#Monocromia
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As poucas cores do céu vão te lembrar o que importa, nas rugas do teu rosto a beleza da alma, bem mais do que se vê é ter nas mãos um jeito de seguir em paz e logo mais toda melancolia se vestir de glória...
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[TRAD ITA] 240217 TWEET DI CALVIN KLEIN:
"Principale in monocromia. Jung Kook indossa la Maglietta Monologo Premium."
Traduzione a cura di Bangtan Italian Channel Subs (©Xina)
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Welcome Foreinger to Mr. Owlhowl world. His world took place in the Limb , known as The Purgatory between heaven and hell , many stories has been told there as the same in the Earth. But never in the Purgatory as the most mysterious realm , Only Dante has written down about this place from his own imagination , the same happened to our writer Mr.Owlhowl . How has started it his own Purgatory Universe in the book Seaside Ditpaches (in Wattpad) and the discord server also has more Lore Information for the reader understands better the regions , characters and ask questions to the creator , it helps a lot for the new one ( 5 years ago before he start that proyect) For now he is working on the new side-book called Society C ,take place in one of the importants regions : Monocromia the region of Desolation and many things. The lore is so long , the writer said it maybe has 3 books or more.
Info about the Creator / Writer
Young one and like so much Ruination book.
Doesnt Have and Oc , personaly he doesnt need one . He feels like a stool in the middle of an empty, white room with nothing.
His favorite mangakas : Sui Ishida and Naoki Urasawa
He got inspiration in Monster , Madoka Magika , Elfen Lied , Tokyo Ghoul and Evangelion ( 1995 ) witch are his favorites animes.
Blood red dark and black his favorite colors.
His main in lol is Caitlyn , but he has many options to chose.
His favorites own ocs are Frank , Lilieth and Corvelio as his first creations borned in 2013
Honorable mention : Ex- boreas and HelCashShein another creations borned in 2015
Simp of Thresh and AHRIana Granade.
Half spanish/holland
he speaks fluently English , Spanish and bit of Dutch.
Draw is his way to express his emotions etc..
Series Books ( work on it )
Seaside Ditpaches ( paused - 6/7 months ago)
Society C ( working little by little )
His drawing will be post here and the Au´s he has in mind.
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Três músicas que você ama? /textinhos
Lucas Mamede - Conto os dias
Armandinho - Outra vida
Lorena Chaves - Monocromia
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CHEETOR ( Voyager ) Studio Series 98 *RISE OF THE BEASTS*
Tra le tante eventuali sorprese saltate a causa dello slittamento del nuovo film dal vivo dei Transformers, Rise of the Beasts, per via dell'accavallamento fra la normale linea di giocattoli e le uscite previste per quest'anno degli Studio Series dedicati ai personaggi del lungometraggio, una mi sa che era l'aspetto di CHEETOR, ben diverso da come si presenta nel giocattolo Deluxe che è stato comunque rivelato lo stesso prima della sua uscita.
Quest'ultimo infatti si dovrebbe basare su un design preliminare che vedeva il buon Ghepard ispirato pesantemente al suo primissimo look Beast Wars, rivisto recentemente in Kingdom, e la cosa onestamente non sarebbe neanche stata troppo male, ed il giocattolo stesso è bellino, nonostante l'ovvia ridondanza col succitato revival per War for Cybertron.
Ed invece poi spunta questo Voyager con un look ROBOTICO decisamente inedito, ma che richiama un po' a mio avviso quello del Beast Machines, in quanto alto ed imponente e sopratutto senza la testa della bestia sul petto. Ma volendo le tracce di pelo maculato su petto, bicipiti e cosce richiamano il Transmetal, o idem il fatto di non avere avanzi dell'alt mode dietro la schiena magari possono ricordare il TM2...
Insomma, parrebbe una sintesi degli aspetti precedenti del nostro felino robotico preferito, salvo la novità della testa con un accenno di orecchie ed una mascherina sulla bocca che lo fa somigliare al Marvelliano Black Panther! La colorazione inoltre nella sua ricerca di "realismo" non è male, con un marrone chiaro tendente all'ora lontano dal giallo iconico, ma abbastanza lontanto dal solito argento scuro che dei dettagli più meccanici in modo da spezzare l'eventuale monocromia che di solito attanaglia certi "Movieformer".
