#ho bisogno di affetto
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I. adoro il tuo blog e sarò sempre e per sempre un fan di quanto sia estetico e piacevole alla vista. I tuoi contenuti mi fanno sempre sorridere di felicità perché i tuoi lavori sono semplicemente meravigliosi e tu sei un essere umano magnifico che crea le opere migliori e sei anche un essere umano di grande talento che sa suonare magistralmente il piano mentre io mi siedo lì come un gamberetto suono 'twinkle twinkle little star' perché non ho il tempo della giornata per andare a lezione di piano e e tu avrai molto successo nella vita perché lo so e e e mi fermerò proprio lì perché io ora sto divagando in italiano e tu non capisci una parola, molto probabilmente sto scrivendo, tuttavia ho avuto un bisogno davvero casuale di mostrare affetto a qualcuno in una frase molto lunga senza punti, quindi sì, c'è questo e ora arrivederci perché devo studiare per il test di storia che ho domani quindi sera notte <33
IMC RYIHNG JSIJGLKDF??? PFTAHAH
wai wai..... i think i have a recording of me playing somewhere in my voice memos hold on wait why the fuck cant i screen record w sound hold on hOLD ON
GOT IT (if you can hear my drying machine going on, nonono you cant. shuhs)
@papiliotao GRABS YOU. YOU SHOULD RECOGNIZE THSI SONG. ( hint: its from pjsk sung by leoneed graldksgjlsk;f )
#💬 ⌗ 𝐚𝐧 𝐚𝐫𝐜𝐡𝐢𝐭𝐞𝐜𝐭'𝐬 𝐫𝐚𝐦𝐛𝐥𝐢𝐧𝐠𝐬 . . . ✧#🌱 ⌗ 𝐭𝐡𝐞 𝐛𝐞𝐥𝐨𝐯𝐞𝐝 𝐜𝐥𝐢𝐞𝐧𝐭𝐞𝐥𝐞 ! ♡#🍀 ⌗ 𝐝𝐞𝐚𝐫𝐞𝐬𝐭: èl !#uuuu yeah#uh#p i a no
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ho un disperato bisogno di affetto e contatto fisico
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ho costantemente bisogno di affetto con una costante voglia di isolarmi dal mondo
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Cara Audrey,
Di tanto in tanto avrei voluto scriverti una lettera ma sapevo che per te capire le mie parole era una cosa impossibile. Tu eri piu' interessata ai gesti, ti lasciavi guidare dall'istinto, sapevi regalare compagnia e affetto, questo sapevi fare e lo facevi meravigliosamente bene. Era bello tenerti tra le braccia, stringere il tuo corpo morbido e profumato. Era bello uscire insieme, camminarti accanto e vedere tanta gente che ti guardava e faceva mille apprezzamenti. Per me sei stata come un'aliena venuta da un altro mondo per regalare attimi continui di grande felicita'. Ricordo come adesso quella prima volta che ti ho vista sulla porta di casa. Mi hai guardato con quei due occhioni neri meta' spaesati e meta' sorridenti, con quel musetto piccolo, tutta scodinzolante come solo chi e' riconoscente sa fare. Sei entrata, hai girato tutte le stanze e poi ti sei sdraiata su un tappeto, un modo originale per dire: "questa sara' casa mia, qui staro' bene". Spero che in tutti questi anni per te sia stato proprio cosi. Da parte mia posso solo dirti grazie per tutto cio' che hai saputo regalarmi. Grazie per tutte le volte che sei stata la mia ombra, per tutto l'amore che m'hai regalato stando in silenzio. Le parole tra noi non sono mai state necessarie, importanti, i gesti invece si, quelli erano importanti. Quel musetto posato sulla mia coscia, quella lingua sempre fuori a leccarmi la mano, quelle continue giravolte per dirmi che avevi bisogno di coccole o di qualche ghiottoneria che ti rendesse felice. Siamo stati amici, complici, sei stata una che m'ha fatto capire tante cose, mi hai regalato la consapevolezza di amare chi sa dare tanto senza chiedere niente in cambio. Adesso te ne sei andata sul ponte dell'arcobaleno, forse perche' avevi capito che quello che hai regalato non verra' dimenticato. Ecco, oggi quella lettera te la posso scrivere. Posso scriverla per dirti grazie di tutto, cagnolina mia.
