#carole d'andrea
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Antonio Di Lorenzo, è la volta di "The Sweet Survivor"
Il solstizio d'estate celebra il nuovo progetto discografico di Antonio Di Lorenzo, noto batterista, percussionista, compositore e collezionista pugliese. È appena uscito "The Sweet Survivor" per la Bumps Records- Nel suo sesto album da solista alcuni maestri del jazz mondiale come Marc Ribot, John Medeski e Bruno Tommaso.
Il solstizio d'estate celebra il nuovo progetto discografico di Antonio Di Lorenzo, noto batterista, percussionista e compositore pugliese. Dopo lo straordinario successo della mostra 'Vintage Drum Show' al Medimex di Taranto, una selezione di una delle più grandi collezioni al mondo di batterie vintage di Antonio Di Lorenzo che ha visto più di un migliaio di visitatori in quattro giorni di esposizione (tra cui illustri professionisti come Tullio De Piscopo, Marc Urselli, vincitore di numerosi Grammy Awards, Ron, batteristi in erba e non, musicofili, collezionisti, rappresentanti delle istituzioni ma anche semplici curiosi e appassionati da tutto il mondo), è appena uscito "The Sweet Survivor" per Bumps Records, il sesto album da solista del musicista e collezionista dalla carriera più che trentennale.
Il nuovo lavoro segna uno dei momenti più splendenti di questo talentuoso protagonista della scena musicale.
Con una carriera prestigiosa in studio di registrazione e 'on stage' sui palchi di tutto il mondo con chi rappresenta la "Storia del Jazz", avendo collaborato e suonato con Steve Lacy, Lee Konitz, Dave Liebmann, Marc Ribot, Bob Mintzer, John Medeski, Benny Golson, Enrico Rava, Massimo Urbani, Gianluigi Trovesi, Bruno Tommaso, Franco D'Andrea, solo per citarne alcuni, Antonio Di Lorenzo, vincitore nel 2020 dell'"Universal Audio Award" e per due anni consecutivi Leone D'Argento alla Biennale di Venezia, èapprezzato anche nel circuito pop. Collabora con Vinicio Capossela, Lucio Dalla, Paolo Conte, ha all'attivo più di 100 dischi, molti come leader, compone musiche per documentari e vince numerosi premi, confermando l'elezione nel 1998, nell'annuale referendum "Top jazz" della rivista Musica Jazz, a uno dei nuovi talenti del jazz italiano.
Vincitore del bando Puglia Sounds Record 2023, il suo ultimo lavoro da solista "The Sweet Survivor", è disponibile su tutte le piattaforme digitali (Spotify, Apple Music, iTunes, Youtube, ecc…), su cd, ad agosto in vinile e a settembre (vera chicca) anche in musicassetta, con la pubblicazione a luglio di un single edit video della title track.
Il disco è concepito come un 'concept album' nato tra la Puglia, Los Angeles, New York e Londra durante il lockdown, probabilmente la sua opera più 'personale' in cui la vicenda umana si fonde con le molteplici fonti di ispirazione e l'amore profondo per la sua Puglia. Insieme a lui, alcuni suoi collaboratori storici come il fisarmonicista Vince Abbracciante e il bassistaDado Penta (i celebri The Bumps), il sassofonista Sabino Fino, ma anche altri giovani leoni come i fiatisti Cozzella, Mastropasqua, Fallacara, Paolo Daniele e le voci di Carol Comes e Vincenzo Scarafile. Oltre che i featuring di alcuni maestri del jazz mondiale come Marc Ribot, John Medeski e il Maestro Bruno Tommaso.
Nel disco confluiscono le tante influenze che vanno da Morricone al jazz, al tango, dall'avanguardia della musica alla tradizione, in un percorso sonoro che lascia incantati.
"The Sweet Survivor" è un lavoro intenso, pieno di emozioni e suggestioni musicali, un viaggio sonoro che lascia il segno nell'ascoltatore. Nulla nel disco è lasciato al caso e, come sempre, Antonio Di Lorenzo ha una cura sartoriale dei suoi lavori, dalle registrazioni alla scelta dei collaboratori (ha pubblicato un disco in ensemble ogni 10 anni e due dischi di solo drums). Questa volta, rispetto ai pluripremiati dischi precedenti, c'è più esperienza personale e musicale, ma anche più capacità di astrazione, oltre ad una grande attenzione per il materiale compositivo.
