#corpo e parola
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Appagati i sensi, si inizia ad appagare l'anima
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“Il mio corpo è anarchico l'anima entra e esce come se fosse un albergo il cervello non rivolge più parola a nessuno e il cuore è un casinista allucinante.”
— Lucrezia Beha
#corpo#anarchia#anima#frasi anima#entrare#uscire#albergo#cervello#parola#nessuno#cuore#frasi cuore#casino#frasi tumblr#frasi#frasi e citazioni#lucrezia beha
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Buonasera io ho appena preso il telefono dopo una delle serate più belle degli ultimi tempi volete farmi infartare ditelo allora
#alessandro.#gli amori della mia vita comunque#REGA È STATO BELLISSIMO NON VEDO L'ORA DI DIRE ALLA MIA PSICOLOGA CHE ABBIAMO PARLATO DELLE EMOZIONI E IO NON HO SPICCICATO PAROLA#bell'idea il corso incentrato sul corpo e sulle emozioni per una ex 4noressica e 4utolesionista non finirà in lacrime giuro#tw#or something#un professtag
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“sei ingrassata, però stai bene così”
le paranoie, i complessi mentali.
le ore, giorni, settimane, mesi, anni, passati in palestra.
le voci in testa.
“ti ricordavo più magra”
lo specchio.
gli sguardi, i giudizi.
la debolezza.
“perché non mangi?”
lo stomaco chiuso.
ansia, panico.
contare le calorie.
“stai dimagrendo troppo”
dimagrire.
dimagrire.
dimagrire.
dieci chili persi in una settimana.
sette giorni.
gli stessi chili che mi facevano sentire più bella, tonica, apprezzata.
illusione.
le voci e i giudizi hanno vinto.
basta una frase, poche parole, a spazzare via anni di fatica per avere un corpo di cui ci si sente bene e a proprio agio.
ed è proprio questo il problema.
sentirsi a proprio agio in un corpo non apprezzato dalla società e cambiarlo per essere accettati.
l'aspetto fisico è soltanto uno dei tanti esempi.
come chi è sempre sorridente e spensierato, ed un tratto quella persona perde la sua luce, inseguendo il buio ed iniziando a conviverci.
parte tutto da una parola detta di troppo, e il resto vien da sé.
[...]
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"Magnifico "scritto"
"Donne stiamo attente, ci stanno levando tutto! Se ci levano anche la vecchiaia siamo fritte. Voglio restauraurare una parola fuori moda, fuori legge: vecchiaia.
La vecchiaia è un'età anche interessante, la vecchiaia è un'età molto anarchica e romantica. Perché ogni giorno può essere l'ultimo, perché sei in fuga dalla morte e ogni giorno in più dici: tié, ti ho fregato. È un età molto fervida, è un'adolescenza senza domani. E sarebbe un'età interessante se non fosse che poi si muore.
Cioè, io la retorica sulla bellezza della vecchiaia la lascio al mercato che ci adula a noi vecchi per venderci i suoi schifosi prodotti. Mi secca essere vecchia, perché è la porta della morte ed è, e resta, una maledizione biblica. Però non è mai stata così brutta da quando si cerca di nasconderla, da quando non si nomina più, cioè, non è una parolaccia è il nome di una stagione, perché esistono le stagioni e c'è una grande durezza, ma anche una grande dolcezza in questo.
Terza età, anziano, mi fa sentire in fin di vita mentre vecchio ha un bel suono di battaglia, vecchio! La vecchiaia femminile è stata abrogata dal mercato e la donna è stata demonizzata: la donna accetta la farsa della giovinezza obbligatoria, la plastica è il nostro burqua.
Ci fosse il filtro di giovinezza ti credo correrei! Farei qualsiasi bassezza, vorrei avere sedici anni in tutto, specie nella mente, ma anche in corpo, nel fegato... E se non mi sono rifatta non è perché non sono vanitosa, ma è perché sono vanitossissima, di una vanità ributtante, e non voglio aggiungere l'oltraggio del bisturi a quello del tempo. Certo, ci vuole un senso dell'umorismo sempre più spiccato per portare in giro la propria faccia, però mica sei vecchio sempre. La persona libera cambia età molte volte al giorno: siate nonne a quindici anni, fidanzate a ottanta, ma non siate mai quelle che gli altri vogliono.
La donna oggi: in una mano la ramazza nell'altra il biberon nell'altra il computer nell'altra la biancheria sexy nell'altra i vecchi da curare. Ma quante mani ha una donna? E adesso bisogna pure essere fighe fino a ottant'anni. Ma perché? Non facevamo già abbastanza?"
