#centro antico
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Vendo Comodino da centro colonna ANTICO su Wallapop
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#antiquariato#antico#Comodino#colonna#comodino da centro#radica di noce#luigi filippo#cappuccino#carlo X#restaurato
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ARCHEOMOSTRE / A tu per tu con Ramses II: a Roma riprodotta la mummia del "faraone immortale"
#ARCHEOMOSTRE / A tu per tu con #RamsesII: a #Roma riprodotta la #mummia del "faraone immortale" È la prima volta che una mummia viene riprodotta con materiali organici biocompatibili. @SapienzaRoma | @SaperiSapienza
Tra i più noti e celebrati faraoni dell’Egitto, Ramses II è anche uno dei quali conosciamo il vero volto. Era il luglio del 1881 quando la sua mummia fu rinvenuta, insieme a una cinquantina di altre, non già nel suo originario sepolcro – la monumentale tomba KV7 della Valle dei Re -, bensì nel nascondiglio reale a Deir el-Bahari, dove durante la XX Dinastia era stata traslata per metterla al…
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#Antichità#Antico Egitto#archeologia#Centro SAPeri&Co#egitto#egittologia#mummie#Museo del Vicino Oriente Egitto e Mediterraneo#Ramsete II#ricostruzioni 3D#Roma#Università La Sapienza#Vicino Oriente Antico
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Il meglio di te
Mi piace parlarti. Apprezzo la tua apertura mentale, la varietà degli argomenti di cui posso discutere con te in maniera anche molto dettagliata, informata. La tua voce è sempre profonda, decisa. Hai un tono dal suono ipnotico, caldo e basso.
Mi affascini ogni volta che muovi le labbra per parlarmi. Potrei osservarti per ore, mentre parli. Ascoltare le tue frasi intelligenti è un gradito bonus. I tuoi occhi poi mi penetrano l'anima e la portano a galla per fartela esaminare.
Non potrei nasconderti nulla neppure se volessi. Amo il tuo profumo personale e semplicemente ammiro il tuo stile peculiarissimo nel vestire: a volte sei di un'estrema femminilità, altre invece interpreti perfettamente una biker-rocker degli anni sessanta. Poi, ogni tanto dai tuoi cassetti esce fuori un insospettabile e sorprendente jolly!
Ti piace il jazz, cosa che per una ragazza è piuttosto inusuale. Adoro il ciuffetto di schiuma che ti resta sulle labbra quando bevi la tua birra alla spina. E il modo in cui te lo lecchi via, poi… Oh, Signore! Sai trasformarti da pantera a gattina nell'arco di tempo necessario ad assaporare una mia genuina carezza. Mi stimoli, mi affascini, mi spiazzi. Ti amo ogni giorno di più.
Sei al centro esatto del mio cuore. Che batte solo per te. Quando sei silente, cerco di intercettare i tuoi pensieri. Vorrei rubarteli e baciarli tutti: uno per uno. Per farti capire che se hai bisogno, io per te comunque sia ci sono. Poi te li restituirei, stai tranquilla!
Prima di andartene, mi lasci sempre con un bacio lanciato, un sorriso e infine una persistente, innocente ma totalizzante scia del tuo profumo. Mi avvolgi anche quando non ci sei. Mi pensi. Ti penso. Percepisco una cortina invisibile di gelosia attorno a te che mi lusinga e mi fa sentire ancora più amato. Perché io sono tuo per la vita.
Poi c'è la tua parte più segreta, quella… peccaminosa. Quella che puoi permetterti di lasciar libera soltanto quando sei con me e nessun altro attorno: è un segreto dolcissimo, condiviso tra noi. È quella piccola parte del tuo corpo che si apre soltanto a me, che mi accoglie. Ansiosa di soddisfare entrambi.
Costituisce lo scrigno del tuo pudore e di fatto è il mio luogo privato dell'anima. È il meglio di te. È quello che mi ha stregato e da cui non riesco più a staccare la mente; neppure per un istante. La curi e la nutri a mio esclusivo beneficio. Quando me la mostri, vuoi tassativamente che anche io sia nudo assieme a te. Altrimenti ti vergogni da morire. Sei di stampo antico e io questa cosa l'adoro.
Perciò la rispetto e te la bacio delicatamente, come fosse sacra. Lo faccio spesso, non appena posso. Tu arrossisci, quando insieme lo facciamo succedere. Perché è un bellissimo miracolo d'amore che nasce solo da due anime insieme, unite dentro. Ti piace da morire. E per me è un onore e un dovere, fartelo. Perché tu, donna, rappresenti il mio massimo desiderio e la mia ragione di vita.