Il disco si apre con i suoni di una spiaggia e la fisarmonica di Abbracciante ("Para mi Madre") in una struggente melodia, ma poi le voci da madrigalisti di Carol Comes e Scarafile fanno da preludio a una straordinaria performance al piano elettrico di John Medeski nel brano Recitativo per Ennio, un vintage funk all'italiana dedicato al grande maestro Morricone con tanto di citazioni di Edda Dell'Orso e fischio di Alessandro Alessandroni. Segue la title track "The Sweet Survivor", una ballata con il tema esposto da Paolo Daniele all'armonica a bocca e un assolo intenso di Medeski ci porta verso lidi musicali cinematici di grande tensione emotiva. Tocca al solo di chitarra di Marc Ribot, originale e inimitabile come sempre, impreziosire "Last Tango for Diego" un brano nel cui titolo ci sono già tutti i punti di riferimento Bernardo Bertolucci, Gato Barbieri, la polvere e il genio calcistico di Maradona e l'amore di Di Lorenzo per le sonorità di Cinecittà e i primi anni '70 in Italia; di particolare rilievo l'arrangiamento straordinario di Bruno Tommaso per questo brano.
"Lullaby Langilla" è una ballad astratta con echi a metà strada tra Sakamoto e Bill Evans, eseguita in trio con Penta e Abbracciante (The Bumps), e poi tre miniature sonore "L'Arte della Fuga Impossibile" in cui l'autore si cimenta con le spy stories e la scrittura per B Movies e percussioni orchestrali. Conclude il disco "Grand Final" in cui un tagliente e acido solo di Marc Ribot prelude alle melodie da banda pugliese e all'unico spazio solista che l'autore si ritaglia nel disco, con un solo di batteria in crescendo che chiude insieme ai fiati l'intero percorso musicale. Un Grande Finale appunto.
«Sono assolutamente vintage. Ho voluto ricreare nell'ultimo lavoro quei suoni che sono la mia passione di collezionista, utilizzando per la registrazione dei brani in studio batterie vintage. Per i brani "Recitativo for Ennio" e "Grand final" ho suonato il set 'Rogers Londoner pacific blue snare' e 'Ludwig Black Beauty' 6,5; per "The Sweet Survivor" la 'Ludwig Club Date 1964' e 'rullante Ludwig Auditorium 6,5' del 1967. In "Last tango for Diego" e "L'Arte della Fuga Impossibile: da se stessi, dal mondo, dal nulla" il set 'Slingerland Pop Outifit 1966' e rullante 'Ludwig Black Beauty 14x5', per "Lullaby Langilla" invece 'Rogers Londoner Butcher Block' e rullante 'Rogers Dynasonic metal 14x6,5' del 1971».
Di Lorenzo firma tutti i brani originali del disco e non vi sono riletture o cover. «Il mio rapporto con la batteria è viscerale, quasi erotico – sottolinea Di Lorenzo - diceva Duke Ellington: A drum is a woman. Non c'è altro da aggiungere».
Sicuramente l'opera più matura di un artista considerato giustamente dall'Enciclopedia del Jazz uno dei massimi specialisti del suo strumento, con una storia musicale tra le più suggestive tra gli artisti pugliesi in attività.
«Un disco che dedico a mia madre e a tutti i miei amici musicisti, come Gianni Lenoci, scomparsi nell'ultimo periodo, anche a causa del Covid, per questo mi sento un sopravvissuto (survivor ndr), ma un sopravvissuto felice, perché in fondo, io, "nipote d'arte", i miei zii materni erano batteristi, ho fatto il lavoro che mi appassionava di più e per il quale ho studiato, ho fatto ciò che volevo nella vita: il batterista».
http://www.dilorenzodrum.it
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Antonio Di Lorenzo, è la volta di "The Sweet Survivor"
Il solstizio d'estate celebra il nuovo progetto discografico di Antonio Di Lorenzo, noto batterista, percussionista, compositore e collezionista pugliese. È appena uscito "The Sweet Survivor" per la Bumps Records- Nel suo sesto album da solista alcuni maestri del jazz mondiale come Marc Ribot, John Medeski e Bruno Tommaso.