A rovinare magari un po' cotanta bellezza ci pensano un paio di avanzi della bestia, come il sedere appeso dietro le gambe, con la coda sù lungo la schiena e gli artigli delle zampe anteriori sulle mani, salvo che magari invece sono fedeli all'effettivo design in CGI che vedremo al cinema, anche se un indizio viene dall'artbox della scatola, che rincuora sulla movie accuracy, a parte solo gli artigli che invece sono solo due per mano.
Artigli che come forma ricordano quelli che invece si ritrova come piedi, davvero buffi perchè decisamente corti frontalmente ma per fortuna non minano la stabilità del robot dato che dietro come talloni si ritrova gli effettivi piedi delle zampe posteriori della bestia.
Altra innovazione gradita sono le armi, rappresentate da due lance dal design della punta l'una diversa dall'altra che possono unirsi in una unica lunga, e come scelta è pure interessante dato che richiama le armi primitive di certe tribù indigene che vivono nelle giungle, come il luogo dove si nascondono proprio i Maximal del film. Le due parti di lancia possono poi sistemarsi a riposo appese dietro la schiena.
Infine come posabilità siamo al top, con annessa rotazione di bacino e pugni oltre alle solite pose standard dei Generations degli ultimi anni, mentre come altezza è al livello di un Voyager medio alto: fermo restando che dai trailer visti sinora si è palesato come i Maximal non abbiano stazze realistiche rispetto agli animali che imitano nel loro alt mode, resta da capire come mai Cheetor sia particolarmente alto e non a livellod i "deluxe", nel film, ma tornando al giocattolo, come Voyager però è leggerino a livello di massa, nella sua essenzialità di robot senza particolari avanzi o dalla TRASFORMAZIONE poco arzigogolata, quindi forse bastava renderlo come un Deluxe alto, a sto punto...
Questo Cheetor cinematografico, infatti, si converte nella maniera più intuitiva e semplice per una bestia, ovvero con le gambe che diventano le zampe posteriori e le braccia quelle anteriori, ma almeno con qualche passaggio in più, come i pannelli degli stinchi che slittano dietro le cosce mentre ruotano i piedi di 180°, mentre le spalle si proiettano sopra / avanti, non prima di aver aperto il pannello della schiena per tirar fuori la testa del felino ed aperto quello del petto per poi nascondere quella del robot.
Il GHEPARDO robotico ha appunto un look quasi tecnorganico alla Beast Machine, anche se pare più meccanico avendo solo poche parti con le chiazze maculate nel corpo, ovvero principalmente sulla testa e sula schiena, abbastanza visibili, così come ci sono altre parti che sono scolpite come se fossero di pelo organico. Ci sono anche qui le parti in grigio scuro, ma forse avrebbe giovato alla bestia più dettagli delle macchie del felino, almeno paragonandolo alle immagini dell'artbox o a quella che si vede nel trailer del film.
Le zampe avrebbero ampio raggio di movimento, ma sono un po' bloccate a livello di spalle ed anche, mentre la testa ruota ma non gira lateralmente, però può muovicchiarsi un po' su e già per via di due cerniere apposite che però onestamente non me la sento di forzare troppo! ^^' Ah, le fauci possono aprirsi, inoltre.
La coda infine si alza ed abbassa alla base, e le due lance possono agganciarsi sulla schiena come già era nel robot.
Infine, una buona versione alternativa di Cheetor, valutandolo senza ancora aver visto le sue imprese sul grande schermo, ma che da una parte si eleva sia per il carisma storico del personaggio sia per le novità interessanti che lo fanno discostare dalle versioni precedenti del personaggio. Certo, magari un Voyager è pretestuoso per quel che alla fine deve fare il modellino, me magari potevamo cavarcela con un Deluxe pompato, ma vabbè, gli abbiamo dato il beneficio del dubbio iniziale.
