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#catalizzatore
luluemarlene · 8 months
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UN DOTTORE
Ho conosciuto Marcello nel Luglio 2018 mentre cercavo disperatamente di rimettere insieme piccoli luridi frammenti di me. Uscivo da una relazione dalle dinamiche complesse Adesso si chiama BDSM, ma a pensarci, forse sono solo istinti primitivi, primordiali . Era una relazione che puzzava di rancido già dal Natale precedente, ma per chi conosce questo tipo di pratiche , sa bene quanto sia difficile scollegarsi e farne a meno, ed io ero proprio nella fase della disperazione totale, per il pensiero che mai più avrei potuto sentirmi la puttanella di qualcuno.  L'ho conosciuto su Tinder, unico incontro avvenuto tramite questo social che non mi aveva mai entusiasmato molto. Le sue parole si agganciarono al mio solo neurone non impegnato ad autocommiserarsi e chattando, venne fuori quasi subito che il suo matrimonio era alle battute finali.
Ho sempre cercato di stare lontana da queste situazioni:
mi indispone la tristezza e l'odore di sconfitta che inevitabilmente aleggia nell'aria, e non mi piace pensare di trovarmi a fare da catalizzatore, accelerando una reazione pur non facendone direttamente parte, proprio come fa un enzima in chimica. Insomma, decisi di incontrarlo solo per scrollarmi di dosso la mia, di tristezza.
Ci vedemmo in un bar di Piazza Statuto e, proprio come mi aspettavo, parlammo soltanto delle nostre "disgrazie" personali . Ricordo che andai in bagno a levarmi le mutandine, giusto per rendere quell'incontro un po' più trasgressivo, ma non fu sufficiente.
Cercavo un uomo che dominasse le mie voglie e trovai un uomo inconsapevolmente affascinate, ma risucchiato dal corso degli eventi. Fintamente disponibile
La sua vera natura non si rivelò per molto tempo
Ci scrivemmo per tutta l'estate senza incontrarci più e ad un certo punto iniziò a piacermi essergli di conforto. Mi faceva sentire importante in un momento in cui la mia autostima era ridotta ai minimi termini.
Una volta decisi di raggiungerlo a Torino, solo per sostenerlo dopo l'ennesima discussione coniugale; priva di mire erotiche pensavo solo al modo di farlo ridere.
Mi piaceva quando mi scriveva che gli alleggerivo il cuore con le mie battute spregiudicate, che gli piaceva la contrapposizione tra la brava mamma e la donna mentalmente libera che coesistevano in me
Quel giorno, mentre lo aspettavo nel parcheggio dell'Auchan di corso Giulio, mi masturbai. Tirai fuori il mio vibrox snodabile, alzai la gonna, scostai le mutandine quel tanto che bastava per infilarvi una estremità in fica e appoggiare l'altra sul clitoride. Iniziai a stringere e rilassare le gambe ritmicamente, nella mia personale danza erotica.
Cominciai a colare e quasi involontariamente le mie dita partirono a raccogliere il succo viscido e a portarlo alla bocca, per assaporarlo. Avevo capezzoli come chiodi che puntavano sul vestitino leggero e tanta voglia di scopare. Infilavo e sfilavo il vibratore velocemente e sentivo arrivare l'orgasmo, lo aspettavo incurante di chi parcheggiava vicino o dei passanti.
Mi infilai un dito in culo ed esplosi quasi subito, portando immediatamente il giocattolo alla bocca per leccarlo e riappropriarmi di quella parte di me appena scivolata fuori.
Un attimo dopo vidi Marcello parcheggiare ad una ventina di metri da me. Mi ricomposi velocemente e con le mutandine zuppe gli andai incontro. Entrammo in un bar, ma era chiaro che, nonostante il motivo per cui avevamo deciso di vederci, nessuno dei due aveva voglia di tristezze e iniziammo a ridere e a bisbigliarci nell'orecchio come adolescenti. Piano piano le nostre bocche si avvicinarono e ci baciammo. Lui dopo un attimo mi guardò e sorridendo disse " Perché sai di figa? "
"Fica!"
"Come? "
"Si dice Fica"
Scoppiò a ridere
"Cazzo, ma dove sei stata tutto questo tempo?"
Nei giorni successivi ci sentimmo spesso e una sera decidemmo di andare a cena
Cenammo nella Galleria Umberto I e, arrivati al dolce, mi comunicò che aveva una sorpresa...
Quello che segue è il racconto che pubblicai un anno fa, quando ancora non sapevo quanto possa restare nascosta e quieta la natura umana, prima di venire provocata al punto di non ritorno.
NH Santo Stefano... Siamo entrati in questo albergo, in pieno centro. Il mio respiro accelerato, mi faceva ridere come una bambina eccitata e imbarazzata
La cena era stata divertente, ma non mi andava di entrare in una camera e fare del sesso. Ero aperta alla possibilità ma non mi sentivo ancora pronta
Siamo entrati in ascensore e stavo per palesare il mio stato d'animo, ma un dito sulla bocca mi zittì e il suo sguardo divenne malizioso e dolce "Non dire niente, sei entrata nella mia vita come una burrasca, venti freddi e mareggiata..." Lasciò la frase in sospeso come per lasciare a me la giusta interpretazione.
