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#Primo Ordine
comevolertibene · 10 months
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ps-ped-metod · 7 months
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CIBERNETICA
Scienza che si occapa di studiare i meccanismi di autoregolamentazione e di controllo di un sistema (che può essere naturale, sociale o artificiale). Si usa distinguere tra:
1. Cibernetica di primo ordine: studia i sistemi in sé senza confrontarli con l'osservatore.
2. Cibernetica di secondo ordine: studia i sistemi considerando anche il ruolo che l'osservatore assume nel descriverli e studiarli.
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ideeperscrittori · 1 month
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IL MIO DIFFICILE RAPPORTO CON LA TAC
Domani devo fare una TAC con mezzo di contrasto per il solito motivo: il simpatico Linfoma Non Hodgkin che ha deciso di entrare nella mia vita. E ho rispettato una tradizione. Ogni volta che devo svolgere questo esame, il mio coefficiente di imbecillità supera il livello di guardia.
L'altra volta ho dimenticato la borsa con i documenti sanitari alla fermata dell'autobus, ma il destino è stato misericordioso perché poi l'ho ritrovata. Stavolta ho fatto un'altra boiata, per fortuna senza conseguenze.
Ma andiamo con ordine.
Alcune settimane fa ho avuto la visita oncoematologica e mi hanno prescritto un'immensa quantità di esami, tra cui questa TAC.
Purtroppo i medici non me l'hanno prenotata nell'ospedale che mi ha preso in carico. Hanno detto: "Eh, a differenza di un esame tipicamente rivolto ai pazienti oncologici come la PET, la TAC non possiamo prenotarla noi, perché riguarda una platea molto più vasta. Devi pensarci da solo". Mi aspettavo che aggiungessero: "Niente di personale, amico". Ma so bene che non è colpa dei medici. La colpa è del sistema.
Insomma: l'ospedale mi ha preso in carico, ma non per la TAC. E sapete come funziona? Quando prenoti tu un esame con la ricetta, molte cose possono andare storte. Diventa un'avventura, un'impresa, qualcosa di rocambolesco. La tua missione è chiara: ottenere una data col Sistema Sanitario Nazionale in tempi possibilmente inferiori a un'era geologica.
Abito in provincia di Milano, ma ho fatto una ricerca estesa a tutta la Lombardia, perché ovviamente a Milano e provincia non c'era nulla. E mi è capitato un incredibile colpo di fortuna. Una data fantastica: 20 agosto in provincia di Bergamo, a mezz'ora di auto da casa mia. Forse si è trattato di una congiunzione astrale. Forse si è liberato un posto per una disdetta.
E veniamo alla boiata.
L'altra volta, prima della TAC, avevo fatto le analisi del sangue per misurare il livello di creatinina. Senza il valore della creatinina, ti rimandano indietro.
Questa incombenza è sempre indicata nei fogli riguardanti la preparazione in vista della TAC.
Stavolta li ho letti? Ma certo che no. Il motivo: "Li leggo il giorno prima, tanto sono le solite cose: stare a digiuno, eccetera".
Stamattina mi sono detto: "Tanto per scrupolo, controlliamo un po' quei fogli". E la terribile verità si è manifestata.
Leggerissimo attacco di disperazione: "Vuoi vedere che mi sono giocato qualcosa che somiglia alla vittoria della lotteria?".
A parte quel mirabile 20 agosto, ricordo date improponibili in province lontanissime. Qualcosa tipo: gennaio 2025.
In teoria, nel caso di date assurde, la TAC si può fare privatamente e chiedere un rimborso. Almeno credo. Ma questo significa altre menate, altri fastidi, altra burocrazia. Niente è paragonabile alla possibilità di risolvere tutto in 24 ore presentandosi a un appuntamento già fissato.
Beffa del destino: l'esame della creatinina è nell'elenco dei mille esami ematochimici raccomandati per il giorno prima della prossima visita ematologica. Forse l'esame è uscito dalla mia mente per questo. Nel mio cervello era programmato per il 28 agosto.
Ero sull'orlo delle lacrime.
Poi mi è venuta in mente un'opzione che in un primo momento avevo escluso.
Mi sono messo a riflettere: "Ho dormito poco questa notte, ma non ho mangiato nulla. Nemmeno un tozzo di pane o un cracker".
A volte in casa ci sono schifezze che sgranocchio di notte per l'ansia. È un'abitudine poco salutare, non prendete esempio da me.
Stavolta no. Armadio della cucina privo di snack. Frigo vuoto. Stomaco vuoto.
Sapete cosa significa?
Ho capito di poter fare l'esame della creatinina oggi.
Dubbio: "Ma otterrò il risultato in tempo?".
Mentre ci pensavo, sono uscito di casa. Non avevo alternative.
Ho fatto una corsa a perdifiato verso il laboratorio di analisi più vicino, perché non ho la macchina.
C'è un laboratorio nel paese in cui abito.
Altro dubbio: "Ma sarà aperto?".
Sono giunto a destinazione e ho scoperto che ha riaperto proprio oggi, dopo la chiusura estiva. Un po' di fortuna ogni tanto ci vuole.
Ho fatto la fila e ho spiegato la situazione.
La signora dell'accettazione è stata gentilissima: "Lei è ancora in tempo: ho prescritto l'urgenza. Risultati entro oggi". Io mi sono esibito in ringraziamenti sperticati e iperbolici: "Mi avete salvato la vita!". E la signora dell'accettazione: "Che bello, ogni tanto salviamo vite".
Quindi alla fine è andato tutto bene. Ho fatto l'esame della creatinina. Ho già avuto il risultato. Domani potrò fare la TAC.
E ora stiamo a vedere.
[L'Ideota]
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kon-igi · 8 months
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LA RABBIA È LA GUARDIANA DELLA TRISTEZZA CHE È FIGLIA DELLA SOLITUDINE
Metto in ordine alcuni dei miei tanti pensieri, frutto di riflessione e confronto, quindi perdonatemi se non vi suonano nuovi e andate oltre se vi paio ripetitivo.
Nella scala da mignolo contro lo spigolo a genocidio di Gaza - quest'ultimo termine ci tengo e ci terrò sempre a ribadirlo finché il Mossad non mi caccerà in bocca una granata stordente - esiste, ovviamente, un'ampia gamma di accadimenti, traumi ed emozioni negative che, a domanda diretta, chiunque risponderebbe essere accomunati da un'unica cosa...
IL DOLORE CAUSATO
Ora, lungi da me mettere il dito sul piatto della bilancia della vittima per far risalire quello del carnefice e dire che alla fine sono tutte vittime di qualcosa di più grande - molto spesso i numeri e lo squilibrio di potere non lasciano dubbio su chi subisce e su chi perpetra - ma la conclusione a cui sono arrivato riguarda quel dolore intermedio che non soffoca popoli nel loro sangue o non ostracizza i deboli e i fragili ma che è comunque meritevole di riflessione perché spesso ci fa focalizzare sugli effetti e quasi mai sulle cause.