#transformers#cheetor#ghepard#transformers 7#transformers rise of the beasts#transformers il risveglio#generations#studio series#voyager#maximal#hasbro#recensione#review
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Solidão
Me sinto confortável na minha própria presença. De tempos em tempos, acabo sentindo que eu não basto: tenho que ter mais. Quero compartilhar, viver e dividir a imensidão do meu ser com alguém que seja tão profundo e complexo quanto; superficialidade é de baixíssimo valor pra mim. No entanto, é tão difícil me abrir e me permitir vivenciar coisas sem que o pessimismo violento e fúnebre tome conta do espaço mental. Não preciso de mais alguém, mas eu preciso me sentir quisto. Afirmação. Senão, todas as vozes que passam aqui apontam pra mais dolorosa das verdades: ninguém se importa, nunca é o suficiente e só existe o Eu. Dependemos do outro, mas no fim das contas é cada um por si. Não há empatia constante e incondicional, eventualmente o caminho há de ser trilhado sozinho. Não sei se me sinto tão confortável assim com a minha presença, afinal. Desejar ter é, em última análise, desejar SER o que os efeitos do que se almeja refletem no eu. Eu não quero um rótulo, uma caixa e um padrão, mas eu quero sentir que há algo tangível o suficiente para se viver. Tudo anda tão sem cor, numa monocromia melancólica. Uma tinta vibrante chacoalharia tudo, provavelmente pelo melhor, já que tudo é movimento.
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Soy yo
Un fantasma persiguiendo tu estela de luz mercurial
Huella que dejas al paso que das
Cada momento que paso contigo
Hasta el más breve
Se ve fragmentado
Por la eternidad
Con cierta ternura convierto el momento y el silencio en un poema para ti
Ambos contrastamos
Somos ambos
La colisión entre dos mundos
Que son muy distintos
Pero te distingo
Con todas las monocromias
Que hasta ahora
He podido conocer de tu persona.
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Monocromia (Guitarra e Voz) - Lorena Chaves
youtube
🩶
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Nathalia Izidio
Coisas e Nada
Sem título I, Sem título II - Fotografia digital simples, 2023
Em ambas as fotos me propus a retratar de forma clássica algo sem significado, dessa forma trazendo uma relação de coisas-objetos que nada significam. Começando por procurar algo que mantivesse uma relação de fundo-nada e figura-coisa encontrei em minhas andanças essa parte de verdura caída ao chão, cercada por paredes e chão em tons verdes semelhantes ao objeto, essas coincidências do campo da pintura me despertaram interesse para transformá-la em fotografia. Aproveitando a posição da verdura fiz uso de um ângulo comum as pinturas de natureza morta além de reforçar a forma do objeto através da horizontalidade. Não pude refletir para muito além do que conheci posteriormente como uma fotografia pictórica.
A segunda fotografia foi baseada nos mesmos fundamentos, porém composta de outros elementos como a folha seca caída de uma árvore sobre o ralo de um tanque de lavar roupas, elementos desconexos que se unem pela monocromia.
