#Saïed
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13 août : la Journée de la femme en Tunisie
Le jour est férié en Tunisie. La date du 13 août correspond à l'anniversaire de la promulgation du Code du statut personnel en 1956. Ce CPS, voulu par le président de l’époque, Habib Bourguiba, est entré en vigueur le 1er janvier 1957. Ce code était le plus avancé à l’époque dans un pays musulman. Il abolissait la polygamie, créait une procédure judiciaire de divorce et prévoyait que le mariage ne pouvait être célébré qu'avec l'accord mutuel des deux parties. Ce code a ensuite été amélioré en 1993 en abolissant une partie du Code relative au devoir d’obéissance de l’épouse envers son mari. Le président Ben Ali a également révisé le Code de la nationalité, permettant ainsi aux mères tunisiennes de transmettre leur nationalité aux enfants nés hors de Tunisie, quelle que soit la nationalité du père. Cette mesure était sans précédent dans les pays à majorité arabo-musulmane de l’époque. La réforme de 1993 a également accordé la tutelle automatique des enfants à la mère en cas de divorce. Toutefois, elle n’a pas modifié le statut de la mère dans l’institution familiale, le mari étant toujours considéré comme le « chef ».
Le 13 août, la Tunisie célèbre la Journée nationale de la femme (اليوم الوطني للمرأة), mais cette journée se déroule toujours dans un contexte d’inégalité. Malgré les efforts des féministes et des militants des droits de l’homme, les femmes tunisiennes ne peuvent toujours pas accéder à l’égalité successorale (la part des frères est le double de celle de leurs sœurs). Kaïs Saïed, le président actuel, qui est en train d’imposer sa dictature au pays, y est formellement opposé. Depuis 1956, les mentalités ont, hélas, bien régressé à l’égard du statut de la femme tunisienne. La nouvelle constitution est moins laïque que la précédente et l’interprétation du Coran par Kaïs Saïed est bien plus conservatrice que celle de Habib Bourguiba dont on célèbre aujourd’hui l’action de manière rituelle.
Un article de l'Almanach international des éditions BiblioMonde, 13 août 2024
#Code du statut personnel#Habib Bourguiba#Zine el-Abdine Ben Ali#Ka��s Saïed#divorce#mariage#13 août#1956#Tunisie
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...s'il n'y avait que Lola...cette incapacité à constituer des dossiers et à les répéter comme je le fais depuis des années est une des choses qui empêche la situation de barbarie contre nos populations de s'atténuer à défaut de s'arrêter (vœu pieux). Sur mon Tumblr principal, qui est un site de photo (pour ceux qui me découvrent, je suis principalement photographe professionnel), vous pouvez cliquer sur "archives" puis "textes” et vous accédez (entre autres posts écrits) à une des seules bases de données et d'analyse (depuis 2 017) existant sur la criminalité et le terrorisme en France voire dans d'autres pays. Malheureusement je ne peux publier sur ce Tumblr qu'un 5e environ, voire un 10eme, de ce que je publie ici. C'est donc, principalement, ici que ça se passe, même si depuis deux mois il s'agit plus ici d'écriture sans rapports de faits criminels. Basile Pesso, 27 février 2 023 (Fb, avec twitt de Bruno Attal sur les déclarations du président tunisien Kaïs Saïed sur les migrants en Tunisie et le risque de remplacement ethnique)
#basile pesso#bruno attal#lola daviet#kaïs saïed#france#france...#tunisie#sujets de société#contenu original#journalistes#journalisme#journalistes indépendants#le cauchemar français#le calvaire français#ecrivains#ecrivains sur tumblr#fight hate#fight female violence#madness#sadness
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Altro giro, altro buco nell’acqua per la premier italiana, Giorgia Meloni, che da quando si è insediata a Palazzo Chigi ha deciso di dover diventare la trascinatrice di un’Europa (o meglio di un globo terracqueo) neghittosa verso il tema dell’immigrazione.
Dopo essersi trascinata al seguito la frastornata Ursula Von der Leyen, bisognosa di voti per una rielezione alla guida della Commissione Ue che pare sempre più a rischio, ieri Meloni è tornata in solitaria dall’autocrate tunisino Kaïs Saïed con un nuovo cesto di caramelle e dolciumi, solo per sentirsi rispondere che i dolci non piacciono al rais della sponda sud.