Io non credo nella cattiveria intrinseca e volontaria - semmai credo proprio nel suo esatto opposto cioè che l'essere vivente cerchi istintivamente connessione e mutuo supporto - e quindi mi sono chiesto QUANDO È CHE UNA PERSONA DIVENTA 'CATTIVA' E PERCHÉ?
La risposta - per me soddisfacente ma nient'affatto detto lo sia per altri - mi è arrivata come al solito per vie traverse e in un modo che a molti farà storcere il naso perché il primo istinto di risposta sarà MA QUELLI SONO ANIMALI, INVECE NOI SIAMO ESSERI UMANI E QUINDI PIÙ INTELLIGENTI.... POSSIAMO DISTINGUERE IL BENE DAL MALE!
lol
A parte la battuta semplice e riduttiva ('conosco animali più intelligenti di molti uomini') la realtà dei fatti è proprio questa: la differenza tra noi e, per esempio, i cani c'è ma non è quella che crediamo noi e non poi così tanta.
Al di là di quel sottile rivestimento di raziocinio che forse ci permette di comprendere dei meccanismi di causa-effetto lontani nello spazio e nel tempo, noi e i cani VIVIAMO E CI COMPORTIAMO ESATTAMENTE ALLO STESSO MODO, CON LE STESSE DINAMICHE SOCIO-RELAZIONALI E, SOPRATTUTTO, CON GLI STESSI OBIETTIVI.
Questo l'ho capito grazie all'aiuto del mio amico @salfadog e, in particolare, con la lunga frequentazione di Cthulhu e Otto, i miei cani, che sono più che compagni o amici: sono la mia famiglia... individui, esseri viventi e senzienti che hanno emozioni molto più potenti e oneste delle nostre perché la presunta 'inferiore' evoluzione non li ha costretti a mascherarle sotto la presunzione della superiorità dell'intelletto.
I cani cercano inclusione nel branco, noi cerchiamo inclusione nel gruppo; loro cercano calore, affetto e contatto, noi la stessa cosa anche se la chiamiamo con altri nomi; loro cercano validazione e gratificazione tramite l'altro... e noi non aneliamo disperatamente alla stessa identica cosa?
Se credete che la Piramide di Maslow riguardi solo gli esseri umani
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è perché avete trattato i vostri cani - e molto probabilmente tutte le persone che non sono voi - come un qualcosa di esterno a voi e solo utile a voi.
I cani, come qualsiasi essere vivente, hanno bisogno di tutto ciò che è elencato, fino alla punta, solo che hanno modi e tempi diversi dai nostri.
Ma tutto questo discorso sui cani era utile 'solo' per arrivare al nocciolo del mio ragionamento, che è reso molto bene da una semplice immagine che rubo a @nusta e che è stata postata originariamente da @traumatizeddfox (thanks!)
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Non vi annoierò con lezioni di etologia cinofila (chi conosce la materia sa di cosa parlo) ma il concetto espresso - e che mi ha colpito come un pugno nello stomaco - è che alla fine è inevitabile, semplice e in certi casi utile parlare di PERSONA CATTIVA, soprattutto se ci dobbiamo occupare delle sue vittime, ma finché non ci interroghiamo sui motivi della sua 'cattiveria' (molto meno facile ma di gran lunga più utile per arrivare alla radice del problema) saremo destinati a limitarci a disinfettare col betadine il ginocchio in cui è piantato un chiodo arrugginito.
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isteric4 · 6 months
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ciao carissimi, in ordine ecco tutte le cosine sul quale non vi ho aggiornati:
-mi sono laureata con 106 su 110
-ho trovato casa e mi ci trasferisco il primo di aprile
-lavoro mega stancante ma in compenso bellissimo ambiente, persone stupende e posso mangiare torte e cupcake fino a scoppiare
detto questo vado a marcire nel mio letto
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unwinthehart · 1 month
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➡️E' USCITO IL REGOLAMENTO DI SANREMO 2025⬅️ - Ci saranno 24 Big e 4 Nuove Proposte - Il voto sarà composto da: televoto; voto di sala stampa, tv e web; giuria delle radio
1️⃣Prima Serata: tutti e 24 i Big si esibiscono. Vota la Sala Stampa. Saranno comunicate al pubblico le canzoni/Artisti nelle prime 5 posizioni in classifica, senza ordine di piazzamento.
2️⃣ Seconda Serata: 12 Big in gara. Voto al 50% Giuria delle Radio, 50% Televoto. Saranno comunicate al pubblico le canzoni/Artisti nelle prime 5 posizioni nella classifica di Serata, senza ordine di piazzamento. - 2 artisti delle Nuove Proposte, votano tutte le giurie & televoto. Chi vince accede alla quarta serata.
3️⃣ Terza Serata: 12 Big in gara. Voto al 50% Giuria delle Radio, 50% Televoto. Saranno comunicate al pubblico le canzoni/Artisti nelle prime 5 posizioni nella classifica di Serata, senza ordine di piazzamento. - 2 artisti delle Nuove Proposte, votano tutte le giurie & televoto. Chi vince accede alla quarta serata.
4️⃣ Serata delle Cover: ammesse tutte le canzoni, italiane o straniere, pubblicate entro dicembre 2024. Gli Artisti dovranno esibirsi insieme ad artisti loro Ospiti e saranno votati da tutte le giurie & televoto. L’Artista posizionatosi al primo posto della classifica sarà proclamato vincitore della Serata delle Cover (il voto non verrà sommato alle altre serate ai fini della vincita del festival). - Le 2 Nuove Proposte che hanno acceduto a questa serata si esibiscono votati da tutte le giurie & televoto. L'artista più votato sarà proclamato Vincitore della sezione Nuove Proposte.
5️⃣Quinta Serata: tutti e 24 i Big. Votano tutte le giurie & televoto. Il risultato di questo voto verrà sommato alle altre serate (esclusa quella delle cover) e saranno comunicate le prime cinque posizioni della classifica senza ordine di piazzamento. I cantanti si esibisiscono di nuovo o sarà riproposto un filmato dell'esibizione e si aprirà di nuovo il voto: votano tutte le giurie & televoto. Il risultato di questa nuova votazione sarà SOMMATO a quelli delle precedenti votazioni e si proclamerà vincitore.
