#essere empatici
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greatmoonballoon · 5 days ago
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Ogni volta che spiego il mio stato d'animo ai miei genitori anziché essere comprensivi mi rimproverano perché mi lamento sempre, ne ho sempre una che non va e quindi lasciandomi con la costante sensazione di essere una persona problematica e pessima.
In questo momento l'unica cosa che mi viene in mente è di farla finita.
È così da una vita!
Non basta "cambiare i pensieri" perché molto spesso si è stanchi di credere a determinate cose perché ne ho sopportate tante. E può succedere di non avere più speranze, di sentirsi una nullità ma per loro è inconcepibile provare questo tipo di emozioni perché è sintomo di qualcosa che non va e che mi lamento sempre.
Ho avuto tante difficoltà in passato e ho sempre dovuto sopportare questo atteggiamento come se io pretendessi troppo. E ho affrontato tutto sola alla fine..
Ma quali sono le cose che pretendo? Forse che alla mia età vorrei solo avere una famiglia tutta mia? Che vorrei essere molto più avanti rispetto a dove sono al momento? Che troppo spesso le cose sono sempre andate al contrario e continuano a farlo per circostanze che non posso controllare?
Sono arrabbiata, stanca, amareggiata. Non ho più le forze di sperare ancora. Ero una sognatrice ma adesso anche quella piccola parte di me si è spenta.
Ma no. Come al solito l'empatia non esiste, se non la pensi come loro e hai crisi ti puntano il dito e ti fanno sentire una merda. Però gli altri eccome se li ascoltano, eccome se gli stanno vicino.
Con me c'è sempre il giudizio. Da sempre. Sono cresciuta con una vocina che mi fa sentire una persona da niente, quasi da ricovero dopo che ho una discussione con loro.
È per questo che le persone quando parlano con me cerco sempre di non giudicarle, so cosa significa non essere compresi. Io mi metto sempre nei panni degli altri perché sicuramente c'è un motivo perché qualcuno si sente in un certo modo. Se si sfogano hanno bisogno di aiuto, la gente lancia grida di aiuto perché in fondo vuole solo essere tirato fuori da quel dolore ma non ce la fa! Puntare il dito non aiuta, non sapete mai quanto possa uccidere o salvare una sola parola. Mai!
Però ne ho bisogno anche io. Vorrei vivere in un mondo di empatici ma è impossibile. Vorrei incontrare me stessa in qualcun altro. Siamo esseri umani, non tutti siamo forti ma c'è chi è più fragile e sensibile e non va escluso. Non mi fido di chi si mostra sempre perfetto, sono stanca della puzza di perfezione!
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anima-complicata-80 · 2 months ago
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“Essere troppo empatici perché fa cosi male…” 😓😓😓
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blacklotus-bloog · 15 hours ago
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Essere...
... selettivamente empatica Implica la decisione conscia di entrare in empatia in modo selettivo, in base a fattori del tutto soggettivi. La frase "non siamo per tutti" rispecchia tale condizione. Non è discriminazione perché non dipende da fattori economici o individuali ma personali. La persona selettivamente empatica è quella persona che sente poche e selezionate persone, e le sente come parte di un valore aggiunto nella propria vita. Essere selettivamente empatici implica un grado di sensibilità maggiore rispetto alla normale empatia perché il fattore discriminante del sentire non si basa sull'affetto ma sul rispetto ovvero l'obbligo morale sentito personalmente per un sentimento o una condizione. "Portatrice sana di cinismo" ti diranno, tanto meglio il rispetto e il bene di determinate persone e qualcosa che non tocca a tutti.
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cywo-61 · 2 days ago
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Essere empatici significa non solo saper ascoltare e capire l'altro, ma anche interpretare i suoi silenzi, movimenti, accenni di espressione appena abbozzate. Significa ascoltare le cose non dette, i dolori e le gioie, sapere intravedere un po' l'anima. Lo percepisci anche in un messaggio, dal tono della voce e persino dal respiro. Empatici si nasce, aihmé.
cywo
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susieporta · 9 months ago
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Girano molti post sull'empatia.
Quello che noto è che ricorre spesso il significato negativo, rischioso, che tale skill avrebbe.
L'essere troppo empatici ci farebbe entrare in risonanza con il dolore dell'altro, o con le sue esigenze e sommovimenti emotivi, al punto tale da perdere di vista noi stessi.
Ma questa non è empatia: è contagio emotivo.
