#coccolata
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E con te ho imparato che non è vero che "in amore vince chi fugge"
Vince chi c'è
Vince chi ti fa sentire amata e coccolata
Vince la presenza
La costanza
La tenacia
Vince chi ti vuole e chi te lo dimostra ogni singolo istante
Hai vinto tu❤️
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Ci sono giorni in cui vuoi essere coccolata.
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vorrei sentirmi anch'io preziosa, donna, bella, coccolata, amata; rcevere gesti, attenzioni e pensieri, da un uomo. Mi sento uno scarto in confronto alle altre
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Crescendo i miei genitori erano troppo impegnati a litigare e odiarsi per ascoltare i desideri della me bambina, così mi sono sempre accontentata di quel pochissimo che mi davano senza chiedere nulla di più
Ho vissuto in camerette con mobili rotti e con la muffa, non ho mai fatto corsi di nessun tipo dopo la scuola, nessun gioco che percepivo come costoso, mai un capriccio
Per questo ora avere una relazione in cui posso concedermi ogni tanto di poter essere bambina, di essere coccolata e di riposarmi se voglio, non dover dimostrare di meritare di avere un tetto sulla testa perché va bene chi sono e basta, basta quello per ricevere amore, in cui se rompo qualcosa non mi viene urlato nulla e in cui non ci sono sospetti, in cui ho conosciuto il perdono vero se un giorno per la stanchezza rispondo male, in cui sono spinta a essere chi sono nel modo più puro, per me è un grande regalo, è una magia e il mio rifugio
Per questo voglio vivere con G
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Riflessioni e pensieri del pellegrino in cammino.
📷 Desde el camino aragonès y francès
Io sono il buon pastore, il buon pastore depone la sua vita per le pecore. (Gv. 10:11)
Io sono il buon pastore e conosco le mie pecore e le mie conoscono me. (Gv. 10:14)
===
Nelle vecchie usanze degli antichi pastori, vi era questo metodo d'insegnamento per la pecorella smarrita che altro non era che una correzione di facile comprensione per l'animale, che capiva in seguito e solo dopo essere stata coccolata tra le braccia del pastore che quel gesto non era stato un rimprovero, bensì una riprensione fatta con e in amore affinchè potesse ricordarla sempre per non sbagliare più. Quella pecorella, nel tempo si sarebbe dimenticata di quel momentaneo breve istante di dolore ma si sarebbe sempre ricordata di tutto quell'amore ricevuto dal pastore e non si sarebbe più allontanata da lui.
Credo dunque sia assai facile l'interpretazione di tale evento e capirne il significato. È accaduto a me in un paio di occasioni di ricevere questa sua riprensione facendomi vedere con amore, come stavo per perdermi, tra le sollecitudini di questo mondo in mano al nemico e stavo per entrare in quella porta larga, che porta poi alla perdizione.
Riprensione con amore, mi ha rotto la zampina e preso in braccio mi ha ricondotto all'ovile. Ha poi organizzato una grande festa in mio onore dopo che, dall'alto della sua misericordia e amore, già mi aveva perdonato, e ricoperto di benedizioni. E si, proprio come la parabola del figliol prodigo.
lan ✍️
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Comunque il metallaro è troppo una persona dolcina
Dopo che mi ha fatta venire, io ho iniziato ad avere l’affanno e a fissare il vuoto, lui super mega preoccupato mi ha abbracciata e coccolata finché non mi sono calmata e quasi addormentata sul suo petto
Io boh 🥺
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oggi non so se ho più voglia di essere coccolata come una bimba o scopata come una tro
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Ecco a voi la metro di Roma.
Perché giugno è il mese in cui la categoria più protetta, coccolata e sponsorizzata della Storia deve ricordare all'universo quanto si senta oppressa e discriminata. Imponendo ovunque la propria orripilante bandiera.
Ma tranquilli, non è mica propaganda.