BARBARA ALBERTI
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Intrigante è tutto ciò che stimola la mente,il corpo va in estasi totale,si abbandona ad ogni sorta di piacere...il bene,il male,non ci sono frontiere è tutto un percepire e insaziabile piacere.Una mente erotica si nutre di stimoli,vive di sensazioni,ogni gesto,ogni parola la fanno vibrare,una mente erotica è terra fertile dove poter adagiare ogni desiderio...dove coltivare e mietere le proprie voglie...♠️🔥
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Mentre mantengo il bacio, tocco la tua lingua, la tua voce, la tua parola, il tuo nome. Mentre mantengo il bacio, trasformo il tuo corpo in una nuova lingua e in un nuovo alfabeto. Sento tutta la storia del tuo corpo depositata sul mistero unico della tua lingua. Sento tutta la vita che ho vissuto passare in questa nuova lingua che siamo diventati ora.
Massimo Recalcati, "Mantieni il bacio.
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Un giorno i tuoi occhi saranno nei miei...e vedrai che me lo dirai... anche se non proferirai parola... i tuoi occhi mi diranno quanto mi vuoi...la tua brama sarà evidente...la tua reazione al mio sorriso ed al mio corpo invitante sarà impossibile da mascherare...
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Saudade - che sarà?...Non so...l’ho cercato
in certi dizionari polverosi e antichi
e in altri libri
che non m’han dato il significato
di questa dolce parola dai profili ambigui.
Dicono che le montagne azzurre sono come lei
Che il lei s’oscurano gli amori lontani
e un nobile e buon amico mio (e delle stelle)
la pronuncia con tremito di ali e di mani.
Il suo segreto evade, la sua dolcezza m’ossessiona
come una farfalla dal corpo strano e fine
sempre lungi - così lungi! - dalle mie tranquille reti.
Saudade...Senta, amico, sa il significato
di questa parola bianca che come un pesce evade?
No... Mi trema sulla bocca
il suo tremito delicato
Saudade...
Pablo Neruda
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"Perdendoti, ti cerco. Se parto, mi faccio pellegrino, riconoscendo che di tutti i tratti del tuo volto, del tuo corpo, questo, la lontananza, è quello che mi permette di riconoscerti dovunque, e in questo tu sei dissimile da chiunque altro. Pertanto, non ti dirò "addio", parola che alla insopportabile oratoria unisce una acuta, penosa slealtà. E tuttavia so che vi è del vero in questo congedo d'incontro, giacché le stravaganze del tempo, la balbuzie dei luoghi, le velocità e i subitanei arresti delle stelle potranno, in ogni momento, accostarci e disgiungerci. Saremo dunque innumere volte vicini ed invisibili."
Giorgio Manganelli
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Dopo aver postato i miei addii alla chihuahua Minù e al gatto Alvin, scomparsi davvero troppo presto e a distanza di trentasei ore tra di loro, ho potuto constatare quanto la presunzione di superiorità dell'essere umano sia di quanto più lontano dall'essere davvero umani.
Semmai disumani.
Per molti lo strazio che alcuni esseri umani provano per la scomparsa di un animale domestico è una deriva.
Una preoccupante deriva, dove si pongono sullo stesso piano i nostri amici a quattro zampe con la vita di un altro essere umano.
Non credo che una persona psicologicamente equilibrata voglia mai paragonare la perdita di un cane o di un gatto con quella di un genitore, di un amico o un altro parente.
Ma resta sempre un dolore comunque, che può essere molto profondo se per la persona colpita dal lutto, l'animale, era tutta la sua famiglia. Nessun altro.
Un vuoto resta un vuoto.
A prescindere da tutto questo mio preambolo, per esperienza personale, posso dire che il vedere morire un essere umano e vedere morire un animale che ha condiviso la sua vita con te ha dei punti in comune.
Lo sguardo. Ti cercano come per avere la conferma che non saranno soli, in quel momento, che qualcuno a cui hanno voluto bene sia lì con loro.
Ho visto morire mio padre, mi ha guardato e poi con un sorriso ha guardato in alto ed è spirato.
La mattina che Alvin è morto ero uscito per un appuntamento di lavoro, dovevo portarlo al mio rientro dal veterinario eppure prima di uscire, mentre mi ero chinato su di lui per confortarlo, mi ha guardato e con la zampa mi tratteneva il braccio. Usando gli artigli.
Ho interpretato dopo, quando rientrando di corsa l'ho trovato riverso a terra, che probabilmente mi stava chiedendo di non andarmene. Di restare lì con lui.
Ho letto un post recente dove un veterinario affermava che 9 su 10 i proprietari di cani o gatti non vogliono assistere al trapasso dell'animale.
Che questi prima di essere sedati per il trapasso cercano con lo sguardo colui, o colei, per cui è valsa la pena vivere scodinzolando o facendo le fusa.