Nell'empatia io mi metto nei panni dell'altro, seppur rimanendo me stesso, affinché possa comprendere, attraverso il sentire, che cosa l'altro prova.
Tuttavia questo non pregiudica la mia capacità di discernimento, di radicamento in me stesso, o il fatto di poter dissentire e mettere un confine tra me e la persona che ho di fronte.
L'empatia mi aiuta a entrare in connessione, comprendendo pienamente il suo punto di vista.
Mi fa uscire dal mio ego e dalle sue attivazioni difensive.
Questo può permettermi di accedere a una prospettiva più ampia e veritiera dell'altro.
Posso usare questa comprensione come voglio, in realtà.
Anche per scopi egoistici, paradossalmente.
Se ad esempio empatizzo con qualcuno e grazie a questo sento che egli mi sta manipolando, posso utilizzare tale informazione per andarmene o per dire di no.
Se sento che quello che dice non mi appartiene, e provoca in me un senso di ingiustizia, posso dissentire ed esprimere la mia opinione la quale è contraria alla sua.
Ma questo lo posso fare se sono consapevole della mia tendenza a empatizzare, o della mia capacità di essere empatico.
Nel vero processo empatico io sono cosciente di essere me stesso, seppure per un attimo posso sbilanciarmi e mettere un piede nei panni dell'altro, per poi tornare nei miei vestiti completamente.
Ma, se il sentire l'altro genera una con-fusione tra me e lui, cioè una dissoluzione permanente e completa di confini, rischio di non sapere più né cosa provo io, né quali bisogni ho, né chi sono.
La mia sensibilità si perde nella sua, e io non trovo più la strada per tornare a casa.
Mi perdo nella sua interiorità come quando si cade in un pozzo oscuro.
In questo caso non si può parlare di empatia, ma appunto di contagio emotivo.
Il contagio emotivo è inconscio, meccanico, e si basa su 3 possibili cause.
1) O c'è una dipendenza in atto te me e l'altro, completa o parziale, e già solo questo indica una mancanza interiore, e quindi esteriore, di confini.
2) Una ipersensibilità, e quindi una accentuata reazione alla presenza dell'altro o di qualsiasi altro stimolo, la quale mi fa sconfinare nelle emozioni altrui fino a non riuscire più a tornare indietro.
3) Oppure una mancanza di confini stabili nell'io, il quale è frammentato, sconnesso dal corpo, oppure troppo poroso.
Può esserci anche un mix più o meno variabile di questi tre elementi.
Quello che si può fare in questi casi è lavorare sui confini, sia interni che esterni, sul grounding, ma anche sulla propria sensibilità, o sul rapporto che abbiamo con essa.
Omar Montecchiani
#quandolosentinelcorpodiventareale
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fatagabiancolatte · 2 months ago
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22 TAPPE DELLA RELAZIONE TRA UN EMPATICO E UN NARCISISTA
1. L'empatico è attratto da un narcisista. La loro relazione inizia. L'empatico ama profondamente e incondizionatamente. Si sentono emotivamente soddisfatti anche se il narcisista non gioca alcun ruolo nello sviluppo di un legame più forte. L'empatico si sente soddisfatto e pensa che il suo amore sia ricambiato solo perché sta intorno al narcisista.
2. L'empatico ha la falsa idea di aver finalmente trovato quel tipo di amore che le persone non trovano nemmeno una volta. Narcisista afferma questo creando un'illusione che porta l'empatico a credere che ciò che ha è speciale. L'empatico sente un legame profondo quasi impossibile da rompere.
3. A volte sembra che il narcisista voglia questa relazione tanto quanto l'empatico. In realtà, quello che vogliono è qualcuno che investi il loro tempo, energia e amore e che abbia il pieno controllo.
4. Con il passare del tempo, il narcisista farà sentire l'empatico debole, diffidente e privo della capacità di rendere anche le cose più semplici. Il narcisista non lancerà mai un attacco aperto, ma userà affermazioni come "non voglio farti del male, ma... ” per segnalare una carenza. Cercheranno di prendersi cura di tutto ciò che simboleggia il controllo, come la gestione delle fatture o le decisioni sugli acquisti. L'empatia sarà sminuita dai suoi interessi e da molte delle cose che formano la sua identità. Lentamente, l'empatico inizia a credere di essere meno capaci e di "bisogno" di qualcuno come la persona della sua vita. Hanno l'idea che nessuno li vorrebbe.