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Ewbank, Erika Januza e Cleo, arrasam em looks para lançamento: ‘A Magia de Aruna’
Giovanna Ewbank, Erika Januza e Cleo Pires são as primeiras bruxas brasileiras da Disney. Na segunda-feira (20), elas marcaram presença na pré-estreia da série “A Magia de Aruna”, que entra na plataforma de streaming Disney + no dia 29 deste mês. Para o evento, o trio apostou na tendência da monocromia, mas cada uma estava com uma cor: vinho, branca e preta. Giovanna Ewbank escolheu um vestido…
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187 #2
Editor: http://aminoapps.com/p/00hfj9
Embora não pareça, a criação do design envolveu muito esforço, pois foi um processo de desenvolvimento longo para concluí-lo. Inicialmente fiz a tipografia, ela foi redimensionada e revestida por uma textura porosa de asfalto, apliquei alguns efeitos do Ibis, como o biselamento, clonei, e fui em iluminação indireta juntamente com a cor rosa, escolhida para compor a paleta da capa. Em seguida, ajustei cuidadosamente a opacidade para obter o resultado desejado. Após concluir essa etapa, decidi adicionar o grupo sobre a fonte, então procurei por imagens adequadas e as projetei para que se harmonizassem perfeitamente naquele espaço, levando em consideração também o sombreamento. Em seguida, foquei na pista, ajustando sua cor e atmosfera para combinar com a edição. Embora tenha exigido algum tempo para posicionar corretamente, não foi uma tarefa difícil. Ao terminar, fui diretamente para as renders laterais e do fundo, fiz como qualquer designer faria, ajustei o tom de pele das imagens, buscando estabelecer uma harmonia monocromática que equilibrasse e corrigisse qualquer discrepância visual. Essa escolha cuidadosa contribuiu para um resultado final balanceado e harmonioso. A base dessa monocromia foi o rosa, cor estabelecida para estar em todos os recantos, mesmo que sutilmente. Nas duas renders maiores, acrescentei adereços em suas cabeças e rostos, como o óculos, com o intuito de proporcionar uma mudança estética. Na render superior esquerda, adicionei um efeito pixelado que, em minha opinião, foi o mais impressionante de todos. Apesar de não ser óbvio à primeira vista, esse efeito pixelado transmite exatamente a vibe dos pôsteres de k-pop, conferindo-lhes um toque divino. Por fim, concluí adicionando as imagens das garotas acima da pista, pois sua posição era perfeitamente adequada ao contexto do plano de fundo. Em seguida, projetei uma sombra sutil, porém evidente, na parte inferior, seguindo uma técnica comumente utilizada em edições de k-idols. Esses foram os passos finais. Fico à disposição para esclarecer qualquer dúvida que possa surgir.
Link: https://imgbb.com/SsbRFyH
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Ricardina é um 5 de 50.
A liberdade é absolutamente essencial para ela. Não pode viver na rotina e precisa de espaços abertos e de novas experiências.
Elas são versáteis, inteligentes e criativas, por isso podem fazer qualquer coisa que desejem. Detestam a monotonia e a monocromia. São capazes de grande concentração, mas apenas quando o assunto lhes interessa. Precisam de variedade e anseiam por obter conhecimentos, mas não aprofundam nenhum verdadeiramente.
A sua sabedoria vem da sua capacidade de integração de conhecimentos.
Impulsivas, vivem de energia nervosa e precisam de controlar as suas explosões, pois tendem a ser impacientes com as pessoas que reagem mais lentamente.
Não gostam do trabalho manual árduo, são mais dedicadas para trabalhos mentais que requeiram agilidade.
Precisam de aprender a fazer as mudanças de modo progressivo, não brusco. De outro modo, poderão tornar-se instáveis e dedicarem-se a várias coisas ao mesmo tempo, numa busca ansiosa de algo indefinível.
Precisam de controlar a sua tendência para se ligarem a um plano demasiado físico da existência, e cuidado com os vícios.
Por serem muito comunicativas e boas conversadoras, poderão cair na arte do dolce far niente, desperdiçando e desconsiderando os seus múltiplos talentos.
Negativando a sua energia, o 5 poderá ser desleal, infiel, egoísta, irresponsável e instável.
Positivando a sua energia, poderá ser uma sábia.
Partilhem com ela
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Algumas das celebridades que vêm inspirando na moda...
Nós sabemos que Moda vai muito além de um simples look, é uma das maneiras de se comunicar, de mostrar personalidade, e claro que entre o mundo todo nós temos celebridades que sabem fazer isso perfeitamente e ainda por cima inspirar muitas pessoas. Decidi então falar resumidamente sobre o estilo de algumas, que ultimamente andam inspirando muitos por aí da geração Z:
Nossa icônica Zendaya, marcada por interpretar muitas personagens cheias de personalidade e agora sendo uma influência na moda atual, demonstrando um ótimo gosto pelo seu estilo, onde usa e abusa da alfaiataria e seus simbólicos blazers valorizando seus ombros, com um toque de sensualidade onde gosta de peças e alguns recortes que destacam sua barriga deixando-a à mostra.
