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#Mister Romano
nitewrighter · 2 months
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All things considered, I hope that MAWS season 3 is the season where they introduce the other big DC heroes, but at the same time, I have to wonder what the characters of Batman and Wonder Woman will be like.
Will we get an overdramatic loner emo Batsy for that current Pattinson Batman synergy, or are we going to get something closer to Conroy's Batman? Heck, with the tech-focused angle of MAWS, perhaps this would be an opportunity to try something closer to Rino Romano's portrayal in The Batman?
Will Diana be the ever-compassionate, wise yet pragmatic nigh-immortal warrior princess, or is she going to be little more than the primary vehicle for next season's relationship drama, her mere presence driving a wedge between Clark and Lois akin to early New 52 Wondy? I really fucking hope not. For a change, let Diana be into both Clark AND Lois. Let her rizz them BOTH up and let Lois be kinda into it.
Honestly I'd rather the trinity get their own respective shows in this style that introduces them in the framework of their own stories before they get slapped into Superman's story. And also I'm very wary about introducing Batman at all because DC has a problem of introducing Batman to a story and it immediately becoming A Batman Story (tm).
If they do end up introducing other heroes from the DC universe, I'd rather they pick characters in theme with the show's emphasis on space and technology--like Adam Strange, Martian Manhunter, Green Lantern, Captain Atom, or Cyborg. Or that they start bringing in Fourth World characters like Darkseid, Orion, Mister Miracle and Big Barda. Hell, they could bring in Kon-El or General Zod, too. They're only now establishing Lex as his own villain and not just someone clinging onto Waller, and they haven't even brought in Lobo yet!!! There's still plenty of Superman content to explore without shoehorning in an underdeveloped Trinity. Or they could bring in Booster Gold and/or the Legion of Superheroes for a time travel plot that's still focused on Supes. (A time-traveling Jon showing up à la Trunks, anyone?)
My really big concern here is the show has put all this energy into establishing Lois + Jimmy as Superman's team, and now with the new season they've expanded that to include Kara and Steel, and I don't want that to get chucked out the window just because they want to bring the Trinity in. Honestly the last thing I want is for Batman and Wonder Woman to show up like, "Out of the way, supporting cast! The real main characters are here!" If they're going to expand further into the DC universe, I want it to feel natural to THIS show, not just ticking off a mainstream fandom checklist.
A big part of what I love about Superman solo comics is their emphasis on the normal people surrounding Clark that he cares for and is inspired by, and they're usually the first to get elbowed out when he gets thrown into big crossover. I don't want that with MAWS. The show is literally called My Adventures with Superman, which implies its major baseline is that its from the perspective of the normal non-powered people closest to Superman (read: Lois and Jimmy). I don't want this show to breach that until Wonder Woman and Batman are established on their own.
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diceriadelluntore · 3 months
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Storia Di Musica #331 - Antonello Venditti, Sotto Il Segno Dei Pesci, 1978
L’ultimo disco di questo scatolone incredibile che ho ritrovato in soffitta è uno dei dischi più famosi di sempre fatti in Italia. È un disco che segna un momento storico per il nostro Paese a cui indirettamente anche lui contribuisce, e uno più personale, che proietta l’autore a diventare una delle voci più famose, e incisive, della canzone italiana. È anche l’opportunità per raccontare di un cantautore che troppo spesso è stato bistrattato per il suo essere “commerciale” (definizione che per me ha valore di assoluta stupidità). Il disco di oggi esce l’8 Marzo 1978. 29 anni prima, era nato nello stesso giorno l’autore, Antonello Venditti. Proprio per questo, il titolo, profondamente autobiografico, è Sotto Il Segno Dei Pesci. Dico subito che nello scatolone ho la fortuna di avere una prima edizione originale: la stupenda copertina di Mario Convertino, designer celeberrimo di fortunatissime copertine di album e uno dei primi ad usare la grafica in TV (Mister Fantasy del 1981, di cui cura sigla e grafica, alle videosigle de La Domenica Sportiva nel 1986, e persino la grafica delle partite dei Mondiali di Italia '90) insieme ai due pesci colorati vi sono in rilievo i dodici segni dello Zodiaco. Venditti arriva a questo disco dopo un percorso artistico particolare. L’inizio, famosissimo, è al Folkstudio, il locale romano dove stringe amicizia con Giorgio Lo Cascio, Ernesto Bassignano e soprattutto Francesco De Gregori: a quel momento dedica una delle strofe più famose della canzone italiana, quattro ragazzi con la chitarra e il pianoforte sulla spalla, di Notte Prima Degli Esami. La It di Vincenzo Micocci gli dà l’opportunità di fare un disco insieme a De Gregori, e nasce così nel 1972 Theoruis Campus. Il disco segna però un distacco tra i due, su cui la stampa musicale ha ricamato cose assurde e per la maggior parte inventate (su tutte che Pianobar di De Gregori fosse indirizzata a lui). Segue quindi il percorso di un cantautorato febbrile e intenso, estroverso e popolare, incentrato sulla passione per la sua città, Roma (a cui dedicherà veri e propri inni, come Roma Capoccia, E Li Ponti So’ Soli da L’Orso Bruno del 1973, Campo De’ Fiori da Quando Verrà Natale del 1974, e sul raccontare storie forti e niente affatto scontate. Tra queste ultime, Mio Padre Ha Un Buco In Gola (Le Cose Della Vita, 1973) sugli attriti generazionali, Canzone Per Seveso (da Ullalà, 1977) per l’ecologia, e soprattutto una carrellata di canzoni dedicate a figure femminili che faranno epoca, come Lilly (dall’omonimo album del 1975), struggente, una delle prime canzoni italiane scritte sulla droga, Maria Maddalena (1977), sulla prostituzione.