Rda
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“La schiena di una donna è roba per intenditori. Ad amarne la bocca, gli occhi, i fianchi sodi, si fa presto. È un fatto da poco.La schiena no, la schiena è un'altra cosa. È un privilegio di fiducia. È la sensualità che da le spalle al mondo e guarda avanti. La schiena è femmina e, quando si volta, lo fa perché non teme inganni. È spavalda, audace, baldanzosa. Ha un binario unico, che le corre al centro. Un solco lungo il quale colano, dall'alto verso il basso, le pugnalate …che non ha saputo evitare, le carezze liquide di certe mani belle. La schiena non trattiene, la forza di gravità glielo impedisce. La schiena sa come lasciar andare. È un battitore libero, il punto più selvaggio di una donna. Risalirla con la bocca, tenerla ferma con le mani, accerchiarla in un abbraccio, è un colpo di fortuna. Ma certa gente non lo sa e per questo la trascura. La schiena di una donna è la sua forza, il suo più antico cedimento. Si inarca quando ama, sta dritta quando deve, come il fusto di un albero maestoso, il tronco di una quercia secolare, lo stelo di un fiore che si schiude sul collo: lì, i baci sono più belli, i graffi fanno più male.
Per capire una donna, basta leggerne la schiena. Curva o tesa, morbida o nervosa. Se si lascia prendere, vuol dire che si fida.“...
Antonia Storace
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Seta. Potere e glamour
Tessuti e abiti dal rinascimento al XX secolo
Roberta Orsi Landini
Autori dei saggi: Marie Bouzard, Marina Carmignani, Andreina d’Agliano, Franco Franceschi, Dominique Charles Fuchs, Sofia Gnoli, Susan Miller, Roberta Orsi Landini, Maria Pia Pettinau Vescina
SilvanaEditoriale, Cinisello Balsamo 2009, 192 pagine, 120 ill.a colori, 10 ill. bianco e nero, 23x28cm, brossura, ISBN 978883661492
euro 35,00
email if you want to buy [email protected]
Sfarzo, raffinatezza e seduzione. Questi sono gli argomenti affrontati nel volume, dedicato alla storia di un materiale tanto antico quanto prezioso: la seta.
Pubblicato in occasione dell’omonima mostra, il catalogo – che inaugura la collana del CeSAC - Centro Sperimentale per le Arti Contemporanee di Caraglio – sottopone all’attenzione del pubblico tre momenti storici in cui la seta, soprattutto attraverso le vesti, ha assunto un ruolo significativo nella storia del costume e della produzione: il Rinascimento, gli anni a cavallo fra Seicento e Settecento, e la prima metà del secolo XX. Il boom della seta, che vede la realizzazione di veri e insuperati capolavori tessili – manifestazione di ricchezza dei ceti più potenti – è il Quattrocento, quando alcuni centri italiani, come Venezia, Firenze o Genova, ne diventano i più importanti produttori europei. Una produzione pregiata che viene accresciuta, fra Seicento e Settecento, dagli scambi con il lontano Oriente: decorazioni bizzarre e fantastiche, ispirate alla cultura figurativa turca, indiana, cinese e giapponese, fioriscono su fondi dalle cromie nuove e brillanti. Il Novecento, con il diffondersi dell’industrializzazione, vede mutare ancora l’aspetto e il significato dell’abbigliarsi in seta. Questa diventa un tessuto di appannaggio quasi esclusivamente femminile, mentre nuovi generi tessili, come crêpes e chiffons, favoriscono l’affermazione di una nuova moda, tutta giocata sulla seduzione. In catalogo, introdotti da saggi critici, sono documentati alcuni capolavori tessili provenienti dal Museo del Bargello di Firenze e dal Centro di Studi di Storia del Tessuto e del Costume di Venezia, nonché abiti di sartorie o creatori famosi – Fortuny, Poiret, Schiaparelli, Capucci – e capi appartenuti a importanti dive o personalità: Rita Hayworth, Mirna Loy e Soraya Esfandiary.
07/04/24
#Seta#Potere e Glamour#Textiles exhibition catalogue#CeSAC#Fortuny#Poiret#Schiaparelli#Capucci#Rita Hayworth#Soraya#Mirna Loy#fashion books#fashionbooksmilano
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La schiena di una donna
è roba per intenditori.
Ad amarne la bocca,
gli occhi, i fianchi sodi…
si fa presto.
È un fatto da poco.
La schiena no,
la schiena è un’altra cosa.