Molti credono che gli animali non abbiano un'anima, eppure animale è una parola che viene dal latino "animalis" che vuol dire "animato" o qualcosa che crea la vita. Affine al greco "anemos" (vento, soffio) e al sanscrito "atman", di uguale significato.
Anche mio padre cercò qualcuno e c'ero solo io. Altri erano usciti dalla stanza. Qualcuno addirittura se n'era andato, con una scusa.
Eppure l'essenza della riconoscenza verso un'anima sta proprio nello stargli vicino, quando quell'anima lascerà il suo corpo terreno.
Non si dovrebbe privare nessuno di questo riconoscimento, a meno che la morte non giunga inaspettata e all'improvviso sia chiaro.
Nel corso della propria esistenza le persone hanno svariati interessi e priorità. Ma per gli animali, quello che noi definiamo il loro padrone, è la cosa più importante di tutto. Di tutti.
Lo sguardo degli umani, durante l'esistenza, cambia a seconda dei sentimenti. Che sia amore o rabbia, a volte anche odio.
Ma nel momento in cui una persona capisce che è giunta la sua ora cerca il perdono, oppure di perdonare.
Un cane o un gatto non si devono far perdonare nulla da chi li ha amati. Ti guarderanno con lo stesso sguardo del primo giorno che li avrete visti. Con amore incondizionato.
Perché nell'attimo in cui se ne vanno, inizia il ricordo e l'amore si consolida nel cuore. Per alcuni umani invece rimane anche una parte di rabbia e di cose incompiute.
E nell’attimo in cui tutto finisce, niente finisce
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ho comprato Amore di Manganelli trovandolo in una libreria di modernariato dietro casa. essendo un libro piuttosto raro le probabilità di trovarlo a Reggio Emilia proprio adesso, a un anno da quando a Berlino ne leggevo alcune pagine casualmente alla Stadtbibliothek erano effettivamente scarsissime, eppure forse era anche solo per permettermi di leggere, questa sera, queste parole:
Perdendoti, ti cerco; se parto, mi faccio pellegrino, riconoscendo che di tutti i tratti del tuo volto, del tuo corpo, questo, la lontananza, è quello che mi permette di riconoscerti dovunque; e in questo tu sei dissimile da chiunque altro. Pertanto, non ti dirò "addio", parola che alla insopportabile oratoria unisce una acuta, penosa slealtà. E tuttavia so che vi è del vero in questo congedo d'incontro, giacché le stravaganze del tempo, la balbuzie dei luoghi, le velocità e i subitanei arresti delle stelle potranno, in ogni momento, accostarci e disgiungerci. Saremo dunque innumere volte vicini ed invisibili.
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Non mi piace più o comunque non è più mio costume fare sensazionalismi e pornografia del dolore a partire dai fatti peggiori della mia vita (anche perché fondamentalmente detesto riuscirci) ma ogni tanto sento comunque il bisogno di gridare al mondo che ho delle malattie prefigurandomi che la risposta sia, almeno per una volta e almeno di facciata, benigna e non stigmatizzante. Perciò poco fa, al pari di infinite altre volte, mi dimenavo nel letto in attesa di un sonno che non sarebbe arrivato e che in generale latita fin troppo lasciandomi stremata e immaginavo posarsi su di me una mano amorevole, non giudicante, clemente. Mi sono detta che se vedessi qualcuno stare come me – e non solo per l’insonnia, che comunque è figlia prima delle mie patologie autoimmuni croniche, oltre che delle terapie assunte per mitigarle – non esiterei a vegliare sul suo sonno o, appunto, perfino sulla sua insonnia. E allora per l’ennesima volta non mi sono capacitata di come pressoché nessuno si sobbarchi la malattia altrui nonostante la malattia non sia che il risvolto della salute, parte integrante della vita stessa. Insomma, retorica e melensaggini a parte, mi riesce difficile immaginare che i più non si accorgano che siamo a questo mondo anche per tentare di alleviare la sofferenza altrui. Nessuno ha pretese di riuscita, ma la sola consapevolezza che una mano amica mi accompagni tra le insidie di un organismo umano sregolato diventa già fonte di psicoterapia senza il bisogno di dirsi una parola, di sbraitare o di intavolare discorsoni indigesti sui massimi sistemi. Non capisco che motivi superiori servano per stare al mondo se basterebbe regalare un gesto come questo che rappresenta l’immensità e Dio in persona per un corpo martoriato a oltranza e per l’anima che vi risiede, non meno martoriata del primo anche qualora debba non trasparire.