Sotto Il Segno Dei Pesci uscirà una settimana prima del sequestro Moro. Ne diventerà suo malgrado una sorta di colonna sonora, in un disco cruciale che assomma, in una maniera decisiva la contestazione e il riflusso, le storie dell’amore intimo e l’impegno per le lotte sociali, le speranze pubbliche e le frustrazioni quotidiani. Ne è esempio il ritornello, che conosciamo tutti, della title track, dedicata alla storia di Marina e di Giovanni (due veri suoi amici) delle loro paure sul futuro, del cambiare città perchè “Tutto quel che voglio, pensavo\È solamente amore\Ed unità per noi\Che meritiamo un'altra vita\Più giusta e libera se vuoi\Corri, amore, corri, non aver paura”. È il disco con cui “ricompone” con De Gregori: gli dedica la scarna e delicata Francesco, (Possiamo ancora suoniamo ancora l'ultima volta\Senza rimpianti, senza paura\Come due amici antichi\E nient'altro di più di più di più) e soprattutto Bomba O Non Bomba, che parla di due ragazzi, Antonello e Francesco (De Gregori, naturalmente), e ripercorre il cammino dei due protagonisti, e gli incontri fatti, a Sasso Marconi, Roncobilaccio, Firenze e Orvieto (in ordine cronologico le uscite dell’Autostrada Del Sole, direzione Roma), per raggiungere il successo, rappresentato da Roma come meta finale. È anche un disco per le donne: Sara (“svegliati è primavera”) è una toccante storia di una ragazza incinta, amica della prima moglie Simona Izzo al Liceo Mamiami di Roma, di un ragazzo “mammome e anaffettivo” (Ma Sara, mi devo laureare, e forse un giorno ti sposerò\Magari in chiesa (…) tu non sei più sola, il tuo amore gli basterà\Il tuo bambino, se ci credi nascerà); Giulia è invece la prima canzone che parla apertamente di un amore lesbico all’interno di una coppia eterosessuale, il punto di vista del testo è dell’uomo che si trova a ragionare sull’allontanamento della sua amata, la canzone è un gioiello del disco, potente e struggente, È Giulia che ti tocca\È Giulia che ti porta\Via da me (…) Lei è solo troppo anche per te\Lei è solo un po' confusa\E ti prego non portarla\Via da me. C’è pure la canzone sociale di Chen Il Cinese, la deliziosa Il Telegiornale, che sembra scritta adesso “TG1, TG2, che confusione\Ma almeno rimane il pregio dell'informazione\E tra una smentita e l'altra e un sorriso ministeriale\Ci fa capire che le cose non vanno poi\Troppo male.
Il disco fu registrato a Roma nei Trafalgar Recording Studios e a Londra ai Marquee Studios; il tecnico del suono è Gaetano Ria, che si occupa anche del missaggio insieme a Tim Painter. Tra i musicisti sono da ricordare i componenti del gruppo degli Stradaperta, già collaboratori di Venditti in Lilly; anche Carlo Siliotto e Pablo Romero avevano già suonato con il cantautore (entrambi nell'album Quando verrà Natale), ed inoltre suona nell'album il tastierista dei Goblin, Claudio Simonetti. Durante le session dell'album venne registrata anche un'altra canzone, Italia, che però non venne inserita nel disco (solo nel 1982 sarà pubblicata in Sotto La Pioggia). Il disco venderà tantissimo: 700.000 copie quell’anno, Sotto Il Segno Dei Pesci\Sara singolo Numero Uno, riuscendo, come pochissimi, a intuire l’umore della piazza. Perché è un fatto che forse per la sua produzione quantitativamente molto elevata rispetto ad altri grandi cantautori, e spesso per alcune sue scelte facili, abbia sempre avuto critica feroce. Il problema della “musica commerciale” è la scusa di chi deve per forza contestare le scelte artistiche non per quelle che sono (un lavoro artistico ha tutto il diritto di essere considerato brutto). Venditti fu accusato di disimpegno negli anni ’80, su cui per anni la critica ha ironizzato sul suo intimismo da supermercato, seppure nonostante dischi non così belli come questo scriverà inni generazionali, ne elenco un paio: Ci Vorrebbe Un Amico e Notte Prima Degli Esami nel 1984 da Cuore, In Questo Mondi Di Ladri del 1988 che venderà più di un Milione di Copie, Alta Marea, cover di Don’t Dream It’s Over dei Crowded House del 1991. Ditemi se è poco.
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buscandoelparaiso · 22 days
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ddr che allena in romano mario hermoso e in perfetto inglese hummels il mio mister
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daily-spanish-word · 2 months
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mister el señor
Think senior (from the Latin for ‘older’)
or senator, also often an older man (’senate’ from the Latin senātus : ‘council of the elders’)
Mr. Brutus was a senator in the Roman Empire. Señor Bruto era senador en el Imperio Romano.
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fotopadova · 2 years
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Walker Evans -  Parte prima: vocazione scrittore
di Paolo Felletti Spadazzi
  --- L'iniziazione alla letteratura
Walker Evans nacque a St. Louis, Missouri, il 2 novembre 1903. Egli, tuttavia, ha sempre sostenuto di essere nato il giorno tre, forse perché corrispondeva al numero romano III posto alla fine del suo nome (Rathbone 1995). Infatti, suo nonno si chiamava Walker Evans (senior), suo padre Walker Evans (junior) e quindi lui, per la precisione, si chiamava Walker Evans III.
