#Margherita d'Austria
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fashionbooksmilano · 1 year ago
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Grandi Regine
Giuliana Pistoso
Illustrazioni di Ugo Fontana
Mondadori, Milano 1968, 155 pagine, 20x28cm
euro 15,00
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Galla Placidia - Adelaide di Borgogna - Margherita d'Austria - Isabella di Castiglia - Caterina de Medici - Elisabetta d'Inghilterra - Maria Teresa d'Austria - Caterina di Russia
Le protagoniste delle vicende narrate in questo volume - otto eccezionali figure di sovrane - abbracciano e dominano, anche per la loro longevità, un arco vastissimo di tempo: circa quattrocento anni di storia. Intelligenza, sensibilità, coraggio, intuito politico sono le doti che queste regine leggendarie, quasi un simbolo dei tempi in cui vissero, rivelarono nel corso del loro governo, meritando l'attributo di "grandi". In queste pagine, impreziosite da documenti e tavole di raffinata concezione, le grandiose figure delle otto regine riacquistano per il lettore di oggi contorni umani, pur sfumati fra toni di luce e d'ombra, fra verità e leggenda.
Grandi regine è un volume di biografie di sovrane dall'antichità fino all'età moderna (da Galla Placidia e Caterina di Russia): per illustrare il testo di Giuliana Pistoso, Ugo Fontana si è ispirato alla storia dell'arte, soprattutto del Rinascimento, rielaborandone in modo originale l'iconografia. 
24/07/23
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roehenstart · 2 years ago
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Margarita of Parma.
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persa-tra-i-miei-pensieri · 8 months ago
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Ortona
Una città “dalle sere dolci e profumate come quelle d’Oriente”
(Gabriele D’Annunzio)
Questa città ha una storia tutta da scoprire, dove leggende tramandate nel tempo si mescolano alla vita di tutti i giorni e sanguinose battaglie e saccheggi distrussero tanto davvero troppo tra le vie di questa cittadina.
In passato la città era completamente circondata da una cinta muraria trecentesca e al suo interno era suddivisa tra Terra Vecchia, ovvero la zona dove abitavano i pescatori e i marinai e dove si svolse la terribile Battaglia del dicembre 1943, e Terra Nuova, una zona costituita per lo più da orti e campi. Parlando di Terra Vecchia bisogna considerare un aspetto molto singolare che i pescatori avessero lì le loro casette colorate tra quelle viuzze strette nella parte alta della città e non sulla costa vicino al porto e che per raggiungere le loro imbarcazioni percorressero degli scalini che collegano ancora oggi queste due zone; inoltre bisogna dire che il porto un tempo non era situato dove lo troviamo oggi ma si trovava più vicino al Castello Aragonese quindi sotto la cosiddetta Pizzuta.
Proprio dietro al faro dell'attuale porto, dove si trova anche una statua di San Tommaso che accoglie i marinai, c'è una piccola spiaggetta di pietre nominata la spiaggetta della Ritorna perché con l'avvicinarsi del maltempo le mogli dei pescatori (ed anche secondo un'altra leggenda una principessa) urlavano e pregavano «ritorna» ai loro amati.
Percorrendo le viuzze di Terra Vecchia possiamo notare un arco in pietra tufacea, il materiale di cui sono costutuite le scogliere, una casa lasciata così com'era di cui si può scorgere il colore originale attorno alla finestra e una casa che venne distrutta dalle bombe che si trova (ironia della sorte) nella piazzetta dedicata alla convivialità nominata dell'Allegria.
Per quanto riguarda il commercio bisogna dire che Ortona aveva un commercio comune con Venezia di stoccafisso e baccalà, che un tempo era il pesce dei poveri e dei contadini.
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Terra Vecchia ha termine dove è situato Palazzo Farnese, costruito nel 1584 venne comprato dalla Madama (Margherita d'Austria) insieme a tutto il feudo di Ortona e le vennero affidati anche i restanti feudi abruzzesi che amministrò con grande maestria.