Il solstizio d'estate celebra il nuovo progetto discografico di Antonio Di Lorenzo, noto batterista, percussionista e compositore pugliese. Dopo lo straordinario successo della mostra 'Vintage Drum Show' al Medimex di Taranto, una selezione di una delle più grandi collezioni al mondo di batterie vintage di Antonio Di Lorenzo che ha visto più di un migliaio di visitatori in quattro giorni di esposizione (tra cui illustri professionisti come Tullio De Piscopo, Marc Urselli, vincitore di numerosi Grammy Awards, Ron, batteristi in erba e non, musicofili, collezionisti, rappresentanti delle istituzioni ma anche semplici curiosi e appassionati da tutto il mondo), è appena uscito "The Sweet Survivor" per Bumps Records, il sesto album da solista del musicista e collezionista dalla carriera più che trentennale.
Il nuovo lavoro segna uno dei momenti più splendenti di questo talentuoso protagonista della scena musicale.
Con una carriera prestigiosa in studio di registrazione e 'on stage' sui palchi di tutto il mondo con chi rappresenta la "Storia del Jazz", avendo collaborato e suonato con Steve Lacy, Lee Konitz, Dave Liebmann, Marc Ribot, Bob Mintzer, John Medeski, Benny Golson, Enrico Rava, Massimo Urbani, Gianluigi Trovesi, Bruno Tommaso, Franco D'Andrea, solo per citarne alcuni, Antonio Di Lorenzo, vincitore nel 2020 dell'"Universal Audio Award" e per due anni consecutivi Leone D'Argento alla Biennale di Venezia, èapprezzato anche nel circuito pop. Collabora con Vinicio Capossela, Lucio Dalla, Paolo Conte, ha all'attivo più di 100 dischi, molti come leader, compone musiche per documentari e vince numerosi premi, confermando l'elezione nel 1998, nell'annuale referendum "Top jazz" della rivista Musica Jazz, a uno dei nuovi talenti del jazz italiano.
Vincitore del bando Puglia Sounds Record 2023, il suo ultimo lavoro da solista "The Sweet Survivor", è disponibile su tutte le piattaforme digitali (Spotify, Apple Music, iTunes, Youtube, ecc…), su cd, ad agosto in vinile e a settembre (vera chicca) anche in musicassetta, con la pubblicazione a luglio di un single edit video della title track.
Il disco è concepito come un 'concept album' nato tra la Puglia, Los Angeles, New York e Londra durante il lockdown, probabilmente la sua opera più 'personale' in cui la vicenda umana si fonde con le molteplici fonti di ispirazione e l'amore profondo per la sua Puglia. Insieme a lui, alcuni suoi collaboratori storici come il fisarmonicista Vince Abbracciante e il bassistaDado Penta (i celebri The Bumps), il sassofonista Sabino Fino, ma anche altri giovani leoni come i fiatisti Cozzella, Mastropasqua, Fallacara, Paolo Daniele e le voci di Carol Comes e Vincenzo Scarafile. Oltre che i featuring di alcuni maestri del jazz mondiale come Marc Ribot, John Medeski e il Maestro Bruno Tommaso.
Nel disco confluiscono le tante influenze che vanno da Morricone al jazz, al tango, dall'avanguardia della musica alla tradizione, in un percorso sonoro che lascia incantati.
"The Sweet Survivor" è un lavoro intenso, pieno di emozioni e suggestioni musicali, un viaggio sonoro che lascia il segno nell'ascoltatore. Nulla nel disco è lasciato al caso e, come sempre, Antonio Di Lorenzo ha una cura sartoriale dei suoi lavori, dalle registrazioni alla scelta dei collaboratori (ha pubblicato un disco in ensemble ogni 10 anni e due dischi di solo drums). Questa volta, rispetto ai pluripremiati dischi precedenti, c'è più esperienza personale e musicale, ma anche più capacità di astrazione, oltre ad una grande attenzione per il materiale compositivo.