È un privilegio di fiducia.
È la sensualità
che dà le spalle al mondo
e guarda avanti.
La schiena è femmina,
e quando si volta…
lo fa perché non teme inganni.
È spavalda, audace, baldanzosa.
Ha un binario unico
che le corre al centro.
Un solco lungo il quale colano,
dall’alto verso il basso,
le pugnalate
che non ha saputo evitare,
le carezze liquide
di certe mani belle.
La schiena non trattiene,
la forza di gravità
glielo impedisce.
La schiena sa
come lasciar andare.
È un battitore libero,
il punto più selvaggio
di una donna.
Risalirla con la bocca,
tenerla ferma con le mani…
accerchiarla in un abbraccio,
è un colpo di fortuna.
Ma certa gente non lo sa,
e per questo la trascura.
La schiena di una donna
è la sua forza,
il suo più antico cedimento.
Si inarca quando ama,
sta dritta quando deve…
lì i baci sono più belli,
i graffi fanno più male.
Per capire una donna…
Basta leggerne la schiena.
Curva o tesa, morbida o nervosa.
Se si lascia prendere,
vuol dire che si fida.
Se si gira di scatto…
è perché non torna indietro…
Antonia Storace
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Incontro
Subito è partito un abbraccio lungo. Quello che ho desiderato da tanto tempo. Quell'abbraccio che lui sempre ha voluto darmi.
"Bimba" - ho sentito vicino al mio orecchio - " è bellissimo, finalmente, avere la possibilità di toccarti"
"Posso dire lo stesso"
Sentivo il suo respiro sul mio collo. Poi un bacio leggero. Mi ha guardato e mi ha baciato la fronte. C'era molta tenerezza nel suo sguardo.
"Andiamo, facciamo un giro. Spero che non sia molto stanco dopo il viaggio "
"Portami tu. Qui sei di casa. E no, non sono stanco. Soprattutto dopo averti vista."
Mi ha sorriso. Mi piace quando lo fa. Mi fa sentire bene e spensierata.
Le strade del centro storico erano piene di persone che volevano approfittare di quella bella giornata di maggio. Si sentiva il rumore delle onde dietro il muro antico. Nell'aria si sentiva l'odore dell'estate che stava per cominciare. Mi ha seguito tra la gente tenendomi per mano. Ci siamo fermati vicino alla gelateria in una piazzetta.
"Io cioccolato e pistacchio. E tu che gusti prendi?"
"Menta. Prendo solo questo."
La panchina era calda e il gelato troppo buono. Mi ha guardato attentamente come se stesse decidendo cosa fare o cosa dire. E poi la sua mano è partita verso le mie labbra per pulirle dal gelato che era rimasto. Ha leccato il pollice.
"Sinceramente volevo pulirti le labbra con la mia lingua però ho pensato che sarebbe stato inappropriato con tutta questa gente in giro"
"Lo farai dopo"
Abbiamo preso la strada verso il b&b che aveva prenotato per questi tre giorni. La camera era molto carina e accogliente. Con le persiane che fanno entrare quel poco di luce che serve per vedere bene l'altra persona.
"Vieni qui. Fatti baciare."
Ha messo le sue mani sulle mie guance. Mi ha baciato dolcemente ma la mia risposta era più passionale e la sua lingua è entrata nella mia bocca. Mi stringevo a lui e sentivo le sue mani esplorare il mio corpo.
"Voglio vedere la mia bimba godere. Voglio sentirti gemere"
"Voglio godere con te "
Tutto quel tempo di attesa mi aveva fatto crescere la voglia. Volevo le sue mani, la sua bocca e il suo sguardo addosso a me. Volevo, finalmente, fargli sentire come riesce a farmi godere. Mi ha tolto la maglietta continuando a baciarmi il collo.
"Hai un seno bellissimo. Voglio tuffarmici dentro"
"Fallo"
Con un gesto ho accompagnato la sua testa verso il seno ancora con il reggiseno. Lo ha afferrato con le mani toccando i miei capezzoli duri. Stuzzicarli. Ho chiuso gli occhi. Sentivo soltanto come mi apre il reggiseno e lo toglie. Come lecca e poi succhia il mio capezzolo. Prima uno e poi l'altro. Fino a farmi male. Mi ha baciato di nuovo. Ho messo la mano sopra i suoi pantaloni.
"Come sei duro"
"Mi ecciti da morire"
Ci siamo spogliati rimanendo solo con le mutande.