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                                           1907, Walker Evans jr., Walker Evans III, Walker Evans sr.
Il padre, Walker Evans jr., non era laureato, ma già dai ventiquattro anni lavorava come copywriter, era cioè uno scrittore professionista e stilava testi per la pubblicità. Nel 1908 (Evans aveva 5 anni), a causa di un'interessante offerta di lavoro da parte del pubblicitario Albert Lasker, Walker Evans jr. (il padre) si trasferì con la famiglia da St. Louis a Kenilworth, un villaggio suburbano alla periferia di Chicago, progettato sullo stile dell'omonima cittadina inglese. Lasker era uno degli uomini più in vista d'America nel settore della pubblicità e Evans jr. non poteva certo perdere questa occasione. E poi Kenilworth era pieno di verde e molto adatto per un bambino dell'età di Walker III. Dopo la scuola Walker III ascoltava le letture fatte ad alta voce ai bambini del circondario da una vicina di casa, Fanny Phelps, che avrebbe fatto nascere in lui la passione per la letteratura. Il padre era stato incaricato da Lasker della campagna pubblicitaria per la farina di frittelle Zia Jemima. "Questo incarico avrebbe fatto un'impressione indelebile sul piccolo Evans, che in seguito avrebbe rabbrividito per l'imbarazzo al solo pensiero" (Rathbone 1995).
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                           1909, Le frittelle di zia Jemima, la cui  pubblicità fu affidata a Walker Evans jr.
Nel 1914, un'altra offerta di lavoro nel settore automobilistico fece sì che il padre si trasferisse a Toledo con la famiglia. Walker, che si affacciava allora all'adolescenza, fu traumatizzato da questo nuovo trasloco, poiché lo sradicò dal verde villaggio di Kenilworth, troncò i suoi legami col suo migliore amico e quelli con la signora Phelps e le sue letture ad alta voce, proiettandolo in un ambiente ostile, metropolitano e multietnico.
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                                               1915, Walker Evans poco dopo il trasloco  a Toledo.
Nove in inglese e quattro in latino
Nel 1918 il padre lascia la famiglia per andare ad abitare con Louise Hower, una vicina di casa con la quale aveva da tempo una relazione e, l'anno seguente, sua madre si trasferisce a New York con la sorella di Walker. Walker viene mandato alla Loomis Chaffee School, che dista circa 200 km da New York.
Walker nutre una immediata antipatia per Batchelder, il preside della scuola (chiamato mister B.). Il suo profitto è insoddisfacente: i voti migliori sono in inglese, mentre in latino i risultati sono totalmente insufficienti. Dato lo scarso rendimento e la forte depressione che lo affliggeva, i genitori, d'intesa con il preside, decidono di cambiare scuola, iscrivendolo dapprima a una scuola pubblica di New York e poi all'Accademia di Mercesburg (1921).
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                                       Cartolina del 1910. L'edificio più  antico della scuola di Loomis.
Però, dopo meno di un anno, Evans si trasferisce alla Phillips Academy di Andover, dove desiderava andare, probabilmente perché aveva letto che da lì proveniva il maggior numero di laureati di Yale. La Phillips è tuttora considerata “il collegio più elitario d’America” e vanta tra i suoi alumni ben cinque premi Nobel. Nel 1922 la sua richiesta di iscriversi a Yale fu respinta, perché i voti conseguiti alla Phillips erano troppo bassi. Allora Evans ripiegò sullo Williams College, università privata di arti liberali situata a Williamstown. Fu durante il suo primo anno alla Williams che divenne quello che in seguito lui stesso descrisse come "un bibliofilo patologico" (Rathbone 1995). Evans, infatti, "saltava le lezioni per ritirarsi nella biblioteca a coltivare i suoi interessi letterari".
 Il viaggio in Europa
Quando tornò a New York per le vacanze di Natale del 1923, Evans probabilmente sapeva che non sarebbe più tornato a studiare allo Williams College. A New York lavora in una libreria in lingua francese e alla New York Public Library.
Il 6 aprile del 1926, grazie al sostegno economico della famiglia, Evans parte per un gran tour in Europa. Visita Parigi, Versailles, Marsiglia, Cannes, Juan les Pins, Genova, Napoli, Roma, Firenze, Ventimiglia. Nell’agosto e settembre 1926, mentre si trova a Parigi, frequenta lezioni di letteratura alla Sorbona e cerca, senza successo, di scrivere dei racconti brevi.
L'idea che, per uno scrittore americano, fosse quasi obbligatorio fare un viaggio a Parigi non era certamente una novità. Inoltre poteva costituire un'attrattiva il fatto che, mentre in America c'era il proibizionismo, in Europa si poteva dare libero sfogo ad eventuali inclinazioni alcoliche.
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                             1926-1927  Evans in Francia in amena compagnia e con un fiasco di vino.
Tra 1910 e il 1911 troviamo a Parigi il poeta Thomas Eliot, uno degli idoli di Evans. Dal 1921 al 1924, vi abitava Francis Scott Fitzgerald e, nei primi anni '20, Ezra Pound. Facevano tutti parte di quella lost generation che gravitava attorno al salotto di Gertrude Stein. Ernest Hemingway, che nel 1933 sarà compagno di bevute di Evans all'Avana, si trovò diverse volte a Parigi tra il 1921 e il 1931. Anche Man Ray, che faceva parte del gruppo surrealista, lavorava a Parigi dal 1921. Non risulta, tuttavia, che, durante il suo soggiorno, Evans abbia incontrato qualcuno dei suoi scrittori preferiti. Dall'intervista con Paul Cummings (Cummings 1971) apprendiamo che Sylvia Beach propose a Evans di presentarlo a James Joyce. Evans nutriva un'ammirazione reverenziale per il personaggio ma, al momento dell'incontro, preferì sottrarsi. Racconta a Cummings: "Era il mio dio. Anche questo mi ha impedito di scrivere. Volevo scrivere così o per niente".