Il disco si apre con i suoni di una spiaggia e la fisarmonica di Abbracciante ("Para mi Madre") in una struggente melodia, ma poi le voci da madrigalisti di Carol Comes e Scarafile fanno da preludio a una straordinaria performance al piano elettrico di John Medeski nel brano Recitativo per Ennio, un vintage funk all'italiana dedicato al grande maestro Morricone con tanto di citazioni di Edda Dell'Orso e fischio di Alessandro Alessandroni. Segue la title track "The Sweet Survivor", una ballata con il tema esposto da Paolo Daniele all'armonica a bocca e un assolo intenso di Medeski ci porta verso lidi musicali cinematici di grande tensione emotiva. Tocca al solo di chitarra di Marc Ribot, originale e inimitabile come sempre, impreziosire "Last Tango for Diego" un brano nel cui titolo ci sono già tutti i punti di riferimento Bernardo Bertolucci, Gato Barbieri, la polvere e il genio calcistico di Maradona e l'amore di Di Lorenzo per le sonorità di Cinecittà e i primi anni '70 in Italia; di particolare rilievo l'arrangiamento straordinario di Bruno Tommaso per questo brano.
"Lullaby Langilla" è una ballad astratta con echi a metà strada tra Sakamoto e Bill Evans, eseguita in trio con Penta e Abbracciante (The Bumps), e poi tre miniature sonore "L'Arte della Fuga Impossibile" in cui l'autore si cimenta con le spy stories e la scrittura per B Movies e percussioni orchestrali. Conclude il disco "Grand Final" in cui un tagliente e acido solo di Marc Ribot prelude alle melodie da banda pugliese e all'unico spazio solista che l'autore si ritaglia nel disco, con un solo di batteria in crescendo che chiude insieme ai fiati l'intero percorso musicale. Un Grande Finale appunto.
«Sono assolutamente vintage. Ho voluto ricreare nell'ultimo lavoro quei suoni che sono la mia passione di collezionista, utilizzando per la registrazione dei brani in studio batterie vintage. Per i brani "Recitativo for Ennio" e "Grand final" ho suonato il set 'Rogers Londoner pacific blue snare' e 'Ludwig Black Beauty' 6,5; per "The Sweet Survivor" la 'Ludwig Club Date 1964' e 'rullante Ludwig Auditorium 6,5' del 1967. In "Last tango for Diego" e "L'Arte della Fuga Impossibile: da se stessi, dal mondo, dal nulla" il set 'Slingerland Pop Outifit 1966' e rullante 'Ludwig Black Beauty 14x5', per "Lullaby Langilla" invece 'Rogers Londoner Butcher Block' e rullante 'Rogers Dynasonic metal 14x6,5' del 1971».
Di Lorenzo firma tutti i brani originali del disco e non vi sono riletture o cover. «Il mio rapporto con la batteria è viscerale, quasi erotico – sottolinea Di Lorenzo - diceva Duke Ellington: A drum is a woman. Non c'è altro da aggiungere».
Sicuramente l'opera più matura di un artista considerato giustamente dall'Enciclopedia del Jazz uno dei massimi specialisti del suo strumento, con una storia musicale tra le più suggestive tra gli artisti pugliesi in attività.
«Un disco che dedico a mia madre e a tutti i miei amici musicisti, come Gianni Lenoci, scomparsi nell'ultimo periodo, anche a causa del Covid, per questo mi sento un sopravvissuto (survivor ndr), ma un sopravvissuto felice, perché in fondo, io, "nipote d'arte", i miei zii materni erano batteristi, ho fatto il lavoro che mi appassionava di più e per il quale ho studiato, ho fatto ciò che volevo nella vita: il batterista».
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Je n'ai pas pu voter, car je tombe sur ce vote bien trop tard, mais non, Andrea ne mérite pas d'être autant détestée. En fait, la majorité des personnages ne méritent pas la haine qu'ils se prennent sur la tronche, parce qu'elle est injustifiée, surtout que leur comportement s'explique dans le contexte dans lequel ils vivent.
Déjà, je dois commencer en disant que moi aussi, lors de mon premier visionnage, y'a presque 10 ans, je détestais Andrea. Je n'approuvais pas son comportement et je ne le comprenais pas. Mais j'ai revu toute la série, l'automne dernier, et la maturité que j'ai gagné m'a fait comprendre bien mieux une bonne partie des personnages.