"Voglio che ti stendi sul letto "
Obbediente, sono andata verso il letto e mi sono sdraiata sulla schiena. Si è avvicinato. Mi ha guardato. E si è sdraiato vicino a me. Le sue mani esploravano il mio corpo caldo e eccitato. Le labbra baciavano ogni parte che potevano raggiungere sentendo giù. Ogni tanto tornava su per baciarmi le labbra. Accarezzavo la sua testa.
"Voglio sentire come sei bagnata "
Ha spostato le mie mutandine e ha messo le sue dita tra le labbra bagnate. Non ho potuto trattenere un gemito. Era bello sentire le sue dita mentre mi guardava.
"Che brava bimba"
Con queste parole mi ha tolto le mutande e allargato le mie gambe mettendosi in mezzo. Mi sono alzata un po' per guardarlo. Guardavo come mi baciava e leccava il mio interno coscia avvicinandosi alla fica. Le dita stuzzicavano il mio clitoride. Sentivo la lingua calda sulle labbra che affondava. La bocca che succhiava il clitoride. Voleva sentirmi gemere sempre di più e ha messo due dita dentro. Piano. Dentro e fuori. Con la lingua sul clitoride e l'altra mano che mi stringeva il seno. Mi faceva impazzire. Avevo tanta voglia.
"Ti voglio dentro di me"
"Prima la mia bimba deve venire e poi potrà avere il resto."
Ha continuato a leccarmi aumentando la velocità con le dita e la lingua. Dandomi qualche schiaffo sul clitoride fradicio. Non riuscivo più a resistere. Ho spinto la sua testa su di me, subito prima che il mio corpo cominciasse a tremare. Ho stretto le lenzuola con le mani. Questa volta potevo dire il suo nome ad alta voce mentre stavo venendo.
"Sei bellissima quando vieni. Bel visino soddisfatto "
"Mi hai fatto impazzire "
Mi ha baciato e ho sentito il mio sapore dalle sue labbra.
"Mettilo dentro. Ti prego."
Mi sentivo ancora tremare dopo questo orgasmo intenso.
"Lo vuoi dentro? Dimmelo bimba. Voglio sentire."
" Voglio il tuo cazzo dentro. Voglio che mi fai gridare."
Ha tolto le mutande e appoggiato la punta sul clitoride. Lo ha bagnato e spinto dentro. Una sensazione stupenda. Un gemito ancora, forte. Mi ha stretto la testa tra le mani mentre spingeva tutto dentro. Piano. Il suo respiro si è fatto pesante e i miei gemiti aumentavano. L'ho baciato.
Il suo cazzo mi faceva impazzire. Ho sorriso, mordendomi le labbra.
"È bello vederti sorridere. Come in quel video. Però adesso sorridi a me. Sei mia."
"Si..."
Sempre più veloce, più forte. Il mio seno si muoveva e lui lo afferrava con la mano, mordendomi la spalla. Mi guardava, guardava come godevo. Come ogni movimento mi faceva gemere sempre più forte.
"Girati. Mettiti sulle ginocchia."
Ho fatto come mi ha detto e la prima cosa che ho sentito è stato un schiaffo forte sul mio culo che mi ha fatto un gridare. Poi un altro. Mi ha preso per i fianchi per farmi avvicinare a lui. Un bacio su ogni natica. Ha strofinato il suo cazzo sulle mie labbra bagnate prima di metterlo dentro. Ha preso le mie mani e le ha bloccate dietro la schiena. La mia faccia schiacciata sul cuscino. Altri schiaffi e subito dopo un movimento veloce che mi ha fatto gridare. Usava le mie mani come una leva per sbattermi ancora più forte. Poi si è fermato. Ha baciato la mia schiena.
"Guardami"
Mi sono girata verso di lui. Un colpo forte. Poi un altro. E un altro ancora.
"Sei troppo bella per stare in silenzio "
"Allora fammi gridare!"
Ha ricominciato con il movimento veloce. Dentro e fuori. Il contatto visivo mi eccitava sempre di più. Sculacciate, il suo modo di chiamarmi "bimba", il suo cazzo dentro di me. Avevo voglia di tutto questo. Di lui e di noi insieme in questa stanza.
" Ti dispiace se vengo dentro?"
"Non mi dispiace "
"Allora te la riempio "
Vedevo che non riusciva più a resistere. I suoi gemiti più forti e il cazzo che pulsava dentro di me. Lo ha tirato fuori e istintivamente mi sono girata per pulirlo e succhiarlo un po'. Mi ha tirato su e ci siamo baciati.