Ero davvero una cosa buona o complicavo tutto?
Il suono che accompagna l'arrivo al piano dell'ascensore mi strappò dai miei pensieri, lui mi prese la mano e mi accompagnò fuori
Non trovai stanze ma la cima di una torre, circondata da una vetrata. Potevo ammirare la struttura interna dell'edificio e una terrazza esterna ci catapultò in mezzo alla notte.
"Ecco, quelli sono vecchie mura ( Porta Palatina), quella è una chiesetta su un cucuzzolo (Basilica di Superga) e quello è Marte" . Ridevo e improvvisamente mi venne caldo e il nebbiolo che avevamo bevuto mi salì in testa e mi fece vacillare, mi appoggiai al cornicione e lui si mise dietro di me in un abbraccio rassicurante. Ho sentito il suo sesso contro il mio culo e le sue mani appoggiarsi sui miei seni, quasi distrattamente. Sapevo che poteva salire qualcuno, esattamente come eravamo saliti noi, ma volevo che mi guardasse e sentisse le mie carni calde. Non succedeva da troppo tempo ed io avevo bisogno di un uomo che mi facesse guardare il buio dritto in faccia da una posizione privilegiata, che me ne parlasse come se fosse pieno di cose semplici ma bellissime, facendomi sentire al sicuro.
Mi tolsi Il golfino bianco e rimasi davanti a lui. Immediatamente afferrò la mia bocca, mi spinse la lingua in gola, giocando con le mie labbra, mi sussurrava che da un mese a quella parte nn aspettava altro.
Iniziavo a liquefarmi e a sentirmi vogliosa e a desiderare di regalare quello in cui sono più brava: donare piacere.
Gli leccai la faccia, gli occhi, le labbra e lasciò che le mie mani scivolassero nei pantaloni, toccassero il suo cazzo gonfio. I suoi occhi grandi mi guardavano famelici. Misi a disposizione i mie capezzoli, che iniziò a succhiarmi avidamente e, mentre rovesciavo la testa all'indietro, con la schiena sul cornicione, mi apparve una Torino al contrario. Il cielo, che faceva strada a sensazioni goderecce mi suggerì di alzare la gonna e abbassare leggermente le mutandine. Credevo ci infilasse le mani e invece si aprì la patta e senza farmi allargare le gambe infilò la punta del suo imponente cazzo tra le mie grandi labbra. Senza penetrazione, iniziò a sollecitare il mio clitoride che divenne grande come un cervello, con milioni di neurotrasmettitori impazziti che mi urlavano di venire.
Avanti e indietro, come nelle più classiche delle scopate, mi ricordai che poteva arrivare qualcuno... volevo arrivasse qualcuno!!
Fu il pensiero che fece esplodere il mio piacere e d'istinto strinsi forte le cosce. Lo sentii trattenere il respiro e in piedi, l'uno davanti all'altro, mi venne tra le gambe, aumentando il ritmo e portando il suo seme su tutto il mio pelo, pube, gambe.
Mi guardò
"Non sei umana, donna".
La serata finí così è non ce ne furono altre.
Il passato tornava ciclicamente a bussare alla mia porta ed io restai circa un anno nella totale incapacità di lasciarlo fuori.
Dall'ultimo incontro con Marcello si sono susseguite grandi perdite personali e umiliazioni psicologiche di cui probabilmente sono l'unica responsabile. Sempre più consapevole del tempo sprecato dietro ad una relazione che ormai era incapace di dare un qualunque tipo di conforto ,ho trovato il coraggio di contattarlo. È stato felice di risentirmi e nella sua voce ho sentito nuovi colori, grandi speranze. È un uomo separato, adesso. Rinato.
Ho dovuto ovviamente sorbirmi tutta una serie di rimproveri per il modo in cui ero sparita, ma col senno di poi e con il percorso che aveva dovuto fare, ci siamo trovati d'accordo su quanto il mio allontanamento fosse stato necessario.
Ci siamo scritti e come sempre è riuscito a farmi ridere molto ed io ho capito quanto quell'uomo mi piacesse e di come il suo modo di parlarmi fosse cambiato: più deciso e sicuro, perentorio a volte, duro.
Mi eccitava?
Giovedi scorso Torino annegava sotto una pioggia che minacciava di girare in neve ed io uscii da un edificio di via Santa Chiara, al termine di uno dei miei tanti impegni...
Trovai inaspettatamente Marcello dall'altro lato della strada con un grande ombrello, e il suo dolcissimo sorriso
"Divento vecchio ad aspettare che tu ti decida a darmi un appuntamento e credo di aver aspettato abbastanza , vorrei che tu prendessi in seria considerazione la possibilità di essere mia, solo mia. "
Ho sorriso guardandolo con una delle mie smorfie sornione perché sapevo che aveva pronunciato quelle parole conoscendo benissimo l'effetto che avevano su di me.
L'ho preso per mano e arrivati in via dei mercanti mi sono fermata.
Notammo come la poggia avesse reso deserta una Torino solitamente brulicante di gente
"Chiedimi di fare qualcosa per te"
Non si è nemmeno guardato intorno, si è aperto la patta dei pantaloni e mi ha chiesto di succhiarglielo
Diluviava e faceva freddo, ma mi sono accovacciata e gliel'ho preso in bocca.