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youtube
Happy xmas a tutte le persone che passano in questo blog da tanto e a chi lo fa da poco tempo. Happy xmas a chi ci e' capitato per sbaglio e a chi considera uno sbaglio le cose che qui legge. Il mio Happy xmas a tutti quelli che sanno gettare lo sguardo oltre le torri e che si sentono lontani dai rumori brutti che arrivano alle orecchie, rumori di bombe e urla di bambini senza colpe. E piu happy xmas lo dedico alle persone che sono capaci di stare accanto. Accanto è una parola bellissima, più dell'essere abbracciati, accanto è più di esserci. Tutti possono esserci, ma pochi ti sono accanto. Accanto è sentire un brivido di pelle, uno sfiorare senza invadere, e' baciare con l'anima quello che si teme di perdere. Accanto non è vicino, non è nemmeno un posto dove sedere, un'indicazione di luogo, ma è uno sguardo d'amore, anche in assenza di un corpo, che possiamo sentire nel silenzio e meravigliarci che non siamo mai soli. @ilpianistasultetto
Let's hope it's a good one..
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Mentre facevano l'amore, lei glielo aveva bisbigliato, riassumendo i propri pensieri in un'unica frase: "Robert, sei così potente da farmi paura". Lui era fisicamente potente, ma usava la sua forza con cautela. E in ogni caso, c'era molto di più. Il sesso era solo un aspetto. Dal momento in cui l'aveva conosciuto, lei aveva vissuto nell'aspettativa - nella possibilità, perlomeno - di un'esperienza piacevole, che interrompesse finalmente una routine di ossessionante monotonia. Non aveva tenuto conto della sua stupefacente potenza. Era come se lui avesse preso possesso di lei, a tutti i livelli. Ed era una scoperta inquietante. Prima, neppure per un attimo aveva dubitato che una parte del suo essere avrebbe mantenuto il distacco da qualunque cosa lei e Robert Kinkaid potessero fare insieme, la parte che apparteneva alla sua famiglia e alla vita nella Madison County. Ma lui aveva spazzato via tutto. Avrebbe dovuto capirlo quando lo aveva visto scendere dal furgone per chiederle indicazioni. Le aveva ricordato uno sciamano, e quella prima impressione si era rivelata corretta. Facevano l'amore per un'ora, forse più, poi lui si staccava lentamente e guardandola accendeva una sigaretta per entrambi. A volte si accontentava di sdraiarsi al suo fianco, senza smettere mai di accarezzarla. Poi tornava ad affondare dentro di lei, sussurrandole parole dolci all'orecchio mentre la prendeva, baciandola tra una frase e l'altra, tra una parola e l'altra, le braccia intorno alla sua vita, attirandola a sé e sprofondando in lei. E allora lei cominciava a ripiegarsi su se stessa, a respirare più in fretta, e si lasciava trasportare là dove lui abitava, e abitava in luoghi strani, tormentati, molto addietro nelle ramificazioni della logica di Darwin. Con il viso sepolto contro la spalla di lui, le loro epidermidi a contatto, percepiva il profumo di fuochi di legna e di fiumi, sentiva i treni che lasciavano sferragliando stazioni invernali di molte notti addietro, vedeva viaggiatori ammantati di nero che avanzavano lungo fiumi gelati e pascoli estivi, diretti alla fine di tutte le cose. Il leopardo infuriava sopra di lei, ancora e ancora, come il vento incessante sulla prateria, e lei fremeva, travolta dal suo slancio, cavalcava quel vento come una vergine del tempio che avanza verso le fiamme miti e compiacenti che delimitano la dolce curva dell'oblio. E bisbigliava piano, senza fiato: "Oh, Robert... Robert... mi sto perdendo". Lei, che da anni non aveva più un orgasmo, ne ebbe una lunga serie con quella strana creatura che era per metà uomo e per metà qualcosa di completamente diverso. Si stupì di lui e della sua resistenza, ed egli le disse che poteva spingersi in quei luoghi lontani con il corpo come con la mente, e che gli orgasmi della mente avevano una loro qualità distintiva.
(Robert James Waller, "I ponti di Madison County")
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L'hai capito o no ??! Ho voglia di Te, ne ho voglia più di ogni altra cosa al mondo in questo periodo. Ho voglia di godere di Te, della Tua bocca, ho voglia di sentirti godere, di sfinirci sino ad avere solo la forza di stare lì, in silenzio perché ogni parola sarebbe di troppo. Ho voglia di vederti perdere il controllo, il fiato, la testa, di sentire il respiro che torna pian piano regolare insieme al mio, di stringerti, baciarti e ricominciare lentamente, con dolcezza, con passione, con tutto ciò che sentiamo, mettendo in gioco il corpo, la mente...Il cuore... ♠️🔥
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