#cazzo voglio essere felice
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a me personalmente non frega un cazzo di essere messo al primo posto o al secondo o al terzo ecc. nella vita di una persona, quello di cui avrei bisogno è di sentirmi voluto, quella roba tipo “non ho bisogno di te ma ti voglio con me”, io non voglio essere e non ho la pretesa di essere la portata principale nella vita di una persona, anzi io al mio fianco vorrei una persona che sia già felice di suo, però onestamente mi piacerebbe essere il valore aggiunto, il dolce nel finale, la ciliegina sulla torta, la scena post credit che dà un senso al film, il jolly che ti cambia la partita a scala quaranta
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Il padrone della mia mente e del mio corpo
Cerco continuamente di catturare la tua attenzione. Voglio tentarti, riuscire a eccitarti ancora un'ennesima volta col mio corpo. Devo riuscirci: sono settimane ormai che non mi guardi, non mi tocchi e non mi dai un pizzico o uno schiaffo sul culo. Che non violi la mia fica infilando improvvisamente una mano nelle mie mutandine. Che non mi metti il medio nel solco del culo, per poi scivolare in basso frugando rapido nel mio ano perché il mio odore “ti porta bene” e poi scappi via senza neppure lavarti le mani! Lurido porco. Quanto ti voglio. E a letto la sera ormai semplicemente "buonanotte."
Ti volti e dormi, cafone: sai bene quanto mi piace sentirmi profondamente donna, femmina desiderata, con te! Fino a qualche tempo fa non potevi starmi vicino senza ficcarmi le mani ovunque. Anche in pubblico. Mi sembravi una piovra, o la Dea Kali! Da un po’ invece, senza alcuna ragione apparente o broncio tra noi, non onori più la mia passera. Non me la cerchi, non me la lecchi più. Eppure era il tuo dopocena preferito: “l’ammazzacaffè” la chiamavi. E io te la servivo in abbondanza, quando e quanta ne volevi. Non mi fai più gesti volgari ma inequivocabili quando siamo a cena con qualcuno e magari ti stai annoiando, che io poi divento sempre viola ma mi viene da ridere.
E intanto gongolo dentro, pregustando il piacere che verrà a breve, felice del fatto che mi vuoi. Non ti piaccio proprio più? Che c'è amore mio? Hai un'altra forse? Sai, a volte mi sembra di sentire sui tuoi vestiti un profumo da donna che non è il mio. E quando sei sotto la doccia, rosa dalla rabbia e dalla gelosia annuso il tuo intimo. A volte mi sembra di percepire, oltre al tuo che ben conosco, l'odore di una fregna che decisamente non è la mia! Ho forse un’illusione olfattiva? Non penso… È una tua collega? Forse sto impazzendo per l’astinenza da te? Sono solo stupide coincidenze, deliri olfattivi di una pazza? Insomma: hai una nuova donna o no?
Dimmelo, cazzo… saprò perdonarti. Forse… Non sostieni più il mio sguardo se chiacchieriamo. Quando mi parli, ultimamente sei sbrigativo, nervoso, insofferente. E io ci soffro. Tantissimo. Non scherzi e ridi più con me. Si: penso proprio che tu dedichi tutte le tue brame e attenzioni a un'altra. Adesso mi apro totalmente: sai che adoro quando mi maltratti. Quando a letto mi brutalizzi, mi costringi bruscamente a sottostarti, io raggiungo le vette del piacere dell’anima: ti sento mio.
È che quando scopiamo, realizzo proprio allora di essere il tuo giocattolo preferito, il centro della tua concentrazione di maschio che cerca il piacere: ci sono solo io nel tuo mirino. Non esiste altro. Amo moltissimo succhiarti il cazzo a lungo, farti sentire un re. Soffrire per te se occorre, ma certo non per gelosia: non la reggo. È un ospite sgradito che mi uccide da dentro. Esisto solo per te.
Stasera sarà decisiva: mi farò trovare da te natiche all'aria e completamente aperta. Con l'ano ben lubrificato di olio profumato alle mandorle: adori quando lo faccio! Impazzisci, adori il mio culo: non puoi resistergli, se mi vedi così; non ragioni più e mi salti letteralmente addosso. Sopporto fino a che posso, ma poi mi fai male e urlo. Tu non vedi l’ora che io strilli per la tua inculata violenta, cattiva. Solo allora esplodi dentro le mie viscere! Ti senti padrone. Lo adoro.
Mi troverai quindi bella pronta da usare, senza più alcuna difesa, vergogna o pudore a difendere il mio corpo. Che comunque ti pretende dentro. Semplicemente, voglio sentire il tuo uccello guizzare libero dentro e fuori dal mio culo. A sfondarmi. Sarò per te un'affascinante leonessa, profumata e invitante. Appassionata. Dimmi: lei è più bella, più disinibita di me? O forse è probabilmente un qualche suo aspetto pseudo-virginale ciò che ti attrae, che ti fa sangue: magari il gusto del nuovo, di quella puttanella, una che magari è ancora una studentessa di liceo?
Chi è, dimmelo che le cavo gli occhi. È una troia più giovane, quindi? È più sensuale di me? Te le fa le cose che ti faccio io? Ti lascia campo completamente libero sul suo corpo come ti permetto, anzi: ti imploro di fare col mio? È capace quella stronza di ingoiarti senza fare un fiato o un cenno di strozzamento come so fare io, che ti conosco bene e so perfettamente quello che ti piace? Gusta tutto il tuo seme golosa, con passione? Ti pulisce bene con la lingua fino all'ultima goccia? Sa fartele, queste cose?
O invece ti dice, con la puzza sotto il naso: “no, questa cosa proprio no!” e questo diniego quindi se da una parte ti frustra, dall'altra un po’ ti sfida, ti arrapa e infine stuzzica il tuo istinto di maschio conquistatore? Probabilmente la novellina ignora che fare sesso è soprattutto durezza, fatica, sforzo. E anche ingoiare sapori acidi e fluidi senza schifarsene. Poi esiste anche la parte dello scoprire, sentire e adorare gli odori personali più nascosti di chi stai scopando. È percepire e amare il sangue che pulsa in entrambi e che a volte da uno dei due sgorga. Dolore dell'uno per il piacere dell'altro.