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curiositasmundi · 5 days
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L’annullamento della sentenza di primo grado del processo per disastro ambientale “Ambiente svenduto” all’acciaieria Ilva, trasferito da Taranto a Potenza, quali che ne siano le motivazioni formali, equivale a un insabbiamento. Ai vecchi come me ricorda il 1972 quando, approfittando della morte di un uomo perbene qual era Luigi Bianchi d’Espinosa, Procuratore Generale di Milano, il processo per la strage di piazza Fontana fu trasferito a Catanzaro adducendo motivi di ordine pubblico e legittima suspicione. Ci sarebbero voluti 36 anni per arrivare a sentenza definitiva. A Taranto la giustizia si era mossa per tempo e motivi di ordine pubblico non se ne potevano accampare: la città semmai pare tristemente rassegnata alla violenza subita e al sistema di potere che ne ha lubrificato il perpetuarsi. C’è tanta povera gente spinta alla connivenza dal bisogno di qualche soldo pubblico. Ma è bastata l’ipotesi che vi fossero anche dei magistrati in servizio fra le innumerevoli vittime dell’avvelenamento nei quartieri limitrofi allo stabilimento per sostenere che le condanne del 2021 siano state comminate in assenza della “giusta serenità”. Sospesi dunque i risarcimenti previsti per 1.500 parti civili. Prescrizione in vista per gli imputati eccellenti. Un diffuso senso d’impunità che da Taranto si propaga all’Italia intera come pietra tombale, suggello dell’operato di una classe dirigente che dopo le malefatte dei Riva ha fatto ricorso a ogni espediente pur aggirare le ordinanze di sequestro degli impianti, si è consegnata in ostaggio alla multinazionale Mittal, dilapida risorse pubbliche e galleggia di rinvio in rinvio. Sprofonda invece un Paese il cui governo vara una legge apposita per mettere in galera i ragazzi nonviolenti di Ultima Generazione che denunciano il disastro ambientale. Ambiente svenduto? Taranto dimostra che il mercimonio in Italia conviene.
Gad Lerner - Quel senso di malessere che si diffonde a tutta l’Italia
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schizografia · 5 months
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Primo agosto (insomni nocte). Vorrei che i pensieri si succedessero in un libro come gli astri nel cielo, con ordine, con armonia, ma sciolti e staccati, senza toccarsi né confondersi.
Joseph Joubert
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tananaifanblog · 3 months
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Tananai ha fatto un'intervista che spacca.
Ci sono davvero tante cose che amo fare, mi vengono, per esempio in mente in ordine sparso, giocare (cioè vincere) a calcio balilla, mettere i dischi, guardare le serie tv e sì, anche scrivere i pezzi. Nulla di tutto ciò (con una porta semi aperta lasciata solo per il binge watching), tuttavia, è qualcosa che, sinceramente, farei volentieri ogni giorno della mia vita.
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Leggi l'intervista completa.
di CARLOTTA SISTI 15 NOV 2019
Al contrario, seppur con i dovuti “per ora” e “in questo momento della mia vita”, Tananai mi spiega, al 32esimo minuto della nostra chiacchierata, che gli piacerebbe moltissimo svegliarsi ogni mattina sapendo di poter andare a suonare la sua musica. E quando me lo dice, non trovo in quelle parole nulla di stucchevole, ma solo un messaggio onesto, di uno che sta raccogliendo i primi frutti della sua arte e nel più naturale dei modi se li sta gustando tutti. Ora, facendo un passo indietro, Alberto Cotta Ramusino, classe 1995, di Cologno Monzese, non mi sembrava proprio il tipo da intervista classica, forse per alcuni riferimenti nei suoi testi e nei suoi video che mi hanno fatta più che sorridere (no spoiler, vi tocca leggere), forse per la faccia che ha, un po’ stropicciata e che ti immagini incurvarsi facilmente al primo accenno di noia. Così, come recitava l’unica vera serie tv italiana che è “Boris”, ho smarmellato qua e là, quindi non troverete domande sul perché ha chiamato il suo ultimo singolo “Calcutta” (quarto uscito per Sugar), ma sul perché, sempre in quel pezzi, ha deciso di citare proprio Cambiasso, quello sì. 
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vintagebiker43 · 1 year
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La dedica di una via di Grosseto a Giorgio #Almirante autorizzata dalla Prefetta di Grosseto (che è anche la moglie del ministro Piantedosi) celebra un signore definito da Giorgia Meloni: «Politico e patriota d’altri tempi, stimato da amici e avversari. Amore per l’Italia onestà, coerenza e coraggio sono valori che ha trasmesso alla Destra italiana e che portiamo avanti ogni giorno. Un grande uomo che non dimenticheremo mai» . Come è ben noto, Almirante prima di essere a lungo segretario del Movimento Sociale Italiano (la cui fiamma mussoliniana arde ancora nello stemma di Fratelli d'Italia, e che ebbe come presidenti criminali di guerra come Junio Valerio Borghese e Rodolfo Graziani), era stato segretario di redazione della fascistissima «Difesa della razza» (sulla quale scrisse, tra l’altro, «che in fatto di razzismo e di antigiudaismo gli italiani non hanno avuto né avranno bisogno di andare a scuola da chicchessia» , rivendicando un ben triste primato), oltre che, da gerarca della Repubblica Sociale, «servo dei nazisti» e «fucilatore di partigiani»: ‘titoli’ la cui legittimità fu sancita da una sentenza passata in giudicato in un processo per diffamazione incautamente innescato da una querela dello stesso Almirante. E bisognerà ricordare che il pubblico ministero che per primo chiese il proscioglimento dei due giornalisti (Carlo Ricchini e Luciana Castellina) era Vittorio Occorsio, poi ucciso dai terroristi neofascisti di Ordine Nuovo .
Tomaso Montanari
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luigidelia · 6 months
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Una bella notizia, cari, sputo il rospo tutto insieme. Non avevo ancora scritto niente su questa novità ma a questo punto il viaggio è cominciato e bisogna pur attirare le energie positive: SONO STATO NOMINATO CONSULENTE PER LO SVILUPPO DELLA NUOVA BIBLIOTECA DI BRINDISI, IL MEDIAPORTO. E il prossimo 22 marzo con un convegno si inaugurano i lavori per la creazione di un OSSERVATORIO DI INNOVAZIONE CULTURALE ED EDUCATIVA ATTRAVERSO LA "NARRAZIONE" E L'ARTE.
Voilà. Una piccola rivoluzione, sì. Una bellissima notizia: una biblioteca e un centro di ricerca sulla povertà culturale attraverso la narrazione. Tutto insieme. All’adrenalina del palco ora si affianca un’energia ancora diversa. E credo che mi toccherà cercare un nuovo centro di gravità "errante".
Il MediaPorto - Biblioteca di Brindisi è uno spazio multifunzionale ristrutturato con il progetto della Regione Puglia Community Library. Qualche anno fa il progetto vincitore lo scrisse Simonetta Dellomonaco e ora una cordata di istituzioni e persone speciali sono davanti a me a tirare la slitta, per dirla alla Zanna Bianca: Luigi De Luca per i #polibibliomuseali della Regione Puglia, Emilia Mannozzi, per il Polo di Brindisi, Toni Matarrelli per la Provincia di Brindisi, Giovanni Luca Aresta per #santateresaspa che di quella slitta ora tiene con energia nuova le redini in mano, il Teatro Pubblico Pugliese e un'infinità di persone laboriose che poco alla volta sto scoprendo dietro le quinte di questo luogo prezioso come l’ossigeno.