Ho succhiato quel cazzo impreparato, colto di sorpresa, fino ad ingrandirlo nella mia bocca. Lo accoglievo tutto e lo rilasciavo producendo bava che colava dal mento
"Brava la mia puttana, prendilo in gola"
Ero stranita a sentirlo parlare in quel modo ma così eccitata e bagnata dai miei umori e dalla pioggia, incurante di chi potesse arrivare. Mi esplose in gola e mi premette la faccia contro i pantaloni, quasi a soffocarmi
Dovetti fare forza con le braccia per liberarmi da quella presa, che rischiava di farmi vomitare
Ha vacillato e si è appoggiato al muro e quando ha ripreso il controllo mi ha chiesto di seguirlo nel suo studio, non troppo lontano da lì
Ho annuito e quasi di corsa abbiamo raggiunto il posto e salito le scale ansimando, eccitati.
Il suo studio era già caldo: c'era del vino, un divano sormontato da un grande specchio, carte e planimetrie sparse su un grande tavolo .
Nell'aria un vago odore di diluente sintetico e, sui muri, foto satellitari di luoghi irriconoscibili, paesaggi naturali interrotti dall'ingombrante presenza antropica , il tutto scarabocchiato da cerchietti e frecce rosse.
"Sono un dottore forestale", disse anticipando le mie domande
"Ora dovrò punirti. Lo sai vero?Non so come tu abbia potuto pensare di lasciarmi sospeso tutto questo tempo e non pagarne le dovute conseguenze"
Ero divertita, preoccupata, ansiosa, e ovviamente eccitata
Spostando le carte sul tavolo mi ha chiesto di avvicinarmi
"Chinati sul tavolo e culo in fuori , per favore.
Alzati la gonna, abbassati le mutandine"
Eseguivo ogni ordine senza fare obiezioni e sentivo la mia fica liquefarsi nell'attesa di quello successivo
Ha preso le mie mani, me le ha portate dietro la schiena e le ha appoggiate sulle mie natiche
"Allargati il culo, bambina, tieni il tuo buco esposto per me"
Avevo la faccia appoggiata sul tavolo, girata da una parte, lho visto prendere una scatoletta piena di elastici, di quelli verdi, spessi. Non capivo davvero dove volesse arrivare
Per come mi sentivo mi sarebbe bastato mi inculasse subito!!
Invece si è seduto dietro di me, ha infilato la faccia tra le mie natiche aperte e ha annusato, ha inspirato forte.
Poi ha preso un elastico, l'ha allungato un po' e l'ha rilasciato dritto sul mio buco del culo
D'istinto ho lasciato la presa ed emesso un gridolino, ma uno schiaffo fortissimo su una natica mi ha rimessa in posizione!
"Stai ferma e allarga sto culo, puttana "
Ho ripreso il mio posto come un automa, e un altro elastico ha colpito, sta volta più forte
Poi un altro, un altro e un altro ancora
Ogni volta ne allungava di più l'estensione e faceva sempre più male! Cercavo di muovermi, ma arrivava sempre uno schiaffo a riportarmi a posto
Ho iniziato a frignare e a chiedere di smettere, col culo che mi bruciava e pulsava
Non mi ha risposto, lo sentivo solo ansimare forte e improvvisamente una mano mi si è infilata tra le cosce
"Lo sapevo: urli, frigni ma Cristo stai colando come una cagna"
Era vero, per quanto male sentissi, avevo solo voglia di farmi sodomizzare.
Si è chinato su di me, sulla mia faccia schiacciata sul tavolo e mi ha leccato le lacrime, mi ha baciato la bocca, poi si è spostato nuovamente sul mio culo e con la lingua si è messo a lenire il buchetto martoriato e gonfio
Prima piano, poi con forza si faceva strada
Ci spuntava, leccava, baciava, ci spuntava di nuovo
Saliva mi colava dal culo e andava a congiungersi con i sughi della mia fica, che continuava a rilasciare umori , come un rubinetto rotto
La mia mente iniziava a perdersi!
Poi improvvisamente ha preso un altro elastico e, a buco bagnato, l'ha colpito di nuovo fortissimo
Ho urlato e sta volta ho iniziato a piangere come una bambina.
Le gambe hanno ceduto e sono finita in ginocchio, davanti al tavolo
"D'ora in poi ti comporterai bene, vero?"
Ho annuito
"DILLO!"
"Mi comporterò bene"
"Mi comporterò bene padrone, stupida cagna!! "
"Mi comporterò bene, padrone"
Mi ha fatto voltare, avevo la faccia all'altezza del suo cazzo, ben al sicuro dietro la cerniera , ma già pronto
Lo vedevo gonfio, tirare la stoffa dei pantaloni
Avevo l'acquolina come davanti ad un vassoio di pasticcini , ma sentivo il culo pulsare e nn riuscivo a smettere di piagnucolare
Mi ha schiacciato la faccia sulla stoffa e macchie di mascara si sono sparse ovunque
"Ecco, con gli occhi gonfi e mascara sulla faccia , sei bellissima, sei stata brava a sopportare. Torna a chinarti sul tavolo, meriti una ricompensa, ma basta con gli elastici "
Mi ha aiutato ad alzarmi e mi sono trovata nella posizione precedente
Si è assentato un attimo e quando è tornato aveva un collare di pelle marrone in mano.
