serenamente per qualche ora. Per qualche giorno ci ho dormito abbracciata, ora mi limito a tenerla nella federa del cuscino. " oltre ad un pezzo del mio cuore, hai anche una maglietta, prenditene cura" , certo, la custodiró come il più prezioso dei tesori. Vorrei fermare il tempo in quegli abbracci, vorrei tornare indietro e avere più tempo, avrei voluto conoscerti un po' prima, per viverti di più. È stato così bello conoscerti che potendo, lo rifarei milioni di volte. Tu bacerei milioni di volte, prenderei mille caffè con te, chiederei a zia di fare una torta per te (visto che ti è piaciuta tanto) e la mangerei insieme a te, magari un pomeriggio un spiaggia, sorseggiando una birra e guardando il tramonto. Mi sarebbe piaciuto farti conoscere le mie nipoti, credo che ti avrebbero guardato un po' male, visto che sono gelosissime di me. E avrei voluto conoscere le tue, immagino quanto mi sarei divertita a giocare con la piccolina☺. Quante cose avrei voluto fare.... quante cose avrei voluto dire, quanti momenti avrei voluto vivere. Ma è anche stupido che io pensi e dica certe cose. Io non potrò mai vivere queste cose Non è giusto tutto questo! Ho ripensato al quando ti ho chiesto di andare da mamma, a quanto ti ha fatto piacere questa mia richiesta. Ci andrò io, e tu sarai con quel momento,lo so. Noi spesso siamo stati in simbiosi, abbiamo detto e pensato la stessa cosa allo stesso momento, per questo anche se fisicamente da mamma andrò da sola, so che li saremo io e te. Che buono quel bacio al caffè, dato in strada davanti a tutti, che bello camminare abbracciata con te. Grazie, per avermi regalato queste cose anche l'ultimo giorno. Grazie per le mille premure che hai avuto nei miei confronti. Grazie per avermi abbracciato così forte. Grazie per le raccomandazioni, starò attenta, e non ci sarà bisogno di usare tizietto per pensarti. Io ti penso sempre. E poi quando ti ho detto che voglio avere la presunzione di essere l'ultima donna che entra nella tua vita altrimenti ti ammazzo ero seria eh! Lo sai che sono gelosa! A meno che non parliamo di una piccola te in miniatura. Oddio io penso che avrai un maschietto, però una femminuccia 😍😍😍 Ciao tesoro mio, ti stavo sognando ed ero felice, poi mio fratello mi ha svegliata😑😑 Ti voglio bene Quante volte te l'ho detto, quant'è profondo questo sentimento. Quando mi hai guardato piangendo e mi hai accarezzato dicendo " la mia amante, sei stata la mia amante, come si cambia idea sulle cose" Io mi sento in colpa ogni volta che sento la parola amante, perché l'amante (io in questo caso) è sempre vista come la rovina famiglia, la cattiva della situazione. Si è vero, ho le mie colpe, perché magari con la nostra storia io ho sottratto tempo ai tuoi affetti, con i miei problemi ti ho fatto stare in pensiero e magari distratto in alcune situazioni. Come hai fatto martedì sera tesoro mio? Io mi sono addormentata per sfinimento. Piangevo e ti pensavo. Pensavo che tu stavi male almeno quanto me e non potevi piangere. E mi sentivo in colpa. Avrei voluto abbracciarti forte. Spero che il tuo amico lo abbia fatto per me. Questa mattina sono andata ad onorare quella promessa che per questione di tempo non sei riuscito a mantenere. Sai tesoro mio, dopo quasi 28 anni che è morta mamma, oggi è stata la prima volta che sono andata al cimitero ed ho pianto. Le ho chiesto scusa se sono andata da sola, sa che tu non sei potuto venire. Ho detto "mamma scusalo,e anche se lui non è qui in questo momento lo sai che è qui con me perché è nel mio cuore". Io mi giravo a guardare se c'eri, se mi seguivi, sai