Il MediaPorto - Biblioteca di Brindisi comprende sale studio (già affollate dalla riapertura!), un auditorium, una biblioteca ragazzi, una caffetteria di prossima apertura, sale convegni, spazi di co-working e mille altri spazi fisici e immateriali che saranno dedicati ai nuovi media, al cinema, ai libri, alle mie tanto amate storie. Ma soprattutto, e qui batte il cuore, a creare uno spazio dove il potenziale creativo delle ragazze e dei ragazzi del territorio possa trovare nutrimento. Il più alto possibile. E nel massimo rispetto della sovranità e dei mondi intoccabili dei ragazzi. Chi mi conosce può capire a cosa mi riferisco.
Cominciamo il 22 marzo alle ore 17 in rete con le scuole di ogni ordine e grado della provincia, l’ufficio scolastico provinciale, le reti scolastiche più prossime, la ASL, il Comune di Brindisi (il cui sindaco Giuseppe Marchionna ha dato avvio a tutto questo prima di diventare primo cittadino), la consulta provinciale degli studenti, il consiglio comunale dei ragazzi, le reti più virtuose della città (guarda caso la nomina è arrivata da un bando dove come concorrenti eravamo tutti amici cari di mille progetti svolti in città e dintorni) e lo facciamo con un convegno che apre il percorso per la creazione di un OSSERVATORIO DI CONTRASTO ALLA POVERTA’ CULTURALE ED EDUCATIVA ATTRAVERSO LA NARRAZIONE LE ARTI. Il Convegno è aperto a tutti. Muove un primo passo significativo del progetto culturale che vorrei nascesse in questo luogo.
Ho piantato letteralmente migliaia di alberi (erano i tempi che dai miei spettacoli nascevano i progetti di forestazione partecipata) e ho ben chiaro che il bosco nasce solo quando arriva un’esplosione ormai irrefrenabile dalla Terra, dalla Pancia. Quando l’ego, colui che vuole piantare, “io”, ha fatto, forse, quello che doveva fare e poi si è tolto di mezzo. Qui voglio fare questo: ariamo un poco il terreno insieme e quando sarà il momento, se lo sarà, togliersi di mezzo e qualcosa nascerà da sola. E non sappiamo nemmeno che forma avrà.
Che dire? D’ora in poi vi racconterò anche di questo luogo che si chiama Mediaporto di Brindisi. Ovunque siate fra poco potrà valere la pena venire a trovarci. Ah, dimenticavo: l’Osservatorio che sta nascendo si chiama MINISTERO DEI SOGNI. Vi piace? <3 (In una foto io e Carolina in uno dei boschi, vero Antonio…)
Ecco il programma del convegno del 22 marzo, h 17, vi aspettiamo. Contattatemi. Cerchiamoci. ---
Mediaporto di Brindisi 22 marzo 2024, ore 17.00
MINISTERO DEI SOGNI Osservatorio d’innovazione culturale ed educativa Convegno d’apertura
Saluti istituzionali
Introduce Giovanni Luca Aresta, Amministratore Unico di Santa Teresa S.p.A. Loredana Capone, Presidente del Consiglio della Regione Puglia Toni Matarrelli, Presidente della Provincia di Brindisi Giuseppe Marchionna, Sindaco di Brindisi Emilia Mannozzi, Direttrice Polo-Biblio Museale Brindisi Angela Tiziana Di Noia, Dirigente Ufficio Scolastico Provinciale
Interventi e contributi
Luigi D’Elia, Consulente per lo Sviluppo del Mediaporto e coordinatore dell’Osservatorio Gaia D’Argenio, Presidente della consulta provinciale studentesca di Brindisi e Coordinatrice Regionale Luigi De Luca, Coordinatore Poli Biblio Museali della Regione Puglia Rosetta Carlino, Dirigente ICS “Cappuccini” Brindisi - Coordinatrice Rete delle Scuole che promuovono la Salute per la Provincia di Brindisi Mina Fabrizio, Dirigente ITT “Giorgi” Brindisi - Scuola Polo per la formazione Ambito PUGLIA BR 11 Diego Caianiello, Sindaco del CCR Brindisi Consiglio Comunale dei Ragazzi di Brindisi Maria Rita Greco, Dirigente ASL Settore psicologia clinica e pedagogia dell'età evolutiva Lucia Portolano, Dirigente scolastica Coordinatrice de Tavolo docenti per l’educazione ambientale e i “diversi” linguaggi Modera gli interventi Luigi D’Elia
Info: 0831 544301 - [email protected] Si raccomanda l’Iscrizione al link: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSeCQzKzUy5S_gjj5wzWxZCstD2nGm25fIiuBUgnHvvrN8k8yA/viewform?usp=sf
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turuin · 4 months
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Fotodump così, tanto per fare. Sono stanco, questa è la verità. Di una stanchezza per la quale non c'è rimedio. Ho passato un paio d'ore a letto a sonnecchiare, nel tardo pomeriggio, quasi desiderando di averlo fatto per tutta la giornata.
Recentemente, ho acquistato tre giochi, quasi d'impulso.
Dread Delusion, su Steam. Praticamente vaporwave Morrowind. E' un gioco di ruolo retrò, in prima persona, ambientato in un mondo fluttuante conseguentemente a un evento catastrofico che ha reso la terra, sotto, inabitabile. In questo mondo, i popoli si sono ribellati agli dei viventi con cui avevano stretto patti millenari (spesso estremamente cruenti) uccidendoli, e domina un ordine apostatico che da la caccia a coloro che, in segreto, tramano per resuscitare queste divinità occulte.
Skald: Against The Black Priory, su GoG. Un gioco di ruolo estremamente retrò, pesantemente ispirato alla serie di Ultima e ai tempi d'oro del C64 e dell'Amiga500. Grafica retrò, meccaniche aggiornatissime, storia fin qui splendidamente lovecraftiana e ricca di spunti interessanti.
Wizardry: Proving Grounds of The Mad Overlord, sulla Switch. Un remake del primo, primissimo dungeon crawler della storia. Senza Wizardry non sarebbe esistito alcun gdr a turni in oriente o in occidente, Dragon Quest incluso. Un party di avventurieri pre-impostato o creato da zero deve sfidare un labirinto discendente che cambia sempre, pieni di segreti, mostri e trappole - morire spesso, altrettanto spesso essere rimpiazzati o resuscitati.
Perché questa riflessione sui miei acquisti compulsivi? Di me si sa che non resisto ai giochi di stampo retrò: sono sempre stato un fan dell'emulazione software e ho iniziato a videogiocare proprio a metà degli anni '80, per cui questo è esattamente il mio orticello. Ma al netto di ciò, e tornando piuttosto al mio stato di salute fisica e mentale:
Dread Delusion illustra bene il senso di smarrimento in un mondo alieno, le cui regole sono ormai campate per aria, e nel quale persino il rapporto tra umano e divino viene rimesso in discussione; le isole su cui è ambientato, le Oneiric Isles, già fin dal nome rendono omaggio alla sua qualità fluttuante ed evanescente, come un sogno. Dread Delusion, in pratica una illusione spaventosa; la paura, dread, non sconvolgente e orrorifica, ma sottile e insinuante, come camminare in un mondo in cui ogni passo è sospeso sul baratro di un abisso infinito. Una bella metafora per un mondo fatto di incertezze ad ogni svolta d'angolo.