D'istinto ho inarcato la schiena ed esposto il collo
Me l'ha allacciato da dietro, strofinandosi il cazzo sul mio culo dolorante
Avevo davvero male!!
Al collare ha poi attaccato una corta catena
"Ora stai ferma e allarga sto culo !"
Ho obbedito. Mi ha messo davanti alla faccia un gancio di metallo, poi mi ha fatto vedere tre sfere di diverse dimensioni e mi ha chiesto di scegliere "Sei ancora in punizione, ricordalo!"
Nonostante la dimensione, e un po' preoccupata, ho scelto la più grande
Diametro 7 o 8 cm! Ma la mia eccitazione continuava a crescere e mi passavano davanti immagini di scantinati bui, e catene legate al clitoride, di gogne e fruste che mi lasciavano segni. Cristodio, ero dolorante e volevo ancora più male, ancora più umiliazione
La sua faccia compiaciuta, la sua gratificazione era l'unica cosa a cui aspiravo. Ha avvitato la sfera lucida al gancio che aveva in mano e si è posizionato. Ha sputato sul mio buco gonfio e ha iniziato a spingere
"Allarga di più, fallo entrare!"
Cercavo di aiutarlo , ma era grande e avevo male!
Con le dita mi stuzzicava la fica e gemevo da vera troia arrapata.
Poi una spinta forte. Sfera e gancio mi si sono infilati dentro facendomi mancare il fiato.
Dio che goduria!
Ha attaccato il gancio alla catena costringendomi a tenere la schiena inarcata e ogni volta che perdevo posizione il gancio mi si conficcava sempre più in culo!
"Dio, scopami per favore, scopami padrone, farò la brava, promesso"
Lo stavo implorando con le cosce zuppe del mio succo!
Invece mi ha fatto mettere in ginocchio e col cazzo libero da costrizioni mi ha obbligato a succhiarglielo di nuovo
Il gancio tirava, la bocca era piena e poi spingeva giù, in gola!
Ero ad un passo dall'orgasmo, ma si fermava e poi riprendeva facendomi sbavare ovunque
Poi mi ha messa carponi e in quella scomoda posizione mi ha infilato il cazzo in fica, facendomi trasalire
Dio, mi pompava come un pazzo, mentre con le mani tirava il gancio
Scopata in entrambi i buchi ho goduto da vera puttana, urlando e gemendo!!
"Si puttana mia, godi! La prossima volta porto un amico ad ammirare la splendida schiava che sei! "
Pompava ancora mentre la mia fica fradicia si chiudeva ed apriva ad ogni colpo
Poi improvvisamente ha sfilato il gancio facendomi urlare di dolore (piacere) e ci ha infilato subito il cazzo
Siamo caduti in avanti e sono rimasta schiacciata sotto il suo peso, con il cazzo in culo, che premeva
Ha continuato a scoparmi in quella posizione e ho sentito la mia fica squirtare sul pavimento
Ero zuppa e mentre mi sussurrava parole oscene all'orecchio sono venuta di nuovo.
"Ti sborro in culo, mia piccola troia!"
Ha grugnito e urlato e mi è esploso dentro!!
Il culo largo e colante mi pulsava
Ero esausta, ma prendendomi per i capelli si è alzato e mi ha costretta a pulirgli il cazzo dal mio schifo e dal suo sperma!
Poi si è chinato e mi ha baciata.
"Devo finire un lavoro. Tirati su le mutande, e torna a casa
Quando arrivi scrivi per dirmi che sei arrivata, con questa pioggia non voglio stare in pensiero! E Ricordati di pulirti la faccia!"
Ho raccolto le mie cose e sono uscita
Ho chiuso la porta, mi sono appoggiata al muro e ho sorriso
Finalmente, appartenevo.
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abr · 3 months
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La stessa Africa presenta tassi di crescita di gran lunga superiori a quelli del Mezzogiorno italiano. (...) Tutto ciò dovrebbe far riflettere ed invitare al cambiamento. Consapevoli dei guasti provocati dalla semplice difesa di uno status quo che sta uccidendo ogni speranza e ogni voglia di emancipazione. (...) Di fronte ad un Paese spaccato (...) non ha senso diagnosticare ricette uniformi (...). Se così fosse, si potrebbe prescrivere la stessa medicina tanto a chi ha un raffreddore quanto a chi ha una polmonite.
(L)e differenze, in Italia, balzano agli occhi. E non solo (n)ei nostri giorni. Nell’immediato dopoguerra l’unificazione del Paese fu garantita dai “cafoni” che, con le valige di cartone abbandonavano le terre dei loro padri per raggiungere il “triangolo industriale”. (...) Con un beneficio seppure indiretto nei confronti dello stesso Mezzogiorno (...). Oggi quel triangolo si è riformato, (...), non c’è più Torino e Genova ma Milano Bologna e Treviso (...) ma la logica è rimasta la stessa. Ora, come allora, il catalizzatore del nuovo sviluppo è dato dalle esportazioni, rispetto ad una domanda interna che non cresce in modo adeguato. Il 70% del nostro export è prodotto nel Nord (dati ISTAT 2022 e 2023). (...)
