#calcio prima categoria
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sardies · 2 years ago
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L'Alghero chiama a raccolta i tifosi
Sabato alle 15 i giallorossi ospiteranno il Castelsardo. Esordio casalingo per il nuovo acquisto Fermina (more…) “”
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primepaginequotidiani · 2 months ago
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PRIMA PAGINA Nuova Ferrara di Oggi domenica, 22 settembre 2024
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vecchiorovere · 1 month ago
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"Tre anni prima di lasciarmi orfano del tutto, mia madre si era rassegnata. Sia al fatto che con la licenza media la mia carriera scolastica si era conclusa, e pazienza visto che per tirare avanti serviva un’altra busta paga, anche se modesta; sia alla constatazione che la mia passione per il pallone era davvero troppo forte. Addio collegi, addio preti, addio fughe: mi trovò un posto da apprendista, avevo quattordici anni, e stava a me cercare il modo di conciliare il calcio con il lavoro, e con gli orari di allora che non erano flessibili come quelli di adesso.
Continuando a vivere a Leggiuno, andai a giocare a tre chilometri da lì, nel Laveno Mombello, dove cominciai a far gol con una certa frequenza. Ho riletto di recente che ne segnai 66 in due campionati, la categoria era modesta ma io ero davvero agli inizi. Mi assunsero alla Slimpa, una fabbrica di ascensori con sede al mio paese, un���ottantina di operai, il cui proprietario, il cavalier Fasani, era dirigente del Legnano. Il mio posto di lavoro era un tornio di meccanica, la specializzazione le bottoniere da ascensore. Quante ne ho fabbricate, quante ne ho montate. E per quanto tempo ho odiato gli ascensori ogni volta che ci salivo." (Gigi Riva, tratto da "Mi chiamavano Rombo di Tuono")
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curiositasmundi · 7 months ago
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[...] I cittadini americani si son resi conto della truffa ai loro danni e non ritengono tollerabile un genocidio compiuto in loro nome e a loro spese. Ma è tutto l’Occidente ad avere le mani sporche di sangue e da decenni. L’Europa vende armi e a priori sostiene Israele che in molti ambiti è inspiegabilmente trattato come un membro dell’Unione. Il banale fatto, ad esempio, che le squadre di calcio israeliane partecipano alle coppe europee non ha nessun senso. Israele è in Medio Oriente, in un altro continente. L’Europa adotta vergognosamente un doppio standard. L’esistenza della Palestina viene istituzionalmente ignorata dai paesi europei che nel frattempo nel mondo non hanno esitato a bombardare in nome della democrazia e dei diritti umani, mentre ad Israele hanno sempre concesso tutto facendo spallucce anche davanti a palesi violazioni del diritto internazionale. Questo grazie alla potenza della lobby pro Israele, grazie a rigurgiti di antichi sensi di colpa come nel caso delle grottesche posizioni tedesche ma anche grazie a tanta ipocrisia e conformismo. Da sempre chiunque in Occidente alzi la testa ed osi criticare la politica israeliana viene accusato a vanvera di antisemitismo e rischia la carriera. Per emergere nella politica e nel giornalismo e in tutte le posizioni pubbliche che contano, bisogna farsi un giro in sinagoga. Quasi tutti i primi ministri di paesi come l’Italia, ad esempio, sono storicamente corsi a Gerusalemme al muro del pianto prima di entrare a Palazzo Chigi. Prassi dalle ragioni storiche anche comprensibili ma che col tempo sono state manipolate ed hanno assunto tutt’altro senso. In Europa cresciamo a pane ed olocausto e ricordiamo di continuo quelle indegne atrocità, ma lo facciamo come se l’umanità non ne avesse compiute di molte altre. Un feticismo della memoria che col tempo è degenerato in propaganda politica. Non si può dire una parola contraria ad Israele senza venire accusati di odiare gli ebrei. Ma l’antisemitismo non c’entra nulla, gli ebrei soffrono dell’odio da parte di una minoranza di ignoranti fanatici come del resto lo soffrono tutte le altre minoranze religiose e culturali. L’antisemitismo è figlio di una vomitevole ignoranza ma che anima tutte le forme di discriminazione. È inaccettabile l’odio verso gli ebrei come è inaccettabile odiare chiunque e lo è ancora di più se si tratta di un odio che nasce da superficiali generalizzazioni di categoria e stupidi stereotipi. Ma l’antisemitismo non centra assolutamente nulla, è solo una delle tante leve con cui la lobby pro Israele ha trascinato il mondo fino a questo punto, rendendo di fatto le democrazie occidentali complici del genocidio in corso a Gaza come in tutta la Palestina. E da anni, non da mesi. [...]