Não pude deixar de citar o estilo de Hailey Bieber onde demonstra muita elegância mesmo vestindo peças despojadas como jeans boyfriend, top cropped, Air-Jordans e casacos longos, dando toques de requinte combinando muitos acessórios, seus outfits são a definição de Conforto e Elegância unidos.
Além de ser atriz, estudante, modelo e ativista, Yara Shahidi tem sido uma grande influência na moda, com seu guarda-roupa eclético, que viaja entre jeans boca de sino, camisetas brancas e saias longas de tafetá, não tem medo das tendências e ama saltos, sejam finos ou de plataforma anos 70, ela representa muita personalidade e metamorfose em seus looks, já teve suas fases preppy, com meias ¾ e mocassins e, hoje ama apostar em tops, blazers e macacões estampados.
Nossa querida Bruna Marquezine varia muito em seu estilo, envolvendo sobretudos de couro, tricôs abertos, vestidinhos encurtados, peças de alfaiataria entre outras que fazem a diferença em seus looks, gosta de apostar na monocromia, sendo discreta e elegante. Possuindo um grande currículo fashion que engloba um desfile para Dolce & Gabbana e o papel de protagonista de campanhas internacionais para Intimissimi, Puma e C&A, além de ser a celebridade queridinha de grifes nacionais como Arezzo e Colcci.
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Una collezione inattesa alle Gallerie d’Italia a Milano
Il dialogo tra le diverse ricerche scultoree di alcuni protagonisti del XX secolo sarà in scena alle Gallerie d’Italia di Milano fino al 22 ottobre con il percorso espositivo temporaneo Una collezione inattesa. Viaggio nel contemporaneo tra pittura e scultura, a cura di Luca Massimo Barbero, curatore associato delle Collezioni di Arte Moderna e Contemporanea della Banca. Una selezione di oltre 70 opere, solitamente non esposte nella sede milanese, come le più recenti acquisizioni della Collezione Intesa Sanpaolo, è in un dialogo tra le diverse ricerche scultoree di alcuni degi artisti del XX secolo a confronto con importanti approfondimenti sulla pittura del secondo dopoguerra. A rappresentare la raccolta di sculture della Collezione Henraux, nel monumentale spazio di ingresso nel museo, è la grande opera in marmo bianco Femme Paysage di Jean Hans Arp, del 1966. Se le prime sale ospitano grandi artisti del Novecento come Arturo Martini con La Pisana, Marino Marini con la Pomona e Giacomo Manzù con il Grande Cardinale Seduto, raramente esposte insieme, riunite adesso come emblematiche delle radici della scultura italiana, la sala dedicata a Fausto Melotti presenta per la prima volta un ricco corpus fittile del maestro, protagonista anche della scultura ceramica, con 19 opere rappresentative dei suoi contenitori e vasi ceramici tra cui quattro importanti Korai. Tra i protagonisti di una delle sale spicca Lucio Fontana in rimando al tema dello Spazialismo, con opere come il grande Concetto spaziale. Attese del 1965. Per dare continuità alla tradizione della scultura in ceramica sono stati riuniti per l’occasione alcuni piatti denominati Antica Savona, oltre all’importante nucleo delle tre Nature in bronzo e terracotta. L’azzeramento e la monocromia nell’arte contemporanea internazionale dei primissimi anni Sessanta hanno il loro cuore nella scultura Complex Form di Sol LeWitt, entrata da poco nelle collezioni Intesa Sanpaolo, con un confronto tra un maestro del minimalismo americano come Robert Ryman e i protagonisti della ricerca italiana come Piero Manzoni, Alberto Burri, Toti Scialoja e Enrico Castellani, quest’ultimo presente con Superficie bianca 35 del 1966. Le ricerche legate all’astrazione e al segno della pittura alla fine degli anni Cinquanta hanno in dialogo Carla Accardi con l’opera Senza Titolo, Giulio Turcato e Antonio Sanfilippo con Superficie 45/C/6, oltre a Il flauto