Tra i letterati del passato che ebbero maggiore influenza su Evans vi sono certamente Flaubert e Baudelaire. Nell'intervista a Katz del 1971 Evans afferma: "Il metodo di Flaubert credo di averlo incorporato quasi inconsciamente [...]. Ma spiritualmente è Baudelaire che ha avuto più influenza su di me" (Katz 1971).
Durante il viaggio in Europa Evans aveva scattato alcune foto con una Kodak portatile. Tornato a New York nella primavera del 1927 incominciò a prendere sul serio la fotografia, anche con l'aiuto del fotografo e film maker Ralph Steiner (1899-1986) che condivise con Evans l'interesse per i soggetti vernacolari e gli insegnò a maneggiare gli apparecchi di grande formato.
 Il primo articolo su Hound & Horn
In quell'epoca Evans incontra anche Lincoln Kirstein, che diventerà un suo grande amico e che avrà grande influenza sul suo lavoro. Kirstein, fin da quando è studente ad Harvard, ha fondato insieme a Varian Fry la rivista Hound & Horn, dove vengono pubblicate le foto di Evans e, nell'ottobre 1931, il suo saggio La ricomparsa della fotografia (Evans 1931).
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 Hound & Horn, le copertine di due  numeri contenenti foto di Walker Evans (autunno 1930 e luglio-settembre  1934).
L'articolo, che contiene le recensioni di alcuni libri di fotografia, delinea la posizione di Evans nel panorama fotografico dell'epoca e costituisce quasi un programma per la sua successiva attività.
A proposito di Steichen the Photographer (1929) di Carl Sandburg, Evans scrive: "Steichen è la fotografia fuori dai binari nel nostro modo reiterato di imponenza tecnica e di vuoto spirituale [...] la sua caratteristica generale è il denaro".
Di Foto-auge (1929), curato da Franz Roh e Jan Tschichold (dove compariva anche una foto di Atget), dice: "è un libro nervoso e importante".
Di Die Welt ist schön (1928) di Renger Patzsch, dichiara: "Le cento foto di Renger Patzsch rendono il libro emozionante da sfogliare in negozio e deludente da portare a casa."
In merito ad Atget photographe de Paris (1930) asserisce: "La sua nota generale è la comprensione lirica della strada, l'osservazione allenata di essa, la sensazione speciale per la patina, l'occhio per i dettagli rivelatori, su tutti i quali viene lanciata una poesia che non è "la poesia della strada" o "la poesia di Parigi, "ma la proiezione della persona di Atget".
Quanto a Antlitz der Zeit (1929) di August Sander, scrive: "E' più di un libro di "studio di tipi umani"; un caso in cui la fotocamera guarda nella giusta direzione tra le persone", "uno dei futuri predetti da Atget", un "montaggio fotografico della società, un processo clinico”.
 Fotografia e scrittura: un matrimonio problematico
Molti dei libri fotografici di Evans vennero realizzati in collaborazione con scrittori.
Tuttavia Evans pretese quasi sempre che le sue fotografie rimanessero separate dal testo, raccolte generalmente alla fine o all'inizio del libro. Anche in American Photographs, libro edito dal MoMA e impaginato da lui stesso, le didascalie delle foto sono raccolte alla fine della sequenza delle immagini. Sembra quasi, cioè, che Evans rifugga da una contaminazione tra i due mezzi espressivi, quello della sua vocazione giovanile e il suo sostituto, per il quale è diventato famoso.
Il primo in ordine di tempo è il libro di poesia The Bridge (1930) di Hart Crane. In questo caso non si può parlare di una vera e propria collaborazione, perché Crane, che era amico di Evans, gli chiese di inserire nel volume alcune sue fotografie del ponte di Brooklyn, che erano già state scattate da Evans e che Crane conosceva.
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                                        1930 The Bridge di Hart Crane, con foto di Walker Evans.
Nel 1933 Evans realizzò insieme a Carleton Beals, scrittore, storico e attivista politico americano, il libro The Crime of Cuba, che contiene 31 foto selezionate tra le diverse centinaia che Evans scattò durante il suo soggiorno all'Havana.
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                                1933 The  Crime of Cuba di Carleton Beals con foto di Walker Evans.
Forse il suo libro più famoso fu quello realizzato insieme a James Agee e pubblicato nel 1941, dal titolo Let Us Now Praise Famous Men. All'inizio del libro vi sono 61 foto fuori testo, che ritraggono tre famiglie di coloni dell'Alabama e che furono scattate cinque anni prima della pubblicazione, quando Agee ed Evans si recarono nel Sud su incarico della rivista Fortune, per documentare l'ambiente contadino durante la Grande Depressione. Il lavoro non venne mai pubblicato da Fortune, ma, solo cinque anni dopo, dall'editore di Boston Houghton Mifflin.
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                                     941 Let Us  Now Praise Famous Men (con foto del 1936).
Infine, nell'autunno del 1941, esegue 32 foto per li libro di Karl Bickel The Mangrove Coast: The Story of the West Coast of Florida. Le foto, che compaiono alla fine del libro, non sono direttamente in relazione con il testo e illustrano aspetti sociali e vernacolari della Florida, luogo di ritiro per pensionati benestanti.