Sotterrati dall’indifferenza degli interlocutori, reali e immaginari, gli italiani hanno cambiato registro, avviando le scampagnate tunisine con Frau Ursula e altri premier europei a caso. Dopo varie promesse di aiuti comunitari, ahinoi sempre con robuste condizionalità, almeno viste dal versante di Saïed, ora Meloni torna da sola, e oltre alla faccia ci mette un po’ di soldi, rigorosamente italiani, con la promessa di fare lobbying pro Tunisi per far sbloccare gli agognati 900 milioni europei.
Meloni porta dunque a Tunisi 50 milioni per favorire gli investimenti nelle rinnovabili e altri 50 per finanziare linee di credito delle piccole e medie imprese tunisine, oltre a un non meglio definito “accordo quadro per la cooperazione su università e ricerca”, annunciando che a breve arriveranno quelli su Difesa e Cultura. Rigorosamente “su un piano paritario, non predatorio né paternalistico”, come recita il jingle.
In questa vibrante cooperazione, la richiesta minimale italiana a Tunisi resta quella di frenare l’immigrazione. Allo stato, pare del tutto improbabile che il sogno meloniano di creare in Tunisia un hotspot di filtro degli accessi verso l’Europa possa realizzarsi. Non diciamo “sul modello di quello albanese” perché quest’ultimo non è chiaro cosa sia esattamente, mentre i suoi costi diverranno sempre più chiari col passare dei mesi.
ADDIO SOGNI DI HOTSPOT
A questo riguardo, alcune ore dopo la partenza di Meloni da Tunisi alla volta di Bruxelles, Saïed ha fatto emettere una nota ufficiale per ribadire che la Tunisia non ha alcuna intenzione di essere “destinazione o punto di partenza per immigrati irregolari”, quindi addio alla bolla di sapone di realizzare un hotspot. Ma Saïed ha anche espresso evidente insoddisfazione verso gli europei, che non battono colpi sulla “adozione di un approccio collettivo al tema dell’immigrazione e della lotta contro la tratta di esseri umani”, malgrado “i grandi sforzi fatti per prendersi cura dei migranti” da parte di Tunisi.
Che tradotto significa che i soldi europei non si sono visti, che gli europei medesimi possono comunque scordarsi le loro bizzarre condizioni di erogazione del denaro ma che, malgrado questa evidente mancanza di buona volontà europea, Tunisi è impegnata con le sue sole forze a espellere verso il deserto migranti subsahariani e sudanesi, fatti oggetto di campagne di razzismo presso la popolazione locale, incolpandoli della situazione economica del paese. Ma è chiaro che i mezzi tunisini sono limitati, e quindi può accadere che parte di queste persone destinate all’espulsione verso il deserto partano alla volta dell’Italia. Sigh.
Le missioni tunisine di Meloni hanno prodotto soprattutto un geniale format di comunicazione: le conferenze stampa senza giornalisti. Anche ieri è andata in onda la messa in scena, con tanto di podio e la statista che parla, preceduta da uno stentoreo “buonasera”, con tanto di sguardo panoramico e avvolgente verso l’uditorio immaginario.
So quello che state per obiettare: “ma tu davvero pensi sia possibile, per la sola Italia, raddrizzare situazioni del genere?”. Ovvio che non lo penso. Quello che tento di farvi capire sono essenzialmente due cose: che il cosiddetto Piano Mattei altro non è che il reimpacchettamento mediatizzato e propagandistico di fondi per la cooperazione che ogni governo occidentale usa da decenni; e poi, che questa scatola vuota ma incartata con nastro luccicante viene usata a fini interni per permettere di affermare che “Meloni cambia verso all’Europa”. Perché lo ha detto anche “la prestigiosa rivista Time”, che Giorgia è tra le cento persone più influenti al mondo, mica pizza e fichi.
MISSIONE IN SAHEL
Dopo di che, affidiamoci a realismo e cinismo, incluso quello che porta gli occidentali a chiedere udienza alle giunte golpiste africane centro-occidentali di Niger, Mali e Burkina Faso, appoggiate da russi e cinesi. Sono atti necessari per limitare danni profondi, dopo la cacciata dei gendarmi francesi e con ogni probabilità anche quella degli americani dalla regione.