tu non conosci la strada e magari il mio passo era troppo veloce. Sai tesò, io non mi sono sentita nemmeno un secondo da sola, sembra stupido quello che dico. Mi manchi Mi manchi da diventare pazza Ho chiesto scusa a mamma se con la nostra storia ho mancato di rispetto a qualcuno, mi sono sentita piccola piccola in quel momento, le ho detto di perdonarmi, per tutti gli errori che ho fatto, perché se ho sbagliato è stato solo perché gli voglio bene. Forse lei, è l'unica che sa quanto io possa davvero volerti bene. Lei che è al di sopra di tutto. Non so se fosse stata viva, se le saresti piaciuto. In verità non so nemmeno se le sarei piaciuta io... ma ora questo non importa, mi sono persa nel discorso, mi sono dilungata nel parlare e... la tua espressione quando lo facevo davanti a te, mi viene voglia di prenderti il viso tra le mani e baciarti ☺ È lunedì sera. Lo sai questo week end non sono stata bene, ho avuto una crisi d' asma, venerdì sono tornata prima da lavoro e sabato non ci sono proprio andata. Sabato ho avuto un crollo nervoso tesoro, ero distrutta, sfinita, non avevo nemmeno la forza di alzarmi dal letto. Quanto ho pianto tesoro mio, mi sembra così ingiusta tutta questa sofferenza. Mille volte mi chiedo il perché, io non l'ho immaginavo che non vederti più sarebbe stato così doloroso, non avrei mai immaginato che quel giorno in chat avrei conosciuto una persona così speciale. Mi hai riempito le giornate, mi hai riempito la vita, mi hai dato tante cose positive, tutte cose belle. Allora per non soffrire avrei dovuto rinunciare a tutto questo? Per non piangere avrei dovuto rinunciare al mio bel regalo? No tesoro mio, mai Mai avrei potuto immaginare quest'anno senza di te. Credo che non ce l'avrei fatta. Quante volte mi hai aiutato a risalire dai miei inferni? Quante volte mi hai asciugato le lacrime e le hai fatte diventare sorrisi. No senza di te quest' anno sarebbe stato un anno da dimenticare. Io non ce l'avrei fatta. Invece quest'anno lo ricorderò per sempre, lo ricorderò come un anno ricco di emozioni, ricco di risate , ricco di affetto. Credo di non aver mai abbracciato così tanto. Io nelle tue braccia mi perdevo e ci stavo davvero bene. E nei tuoi sguardi li ho trovato un mondo, ho trovato comprensione, ho trovato una persona eccezionale. È lunedì sera e domani è una settimana che non ti vedo e mi manchi. Mi manchi da in un modo indefinibile, è quel senso di svuotamento di cui parlavamo ogni tanto, è quel senso di oppressione sul petto che fa mancare il fiato, mi manchi ed è straziante. E niente tesoro mio, ti volevo dire che stamattina al cimitero avrei tanto voluto fossi con me. Io so, è un brutto posto dove portarti, ma io sarei stata felice ad essere li con te. Ora vado, credo che a questo punto non abbia più senso scrivere qui. Quello che dovevo dirti di te l'ho detto e ci tenevo soprattutto a dirti che ho onorato la tua promessa. Scusami se sono stata ripetitiva, ti avrò ripetuto la stessa cosa almeno 5 volte. Perdona il mio casino. Perdona la sofferenza che ti ho dato, perdona le lacrime E ricorda che ti voglio bene, ti voglio infinitamente bene. Non lo dimenticare mai tesoro mio, mai mai mai! Ricorda che dall'altra parte del monte io sono lì, e custodisco una parte del tuo cuore. Ti voglio infinitamente bene Sempre tesoro mio Sempre 💚💚💚
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Giuseppe D'Angelico Daeni (1939-2010) - L'amante venuto dal passato (The lover from the past)
original cover art for Zora la Vampira Vol.4 #28, 1976
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