E poi un confondersi, mischiarsi di sfinteri, bocche, lingue e gole; che resistono e adattandosi provocano sofferenza pura e nobile. Perché è dolore sacro, quello sopportato per amore, solo per amore. Spesso fare sesso è infatti godere del dolore dell'altro; del potere esercitato fisicamente su un altro corpo. Con dichiarata sopraffazione e umiliazione. Cattiveria, forse. Quindi amore mio, coraggio: stasera sfondami ancora, godi di me come sai fare tu, umiliami. Vieni, svuotati dentro il mio culo o nella mia fica; come e quanto vorrai.
Fai ciò che vuoi, con me. Ricoprimi di sborra tutto il corpo. Qualsiasi cosa mi farai sarà meglio della tua totale assenza di attenzioni per me di questi ultimi giorni. Ti voglio: alle mie labbra avide e alla mia gola manca il tuo uccello. Alla mia nuca serve sentire la tua mano forte. Quella che mi blocca e mi tiene ferma mentre vieni e io ti devo ingoiare, felicissima di essere il tuo sfogatoio sessuale.
Fammi sentire che sei il mio unico padrone. Ordinami di cucinarti una cenetta deliziosa che ti piaccia molto e dimmi che mentre mangi con indosso solo la maglietta hai bisogno che sotto il tavolo, accucciata in mezzo alle tue gambe, io ti lecchi l'asta, le palle e pure l'ano, se ci riesco. E mentre a fine pasto berrai un po’ di cherry o di porto, d'un tratto mi comanderai di farti venire e io intensificherò il tiraggio per obbedirti. Felice di servirti. Questa è sempre stata una delle nostre recite preferite.
Le carezze, le frasi romantiche e i bacetti lasciamoli ai fidanzatini: io e te siamo sempre stati una cosa sola e abbiamo sempre avuto un forte desiderio sessuale reciproco, condiviso ed esplorato in tutte le più intime, nostre ed esclusive sfumature. Abbiamo sempre fatto di tutto. Non ho mai avuto neppure il coraggio di confessarle al prete, ultimamente, tanto siamo andati oltre! Sarei comunque scappata vergognandomi, se mi avesse chiesto i dettagli.
Ed è anche successo, in passato: ognuno cerca sempre di spiare nelle mutande altrui!!! Tu intanto comandami ancora di succhiarti l’anima dal membro e di farti godere, stasera. Lo desidero tanto. Regalami ancora il privilegio di toccarti l’inguine con la punta del naso mentre ti pompo! Ormai ci riesco benissimo. Sono diventata una bravissima puttana, lo sai. E quando il mio naso tocca l'inguine addirittura ultimamente tiro fuori la lingua e ti lecco le palle. Sì, andrà proprio così. Sarò sempre io la tua schiava fedele. Dove la trovi un’altra come me…
RDA
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sono particolare, si. storta come la torre di Pisa, segnata da rabbia, odio, ansia e depressione.
quell’odio ce l’ho scritto sulla pelle. il mio corpo è da sempre l’unico posto in cui riesco a scaricare rabbia e sofferenza.
ho perso il conto delle volte in cui mi sono sentita giudicata per tutte le cicatrici che porto addosso. d’altronde non mi aspetto che tutti capiscano, ma sono state le mie esperienze a farmi smettere di giudicare gli altri, perché ho capito che non posso capire tutto e tutti, ed è proprio perché non capisco che non mi permetto di giudicare.
un tempo mostrare le mie cicatrici mi spaventava, sapevo che tutti (o quasi) mi avrebbero giudicata, in primis la mia famiglia. l’estate era un inferno, dovevo scegliere tra morire di caldo o andare in giro con le braccia scoperte e le cicatrici bene in vista, odiavo il fatto di non poterle nascondere. ad oggi le mostro volontariamente, non perché ne vado fiera, non c’è niente di cui andar fiera. le mostro senza problemi semplicemente perché mi sono rotta il cazzo, non mi importa del giudizio degli altri, anzi, in fin dei conti io le trovo anche “carine”, o almeno mi piace consolarmi pensando che lo siano. mi sono rotta il cazzo di avere paura dell’intimità, di avere paura dei vestiti estivi, di avere paura di farmi vedere. ci devo convivere con queste cicatrici, fanno parte di me, quindi non me ne frega un cazzo. dopo aver scattato queste foto, riguardandole, mi sono odiata più del solito, ho pensato “le ragazze normali possono fare foto del genere e risultare attraenti, mentre io sono solo qualcosa di rotto, per niente attraente”. però poi ho pensato che non fa niente, nella vita non voglio essere attraente, anzi, non vorrei proprio essere in vita. quindi è già tanto che sto resistendo, sono ancora “viva”, per così dire, a chi importa se ho qualche cicatrice addosso? ai miei nonni brillano gli occhi quando mi vedono sorridere, loro sono felici che io sia ancora qui. i miei amici hanno visto ogni singola cicatrice e mi parlano ancora, tengono ancora a me, hanno sofferto quando ho provato a togliermi la vita, ci sono stati male entrambe le volte, loro sono felici che io sia ancora qui. il mio cane mi fa ancora le feste e vuole ancora le mie coccole quotidiane, lui è felice che io sia ancora qui. sono io a non esserne felice, ma voglio provare ad esserlo, voglio darmi ancora una possibilità. tutti gli altri non contano, tanto la gente avrà sempre tante critiche da fare e poche parole gentili.
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Sono stufa di quello che, sotto notizia, viene esaltato e elogiato. In questi giorni è stato dedicato (più di) un articolo ad un ragazzo, benestante figlio unico con entrambi genitori lavoratori, che andrà alla Normale di Pisa. Credo siamo arrivati a dei livelli davvero assurdi su queste glorificazioni: uno perché sinceramente ok bravo grande ma andare alla normale di Pisa non mi pare sia un evento così straordinario da ricevere titoli sul giornale, due perché credo sia profondamente ingiusto guardare solo alle "grandiosità" di persone che fin'ora nella vita avere una difficoltà non sanno nemmeno cosa significhi e per di più esaltando al massimo dei risultati che non sono nemmeno così eclatanti.