di canna di Corrado Cagli, che incarna la continuità del grande pittore aprendo le sperimentazioni degli anni Sessanta e introdce idealmente al nucleo di sculture di Pietro Consagra, come Bifrontale malachite, dedicate al tema della ricerca sulle Pietre e sui Marmi che l’artista conduce tra il 1970 e il 1980. Il percorso include opere di artisti che, partendo dall’astrazione classica, arrivano al secondo dopoguerra con una pittura minimale, come Bice Lazzari con Misura 9. Inoltre il museo di Milano, insieme a quelli di Napoli, Torino e Vicenza, è parte del progetto museale Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, guidato da Michele Coppola, executive director Arte, Cultura e Beni Storici della Banca. La mostra si potrà visitare martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 9.30 alle 19.30; giovedì dalle 9.30 alle 22.30. Read the full article
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OPTIMUS PRIMAL ( Leader ) Movie Studio Series 106
Purtroppo la piaga dei Voyager venduti per Leader tocca anche l'OPTIMUS PRIMAL di Rise of the Beasts per Studio Series, e la cosa la si palesa appena aperta la confezione dove notiamo il nostro GORILLA biomeccanico nuotare nella vastita del box che lo racchiude: sì lo so, ci sono gli accessori ( sì, ma quanti ? ) e le varie feature ( sì, ma quali ? ) nel modellino, ma il colpo d'occhio iniziale non è di certo fra i migliori, purtroppo.
Lo scimmione cyborg si presenta bene e fedele alla controparte in CGI del film Rise of the Beasts, sempre nei limiti della trasposizione in giocattolo di un Transformer da lungometraggio, sopratutto appunto di una bestia mezza meccanica, ed infatti magari qualche dettaglio si perde, come le parti esterne degli avambracci pelosi, qui lisci, o le zampe posteriori un bel po' accrocchiate alla buona che si intuisce che diverrano le gambe del robot.
Se le zampe posteriori sono PARECCHIO limitate potendo muovere solo le anche ed un po' le caviglie frontalmente, le braccia sono ben altra cosa, con tutto il pacchetto compreso, e sopratutto le dita delle mani apribili e separate a due a due! Certo, non è il massimo che nella parte interna delle braccia ci sia un unico pannello che parte dai polsi ed arrivi alle ascelle, praticamente, ma grazie alle svariate articolazioni alla fine non ne inficia i movimenti, dicevo, ma esteticamente magari lo si può ruotare verso l'esterno, anche se così diverrà un po' ridondante con le braccia del robot, ma tant'è!
Anche la testa è davvero ben snodata, potendo ruotare ed alzarsi su e giù, ma non fare le due cose contemporaneamente, così come si può anche spalancare la bocca: la testa, per forza di cose, sarebbe un po' piccola per un gorilla, o al limite dovevano fare le spalle meno imponenti, per dire, ma vista la posabilità della stessa, ci si soprassiede tranquillamente a questo dettaglio.
Come colorazione il nostro primate robot non è tendente al solo grigio generale come appariva nelle primissime foto promozionali, dato che ha il nero della pelliccia a contrastare il grigio delle parti più meccaniche, ma ha pure parecchi dettagli in argento che lo allontanano da una noiosa monocromia nerastra, per fortuna.
Come grandezza già il gorilla è tranquillamente classificabile come Voyager, pesando praticamente solo una decina di grammi in più del suo collega Rhinox SS, e, come dicevo all'inizio, per aggiungerci qualcosa alla massa e farlo passare per Leader, ecco un bel po' di accessori, come le classiche scimitarre ( l'unico Maximal nel film ad avere le sue armi originali da Beast Wars, fra l'altro ), più un'ascia che in realtà è da dare in dote all'Optimus Prime Voyager sempre Rotb, la Transwarp Key che può dividersi in due pezzi, e due pezzi di una imitazione di catena in realtà snodata in 4 punti ciascuna.