(M)entre nel Centro nord, seppure con ritmi diversi, si produce, nella restante parte del territorio italiano soprattutto si consuma. E si consuma (poco e male) grazie al flusso dei trasferimenti di risorse intermediati (in modo inefficiente) dallo Stato centrale.
Il nobile gesto della solidarietà (obbligatoria: che nobiltà avrebbe?! ndr) che, tuttavia, a lungo andare ha frenato ogni spinta individuale (...). Questo è oggi il ritardo che si vede ad occhio nudo non solo tra le diverse regioni italiane ma tra l’intero Mezzogiorno e le altre parti del Pianeta che solo alcuni anni fa vivevano in condizioni assai peggiori. (...)
Rompere questo schema è soprattutto nell’interesse del Mezzogiorno. (...). Al Nord una società più libera di autogestirsi per produrre maggiori risorse (...) per garantire quelle riserve – si pensi soltanto al peso del debito pubblico – che servono all’intero Paese. Su basi diverse può nascere qualcosa che, in passato, caratterizzò il grande salto di qualità del dopoguerra. Ovviamente tutto ciò non è scontato. Ma vale la pena provarci. (...)
via https://www.ilriformista.it/il-nord-ha-finanziato-il-sud-che-pero-e-regredito-con-lautonomia-si-puo-tornare-al-salto-di-qualita-del-dopoguerra-426869/
R. Brunetta dal Cnel per intervalla insaniae, lasciando perdere la pars construens che propone per carità di patria, ma conservando l'analisi oggettiva dei punti di partenza e il senso della speranza.
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lady--vixen · 3 months
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Catalizzatore di idee
Quelle telefonate da cui respiri ossigeno. Idee che mi schizzano fuori dalle orecchie e temporale. Sottotetto, acqua, tuoni, grandine, pioggia, aria fredda. Nuda sul letto. Computer quasi scarico e io non riesco a stare dietro a tutto quello che mi passa tra il cervello e le dita.
Cazzo me ne frega della cena, io devo lavorare!
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mezzopieno-news · 1 year
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LA PRIMA SOLUZIONE PER CATTURARE LA CO2 È ITALIANA
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Un nuovo processo di cattura del carbonio, a ridotto impatto ambientale, è stato ideato e messo in commercio per la prima volta da una società italiana, per decarbonizzare il settore industriale.
Si tratta del primo prodotto industrializzato che utilizza un enzima naturale, l’anidrasi carbonica, il più potente catalizzatore esistente per la cattura dell’anidride carbonica. Questa sostanza chimica si trova in tutti gli organismi viventi che la utilizzano per lo scambio di CO2 durante la respirazione. Il prodotto modulare e flessibile, facilmente adattabile a qualsiasi impianto, è stato inventato dalla Saipem, multinazionale con sede a Milano, ed ha una capacità di cattura di 200 tonnellate di diossido di carbonio al giorno. Questa tecnologia ad alte prestazioni per l’abbattimento della CO2 è rivolta a piccoli e medi emettitori e si applica alle emissioni post-combustione di impianti nuovi o esistenti, è estremamente sostenibile dal punto di vista ambientale grazie all’utilizzo del calore recuperabile da fonti a bassa temperatura ed è installabile in qualsiasi contesto.
Questo processo è chiamato Bluenzyme ed è un sistema plug-and-play creato per diversi settori industriali, tra cui petrolio e gas, petrolchimico, energia e produzione di cemento e per numerosi altri settori in cui la decarbonizzazione rappresenta un passo fondamentale verso il raggiungimento degli obiettivi di neutralità. Si adatta facilmente a qualsiasi impianto ed utilizza un solvente non tossico e non volatile a basso impatto e facilmente reperibile.
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Fonte: Saipem; foto di Pixabay
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susieporta · 1 month
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Dieci di Spade
Il Maschile sta rigurgitando nel Mondo le proprie Ferite.
Sta "spurgando". Da mesi e mesi.
Passo dopo passo, si sta concedendo atti di profonda umiltà e di regale onestà con se stesso.
Le giustificazioni che apportava per difendere l'apparente brutalità e violenza dei suoi agiti, per camuffare la propria vulnerabilità, per nascondere l'angoscia e la paura di morire, stanno emergendo dall'Inconscio Collettivo.
L'imponente frattura che ha allontanato l'Energia del Maschile dalla Grazia del Femminile, dalla Connessione con lo Spirito, dalla volontà del Cuore, sta riemergendo con forza esplosiva.
Dopo le potenti spinte vibratorie autunnali, questo sarà evidente in tutti i settori della Società.
Ma già oggi si percepiscono i primi passi di un Cambiamento strutturale di portata epocale.
Dentro di noi sta tornando l'amore del Padre.
E' un Padre che è rimasto assente per troppo tempo all'interno della nostra Struttura Energetica.
Siamo stati bloccati nella Materia per anni.
Non riuscivamo a liberarci dall'impotenza, dalla povertà, dalla mancanza di realizzazione e di manifestazione.
Il Cuore soffriva. Si sentiva incatenato a qualcosa che non lo lasciava battere al ritmo cadenzato della Vita.
Tutto stonava.
Il Maschile è un Energia interiore che ha una precisa funzione nel guidare il radicamento incarnazionale.
Senza questa spinta, le nostre ideazioni perdono consistenza nella Materia. E muoiono prima ancora di poter elargire i frutti tanto sperati.