Matteo Brandi
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Anna è una delle donne più premurose che ci siano a questo mondo. Mi sta portando una bacinella perché mi ha sentito rimettere in bagno e teme io possa stare male sul letto. Le chiedo scusa per il disturbo, le dico che non volevo svegliarla e mi scuso anche per aver vomitato. Lei mi accarezza la testa e dice "Piccina mia non dirlo nemmeno". La vedo con occhi lucidi e mi chiede se voglia tornare a casa: le rispondo che io una casa non ce l'ho. Mi chiede se io voglia contattare mia mamma; le rispondo che anche in questo caso, non ce l'ho. A questo punto ho un conato che non riesco a trattenere: mi sento morire ad averlo ammesso. Anna rimane al mio fianco per una mezz'ora, portando in bagno più volte la bacinella. Ogni volta che me la riporta, piango fissando il fondo; poi rimetto nuovamente e il circolo continua così. Anna ha gli occhi lucidi e mi accarezza la testa e la schiena: non concepisce come io possa avere una madre assente in tutto, al punto da non cercarla quando sto male. Anna non sa che proprio sabato pomeriggio ho fissato una data per mettere fine a tutto. Non sa nemmeno che questa è la prima volta da anni che qualcuno sta al mio fianco mentre sto vomitando. A furia di rimettere, sono praticamente disidratata; Anna mi fa bere a forza un bicchiere d'acqua a piccoli sorsi. Poco dopo mi addormento, sentendomi finalmente coccolata da una mamma.
La mattina mi sveglio e scopro che di notte Anna è uscita per andare a prendere della Tachipirina perché "Sono l'unico medico senza paracetamolo in casa, ma dimmi te quanto sono stordita". L'ha accompagnata Claudio, che mi accoglie sempre a casa col sorriso; non ha battuto ciglio perché sa che sua moglie, come anche lui, è una delle persone più generose e disponibili del mondo, non a caso si sono trovati. Chiedo nuovamente scusa per il disturbo, ma loro si mettono a ridere e chiedono scusa loro di non aver avuto Tachipirina in casa. "Avete fatto fin troppo".
Qualche settimana fa mio fratello ha passato una notte in ospedale per dei calcoli renali. La ragazza e suo padre sono stati in pronto soccorso ad aspettare quattro ore; quando è uscito lui pensava di doversi prendere un taxi, come siamo stati abituati sempre. Vedendo la sua ragazza e il padre fuori, è scoppiato a piangere e ha chiesto scusa del disturbo.
Se c'è un universo in cui io e mio fratello siamo ancora due bambini, stanotte voglio portarli fuori da casa loro e insegnare a entrambi che chiedere aiuto non è una vergogna e che sentirsi dire "Arrangiati" quando si sta male non è la prassi.
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vorrei solo essere coccolata da lui mentre ci facciamo una canna
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Ci sono giorni in cui ho solo voglia di coccolato e di essere coccolata
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Esopo 2000...
La volpe e l’uva, alla fine, si ritrovarono.
La prima era invecchiata male: il fulvo pelo splendente era stato sostituito da un velo malinconico d’argento e l’occhio furbo e arrogante di un tempo era ormai opaco di tristezza.
L’altra, in perfetta forma e coccolata da una stagionata botte in rovere, era diventata un vino superbo.
“ Mi hai rovinato la vita” disse la volpe.
“Perché mai?” rispose il vino.
“Non ricordi? Quand’eri una giovine uva, provai a prenderti senza successo. Da allora sono diventata, agli occhi di tutti e grazie a quell’impiccione di Esopo, il simbolo della boria, il modello vivente della presunzione!”.
“Mia cara volpe”, rispose il vino, “non è con me che devi prendertela, in fondo un pochino presuntuosa lo eri per davvero! Eri giovane e può succedere. Ma, dato che mi sei simpatica, voglio farti un dono: assaggiami adesso”.
La volpe leccò, direttamente dalla botte, alcuni sorsi del prezioso nettare.
Una luce nuova le illuminò lo sguardo, e finalmente capì: capì il valore dell’attesa, la stilla del tempo che passa, e la virtù della pazienza che porta con sé la saggezza.
Si acciambellò in terra, davanti alla botte, e leccò con soddisfazione le gocce residue, incastrate tra i suoi baffi come piccoli rubini, del suo nuovo amico Vino.
