#chioccia
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Mamma chioccia
Per vedere quando aveva appena deposto il suo uovo clicca il link qui sotto:
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Piedi scalzi, tasche vuote e cuori in festa
Piedi scalzi, tasche vuote e cuori in festa, il nuovo libro di Silvio Cappelli scritto insieme a Giorgio Chioccia non dovrebbe mancare in nessuna biblioteca. Silvio Cappelli ha la capacità di rendere la storia semplice e accessibile a tutti, e nel volume Piedi scalzi, tasche vuote e cuori in festa racconta con semplicità ma anche con molta accuratezza tutta la storia del Cammino di S. Rosa e la…
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Could I request Dali and Henrique with a partner who teaches their kids her native tongue?
Dali had to admit, though he wanted to go this parenting thing alone at first, it was much easier putting the children to bed with two people.
While he busied himself with picking up the nursery, getting it ready to be destroyed the next day like Sisyphus & his boulder, while [Y/N] sent them off to dream land. Once he finished cleaning up, Dali went to their bedroom to tuck them in as well. A soft, sweet song coming from the open door as he got closer.
Stella stellina La notte s’avvicina La fiamma traballa La mucca è nella stalla
La mucca e il vitello La pecora e l’agnello La chioccia e il pulcino Ognuno ha il suo bambino Ognuno ha la sua mamma E tutti fan la nanna
He couldn’t understand the words, but recognized it was a lullaby and one his sons seemed to know well. Ul already drifting to sleep in his crib and Raphael quietly singing along before his eye couldn’t stay open anymore. “To drift off to sleep to the sound of angels. My boys sure are lucky.”
[Y/N] turned to look over their shoulder and gave Dali a smile. “They won’t be asleep much longer if you don’t keep it down.”
Dali smile back, but still came into the room to give Ul & Raphael a soft kiss goodnight. Hearing Raphael give a sleepy “Buona notte” before leaving with [Y/N] in toe. “What does the song mean?”
“The song? Oh, it’s just a silly little song about the stars being out and it’s time to go to bed. My mother used to sing it to me when I was little.”
His smile deepened. As a noble, Dali had no such memories as a child. Nannies, or Clara, being the only ones to sing him to sleep, if it ever happened. Their country must be very different when it came to family, along with their language. “You will have to teach it to me sometime.”
[Y/N] smiled. “Well, there’s no time like the present!”
It was late in the evening when Henrique came home from work that evening. With a vacation planned to visit [Y/N]’s home in France, there were a lot of things he had to do before they'd finally let Henrique be happy. He sighed as he came in the door. The things he did for love.
Vaulting up the stairs to see his girls, Henrique found them in one of the playrooms. Patiently sitting there with [Y/N] at the table.
“Bonjour papa!”
“Bonjour papa!” Lucia and Elena greeted him in tandem. “Comment s'est passé le travail ce soir?”
“Wow!” Henrique praised. “You girls sound like real Parisian children.”
[Y/N] chuckled. “Well, I can’t have them visiting my homeland, nor any of the couturier we plan to visit, speaking like uncultured urchins.”
“Do you want to try papa?” Elena asked.
“Yes! I’m sure papa would be très bien!”
Henrique chuckled as he sat down at the table too. “Sorry girls. The only French your papa knows is ‘champagne’ and ‘croissant’.”
The girls giggled. “Well, I guess that’s all you need to get by.” [Y/N] told him.
“Hasn’t failed me yet!”
When the girls darted off to go play, once they were bored with their lesson, Henrique came around the table to stand next to [Y/N]. “You know, there is one more bit of French I do know.”
Curious, [Y/N] asked him, “Oh? What’s that?” With a grin Henrique leaned in to whisper in their ear. Their face went immediately red and they swatted him in the arm. “Henrique!” They exclaimed. “Where did you hear that from?!”
“From you.” Henrique laughed. Realizing that they hadn’t known that they slipped into their mother tongue when they were in bed together.
Henrique thought it was very cute. And though not a lesson for children, he’d have to see if it got ‘worse’ when they were in Paris.