Skald, con il suo mostrare la degenerazione mentale di una intera isola, in un mondo fantasy, ad opera di divinità cosmiche provenienti da ben oltre le più remote galassie, ricorda quel concetto tanto caro al solitario razzista di Providence: l'essere umano non è altro che una minuscola particella di polvere in confronto alla orribile, tremenda e implacabile vastità delle forze all'opera nell'universo. Eppure, queste particelle si agitano, combattono (a suon di willpower) e resistono alla loro sottomissione. Come piccole fiammelle in un buio che ingoia tutto, tranne loro. All the world's darkness can't swallow up a single spark, cantava Nick Cave, dopotutto. Una bella metafora per ricordarsi che quando l'orrore è estremo e sembra insuperabile, bisogna sempre fare un tiro salvezza su forza di volontà.
Wizardry, è un labirinto infinito. Non manca di momenti sciocchi (ed io ne sono più che lieto: vedeste i nomi che ho dato ai membri del party...) ma rimane una bella metafora del capriccio dei potenti nel quale (ancora una volta) rimangono invischiati i poveri avventurieri. Che, spesso soccombendo ma tornando sempre alla carica, mappando una casellina per volta, una stanza per volta, un segreto per volta, scendono di livello in livello. Perché, alla fine, ciò che ci salva non è il lignaggio, non sono le risorse economiche, non è l'amicizia coi potenti; ciò che ci salva è la perseveranza, perché chi ci domina, ricco e fiero, seduto sulla propria montagna di ricchezze ingiustamente accumulate, ha dimenticato cosa possa voler dire annaspare nel buio, torcia in una mano e spada nell'altra. Noi, no. E annaspiamo, si, ma una casella dopo l'altra facciamo ciò che per i nostri oppressori è ormai inaccessibile: ci superiamo, miglioriamo, ci evolviamo. E un giorno arriviamo alla fine del labirinto, e i suoi muri ci crollano intorno: non ci sono più segreti da scoprire, e i giochi sono fatti.
Sono stanco. Spesso indebolito, ancora più spesso molto demotivato. Ma sono un giocatore, fin dalla più tenera età. E, perdonatemi, ma ai miei tempi il ragequit non aveva ragione di essere. Si insisteva fino alla fine, e la fine non c'è finché non è finita.
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nusta · 4 months
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Questo weekend ho fatto una delle cose che mi ero ripromessa di fare più spesso, anzi due: passare del tempo con le mie amiche di persona e dedicare di nuovo attenzione all'antropologia, che dopo la tesi ho messo un po' troppo in disparte.
Con la mia vecchia compagna di studi siamo andate a seguire degli incontri a Pistoia, organizzati proprio sul tema dell'antropologia dell'alimentazione, sulla cultura e sulle retoriche del cibo, sulle pratiche e i miti più o meno recenti che gravitano intorno alla cucina e alla produzione di ciò che mettiamo a tavola. Bellissimo *_*
Purtroppo siamo riuscite a stare solo una giornata su tre, e abbiamo perso uno degli interventi che avremmo voluto seguire di più, ma non si può avere tutto (e proprio la "temperanza" era uno dei concetti cardine di uno degli interventi che abbiamo ascoltato, quindi abbiamo cercato di contenere la delusione u_u)
Questi sono i miei appunti sparpagliati rimuginati tra ieri e oggi, in attesa di rimettere ordine nei miei pensieri:
* Sullo Sprecometro di Andrea Segrè gli astronauti della stazione spaziale sarebbero sempre ai primi posti di tutte le classifiche, ma quanto è difficile essere parsimoniosi senza un team alle spalle
* Chissà se Stefania De Pascale ha visto "For all Mankind" e quanta fantascienza c'è stata nell'infanzia di chi lavora in questo campo - chissà che ne penserebbero Fabio Dei (ricordando sua lezione dal Festival di antropologia di Bologna) e Dario Bressanini
* Se la tavola serve al dialogo e dialogare a tavola e sulla tavola serve a tutti noi, seguire il filo dei discorsi di Marino Niola e Enzo Bianchi è un viaggio nel linguaggio più suggestivo tra metafore e allegorie, una serie di immagini potentissime
* La concretezza dei numeri sulla produzione di carne di Stefano Liberti è agghiacciante anche dopo aver scritto una tesi su questi argomenti ed è tra i migliori esempi della complessità dei mondi culturali di cui parlava Adriana Destro nel mio primo libro di antropologia
* Chissà se la dimensione relazionale delle scelte alimentari collettive di cui ha parlato Adriano Favole ci porterà verso un equilibrio sostenibile prima o poi - sarebbe meglio prima che poi... - tra i paradossi dell'abbondanza e i limiti della memoria storica e la costruzione di nuove abitudini a tavola (quando ha parlato della neo-tipicità della carne in scatola in polinesia e al paragone con l'importazione della pizza in Italia non ho potuto fare a meno di pensare ad Alberto Grandi)
* Alla ricerca delle foto di Marco Aime, abbiamo visitato alcuni locali tra i vicoli e le piazzette di Pistoia, incrociando insegne di "corsi di recupero per vegani" e mostre fotografiche dedicate alla "fame chimica": sulla sola retorica sul cibo ci sarebbero ore di dialoghi da fare
* Grande emozione incontrare al volo Massimo Montanari e ringraziarlo per aver dato il via alla passione per questi argomenti 20 anni fa, ancora più bello farlo insieme alla mia amica considerato che la nostra amicizia è nata proprio tra i banchi di quel corso
* Quanti libri vorrei leggereeeee
* Per fortuna ci sono i video su youtube per recuperare gli incontri persi
Comunque non potevo non prendere appunti, ovviamente u_u
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Questa invece sono io che aspetto il treno per rientrare con 50 minuti di ritardo, ma niente può guastare questo weekend cominciato con gli gnocchi fatti in casa dalla mia amica u_u
E comunque ne ho approfittato per cominciare un libro che sembra proprio bellissimo *_*
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alle00 · 9 months
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Per quanto riguarda l'educazione dei figli, penso che si debbano insegnar loro non le piccole virtú, ma le grandi. Non il risparmio, ma la generosità e l'indifferenza al denaro; non la prudenza, ma il coraggio e lo sprezzo del pericolo; non l'astuzia, ma la schiettezza e l'amore alla verità; non la diplomazia, ma l'amore al prossimo e l'abnegazione; non il desiderio del successo, ma il desiderio di essere e di sapere. Di solito invece facciamo il contrario: ci affrettiamo a insegnare il rispetto per le piccole virtú, fondando su di esse tutto il nostro sistema educativo. Scegliamo, in questo modo, la via piú comoda: perché le piccole virtú non racchiudono alcun pericolo materiale, e anzi tengono al riparo dai colpi della fortuna. Trascuriamo d'insegnare le grandi virtú, e tuttavia le amiamo, e vorremmo che i nostri figli le avessero: ma nutriamo fiducia che scaturiscano spontaneamente nel loro animo, un giorno avvenire, ritenendole di natura istintiva, mentre le altre, le piccole, ci sembrano il frutto d'una riflessione e di un calcolo e perciò noi pensiamo che debbano assolutamente essere insegnate. In realtà la differenza è solo apparente. Anche le piccole virtú provengono dal profondo del nostro istinto, da un istinto di difesa: ma in esse la ragione parla, sentenzia, disserta, brillante avvocato dell'incolumità personale. Le grandi virtú sgorgano da un istinto in cui la ragione non parla, un istinto a cui mi sarebbe difficile dare un nome. E il meglio di noi è in quel muto istinto: e non nel nostro istinto di difesa, che argomenta, sentenzia, disserta con la voce della ragione. L'educazione non è che un certo rapporto che stabiliamo fra noi e i nostri figli, un certo clima in cui fioriscono i sentimenti, gli istinti, i pensieri. Ora io credo che un clima tutto ispirato al rispetto per le piccole virtú, maturi insensibilmente al cinismo, o alla paura di vivere. Le piccole virtú, in se stesse, non hanno nulla da fare col cinismo, o con la paura di vivere: ma tutte insieme, e senza le grandi, generano un'atmosfera che porta a quelle conseguenze. Non che le piccole virtú, in se stesse, siano spregevoli: ma il loro valore è di ordine complementare e non sostanziale; esse non possono stare da sole senza le altre, e sono, da sole senza le altre, per la natura umana un povero cibo. Il modo di esercitare le piccole virtú, in misura temperata e quando sia del tutto indispensabile, l'uomo può trovarlo intorno a sé e berlo nell'aria: perché le piccole virtú sono di un ordine assai comune e diffuso tra gli uomini. Ma le grandi virtú, quelle non si respirano nell'aria: e debbono essere la prima sostanza del nostro rapporto coi nostri figli, il primo fondamento dell'educazione. Inoltre, il grande può anche contenere il piccolo: ma il piccolo, per legge di natura, non può in alcun modo contenere il grande.