(racconto di Salvatore Colantuono)
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ogni tanto torno a scrivere qua
in questo periodo sono talmente stanca ed esausta che, in quei rari momenti in cui il mio cervello riesce a pensare cose, penso solo che vorrei qualcuno che si prendesse cura di me.
e vorrei essere coccolata, e vorrei che a farlo fosse m, e vorrei non essere sempre l’amica che deve passare a prendere e portare, vorrei solo dormire per un giorno intero
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È un momento in cui non mi piaccio.
E sono piena di insicurezze.
È un momento in cui, se mi guardo allo specchio, mi trovo orrenda e - se mi guardo dentro - navigo in un mare di disistima, fastidio, tristezza.
È un momento in cui sono parecchio stanca e non ho una gran voglia di andare incontro agli altri e vorrei solo essere capita, capita e coccolata, senza però dover chiedere niente.
È un momento in cui va tutto storto o non va come vorrei o come meriterei che andasse.
È un momento in cui dico “non importa” o “non ti preoccupare”, ma importa tutto e vorrei che qualcuno si pre-occupasse di me.
È un momento in cui mi concedo di essere fragile e di piangere e di visitare tutte quelle ombre dell’anima che sono il contraltare della luce che mi accompagna.
È un momento in cui mi aspetto di essere amata, anche solo a ricompensa di tutto l’amore donato.
È un momento così.
Capita.
(Letizia Cherubino)
🎩💜🩵👗
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[Frasi colte "a caso" dalle Lettere (1945-50) a cura di Italo Calvino, Einaudi, 1966; tutto è interessante, per chi è interessato. Come si annoia solo chi è noioso. "Sangue e lussuria sacrale" erano davvero il centro del suo interesse, e qui lo lascia intendere con una certa autoironia.]
Esce a dicembre la «Collezione di studi etnologici, psicologici e religiosi» [la "Collana viola"] da me personalmente coccolata, con un De Martino ...
più dell'antico Oriente e dei mandala, a noi interessa la vera e propria etnologia, oppure buona psicanalisi ...
aspettiamo splendidi titoli e testi di etnologia, di psicanalisi, di sangue e lussuria sacrale. Intesi?
Presaga anima mia.
(gli scrittori piemontesi o sono colti o non ce la fanno)
... la notizia che mi ha letto con simpatia e con gusto, mi dà molta gioia. Il mio libro è nato da un interesse per il problema del mito e delle cose etnologiche che mi ha indotto e mi induce a molte strane letture - ma poche mi hanno dato la soddisfazione e lo stimolo della sua Fisiologia [del mito]. Pensi che le sue pagine hanno anche avuto questo effetto, che ho ripreso grammatiche e dizionari (dopo una giovinezza tutta impegnata in problemi di narrativa nordamericana e anglosassone) di venti anni fa e vado, quando posso, rosicchiandomi Omero, col solo rimpianto di non poter procedere scioltamente come vorrei. È una lingua terribile - divina e terribile, come la terra secondo Endimione.
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Una delle ragioni per cui mi ero innamorata di D. è che era/è così buono con tutti ed era/è sempre pronto ad aiutare gli altri così tanto che mi commuoveva/ve, e soprattutto la gentilezza (per lo meno all'inizio, quando riuscivo solo a vederlo sotto gli occhi imprescindibili dell'amore senza avere una visione oggettiva) con la quale mi trattava. Spesso ho pensato che lui arrivasse dove io non sarei mai potuta arrivare, e in qualche modo ci compensavamo a vicenda nelle nostre carenze. In più mi ha sempre ascoltata, consolata e coccolata come avevo sempre sognato che qualcuno facesse. Ho sempre condannato la violenza e lui non mi ha mai sfiorata nemmeno per scherzare e sta cosa al tempo me l'aveva fatto vedere come il futuro padre dei miei figli. Col senno di poi è finito tutto e sono riuscita a vederlo per quello che era davvero, e vedere anche tutti i suoi difetti.
Se dovessi innamorarmi di nuovo spero che sia qualcuno che sia sempre gentile, serio e anche un po' dolce nel fare l'amore, e con il quale poter ridere tanto di cuore e con il quale riuscire a stare bene.
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