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Stella stellina la notte si avvicina
La fiamma traballa la mucca è nella stalla
La mucca il vitello la pecora e l'agnello
La chioccia il pulcino
ognuno il suo bambino
Ognuno la sua mamma
e tutti fan la nanna
sul cuore della mamma
✨✨✨
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Ho finito il mese e mezzo come animatore in un campo estivo, coi bimbi di seconda elementare. In ordine sparso, ho imparato che:
la posizione di aprifila, così come i posti a tavola a pranzo, sono decisioni politiche. Quale che sia la tua scelta, sarà sbagliata. Scelte sbagliate portano a disastri, scelte giuste portano comunque a disastri ma un po' più piccoli.
sei l'arbitro di ogni disputa, da "chi è più forte tra Messi e Ronaldo" a "gli alieni esistono?". Niente, e dico niente, fa incazzare gli ottenni quanto le posizioni moderate o democristiane.
i bimbi ti chiederanno sempre perché sei così alto/basso/magro/grasso/biondo/moro, spesso tutte e sei le cose nella stessa frase. Se hai una bassa autostima non penso sia facile sopravvivere.
i bimbi hanno un sacco bisogno di contatto fisico, ma solo se ci sono 45° all'ombra, hai appena mangiato, e possono esprimerlo tirandoti testate sulla pancia.
se un bimbo vuole parlare con te, improvvisamente tutti i bimbi vorranno farlo, possibilmente allo stesso tempo e cercando di distrarre il più possibile il bimbo iniziale, idealmente cercando di infilzarlo con le matite. Ho sentito l'inizio di 3 milioni di storie e la conclusione di tipo sedici.
quando devi recarti dal punto A al punto B e la tua classe insiste per venire con te, sei come mamma chioccia con un codazzo di gnomi urlanti. E puoi essere cinico quanto vuoi ma è una sensazione davvero soddisfacente.
ultimo pensiero, che è più un consiglio, quando ti dicono "tieni!" e ti danno qualcosa in mano, non prenderlo M-A-I. Se va bene è un fazzoletto usato, se va male è un ragno morto, se va davvero male è un ragno vivo.
La verità è che i bimbi sono contemporaneamente la peggior rottura di cazzo al mondo e delle creaturine meravigliose, e fare questa esperienza è stato davvero tosto ma anche tanto soddisfacente.
Alla prossima estate, piccole pustole.
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I lavori.
L'ombrellaio.
Édouard John Menta: Il venditore di ombrelli. Olio su tela del 1893 cm 180 x 111, collezione privata.
L'anziano ombrellaio cuce del tessuto su un telaio all'interno della sua bottega e attorno, in una serena atmosfera, alcuni dei suoi animali: appesa alla vetrata c'è una gabbietta con dentro un canarino, sul davanzale una grande boccia di vetro con i pesci rossi, e sui gradini o sul marcapiede una chioccia con i suoi pulcini.
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Bisognerebbe essere giusti con le madri e riconoscere loro la funzione essenziale ed insostituibile nell’adozione simbolica della vita. Bisognerebbe sottrarre la maternità ad ogni sua rappresentazione naturalistica: madre non è il nome della genitrice, ma, al di là della Natura, al di là del sesso e della stirpe, è il nome di quell’Altro che offre le proprie mani alla vita che viene al mondo, che risponde alla sua invocazione, che la sostiene con il proprio desiderio. Bisognerebbe non ridurre la madre a un appetito di morte, a una spinta a divorare il proprio frutto, a diventare proprietaria esclusiva e incestuosa della vita che ha messo al mondo. Bisognerebbe non dimenticare che il bestiario che accompagna immancabilmente la sua figura (la piovra, il coccodrillo, la chioccia, il vampiro) fornisce solo il suo lato in ombra, patologico, abnorme, che non fa giustizia della sua forza positiva che oltrepassa di gran lunga quel bestiario. Bisognerebbe non identificare la madre con il virus di ogni malattia psichica. Bisognerebbe non dimenticare la donazione che precede ogni eventuale divorazione e che custodisce la memoria più profonda del materno [...] Il legame arcaico con la madre non è solo una palude mortifera da cui bisogna liberarsi, ma è in primis una donazione che rende possibile la trasmissione non solo e non anzitutto della vita in quanto tale, ma del sentimento della vita, del desiderio di vivere [...] Bisognerebbe non pensare solo alla sua onnipotenza oscura, ma anche alla sua mancanza. Bisognerebbe provare a essere giusti con la madre e riconoscere nelle sue mani un’ospitalità senza proprietà di cui la vita umana necessita. Bisognerebbe rintracciare nel suo dono del respiro la possibilità che la vita abbia un inizio e che possa ogni volta ricominciare.