E infatti l’Italia vi partecipa, per provare a presidiare un corridoio di transito migratorio che rischia di avere conseguenze devastanti per l’Europa. Ad esempio, pare che le nostre truppe, uniche occidentali, riprenderanno la collaborazione e l’addestramento con i soldati nigerini. Per un motivo banale: che gli altri occidentali resteranno fermi parecchi giri, visti i pregressi. Poi, possiamo anche dirci che lo facciamo perché la giunta golpista ha promesso che, prima o poi, tornerà nelle caserme e la democrazia di rito subsahariano tornerà a fiorire. Manca uno straccio di roadmap ma chi siam noi per essere diffidenti, dopo tutto? Forse è questo, l’unico vero Piano Mattei. Ce lo faremo bastare, in caso.
Non siamo educande, quindi, ma sporchi realisti. Solo, per quanto possiamo sforzarci, ci risulta sempre più difficile berci la propaganda di colei che voleva i blocchi navali, sui quali è stata ovviamente fraintesa.
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Fucking grim man.
#tldr tunisian president and authorities using white supremacist 'great replacement' arguments#about black people who live in tunisia and are apparently 'replacing' the country's demographics#just vile stuff.#racism#antiblackness#tunisia#pol
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spanish and italian forenames + imperial names from tes BUT excluding "c"
Abia Abio Adalmus Adestra Adeus Adinalgo Aeldo Affaugius Agaría Agranus Agrazmina Alano Alatus Albianus Alda Alens Aleonio Alibontus Almonto Alogan Alorixa Altergia Alvuras Amad Amedeon Amis Amius Amonto Ampellier Ampetia Amuentia Andolanda Anel Anisulvius Annius Anno Ansomo Antin Antio Antutus Aqualus Aquedelio Arant Ardeó Ardia Arettor Argalto Ariade Arianassia Arilis Arinianso Ario Ariolridio Artereno Asavetia Aseufra Asino Aspoe Astavia Atian Atinia Auitia Aula Aurena Autrettia Avidexessa Avliselia Axista Bales Banoden Baria Barlana Barnasia Barrus Belio Bene Beno Benza Bereantus Beromo Bettinory Bilibuela Binarinius Bius Blanna Bralata Brolia Brus Burio Buropito Dagdalo Delanta Delemuna Delles Dellifora Deto Dilla Ditus Dolatlius Domelia Domelius Domete Dominus Dorebeles Dorne Durio Dynnes Dyntio Edelf Edus Elan Eldo Ellotrama Elsanto Elvallizón Elvinius Emenius Enaberia Enirix Enna Entisyn Eudeón Evulazio Famus Fanonus Faurius Faurtartez Faus Fauz Fediamatán Felioratia Felius Felivadreu Felus Fergio Fina Finus Firnix Flodiana Florlo Flotus Forio Frai Fregia Frenus Fria Frolda Fula Fuldiel Galvinada Gandano Gasta Gatta Gavidius Gedinio Gelino Gemasatte Gematelius Gentas Gertius Gidir Gidius Gilia Ginesús Gius Granta Grarlo Grieliz Grio Gualda Guas Guid Guistus Gumbris Hallayesta Halo Hand Hardoreix Helsabio Heon Heralkira Hetta Heyka Holamirela Honton Horelus Hoslav Humbría Iana Ibertastia Idia Idon Ifinoelien Ilius Iloran Imuri Intitor Inus Ioneladré Irarlasmo Isme Jagnato Jairia Jamo Jand Janer Jangem Jazionsel Jesto Jivus Joaquenata Joarrina Jona Jori Jortus Jorughelus Josmarlia Julana Jullia Jèria Kinieto Kyleonanus Laida Lammalag Latefere Laula Leatluili Leiuluina Leke Lenkno Lent Liatino Lius Llia Loia Lorus Lottoutus Lowey Lupelior Luptus Luís Lyntap Madamí Madelina Maldo Malia Malius Malvilyron Manus Mard Mari Marianya Marilus Marno Marter Martinul Masius Matras Mele Meliano Menia Mermila Mestàlia Metus Mina Minguro Mino Miraida Mirente Mirmio Miro Miros Moninaus Monis Mèlo Nampio Nattius Naza Neptus Neso Netus Nexillo Nius Nolsonás Nrina Nèssia Odius Olarro Onamitia Onattillo Orestinus Orintina Oriutragus Ortumus Ortus Otela Otta Ovitus Paninian Pario Passa Pasó Patavitius Pedus Pela Pele Pelinatino Pena Peregintas Pergínius Perieria Pertus Phas Pino Pisera Pitxena Plana Ples Plidius Polark Ponelib Pontomia Prey Prius Quellael Quillodian Quimidera Rada Raien Raitzaria Raleso Ratrolor Razia Rebart Refusiania Reino Releo Rellus Rendrievir Renrilvia Rien Rionia Rius Rome Rosenus