@ilpianistasultetto
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Ho bisogno di tre cose:
1- ritrovare me stessa, che qui è un caos di me che mi comporto come se volessi una cosa e invece ne voglio un'altra, mi sembra di vivere a tentativi e sta diventando faticoso
2- un'amicizia vera come quelle che avevo in Italia. È carino avere per amici i colleghi, si fanno cose insieme e mi diverto ma manca qualcosa
3- affetto, vorrei essere accarezzata per un'ora e abbracciata per altre 2 e baciata per 3
#4-fermarmi un attimo#oggi devo già fare mercato presentazione per la 27482 volta e partita di basket stasera#lasciatemi morire nel letto un giorno solo uno#ah dovrei anche pulire casa#i weekend dovrebbero durare 5 giorni come la settimana#allenarmi oggi e anche domani
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Il pensiero basta a chi è morto, io sono viva e ho bisogno di gesti, azioni affetto e amore vero!! ..
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la verità è che ho tanto bisogno di affetto
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Mi spiace principessa,
sono lento ad amare.
Credimi, è inesperienza
L’incapacità di mostrare affetto,
i lunghi minuti senza parole
e poi forse un maldestro sfiorare
mentre sorseggio vino, mentre ogni volta
ho pensato “Diglielo!”. Ma non l’ho fatto.
Invece rimango inquieto e pensoso,
Come mi dicono facciano i bambini in adolescenza,
Ma non ho detto: “Ho percorso miglia
Fa così freddo fuori, per esserti accanto
Senza piani o sotterfugi in testa,
so che sembro morto, imbronciato e silenzioso
ma il mio bisogno più grande è essere con
te, in silenzio.
Non riesco a parlare di persona
parlo per telefono
Senza guardare negli occhi, e poi dico
quello che di persona taccio.
Sono triste e lunatico,
e il tuo ottimismo mi allieta la vita.
No, non interpretare male il mio silenzio”.
Sono silenzioso in due modi.
Se ce ne fosse un terzo, non ti guarderei
lavorare a maglia,
stando seduto a mettere un bottone, così.
Il fiore di plastica spostato.
I suoi occhiali, nuovi, posati sul naso
che conosco
Riceverebbe il mio bacio se glielo dessi.
Ma continuo a sedere, possibilità incantate
e meravigliato della mia stupidità.
Ma non esserne ingannata.
Nella mia testa ci sono migliaia di parole
per ciascuna canzone d’amore.
Lou Reed
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Lou Reed - Walk on the Wild Side (Official Audio)
youtube
Accadde oggi...
Mi spiace principessa,
sono lento ad amare.
Credimi, è inesperienza
L’incapacità di mostrare affetto,
i lunghi minuti senza parole
e poi forse un maldestro sfiorare
mentre sorseggio vino, mentre ogni volta
ho pensato “Diglielo!”. Ma non l’ho fatto.
Invece rimango inquieto e pensoso,
Come mi dicono facciano i bambini in adolescenza,
Ma non ho detto: “Ho percorso miglia
Fa così freddo fuori, per esserti accanto
Senza piani o sotterfugi in testa,
so che sembro morto, imbronciato e silenzioso
ma il mio bisogno più grande è essere con
te, in silenzio.
Non riesco a parlare di persona
parlo per telefono
Senza guardare negli occhi, e poi dico
quello che di persona taccio.
Sono triste e lunatico,
e il tuo ottimismo mi allieta la vita.
No, non interpretare male il mio silenzio”.
Sono silenzioso in due modi.
Se ce ne fosse un terzo, non ti guarderei
lavorare a maglia,
stando seduto a mettere un bottone, così.
Il fiore di plastica spostato.
I suoi occhiali, nuovi, posati sul naso
che conosco
Riceverebbe il mio bacio se glielo dessi.
Ma continuo a sedere, possibilità incantate
e meravigliato della mia stupidità.
Ma non esserne ingannata.
