#batuffolo
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ilragazzodallemanifredde · 16 days ago
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Non riusciva a parlare, come se le parole rimanessero intrappolate tra gola e corde vocali. Ogni tanto un brivido le percorreva la schiena, seguito da lacrime che non si fermavano mai davvero. Era così, bastava poco per capirla. Un dipinto semplice, a olio, senza tecniche sofisticate, ma pieno di vita e colori. La sua timidezza, la postura raccolta, trasmettevano una dolcezza delicata, come stringere tra le mani un batuffolo morbido e rendersi conto di quanto fosse piccolo e indifeso. Non servivano mezzi termini per descriverla. Lei era così, nella sua interezza: fragile, dolce, irrequieta, traboccante di emozioni. Aveva solo se stessa, stretta in tasca, e continuava a vivere con le forze prese in prestito. Non c’era giorno in cui si aprisse davvero a qualcuno. Non c’era giorno in cui smettesse di affrontare la sua realtà a denti stretti, nascosta dietro un sorriso.
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bitseventimes · 1 year ago
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vorrei prendere diodato e metterlo a dormire in una scatola di fiammiferi con un fazzoletto come coperta e un batuffolo di cotone come cuscino
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anonpeggioredelmondo · 9 months ago
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Ieri sera, tornando dal lavoro, ho incontrato nel vicolo dove c'è casa mia una signora che stava portando a passeggio un piccolo batuffolo di pelo che avrà avuto al massimo un paio di mesi di vita. Ho fatto l'errore di chinarmi per fargli un paio di coccole e di grattini, e il cucciolotto mi ha istantaneamente adottato e seguito fin sulla porta di casa, con grande imbarazzo mio e della signora che lo stava pascolando.
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situazionespinoza · 2 months ago
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Ricordo distintamente le mattine scure in cui mio osservavo assonnata mio padre prepararmi l'uovo sbattuto con tanto zucchero e un goccino di caffè, un'ombra alta che si confonde tra il profilo del frigorifero e il muro di piastrelle.
Mi ricordo anche che raramente mangiavo tutto quell'uovo sbattuto, che forse non mi è mai piaciuto. Nonostante siano passati più di 22 anni, ricordo anche la consistenza pastosa del tuorlo e lo sgranocchio dei granelli di zucchero sotto i miei denti da latte.
Mio padre mi preparava quell'uovo sbattuto ogni mattina, prima di accompagnarmi a scuola in macchina. Una volta, forse frequentavo la prima elementare, gli chiesi di fermarsi a un'edicola lì vicino per comprarmi uno yo-yo di gomma, di quelli che schiacciandoli tra le mani creavano delle bolle in cui galleggiavano pupazzetti di plastica. Le mie compagne di classe avevano collezioni strabilianti di questi yo-yo: rosa, a brillantini, che mostravano delfini o unicorni o bamboline. Quello che mi comprò mio padre era verde acido e, schiacciandolo, mostrava un occhio.
Ricordo di aver scoperto solo anni dopo che l'uovo sbattuto di mio padre aveva un altro nome, un nome ufficiale: zabaione. Ma quando racconto di mio padre che preparava questa colazione ogni mattina a una me sonnacchiosa e paffuta, non riesco proprio a chiamarlo zabaione. Quello di mio padre era l'uovo sbattuto.
Mi ricordo anche le nuotate al tramonto che facevo con mio padre in quel villaggio vacanze in cui trascorremmo 2 settimane dopo la morte di mia madre. Io - ovviamente - non sapevo nuotare e mi tenevo a galla dentro al mio salvagente rosa di Barbie. Ricordo che una volta trovai un ragno enorme nel bagno della nostra stanza e mio padre lo schiacciò senza battere ciglio. O anche che sul comodino accanto al mio letto avevo disposto ordinatamente tutti i ninnoli e le chincaglierie che mi trascinavo dietro ovunque andassi: un braccialetto di corallo, forse appartenuto a mia madre; un'icona di Padre Pio; un esercito spaventoso di peluche.