"Adesso mettiti come prima"
Mi sono rimessa nella stessa posizione e ho sentito la sua lingua a leccarmi da dietro. Succhiare i nostri umori mischiati. E farmi venire di nuovo.
Dopo si è messo vicino a me.
"È bellissimo vederti venire"
"È bellissimo venire per te"
"È stata una decisione giusta venire a trovarti!"
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Io sono ovunque, nel centro e nel fondo, in cielo, in terra, ai confini del mondo, nel cuore del fiore, nel seme del frutto, e in ogni stella che incorona il deserto, perché Io sono la Vita che conosce se stessa, Io sono la Luce che fu antica promessa. Sono, sono, immensamente Io sono, dentro la lacrima che cerca il perdono, nascosto Io sono e fin troppo chiaro, nell’eterno passato che cerca il futuro, nell’eterno presente che vivifica l’Uomo, guido i suoi passi, perché sempre Io sono. E guardo dall’alto le vostre battaglie, e ancora con voi il mio cuore si doglie. Io sono il fratello, Io sono lo sposo, il diamante cercato, più raro e prezioso, madre e sorella del vostro dolore, amante perfetta che sempre sa dare. Io sono e vi dono, Io sono e vi amo, Io sono la Pace, la lotta non temo, perché dal sigillo del vostro cuore nasca la fiamma dell’eterno Volere, perché il patto antico che a voi mi lega è un fiume potente che raggiunge ogni riva, perché chi cerca che il sogno si avveri e sempre mi tiene nei suoi pensieri, abbia infine la Forza di spostar la montagna col Fuoco potente che ognor l’accompagna. Io sono tutto e nel tutto mi espando, se pur non udite, Io sempre vi ascolto. Tenete salda nel centro del vostro sentire ogni parola e ogni goccia di questo fluire, perché la penna, che per voi ho infiammato, regge forte, con polso, ciò che le ho dato, per voi, che cercate e non volete trovare, per voi, che guardate e non sapete vedere. Io sono l’Uno e la chiave vi porto, fusa nell’oro che a lungo ho raccolto lungo le strade percorse dall’Uomo, di guerra e dolore, di oblio e abbandono, forgiata nel sangue della sua ferita, lavata nell’acqua della mia cascata. Chiaro sia, e sicuro, il vostro sguardo, e vedrete le stelle che ora vi mostro, troverete nel centro del loro bagliore la sola via che sarà fine al cercare, poiché questo è il dono che ho preparato bevendo il calice che mi fu dato a eterna salvezza di tutti i fratelli che con Me han percorso i deserti e le valli. Siate certi di questa parola che vi porta la Via per giungere a casa, dove arde ciò che non fu mai spento, dove sempre Io sono e qui vi attendo. Faireliza art _by_suzu2_
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Mirabilie
Ieri la più grande agenzia pubblicitaria italiana (così si definiscono, ed è vero) ha comprato una pagina sul Corriere della Sera per "ringraziare" coloro i quali commentando la nuova campagna di Promozione Turistica dell'Italia, commissionata dall'ENIT e dal Ministero del Turismo, Open To Meraviglia, per ringraziarli: "Quando una campagna di promozione turistica rompe il muro dell’indifferenza e riesce a dar vita a un dibattito culturale così vivace come quello acceso in soli 5 giorni da Italia. Open to Meraviglia, rappresenta sempre qualcosa di positivo, (...) Grazie, perché non accadeva da anni che la notizia di una campagna istituzionale suscitasse una eco di tale portata (…) Grazie per le migliaia di visualizzazioni, commenti, meme e per le appassionate discussioni di questi ultimi giorni: ci hanno fatto sentire davvero la più grande agenzia italiana, con un immenso reparto creativo di persone al lavoro sullo stesso concetto".
Mi piace quest'idea che ha l'agenzia, che in questo mestiere davvero è un gigante (la Carmencita di Carosello per il caffè Lavazza, per dire è figlia del genio del fondatore Armando Testa) di cosa sia dibattito culturale: ridere tra lo sgomento e il faceto sul lifting alla Venere del Botticelli, della maglietta a righe per mangiare la pizza, sui posti scelti, sul costo della campagna, sul dominio internet non comprato, sulle immagini stock e così via. Era davvero questo l'obiettivo?
La risposta la dà indirettamente la stessa agenzia: L'obiettivo è quello di promuovere l'Italia all'estero, puntando su un target proveniente da 33 Paesi. Anche e soprattutto su mercati culturalmente molto diversi dal nostro, accendendo l'attenzione in modo facile, diretto e immediatamente riconoscibile su ciò che tradizionalmente contraddistingue l'Italia nel mondo. Parlare dell'Italia significa tener conto di tantissime sensibilità e sfumature. Un capitale culturale e umano così unico e prezioso che spinge tutti a lavorare, ed anche a dibattere, con una straordinaria passione.