Qu'on soit bien d'accord. Andrea en a fait des bêtises. Elle est colérique, têtue, ne se remet presque jamais en question, couche avec Shane, reste aux côtés du Gouverneur,... bref on en a des raisons à donner. Sauf qu'en fait, ce sont des défauts qu'on ne reproche pas aux personnages masculins. En dehors des relations amoureuses, Daryl a la même personnalité qu'Andrea (il est probablement ace, ce garçon), surtout dans les premières saisons!
Le truc c'est que, dans la façon dont elle est écrite, Andrea est cohérente. Elle part en ville tenter de trouver des ressources, et un cadeau pour sa sœur aussi et surtout, parce qu'elle a besoin de s'accrocher à son humanité, et à toute la normalité qu'elle peut trouver. Et sa sœur est justement cette marque d'humanité. Alors bien sûr qu'elle vrille quand elle perd sa sœur, et bien sûr qu'elle s'accroche à ses défauts pour se protéger. Parce qu'Amy était si gentille, si douce, elle n'aurait fait de mal à personne et pourtant elle est morte. Il faut la comprendre!
C'est pour ça qu'elle s'accroche à Shane, parce qu'elle le sent vriller et qu'elle essaie de le garder sain (même si elle en a peut-être même pas conscience), pour que le groupe qu'elle connaît reste soudé alors que ça ne sert à rien et qu'il est déjà trop tard.
C'est pour ça qu'elle laisse un couteau à Beth pour se suicider, parce qu'elle ne veut plus qu'une personne gentille et fragile ne finisse comme Amy (notons que Beth et Amy sont un peu semblables physiquement).
C'est pour ça qu'elle refuse de voir les travers à Woodbury, contrairement à Michonne, parce qu'elle a ENFIN cette normalité dont elle avait tellement besoin et qu'elle a enfin l'impression que les choses vont bien, avec leurs problèmes "normaux". Elle voulait juste être normale à nouveau. Et quand, après avoir vu la petite fille, elle reste, c'est parce qu'elle comprend que quelqu'un vrille après avoir perdu sa fille. Elle a vu comment Carol a agi. Et ensuite, elle est restée, même si le Gouverneur était clairement un monstre, pas par amour pour lui, mais par amour pour Michonne (platonique, romantique, choisissez votre poison), par amour pour son groupe d'origine. Et c'est aussi pour ça qu'elle n'a pas réussi à le tuer. Parce qu'elle le voulait mais n'y arrivait pas. Parce qu'elle s'est faite avoir par la normalité fausse de Woodbury et que même si elle sait que tout ça est un mensonge, elle a peur de le perdre.
Et merde! Elle n'a jamais tué le moindre humain! C'est complètement différent de tuer quelqu'un de vivant d'un zombie! Même si c'est une ordure, c'est un homme. Il pense, il réfléchit, il a une âme... Et pensez à Dale. Dale qui refusait d'entendre parler de tuer des hommes, Dale qui disait que leur humanité tenait dans le fait qu'ils ne tuaient pas d'hommes, qu'ils étaient mieux que ça. On n'y pense plus à ce moment-là, mais bien sûr qu'Andrea y a pensé, elle.
Bref. Sans oublier les nombreux défauts d'Andrea, parce qu'elle en a, parce qu'elle n'est bien sûr pas parfaite, elle ne mérite pas d'être autant détestée. Son humanité mérite d'être respectée, dans toute son imperfection. Andrea, à niveau équivalent avec presque tous les personnages de la série, est humaine, et en plus, elle est bien écrite. Et ça, ça se respecte.
OVERHATED CHARACTERS POLL: Andrea Harrison (The Walking Dead)
Feel free to explain your position in the comments or tags, but any harassment, over-the-top fighting, or personal attacks will result in you being blocked. Do not attack real people, be they fans or creators, over fictional characters.