Nella mia testa ci sono migliaia di parole
per ciascuna canzone d’amore.
“Il mio dio è il rock'n'roll.”
Lewis Allan Reed, detto Lou (New York, 2 marzo 1942 – Southampton, 27 ottobre 2013), è stato un cantautore, chitarrista e poeta statunitense.
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La rotta la traccio io.
“Sarò, sempre, un po’ distante”. L’ho scritto nel testo introduttivo di questo blog, e lo ribadisco. Lo sono, e lo sarò sempre più. Perché? Perché quando sono troppo presente, vengo punito. O meglio: quando mi spoglio completamente, quando mostro completamente me stesso per ciò che sono. Mi è capitato anche di recente, con una ragazza che certamente mi starà leggendo. Non sono arrabbiato con lei, davvero, ormai quello della rabbia è un moto che riservo a cose più grandi di me, e non alle persone. Sono semplicemente riflessivo, analizzo la realtà, traggo le mie considerazioni. È evidente ch’io non sia per tutti, che sia difficile gestirmi. È per quello che me ne sto sempre qui da solo, non scrivo a nessuna, mi faccio gli affari miei. Cerco di essere presente il meno possibile, quel tanto che mi basta per sfogarmi quando ne ho bisogno, senza manie insensate di protagonismo. Ovvio, parlo e parlerò sempre di me, nei miei post, ma il tutto finisce entro questo spazio. Chi mi contatta privatamente (e ogni tanto, qualcuna, a quanto pare lo fa) deve sapere che fa male. Tutto qui. Perché poi, se mi si dà corda, si finisce per essere travolti, abbagliati da una luce accecante. È risaputo che voglio dominare, che voglio persuadere, sedurre, condizionare. Che voglio far impazzire colei che incautamente decide di avvicinarsi a me. È così, e non potrebbe che essere così, perché la mia natura è questa. Il mio affetto, il mio amore, la mia attenzione si esprimono attraverso “il polso”, attraverso quella voglia intrigante di piegare a mio volere e piacimento. Non cerco né ho mai cercato la massa, ma solamente quell’unicità da poter imprimere a fuoco a mio piacimento. Posso dare tutto, ma alle mie condizioni. Posso portarti sino al punto più alto del sogno più bello, ma solo se sei con me. Se vuoi fare di testa tua, se vuoi ribellarti, se vuoi fingere di essere migliore di me, sbagli in partenza. In quasi ogni rapporto interpersonale degno di questo nome c’è quella fase in cui la ragazza si rende conto che quello che prova per me è divenuto, in fretta, troppo grande. Insostenibile, perché comporta il rischio della felicità. Subentra la paura, la paura di perdermi, di non essere alla mia altezza, di diventare dipendente. Non posso farci niente, è così e basta. Per quello non mi arrabbio. So quanto valgo, so chi sono e conosco pertanto sia i miei punti di forza che quelli deboli. L’auto-isolamento me lo sono imposto per preservarmi, per difendermi da chi vuole affacciarsi dal balcone, ma subito dopo andare via. Da chi ha paura di cadere di sotto. Con me non puoi tornare indietro, per quello è meglio evitare proprio di affacciarsi. Io, in qualche modo almeno, resto per sempre. E chi mi ha conosciuto lo sa. Ci rimetto sempre io? Sì ok, pazienza. Ormai sono abituato. Ma non crediate che io non capisca, perché capisco benissimo. E vi comprendo anche. Ma non per questo cambio rotta. La strada la decido io, sta a voi poi seguirla o meno. Questa è la libertà che vi lascio.
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Esercizio retorico: poca attenzione a sintassi e grammatica. 6
"E lei conobbe lui e se stessa, perché pur essendosi saputa sempre mai s’era potuta riconoscere così."
(Italo Calvino-Il Barone rampante)
Riconoscermi è stato un processo veloce, gioioso e sorprendente
Prima ero solo un'anima errante che chiedeva passaggi a viaggiatori distratti e banali, incapaci di portarmi esattamente dove avevo bisogno di andare.
Poi è arrivato L'Oreste.