Quest'ultima nel film non c'è, ma compariva in una scena del teaser trailer iniziale, come accessorio per unire le due spade, ma ora può essere riciclata come aggiunta alla palla chiodata in dotazione a Battletrap. Grazie alle spine e fori delle catene, le varie armi possono unirsi fra loro in svariate combinazioni, così come la Transwarp Key una volta spezzata, MA sarebbe stato meglio, vista la piccolezza dell'accessorio, se si poteva contenere in qualche vano nascosto del robot stesso.
Le spade invece si sistemano "classicamente" negli appositi fori sulla schiena, o meglio, così come si fa ormai nelle versione aggiornate di Primal come il Kingdom ed il MP, dato che in realtà nel giocattolo originale le due scimitarre erano NASCOSTE dentro la schiena del gorlla, ma vabbè, pure Cheetor e Rhinox hanno le armi sopra la schiena, per quel che vale….
Con la TRASFORMAZIONE diciamo che si arriva al classico punto dove i nodi vengono al pettine, nel senso che ok l'eventuale fedeltà filmica del personaggio, ma in un robot che diventa una bestia antropomorfa, con una storia di modellini di quasi 30 anni, in un modello che è pure venduto come un Leader, si spera che qualcosa di nuovo se lo siano inventato. E diciamo che per fortuna è così, anche se giocoforza di riffa o di riffa ci sono comunque rimandi ai modellini del passato.
La novità sta nel fatto che il robot compare innanzitutto ruotando tutto il gorilla di 180°, con le zampe posteriori che si allungano a diventar le gambe mentre i piedi finiscono dietro i polpacci, il pannello della pancia si solleva e ruota di 180°, così come il pannello del sedere per poter sollevare quello della schiena che si proietta dall'altra parte, mentre il torso si apre in due per scambiare le teste come visto ad esempio nel Kingdom, ed infine gli avambracci si aprono con un bel gioco di pannelli che slittano e ruotano facendo rientrare le mani scimmiesche ed uscire quelle robotiche.
Ai più smaliziati il grosso di questa trasformazione ricorderà sicuramente quella dell'omonimo Transmetal del 1998, ma l'importante è avere un bel ROBOT imponente, anche se non tanto più alto di un Op Prime medio Generations, va detto. Bello è bello, per carità, e di suo è a monte una versione fedele basata sul Primal originale del 1996 ( e ci credo, direi, sempre per il discorso del design basilare di un robot / gorilla … ^^' ), così come è assai snodato e pure lui con le mani con le dita apribili.
L'unica cosa magari fastidiosa è quel po' di gobba che si trova sulla schiena, un po' fisiologica magari, ma sopportabile. Ottimo il design della faccia, con la mascherina aperta, anche se gli occhi visti in alcune angolature sembrano dei banali puntini verdi inespressivi.
Niente male sempre la colorazione, con meno argento e più grigio scuro dele parti meccaniche, così come le spade, dimenticavo, sono con la lama argentata e l'elsa nera, e pure le parti argentate nel corpo hanno striature in stile "battle damaged".
Le spade possono appendersi sulla schiena nei soliti forti, anche se ora sono un po' più basse: si può ipotizzare che la zainata sulla schiena possa essere una sorta di zaino a razzo, come il Biocombat originale, mentre, visto che ci sono spade classiche, peccato non vedere magari il lanciamissili sulle spalle ( presenti però nella versione Takara Ultimate ) o dei laser che escono dai polsi, visto che sempre di un Leader staremmo parlando.
Al solito è ottimamente snodato, è ben scolpito, colorato e tutto, ma per via della scarsità dei succitati accessori, resta sempre un po' di amaro in bocca a vedere il solito grosso Voyager con poca roba al prezzo di un Leader, quindi, come ormai mi sto abituando un po' troppo spesso a dire, era meglio aggiungerci qualcosa in più per indorare la pillola, ma tant'è. Peccato che stavolta non mi è andata bene a trovarlo in offerta, che magari il rimorso del portafogli lo ammortizzavo meglio.
-Videorecensione
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