Roton Rouiel Rovadius Sabrun Sairgido Salda Salio Sandel Sano Sansio Santeleme Sarin Saus Saïes Seborine Segonius Selius Sena Seniello Senta Seonteria Serisanas Sertus Servaledra Sida Sidón Siliust Sillia Sillin Simel Simpaola Siomar Sirana Sius Spona Spurus Styr Syle Tandant Taria Tatrodiner Teiuldo Teleda Telirgia Teodo Teppelmia Tergeon Testín Tianleno Tius Tizio Toro Trestra Ulata Ulius Ulivius Unesdrius Uxaoleta Vadio Vald Valix Vallus Valmonela Valo Valois Vanes Vanta Vardorger Vartittia Vatro Vavrus Veran Verandol Veron Vetrubol Vianaïr Vida Viduvelis Vina Vius Vivisabia Vlanunia Vlippa Voduvius Volo Walx Whisenus Xangio Xaolça Xoano Xothes Xulavia Yana Yoena Yourio Ysimireno Yvermia Yvettián Zèfiantes
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Pháp ký thỏa thuận tài trợ 200 triệu euro cho Tunisia
Pháp ký thỏa thuận tài trợ 200 triệu euro cho Tunisia
BNEWS Thỏa thuận tài chính sẽ được dành riêng để hỗ trợ ngân sách nhà nước Tunisia, như một phần của việc thực hiện chương trình cải cách của chính phủ nước này. Ngày 19/11, tại đảo Djerba, Bộ trưởng Kế hoạch và Kinh tế Tunisia Samir Saïed và Bộ trưởng Ngoại giao kiêm phụ trách các vấn đề châu Âu của Pháp Catherine Colonna đã ký một thỏa thuận tài chính trị giá 200 triệu euro. Bà Colonna đã ký…
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Observation électorale en Tunisie : La curiosité Selom Klassou
Le dimanche 06 octobre 2024, les Tunisiens étaient aux urnes pour élire leur Président. Au terme du scrutin, le Président sortant Kaïs Saïed est donné, sans surprise, vainqueur. Pour cette élection considérée par certains acteurs comme un « faussé en faveur de M. Saïed » avec des challengers « faire-valoir », l’Union Africaine avait dépêché une mission composée de 40 observateurs. La mission est…
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Tunisia: A Case Study of Sovereign Risk on the Edge
In a world filled with global events, Tunisia has recently captured international attention following the re-election of President Kaïs Saïed. The former outsider, who rose to power in 2019 promising a break from a decade of political stagnation and economic inertia after the Arab Spring, now faces a second term fraught with challenges. The re-election of Saïed, with a staggering 90% of the…
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KAÏS SAÏED, LE "ZEMMOUR TUNISIEN" BIENTÔT RÉÉLU ? LES ENJEUX DE LA PRÉSI...
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Présidentielle en Tunisie: le président Kaïs Saïed réélu à une majorité écrasante de 90,7%
En Tunisie, l’Instance en charge d’organiser la présidentielle a annoncé, ce lundi 7 octobre, la victoire du président sortant Kaïs Saïed, avec 90,7 % des voix. L’Isie a également indiqué le taux de participation de 28,8%, soit le plus fort taux d’abstention à une élection présidentielle depuis 2011. Les deux autres candidats, Ayachi Zammel et Zouhair Maghzaoui ont obtenu respectivement 7,35% et…
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Tunisie : Kaïs Saïed réélu avec 90,7% des suffrages (officiel)
Le président sortant Kaïs Saïed a remporté avec 90,7% des voix l’élection présidentielle de dimanche, a annoncé l’autorité électorale Isie ce lundi 7 octobre. Le taux de participation s’est établi à 28,8%, a aussi indiqué l’Isie, soit le plus fort taux d’abstention depuis l’avènement de la démocratie en 2011. Les deux autres candidats, Ayachi Zammel […]
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23 janvier : le jour de l’abolition de l’esclavage en Tunisie
La Tunisie est fière d’avoir été l’un des tout premiers pays au monde à avoir aboli l’esclavage, elle l’a fait en 1846 soit deux ans avant la France. Seuls, Haïti, l’Argentine et le Royaume-Uni l’ont précédé. Elle est donc le premier pays arabe à avoir pris cette décision, bien avant le Maroc (1922), l’Arabie saoudite (1963) ou la Mauritanie (1981).