5. Per un empatico, questa relazione sarà tutto perché sono loro ad essere innamorati. Per amore, vorrebbero sempre calmare e incoraggiare il narcisista, parlare con loro, aiutarli e fare tutto quello che li fa stare bene. I narcisisti si proiettano come vittime del loro passato, delle loro relazioni e delle circostanze. Gli empatici sono donatori; cercano di compensare tutte le sfortunate cose accadute al narcisista.
6. L'empatico ha un cuore buono e chiaro e non può immaginare che le ferite profonde e irrisolte del narcisista non siano le stesse delle sue. Guarire quelle ferite è diverso dalle sue.
7. La relazione è tutta una questione di narcisista. L'empatico se ne accorge lentamente, e arriva un momento in cui ha paura di parlare o di lottare per i suoi bisogni e desideri. Nel loro tentativo di compiacere non vogliono esprimere i loro veri bisogni. Preferiscono essere gentili che dare motivi per non piacergli. Ma in segreto non sono molto felici.
8. Quanto più devozione, amore, cura, affetto e sforzo l'empatico mette nella relazione, il narcisista si sente completamente in controllo sulla relazione. L'empatico balla letteralmente al suono del narcisista. Finché l'empatico continua a placare il narcisista, è impossibile individuare alcun problema nella relazione. Il problema si verifica quando l'empatia raggiunge finalmente il punto di rottura.
9. Finalmente l'empatico alza la voce perché non riesce più a stare al passo con le forme di repressione del narcisista. Giorno dopo giorno i suoi bisogni emotivi rimangono insoddisfatti. Questo succede perché fin dall'inizio della relazione hanno creduto che i bisogni emotivi del loro partner fossero l'unica cosa che conta. Quando finalmente capiscono che anche il loro benessere conta, e parlano, sembrano egoisti. Al narcisista non piace.
Dieci. Il narcisista è un cercatore di attenzione. Si sentono soddisfatti quando le persone si preoccupano di loro. I tuoi bisogni non possono mai essere soddisfatti, mai. Possono trasferirsi altrove, aprire una nuova attività, viaggiare intorno al mondo, partecipare a nuove attività creative, ecc. , ma non saranno mai felici. L'empatico non è consapevole di questo fatto.
11. Quando l'empatico alla fine fa esplodere qualcosa come "Anche i miei sentimenti contano", il narcisista si affretta a chiamare l'empatico "pazzo". Li chiamano troppo drammatici e le loro preoccupazioni infondate. Questo tipo di comportamento dispregiativo è la tattica che usano per ottenere il controllo sulla mente dell'empatico.
12. L'empatico si confonde. Perché si sono comportati così, va oltre la loro comprensione. Iniziano a incolpare se stessi e si chiedono se sono degni di essere amati da qualcuno.
13. A questo punto, l'empatico non è in grado di capire che viene manipolato. Il suo partner ha piegato tutto intorno a lui per creare una visione contorta delle circostanze. Può esserci tutto intorno a loro che gli faccia sapere la verità che sono loro quelli che stanno "bene" e che il loro partner è quello tremendamente "sbagliato" ed è malvagio.
14. L'empatico cercherà di comunicare con il narcisista in tutta sincerità. Il narcisista però giustificherà il suo comportamento e darà la colpa.
15. È normale sentirsi persi, confusi e feriti. Ma nonostante tutto ciò che gli ha spezzato il cuore, l'empatico dovrà stare tranquillo e fare un'autovalutazione per scoprire come sono diventati così indifesi. Ecco come inizieranno a trasformarsi.
16. L'empatico saprà che sono per natura guaritori. Hanno la forza interiore per aiutare gli altri nel modo giusto, a volte come un dovere e a volte quando la vita li porta a situazioni del genere.
17. L'empatico deve rendersi conto dell'amara verità che non tutti meritano il loro amore, cura e affetto. Non tutti quelli che sembrano afflitti e infelici stanno rivelando il loro vero io. Ci sono alcune persone che hanno motivi sinistri e hanno un punto di vista molto diverso verso le relazioni e le persone che loro. Non ci si può fidare di tutte le persone di cui si innamorano così velocemente.