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                                   1942 The Mangrove Coast: The Story of the West Coast of  Florida.
Tra il 1943 e il 1945 Evans scrive diverse recensioni su libri, film e opere d'arte per la rivista Time.
Dal 1945 al 1965 lavora per la rivista Fortune dove raggiunge una posizione con autonomia sempre più ampia, riuscendo a controllare interamente i propri progetti e curando, oltre alle foto e alla loro impaginazione, anche i testi.
Contemporaneamente, negli anni '50, scrive anche per il New York Times.
 Vorrei essere un letterato
Nell'intervista rilasciata a Paul Cummings nel 1971, l'intervistatore sottolinea il fatto che Evans fotografa spesso oggetti che recano molti segni e gli chiede se sia interessato alle lettere alfabetiche e alle parole. Evans risponde che i caratteri e segni sono molto importanti per lui, che hanno infinite possibilità, sia decorative in sé che come arte popolare, e anche dal punto di vista simbolico e del significato, o anche del doppio significato.
Allora Cummings gli chiede: "Sai perché sono importanti per te?"
Evans risponde: "No, non so perché. Penso che in verità mi piacerebbe essere un letterato. [...] I segni sono solo un simbolo visivo della scrittura."
 Bibliografia
Agee, James e Evans, Walker (2002). Sia lode ora a uomini di fama, Milano: Il Saggiatore (ed. or. 1941)
Crane, Hart (1930). The Bridge. New York: Horace Liveright
Beals, Carleton (1933). The Crime of Cuba. Philadelphia: J. B. Lippincott
Bickel, Karl A. (1942), The Mangrove Coast: The Story of the West Coast of Florida, New York: Coward-McCann Inc
Cummings, Paul (1971), Oral history interview with Walker Evans, Oct. 13-Dec. 23, Archives of American Art, Smithsonian Institution https://www.aaa.si.edu/download_pdf_transcript/ajax?record_id=edanmdm-AAADCD_oh_212650
Evans, Walker (1931). The Reappearance of Photography. In Hound & Horn (Oct.-Dec. ): 125-28. http://photohelios-team.blogspot.com/2009/02/essay-walker-evans.html
Evans, Walker (1966). Many Are Called, With an introduction by James Agee, Boston: Houghton Mifflin
Katz, Leslie (1971) in Bertrand, Anne - ed. (2017). Walker Evans. Le Secret del la Photographie. Entretien avec Leslie Katz, Parigi: Centre Pompidou parzialmente riportata in: https://americansuburbx.com/2011/10/interview-an-interview-with-walker-evans-pt-1-1971.html
Punket, Robert (2000), Walker Evans: Florida, Los Angeles: Paul Getty Museum Publications https://www.getty.edu/publications/resources/virtuallibrary/0892365668.pdf
Rathbone, Belinda (1995). Walker Evans: A Biography, Boston: Houghton Mifflin Harcourt 
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nocerinalive · 4 months
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Mister Nappi torna "a casa", ecco la nuova squadra del tecnico
Nappi torna "a casa", ecco la sua nuova squadra
Il contratto del tecnico romano scade il 30 giugno, il trainer però avrebbe già trovato squadra Continue reading Mister Nappi torna “a casa”, ecco la nuova squadra del tecnico
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fredfilmsblog · 10 months
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NATAS ANNOUNCES 2023 INDUCTEES TO THE GOLD AND SILVER CIRCLE
TO BE FETED AT SECOND ANNUAL CHILDREN’S AND FAMILY EMMYⓇ AWARDS
Inductees Include Talent Behind Award-Winning Children’s Programming From “Mister Rogers Neighborhood,” “Saved By The Bell,” “Sesame Street,” “The Fairly OddParents,” “Tiny Toon Adventures” and many more
New York and Los Angeles – November 17, 2023 – The National Academy of Television Arts & Sciences has announced the 2023 Gold and Silver Circle inductees who will be feted at the Second Annual Children’s & Family EmmyⓇ Awards in Los Angeles on Sunday, December 17. These honorees are an elite group of professionals who have significantly contributed to children’s television.
The Gold and Silver Circle is a society of honor. Inductees have performed distinguished service within the industry, setting standards for achievement, mentoring, leadership, and professional accolades for 50 or 25 years, respectively. They represent the best and the brightest in the television community.
Gold Circle - 2023 Children’s & Family Inductees
Peter Engel, Producer/Executive Producer (“Saved By The Bell,” “One World”)
David Newell, Actor/Producer/Public Relations Director/Props/Manager/Talent Booker (“Mister Rogers’ Neighborhood,” “My Tale of Two Cities”)
Fred Seibert, Producer/Creator/Innovator/Creative Genius/Mentor/Mensch (“Adventure Time,” “The Fairly OddParents”)
Silver Circle - 2023 Children’s & Family Inductees:
Vicki Ariyasu, Senior Vice President, Content, Education and Inclusion; Disney Branded Television
Ellen Doherty, Chief Creative Officer and Executive Producer (“Cyberchase,” “Odd Squad”)
David Kleeman, Strategist, Analyst/Author/Speaker/Connector around Children’s Media
Carol-Lynn Parente, Executive Producer (“Sesame Street”)
Andrea Romano, Casting/Voice Director (“Batman Beyond,” “Pinky and the Brain”)
Tom Ruegger, Creator/Executive Producer/Writer (“Animaniacs,” “Tiny Toon Adventures”)
Tara Sorensen, Head of Children’s Programming, Apple TV+
“This year's Gold & Silver honorees are recognized for their outstanding and ongoing contributions to family entertainment,” said Adam Sharp, NATAS President and CEO. “Their excellence as storytellers has entertained and informed viewers for generations. We look forward to celebrating each of them.”