Tra i personaggi illustri di Ortona che possiamo nominare ci sono due membri del Cenacolo Michettiano: Basilio Cascella (seppur nato a Pescara) e il compositore Francesco Paolo Tosti.
Pertanto a fine 800 Ortona vive di riflesso del Cenacolo Michettiano e vengono costruite case in stile liberty.
Proprio a Ortona è stato composto il nostro "inno" abruzzese per la gioventù "Vola Vola Vola " a cui a Porta Caldari è dedicata una fontana.
Vulesse fa' r'venì pe' n'ora sole
Lu tempe belle de la cuntentezze
Quande pazzijavame a vola vola
E te cupria de vasce e di carezze
E, e vola, vola, vola, vola, vola E vola lu pavone Si tiè lu core bbone Mo' fammece arrepruvà
...
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Percorrendo la passeggiata orientale che costeggia la costa e qualche viuzza raggiungiamo affacciato sul mare il Castello Aragonese che esternamente si presenta intatto ma all'interno possiamo notare essere rimaste in piedi solo alcune mura e torrette. La sua storia è un continuo trasformarsi: da alcuni resti romani venne costruita poi una fortezza che in seguito venne utilizzata per scopi militari, per poi venire acquistata facendola diventare un palazzo signorile con all'interno un meraviglioso giardino all'inglese.
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È arrivato il momento di fare una visita al museo dedicato alla Battaglia di Ortona tra civili e soldati canadesi contro le truppe tedesche, ma intanto possiamo già rinvenire delle tracce di questo sanguinoso scontro in un vicolo della città dove possiamo ancora leggere una scritta che indicava il coprifuoco: "il coprifuoco per tutte le truppe alleate è alle 21:00" e affianco possiamo notare dei fori nel muro causati dalle schegge delle granate esplose e dai proiettili.
Il Museo della Battaglia conserva oggetti e foto che testimoniano i giorni del violento scontro urbano del dicembre 1943, ciò che caratterizza questa guerra è essere stata principalmente una guerra di "propaganda" e poco utile invece a fini strategici, anche se comunque molto sanguinosa essendosi svolta casa per casa.
I civili vennero fatti sfollare dalle truppe tedesche ma non tutti fuggirono decidendo di nascondersi nelle cantine delle loro case ma perdendo così la vita.
Ortona ha ottenuto la medaglia d'oro al valore civile perché durante il conflitto ci si è aiutati l'un l'altro civili e soldati canadesi.
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I tedeschi tra le altre cose distrussero anche la torre dell'orologio, una delle due torri della Cattedrale di San Tommaso, per evitare fosse un punto di avvistamento.
Ma perché proprio a Ortona?! Semplice, perché è qui che il Re Vittorio Emanuele III di Savoia fuggì durante la seconda guerra mondiale imbarcandosi appunto al porto di Ortona verso Brindisi; ed è qui che si trovava la Linea Gustav.
Tra gli oggetti presenti nel museo possiamo soffermarci su tre in particolare:
I papaveri ricamati sulle vesti dei soldati canadesi e delle crocerossine, che indicavano la loro morte in battaglia essendo i papaveri rossi come il sangue;
Varie radioline e giradischi militari con cassa perché anche i soldati avevano bisogno di qualche momento di svago;
Una foto particolarissima, una foto di un banchetto di natale realizzato durante la guerra per i soldati circondato da firme, firme dei soldati sopravvissuti sia canadesi che tedeschi come inno alla pace, a testimoniare che fare la guerra non conviene.
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Ora è sufficiente uscire dal museo e svoltare verso la costa per raggiungere la Cappella del Crocifisso Miracoloso. Un tempo chiamato monastero di Sant'Anna questo luogo è testimone di antiche storie di fede, mare, corsari saraceni e leggende anche culinarie.
Era il luogo di fede in cui vivevano e pregavano del monache di clausura. Si narra che un giorno mentre pregavano l'affresco del crocifisso iniziò a gettare sangue dal costato, questo venne considerato un miracolo ma anche simbolo di presagio di un'imminente tragedia. Il sangue miracoloso venne raccolto in due ampolline, di cui una si trova a Venezia e l'altra è rimasta in questa Cappella ad Ortona rinchiusa in una teca (che viene messa in mostra il secondo venerdì del mese).
