#in realtà non mi piace la sto postando perché ieri ve l'ho detto e poi mi sento in colpa
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themhac · 3 years ago
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mi rendo conto che rispetto ai contenuti deə anon di grace stamattina sta cosa non sia un granché, ma that's it: il primo bacio zaniolini
Il primo bacio Nicolò deve sognarselo un po’ prima di riceverlo. Da quando entrano in macchina, dopo aver soltanto sfiorato di lato le labbra di Lorenzo, continua a immaginarsele premute sulle sue, si chiede se sono delicate come quando toccano la sua guancia, se la barba gli farà il solletico sotto il mento oppure se gli verrà da ridere mentre finalmente le assapora perché sarà troppo contento per riuscire a trattenersi.
Il primo bacio lo sogna la sera stessa ma sa già che non arriverà, mentre si riambienta nella casa in cui mancava da un po’ e Laya e Leo gli fanno così tante feste da farlo quasi inciampare, “Si vede che mancavi anche a loro, – dice Lore, il sorriso sincero e la spontaneità di uno che sta parlando del più e del meno – mi assomigliano, se fanno così è perché sei speciale”, poi si china anche lui e accarezza Leo per calmarlo, ma ottiene l’effetto contrario perché il cane scatta più forte di prima e salta addosso a Nicolò, che di nuovo perde l’equilibrio, solo che stavolta serve a poco la mano dell’altro a prenderlo, anzi, succede che finiscono entrambi per terra con tutto il corpo. Le mani si tengono ancora mentre Lorenzo, rialzandosi, si avvicina a lui al punto che i nasi potrebbero sfiorarsi, lo guarda fisso negli occhi che luccicano e poi gli respira soltanto addosso. Non è un gioco per stuzzicarlo, Nico lo sa, è davvero contento e vuole assicurarsi che lui lo abbia capito – lo ha fatto, ha l’impressione che lo capirà ancora meglio più avanti.
Il secondo bacio lo sogna e lo desidera molto, ma non si presenta mai l’occasione perfetta: hanno ripreso l’abitudine di andare e tornare spesso da Trigoria con una macchina sola, a volte vanno a casa di uno dei due e guardano un film insieme, altre sono troppo esausti anche solo per parlare durante il tragitto. Il silenzio è tornato confortevole tra loro, non avrebbe l’esigenza di spezzarlo se non si fosse accorto che quella non è la strada per casa sua né per quella dell’altro. “Stiamo andando a cena dai miei – lo anticipa Lorenzo – però non è una presentazione ufficiale, per quella ci sarà tempo, – dice, ignorando la capriola che sente nello stomaco al pensiero – è solo mia madre che ti riempirà di domande mentre mio padre mi costringerà a cucinare con lui”. Andrebbe nel panico se ne avesse il tempo, ma stanno già parcheggiando nel vialetto, perciò si limita a sostituire lo sguardo preoccupato con uno imbarazzato prima di scendere a salutare entrambi. La tensione, comunque, lascia il posto alla serenità appena percepisce il calore con cui lo accolgono i genitori, si sente leggero con Lorenzo che gli accarezza la schiena a tavola e sua mamma che gli dice di aver conosciuto esattamente il bravo ragazzo che si aspettava. Quando rientrano in macchina torna subito il loro piacevole silenzio e gli occhi ogni tanto si chiudono per quanto è stanco, così, quando prima di farlo scendere Lore si sporge per lasciargli soltanto un timido bacio sulla guancia, annuisce, come a fargli capire che è d’accordo con lui, che quando accadrà vorrà essere completamente attento e concentrato, non certo in questo modo.
Il terzo bacio lo sogna e lo può solo sognare, legge negli occhi di Lore lo stesso desiderio quando gli corre incontro e si infila nell’incavo del suo collo mentre lui resta con il viso schiacciato sull’erba del campo e improvvisamente gli passa davanti ogni maledetta partita vista dalla tribuna per più di un anno, quella sensazione di impotenza a vedere gli altri giocare e scattare come nulla fosse. “Ce l’hai fatta Nicky” dice, il naso che si strofina sulla sua pelle e il respiro addosso, e lui riesce solo a pensare che non ci può credere, che finalmente è arrivato il suo momento, quello che ricaccia indietro le ombre del passato. Resterebbero fermi ancora un attimo se non arrivassero gli altri a tirarli nell’abbraccio di gruppo che Nico si merita per festeggiare, in cui la mano di Lorenzo premuta sulla schiena perde stabilità fino ad allontanarsi, intenzionalmente, perché vuole che riceva l’affetto e i complimenti di tutti e soprattutto che il protagonista sia soltanto lui, non loro. Ma a Nicolò non è bastato l’abbraccio di prima, così lo richiama a sé mentre Jordan è ancora vicino, quindi lo stringe più che può, gli bacia il collo e sussurra “È tutto tuo”, prima di lasciarlo al boato dei tifosi, tutto per lui, gli occhi che ancora brillano a entrambi.