18. In questa situazione, l'empatico deve rendersi conto che anche loro sono in una situazione molto brutta, qualcosa di cui ha sempre parlato il narcisista nella sua vita. Ma nel suo caso, sarebbe diverso. Farebbero sforzi positivi e guarirebbero se stessi. Il narcisista non lo farà
19. Per l'empatico questo sarà un risveglio doloroso. Impareranno dall'esperienza per andare avanti.
Venti. Il narcisista continuerà come se nulla fosse e sono completamente innocenti. Non ricorderanno nemmeno per un momento che qualcuno li ha amati così profondamente e intensamente. Non ricorderanno il potente legame che avevano con qualcuno e andranno a cercarlo altrove. Arriverà il momento in cui capiranno di non poter connettersi con se stessi o con altre persone.
21. Il narcisista andrà avanti. Alla fine troveranno un'altra vittima.
22. L'empatico sarà più forte, più saggio e più cauto nei confronti di chi gli dà tempo, affetto e amore
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br0ntola · 8 months ago
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essere empatici fa veramente schifo
perché ti dispiace pure per gli stronzi.
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fatalquiete · 1 month ago
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Essere empatici a volte è un casino, ti dispiace anche per chi non se lo merita minimamente.
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nessunotrannenoi · 1 year ago
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Essere sensibili ed empatici è una maledetta condanna. Col tempo ho capito che sono troppo. Troppo sensibile ed empatica per trovare qualcuno più forte di me, in grado di sorreggermi nei miei momenti di inquietudine. Sono sempre la mano più forte, quella con più presa, quella che non molla mai. E chiunque trova in me riparo, conforto e rifugio. Mi ritrovo sempre a dover ascoltare le confidenza e i drammi di chiunque, ma mai nessuno in grado di ascoltare me.
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greatmoonballoon · 5 months ago
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Perché per i miei genitori le sofferenze altrui sono legittime mentre le mie sono sottovalutate?
Ho sofferto anche io riguardo alcune cose ma se piango "me ne faccio una malattia, sono esagerata". Eppure quando sentono di qualcuno che vive cose simili sono i primi a fare i super empatici.
Glielo faccio notare e puntualmente finisce che si urla e si litiga perché sono pesante.
Io davvero non lo so. È così da una vita, puntualmente tutte le volte che mi sfogo mi resta la sensazione di essere una ragazza che si fa pensieri dell'altro mondo, difettosa ed esagerata.
Io non ho più cosa dire davvero. A volte penso solo che dovrei andare via, non mi fanno bene mentalmente quando fanno così perché perdo la fiducia in me stessa e l'autostima. E non credo sia una bella cosa da vivere proprio nel luogo in cui ci si dovrebbe sentire più accolti e capiti.
Ma cosa ne voglio capire io, giusto? Tutto quello che dicono loro è vangelo mentre io dico solo eresie. Ovvio!
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maohf44 · 5 months ago
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LEGGIMI, TI PREGO ...
lo so che nessuno "caga" ciò che scrivo ma sfogarsi qui è terapeutico, in realtà non sto male ma ci sono cose che vorrei raccontare solo qui.
Rispondevo stamattina ad un post in un blog qui su Tumblr e ho scritto la parola EMPATIA.
Essere empatici credo sia un dono pazzesco ma che in questo mondo ormai è raro e spesso intrappolato (come l'edera, che quando per anni si arrampica su una casa abbandonata l'avvolge non lasciando scampo a mura e finestre).
Empatia, quella cosa che permette di stabilire legami emotivi profondi con gli altri.
Quando siamo empatici, riusciamo a capire veramente ciò che le persone intorno a noi stanno attraversando, creando un senso di vicinanza e comprensione reciproca. E comprendere i sentimenti e le motivazioni degli altri favorisce una comunicazione più efficace e relazioni più armoniose.
Promuovere la gentilezza è il mio sport preferito, io nasco così e mi adoro per questo, ma siamo in pochi, forse troppo pochi.
ho paura ...
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cywo-61 · 7 months ago
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A volte chiedo a Dio a cosa serve essere empatici, sensibili e riuscire a vedere e sentire con tutti i sensi le gioie e sofferenze dell'altro, vicino e lontano. Le percepisco dallo sguardo, voce e persino scritte...e Lui risponde che mi perderei una delle cose più belle del creato... le emozioni... senza quelle non si vive.
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Così accetto il peso del mio sentire e so che alle peggiori tempeste segue sempre il sorgere del sole.
cywo
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susieporta · 3 months ago
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"Sono troppo empatico".
Quante volte ho sentito pronunciare questa frase, soprattutto da chi sentiva di essere stato prosciugato dall'altro nel momento in cui ascoltava le sue difficoltà.