Detto in termini un po' brutali, è lo stesso principio che spinse il Direttore degli Uffizi Schmidt a concedere una visita esclusiva e notturna alla più nota influencer italiana con famiglia, per poi poter dire che i weekend successivi la percentuale di visitatori sotto i 25 anni era aumentata del 30%. Una campagna così probabilmente è indirizzata a turisti come questi :
che si fanno i selfie come se fossero ai Tropici, ma sono sui binari di Auschwitz. Non importa molto che, ed è cronaca, persino le città meravigliose scelte come panorama per i finti scatti della nostra venere in lifting davvero si lamentino dell'arrivo massiccio di turisti "mordi e fuggi", dello svuotamento dei centri storici, dell'imborghesimento di aree urbane senza possibilità di reali vantaggi per la comunità che la abitava, e così via.
E per restare un po' polemico, scommetto che i milioni che si sono lamentati dello stereotipo con cui ci presentiamo ai 33 Paesi esteri sono in molti casi quelli che sfottono per esempio i francesi perchè non hanno il bidet (che si chiama così dal francese, termine che vuol dire pony, installato da Christophe Des Rosiers, presso la residenza del Primo Ministro francese ad uso della moglie, Madame De Prie. Grazie alle memorie dell’allora Ministro degli Esteri – nonché amante di Madame De Prie – sappiamo che nel 1726 il gentiluomo fu ricevuto dalla signora, imbarazzatissimo, mentre era a cavallo di uno strano sgabellino a forma di violino intenta a rinfrescarsi).
Per il piacere di tutti gli altri contro gli stereotipi, con l'aiuto di chi vorrà, si possono segnalare delle meraviglie nascoste e poco conosciute del nostro Paese. Inizio io con un posto stupendo
L'anfiteatro Romano di Santa Maria Capua a Vetere, in provincia di Caserta, il più grande del nostro Paese dopo il Colosseo. Tra l'altro vicino c'è Capua e il suo meraviglioso centro Storico Antico e a Sant'Angelo In Formis, una frazione di Santa Maria, vi è una favolosa Abbazia di Sant'Angelo, di epoca Longobardo-Normanna, con affreschi del X secolo.
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Sei mai stato rapito dal mistero di un'antica divinità? Immagina un luogo dove storia e mito si intrecciano: il Tempio di Apollo a Delfi, annidato tra le pendici innevate del monte Parnaso.
Qui, la leggenda narra che lo stesso Apollo sceglie questo santuario. Un angolo di sacralità avvolto da misteri sottili e oracoli sibillini pronunciati dalla Pizia, la sacerdotessa che bisbigliava risposte enigmatiche al mondo antico.
Persino fuoco e rovina non poterono infrangere la sua maestosità: nel 548 a.C., un incendio devastante portò alla rinascita del tempio, con sculture che raccontavano storie e miti con straordinaria vivacità.
E non erano solo le fiamme o gli dei a contendersi Delfi. Le città greche guerreggiavano fra loro per il controllo di questo simbolo sacro. Ma nel tempo, uomini come Silla e Nerone hanno saccheggiato il luogo, rubando ricchezze e bellezza.
E mentre il cristianesimo avanzava inesorabilmente, questo centro di spiritualità iniziò il suo declino. Delfi, un tempo cuore pulsante della religione e della politica, giace ora in silenzio, avvolto da echi di un grande passato. Bambini delle pietre, ancora oggi custodi delle storie non dette... Curioso? Vieni a scoprire di più con noi!
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La schiena di una donna è roba per intenditori.
Ad amarne la bocca, gli occhi, i fianchi sodi, si fa presto.
È un fatto da poco.
La schiena no, la schiena è un' altra cosa.
È un privilegio di fiducia.
È la sensualità che dà le spalle al mondo e guarda avanti.
La schiena è femmina, e quando si volta
lo fa perché non teme inganni.
È spavalda, audace, baldanzosa.
Ha un binario unico che le corre al centro.
Un solco lungo il quale colano, dall'alto verso il basso, le pugnalate che non ha saputo evitare, le carezze liquide di certe mani belle.
La schiena non trattiene: la forza di gravità glielo impedisce.
La schiena sa come lasciar andare.
È un battitore libero, il punto più selvaggio di una donna.