Natalia Ginzburg, Le piccole virtù
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argentoheart · 9 months
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perché la s2 di un professore non funziona
Ho sperato fino alla fine di non dover fare questo post, ma il modo in cui è stata gestita questa stagione mi lasciata amareggiata e delusa, e voglio parlarne un po' anche per organizzare e capire meglio i motivi per cui, secondo me, questa stagione non ha funzionato. E anche perché ho bisogno di sfogarmi e passare avanti.
Non criticherò il lavoro degli attori perché credo abbiano fatto del loro meglio considerato il copione che si sono ritrovati a seguire, ma ci tengo a dire che sarà un post sfogo e non mi risparmierò, quindi se la serie vi è piaciuta questo post non fa per voi. Se invece anche voi siete rimastə delusə, ci vediamo sotto il cut. (very long post)
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Partiamo dal presupposto che, mentre la prima stagione si basa abbastanza fedelmente sugli eventi di Merlì, nella seconda (e direi ormai anche la terza, nonostante ancora non sia ancora uscita) si nota un totale distaccamento.
Questo perché, come dichiarato dallo sceneggiatore in una intervista per fanpage, la seconda e la terza stagione di Merlì non sono state completamente prese in considerazione nella stesura della sceneggiatura di questa s2, con gli evidenti problemi che ne conseguono.
Già nella prima stagione alcuni avvenimenti erano al limite del surrealismo e i personaggi potevano risultare incoerenti, ma era evidente che un'idea di base esisteva e che ci fossero dei punti cardine nella trama, come dei tasselli, che venivano aggiunti man mano e che disegnavano una storia piuttosto solida. In questa s2 tutto ciò è venuto a mancare, i personaggi sono allo sbaraglio, la storyline ancora di più, e sembra che le cose accadano giusto perché devono accadere e non perché ci sia una reale intenzione logica e narrativa dietro. Ma procediamo con ordine.
Questa stagione era stata pubblicizzata e promossa in un certo modo, facendo leva su specifici personaggi e rapporti tra di essi, in particolare ovviamente quello tra Simone e Manuel, ed è di questo che voglio parlare per primo perché è quello che forse mi tocca più da vicino essendo io una persona bisessuale.
Simuel (Mimmone e Manina)
Speravo, nella mia ingenuità, che avrebbero utilizzato questa stagione per esplorare un po' di più la bisessualità di Manuel. Non mi aspettavo i "simuel canon" nel giro di due/tre episodi, ma mi aspettavo che entro la fine della stagione questi due personaggi (e quello di Manuel soprattutto) potessero arrivare ad avere alcune consapevolezze. Non mi aspettavo che li facessero sparire dopo il secondo episodio, per poi relegarli ad avere poche scenette superficiali e messe quasi a tappare i buchi tra le altre scene.
E ci tengo a dirlo, non si tratta quindi più della coppia in sé, quanto alle storyline importanti che potevano e dovevano essere raccontate con una cura ed una dignità superiore.
Manuel come personaggio è stato distrutto pezzo per pezzo. Tutte le cose che lo rendevano bello, interessante e che ti facevano entrare in empatia con lui, le cose che ti facevano tifare per lui, sono state tutte dimenticate strada facendo, abbozzate e nel peggiore dei casi completamente eliminate.
Nella prima stagione era un ragazzo sveglio, che faceva e avrebbe fatto di tutto per sua madre e per le persone a cui voleva bene. Manuel era riuscito a riscattarsi, aveva capito che la scuola e la conoscenza sono importanti, aveva trovato in Dante la figura maschile e quasi paterna che gli era sempre mancata, aveva trovato conforto nella filosofia, l'aveva resa un porto sicuro, una casa in cui rifugiarsi e in cui poter essere libero. Aveva trovato in Simone una persone che lo amava (anche nel senso più platonico del termine) nonostante tutto, una persona che gli è stata accanto con i vari alti e bassi, una persona di cui si fidava e a cui avrebbe affidato la sua stessa vita.
Tutto questo non esiste più nella seconda stagione. Questo Manuel esiste nei primi episodi e poi, man mano che si avvicina a Nina, finisce per scomparire. Non parla più con Simone, se non per fargli scenate di gelosia, non fanno neanche vedere un momento in cui parlano veramente della scoperta di Nicola, solo una scenetta alla piscina che aveva tanto potenziale, ma che è stata messa lì come contentino per dire "vedete, parlano" quando poi le loro interazioni sono inesistenti. Nel mentre, quindi, Manuel si avvicina a Nina, che si comporta solo in modo scostante, che all'inizio lo prende per cretino, poi si fa portare il gelato e gli dà picche, e poi lo porta in una casa che non è sua, facendo irruzione in una dimora privata (con le chiavi di sua zia, quindi anche rischiando di metterla nei guai), segue scena alla Pretty Woman che vuole essere divertente, romantica e sensuale, ma risulta insensata e cringe e poi, dopo il loro primo bacio, lei che aveva paura di aprirsi, gli rivela che ha una figlia così de botto senza senso. Nina che tra l'altro per tutto il resto della serie dimostra solo di non avere stima di lui ("se vedono Manuel è la volta buona che Lilli me la scordo" , "io ce so cresciuto a merendine" "e infatti guarda come sei diventato" , "è bello" "e bello e poi? vai avanti con l'elenco" "è finito, l'elenco è finito") e che se lo trascina in questa follia del rapimento della bambina e lui, ormai ridotto ad un ombra del personaggio che è stato, la asseconda in tutto e per tutto, arrivando anche a derubare ANITA, sua madre per cui si è sempre fatto in quattro.