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abr · 1 year ago
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Il wokismo – scrive Renée Fregosi (*) – è un’ideologia totalitaria: si appropria di tutti i campi dell’attività umana e distorce la realtà in vari modi. (...) Il corpo occupa un posto centrale: è il primo punto di partenza della logica di vittimizzazione sistematica che è il motore del wokismo. Il colore della pelle è messo in rilievo per denunciare ciò che i wokisti definiscono la “razzializzazione” dei non-bianchi, ossia le discriminazioni, oppressioni e violenze esercitate ai loro danni “in maniera sistemica” da quelli che a loro detta beneficiano del “privilegio bianco”. La differenza di sesso (...) è messa in discussione a beneficio del “genere” che distingue il maschile dal femminile principalmente attraverso l’apparenza (...), vestimentaria in particolare. Il velamento del corpo delle donne, benché patriarcale, viene rivendicato contro una presunta “islamofobia” (...). L’ossessione wokista trasforma (anche) il corpo degli sportivi in uno dei suoi terreni di gioco privilegiati. (...) Il delirio woke raggiunge nello sport il suo punto più alto, mandando nel panico le federazioni sportive che reagiscono in maniera disordinata. Lo scorso marzo, la Federazione internazionale di atletica leggera (World Athletics) ha deciso di escludere dalle prove femminili le donne transgender che “hanno attraversato la pubertà maschile”, ritenendo “insufficienti le prove che le donne trans non abbiano vantaggi sulle donne biologiche”. Indignata, l’atleta francese nata uomo Halba Diouf ha immediatamente denunciato questa decisione sul quotidiano sportivo L’Équipe. Quanto ai (sedicenti, ndr) atleti intersessuali (ermafroditi o di sesso indeterminato alla nascita), come la sudafricana Caster Semenya, devono d’ora in avanti mantenere il loro tasso di testosterone sotto la soglia di 2,5 nmol/L per ventiquattro mesi per poter concorrere nella categoria femminile (...), fatto che essi giudicano come una misura “discriminatoria”. (...) La Federazione internazionale di nuoto ha annunciato nel giugno del 2022 che voleva creare una categoria per le nuotatrici transgender divenute donne post pubertà (come l’americana Lia Thomas), al fine di riservare le categorie femminili alle donne di nascita e eventualmente alle transgender divenute donne prima della pubertà. Nel calcio, i regolamenti cambiano a seconda dei paesi.  Anche nel ciclismo le posizioni sono varie e cambiano in tutti i sensi. I britannici, per esempio, dichiarano che l’atleta transgender Emily Bridges non era “ancora” autorizzata a concorrere in un campionato nazionale. La questione agita tutto il mondo sportivo, e in particolare gli sport di combattimento.  (Traduzione di Mauro Zanon) (*) Filosofa e politologa francese, Renée Fregosi, con un passato da militante del Mouvement de libération des femmes (Mlf) e Partito socialista, ha scritto “Les Nouveaux autoritaires. Justiciers, censeurs et autocrates” (Éditions du Moment).
via https://www.ilfoglio.it/il-foglio-internazionale/2023/09/11/news/l-ossessione-woke-trova-nello-sport-uno-dei-suoi-terreni-di-gioco-privilegiati-5664212/
IL DELIRIO. E noi siamo costretti a perderci del tempo.
Ah, sempre a proposito di sport, che dire poi quella francese (giornalaia o ministro? Boh) che ha definito la HAKA neozelandese in corso di Mondiali di rugby, "atteggiamento maschlista e violento". Manco più le popolazioni indigene sfuggono al melting pot omogeneizzante del siamo quello che desideriamo essere (non nel senso motivazionale, in quello "fisico" proprio).
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ufficiosinistri · 1 year ago
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Bruno Barba - "Ma quale DNA?"