Risalirla con la bocca, tenerla ferma con le mani, accerchiarla in un abbraccio, è un colpo di fortuna.
Ma certa gente non lo sa, e per questo la trascura.
La schiena di una donna è la sua forza, il suo più antico cedimento.
Si inarca quando ama, sta dritta quando deve,
lì i baci sono più belli, i graffi fanno più male.
Per capire una donna basta leggerne la schiena.
Curva o tesa, morbida o nervosa.
Se si lascia prendere, vuol dire che si fida.
Se si gira di scatto è perché non torna indietro.
Antonia Storace
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Novara, Via Rosselli, Teatro Coccia. Niente da fare proprio non ce la fanno e non ce la fanno poiché non capiscono. Non capiscono che un centro storico antico non è adatto a ricevere motociclette rumorose e fumanti. Facciamo un esempio (ma non lo capiranno comunque): fareste un raduno di sciatori nel salotto di casa vostra? No. Fareste suonare la gran cassa a vostro figlio nella cameretta dove dorme la bisnonna? No. Impastereste la pizza sul divano? No. E allora, Santo cielo, mi dite perché dovete far radunare le moto davanti ad un antico Teatro? Ma perché? Non ci sono altri luoghi? Non vi sfiora l’idea che un’isola pedonale debba essere ad uso esclusivo dei pedoni? No, non lo capiscono loro e non lo capiscono quelli che li hanno votati (cioè buona parte dei novaresi).
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La Ruota di Fortuna.
"L'Attesa dell'Incontro".
E' sempre emozionante quando due Anime si riconoscono e viaggiano insieme.
Compiono il loro "miracolo incarnazionale".
Si scelgono con uno sguardo e si incamminano silenziosamente fianco a fianco, cuore a cuore, l'uno accanto all'altra.
Nell'Antica visione questi incontri erano funzionali a ripercorrere lo schema delle Ferite ereditate dall'Albero genealogico. E pertanto destinate a proiettare e ripulire i traumi intergenerazionali.
Dopo tante pulizie e tanti sofferti abbandoni, l'Energia originale inizia a prendere forma all'interno del Campo.
E già nella dimensione dell'Astrale, giungono i primi incontri del Destino.
Essi sono pre-annunciati.
Poiché nulla di ciò che accadrà nel prossimo futuro, è qualcosa che la nostra Anima non abbia già predisposto.
E questo a volte stupisce l'Umano, a volte lo indispone.
L'Umano è molto legato al concetto di "libero arbitrio", ma non si accorge di essere stato schiavo per millenni di schemi e "automatismi fotocopia" che tutto sono sembrati, meno che un atto di libera scelta.
L'Anima sa. Riconosce i movimenti del Destino. Essi sono preordinati alla nascita. Ricompongono Alleanze millenarie tra popoli e dimensioni a noi obliati alla memoria.
E si rallegra nella riconciliazione di rapporti che di Vita in Vita, di Cuore in Cuore ripercorrono insieme le vie dell'Unione profonda.
E' una festa quando si incontrano. O per meglio dire "si re-incontrano".
Non esiste separazione tra le "Anime del Destino".
Due Anime destinate alla stessa Missione sono già connesse fin dalla nascita.
Ci sono in ogni passo del Campo.
Ma non era ancora pronto il "tempo perfetto" per il loro incontro, per il loro salto evolutivo quantico nella Materia.
Esse dovevano ripulire il loro antico Campo dalle catene dell'Incarnazione. Purificarsi. Integrare la loro sofisticata strumentazione interiore. Riportare ordine nella dimensione Emotiva e Affettiva.
E concedersi quel tempo di profonda solitudine interiore necessaria per il "cambio d'Abito".
Le loro Strade a breve si incroceranno .
E già sale la commozione per questo momento così magico.
E' atteso per tante Anime.
Perché le Nuove "re-Unioni" sono portatrici di progresso e scienza, di innovazione e trasformazione dei Sistemi.
Sono Anime che riabiliteranno il concetto violentato dell'Amore. Lo riporteranno al centro del Sistema familiare, sociale e politico.
Sono Anime della "progettualità". Sono a disposizione del Collettivo. Sono messaggeri di Pace. Governano con giustizia e integrità.
Le vedremo a breve ricongiungersi.
E saranno l'espressione più viva e concreta della tanto attesa "Coppia Sacra".
Porteranno abbondanza nei loro gesti e nelle loro parole. Saranno ispirati e connessi allo Spirito. Saranno Vita.
Si capiranno telepaticamente. Si sosterranno. Si prenderanno per mano e onoreranno il loro sacro compito di Reggenza.