Ricordo anche tutte le volte che mio padre mi portava all'Auchan, spingendomi nel seggiolino del carrello lungo il reparto Giocattoli mentre io indicavo estasiata tutte le Barbie che volevo. Ne avevo tantissime, per due anni consecutivi mio padre mi comprò un sacco di Barbie: Schiaccianoci, Sirena, Principessa, Pattinatrice; e anche tutte le comparse del suo magico mondo matriarcale: Becky e le altre bambine amiche sue.
Una volta, forse di anni ne avrò avuti 4 o 5, mio padre si fece male al ginocchio. Abitavamo ancora a Sannicandro e mia madre era ancora viva e quel pomeriggio mio padre era seduto in bagno a disinfettarsi una ferita che forse si era fatto in cantiere. Io gli rimasi accanto e forse tamponai l'escoriazione con un batuffolo imbevuto di disinfettante. O forse mi limitai a mettergli un cerotto, non ricordo bene.
Ci fu anche l'episodio della ciabatta abbandonata, che straziò il mio cuore di bambina. Eravamo al mare, forse Santo Spirito, e mia madre era ancora viva ma era rimasta chiusa in casa mentre mio padre mi aveva portato giù a fare il bagno. Ero piccola, non sapevo nuotare, quindi rimanemmo insieme sugli scogli. Mio padre aveva delle ciabatte in plastica forse dell'Adidas e una si ruppe proprio quel giorno. Lui non si fece troppi problemi, la abbandonò lì in mare. Io piansi guardando quella ciabatta navigare alla deriva sospinta dalle onde, sola e inutile.
Ricordo perfettamente, invece, il giorno in cui mi arrabbiai con mio padre per qualche ragione che adesso mi sfugge. Mia madre era morta, lui aveva conosciuto quella che di lì a poco sarebbe diventata sua moglie. Io forse ero gelosa, ma di una gelosia innocente, si capisce: una madre che si uccide quando hai 7 anni inevitabilmente ti fa sviluppare qualche paura di essere abbandonata. Quel giorno mio padre mi portò da OVS e mi comprò 2 bustoni di roba inutile. Non c'era ancora stato il 2008, quindi probabilmente non spese nemmeno tanto. Ma, tornata a casa, fui travolta da un senso di imbarazzo e disgusto per me stessa che continua a bruciarmi ancora adesso.
Un ricordo bello, invece, è quello di quando avevo 8 anni e feci la Confessione. Mia madre era morta da un anno esatto o poco più. Per l'occasione, mio padre mi comprò delle Lelly Kelly a strappo azzurre. Dopo il sacramento, andammo a festeggiare insieme nella nostra pizzeria preferita nella foresta di Mercadante. Quel posto si chiamava "La Selva di Diana" e mi piaceva perché ogni tavolo era apparecchiato con tovagliette di carta su cui erano scritti tutti i miti che riguardavano la dea Artemide.
C'è stato un momento preciso in cui mi sono resa conto che i ricordi condivisi con mio padre erano giunti al termine. Era il settembre 2012, avevo compiuto da poco 16 anni ed ero sul pullman con la mia migliore amica del tempo. Un mese prima, il 2 agosto, eravamo state insieme a Roma per il concerto dei Placebo. Ci avevano accompagnato i nostri padri. Quel giorno di settembre eravamo appunto sul pullman quando la mia amica mi disse: "Sai cosa mi ha detto mio padre"? "Che ti ha detto?". Mi disse che mio padre aveva detto a suo padre che gli sarebbe piaciuto fare di nuovo una piccola avventura del genere "così posso trascorrere un po' di tempo con mia figlia".
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libero-de-mente · 1 year ago
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È arrivato un pacco da Amazon.
Un pacco piccolo e leggero, ordinato da mio figlio Daniele.
All'interno c'era il regalo di Natale per Alvin.
Una pallina illuminata che rotola e vibra automaticamente.
Avrebbe adorato quel gioco, ne sono sicuro.