Massimo Recalcati -"Le mani della madre. Desiderio, fantasmi ed eredità del materno",
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"Filastrocca della Mamma imperfetta"
C’era una mamma, una madre madrona,
la mano a saetta, la voce che tuona.
Più che un bambino voleva un soldato
Ma poi crebbe un hippie tutto arruffato.
C’era una mamma, un po’ mamma e un po’ chioccia,
di libertà ne lasciava una goccia,
le nacque una bimba paracadutista
adesso è una stuntman professionista.
C’era una mamma vegana e pittrice,
viveva di tofu col figlio, felice.
“Quanti bei posti dipingerai?”
Ma invece il suo Adolfo guidò il Terzo Reich.
Filastrocca del figlio perfetto
Scolpito, pensato come un angioletto
Tu lo volevi un po’ simile a te
e invece “sorpresa!” decide da sé.
C’era una mamma, femminista di razza,
mutande bruciate e tette giù in piazza,
ma ebbe una figlia, un clone di Barbie
che va da Intimissimi e spende i miliardi.
C’era una mamma ingessata e ingegnera
sinapsi a quadretti, compita ed austera,
ma il figlio non legge ogni giorno i listini
compila gli oroscopi, descrive destini.
C’era una mamma Bocca di Rosa,
si dice puttana, io dico sciantosa,
il figlio giurò per la castità,
un frate trappista, in povertà.
C’era una mamma, una santa, una suora,
conosce l’amore, ma il piacere lo ignora,
crebbe un bambino, un chierichetto,
fa il pornoattore, un artista del letto.
Filastrocca del figlio perfetto
Scolpito, pensato come un angioletto
Tu lo volevi un po’ simile a te
e invece “sorpresa!” decide da sé.
Filastrocca della mamma imperfetta.
La mamma perfetta un figlio lo accetta.
Enrica Tesio
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È ora di dimostrare ai suoi amici chi sono davvero: la mamma chioccia del gruppo, che dimostra il proprio affetto preparando cibo. Come lo farò? Con questi due litri e mezzo di impasto per le crepes 😼
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🌹Mamma chioccia Clockwork🌹
#danny phantom#clockwork#cw#dp clockwork#Danny Phantom x Monster Musume#danny phantom x monster musume#oc#Nocturn#nocturne#nocturn
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Voglio vedere il mondo bruciare. Ma non quello che guardo con i miei occhi - la ragazza del bar con la voce chioccia, che mi fa pensare "ah, quant'è bella la fica"; il signore indiano con la figlia piccoletta che si arrabbia perché mi sono levato di culo dal sedile di pietra della stazione per via della mia sporca sigaretta, e che vuole che mi sieda comunque; la vecchina che beve brandy alla otto del mattino dentro al bar di mamma e figlia eritree, senza che gli importi un beato cazzo di nulla; la ragazza madre napoletana che vive a Rozzano, "in un posto peggiore di Scampia", che mi fa gli occhi dolci e poi mi parla di quanto è difficile restare sereni con due figli adolescenti in quel posto di merda; il professore solitario e zimbello del dipartimento, i cui tanti anni sul groppone, gli hanno fatto capire che non si può basare per sempre tutta la propria personalità sull'essere bellocci, ed oggi ripiega su una gentilezza arteffatta e posticcia, ma che lotta perché diventi reale -un mondo libero, in cui ognuno crede di essere e vuole essere ciò che vuole. Al di là delle restrizioni e delle leggi dei potenti.
Voglio vedere bruciare il mondo che sognano i Salvini, i Trump, i Putin e, perché no, anche le Schlein di questo pianeta. Ordinato, feroce, competitivo, meritocratico, gerarchicamente e moralmente definito e burocratizzato fino al malessere.