Così questo post voglio dedicarlo innanzitutto a mio cugino. Ragazzo dislessico e probabilmente con diverse altre difficoltà che non sono mai state approfondite, dopo la morte del padre ha finito con molta fatica le superiori ritrovandosi solo con sua madre Miss Testa di Cazzo che non lo aiuta men che meno supporta in nulla. Bravissimo con la musica, un quasi orecchio assoluto, si è finalmente diplomato al musicale dopo esser stato bocciato due volte e l'unica cosa che gli ha lasciato la scuola è un rigetto per gli strumenti. Nonostante tutto, nonostante a Natale quando l'ha detto quasi tutti sono scoppiati a ridere, lui quest'anno inizia informatica all'università. Ti voglio bene da impazzire, mai avrei pensato di vederti così felice e elettrizzato all'idea di continuare gli studi, grazie di esistere, mi insegni tantissimo, sono orgogliosa di te.
Voglio dedicare questo post a tutte le persone che nonostante le mille difficoltà della vita sono riuscite a raggiungere i propri scopi. Voglio dedicarlo a tutte le persone che sono dovute scendere a compromessi e a quelle che hanno dovuto rinunciare. Voglio dedicare questo post alle persone che vivono di quello che ormai passa per normalità o addirittura banalità.
In fine, vorrei dedicare questo post anche a me. Non sarò riuscita a prendere una laurea, non sarò diventata la prima italiana o la più giovane a fare qualcosa, non sono diventata ricca, non ho aperto un'attività progressista, non sarò un genio, non avrò fatto tutte le scelte giuste, non sono chissà chi o chissà cosa.
Ma sono qui. Dopo tutto quello che ho passato sono qui, sono viva e mando avanti la mia vita anche in modo funzionale. E ora dirò anche qualcosa che mi fa strano e un po' schifo perché stride molto col mio modo di affrontare e pensare le cose, ma: al mio posto il ragazzino neonormalista probabilmente si sarebbe sparato in testa a 19 anni, io al suo posto probabilmente sarei riuscita almeno a entrare come lui alla normale di pisa. Gli auguro il meglio, ma a me faccio anche i complimenti.
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Pugliese doc, per sempre, ti amo
Le relazioni mi son sempre state ferale sconquasso di grande angoscia. Stare con una donna significa temere costantemente di ferirla, sgretolandola brutale fra le fauci, chiedersi ogni giorno: e se domani incontrassi l’amor eterno? Cosa potrei fare allora? Aver orrore di sbagliare strada e non poter tornare indietro, perché non sempre si può far inversione a costo zero. Anzi, quasi mai. Ma non voglio più ferire, tradire, esser causa d’ulteriori sofferenze. E così schivo l’impegno finché posso, convinto d’esser libero, di poter gestire il terrore della scelta, la paura di perdersi qualcosa di meglio che ancora non c’è. Una simile inquietudine m’accade con la pizza. Cerco da sempre la pizza della vita e qualche mese fa, casualmente, m’è capitato d’incontrarla: rossa di pomodoro, mozzarella, pomodori secchi, ricotta forte e basilico, bassa, digeribile, perfetta. Da quando l’ho assaggiata, non ho più voluto tentarne altre, sto bene, mi sono assestato e sono felice, perché il sabato, quando so che lei m’aspetta, godo già dal pomeriggio nell’attesa di vederla. Ora, entusiasta della scoperta, ne ho raccontato subito la gioia alla mia ex psicoterapeuta, evidenziandovi il nesso con la mia fifa dei legami e quello che mi pareva, forse, uno spiraglio di salvezza, la speranza di non esser condannato all’insoddisfazione eterna. Ma, invece di congratularsi per l’inaspettata rivelazione, lei ha preso a dirmi: “Così però ti neghi la possibilità di sperimentare nuove pizze. Potrebbe essercene una ancor più buona, ma tu così non lo saprai mai”. Ma dico, cazzo, da che parte stai? Faccio tanto per uscire da questo cazzo di loop, ti dico che forse ho trovato una risposta e tu ti metti lì a tentarmi? “Allora, Giuseppe, come esercizio per la prossima volta ti do il compito di provare una nuova pizza sabato”. Sì, convinta. Lo farò sicuramente. Il sabato, com’è ovvio, ho tenuto il punto e ho ripreso, fedele, la mia stupenda amata pugliese doc. Come se non bastasse, però, son giunti a canzonarmi anche il buon Angelo e la cameriera del locale (!!!!), spronandomi a cambiare ché “la monotonia è noiosa” ed “è come vivere coi paraocchi”. OK, alla fine esausto, ho promesso un cambiamento. Ci sono ricascato. Ho ceduto. Ho tradito la mia pizza. Ieri sera ne ho tentata un’altra, apparentemente buona, esteticamente magica, e m’ha fatto schifo, dio, schifo, tanto che devo ancora digerirla. A cos’è valso il tentativo, allora? Avevo ancora bisogno di provare? A fine serata Angelo ha capito e m’ha chiesto scusa. Ha capito e ho capito anch’io d’esser finalmente sulla buona strada.
#nonché di star gioiosamente risparmiando 70 euro a settimana#una pugliese doc è per sempre#la santa meraviglia di scoprirsi felici e fedeli
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Cose che non voglio mai dimenticare:
- il primo viaggio dopo il covid, a Roma con mia cugina. speravo di incrociare certi occhi, riconoscerli. ero felice, mi veniva voglia di piangere. la città era come nei ricordi di bambina. e quando me ne stavo per andare, mentre sedevo al parco del colle oppio, una tristezza incontenibile.
- la prima volta che mi hai detto al telefono, dopo essere venuti, che ti era sembrata più intima delle altre.
- mio fratello neonato che mi tende la mano dalla culla, per dormire accanto a me.
- quando N. mi ha detto che mi trovava interessante, per me lui era tipo chris hemsworth. (maledetto, sei il mio più grande what if)
- quando ho costretto mio padre a portarmi al cinema per vedere le winx, mentre mamma era a letto con la febbre. non potevo aspettare, dovevo sapere il segreto di bloom e di domino.
- quando mia mamma mi ha portata in libreria per la prima volta. eravamo alla casa al mare in Calabria, la libreria si chiamava Victoria ed odorava di nuovo e infinito.
- il tuo sguardo davanti alla metropolitana quando il primo incontro si era esaurito, noi due silenziosi. volevamo dire tante cose, tu hai parlato per primo come sempre e mi hai chiesto di non dimenticarmi mai di te. promesso.
- i miei cugini piccoli che mi regalano disegni.
- le risate genuine la notte di halloween a casa mia con G. e F., avevamo sedici anni e tutto ci sembrava facile, eccetto la matematica.