Chissà quante volte lo avrei visto steso sul pavimento, mentre miagolando mi indicava che sotto un mobile si era infilato qualcosa. Con gli elastici dei capelli ne ha fatto una strage, tutti sotto i mobili con qualche centimetro di rialzo.
Un tempo sotto quei mobili lui ci si infilava, recuperava tutto.
Era un batuffolo di pelo.
Quando Daniele ha scartato il pacco e visto la pallina si è commosso, ha pianto.
La gatta Milly nella sua indolente indifferenza non mostra interesse a quel gioco. Anzi, si è appropriata del posto deve lui dormiva, come a ribadire che è lei l'unico felino della casa.
Sembra un affronto.
Qui ancora tutto parla di lui, qui ancora tutti ci chiediamo come sia potuto morire così.
Sentendoti dire "quando lo abbiamo dimesso non aveva nulla".
Ed era passata solo qualche ora.
Non ho pace.
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allecram-me · 6 months ago
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Sono cose semplici, richiedono pochissimo impegno. Litigo col mio mostro interiore, un batuffolo di piume e di catrame che mi suggerisce il senso della gogna quando mi trovo in difficoltà a prendere i mano i messaggi, controllare le mail, bloccare l’appartamento dove dormirò per un mese e mezzo, selezionare il volo. Dice che è impossibile che io non sia capace a fare neanche questo. Dice che ho un marchio, sono anormale, devo nascondermi. È un agosto che aveva promesso di ricordarmi che sono ancora una ragazzina ed invece è un agosto triste per tutti, desolato senza giuste ragioni, a parte le mie. Perché io invece ho ragione, il mostro aspetta che mi giri per mangiarsi via le tessere del puzzle, in modo da farmi dimenticare del quadro. Non mi dimentico chi sono, ma mi dimentico quello che vale. Come risvegliare Valerio dal coma sorridendogli sulle guance. Come partire, scappare, prendermi cura di tutto. Come non avere un posto dove stare. Come i pacchi ancora a terra che mi aspettano quando ritorno. Come la morte che stiamo sfiorando ancora, e le parole più crude del mondo, ti amo, ti amo, ma non ce la faccio più. Il lavoro appeso al collo, ed io che lo respiro pure, senza altro amore.
Non pretendo niente da nessuno, ma cosa cazzo voglio da me stessa?
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ssensucht · 9 months ago
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ho adottato un nuovo batuffolo di 7 anni.
la cosa mi riempie il cuore in un modo che non so descrivere, allo stesso tempo sono devastata. piango da tutta la mattina, la mia gatta senza nemmeno averlo ancora visto mi soffia ed è arrabbiata con me.
quella con Penelope è una relazione di co-dipendenza. credo che io e lei saremmo in grado di trovarci in ogni vita e universo possibile. in ogni mondo alternativo raccoglierei quella minuscola pallina e la stringerei a me. la sua esistenza mi ha cambiato la vita. vederla così mi distrugge, non merito il suo amore o il suo perdono e sono sul punto di chiamare la persona da cui l’ho preso per dirle “non ce la faccio, è troppo difficile per me.”
allo stesso tempo questo musetto sdentato ha bisogno di me, solo di me.
lei è nell’altra stanza delusa e tradita, io sono con lui che piange ogni volta che viene lasciato solo.
essere sensibile alla sofferenza vuol dire che non dormirò per una settimana probabilmente.
wish me luck.
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jojobegood1 · 2 years ago
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GLI ANGELI BLU DI TERMOLI SALVANO BALOU, UN BATUFFOLO DI PELO ABBANDONAT...
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🇮🇹💘🐕💐 ÉNIÈME SAUVETAGE
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ildeltadivenereriva · 2 years ago
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‼️Un plug di metallo in taslia small ed un piccolo batuffolo di pelo rosa, formano Bunny Tail, adatto a chi ama i giochi di ruolo. Lo trovi anche sul sito ‼️❤️
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checolorehaunanimabruciata · 8 months ago
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ma sei un batuffolo
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pettirosso1959 · 18 hours ago
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-Era meglio morire da piccoli con i peli del culo a batuffolo che morire da grandi soldati con i peli del culo bruciati...