Il presagio era reale infatti dalla costa arrivarono le vele dell'ammiraglio della flotta ottomanna Piyale Paşa che iniziarono a distruggere tutto. Gli abitanti di Ortona fuggirono nelle campagne ma le monache di clausura non poterono abbandonare il monastero e restarono a pregare, le loro preghiere forse le salvarono perché Ortona viene nuovamente distrutta ma i nemici non riuscirono nemmeno ad avvicinarsi al monastero e alle suore di clausura perché una fitta nebbia ricoprì questo luogo come a renderlo invisibile e inesistente.
A questo luogo e alle monache di clausura sono legate anche altre due leggende di cui una è solamente la visione della realtà in chiave magica e fantasy poiché le monache di notte per lavare i panni si recavano alla fonte vicina facendosi luce nel buio e da allora quella fonte venne chiamata la fonte delle fate. Mentre l'altra è legata alla nascita del dolce tipico di Ortona: le nevole (da non confondere con le neole o ferratelle abruzzesi), dolce che appunto secondo questa leggenda è stato creato dalle monache di clausura che un giorno avendo finito le ostie presero gli ingredienti che avevano e unendoli e cuocendoli con il ferro per le ostie diedero vita alle nevole, la cui ricetta prevede solamente mosto cotto, arancio autoctono dal sapore dolceamaro e olio d'oliva (alcuni pasticceri del posto aggiungono anche della cannella).
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La Cattedrale di San Tommaso, un tempo Cattedrale di Santa Maria Vergine, custodisce le reliquie dell’apostolo San Tommaso e la sua pietra tombale dove viene ritratto l'apostolo e che presenta due fori uno per inserirvi un bastoncino di incenso e l'altro per inserirci degli oggetti che successivamente venivano recuperati intrisi dell'energia sacra per poter ottenere cure miracolose, infatti sia la pietra tombale che le reliquie stesse dell'apostolo sono importanti non per il loro aspetto fisico materiale ma per l'energia fortissima dell'anima che emana il corpo del santo apostolo, un'anima che è stata così vicina a Cristo nei suoi giorni in Palestina.
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Spero questo riassunto vi abbia fatti viaggiare insieme a me alla scoperta di questa città abruzzese e ringrazio per la visita guidata i Compagni d'Avventura e Ortona Welcome
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detournementsmineurs · 10 months ago
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"Portrait de Margherita d'Austria" par Antonio Moro (1562) présenté par Maria Celeste Cola - Chercheur à Rome - lors des journées consacrées à "L'Ornement Précieux II" par L'Ecole des Arts Joailliers au Collège de France, janvier 2024.