#TWD#The Walking Dead#Andrea Harrison#sérieux trop de personnages ne méritent pas la haine reçue#surtout les personnages féminins
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Performed by: George Chakiris, Carole D’Andrea, Rudy Del Campo, Jose De Vega, Suzie Kaye, Nobuko Miyamoto, Rita Moreno, Nick Navarro, Jay Norman, Jaime Rogers, Larry Roquemore, Andre Tayir, Robert E. Thompson, Gina Trikonis, Gus Trikonis, Eddie Verso, and Yvonne Wilder
Number: “America”
Choreographer: Jerome Robbins
Style: Broadway
From: West Side Story (1961)
#dance#west side story#broadway#george chakiris#rita moreno#carole d'andrea#rudy del campo#jose de vega#nobuko miyamoto#suzie kaye#nick navarro#jay norman#jaime rogers#larry roquemore#andre tayir#robert e. thompson#gina trikonis#gus trikonis#eddie verso#yvonne wilder#choreography#jerome robbins#musicals#1960s#1961#vintage ads#retro#old hollywood#dancers#dancing
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Sharon Tate with star Robert Morse & his wife, Carol Ann D'Andrea, attend the premier of his hit film “How To Succeed In Business Without Really Trying” 1968
#sharon tate#robert morse#film premier#how to succeed in business without really trying#united artists#1968
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another moot asked for book recs the other day so i'm just gonna leave those recs here and also add some others, though I don't really read much of those genres:(
Hopscotch by Julio Cortázar;
Bestiary by Cortázar too;
The price of salt by Patricia Highsmith (the Carol book !! It can get a lil boring at times but I find it very comforting, jsjsjs)
The handmaid's tale by Margaret Atwood;
The thief of always by Clive Barker;
Artemis Fowl by Eoin Colfer (a cool series of books with magic and badass characters)
Wunderkind by D'Andrea G.L. (absolutely weird and insane book but the world was so entertaining). Kraken by China Miéville gave me similar vibes though I haven't finished that one.
The Trial by Kafka
Angelology by Danielle Trussoni
F2f by Phillip Finch (about a murderer, it's a bit retro now but it's good).
ABDUCTION BY ROBIN COOK. THAT IS LIKE SCI-FI. MYSTERY. IT'S SO ENTERTAINING. (sorry i'm excited bc i don't rlly read those genres but I remembered this book and went OHH PUTA MADRE ES BUENISIMO).
I need more book recommendations PLEASEEEE I’ve been in a reading slump :/ my favorite genres are science fiction/dystopian and mystery/thriller but I’m open to all genres!!!!!
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The 7 most fun moments of the NFL Draft, ranked
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From Reggie Wayne trolling Titans fans to Pete Caroll’s shirtless battle with D.K. Metcalf, draft weekend gave us plenty of things to talk about.
The 2019 NFL Draft gave us a fairly entertaining weekend. Sure, the players drafted during the event are the biggest stories, but we’re not here to talk about them. No, we want to highlight those little things that add color and character to make the draft more entertaining.
From chest bumps to #nice jokes, here’s a ranking of the seven most fun moments of the 2019 NFL Draft.
7. Odell Beckham yelling “Greedy” after Cleveland drafted Greedy Williams
The Browns traded up in the second round to select LSU cornerback Greedy Williams. That prompted new Browns receiver, and former LSU receiver, Odell Beckham Jr. to get on social media and record a video welcoming the newest Tiger to the team.
Grrrreeeeeeeedddyyy! | @Greedy : @obj pic.twitter.com/SYCwZ1INNd
— Cleveland Browns (@Browns) April 27, 2019
The video was just OBJ yelling “Greedy!” over and over again, but it was great to see him get excited about someone from his alma mater getting drafted to his team.
6. Reggie Wayne trolled Titans fans in Nashville
There was a long list of former players who took to the podium to announce picks, but none of them were as entertaining as Reggie Wayne. In the heart of Titans country, Wayne talked big trash to the fanbase of the Colts’ longtime AFC South rival.
Or, if you look at it through Wayne’s eyes, it wasn’t much of a rivalry at all.
Reggie Wayne shows up to announce the Colts pick: "I know you not booin'. C'mon Tennessee. Y'all played the Colts 20 times in 10 years and you done won three games." savage pic.twitter.com/msVVAn49fm
— Christian D'Andrea (@TrainIsland) April 26, 2019
The best part about Wayne’s speech is that he wasn’t even exaggerating. The Titans are indeed 3-17 against the Colts in their last 20 matchups.