Il "Pater" risanato dentro di noi, ci regala opportunità di manifestazione, di abbondanza, di centratura, di legittima ereditarietà del Dono.
Un Maschile debole impatta sulla Materia in maniera devastante.
Crea illusioni, chimere, distorsioni e continui blocchi e ostacoli di realizzazione.
E' per questo che la "riabilitazione della Spada" è così importante, così determinante per soverchiare le leggi dell'attuale Struttura Materica.
L'impatto della Spada sulla Realtà è altamente trasformante.
Dove passa il Maschile, quello sano, quello integro, tutti si sentono nuovamente investiti dal Coraggio, dalla Forza, dalla Determinazione. Si sentono presenti a loro stessi, disciplinati e solidi.
Ogni passo impresso dal Maschile sulla Terra è Vita che "si spiega", che prende forma, che si anima.
Il Femminile è un potentissimo catalizzatore dell'ideazione, della connessione, della magia generativa, ma nulla può porre nella Materia senza l'atto creativo del Maschile.
Le due Energie rappresentano l'Unità Sacra.
Esse si muovono sincronicamente per creare il Tutto.
E' per questo che il tempo straordinario che stiamo vivendo, ha una così alta funzione di Rivoluzione.
Quando le due Energie ritroveranno la loro funzione Originale, vedremo i Miracoli accadere nelle nostre Vite e in tutto il Sistema sociale, politico ed economico.
Il Maschile sano, non lascia nessuno indietro. Mai.
Ma affinché questo possa accadere, è necessario attendere il completamento della Guarigione Incarnazionale dei Semi stellari.
Essi imprimeranno nella Materia il Sigillo.
Ed allora la Rivoluzione sarà pronta.
Mirtilla Esmeralda
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ariessdiary · 7 months
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il suono in ripetizione per me è rigore e l’arte che ne diviene è il catalizzatore del pensiero
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IDENTITARIO 🔥
Laboratorio per la guerriglia culturale
Forgiatosi nell’esperienza di Passaggio al Bosco Edizioni e delle Comunità militanti, IDENTITARIO vuole essere centro e asse della cultura non allineata: un‘officina delle idee, uno spazio libero e un cantiere in perenne movimento, oltre la banalità della narrazione mainstream, il grigiore del “politicamente corretto” e l’ignavia del “mondo degli uguali”.
IDENTITARIO non è un palcoscenico per mitomani, un catalizzatore di like o un cenacolo per adoratori delle ceneri, ma il tamburo battente di un’avanguardia che ha scelto di vivere altrimenti, in ordine con una weltanschauung solare, organica e radicata.
IDENTITARIO è analisi della società e trasmissione della lunga memoria europea, studi tradizionali e geopolitica, storia e filosofia, economia e critica d’arte, sport e letteratura, viaggi e cinema, Formazione e impegno militante.
IDENTITARIO è la voce di una Comunità che non sarà mai community, di un’etica che non sarà mai profitto, di una stirpe che non sarà mai massa, di uno stile che non sarà mai moda, di una sacralità che non sarà mai feticcio. È l’ultima battaglia per la salvaguardia e il rilancio della nostra Civiltà millenaria, in fedeltà alla triade omerica che ha fecondato la nostra eredità: “La natura come solco, l’eccellenza come fine, la bellezza come orizzonte”.
ON LINE DAL 15 SETTEMBRE
www.identitario.org
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scienza-magia · 5 months
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Superconduttore creato con una lamina atomica d'oro
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Creato il Goldene, è come il grafene ma è oro semiconduttore. L'ultima grande scoperta legata alla "scienza dei materiali" è il Goldene, un materiale composto da un'unica lamina atomica di oro. L'ultima grande scoperta legata alla "scienza dei materiali" è il Goldene, un materiale composto da un'unica lamina atomica di oro, recentemente sviluppato dai ricercatori dell'Università di Linköping. Questo nuovo materiale sta già facendo parlare di sé, tanto che alcuni lo definiscono il nuovo "grafene dorato". Ma quali sono le caratteristiche che rendono così speciale il Goldene? Innanzitutto, la sua natura in due dimensioni gli conferisce proprietà uniche e attraenti, oltre a trasformare l'oro in un semiconduttore, una caratteristica fino ad ora sconosciuta per questo metallo prezioso.