Lui mi ha fatto salire sul suo treno colorato di buone maniere e risolutezza e insieme abbiamo iniziato un viaggio verso la comprensione di un sesso che io non avevo mai incontrato.
Non c'è dubbio che fossi predisposta e che la mia attitudine abbia contribuito a tessere il filo che mi ha legata ad una condizione di appartenenza che è prerogativa solo di pochi umani.
Indipendentemente dal ruolo, il filo che lega due menti che hanno avuto il privilegio di
appartenersi, non è recidibile
La mia mente veniva costantemente nutrita dalle nostre prospettive, da un punto di fuga comune
Ci sfamavamo di confronti verbali e a volte stupivamo delle affinità, facendo nostre le differenze.
Ci imparavamo.
Mi manca tanto descrivergli sfacciatamente ciò che mi rende liquida, parlargli delle mie pulsioni mi manca come l'idrogeno all'acqua, senza il quale non può chiamarsi tale
Ed io volevo continuare ad essere acqua fresca per la sua gola assetata
Viaggiava a tutta velocità, l'Oreste.
A volte provavo a saltare sul quel treno, con l'illusione che restare sospesa per un attimo avrebbe rallentato il mio incedere
Ma la fisica è universale in questo tempo e in ogni luogo, e lui era il mio sistema di riferimento inerziale
Procedeva costante e dinamico, senza attrito, senza freni, ed io con lui.
Una volta lo paragonai al bosone di Higgs
Gli dissi che la materia, come la conosciamo oggi, si è creata solo grazie a quel bosone
Io ero la particella elementare che riceveva la sua massa dal bosone Oreste, e da lì iniziavo ad esistere.
Ancora oggi, sopraffatta dalla tristezza che provo nel non poterlo accudire, la mia fica si desta dal suo torpore solo se penso alla sua voce e mi
ricorda che sono stata. lo ERO
Appartenevo al suo ciclo vitale e lui al mio e mi piaceva gonfiare il suo cazzo e il suo già enorme ego... quello era il mio compito : custodirlo, riempirlo, esaltarlo...
Come è mio il compito di raccontare cosa c'è dietro a tanto impegno
È dovere di chi è rimasto appassionare chi non ha conosciuto lo sviluppo di questi legami
Appartenere è euforizzante e nel momento in cui si viene sopraffatti, non può più essere lo stesso
È metamorfosi.
È uno stato volontario che scorre sulla pelle ed è spesso percepito da chi lo incontra, come felicità, sicurezza e quasi mai riconosciuto per quello che è: infinita fiducia
Altera tutti i livelli di neurotrasmettitori cerebrali e un po' subdolamente, entra sotto pelle.
Come una sostanza tossica , si impossessa delle cellule e ne muta il genoma
Ricorda l'innamoramento dove avvengono modificazioni biologiche che con il tempo rientrano nei parametri e si trasformano in affetto o in casi più rari , in amore
Ma l'appartenenza non riguarda questi sentimenti comuni
È quello che prova un suddito per il suo Re, un soldato per la Patria, una vittima per il suo carnefice
Quando l'Oreste ha fermato il nostro mondo non ha rallentato, l'ha fatto all'improvviso, bruscamente, stop, fermo, fine
Ora immaginate un crash test e di guardarlo in slow motion
Godetevi il mio schianto contro le pareti di quello che erano state le mie sicurezze
Guardatemi schizzare a rallentatore, in avanti, lasciando indietro le leggerezze, i capelli, vestiti
Poi anche loro, una frazione di secondo dopo, hanno raggiunto la faccia, i denti, vene, ossa e si sono appiccicati al miscuglio di organi e umanità che mi avevano reso la sua schiava
Ed ero sua, anche sfatta e agonizzante
Appartenere mi aveva messo delle radici all'anima e non si può estirpare un albero per farlo radicare altrove senza rischiare di ucciderlo e ho deciso, forse vigliaccamente, che nessuno poteva prendere il suo posto
Avevo curato il mio giardino, l'avevo reso unico. Privarlo della fonte che lo disseta avrebbe
seccato le arterie rimaste , mi avrebbe resa orfana della parte più sanguigna di me, la sua parte
Ma anche nell'assenza io volevo preservarlo, non volevo che entrasse nessuno nel tempio sacro che avevo costruito e plasmato, nella mia personale visione di religione monoteista.