Alcuni movimenti di "spoliazione" nell'Umano stanno per concludersi definitivamente. C'è fermento nell'Aria per questo tanto atteso "nuovo ciclo di riunificazione delle Anime stellari".
Non è come lo si immagina.
Non è distopica fantascienza. Non vedremo mostri alieni camminare tra gli Umani.
Vedremo Campi energetici. Se li vedremo.
E se non avremo l'onore della Visione, li sentiremo col Cuore.
Tra di noi. In mezzo a noi. Dentro di noi.
Buon Vento di Cambiamento a tutti voi e buona trasformazione Emotiva ed Affettiva. Settembre si avvicina. Facciamoci trovare pronti.
Mirtilla Esmeralda
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Uomo del '20, autoritratto.
È un giorno fra tanti, una sigaretta si lascia consumare fra gesti quotidiani, Marcello è seduto nel suo camerino, il suo riflesso che lo osserva. Cerca il prismatico esempio di un uomo da rispettare, un tipo d'uomo, che sente un po' lontano. Lo osserva, lo invita ad accomodarsi, tra tutti quei perché. Ma è solo un attimo. Uno smarrimento necessario di coscienza. Marcello, nel suo specchio ci scruta un uomo, capace di leggere attraverso un prisma di fragilità, intelligenza cinica e aspra ironia, ci vede un uomo delicato e gentile, un'anima che gioca e ha le ginocchia un po' sbucciate, a cui avrà detto, stai attenta, non correre! ma che a volte, avrà fatto orecchie da mercante. Il suo riflesso gli parla attraverso, anche sotto quel trucco di scena che aspetta il suo ciak e che non esita a farsi riconoscere, a lasciare che sia speculare esempio di un autoritratto, trasposto, trasfigurato, rimesso in immagine, esito di un un qualcosa da rivedere, rimescolare, rigenerare per poi migliorare. Marcello è un uomo del '20, antico e moderno, che ha conquistato il suo posto, il giusto centro, con quella fatica che comporta l'insegure un sogno, il cercar se stessi e l'identità anacronistica di quell'uomo del '20, che cammina nel suo oggi. Nel suo riflesso il rumore e il silenzio, il vanesio e il modesto, il superficiale e l'onesto e di fianco una cartolina, messa lì per ricordare che, tra tutti quei perché, non ci si debba sentire soli, sebbene nel suo camerino venga sempre qualcuno. Uno sguardo al telefono, un tiro alla sigaretta per sbuffare via un po' di fumo e preoccupazioni e l'uomo del '20 va in scena per essere medico, marito, professore, barone, casanova, per provare ad essere chiunque e tenersi un po' da parte, per non scrutarsi, per accendersi in colori vivacissimi, istrionici, malinconici, complessi e mai uguali lasciati lì apposta per essere visti, letti, notati. Marcello è un uomo del '20, determinato ad essere vivo, vitale e sognatore, un uomo da guardare nel suo vero riflesso, una vetrina di semplicità e meraviglia. Un'identità distaccata, complessa, rivelata, bellissima, proiettata come ieri "nell'oggi, domani e dopodomani", anche tra quelli più consumati.
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La schiena di una donna è roba per intenditori. Ad amarne la bocca, gli occhi, i fianchi sodi, si fa presto. È un fatto da poco.La schiena no, la schiena è un'altra cosa. È un privilegio di fiducia. È la sensualità che da le spalle al mondo e guarda avanti. La schiena è femmina e, quando si volta, lo fa perché non teme inganni. È spavalda, audace, baldanzosa. Ha un binario unico, che le corre al centro. Un solco lungo il quale colano, dall'alto verso il basso, le pugnalate …che non ha saputo evitare, le carezze liquide di certe mani belle. La schiena non trattiene, la forza di gravità glielo impedisce. La schiena sa come lasciar andare. È un battitore libero, il punto più selvaggio di una donna. Risalirla con la bocca, tenerla ferma con le mani, accerchiarla in un abbraccio, è un colpo di fortuna. Ma certa gente non lo sa e per questo la trascura. La schiena di una donna è la sua forza, il suo più antico cedimento. Si inarca quando ama, sta dritta quando deve, come il fusto di un albero maestoso, il tronco di una quercia secolare, lo stelo di un fiore che si schiude sul collo: lì, i baci sono più belli, i graffi fanno più male.
Per capire una donna, basta leggerne la schiena. Curva o tesa, morbida o nervosa. Se si lascia prendere, vuol dire che si fida...
Antonia Storace
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