Voglio vedere quel mondo bruciare prima che io muoia.
E oggi voglio urlare una cosa stupida e retorica, perché voglio - posso - essere stupido e retorico: in alto le vostre fiche e in altro i vostri cazzi, sono rivolti alle stelle. E i fasci di ogni tipo, in basso, appesi, sputati e vilipesi. Sempre.
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fa almeno le uova o chioccia soltanto? (cit)
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What was your favorite lullaby as a child?
Stella Stellina. It is about all the Mamma and baby animals falling asleep, and the singer encourages their baby to do the same.
Stella stellina
La notte s’avvicina
La fiamma traballa
La mucca è nella stalla
La mucca e il vitello
La pecora e l’agnello
La chioccia e il pulcino
Ognuno ha il suo bambino
Ognuno ha la sua mamma
E tutti fan la nanna...
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Le Pleiadi, dette anche Gallinelle, sono un gruppo di sei stelle che si trovano nel segno zodiacale del Toro. Il secondo nome deriva dal fatto che, la loro apparizione annuale all'inizio della primavera, era il segnale idoneo per intraprendere la navigazione. Queste stelle sono collegate con il Suolo e con la Natura, hanno un significato profondamente occulto nella filosofia esoterica indù. Le chiamavano "la chioccia ed i pulcini" e di esse si servivano per regolare la loro misura del tempo in anni e mesi. Il mese in cui apparivano era chiamato Krittika e con questo nome chiamavano talvolta la costellazione. Krittika è la nutrice di Karttikeya, il Dio della guerra (equivalente a Marte), il Comandante delle Legioni Celesti. Il nome che gli Indù danno alle sette stelle è: Amba, Dula, Nitatui, Abrayanti, Maghayanti, Varshayanti, Ciupunika; ma vengono usate anche altre serie di nomi. Nel Kimah ebraico, Giobbe accenna ad una influenza atmosferica loro dovuta che chiama "i dodici influssi". Le Pleiadi sono considerate il punto centrale attorno al quale ruota il nostro universo delle stelle fisse, il punto focale dal quale, e nel quale, il Soffio Divino, il Movimento Divino, opera incessantemente durante il Manvantara. Nelle scienze occulte, le Pleiadi sono in rapporto con i destini delle nazioni. Sorelle delle Pleiadi sono le Iadi. Esotericamente, le Pleiadi simbolizzano le sette Sottorazze. Per gli Indiani del Nord America, le Pleiadi erano le figlie del Sole e della Luna, sette graziose fanciulle che di nascosto scendevano sulla terra, dentro una grande cesta, e si mettevano a cantare ed a danzare nei boschi. Un giorno un giovane indiano, che stava pescando nelle vicinanze, le vide e rimase così incantato dalla loro grazia e dalla loro bellezza che, non sapendo resistere al richiamo, si unì al canto ed alla danza delle fanciulle. Queste, impaurite, salirono nella cesta e sparirono nel cielo. Il giovane, però, non riusciva a dimenticare la scena e tornava sempre sul posto con la speranza di reincontrarle. Una sera, finalmente, la fortuna gli fu benigna e, nascosto dietro un albero, sorprese le sorelle a cantare e ballare. Avvicinatosi furtivamente, agguantò la sua amata e le chiese di sposarlo. La ragazza ne rimase entusiasta, ma temeva l'opposizione del padre. Il giovane pregò il Sole di accontentarlo; questi annuì, ma per punizione proibì alle altre sei di ritornare sulla terra. Questa leggenda è importante perchè lega il credo indiano a quello indù. Questi ultimi, infatti, sostengono che le Pleiadi note sono sei: la settima è occulta. SPIRITUAL crescita personale pleiades-Tom-Wildoner-
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Filastrocca - Il Pulcino
Sotto sotto al calduccio me ne sto. Mamma chioccia mi scalda sai! Tra pochi giorni io e i miei fratelli dal guscio usciremo e con il becco un varco ci faremo. Semi nudi saremo, ma le penne presto faremo e pulcini diventeremo.
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