“Ma quale DNA” è un saggio scritto da Bruno Barba che ha uno scopo ben preciso: quello di screditare e affossare qualsiasi teoria evoluzionista presente nel calcio, atta a portare un peggioramento della qualità culturale e comunicativa di narrazione e giornalismo. Il termine specifico oggetto della critica da parte di Barba, docente di antropologia, è, appunto, “DNA”. Parlare di DNA in uno sport nel quale, come sosteneva Socrates, “può vincere anche il peggiore”, risulta un’operazione anacronistica, che assume intrinsecamente concetti razzisti, che vengono così trasfigurati nello sport più mutevole e intriso di socialità, rivoluzione, rispetto ed accettazione di tutti i tempi. Frasi come “Questa squadra ha la vittoria nel DNA” oppure “questa società ha carattere” non hanno motivo di esistere quando si tratta di raccontare, mediante studi  empirici, o più modernamente con storytelling e messe in scena televisive, uno sport creato dagli uomini e da essi continuamente plasmato, come se vivesse in uno stato di continua evoluzione interiore.
Non esiste  infatti, in primo luogo una “maniera” di giocare a calcio: Sacchi, per esempio, si ispirò al modello olandese per arrivare a far giocare come prima punta il sardo Virdis, e pretese fortemente l’acquisto  dell’emiliano Ancelotti dalla Roma, dando vita ad un modulo studiato per poter competere con le squadre di quel preciso periodo storico e sociale. Allo stesso modo, ci viene raccontata l’Italia del 1982, che fu capace di prendere le distanze dal calcio di Pozzo, il calcio “da alpini”  delle due Rimet vinte di fila e in grado di trovare aperture e spazi, alla faccia della costante retorica del catenaccio all’italiana.  
In “Ma quale DNA”, le parole come “sincretismo” e "partecipazione" hanno maggior valenza rispetto agli slogan che vengono continuamente  diffusi dai social e da una maniera di raccontare il calcio troppo spinta verso la celebrazione delle vittorie e delle imprese sportive del singolo, più  che nei confronti degli uomini nella loro collettività, con i loro pregi e i loro difetti, che le hanno compiute.
Il calcio non viene descritto come materia minore rispetto ad altri sport, soprattutto quelli che esaltano in modo più spiccato l’individualità : dal giocatore di terza categoria all’amatore, dalla vecchia gloria che sta finendo la carriera in Serie D al giovane promettente di qualche cantera europea, tutti vengono posti sullo stesso piano, grazie ad una ricerca socio-antropologica esaustiva e rivelatrice, frutto dell’immensa cultura e dell’estremo interesse scientifico che il docente alessandrino mette a disposizione dei propri lettori.
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Stiamo parlando di un testo accademico e di tutt’altro che facile lettura, ma estremamente necessario, soprattutto per capire cosa significhi veramente parlare di calcio moderno. Essendo appena uscito, grazie alla lungimirante opera di Battaglia Editore, “Ma quale DNA” esamina ogni sfaccettatura antropologica del gioco del pallone, arrivando a parlarci degli ultimi Mondiali, disputati in Qatar, partendo dall’Homo Ludens di Huzinga per poi arrivare a Pavese, Gianni Brera e al Basaglia di “da vicino nessuno è normale”.  Perché il calcio, come gli uomini, è un fenomeno fluido, come fluida è la società nella quale prende vita e viene giocato ogni giorno, sul campetto di periferia come nelle grandi arene sportive.
Scrivere, raccontare e parlare di calcio dovrebbero essere, secondo Bruno Barba, pratiche veicolanti per trasmettere un’esperienza e, successivamente, interpretare i fenomeni che ne derivano. Saper descrivere il calcio per poi poterne parlare, saper individuare le cause tattiche per poter commentare un’azione sono operazioni che vanno ben più in là rispetto all’abbruttimento del linguaggio calcistico al quale siamo ormai da decenni abituati. Stiamo parlando di vera e propria fenomenologia, che non si scaglia a priori contro modernità e cambiamenti, in una retorica nostalgica ed ancorata al passato, me che ne entra a far parte in modo quasi naturale e descrittivo.
Raramente ho trovato un saggio calcistico che, in modo così naturale, eviti scontate sussunzioni e scada in effimere narrative nostalgiche per raccontare questo gioco. Se ovunque possiamo giocare a pallone, allora ovunque e a chiunque possiamo raccontarne le storie.