- le serate con il medico bono di cui M. era innamorata. una parte di me, quella più buia, si compiace se pensa che ha sorpreso il medico a fissarmi e scattare foto di nascosto.
- quando il prof di arte si è "sottomesso" (rega' non come pensate voi, non fate i porci), dopo essersela presa con me inutilmente. che soddisfazione è stata per la me di diciassette anni, lasciargli intendere che lo avevo mandato a fanculo. che io ero quella forte. ammetto che in questo c'è del sadismo, dovrei chiedere a Freud?
(ci sono tante altre cose, ma sono più intime e le scriverò sul mio diario)
Cose che voglio dimenticare, ma probabilmente non lasceranno la mia mente:
- il vuoto negli occhi di mio cugino A., soprattutto quando ride voglio scordarlo. è anche più triste. un tempo era un bambino turbolento, che mi faceva tanto ridere, adesso nemmeno parliamo.
- mio fratello che tira i pugni nel muro durante la quarantena.
- le incessanti liti dei miei prima della mia laurea.
- le urla a casa dei nonni il 12 dicembre.
- tu che ti arrabbi con me.
- l'università.
- le attenzioni che ho dato a quel coglione di G. che vive di fronte a me. che tempo sprecato, per una persona così piccola.
- quando le merde dei parenti mi regalavano vestiti di taglie più grandi perché "tanto tu sei come tua cugina A., avete la stessa taglia" e non era vero. non ero grassa, ma ci ho sempre creduto guardandomi allo specchio.
- quando le persone a cui voglio un bene dell'anima mi hanno detto che non faccio un cazzo, mettendo in dubbio il mio disagio.
(e altro)
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Come risponderesti alle accuse per cui la top surgery è diventata più una body modification piuttosto che una gender affirming surgery? Questa accusa deriva dal fatto che è diventata una operazione chirurgica cui si sottopongono anche donne che non sperimentano disforia di genere e non hanno intenzione di intraprendere un percorso di transizione. Ti mando il link del video in questione, spero non ti triggeri o altro
https://youtu.be/pCc-W8F-qZ0?si=7_Ic4xneDbX4STFR
Ciao! Non guarderò il video in questione perdonami, l'ho aperto e mi è bastato vedere un estratto di un video di Sarah Kate Smigiel ripreso (in modo credo illegale) per contestare ciò che dice. SK è una persona che seguo e stimo, al contrario di chi ha fatto il video, Arielle Scarcella e Buck Angel. Entrambi molto conservatori, che per il solo fatto di essere una persona lesbica e una persona trans si sentono legittimati a difendere posizioni à la Salvini. (Del tipo che secondo loro le persone non binarie non esistono, quindi ti comunico che al momento stai parlando con un fantasma). Loro due sono la dimostrazione che non conta "chi sei", ma come ti posizioni.
Fatta questa premessa, perché dovrebbe essere un'accusa? Cosa ci sarebbe di male se una persona volesse operarsi per motivi esclusivamente estetici e non di affermazione di genere? Ci rifacciamo il naso per affermazione di genere? No, eppure nessuno si sognerebbe di criticare tale scelta. C'è chi si rifà il corpo in toto, chi si tinge e taglia i capelli, chi si ricopre interamente di tatuaggi etc... ma queste scelte non vengono stigmatizzate a livello sociale. Il problema per me qui sta nella visione patologizzante: non gli sta bene che le persone possano fare qualcosa semplicemente perché vogliono e non perché soffrono. Secondo questo schema di comprensione, se sei trans, tutto ciò che fai si riconduce a disagio, tentativo disperato di allineamento mente-corpo, affermazione di genere. Per molte persone sarà anche così, ma perché fa così tanto scalpore che una decisione come la mastectomia possa essere presa da chiunque in serenità, senza per forza voler affermare il proprio genere ma semplicemente la propria identità?
Le persone fanno la qualunque per stare bene con sé stesse e vedersi riflesse come si piacciono. Lo stesso confine tra affermazione di genere e scelta estetica per me è più sfumato di quanto crediamo. Anche per me individualmente è così, io non mi sto operando per affermarmi "più maschio" o perché sto così male da non uscire di casa, lo faccio per piacermi di più e vedere allo specchio ciò che desidero: affermazione di genere sì, ma anche scelta estetica per essere fisicamente più vicino a quel "come voglio essere da grande". Ognun* è responsabile del proprio corpo, ne fa ciò che preferisce, e difficilmente si arriva fino in fondo a un'operazione chirurgica senza volerlo davvero (prima ci sono incontri, pagamenti, esami etc...). Cosa importa chi la vuole e perché la vuole? Se una donna cis si piace di più senza tette, nessun* si deve permettere di dirle che non va bene. Jess T. Dugan è una persona che continua a usare il pronome she/her che ha deciso di fare la top surgery, ne ha fatto una parte bellissima della propria carriera fotografica e dopo anni anche una mostra, perciò direi che esiste anche questa felice possibilità.
Sogno un mondo in cui non dobbiamo rompere il cazzo alle persone, ma piuttosto accompagnarle ed essere loro di supporto nelle varie scelte che prendono. Rispondere ai dubbi, informare, fare in modo che siano scelte consapevoli, ma senza porre paletti o confini su chi può fare cosa. Io poi non sò per le politiche identitarie regà, studio Butler Foucault e la teoria queer per me pure tutti sti confini hanno senso fintanto che li usiamo per giocarci, per ritrovarci tra noi, per lottare politicamente, costruire fronti, farci riconoscere e darci nomi che ci facciano sentire bene... Però mica pensiamo che la profondità umana si risolva così, no?!
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Mi augurerei di essere felice ma è tutta la vita che me lo auguro e sono stufa di seguire un desiderio così effimero. Se solo fossi una testa di cazzo come altri miliardi su questo mondo che si augurano una Ferrari, una vacanza di merda a Ibiza, tutte stronzate conquistabili con il dio soldo. No io dovevo nascere come quella che durante catechesi a 9 anni quando ti chiedevano che cazzo vuoi dalla vita la risposta era sempre "felice" come se qualcuno sapesse come cazzo arrivarci. Allora negli ultimi anno ho cominciato a mettere paletti per raggiungere questa meta tanto ambita. Paletti messi in modo molto intelligente se non fosse che gli ultimi dieci mesi mi hanno e tutt'ora stanno distruggendo a livello psichico. Quello che voglio allora per quest'anno è semplicemente trovare una traccia, una direzione da seguire che sia a livello lavorativo che sia a livello di dove vivere. Voglio cominciare a creare delle basi il più solide possibile e poi possibilmente dovermi muovermi, stravolgere la mia vita il meno possibile.