Il quarto bacio lo sogna ma deve evitarlo, perché, anche se ha solo un po’ di raffreddore, non può rischiare di mischiare Lore. In verità che è solo raffreddore lo ha scoperto quando l’altro si è presentato a casa sua cinque minuti dopo aver saputo che non si sentiva bene e che era “troppo stanco per mettersi a cercare il termometro, chissà dov’è”, provvisto di una cena già pronta e di un termometro nuovo. “Sei un deficiente – prova a fare la voce da duro mentre gli scosta la coperta dal viso per sentirgli la temperatura – purtroppo per te sembra che stai bene, dopodomani già torni ad allenarti con me – cioè, con noi” e non resiste troppo senza abbozzare un sorriso quando si sente rispondere “E perché purtroppo? Sono sempre contento quando ci alleniamo insieme, intendo proprio io e te” ricambia il sorriso, anche se non nasconde benissimo il terrore per averlo detto davvero ad alta voce. Si giustifica mentalmente dicendosi che la febbre (che non ha) gli fa perdere la lucidità e poi si obbliga a parlare il meno possibile finché Lore non si chiuderà la porta alle spalle, ci manca solo una dichiarazione d’amore in preda al delirio mentre riceve le sue cure (di cui, comunque, non avrebbe veramente bisogno). “Ah sì?” ride Lorenzo, ma non si spinge oltre a stuzzicarlo perché, lo sa bene, se lo facesse finirebbe per baciarlo – e Nicolò non lo sa, ma il problema non è che rischia di ammalarsi, è che si è ripromesso di non farlo: vuole aspettare che sia lui a fare il primo passo, vuole che quando succeda sia perché si sente pronto a questo salto nel vuoto. Allora ripiegano – anche se stare con lui non è un ripiego in nessun caso, pensa Nicolò, ma questa volta si morde la lingua – su una serata passata a mangiare insieme nel letto con i corpi allineati e incollati dalla testa ai piedi mentre guardano una replica di Friends (che poi è quella in cui Rachel e Ross sono usciti insieme per la prima volta e Rachel continua a ridere mentre lo bacia, quindi ancora una volta Nico deve serrarsi la bocca per non rivelare quello che pensa, forse lo farò anche io quando ci baceremo). Più tardi Lorenzo lo saluta con un bacio della buonanotte sulla fronte, e se poi lui si addormenta rigirandosi a cercare l’odore che ha lasciato impresso sui suoi cuscini è sicuro che la mattina dopo, ritrovato il senno, non lo dirà a nessuno.
Il primo quello vero, però, arriva come non se l’era mai sognato: è lui a dare il via, per di più sotto gli occhi di tutti. Hanno organizzato una cena di squadra tranquilla, la stagione è cominciata al meglio e vogliono godersi questo momento prima che qualcosa arrivi a metterli in difficoltà, Nico sta finalmente bene e in campo si sente sempre più sicuro, fuori sta imparando a ricevere le premure dei suoi amici senza farsi mangiare dai dubbi, con Lorenzo tutto procede lentamente ma naturalmente, insomma sembra tutto troppo bello per essere vero. Questa volta, però, invece di convincersi che allora non è vero, che è tutta una presa in giro e che presto rimarrà di nuovo solo, si volta verso i suoi compagni di squadra, li guarda uno per uno e completa il giro soffermandosi sul profilo di Lore, che, accanto a lui, ricambia subito con un sorriso luminoso. Continua a guardarlo mentre dice “Sono molto contento di essere qui” abbastanza forte da far intendere che è rivolto a tutti, anche se per lui vale un po’ di più. La sua tenera confessione è accolta con baci mandati da lontano, nomignoli affettuosi e anche da Henrikh che lo prende in giro “ah ma allora anche tu ce l’hai un cuore!” in risposta al quale Nico sorride debolmente, cercando di camuffare un po’ il dispiacere, eppure Mkhy sta solo scherzando, lo sa, come dovrebbe saperlo anche Lorenzo che nonostante questo non riesce a trattenersi dal soffiare “tu invece il cervello dove l’hai lasciato?” tra i denti, mentre sotto il tavolo con la mano cerca la sua. È calda e morbida e gli ricorda che c’è qualcuno che lo capisce così bene da sapere perfettamente quando va bene prenderlo in giro e quando rassicurarlo. Non importa che lo abbia protetto, anche perché sa difendersi da solo e in ogni caso Mkhy non è certo un nemico, ma è talmente sorprendente e bello sentirsi finalmente compreso che Nico non riesce a resistere e si gira il tanto che basta a catturare le sue labbra in un bacio lento. Sì, sono morbide, sì, la barba gli fa il solletico e sì, gli viene da ridere, è troppo contento per far caso ai fischi e alle grida dei compagni, riesce solo a nascondersi col viso sulla spalla di Lore mentre, ancora col sorriso addosso, lo guarda con gli occhi lucidi, “Sono contento di essere qui, davvero” ripete, “Ti stavo aspettando” rivela allora l’altro, lo sguardo furbo che si mischia a quello felice.
Sono tutti e due troppo contenti per notare Gianluca che confabula con Bryan e armeggia col telefono, “Hai vinto tu” scrive velocemente ad Ale: quella famosa sera, dopo aver passato tutto il tragitto a sognare il divano, alla fine è stato sveglio a parlare con lui dei loro due casi disperati preferiti e sono finiti a scommettere su chi avrebbe iniziato il primo bacio, “Ti dico che sarà Nico, Lollo sa che ne ha bisogno, per dire a se stesso di potersi lasciar andare”, “Sono d’accordo, ma io dico che i buoni propositi di Lollo falliranno velocemente, non ce la fa a resistere”.
“Dopo tutto quello che ho fatto nemmeno una scommessa mi fanno vincere, non li sopporto” scrive in fretta, senza bisogno di specificare che non è vero, che in realtà sta sorridendo come un cretino perché è impossibile non essere contagiati dalla loro allegria in questo momento. Così spensierati e felici non li ha visti proprio mai.
“Allora ti mando l’iban?”
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