“Esiste una contraddizione di fondo tra il desiderio di formulare articolate teorie sui massimi sistemi calcistici e l’evidenza di alcuni fatti: se al novantesimo minuto della finale mondiale 1978 l’olandese Resembrink, invece che colpire il palo, avesse indirizzato la palla qualche centimetro più in là, sarebbe cambiata la storia di quella squadra arancione, dell’Albiceleste, e chissà persino il destino dell’Argentina e della sua infame dittatura.”
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nocerinalive · 2 months ago
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SPORT NOCERINI|ATLETICO NUCERIA... IL NUOVO GIRONE 2024/2025
In data 19 Settembre 2024, l’ASD Atletico Nuceria, tramite i suoi canali social, ha comunicato che prenderà parte al Girone G di Prima Categoria Campana per la stagione calcistica 24/25, affrontando (in ordine alfabetico le elencherò): Atletico Bellizzi, Atletico San Valentino, Cava United, Città di Fisciano, Città di Montoro, Club Gioventù Tramonti, Fidelis Agro, Giffonese, Lavorate Calcio,…
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messinacalcio · 2 months ago
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Serie C, novità per le Under 23: possono retrocedere!
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La FIGC ha introdotto modifiche significative per le squadre Under 23 in vista della stagione di Serie C 2024/25. Confermando la possibilità per queste formazioni di ottenere la promozione in Serie B, il nuovo regolamento ha introdotto un’importante novità: la possibilità di retrocedere nei campionati dilettantistici, un cambiamento che amplia le opzioni rispetto alle stagioni precedenti. Secondo quanto stabilito dalle nuove regole, «la seconda squadra potrà essere promossa in Serie B al termine della stagione 2024/2025, ma non potrà mai giocare nello stesso campionato della prima squadra né partecipare a una categoria superiore». Sebbene le previsioni iniziali non diano la Juventus Next Gen tra le favorite per la promozione, il cammino è ancora lungo e, come spesso accade, saranno i risultati sul campo a determinare il destino delle squadre. Per coloro che vogliono seguire l’andamento delle squadre nel corso del campionato e avere una panoramica completa, le quote scommesse calcio oggi offrono utili indicazioni sui pronostici e sulle prestazioni attese delle varie squadre. Proseguendo nell’analisi delle nuove regole, emerge che, per la prima volta, è prevista la possibilità che le seconde squadre retrocedano nel campionato dilettantistico di Serie D. «Se la seconda squadra retrocederà al termine della stagione, potrà iscriversi al campionato di Serie D per il 2025/2026, con la possibilità di essere ripescata in Serie C, seguendo le procedure previste per le formazioni Under 23», si legge nel nuovo regolamento. Il regolamento fornisce indicazioni precise anche sulla composizione delle squadre: «La seconda squadra potrà schierare un massimo di 26 giocatori, di cui soltanto quattro nati prima del 1° gennaio 2002. Tutti gli altri dovranno essere nati dopo il 31 dicembre 2001». Un ulteriore limite riguarda i calciatori che non abbiano trascorso almeno sette stagioni in un club affiliato alla FIGC, i quali possono essere inseriti nella distinta di gara solo fino a un massimo di sette. Per garantire un corretto equilibrio tra prima e seconda squadra, i giocatori delle Under 23 non potranno essere inseriti nella lista dei 25 calciatori della prima squadra di Serie A né avere disputato più di 50 partite nel massimo campionato. Tuttavia, è permesso lo scambio di calciatori tra le due formazioni, purché nel rispetto dei limiti di presenze. Infine, per quanto riguarda le fasi finali della stagione, playoff e playout, ci sono restrizioni specifiche. Solo i calciatori che hanno preso parte ad almeno 25 partite della seconda squadra durante la regular season potranno essere impiegati. Per i giocatori tesserati dal 1° gennaio 2025, basteranno invece 12 presenze. Anche in questo caso è prevista una deroga: i calciatori che non hanno raggiunto il numero minimo di presenze possono comunque essere schierati nei playoff o playout, a condizione che non abbiano disputato alcuna gara con la prima squadra in Serie A durante la stagione in corso. Un’altra restrizione riguarda la Coppa Italia: le seconde squadre non possono partecipare alla competizione riservata alle squadre di Serie A, ma possono invece prendere parte alla Coppa Italia di Serie C. Queste modifiche regolamentari segnano un importante passo avanti nella gestione delle seconde squadre, aprendo nuove opportunità ma anche imponendo nuovi limiti per mantenere l’integrità delle competizioni professionistiche. Read the full article
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notiziariofinanziario · 2 months ago
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Totò Schillaci, idolo di Italia 90, è morto a 59 anni.