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L'ufficio della didattica che mi lascia intendere che da laureando probabilmente in graduatoria non ci rientrerò per la magistrale dati i pochi posti,niente onestamente non sarebbe un dramma,troverei qualcosa da fare un annetto,lavorerei in qualche modo.
Facciamo conto sia un anno sabbatico nel vero senso della parola e non un anno perso per una serie di episodi depressivi del 2021 con ricadute sparse che mi sono costate 3 anni di alti e bassi in terapia.
Un'occhio attento se ne renderebbe conto che in questa triennale ho avuto più cazzi che pace,non mi sono mai cercato alibi e so quali sono le mie colpe. So benissimo che mi sono crogiolato forse troppo nel dolore coi tempi(è davvero una colpa?),che piuttosto che piangere e non vedere un senso nella vita potevo forzarmi e provare lo stesso quegli appelli che ho saltato, piuttosto che dover sempre prendere voti alti e mostrarmi al top prime della forma. So che mi sarei dovuto disciplinare in modo militaresco e mindsettato del cazzo,so che sono stato debole. Ma so anche che ho una lista di almeno 10 righe di motivi per cui questo percorso ha avuto più ostacoli che passaggi spianati. Mi si sono ritorte contro un sacco di cose, ogni volta che ho ripreso o trovato equilibrio, sono entrato in un pessimo loop e il mondo esterno e le contingenze mi han dato schiaffi che mi hanno rimesso sul percorso del loop.
Fossi un genitore direi che non fa niente,hai fatto del tuo meglio,ti sei comunque preso la triennale,starai facendo qualcosa, l'importante è che sei felice e tranquillo e poi ti fai la magistrale con sicurezza.
La verità dei fatti è che non voglio manco pensare all'eventualità che io resti un anno accademicamente a spasso, perché succederebbe il pandemonio in questa casa,il figlio dotato che non ha mai dato un problema,mai bocciato,mai bisogno di andare a parlare coi docenti,mai bisogno di mandarlo dallo psicologo per affrontare il divorzio di due persone,sempre forte e andava bene pure se piangeva e urlava al telefono con le uniche persone con cui aveva un canale di sfogo emotivo per il distacco emotivo e affettivo che ha vissuto e che è stato una costante. Conta che ho fallito come uomo o come adulto,no?alla fine gli uomini e gli adulti sono sempre forti,non piangono,vanno avanti e riescono sempre nei modi e nei tempi che definiscono gli altri e la società, perché essere uomini e adulti non è inclusivo,ma è un aut aut su due categorie a priori che o hai o non sei.
Non mi stupisce la statistica per cui la maggior parte degli studenti menta su esami o cose legate all'università,hai aspettative addosso pure dell'anima del tuo trisavolo che stava sotto i Borboni.
Il tutto comunque è ironico,il paese non ha spazio per i giovani,non li incentiva e li vessa,la laurea non fa da scala sociale e manco avere diritti fondamentali è scontato nel miglior mondo possibile,non da aumenti significativi di retribuzione media(eh si poi dicono eeeeeeh ma i laureati escono e si aspettano 4mila euro solo per un foglio di carta),cosa che in altri paesi non fermi all'epoca di baaria invece c'è eccome,eppure ti bombarda di rotture di coglioni stress aspettative e penalizzazioni come se la vita fosse una corsa continua alla preda con altri leoni nella savana.
La preda manco c'è più, però devi correre e scannarti.
Non so davvero dove sbaglio cristo santo,sono solo stanco e non ho delle braccia fra cui piangere al momento,non mi azzarderò nemmeno a dire a qualcuno di questo rischio,passi per un incidente,se sarà sarà.
Guarda tu,dovevo beccarmi 5 materie che da scritte passano ad orali diventando 4x di difficoltà proprio quando sono mentalmente crollato,posti ridotti da un anno all'altro,gente che entra con medie random appena un anno fa,e io che ai miei sforzi mi devo sentire dare prospettive negative SEMPRE,come se valessero solo per me il mio impegno e i risultati,nonostante mi sia fatto un culo quadrato e ne abbia risentito nel fisico.
Che parlo a fare,non ho manco idea dell'idea che voi abbiate di me,penso di trasudare un misto di pietismo e debolezza quando scrivo queste cose come sfogo,ma è l'unico appiglio e occasione di scaricare che mi fa rimettere su la maschera della persona in modo da coprire il volto del soggetto.
Non so se leverò o meno, però lo metto per adesso perché: 1) vorrei che chiunque sia in una situazione di merda sappia che non siete soli,anche se sputano sui vostri risultati,vi fanno pesare il fatto di respirare senza fatturare,siete persone ricche di umanità e complessità da esprimere che non si esauriranno mai in tempi e numeri. 2) ho scritto un papello per 20 minuti distruggendo le regole sintattiche. 3) i vostri sforzi hanno sempre un senso e qualunque cosa voi facciate con impegno e passione lo ha,anche se questo mondo malato dice di no,anche se i vostri cari sono stati plasmati e manco se ne rendono conto da meccanismi disumani e abbiano messo da parte la socialità e l'empatia. 4) per dirvi che se siete ancora qua a sclerare ma resistete,sono fiero di voi.
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Sono geneticamente una ragazza e non posso vestirmi solo di nero perché sennò non sembrerei femminile
Non ho ancora fatto coming out da persona trans e sono geniticamente una ragazza. Non posso scegliere cosa indossare è il pensiero che hanno di me gli altri a farlo
Sono geneticamente una ragazza. Non posso scegliere cosa fare del mio corpo perché sennò gli altri mi guarderebbero in modo strano
Sono geniticamente una ragazza e non posso farmi vedere per come sono, devo essere calmo e tranquillo sennò non sono carino vero?