In realtà non esiste la troppa empatia: esiste invece il contagio emotivo.
Essere empatici vuol dire infatti ascoltare i problemi altrui fino a sentirli "come se" fossero i propri.
Ma questo non significa cascarci dentro con tutte le scarpe.
Il famoso "come se" di rogersiana memoria, indica infatti la capacità di entrare in contatto con le emozioni degli altri e al tempo stesso di mantenere quella distanza interiore, la quale ci permette di rimanere ancorati al nostro centro.
Questa altalena tra il dentro e il fuori, tra noi e l'altro, è qualcosa che dobbiamo allenare mettendo dei confini.
Sia interni che esterni.
Esterni se l'altro tenta di vampirizzarci con le sue pretese e manipolazioni affettive:
"Se mi ami mi devi ascoltare"; "Se non condivido questo momento con te potrei non farcela"; "Solo tu mi puoi aiutare".
Interni se per difficoltà nostre non riusciamo a non farci trascinare dalle emozioni dell'altro: il famoso contagio emotivo.
Magari siamo ipersensibili, magari lasciamo che la nostra sensibilità diventi contagio emotivo perché così ci sentiamo apprezzati e accettati, o magari non riusciamo a gestire bene le nostre emozioni.
Ce ne facciamo trascinare fino a fonderle con le emozioni altrui.
Ma per difendere un territorio, la prima cosa che devi fare è mettere una recinzione.
Altrimenti entrano tutti.
Oppure sei tu a uscire fuori di te, senza rendertene conto.
Il fatto è che solo tu puoi sapere a quale distanza mettere i paletti di questa recinzione: per quale motivo, con quali criteri, valori, con chi farlo e quando.
Quindi chiarisci i tuoi confini, stabilizzali, e vivrai sereno.
Come dicevano i Greci, Katà Métron: la giusta misura, è la vera scienza dell'anima.
Nel mio ultimo libro ti spiego passo passo, in base alla tua corazza muscolo-caratteriale, come gestire le tue emozioni e come mettere i giusti confini.
©Omar Montecchiani
#quandolosentinelcorpodiventareale
#meccanismididifesa
#armaturainvisibile
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empaticamentesblog · 2 years ago
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Empatia, non stregoneria...
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Per gioco mi hanno sempre chiamata "strega" perché indovinavo sempre. Ma l'empatia non è stregoneria. Davvero è così difficile comprenderla? Ma veramente riesce difficile capire di cosa si tratta?
Allora due sono le cose: o la gente che non comprende è ottusa, o più semplicemente non ci crede.
La mia empatia mi ha sempre messa in guardia da situazioni e persone negative. Infatti ogni volta che è successo qualcosa è accaduto perché, per far contento qualcun altro, andavo contro la mia volontà. L'ultima è accaduta proprio di recente... Infatti ho messo il punto per sempre al dovermi piegare per gli altri. Mi dispiace, ma se gli altri non riescono a vedere oltre il naso, non posso pagarne le conseguenze.
Ciò che non comprendo è che le persone che mi vivono da mezza vita si stupiscono quando il tempo mi dà ragione...
Non sono io ad avere ragione, ma è l'empatia che ho. Essere empatici significa sentire le vibrazioni che ti circondano, negative o positive che siano; significa osservare dettagli che sfuggono alla massa. È come una calamita e le vibrazioni esterne sono rappresentate dal ferro. La calamita sappiamo come reagisce al ferro, così è l'empatia con le vibrazioni esterne. E credetemi: è veramente pesante vivere da calamita, con ferro ovunque, circondata da "gente di plastica"...
Sembra un paragone assurdo, scolastico, ma veramente io non so più come spiegarmi.
Una cosa è certa: da adolescente cadevo nella trappola del dover dimostrare che avevo ragione... e puntualmente avevo ragione, ma a che prezzo? Vivendo ciò che potevo tranquillamente evitare. Poi cresci e capisci che avere ragione non è importante, l'importante è evitare ciò che tu vedi e gli altri no. Vorrà dire che ti daranno ragione dopo esserci caduti da soli...
Non ti danno ragione perché rosicano? Pazienza, l'importante è ascoltarsi sempre.