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Il calcio italiano dice addio a Totò Schillaci, si è spento a 59 anni dopo aver combattuto il cancro, che nelle ultime settimane aveva fatto aggravare le sue condizioni. Veniva dalla serie B ma, toccato dalla grazia del pallone, giocò e segnò da fuoriclasse: sei le sue reti in quel torneo. All'Italia non bastarono a vincere il titolo, ma furono sufficienti per quell'attaccante con movenze da videogioco, diventò un idolo: con i suoi occhi spiritati e le braccia alzate al cielo ha rappresentato il sogno di quelle notti di mezza estate. La nazionale guidata da Vicini arrivò terza tra tanti dubbi e polemiche, eliminata a Napoli in semifinale dall'Argentina di Maradona: Schillaci però si aggiudicò i titoli di capocannoniere e di miglior giocatore della competizione. Se i rimpianti segnano il calcio italiano per quell'avventura mal condotta su molti fronti, lui invece ne era esente a tutto tondo: "Da piccolo sognavo di fare il calciatore e, insieme a questo, ho realizzato tutti i miei desideri: per esempio, giocare nella Juve. Mi sarei accontentato di poco, invece il calcio mi ha dato tutto: fama, vittorie, denaro" aveva raccontato qualche tempo fa in una intervista. Nato a Palermo il'1 dicembre 1964, dopo aver mancato il passaggio alla squadra della sua città per pochi milioni di lire, Schillaci, che giocava nell'AMAT, fu acquistato dal Messina nel 1982, quando doveva ancora compiere 18 anni. Dopo aver segnato 11 gol complessivi nelle sue prime 3 stagioni, ne fece altrettanti nella quarta, contribuendo in maniera decisiva alla promozione dei siciliani in Serie B. Nella categoria cadetta, guidato da Franco Scoglio, giocò per altre tre stagioni, segnando 13 gol nel 1987-1988 e addirittura 23 nel 1988-89, quando fu capocannoniere con Zdenek Zeman in panchina. Fu quella stagione a lanciarlo nel calcio che conta, verso la Juventus che lo acquistò per 6 miliardi di lire. Già dalla prima stagione diventò titolare realizzando 15 gol in 30 partite di campionato. Contribuì in maniera decisiva alle vittoria del club bianconero in Coppa Italia e in Coppa Uefa. Queste ottime performance convinsero il ct Azeglio Vicini a convocarlo per il Mondiale del '90. Schillaci cominciò dalla panchina come riserva di Carnevale. Nella seconda metà del secondo tempo dell'incontro di apertura contro l'Austria il match è ancora 0-0. Totò entra in campo e dopo quattro minuti segna di testa il gol che permette agli azzurri di vincere la partita. Inevitabilmente, Schillaci diventa titolare dell'attacco italiano con Roberto Baggio e segna in tutte le successive gare giocate dagli azzurri. Insomma, diventa il simbolo di Italia '90. Ma nelle stagioni successive la sua stella si eclissa. Comincia a segnare sempre meno, tormentato anche da una separazione da giornali scandalistici con la prima moglie Rita Bonaccorso: in una partita contro il Bologna, minaccia il giocatore avversario Fabio Poli dicendogli "ti faccio sparare". Alla fine della stagione 1991-1992, con l'arrivo di Gianluca Vialli in bianconero, Schillaci trovando sempre meno spazio aveva lasciato il club torinese. Era passato quindi all'Inter per 8,5 miliardi di lire, segnando in due stagioni 11 gol in 30 partite e partecipando al vittorioso cammino nella coppa Uefa dei nerazzurri, pur se aveva lasciato il club nell'aprile del 1994. Trasferimento in Giappone allo Júbilo Iwata dove diventa il primo calciatore italiano a militare nel campionato nipponico. Nel 1997 vince con la sua squadra la J. League, ma subisce anche un serio infortunio che lo relega definitivamente lontano dai campi di gioco, fino al ritiro ufficializzato nel 1999. Appesi gli scarpini al chiodo Schillaci torna