Il suo rapporto con Simone viene completamente schiacciato e poi buttato via manco fosse una zanzara che ronzava nell'orecchio degli sceneggiatori e anche le scene che sarebbero dovute essere catartiche, come quella all'ospedale in cui Manuel dice a Simone che non è da solo e che "Ce sto io co' te", risultano arraffazzonate, senz'anima e salvate solo dalle performance magistrali degli attori, perché non seguono alcun build-up emotivo.
Il bacio e il rapporto sessuale che c'è stato tra i due non viene più menzionato, ma intorno a noi sentiamo parlare di pulsione, curiosità, parentesi alcolica, fratria adolescenziale, ad ennesima riprova che noi persone bisessuali non siamo niente agli occhi di questa produzione, che la nostra sessualità è solo un plot point o un modo per promuovere la serie, facendo leva sul nostro desiderio di venire rappresentatə, che non ci meritiamo dei personaggi dignitosi, che non ci meritiamo di avere le nostre storie raccontate al pubblico, che siamo una parentesi e poi possiamo anche essere accantonatə perché alla fine non siamo né una cosa né l'altra, e chi vuole perdere tempo a parlare di queste cose che confondono e basta?
[E ma Mimmo non è bisessuale? ne parlerò più avanti]
Detto ciò, mi dispiace doverlo ammettere, ma i Simuel e questo giro non mi hanno detto niente, è rimasta solo nostalgia nel ricordarli durante la s1, perché per il resto è stato uno sfacelo.
Passiamo quindi a Simone, che qui io chiamerei invece la seconda venuta di Cristo perché 'sto raga si sobbarca i problemi di tutti in questa serie e riceve in cambio solo dolore. Io lo amo moltissimo, anche in questa stagione si riconferma il personaggio che merita di più in termini di storyline e di performance in generale. Uno dei pochi che mi ha fatto provare emozioni reali.
Nonostante questo, anche la sua storia è stata trattata senza reale attenzione alle cose che accadono.
Questo ragazzo in ordine viene aggredito da degli omofobi, finisce nel mezzo di una investigazione, impelagato in giri di camorra, ha una mezza gioia con un ragazzo che finalmente lo contraccambia, ma nell'episodio successivo scopre che il padre rischia la vita e non vuole operarsi, scopre che il suo migliore amico lo vuole lasciare solo, si ubriaca fino a svenire e poi, dopo aver quasi assaporato un po' di felicità nel pensiero di poter vivere libero con Mimmo, questa gli viene di nuovo portata via dalla protezione testimoni (necessaria, ma il risultato è che Simobale rimane il personaggio con il peggior finale di tutti).
A me la storia con Mimmo è piaciuta, i Mimmone per me hanno retto la stagione insieme a pochi altri (Vedi Nicola, Viola e Rayan), ma non è questo che avrei voluto per Simone.
Certo, sono contenta che Mimmo lo ricambiasse, ma Simone meritava davvero di potersi vivere una storia alla luce del sole e qui si palesa nuovamente l'omofobia di questa serie.
Tolta la bisessualità mancata di Manuel, che a questo punto e viste le dichiarazioni fatte dallo sceneggiatore non credo che verrà mai più ripresa, anche l'omosessualità di Simone e la sua storia con Mimmo sono state trattate nel modo più sbagliato possibile.
Lì dove ogni coppia etero ha la possibilità di vivere ogni particolare della propria storia con trasparenza, Simone e Mimmo si devono nascondere, non possono fare nulla di quello che due adolescenti innamorati dovrebbero fare, che loro stessi dicono di voler fare. Sono gli unici che devono separarsi, nonostante provino un sentimento fortissimo l'uno per l'altro, gli unici il cui amore finisce in tragedia, e fino all'ultimo nessun altro sa di loro.
E Mimmo è un carcerato, quindi ovvio che non sia libero di fare l'adolescente innamorato con Simone.
Ecco perché secondo me Mimmo non era il personaggio adatto a fare da love interest a Simone. Dopo gli avvenimenti con Manuel, sarebbe stato bello vedere un Simone che può vivere il suo amore e la sua sessualità in modo libero. Mi sarebbe anche piaciuto vedere Manuel che, tramite la scoperta di questo "nuovo Simone", si trova costretto ad affrontare i sentimenti che prova per lui e che erano evidenti nella stagione precedente. Ma purtroppo a questa serie le cose fatte bene e la continuità e coerenza dei personaggi non interessano.
[Okay ma la bisessualità di Mimmo?]
La bisessualità di Mimmo è proprio come quella di Manuel, nella serie non esiste se non nella misura in cui noi decidiamo di vederla in questi personaggi. Niente fa pensare che Mimmo possa essere veramente bisessuale, sappiamo che ha avuto una ragazza, ma non sappiamo se l'abbia amata o gli sia piaciuta davvero (come ad esempio Manuel con Chicca, Alice e perfino Nina) o se la sua situazione è stata come quella di Simone e Laura.
Perché no, in una società eteronormativa come la nostra un uomo gay che va con una donna e un uomo etero che va con un uomo non si equivalgono.
Manuel, Nicola e Viola
Altra grande pecca di questa stagione è il mancato sfruttamento della dinamica tra questi tre.
Parto col dire che Nicola e Viola sono stati i miei nuovi personaggi preferiti, li ho trovati coerenti e sensati, avevano reazioni realistiche agli avvenimenti della serie e in generale sono personaggi decisamente amabili.
Il loro rapporto è genuino, sono una vera famiglia, parlano, si fidano l'uno dell'altra, hanno momenti di tensione come è normale che sia, ma il loro amore è più forte e si riappacificano sempre.
La storia di Viola penso sia stata molto ben fatta, mi è piaciuto che abbiano evidenziato il contrasto tra la sua rassegnazione e la speranza di Nicola, e come questa speranza sia interpretata da Viola come un'insoddisfazione del padre nei suoi confronti. Li ho davvero amati e mi dispiace tantissimo che Nicola se ne sia dovuto andare via così, quando aveva ancora così tanto da dare come personaggio, sia a Viola che soprattutto a Manuel. Fino all'ultimo ho quasi sperato che, come Bruno in Merlì, Manuel partisse con lui per Tokyo.
Pensavo anche che avrebbero dato più spazio a questa nuova famiglia ritrovata, ma dopo quel bel discorso che fanno Manuel e Nicola e la scena al ristorante, l'unica volta in cui si vedono interagire è quando Manuel va a chiedergli i soldi per scappare con Nina.
Nicola poi fatto passare come il cattivo della situazione sol perché è un adulto con un cervello funzionante e capisce che non ci si può fidare di due adolescenti in pieno delirio di onnipotenza e che il metodo dantebalestra non è quello vincente questa volta.