Ma sai che c'è? Non me ne fotte un cazzo di come mi guardano gli altri, sapete a chi interessa? Ai miei genitori. A quei fottuti bastardi dei miei genitori, non voglio sottostare a questo mondo di merda se non posso fare ciò che mi rende felice. Non faccio del male a nessuno se mi vesto come voglio e non sto obbligando nessuno a vestirsi come me. Aprite quelle fottute menti stronzi,maschilisti,chiusi del cazzo
Sono io quello strano? Oppure voglio semplicemente sentirmi bene con me stesso? Sta a voi la scelta. Continuate ad essere infelici se volete ma io no, non mi fermerò qui per sempre e se ovunque sarà così vuol dire che questo mondo è fottuto cazzo.
Sinceramente, vorrei essere nato maschio e non perché sono trans, non solo, ma perché tutto ciò che devo affrontare nel corpo di una donna non l'avrei mai provato nel corpo di un uomo
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L'impossibilità di comunicare un amore maturo
Essere fraintesi è un attimo. Essere capiti, non basta una vita. (Detto Cinese) www.lezionidirespiro.tumblr.com
Capire è già difficilissimo; farsi capire è una smisurata ambizione. (Henri-Frederic Amiel)
Ciò che non puoi comunicare rovina la tua anima. (Robert Anthony)
Comunicare? Comunicare? Solo i vasi comunicano. (Jean Baudrillard)
Il fallimento di una relazione è quasi sempre un fallimento di comunicazione. (Zygmunt Bauman)
Non so trovare parole, per descriverti ciò che provo per te. So soltanto che mi manca il fiato, quando non ci sei; e quando sei con me non riesco neppure a pensare, dall'emozione e dal desiderio di averti immediatamente. Voglio solo starti addosso, farmi stordire dal tuo odore e assaporarti tutta. Ovunque. Prima che tu mi catturassi nella tua rete, ridevo di chiunque cascasse preda della debolezza dell'amore: “che fesso!” pensavo tra me e me.
Ora invece ridono di me tutti gli altri. “Povero illuso!” di sicuro pensano. Ma non mi interessa. Voglio continuamente provare, finché potrò, ancora una volta il piacere immenso di aprirti le gambe dopo una breve lotta. Sentire che ti arrendi. Ogni volta infatti non ti concedi molto facilmente. Però mi vieni sempre a trovare e alla fine ci stai e godi. Ti faccio venire regolarmente e mi sorridi maliziosa, mia dolcissima e giovane, adorata puttana. Mi tieni in pugno. La mia testa sta ormai solo tra le tue gambe. Non c'è più niente da fare.
Non so neppure se mi ami davvero, anche se mi mandi dei messaggini che mi fanno battere forte il cuore. Perché è vero che il muscolo cardiaco non invecchia mai. In amore però c'è sempre uno dei due che ama di meno. E tra noi due sei di sicuro tu, ovviamente. Non potrebbe essere altrimenti, purtroppo. Ne soffro. Tanto, ma non è che possa aprirti la testa e installare un nuovo software che premendo un bottone mi renda amato e desiderato, indispensabile alla tua anima.
Comunque ci spero sempre, come uno stupido: in particolare quando sento che mi prendi l'uccello in bocca con foga e che me lo lavori con molta passione. Chiudi gli occhi e gemi dal piacere, quando me lo fai. E sei sinceramente felice, quando vengo. Nessuno crede mai a un amore sbocciato tardissimo. Tra due con una gran differenza d'età, poi… figuriamoci. Ma non si vergognano, quelli? E di cosa dovremmo vergognarci? Di amarci? Vergognatevi voi dell'invidia sordida e bigotta che provate, invece. Vecchi dentro. E stupidi.
Per mia parte mi impegno scrupolosamente a farti godere, come un fedele e devoto servitore della tua fica. Ti lecco i seni, succhio i tuoi tenerissimi capezzoli che nella mia bocca crescono di volume. Mi dici che così ti faccio perdere la ragione: m'accarezzi la nuca dolcemente, per questo. Bevo di gusto dal tuo ventre il miele di quando vieni. Ti stantuffo nella passera a lungo. Poi ti faccio girare sulla pancia, con una mano ti allargo per bene il culo, perché sento che pure se facendotelo soffri un po’, alla fine ti piace: infatti d'un tratto gemi vogliosa e alzi le natiche aprendole al massimo per farti penetrare fino in fondo.
È una richiesta muta ma esplicita, la tua. Io quindi, senza farmi pregare ulteriormente, ti ci infilo l'uccello dentro e te lo lavoro a dovere, per molto tempo; nella speranza che tu domani senta la mancanza della mia lingua e del mio cazzo, proprio del mio. E che magari inizi ad amarmi. Queste sono le cose che mi tormentano l'anima veramente. Non le altre. Il resto è tutto relativo. La tua stupenda gioventù è un toccasana, per il mio cuore di uomo maturo. In questi mesi stai diventando una vera ed esperta donna, con me. E io come un vampiro assetato ti succhio l'anima e la vita.
Quasi certamente avrai iniziato a farti scopare da qualcun altro. Hai scoperto ormai l'enorme, inarrestabile potere contrattuale di una ragazza bella e giovane. Ma la verità non la voglio neppure sapere: soffrirei troppo. Certo: devo continuamente pagare il prezzo della tua carne soda, della tua pelle e del tuo corpo perfetto in termini di regali e anche soldi. Molti. Ma quella sensazione, il tuo profumo su di me valgono ogni centesimo. Dio, quanto sei bella. E quanto mi attrai non lo puoi neppure immaginare.
Macero l'anima mia di continuo, per questo tuo tenermi sulle spine ogni giorno. Sono roso dalla gelosia, quando ti vedo ridere di gusto con i ragazzi della tua età. E una rabbia sorda mi pervade, se soltanto ti vedo sottobraccio a uno di loro o se magari gli ravvii i capelli con un gesto che in altri troverei di normale e semplice, affettuosa consuetudine. Perché ti vorrei tutta per me, solo per me. Vorrei svegliarmi ogni mattina avvolto dai tuoi capelli morbidi, folti e sempre profumati. Coi tuoi seni acerbi sulla mia faccia. E quei capezzoli da adorare e assaporare.
Ma devo invece accontentarmi per forza soltanto degli incontri di nascosto caratteristici di questa breve stagione: un'inattesa e tardiva primavera, un dono del paradiso che m'è arrivato soltanto durante la coda della mia esistenza. Ti porto a prendere un gelato e la visione del tuo sorriso, quando il cameriere arriva, scalda l'autunno della mia vita ogni volta. Che stupido, ad aver disprezzato l'amore fino a oggi! Ama, ama per tutta la vita, mia giovane e meravigliosa ossessione. Ama e spremi da te tutto l'amore, fino all'ultima goccia. Usa il tuo corpo e il tuo cuore, segui quello. Cerca e regala l'amore. Non tenertelo dentro. Mai.