a Palermo dove, nel 2001 si candida come consigliere comunale con Forza Italia. Eletto, si è dimette dopo un paio d'anni. Nel 2004 partecipa al reality "L'isola dei famosi" e nel 2008 prende parte al film "Amori bugie e calcetto" insieme ad altri ex calciatori. Nel 2011 interpreta il ruolo di un boss mafioso in una puntata di "Squadra antimafia - Palermo oggi". L'anno dopo fa un cameo in un episodio della serie "Benvenuti a tavola - Nord vs Sud". Con Andrea Mercurio, nel 2016, pubblica l'autobiografia "Il gol è tutto". Nel 2019 s'improvvisa rapper e partecipa al singolo "Gli anni degli anni" dei 78 Bit. Nel 2021 prende parte come concorrente al programma televisivo "Back to School", nel 2023 in coppia con la moglie Barbara, arriva in semifinale nel reality "Pechino Express": scampoli di popolarità per uno che in un'altra semifinale, nel 1990, era stato capace di far sognare più di 27 milioni di telespettatori. Read the full article
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alessandro54-plus · 2 months ago
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Follia ultrà: scontri a colpi di spranghe, mazze e sassi alla partita di Prima categoria. Cosa è successo
Martedì, 17 settembre 2024 articolo: https://www.leggo.it/italia/cronache/ultras_scontri_prima_categoria_san_pancrazio_bagnocavallo_spranghe_sassi_calcio_oggi_17_9_2024-8359107.html Un episodio sconvolgente durante una partita di un campionato dilettante La partita di calcio tra San Pancrazio e Bagnacavallo giocata nel pomeriggio di domenica 15 settembre, valido per il campionato di calcio di…
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m2024a · 3 months ago
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Sharon Verzeni, i testimoni che hanno incastrato il killer Moussa Sangare: «Quella notte lo abbiamo visto, ci ha fatto una smorfia, era strano» «L'unico rimpianto è non aver potuto fare qualcosa per salvare Sharon Verzeni. Se fossimo stati più vicini al luogo dell'omicidio, forse avremmo potuto salvarla». Così a Repubblica due ragazzi (italiani di origine marocchina, riporta il quotidiano) di 25 e 23 anni che hanno dato un aiuto decisivo ai carabinieri nell'identificazione dell''uomo in bicicletta". Cosa è successo quella notte Raccontano di quella notte: «Io mi sto allenando per il titolo italiano di kickboxing, lui gioca a calcio in prima categoria. Quella sera eravamo usciti come al solito molto tardi per allenarci. Era più o meno mezzanotte, eravamo a Chignolo vicino alla farmacia e davanti al cimitero dove ci siamo fermati per fare delle flessioni. A quel punto sono passati due nordafricani in bicicletta, poi un terzo. Lui ci è rimasto impresso, perché era un po' strano. Aveva una bandana in testa e un cappellino, uno zaino e gli occhiali. Ci ha fissato a lungo e poi ci ha fatto una smorfia. Non lo avevamo mai visto prima». Chi sono i testimoni «Abbiamo raccontato di quel ragazzo quando siamo stati chiamati in caserma. A un certo punto ci hanno fatto anche i complimenti perché ci ricordavamo tutto. Ora ci sentiamo orgogliosi per essere stati utili all'identificazione dell'assassino. Il rimpianto che ci resta è non aver potuto fare qualcosa per Sharon. Non essere stati più vicini a via Castegnate. In quel caso forse avremmo potuto salvarla. Magari l'assassino ha visto una preda facile, come quei due ragazzini che voleva aggredire. Quando ha incrociato noi, invece, ci ha solo guardato male ed è andato avanti». «Noi - concludono - abbiamo avuto la cittadinanza da ragazzini, a 15 anni. Vogliamo far riflettere che se il killer è di origini straniere, lo siamo anche noi. Forse senza la nostra testimonianza sarebbe libero. Pensiamo di aver fatto il nostro dovere».