Per non parlare di come mi hanno strappato Manuel e Viola, dopo quel gesto dolcissimo della carezza e del "Perdonami, fratello mio" loro scomparsi, il loro rapporto abbozzato come il resto della trama, un sacco di potenziale sprecato. Non guarderò la terza stagione, ma spero che abbiano almeno dei piani per loro due in quella sceneggiatura.
Anita/Dante/Floriana
Parto col dire che a me Dante e Anita non dicono assolutamente nulla, penso che la loro storia sia nata dal nulla, penso che siano come due adolescenti alla prima cotta, penso che Dante dovrebbe morire solo e che la storia di Anita si sarebbe dovuta sviluppare verso l'autorealizzazione di se stessa, come lo era nella prima stagione.
Li detesto ma li ho accettati perché okay, va bene così.
Ed ero felice, veramente felice, quando ho saputo che Floriana sarebbe tornata. Pensavo che sarebbe stata un buon pretesto per parlare di Jacopo e per rimettere un po' insieme i cocci di quella famiglia distrutta, invece il suo personaggio è stato richiamato solo per creare l'ennesimo triangolo noioso di cui noi tuttə sapevamo la fine ancor prima che fosse iniziato.
Floriana e Dante hanno 1000 volte più chimica di Anita e Dante, così come Anita ha 1000 volte più chimica con Nicola, ma entrambe le storie sono state liquidate senza un motivo perché A e D dovevano avere l'happy ending.
Floriana inoltre non sembra neanche comportarsi da madre con Simone e tutte le mie speranze su uno sviluppo serio del lutto e del trauma familiare legato a Jacopo sono state ancora una volta deluse in favore di frasi sparse in cui, t'oh, la sceneggiatura si ricorda che c'è un fratello morto e che questa famiglia è crollata per questo, giusto per mettere un po' di pathos in più e dare falsa profondità ai personaggi.
Dante e Anita si nascondono le cose, non parlano, preferiscono comportarsi come adolescenti, si spiano e non hanno fiducia nell'altrə per tutta la durata della serie (a ragione), si mettono le corna, ma poi Dante ci resta quasi secco e allora se volemo bene, tutto perdonato, tutto bello, baci baci e ripresa aerea di Roma.
Altre varie ed eventuali
Dopo aver parlato di questi macroargomenti, passo ad altre cose assurde successe in questa stagione.
A cominciare dall'aggressione omofoba subita da Simone. Prima di tutto è palese che fosse solo uno stratagemma per avvicinare S e M, perché da che c'erano indagini per scoprire chi avesse spaccato la testa ad Ernesto, a che, quando si scopre che non è stato Simone questa sottotrama si chiude completamente a caso. La cosa viene liquidata come futile, gli omofobi non vengono puniti, nessuno chiede a Simone come sta.
La storia di Rayan forzata da Dante in quel modo deludente, tanto per togliersi quella parte di storia dai piedi e poter sviluppare il suo rapporto con Viola. I Raviola sono i miei secondi prefe di questa stagione, ma penso che con Rayan avrebbero potuto fare molto di più.
La storia di Luna trattata con una leggerezza spaventosa, con tanto di "non lo so baby non lo so" mentre lei si spogliava davanti ad un sconosciuto, ossessionato e stalker. Un tentativo di stupro di gruppo, ma non temiamo, amicə, perché la Dante Balestra squad arriva a salvare la situazione e tutto si risolve con una foto alla targa e un bel "not all men!" davanti al memoriale per le vittime di femminicidio. Bella merda. (Devo spezzare una lancia in favore della professoressa di matematica, molto bello il discorso che ha fatto a Luna, peccato che non se ne parli più dopo)
Nina che viene fatta passare come povera vittima del sistema quando la vera vittima è sua figlia. Lei la porta ad un rave, gliela lasciano per due ore e la mette in macchina senza seggiolino con uno che conosce da forse un mese, giustamente le dicono che non la può vedere e lei si incazza perché "è mia, la voglio io", quando la priorità dovrebbe essere il benessere della bambina.
Lei si lamenta che non gliela vogliono dare perché non è ricca, ma ha 17 anni non ha un lavoro, non può darle niente e decide di rapirla, la fa stare per due giorni e una notte fuori casa senza cibo e al freddo, vuole andarsene a Parigi con lei senza soldi e senza una casa dove stare, si incazza con Simone quando lui fa la cosa giusta e chiama chi di dovere (ed è ospite a casa sua altrimenti stava già in galera insieme a Manuel), e io dovrei provare empatia nei suoi confronti? Io la voglio al gabbio.
E nonostante questo ne esce vincitrice, ci guadagna un lavoro, uno stipendio e uno zerbin-emh, un fidanzato :)
Anche qui, ovviamente tutta colpa di Dante Balestra.
Ultimo pensiero va a Matteo e Laura, perché carə giovanə che ci guardano da casa, non importa se la ragazza che vi piace vi dirà di no mille volte, non importa se è visibilmente infastidita dalle vostre avances e non è interessata a voi, prima o poi vi dirà di sì! Quindi non perdete le speranze!
In conclusione
Credo di aver toccato tutti i punti che più mi hanno indisposto durante la visione di questa serie, se siete arrivatə fino a qui vi stringo forte la mano e vi faccio i miei complimenti.
Chiudo dicendo che, dopo lo sfacelo di questa s2, io non guarderò la terza stagione, e se la guarderò sarà solo dopo che sarà finita e solo se il finale mi piacerà.
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mynameis-gloria · 1 year
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Questo lunedì un pò grigio, per la pioggia e non, così che dopo pranzo mi sono detta "sai che c'è, mò il colore lo metto io" e allora eccomi indossando pantaloni gialli, un filo di trucco dorato sulle palpebre e via a prendere il caffè con P, che non vedevo da settimane e che vederla mi ha fatto bene al cuore. Racconti e aggiornamenti sulle nostre vite, più suoi che miei ma era giusto così. Mi mancavano le nostre sedute (così è come le chiamiamo). Mattinata iniziata con labbra che sorridono (nel letto si sta sempre bene), l'auto portata dal meccanico, scleri ed imprecazioni sul portale INPS e poi con poste italiane, mandato candidature e aperto mezzo secondo il libro per poi richiuderlo subito dopo, che il pranzo non si prepara da solo. Primo giorno di dieta nuova, ritorno del riso basmati e del mio piatto unico: tonno, pomodorini, zucchine. Ridendo e sentendomi poi una pagliaccia per la sera, che con l'arrivo di mia sorella ed il suo ragazzo dopo mesi, vuoi mica rispettarla, E alla pasta con gamberetti e sugo di pesce come puoi dire no? Serata in famiglia, cucinare, dialogare, la casa in rumore e questo mi era mancato. Anche la pastasciutta mi era mancata. Amo questi piccoli momenti di condivisione
In ordine sparso: foto pensando a/ pastasciutta/ macchinetta nuova/ pantaloni gialli/ Yoghi che mi assale e caffè
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