Non ho mai voluto scrivere di lui perché uso la scrittura per esorcizzare la fine delle cose, la dipartita emotiva e questo avrebbe dato l'addio definitivo
... e poi ho sempre solo scritto per eccitare lui.
Non è mai stato il protagonista, era il beneficiario! Quei racconti parlano delle nostre fantasie e dei piaceri che avevamo creato insieme e scrivere e rileggere mi eccitava come scoparlo, anzi di più
Intendiamoci, adoravo scopare con l'Oreste, ma paradossalmente la mia fica vibrava e sbavava più a parlarci che a toccarlo.
Rispondere alle sue domande, impegnarmi a non trasgredire, rispettare il suo volere, la faceva colare e per difendersi dalle banalità pornografiche che ci circondavano, lei aveva umori solo per la sua voce
Trasudava sugo solo per i suoi neuroni erotomami e libidinosi
Sessualmente seduttivo, il porco!
Ed è quello che segue che lo eccitava, non questa montagna di spazzatura da scribacchina patetica
" Così ieri ho pisciato dentro ad un bicchiere, poi ho preso lo speculum, l'ho riempito di saliva e me lo sono infilata nella fica
Allargarmi la fica con quel coso mi arrapa da morire, ma so che tu preferisci il mio culo
Mi sono masturbata un po' tormentandomi il clitoride e quando l'eccitazione è diventata incontrollabile, l'ho sfilato e sporco di sangue del ciclo me lo sono infilato in culo
Mi sono girata a culo all'aria , ho appoggiato la faccia per terra, ho girato la vite che apre lo strumento
Il mio sfintere si dilatava e ti immaginavo, vestito, dietro di me, che eseguivi quell'operazione lentamente, con fare da chirurgo, ma con lo sguardo e il respiro da lupo affamato
Ho immaginato il rumore della zip dei tuoi pantaloni e cristo se ho pregato che arrivassi davvero a pisciarmi in culo
Dentro quella scarico vuoto, bisognoso di appartenerti , con movenze da contorsionista, ho rovesciato ancora caldo il mio piscio.
E di nuovo clitoride e ancora pensieri che mi facevano colare
Cosa avresti preferito?
Levare lo speculum e incularmi o vedermi svuotare davanti alla tua faccia?
Entrambe le cose, probabilmente.
Sono entrata nella vasca dopo aver tolto dolorosamente quell'oggetto di tortura
Mi sono accovacciata come per pisciare e dopo aver atteso un tempo che nn passava mai, ho spinto energicamente e un fiotto di piscio, da subito limpido e poi sporco del mio sudiciume, ha invaso la vasca da bagno
Guardando quello schifo mi sono masturbata
Ti volevo lì, a osservarmi fiero ed eccitato
Orgoglioso della tua puttana."
Ecco.
Io resto comunque inchiodata a tutte queste oscenità , per scelta o per bisogno , per divulgare lo tsunami di nefandezze emotive, il vortice concupiscente.
Sono comunque una sopravvissuta, implosa, collassata, come una stella che, terminato il suo carburante, cede alla gravità
Ecco, io cedo al buco nero che resta, supero inerme l'orizzonte degli eventi e precipito dove nulla sfugge, tra i ricordi e il vissuto Nulla di ciò che sono stata prima di lui, potrà mai vincerlo.
Lui resta attrattivo e ineluttabile.
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Ricevo e pubblico, anonimo e con il permesso di chi scrive, questo intervento.