RDA
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Voglio il tuo POV di una delle volte in cui l’abbiamo fatto. Niente di specifico, quello che vuoi, un momento, scritto come preferisci, anche non in maniera descrittiva. Puoi parlarmi anche solo di sensazioni.
al ristorante mi prendi la mano mentre ti racconto di quando mia mamma ha deciso di non essere più mia mamma: in genere odio ricevere affetto quando mi mostro vulnerabile ma è solo in quel momento che capisco che ho voglia di baciarti.
stacco. siamo in collegio.
per la precisione sul tuo letto che mangiamo il gelato e il sentirti respirare vicino a me mentre scorro la tua libreria musicale mi riporta di nuovo a quella sensazione.
stacco. sempre sul tuo letto ma questa volta sdraiati.
voglio farlo lentamente: per cui ti bacio una volta, e poi tante altre (vorrei anche sentire meglio qual è il tuo sapore ma mi sembra che tu preferisca baciarmi a stampo). voglio farlo lentamente: e non sono nemmeno sicuro che questa cosa ti faccia sentire a tuo agio, anzi ho come l'impressione che un po' ti confonda. voglio farlo lentamente: e intanto penso mi dispiace Padova, su questa cosa non sono disposto a scendere a compromessi, non stasera.
stacco. sempre a letto, qualche ora dopo.
ti chiedo di succhiarmelo alla prima occasione e un po' me ne vergogno: accidenti francesco, che classe. è la prima volta che ci vediamo e non sono sicuro che sia la scelta migliore per metterti a tuo agio ma non resisto. la mia testa mi bullizza nel frattempo. arriva il punto in cui sto per raggiungere l'orgasmo e ti avviso per darti il tempo di staccarti. fai finta di non aver sentito ma l'idea di venirti in bocca mi spaventa da morire. ovviamente non riesco a resistere.
una volta ripreso fiato mi chiedo: ma perchè cazzo l'avrà fatto?
stacco. siamo a Treviglio.
la piadina non mi sembrava per niente salata, lo spettacolo mi è piaciuto molto, ti ho trovata molto buffa mentre ti stupivi di quanto milano fosse milano e da poco abbiamo raggiunto la mia cameretta dal look&feel di un campo rom: non hai fatto commenti e ho apprezzato. ho deciso che quella sarà la prima volta in cui avremo un rapporto completo.
stacco. siamo a letto e sono dentro di te.
era un po' che non usavo il preservativo e credevo sarebbe stato strano, invece me ne dimentico quasi subito. ti stringo forte le tette e in quel momento sei la cosa più sexy del mondo. a quel punto sento una sensazione strana: vorrei lasciarmi andare e mostrare una parte di me che ancora non ho ben capito quanto potresti apprezzare. vorrei colpirti, tirarti schiaffi, tirarti i capelli molto più forte di come sto facendo. poi mi ricordo che non ti odio e cerco di controllarmi (*qui metto un asterisco gigante, ne riparliamo insieme).
stacco. stesso letto, ma sono passate 24 ore.
stai urlando fortissimo mentre ti tocco. penso a ester che proprio il giovedì prima mi dice di fare attenzione perchè si sente tutto. cerco di opporre una timidissima resistenza dicendoti di fare piano ma la verità è che so benissimo che mi stai consegnando una di quelle istantanee che mi incolleranno i giorni successivi sul letto a guardare il soffitto come un quindicenne.
è stato davvero bello vederti così felice.
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Relazione toxic
Sono seduta in un bagno, e ho messo la mia playlist.
E sto notando che non sono più me stessa da un po’.
Oggi mia zia mi vede e rimane con una faccia un po’ perplessa.
Mi scrisse mia zia sta sera..
Ma non vorrei far preoccupare nessuno, mi sento come se fossi sola .. mi sento come una sigaretta spenta in acqua . Che è una frase che citava il mio ex ragazzo ma sto provando a dimenticare quello che mi ha fatto passare .. ma non ci riesco .. mi sento debole, il cuore che batte a mille.
Mi sento come se sto crollando.
Mia madre disse a papà di non lasciarmi a casa da sola, ha paura che mi potrei fare del male .. pensa che mi potrei suicidare ..
Ma non sono così stupida , non arriverei mai a questi livelli .. se anche ho molti pensieri negativi. Che vorrei prendere una lametta e tagliarmi le vene..ma so che non risolverei nulla,in questo modo farei vincere lui.
Devo essere forte e reagire . La mia paura che ora che gli sarà arrivata la denuncia..che mi potrebbe contattare e minacciarmi o insultarmi ..
ancora sogno quando lui mi prendeva per la gola e mi stringeva forte e mi dava della puttana . Che se era così lui,era per colpa mia ..e certe volte penso veramente che fosse colpa mia . Che ogni cosa che tocco la distruggo .
Vorrei prendere in mano la situazione e finire tutta questa storia prima possibile. Sto crollando sempre di più .
Ogni volta che mi guardo allo specchio mi vergogno .. mi faccio così schifo con questi lividi .. e so che ora non mi potrò più fidare di nessuno . Che ho sofferto abbastanza “ Abbandono , stupro, violenza fisica e psicologica.” Sto impazzendo. Vorrei solo essere felice . Non chiedo molto . Ma vedo che ogni volta che ci provo mi succede sempre qualcosa di brutto,strano eh!
COME MI SENTO?
Mi sento male ogni notte, provo a non pensarci . Ma non riesco a dimenticare quello che mi ha fatto..quando io ho provato a dargli tutto il mio cuore,so di aver sbagliato.. ma questo non giustifica che mi doveva mettere le mani addosso,che mi doveva massacrare di botte ,tra schiaffi ,cazzotti ,strangolarmi ,puntare un coltello contro . Avevo così paura .. ma dovevo dire che lo amavo e che non avevo paura .. sennò mi avrebbe fatto del male.
Cazzo ma di chi mi ero innamorata?
Perché mi trovo sempre nella strada sbagliata ? Vorrei trovare il mio cammino giusto ! Vorrei essere amata come merito ma sembra che non mi merito il bene in questa vita .mi sembro mia madre biologica ..che faceva sempre scelte sbagliate, che arrivó al punto di farsi di coca e alcol e alla fine che fu uccisa dal compagno.