5. Josh Scobee gave us a nice moment with the 69th pick in the draft
One of the nicest moments of the draft was when former Jaguars kicker Josh Scobee announced the 69th pick in the draft.
The Jaguars selected Josh Oliver, a tight end from San Jose State, and Scobee made sure to give a quick pause after he said it was the 69th pick in the draft.
With the game on the line, @JoshScobee10 delivered like he always does. pic.twitter.com/RZz04jdr3S
— Big Cat Country (@BigCatCountry) April 27, 2019
Nice, Josh Scobee. Nice.
4. Christian Wilkins tried to chest bump Roger Goodell
No one made a bigger entrance into the NFL than new Miami Dolphins defensive tackle Christian Wilkins. After Wilkins’ name was called by Roger Goodell, he showed off his enthusiasm by hitting Goodell with a surprise chest bump, almost knocking the commissioner over.
Christian Wilkins with the mid-air, Roger Goddell chest bump might be the best moment of the draft so far pic.twitter.com/d7MwZUsVDn
— Aaron Torres (@Aaron_Torres) April 26, 2019
Even though his life flashed in front of his eyes, Goodell had to feel good about someone being that happy to see him — especially considering how loudly he gets booed at the draft.
Wilkins is known for having good, wholesome fun. His excitement at the draft was just the next extension of that.
3. Dwayne Haskins called his shot
One day before the draft kicked off, Dwayne Haskins pleaded to his future team to also take one of his receivers from Ohio State — Parris Campbell, Terry McLaurin, or Johnnie Dixon.
Whatever team picks me I just need one small thing, just one. ☝️ please pick one of my guys for me! @YoungKing_JD5 @TheTerry_25 @PCampbell21 you won’t regret it
— Dwayne Haskins, Jr (@dh_simba7) April 24, 2019
Haskins was eventually drafted by Washington with the 15th pick, and it didn’t take too much longer for his new team to grant his request. In the third round, Washington drafted McLaurin, who could end up being one of the steals of the draft.
We going upppp @TheTerry_25 it’s a rap #HTTR
— Dwayne Haskins, Jr (@dh_simba7) April 27, 2019
According to McLaurin, Haskins might have had some behind-the-scenes influence to help him land in Washington.
McLaurin said he and Haskins discussed a potential reunion in the pros on Thursday night: "He told me that he was going to push them to draft me. So much can happen on draft day, I didn't necessarily put too much merit into it. But I thought it was a possibility." #Redskins
— Tarik El-Bashir (@Tarik_ElBashir) April 27, 2019
Haskins asked for one of his guys and Washington delivered. That was pretty cool to see.
2. Nick Bosa called Kyle Shanahan “my guy”
No player was more relaxed on draft night than Nick Bosa. When the 49ers called to tell him they were taking him second overall, he answered the phone with a cool “Yooo.” Then when general manager John Lynch passed the phone to head coach Kyle Shanahan, Bosa greeted him with a hilarious, “What’s up my guy?”
Come for Nick Bosa calling Kyle Shanahan “My guy,” STAY for Nick Bosa’s voice cracking in the most absurd fashion you’ve ever heard (via @49ers) pic.twitter.com/Sy6UadEub9
— 12up (@12upSport) April 26, 2019
He sure did act comfortable with the organization. It would seem that Bosa had known for a while where he was going to play professional ball.
1. Pete Carroll took his shirt off in a meeting with D.K. Metcalf
We’re cheating a bit here because this pick didn’t actually happen during the draft, but this might be the best thing to be revealed from the weekend.
When D.K. Metcalf met with the Seahawks at the NFL Combine, a Seahawks scout convinced Metcalf to come into the meeting shirtless. That’s strange enough on its own, but Pete Carroll upped the ante by taking his shirt off to match Metcalf’s energy.
Just gonna leave this one here......@PeteCarroll @dkmetcalf14 pic.twitter.com/TKMWJJ0IQK
— Seattle Seahawks (@Seahawks) April 27, 2019
This was just the beginning of a relationship that culminated with the Seahawks drafting Metcalf at the end of the second round.
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WEST SIDE STORY (1961) - Carole D’ Andrea, Russ Tamblyn at the dance with The Jets and their girls.~~~~
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The Jets
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