About NATAS:
The National Academy of Television Arts & Sciences (NATAS) is a service organization dedicated to the advancement of the arts and sciences of television and the promotion of creative leadership for artistic, educational, and technical achievements within the television industry. It recognizes excellence in television with the coveted Emmy® Awards for News & Documentary, Sports, Daytime, and Children’s & Family programming, as well as achievements in television Technology & Engineering.
NATAS membership consists of more than 18,000 broadcast and media professionals represented in 19 regional chapters across the country. Beyond awards, NATAS has extensive educational programs including regional student television and its Student Award for Excellence and the National Student Production Awards for outstanding journalistic work by high school students, as well as scholarships, publications, and major activities for both industry professionals and the viewing public.
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CONTACTS:
SMITHHOUSE for NATAS [email protected]
B Harlan Boll
BHBPR.com
626-296-3757
REBECCA BRANDO
Publicity Director
(310) 702-9580
www.smithhousestrategy.com
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giancarlonicoli · 11 months
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27 ott 2023 12:46
“ERO ‘IL PRINCIPE’ ADESSO PER STRADA NESSUNO MI RICONOSCE PIÙ” – PARLA GIUSEPPE GIANNINI: “FACCIO FATICA A RIVEDERE VECCHIE IMMAGINI. SONO CAMBIATO TANTISSIMO E MI ‘RODE’ ADESSO CHE SONO SENZA CAPELLI” - “FACCIO IL NONNO, NON RIMPIANGO IL CALCIO, SENTO LA MANCANZA DEI MIEI GENITORI, DI VIALLI E MIHAJLOVIC” – LA ROMA, LA DELUSIONE MONDIALE, TOTTI E DI BARTOLOMEI, L’ESPERIENZA DA CT DEL LIBANO – “NON RIFLETTO SU QUANTO AVREI POTUTO OTTENERE IN PIÙ... IO ERO QUELLO, LA ROMA ERA QUELLA E..."
Guendalina Galdi per il “Corriere della Sera” - Estratti
Chi è Giuseppe Giannini ora? «Un aspirante intenditore di calcio». Così si autodefinisce oggi il «Principe» del calcio italiano degli anni ’80 e ’90, romano e romanista con il numero 10 sulle spalle, elegante in campo e genuino fuori. Un «Principe» che con la Nazionale avrebbe potuto ottenere di più e che, una volta chiuso con il calcio giocato, ha voluto provare ruoli ed esperienze diverse. Come chiamare Giannini adesso? Direttore? Mister? «Facciamo Beppe e basta. Sono “direttore” sì, ma è una parola che non mi fa proprio impazzire...».
Si sente ancora «Principe»?
«A volte questo soprannome ha condizionato chi mi giudicava, ma se si pensa ai miei 22 anni di carriera è stato positivo. Non ce ne erano altri in giro. Mi piaceva. All’epoca davanti a me c’era Falcao che era “Il Divino”, io essendo arrivato dopo sono diventato “Principe”. Scelta azzeccata. Certo a guardarmi oggi...».
Come si vede?
«Faccio fatica a rivedere vecchie immagini. Sono cambiato tantissimo e mi “rode” adesso che sono senza capelli. Mi dà un po’ fastidio sinceramente, quindi evito di guardarmi. La gente neanche mi riconosce per strada».
Quanto le manca il calcio?
«Ormai ho smesso da talmente tanti anni che non ho più quel desiderio di tornare dove ero. Lo penso da qualche anno. Io se tronco qualcosa non torno indietro».
(...)
Lei è stato un giovane che ce l’ha fatta. Poi la carriera con la maglia numero 10, la più difficile da assegnare...
«Alla Roma l’hanno indossata da Di Bartolomei a Totti, oltre me. Giocatori che hanno lasciato qualcosa al calcio italiano. Ancora la “10” non si rivede in campo ma ritornerà perché ha un fascino senza paragoni. È un peccato che in questo momento non ci sia».
Cosa le ha tolto il calcio?
«Non rifletto su quanto avrei potuto ottenere in più. Se fai così non vivi. O vivi male. In quel momento io ero quello, la Roma era quella, ho dato ciò che potevo dare».
Da giocatore avrebbe ceduto a un’offerta dall’Arabia Saudita?
«Ho sempre detto che avrei voluto chiudere la carriera a Roma ma non è potuto accadere per tanti motivi. Allora ho voluto iniziare a conoscere altre realtà e culture. Se avessi ricevuto una richiesta così l’avrei presa in considerazione come mi capitò con il Marsiglia, il Siviglia, con la Fiorentina l'ultimo anno ma che non accettai. Ora guardando le cifre e le età in cui Ronaldo e altri si sono spostati...».
Un suo «grande rifiuto»?
«Io e Viola rifiutavamo qualsiasi offerta. In Nazionale ricevevo sempre i complimenti di Boniperti. Si avvicinava (era capo delegazione allora), faceva qualche battuta, diceva “Ti voglio alla Juve”. Per me finiva lì. Alla fine andai allo Sturm Graz pur di non restare in Italia. La situazione è cambiata quando è arrivato Sensi. Poi sono tornato al Napoli, ma solo perché mi chiamò Mazzone».
È stato Ct del Libano per due anni: rifarebbe quell’esperienza?