Voglio avere una vita degna.
Il problema che sto scrivendo ogni cosa che penso .vorrei fermarmi e dirmi cosa cazzo sto dicendo . Ora sto pensando di prendermi una sigaretta per calmarmi .. e riflettere a mente lucida . Nonostante che mi sono bloccata con il cuore,Con la mente ,che piano piano stanno riaffiorando tutti i miei ricordi,sia belli e brutti.
Ora sento che mi viene da vomitare. (Forse questo è lo stress che sto accumulando)..Prima avevo iniziato a non mangiare, ero arrivata in Italia che non mangiavo da 3 giorni,prima che non riuscissi a essere liberata dalla mia famiglia essendo che lui mi aveva tenuta sotto sequestro. Che non avevo modo di uscirne via da quella situazione. Che imbranata ,non mi sarei dovuta fidare ..sarebbe potuta andare peggio e rischiare di morire.
Alla fine vedo quante ragazze hanno subito violenza psicologica,fisica e sessuale.
Devo aprire bene gli occhi,perché la prossima volta non ci potrebbe essere il modo di salvarmi e parlane come lo sto facendo ora .
Parlatene sempre di quello che vi succede prima che sia troppo tardi.
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Comunque ecco a volte, come oggi in questo caso, ci penso: davvero bello e semplice fare la figa e pure già bella abbronzata la prima settimana di giugno se ti puoi permettere la bella vita. Prova a fare lo stesso con la vita di merda che mi ritrovo tipo dover allagare il terrazzo il 6 giugno per capire dove sta l'infiltrazione e di conseguenza allagarsi casa e tirar su tutto ovviamente tutto da sola questa probabilmente è l'unica pozza che vedrò questa estate ma vaffanculooo voglio urlare URLARE sono stufa stavo per scrivere che pure io la voglio la vita agiata e fare 0 sacrifici per essere figa ma non è vero della vita agiata me ne frega il cazzo voglio solo arrivi settembre e avere un minimo di stabilità, i risultati li avrò sputando sangue come sempre e andrà da dio e sarò felice di ciò e sarò orgogliosa e soddisfatta intanto però mi faccio schifo e maledico questa vita di stenti e maledico la vostra da principesse in questo 6 giugno mentre bestemmio e tiro su acqua da terra
Con affetto,
E.
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Finalmente ci sono riuscita.
Sono riuscita a viaggiare di nuovo, dopo cinque anni esatti.
E l'ho fatto ripartendo dalla Norvegia. E non avrei mai voluto andarmene via.
L'ultimo mio post quassù risale a due anni e mezzo fa, quando mi sono laureata e pensavo che sarebbe stato tutto diverso, tutto in discesa, che ci sarebbero state tante cose belle ad attendermi.
Beh, in parte è vero, altrimenti non avrei messo queste foto.
Allora significa che in due anni e mezzo sono stata davvero felice solo nei momenti in cui ho scattato queste foto?
Nemmeno.
Semplicemente vorrei che questo post fosse un promemoria, quando tornerò di nuovo a guardare il mio blog in un periodo in cui non mi sento serena, per ricordarmi che ce la posso e ce la devo fare. Che il senso di fallimento perenne passerà, che avrò finalmente imparato a definirmi, a dire la mia, ad esprimere a gran voce cosa voglio, a smetterla di rimproverarmi, ad essere più gentile, non con gli altri ma con me stessa. Perché con gli altri lo sono fin troppo.
Che avrò avuto le palle di puntare i piedi e cominciare a fare qualcosa, qualsiasi cosa, che mi permettesse di sentirmi nuovamente in pace con me stessa.
Che avrò avuto finalmente la serenità di lasciarmi andare, di essere grata per le piccole cose che ho adesso, che tanto piccole non sono.
Che il sentirsi costantemente invisibile dipende dalla mia volontà di nascondermi da tutti, ma arriverà il momento in cui uscirò allo scoperto e non avrò paura di affrontare niente.
Che finalmente avrò avuto il coraggio di scegliere e di ottenere quello che è più giusto per me.
E che devo ripartire proprio da questo.
Perché me lo merito, cazzo. Eccome se me lo merito.
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non capisco hai detto che non avresti mollato subito, mi hai fatto un sacco di promesse e ora la mia mente scherza con me dicendo hai visto che carina che era e tu ora sei felice anche senza di me ma io voglio tornare al giorno che ci siamo conosciuti e rifare tutto da capo a me manchi così tanto che la sera e la parte peggiore perché stavo con te tutto il giorno mi aggiornavi se mangiavi uscivi e ora invece c'ho che ricevo e sono fuori o mi manchi così a cazzo e io mi ritrovo a fare i conti da solo e a piangere di rotto con la musica senza farmi scoprire dai miei anche se e impossibile perché mamma continua a chiedermi "mi manca il vecchio te" "perché sei così stronzo?" "perché hai gli occhi spenti?, prima tornavi a casa con il sorriso" la tutor non è da meno e sempre "ciao tesoro come sta la miri?come va tra di voi?" "quindi vi incontrate ancora st'estate?" "tesoro mio perché hai gli occhi spenti?, hai pianto?" "Theo ti sei spento" e io non so cosa dirgli anche se la sera mi ritrovo con la lattina della birra e il sabato e la domenica con il vino fino a dimenticare il fatto che tu mi abbia lasciato un vuoto incolmabile. sai a volte vorrei sparire da tutto o non essere direttamente non nato odio il giorno in cui sono venuto al mondo perché ho solo rovinato tanta gente e tu compresa.. a volte ripenso a noi e a capire cosa possa essere andato storto per essere finito a piangere come un bambino in un angolo ho perso la mia casa il mio punto di riferimento ora posso contare solo su di me perché la flotta si è distrutta e fa male come mi chiami ancora perché spero in un tuo ritorno dicendo voglio lottare.. perché sono stanco delle lacrime che rigano il volto ho bisogno di te ho bisogno della tua voce ho bisogno che quel cazzo di telefono vibri ho bisogno della tua incazzatura perché non ti ho risposto ho bisogno che tu ti preoccupi per me ho bisogno di tornare come prima sono stanco di piangere fino a mandarmi il fiato ho bisogno di te.. non so andare avanti senza di te..
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