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primepaginequotidiani · 4 months ago
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PRIMA PAGINA Nuova Ferrara di Oggi martedì, 06 agosto 2024
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lamilanomagazine · 3 months ago
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Caserta: scoppia in campo una violenta rissa durante la partita di di calcio di Prima Categoria "A.S.D. Casapesenna" e "A.S.D. Mondragone City". La Polizia ha notificato 10 "DASPO"
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Caserta: scoppia in campo una violenta rissa durante la partita di calcio di Prima Categoria "A.S.D. Casapesenna" e "A.S.D. Mondragone City". La Polizia ha notificato 10 "DASPO". La Polizia di Stato di Caserta, nell'ambito delle attività di prevenzione e contrasto ai fatti violenti commessi in occasione delle manifestazioni sportive, ha notificato 10 provvedimenti di "DASPO", emessi dal Questore, nei confronti di calciatori e dirigenti sportivi delle squadre di calcio di Prima Categoria "A.S.D.... Leggi articolo completo su La Milano Read the full article
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siciliatv · 5 months ago
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Serie B: Palermo, gli obiettivi del calciomercato
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L’organico del campionato di Serie B 2024/25 è completo ed i 20 club si preparano alla nuova stagione. Sono diverse le big che puntano alla promozione, ad iniziare dalla tre retrocesse dalla massima serie: Frosinone, Sassuolo e Salernitana. A queste si aggiungono Sampdoria, Cremonese e Palermo. Sono le sei squadre al momento favorite sulla carta per il salto di categoria.   Il Palermo, dopo il sesto posto della passata stagione, punta a tornare nuovamente nell’elite del calcio italiano. Già lo scorso anno, per alcuni tratti, sembrava potesse lottare per i primissimi posti. Qualche sconfitta di troppo però ha permesso ai rosanero di doversi accontentare soltanto dei playoff, raggiungendo le semifinali ma eliminati dal Venezia, poi promosso in Serie A. La società ha deciso di rivoluzionare l’area sportiva, ingaggiando De Sanctis come direttore sportivo e Dionisi in veste di allenatore. L’obiettivo è chiaro, puntare alla promozione diretta.   Il club ha già individuato alcuni rinforzi di qualità, ad iniziare da Jari Vandeputte del Catanzaro. Il belga si è messo in luce con i giallorossi, segnando 9 gol e fornendo 14 assist in 36 gare. Il presidente calabrese Noto ha chiesto 4 milioni, mentre il Palermo è arrivato fino a 3 milioni; filtra un cauto ottimismo sulla riuscita dell’affare. L’esterno sarebbe il primo colpo del mercato dei rosanero, un calciatore di qualità seguito anche da diversi club di Serie A. Anche i portali di scommesse sul calciomercato, confermano le probabilità di un esito positivo della trattativa. Le parti si risentiranno nei prossimi giorni, sembra possibile l’inserimento di contropartite tecniche nell’operazione per colmare il gap tra domanda e offerta.   De Sanctis è al lavoro anche per rinforzare la retroguardia. L’obiettivo numero uno è Gian Marco Ferrari, seguito dal Venezia. Il club rosanero sembrerebbe in leggero vantaggio, anche perché il giocatore ritroverebbe Dionisi che lo ha allenato al Sassuolo. In questo modo si andrebbe a sostituire Marconi in uscita.   Per il centrocampo il primo obiettivo resta Luca Mazzitelli del Frosinone. Morgan De Sanctis ha già avviato la trattativa con il club ciociaro che a sua volta ha fissato il prezzo del cartellino: 5 milioni. Per il mediano classe 1995 serve un ingaggio importante e un contratto pluriennale. La proprietà dovrà mettere mano al portafogli se vuole fornire al tecnico Dionisi, prima dell’inizio del ritiro, una rosa già in parte strutturata che possa lottare per la promozione diretta in Serie A. Read the full article
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delectablywaywardbeard-blog · 9 months ago
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Aggressione in tribuna, tre Daspo per tifosi Aek Crotone
Il Questore di Crotone ha emesso tre provvedimenti di Daspo a carico di altrettanti tifosi dell’Aek Crotone. I tre, in occasione dell’incontro di calcio “Aek Crotone-Scandale” gara valevole per il campionato di calcio di Prima Categoria Girone B Calabria, disputato il 19 novembre 2023 nello stadio “E. Scida”, si sono resi responsabili, all’interno del settore tribuna centrale, di…
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enkeynetwork · 1 year ago
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