Se vuoi approfondire queste tematiche il mio libro lo trovi anche qui
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#testimonianze #Ditroppoamore #ditroppaopocafamiglia
#dentrodimecèunpostobellissimo
***
"Provengo da un matrimonio con un uomo violento, che ha reiterato con una nuova compagna, da cui ha avuto una bambina e che come me, anzi prima di me lo ha lasciato. Sono una donna amata è stimata dai pazienti e dai colleghi. Empatica, desiderata dagli uomini. Ho due figli stupendi e sani (a detta anche degli insegnanti) che ho cresciuto da sola puntando sulla serenità emotiva più che sulla solidità economica ( ho rinunciato a soldi e cause pur di allontanarmi in modo pacifico dal mio ex che tra l'altro è anche avaro).Insomma, sono una donna risoluta, introspettiva e tutti descrivono le mie qualità con grande affetto (ho poche amiche ma donne in gamba) . Perché le descrivo i pregi ...perché nonostante la terapia psicologica ( anche a mio figlio) , malgrado i successi in ogni ambito, malgrado in tutti questi anni (8 dalla separazione) abbia tentato di preservare me e i miei figli da uomini sbagliati (mai portato uomo a casa con loro) a volte mi sento profondamente sola dottoressa. Mi convinco che i giorni di libertà sono un privilegio, mi convinco che scelgo, perché se sento odore di narciso o di bugia interrompo una storia, mi convinco che non mi manca nulla, che creo famiglia con tutti coloro ai quali voglio bene.......che insomma faccio il meglio che posso per stare bene e far stare bene i miei figli....ma a volte non mi basta.Vorrei anche io condividere una pacca sulla spalla, vorrei che un uomo mi abbracciasse mentre dormo, vorrei un uomo con cui condividere una passeggiata....si...possibile che dopo otto anni non abbia saputo individuare qualcuno da amare e da cui essere riamata? La libertà di essere e' meravigliosa, ma a volte prevale il bisogno.E' giusto non negarlo questo bisogno?
È' giusto sentirlo?
È sbagliato dopo otto anni avere dei momenti bui?
A volte mi sento stanca. Stanca di essere all'altezza delle aspettative su me stessa. Vorrei qualcuno che mi aiutasse ad imparare anche ad arrendermi.
Ed è per questo che forse fino ad ora ho scelto narcisi irresponsabili.Hanno quello che io non riesco ad avere.La sfrontatezza di cazzeggiare. E questo l'ho capito.Ma ho paura di non sapere proprio riconoscere un uomo equilibrato.
Non pretendo che lei mi faccia una seduta on line...scriverne è già terapeutico. Scriverne a lei, che con i suoi post mi fa capire che spesso ho intrapreso la strada sbagliata e' uno sfogo importante. Grazie per la sua splendida pagina."
Ameya Canovi
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Ho un serio e disperato bisogno di affetto
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perché lui non mi capisce, perché non capisce che io ho bisogno di rassicurazioni, ho bisogno di affetto, di conforto, di tutto, di comunicare.
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La mia vita non si può fermare
É un lusso che proprio di questi tempi non mi posso permettere
Di uno stop sento che avrei bisogno, ma non di quelli per piangersi addosso. No proprio per respirare, per liberarmi di certi legacci che mi trascino dietro da troppo tempo
Imparare a respirare innanzi tutto. Controllare diaframma, polmoni, ritmo. Tirare e buttare fuori aria e con essa tutto lo schifo dei cattivi pensieri che mi tiro dietro
Fare un po’ di attività fisica. Correre o camminare a lungo. Scaricare tensione muscolare e nervosa
Sesso: ecco qui si apre un fronte complicato per me. Non so fare sesso senza innamorarmi. Non sono capace. Mi vergogno di me stesso se dovessi trovare in una situazione potenziale (e chi se le ricorda più) e il terrore di una défaillance mi assale. Ma sento che ne ho un profondo bisogno
Imparare a cancellare certe dinamiche. Lasciarsi andare. Non pensare a nulla. Prendere quel po’ di affetto e calore che una persona può darti.
Se dovessi vedermi per quel che sono realmente, nonostante la non esile figura, vedo una sagoma piena di buchi, di pezzi mancanti. Ecco dovrei imparare a ricostruire tutto questo o almeno in parte. Ho negato troppo di me. Mi sento inacidito. Incapace di vivere bene.
Sto chiedendo troppo?
Mi sa di sì
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Non è vero che basta il pensiero.
A me non basta.
Il pensiero basta a chi è morto, io sono viva e ho bisogno di gesti, azioni, affetto e amore.
A. Lungarella
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