«Sì e la consiglierei. Sono stato bene a livello lavorativo, ne è valsa la pena. È stato un peccato non aver partecipato alla Coppa d’Asia per un gol. Mi avrebbero fatto una statua in piazza a Beirut se ci fossimo qualificati... è una città splendida anche se quando c’ero io era pericolosa, c’era un attentato dietro l’altro. Qualche volta ho temuto».
Ci racconti.
«A volte quando passeggiavamo sul lungomare avevamo il timore che qualche macchina fosse piena di ordigni. Era normale pensarci visto quello che accadeva. Ma feci quella scelta in maniera consapevole. Volevo far vedere le mie competenze, farmi conoscere per poi magari andare in nazionali più importanti».
La delusione più grande?
«La semifinale del Mondiale del ‘90 a Napoli non è paragonabile ad altro per importanza».
Ha avuto poca fortuna con la maglia azzurra?
«Se penso a quella sera...basta una svista per segnare una carriera. Un conto è se arrivi in finale, un altro conto se perdi prima...».
E con la Roma?
«I “se”, i “ma”... quanto contano nel calcio? Tornare indietro e pensare a cosa avrei potuto vincere non mi piace.Ho dato quello che potevo dare, ho ricevuto quello che potevo ricevere».
Aspettava una chiamata?
«Il primo pensiero, una volta smesso col calcio, è stato quello di tornare nell’ambiente in cui ho sempre vissuto per 15 anni. Da casa mia sarei arrivato sempre a Trigoria, anche bendato. Sono dodici minuti. Conosco ogni curva e ogni buca del tragitto. Il desiderio era di iniziare un percorso da dirigente o allenatore nella Roma. Non è stato possibile e ho guardato avanti. Ora sono contento qui al Monterosi».
L’anno prossimo compirà 60 anni, con chi le mancherà festeggiare?
«Mi mancheranno gli auguri dei miei genitori. E quelli di altre persone con cui ho condiviso esperienze, penso a Vialli e a Mihajlovic che sono scomparsi da poco. E poi di qualche capo della tifoseria giallorossa che non c’è più e con cui ho condiviso trasferte, momenti belli e meno belli».
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cinquecolonnemagazine · 11 months
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Belve stasera su Raidue, ospiti di Francesca Fagnani e anticipazioni
(Adnkronos) - Ultimo appuntamento oggi, martedì 24 ottobre, con Belve, programma cult in onda in prima serata su Rai2 ideato e condotto Francesca Fagnani. Ospiti della puntata Alba Parietti, Melissa Satta e Isabella Ferrari. Duello sulla chirurgia estetica tra Alba Parietti e Francesca Fagnani a Belve 2023. Alba Parietti a Belve "A me piace piacere, mi piace che il mio culo sia piaciuto a tanti italiani, ma che male faccio? E per di più senza aver fatto nulla", dice Parietti, 'sfidata' dalla conduttrice. "Ho fatto il seno, prima uno e poi l'altro, l'ho detto mille volte. La bocca? Sì vabbeh...". Un paio d'anni fa ha detto che era indecisa su un lifting: "Lei si è accorta di qualcosa? Ha visto qualche cambiamento? Non voglio dare certezze, dicono che non bisogna mai ammettere niente...", aggiunge l'ospite, che rivendica un 'picco' costante in carriera: "Non lo dico io, lo dice il fatto che continuo a lavorare dopo quarant'anni". Su Instagram c'è chi l'accusa di esagerare con i filtri: "Ma si filtrino anche loro", dice, mostrando una certa propensione alla polemica con i follower meno educati: "Il dito mi pare e succede... Mi trovo così Barbie da vecchia, perché rinunciare?...Perché uso i filtri? Invecchiare non mi piace".  Melissa Satta: "ogni tanto serve trovare il capro espiatorio" Nel salotto di Francesca Fagnani, come evidenziano le anticipazioni, la modella e showgirl risponde alle domande sul rapporto con Matteo Berrettini, stella offuscata del tennis italiano. Il romano, protagonista di una stagione condizionata da infortuni e problemi fisici, da quando ha iniziato la nuova relazione è precipitato in classifica. "Sono una donna esposta, ogni tanto serve trovare il capro espiatorio", dice Satta. Fagnani a questo punto ricorda che in sua difesa è sceso in campo il padre del tennis azzurro, Nicola Pietrangeli che aveva dichiarato: "Se Berrettini è in crisi nera non è colpa di Melissa Satta, Matteo gira troppi spot, perde tempo e deve riflettere sul gioco". Satta risponde: "Sono tutti mister, se uno è un personaggio a 360 gradi, magari ha anche dei doveri da rispettare, verso gli sponsor, verso gli accordi. La professionalità non viene esclusa da altro, cioè, uno deve vivere".  Fagnani ricorda anche le polemiche nate in seguito alla sua partecipazione come opinionista a Sky Calcio Club e riporta una frase della giornalista di Rai Sport Paola Ferrari: "La funzione di Melissa è quella di dare sostanza a uno stereotipo dei più triti, anche tutti quei risolini quando si è tolta la giacca, una scena vecchia e avvilente". La Satta replica: "Questa è una rosicona. cosa c'è di male nel togliere la giacca, toglie la professionalità a una donna?". Quando Fagnani le chiede se per lei sia un buon momento sentimentale, l'ospite risponde "stiamo facendo gossip". "Se vuole parliamo di politica", incalza la conduttrice. "Non sono così adatta", ribatte Satta in uno scambio tennistico che Fagnani chiude: "E allora parliamo di quello che la riguarda, è un ritratto personale, e nella sua vita personale entra anche l'amore". [email protected] (Web Info) Read the full article
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Guardiola ricorda Mazzone indossando una maglia con la storica corsa del mister
Pep Guardiola, tecnico del Manchester City, si è presentato alla stampa con una maglietta bianca raffigurante la storica corsa di Carlo Mazzone sotto la curva dell’Atalanta dopo un gol che permise al suo Brescia di pareggiare 3-3 in rimonta al Rigamonti il 30 settembre del 2001. Il tecnico spagnolo che giocò in quella stagione con le Rondinelle, ha voluto così ricordare l’allenatore romano…
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leanstooneside · 1 year
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The bigger they are the harder they fall (OCEANARIUM)
◊ ensconced Ned
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◊ ensconced mister
◊ ensconced Hugh de Brassey’s
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daily-spanish-word · 1 year
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mister el señor
Think senior (from the Latin for ‘older’)
or senator, also often an older man (’senate’ from the Latin senātus : ‘council of the elders’)
Mr. Brutus was a senator in the Roman Empire. Señor Bruto era senador en el Imperio Romano.