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il Goldene, un materiale composto da un'unica lamina atomica di oro Uno dei principali ostacoli che i ricercatori hanno dovuto superare per creare il Goldene è stata la tendenza dell'oro a formare grumi e a arricciarsi. Tuttavia, grazie alla determinazione e all'ingegnosità dei ricercatori Lars Hultman e Shun Kashawaya, questi problemi sono stati risolti con successo. Il processo di sviluppo del Goldene è stato però un viaggio ricco di imprevisti. Inizialmente, i ricercatori stavano studiando un'applicazione completamente diversa dell'oro quando hanno fatto questa scoperta. Hanno sfruttato una tecnica giapponese antica di lavorazione dei coltelli, utilizzando il "reagente di Murakami" per estrarre sottili fogli d'oro dal carburo d'oro di titanio. Le potenziali applicazioni del Goldene sembrano entusiasmanti. Oltre alla riduzione dell'uso di oro come catalizzatore in varie industrie, si prevede che il Goldene avrà proprietà plasmoniche ed elettroniche uniche che potrebbero rivoluzionare settori come l'energia solare e la medicina. L'uso del Goldene potrebbe portare a una migliore efficienza nei pannelli solari e a terapie fototermiche plasmoniche innovative per il trattamento del cancro. Read the full article
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rraskolnikovv · 2 years
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“perché esiste il dolore?” […]
“per raccontarlo. il dolore ha la capacità di spogliarci di tutte le domande inutili e condurci all’essenziale, attira le componenti invisibili della vita come quello che in chimica si chiama catalizzatore. dal dolore pretendiamo di ricavare sempre una formula, proprio se fosse come uno stato descrivibile. ma il dolore è un processo e se ne può raccontare solo la storia, è una storia che si deve ancora fare. non riguarda il passato, uno stato appunto, che si può descrivere, ma il futuro. per questo è fatto per essere raccontato, perché è una storia. altrimenti ci pietrifica: passiamo il tempo a imprigionare il dolore nel passato, cercandone le cause con la precisione di uno scienziato, ma non è questo che può guarirci. noi possiamo guarire solo stando nel dolore e scoprendo dove ci porta, proprio perché non abbiamo più il controllo delle cose. cosa avrei visto se non fossi diventato cieco? quello che vedono tutti. invece vedo altro.”
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luluemarlene · 7 months
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E lui è lo scudo dietro cui ti ripari? Con il quale ricarichi ed esprimi la tua esuberanza? Sicuramente per la tua mente è un reagente , usando un termine della chimica e di un qualche genere di chimica stiamo parlando. Stimola reazioni ed azioni in te e tu di conseguenza nella tua espressività stimoli reazioni ed azioni🫣, anche tu sei un reagente 😉.
Lui lo vedo più come un catalizzatore
Accelera la reazione senza farne direttamente parte
Madonna il sangue che mi fa quell'uomo lì
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haven-collins · 8 months
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La tragedia prende atto sulla scena da lei stessa preparata. Strabuzza gli occhi e la mano destra perde la presa sul catalizzatore lasciandolo cadere a terra. Immobile in quella realizzazione nel visualizzare quel Patronus Incorporeo che le si para davanti e che si dissiperà velocemente non appena la bacchetta perderà il contatto con la mano. Silenzio. Per fortuna. O almeno, la calma prima della tempesta. La mano si chiude a pugno a mezz’aria, il respiro accelera, lo sguardo vitreo puntato sul nulla. « Io. » scandisce con il respiro ormai diventato affanno. « Lo. » trova la forza di aggiungere. « AMMAZZO. » urla letteralmente fregandosene del resto.
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E poi. E poi il ghignetto stronzo scompare alla reazione di Haven, che non sembra aver bisogno del suo contributo per essere più miserabile di così in quel momento. Nemmeno troppo piano il labbro perde la sua inclinazione all’insù, e lo sguardo si fa solo spaesato. Quasi un attimo sconcertato al vederla buttarsi rovinosamente a terra. Non è difficile alla fine, mettendoci un po’ di quel sale in zucca che sembra non avere mai, capire che cosa è appena capitato. Qualcosa, o meglio qualcuno, al giudicare dalle minacce di morte contro terzi, le ha appena rovinato il ricordo felice che le serviva per evocare il patronus. IL ricordo per eccellenza. Quello di cui va la felicità di una persona e la sua sopravvivenza, in casi estremi. E ha fatto PUFF per colpa di qualcuno? …Ottimo, non legare il proprio ricordo a una persona, è probabilmente l’annotazione che si fa in quel momento, anche se da fuori si può solo vedere che comincia a guardarsi intorno, come alla ricerca dell’aiuto di qualcuno.
«OHI, OHI.» dopo che si è lasciato minacciare per un po’. La mano che si alza, callosa e rovinata, ad ancorarsi intorno alla mano più sottile della ragazza, proprio quella con cui lo sta puntando. La presa salda, non dolorosa, sempre che lei non si ritragga prima. «ok. Lo so che me lo insegnerai.» cosa gli ha insegnato sua madre? A non dire MAI ad una donna agitata che deve calmarsi. E’ incredibilmente controproducente. «Non conta, 1 su 3 maghi fa cilecca almeno una volta nella vita.» stringendo appena appena la presa, quasi in modo rassicurante, racimolando un mezzo sorriso sghembo. «…beviamo qualcosa, continuiamo dopo?» ..la butta lì, forse per compassione, forse perché è la scusa migliore per porre fine ad una giornata di studi e andare ad ubriacare.
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kevincharlesward · 11 months
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“what once cause catastrophe in my life has now become the catalyst for my direction.” – Nikki Rowe “ciò che una volta causava una catastrofe nella mia vita è ora diventato il catalizzatore della mia direzione.” – Nikki Rowe
© Kevin Charles Ward
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guelfoalexander · 1 year
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Questo post su Linkedin mi ha convinto a iniziare a postare qui su Tumblr gli oltre 300 post che avevo in bozza da alcuni anni, proprio in attesa di un "la" consono.
E Matteo (Flora) é stato quel catalizzatore che aspettavo. Leggetelo, ragionateci e scegliete uno dei tanti post che da oggi, per alcuni giorni, saranno rilanciati su questo Tumblr.