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andreazeta880 · 1 year ago
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Ho capito tante cose in quest'ultimo periodo. IO NON SONO DEBOLE. Essere buoni, comprensivi, accoglienti, empatici, sorridenti, propositivi, dolci, sensibili NON È SINONIMO DI DEBOLEZZA MA DI FORZA, perché la gente come me non ha bisogno di essere scorretta, di accusare l'altro per sentirsi di valore. Non ha bisogno di nascondersi dietro le cose, di essere egoista per percepire l'importanza del proprio se. La gente come me AMA E BASTA! IO AMO INCONDIZIONATAMENTE LA VITA. E chi crede che la gente come noi PUÒ ESSERE CALPESTATA perché tanto è buona, BHE QUELLA GENTE SI SBAGLIA DI GROSSO. Mi faccio una promessa... IO MI AMO COSÌ COME SONO... e chi non apprezza il mio essere o il mio operato, chi calpesta il mio valore NON MERITA NEPPURE UNA DELLE MIE LACRIME, del mio pensiero. Grato alla vita per avermi insegnato e ricordato CHI SONO ED IL MIO VALORE.
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qualcosalungolastrada · 2 years ago
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era il 5 aprile 1994.
kurt cobain muore con un colpo di fucile alla testa. queste le parole che lasciò in una lettera:
“Vi parlo dal punto di vista di un sempliciotto un po' vissuto che preferirebbe essere uno snervante bimbo lamentoso. Questa lettera dovrebbe essere abbastanza semplice da capire. Tutti gli avvertimenti della scuola base del punk-rock che mi sono stati dati nel corso degli anni, dai miei esordi, intendo dire, l'etica dell'indipendenza e di abbracciare la vostra comunità si sono rivelati esatti. Io non provo più emozioni nell'ascoltare musica e nemmeno nel crearla e nel leggere e nello scrivere da troppi anni ormai. Questo mi fa sentire terribilmente colpevole. Per esempio, quando siamo nel backstage e le luci si spengono e sento il maniacale urlo della folla cominciare, non ha nessun effetto su di me, non è come era per Freddie Mercury, a lui la folla lo inebriava, ne ritraeva energia e io l'ho sempre invidiato per questo, ma per me non è così. Il fatto è che io non posso imbrogliarvi, nessuno di voi. Semplicemente non sarebbe giusto nei vostri confronti né nei miei. Il peggior crimine che mi possa venire in mente è quello di fingere e far credere che io mi stia divertendo al 100%. A volte mi sento come se dovessi timbrare il cartellino ogni volta che salgo sul palco. Ho provato tutto quello che è in mio potere per apprezzare questo (e l'apprezzo, Dio mi sia testimone che l'apprezzo, ma non è abbastanza). Ho apprezzato il fatto che io e gli altri abbiamo colpito e intrattenuto tutta questa gente. Ma devo essere uno di quei narcisisti che apprezzano le cose solo quando non ci sono più. Io sono troppo sensibile. Ho bisogno di essere un po' stordito per ritrovare l'entusiasmo che avevo da bambino. Durante gli ultimi tre nostri tour sono riuscito ad apprezzare molto di più le persone che conoscevo personalmente e i fan della nostra musica, ma ancora non riesco a superare la frustrazione, il senso di colpa e l'empatia che ho per tutti. C'è del buono in ognuno di noi e penso che io amo troppo la gente, così tanto che mi sento troppo fottutamente triste. Il piccolo triste, sensibile, ingrato, Pesci, dell'uomo Gesù! Perché non ti diverti e basta? Non lo so. Ho una moglie divina che trasuda ambizione ed empatia e una figlia che mi ricorda troppo di quando ero come lei, pieno di amore e gioia. Bacia tutte le persone che incontra perché tutti sono buoni e nessuno può farle del male. E questo mi terrorizza a tal punto che perdo le mie funzioni vitali. Non posso sopportare l'idea che Frances diventi una miserabile, autodistruttiva rocker come me. Mi è andata bene, molto bene durante questi anni, e ne sono grato, ma è dall'età di sette anni che sono avverso al genere umano. Solo perché a tutti sembra così facile tirare avanti ed essere empatici. Penso sia solo perché io amo troppo e mi rammarico troppo per la gente. Grazie a tutti voi dal fondo del mio bruciante, nauseato stomaco per le vostre lettere e il supporto che mi avete dato negli anni passati. Io sono troppo un bambino incostante, lunatico! E non ho più nessuna emozione, e ricordate, è meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente.
Pace, amore, empatia. Kurt Cobain.
Frances e Courtney, io sarò al vostro altare.
Ti prego Courtney continua così, per Frances.
Perché la sua vita sarà molto più felice senza di me.
VI AMO. VI AMO”
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