La commémoration, en revanche est récente et de meure discrète. C’est le 23 janvier 2019, que le président tunisien, Béji Caid Essebsi, a annoncé la création d’une Journée nationale de l'abolition de l'esclavage (اليوم الوطني لإلغاء الرق). Ce jour férié n’est pas chômé mais la célébration permet chaque année de rappeler une réalité bien occultée de la Tunisie ancienne.
Décrétée le 23 janvier 1846, par Ahmed Bey, l'abolition de l'esclavage avait toutefois été précédée par une interdiction de vente d'esclaves dès 1841 et de la décision, en 1842, que tout enfant né à Tunis, était libre.
Les esclaves, comme ceux qui ont été déportés en Amérique où aux Antilles par les Européens, provenaient principalement de la traite africaine qui arrivait en Tunisie par le Sahara. Jusqu’en 1841, la Tunisie recevait un millier d’esclaves noirs chaque année, ils étaient appelés les Abid ou les Chouchen. Il y avait aussi des esclaves berbères, les Akli, provenant des razzias entre tribus, ainsi que des esclaves européens, capturés lors de raids sur les côtes méditerranéennes ou les prises de navires marchands, c’était les Mamelouk. Ces derniers représentaient 10 à 20% des captifs selon les époques. Certains ont eu des destinées singulières. La propre mère d’Ahmed Bey, le souverain qui a aboli l’esclavage, était une esclave sarde.
En Tunisie, il en reste des stigmates et des non-dits : aujourd’hui encore des enfants naissent avec les termes atig (affranchi) ou chouchane (« esclave ») accolés à leur nom. Une véritable stigmatisation dans un pays où les Tunisiens noirs ont encore du mal à trouver leur place, surtout depuis que Kaïs Saïed, le très autoritaire président actuel, par ses discours aux relents racistes, a lancé la chasse aux immigrés africains à qui l’Europe a fermé ses portes.
Les autorités tunisiennes veulent se débarrasser des migrants africains. Mais certains profitent de leur précarité soudaine en Tunisie pour les asservir. On assiste à un retour d’une forme d’esclavage encore courante dans les pays du Golfe : des femmes migrantes subsahariennes, à qui on a confisqué le passeport, sont aujourd’hui employées comme domestiques, contre leur gré et sans salaire.
Un article de l'Almanach international des éditions BiblioMonde, 22 janvier 2024
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En Tunisie, le président Kaïs Saïed enterre un peu plus les acquis de la transition démocratique
Source : lemonde.fr
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Dans les archives Afrimag.... Même Eric Zemmour de l’extrême droite la plus dure en France, voire les extrémistes danois ou néerlandais, n’auraient osé les propos orduriers que vient de tenir le chef de l’Etat tunisien lors d'une réunion du Conseil de sécurité nationale mardi 21 février, au sujet de «hordes des migrants clandestins» en provenance d'Afrique subsaharienne, qui, selon lui, seraient «source de violence, de crimes et d'actes inacceptables», insistant sur «la
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Comment l'UE sous-traite les violations des droits de l'homme en Tunisie
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Tunisie : nouvelle visite de Giorgia Meloni sur fond de lutte contre l'immigration irrégulière
La Première ministre italienne Giorgia Meloni s’est rendue en Tunisie mercredi, pour la quatrième fois en moins d’un an, pour y rencontrer le président Kaïs Saïed sur fond de lutte contre l’immigration irrégulière. Les deux pays cherchent à renforcer leur coopération alors que l’Union européenne bloque une partie des fonds destinés à la Tunisie dans le cadre du mémorandum signé en juillet…
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