Che se a volte per qualcuno questa vita un senso non ce l'ha...
Sai che cosa penso
...in realtà un senso la vita ce l'ha, ma bisogna sforzarsi a scoprilo.
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L'argomento della violenza mi ha toccato diverse volte da molto vicino, come sicuramente anche te che mi stai leggendo.
Poi ne parliamo.
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mezzopieno-news · 2 years
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SCOPERTO COME PRODURRE ENERGIA DALL’ARIA
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Un gruppo internazionale di ricercatori guidato dagli scienziati dell’istituto di Biomedicina della Monash University (Australia) ha per la prima volta individuato un enzima in grado di ossidare l’idrogeno presente nell’atmosfera per ricavare energia dall’aria.
Questa sostanza di natura proteica prodotta da un batterio presente nel suolo, svolge da catalizzatore per spezzare la molecola di idrogeno presente nell’aria, traendone elettricità. “Sappiamo da tempo che i batteri sono capaci di utilizzare l’idrogeno nell’aria come fonte di energia per crescere e sopravvivere, anche nei suoli antartici, nei crateri vulcanici e nelle profondità dell’oceano ma, fino a ieri, non sapevamo come fosse possibile”, ha dichiarato il professor Chris Greening, responsabile dello studio. Il meccanismo individuato dal team di ricercatori si basa sull’enzima idrogenasi (Huc) del Mycobacterium smegmatis, un microfungo presente in natura che apre la possibilità di poter sviluppare biocatalizzatori naturali che ossidando l’idrogeno dell’aria producendo energia a costo zero e senza scorie.
Rhys Grinter, a capo del gruppo di ricerca ha affermato che l’enzima è facilmente coltivabile anche in grandi quantità: “Una volta che avremo prodotto l’enzima Huc in quantità sufficienti, il limite dell’utilizzo per la produzione di energia pulita sarà letteralmente il cielo”. Huc è stato definito dai ricercatori una ‘batteria naturale’ che produce corrente elettrica prendendola dall’aria.
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Fonte: Nature Science; immagine di Victor Freitas
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alicesfeelings · 1 year
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Ero nella mia solita passeggiata mattutina con il cane, quando mi imbatto in questo messaggio cartaceo lasciato sul parabrezza di un auto da un automobilista esausto che rispondeva così ai ladri:
"L'hai già preso... Non c'è più il catalizzatore"
E niente this made my day. 😂
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susieporta · 1 year
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Antony. Questo è il suo nome. Ha 23 anni, oggi, ma non li aveva quando ci siamo conosciuti. Ne aveva 13, e io 20, e al destino, io, non ci ho mai creduto, ma stavolta pare davvero il chiudersi di un cerchio, il coro della canzone, il finale della storia. Che è poi, sempre, un nuovo capitolo.
Antony è il bambino per il quale ho deciso di stravolgere la mia vita, ormai dieci anni fa, e trasferirmi in India, lasciandomi tutto alle spalle. Era il più vulnerabile, il più difficile, il più solo dei bambini dell’orfanotrofio. Mi ha scelto, non so neanche perché, e così siamo diventati fratelli.
Siamo cresciuti insieme, in un certo senso: lui da bambino si è fatto ragazzo ed io, da ragazzo, un uomo. E se esiste Still I Rise, se facciamo quello che facciamo nel mondo, se sono chi sono oggi, è proprio grazie a lui. Antony è l’origine di tutto. Il catalizzatore. Il bambino che, con il suo affetto, ha cancellato la mia rabbia, le mie insicurezze e le mie domande mostrandomi il vero senso della vita: gli altri. Gli altri come estensione del sé.
Abbiamo trascorso quattro anni insieme prima di separarci: lui verso l’università ed io verso il resto del mondo. Ma siamo rimasti in contatto. Ogni anno gli auguri di compleanno e di Natale, finché poi, nel 2022, un messaggio diverso: “Fratello, ho bisogno di aiuto. In India le cose vanno male, non c’è lavoro e mia sorella deve sposarsi. Non abbiamo soldi. Avresti un lavoro per me?”
Non ce l’avevo, un lavoro per lui, allora. Ma la sua richiesta ha smosso qualcosa nel profondo di me stesso. Qualcosa che non ho potuto più ignorare. E così, quando, qualche mese fa, si è palesata un’opportunità, Antony è stato il mio primo pensiero. “Ti va di trasferirti in Kenya?” ho chiesto. E quando lui ha risposto: “Sì,” ho sentito l’universo allinearsi. Non capita mica spesso, la sensazione di compiere il proprio destino nel mondo, ma quando capita è… incredibile.
È con grande piacere e tanta emozione che do l’annuncio: dopo 10 anni Antony, il “mio” primo bambino, quel fratello dai piedi scalzi e i capelli in tempesta incontrato quando avevo 20 anni e lui 13 in un orfanotrofio indiano, il ragazzo che mi ha cambiato la vita, che ho visto crescere e che abbiamo mandato all’università - ecco, Antony si trasferirà in Kenya per lavorare, al mio fianco, a Still I Rise. E penso che questo sarà per sempre uno dei momenti più significativi della mia vita.
Quando il destino chiama, che altro puoi fare se non rispondere? A prestissimo, fratello mio. ❤️
Nicolò Govoni
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