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mistermixmania · 2 years
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ROMANO “VERSAILLES” Mit Puder, Perücke und Schönheitsfleck 📣 https://mister-mixmania.com/de/news/musik-news/romano-versailles-mit-puder-peruecke-und-schoenheitsfleck/ Tagged as ROMANO Nach der harten Realität in seinen Hits wie „Brenn die Bank ab“, lebensnahen Partyknallern wie „Metalkutte“ oder „Klaps auf den Po“ und Reflexionen der eigenen Herkunft auf dem Album „Copyshop“ ..... : #musiknews #musik #ROMANO Foto Credits: Fabien Prauss
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ivanreycristo · 2 years
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..tras ver a uno con camiseta de SON OF BEAST [hijo de la bestia]..x lo q he mirado si era un grupo SATANICO O APOCALIPTICO..y solo me aparece con ese nombre una MONTAÑA RUSA [de las 15 q tuvo] desmontada q fue la mas grande , alta y veloz construida de MADERA [dejando solo su base para Halloween entre 09_19] situada en el parque de ATRACCIONES [de VERTIGO O MIEDO] "KINGS ISLAND" en "MASON" [OHIO]..
.. he pasado x un sitio donde suelo pasar cuando voy al CC PLENILUNIO aunque hoy lo hecho x dar una vuelta en mi patinete PURE..y ponian bajo puente cortado x BOMB_EROS al haber un "desprendi_miento" con AGUA Y BARRO..los nombres de DANIEL Y CANDELA q me han recordado al matrimonio de CANDELA SERRAT [hija del Cantautor Catalan SERRAT y ACTRIZ q se ha incorporado a la serie Policiaca SERVIR Y PROTEGER de donde echaron a Paula PRENDES cuando empeze a seguirla y cuando la iban a trasladar a la comisaria de LOGRo+cOÑO..SERIE q piensan clausurar este AÑO tras más de 1500 capitulos ..y la cual en otra serie poso DESNUDA frente a la CATEDRAL DE LA ALMUDENA=VIRGEN en la MURALLA ARABE en MADRID)..y DANIEL MURIEL [famoso x la serie ESCENAS DE MATRIMONIO en la q 3 PAREJAS de diversas edades muestran el TEDIO y PROBLEMATICO en lo q se convierte] con el cual me bañe en CALZONCILLOS en la piscina del HOTEL_RESORT OASIS de CANCUN donde hice AHOGADILLAS a las participantes de MISS ESPAÑA [x lo q MISTER MUNDO JUAN GARCIA POSTIGO dijo x lo bajini q me iba a matar tras decirme antes q no entendia q hacia yo ahi.. y luego publicito PUROS MONTE_CRISTO=FOLLE_LUZ..asi como console a T_AMARA VERA=de VERDAD.. o MISS MURCIA xq creia q estaba amañado el concurso y se entrometio PATRICIA YURENA o MISS ESPAÑA'08 q gano con 18 años]..en cuya gala me cole [firmandome PASTOR_A SOL_ER q iba a cantar LA MALA COSTUMBRE de su nuevo cd BENDITA LOCURA en su 1era vez en MEXICO en julio 2009 y q grabó entre cd TODA MI VERDAD y cd UNA MUJER COMO YO..[x cierto..de la Gala MISS ESPAÑA a la fiesta del Hotel RESORT OASIS fui en el BUS DE PELUKEROS Y MAQUILLADORES..pues esa es otra..una q te parece guapa luego x la mañana te parece un ORTO sin maquillar y despeinada.. x lo q prefiero tomarme un par de cubatas para q me lo parezca xq así también me va a parecer más INTERESANTE jaja]
..y los Cuales [DANIEL MURIEL y CANDELA SERRAT q coincidieron en la obra 6 HERMANAS por lo q empezaron a salir o rompieron con sus anteriores PAREJAS tras salir 5 años con FLORA la chica del tiempo de TELECINCO=X EL CULO TE LA HINCO..a la q dejo x otra antes de salir con CANDELA=VELA o un poco de LUZ q se consume] llamaron a su hija MERIDA [pero no x la CAPITAL de YUCATAN sino x la ciudad ROMANA HISPANICA famosa x su ANFITEATRO ROMANO donde represento la obra JUPITER..q tiene q conquistar a la mujer más bella de la TIERRA]..después me cruce con una mujer pasando en un carrito a bebés GEMELOS O MELLIZOS
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jimothystu · 2 years
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Baseball players or professional singers? 🧐
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sch-nn · 2 years
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post game reminder: always show the guys love
[TOR @ KC]
(consider this whispering, but i’m hearing that the last time the jays shutout KC in back to back games was… 1992? 👀)
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