-Trita el giaz col cul... trita el giaz col bus del cul... sentirai la frescura fin ch'el giaz el giaz el dura...
------------------------------------- Ultime notizie: Il pranzo che doveva celebrarsi a fine incontro è stato portato nel corridoio e servito alla stampa!
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zettaistore · 3 days ago
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Sankodo - Eau de Ki - Travel Size 7ml La lozione Eau De Ki contiene piante medicinali asiatiche che la rendono adatta per tutte le pelli. Azione anti rughe e anti età Azione lenitiva ideale per rosacea e couperose Ultra idratante e Illuminante Pelle più luminosa e omogenea Lozione Eau de Ki, un elisir di bellezza che l’azienda Sankodo produce dal 1926 attraverso un processo di fermentazione che dura mesi, assimilabile a quello per produrre il sake (il tradizionale vino di riso giapponese).Eau de Ki è formulata dall'unione di 8 piante della medicina tradizionale orientale e 4 piante officinali occidentali. Un elisir che permette alla pelle di rigenerarsi naturalmente. "Perfezione e pulizia sono i concetti di Eau de Ki, un elisir di bellezza che contiene soltanto dodici ingredienti. Nel mondo è un cult, in Giappone esiste da ottant'anni, da noi arriva in questi giorni.” Eau de Ki si basa sul concetto di HO SHA che verte all'armonizzazione e normalizzazione dei flussi "Qi, sangue, acqua" alla base della medicina orientale. Le piante della Medicina Tradizionale Cinese (MTC) e Giapponese (Kampo) sono classificate e utilizzate in base ai loro benefici sull'organismo. L'Eau de KI non ha una data di scadenza. Funzione fitoterapica generale degli ingredienti: Estratto di giuggiole: attivazione delle cellule della pelle Estratto di Ginseng: favorisce il metabolismo Estratto di buccia di mandarino: favorisce la circolazione sanguigna Estratto di radice di peonia: promuove la circolazione sanguigna Estratto di rizoma di cnidio: favorisce la circolazione sanguigna Estratto di radice di mughetto: idratante Estratto di Reishi: idratante Estratto di Polypore per ombrellone: idratante A differenza dei comuni cosmetici, l'Eau de Ki viene imbottigliato dopo un lungo periodo di maturazione. Questo riduce il peso molecolare dei vari ingredienti sinergici e ne migliora l'affinità (permeabilità) con la pelle.Come i vini pregiati, anche l’invecchiamento dell’Eau de Ki prosegue dopo l’imbottigliamento. Pelli normali:Picchietta delicatamente il viso con un cotone imbevuto e lascia che l'elisir penetri nella pelle senza risciacquare. Pelli sensibili:Aggiungi due gocce di Eau de Ki su un cotone imbevuto d'acqua, strizzalo e passalo delicatamente sulla pelle. Rituale del corpo:Passa delicatamente un batuffolo di cotone imbevuto di Eau de Ki su tutte le parti del corpo e in particolare quelle che rivelano i segni dell'età come la scollatura, il collo, ma anche dove la pelle incline all'acne oppure sulle parti particolarmente secche come i gomiti e i talloni. Puoi anche applicare l'Eau de Ki sul palmo delle mani bagnate e toccare delicatamente tutto il viso e il corpo.
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noneun · 2 years ago
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Percezione sensoriale, coordinazione motoria, valutazione spaziale, ragionamento causale, capacità di pianificazione, cronostesia, apprendimento, flessibilità comportamentale, problem solving.
Tutto racchiuso in un morbido batuffolo di pelo.
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mybittersweet · 1 month ago
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Piccolo carino batuffolo di peli
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alonewolfr · 2 months ago
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Un gattino è un'arma letale travestita da morbido batuffolo di gioia.
|| Linda MacFarlane
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lumioluna · 5 months ago
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devo smetterla di stare sveglia fino a tardi e poi lamentarmi se la mattina sono un batuffolo scemunito (*un ciclo destinato a ripetersi per generazioni e generazioni*)
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