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museoweb · 4 years ago
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Diego Velazquez - L'infanta Donna Margherita d'Austria - 1665
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blprompt · 6 years ago
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Image taken from page 13 of 'Il Palazzo Farnese in Ortona a Mare. Margherita d'Austria'
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Image taken from: Title: "Il Palazzo Farnese in Ortona a Mare. Margherita d'Austria" Author: BONANNI, Giovanni. Shelfmark: "British Library HMNTS 10136.h.25." Page: 13 Place of Publishing: Lanciano Date of Publishing: 1897 Issuance: monographic Identifier: 000404224 Explore: Find this item in the British Library catalogue, 'Explore'. Download the PDF for this book (volume: 0) Image found on book scan 13 (NB not necessarily a page number) Download the OCR-derived text for this volume: (plain text) or (json) Click here to see all the illustrations in this book and click here to browse other illustrations published in books in the same year. Order a higher quality version from here. from BLPromptBot https://ift.tt/2Rog3Xq
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elementidiarmonia-blog · 6 years ago
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1660 Ritratto dell'Infanta doña Margherita d'Austria di Juan Bautista Martínez del Mazo
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crnagorakraljevina · 6 years ago
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Pismo Majke Kraljice Naroda kojim je pokušala da zaustavi ludilo Drugog svjeckog rata! Dana 27. Novembra 1939. godine, tri mjeseca nakon njemačke invazije na Poljsku i objave rata Njemačkoj od strane Francuske i Britanije, Regina Elena je napisala pismo za šest Suverena još uvijek neutralnih europskih zemalja : Danske, Nizozemske, Luksemburga, Belgije, Bugarske i Jugoslavije. ( nadamo se da će neko od Vas uraditi prevod teksta na Crnogorski jezik ) "Signora e Cara Sorella, La profonda commozione ispirata dalla visione della immane guerra che si sta svolgendo sui mari, per terra, per l'aria, dovunque grandi Stati e grandi Popoli con tutto il loro coraggio, con tutto il loro genio e con tutte le loro ricchezze, dibattono senza tregua e senza pietà interessi e sentimenti in contrasto, mi spinge a rivolgervi un cordiale invito: La guerra che infiamma tanti eroismi a distruggere vite, lavoro, fede nel domani, cioè i presidi stessi della civiltà, minaccia di dilagare nello spazio e nel tempo, e di inasprire i suoi terribili rigori ogni giorno peggio, così da scuotere la base stessa della comunione delle genti. Altissime autorità hanno già rivolto ai belligeranti in nome di Dio ed in nome di uno, ovvero di un altro popolo neutrale, voti di pace che non furono accolti. Questi precedenti potrebbero inaridire le speranze e togliere coraggio a nuove iniziative. Ma non impediscono ai cuori innumerevoli delle donne di ogni regione del mondo, di elevare ai Capi degli Stati belligeranti l'invocazione sorta dal proprio orrore, dalla propria pietà e dalla propria saggezza, perché si fermino a considerare non solo le proprie ragioni, ma quelle altresì del sentimento umano . Esso implora tregua a tanta strage di vite, ed a tanta distruzione di beni, a tanto turbamento di animi, e a tanta interruzione di industrie, di arti, di studi civili; implora la cessazione della guerra, non ai soli belligeranti aspro flagello, ma a tutti, senza distinzione, causa di sacrifici immani. Io mi rivolgo perciò a Vostra Maestà, a Sua Maestà la Regina Elisabetta del Belgio, a Sua Maestà la Regina di Jugoslavia, a Sua Maestà la Regina Giovanna di Bulgaria, a Sua Maestà la Regina Alessandra di Danimarca, a Sua Maestà la Regina Guglielmina dei Paesi Bassi ed a Sua Maestà la Granduchessa Carlotta di Lussemburgo, e le prego di volere accogliere con me quelle invocazioni di madri, di sorelle, di spose, di figlie; di conferire alle medesime invocazioni prestigio, vigore, diffusione, efficacia, unendo gli animi nostri e le nostre voci al fine di ottenere che le ostilità siano sospese e che gli sforzi siano uniti affinché si raggiungano accordi e pace duratura. Nessuno può dubitare della devozione con la quale ciascuna di noi sarebbe pronta al sacrificio di sé e dei suoi stessi figli per la propria Patria. Questo stesso comune sentire ci induce a comprendere di quali ansie vivano oggi milioni di madri, anelanti esse pure ai giusti riconoscimenti dei diritti dei loro Paesi, ma altresì alla salvezza dei figli mercé una pace definitiva e saggia. A questo invito ed alla speranza di unire gli sforzi nostri pacificatori, mi incoraggia l'esempio di due Principesse di Savoia: Margherita d'Austria vedova di Filiberto II Duca di Savoia, che fu dal suo Padre nominata Governatrice dei Paesi Bassi, e Luisa di Angoulème moglie di Carlo di Valois, nata principessa di Savoia e madre di Francesco I Re di Francia. Queste due Principesse, spinte irresistibilmente ad arrestare le ininterrotte effusioni di sangue prodotte dalle guerre fra imperiali e francesi, negoziarono nel 1529 quel trattato di Cambrai che, in loro onore , fu chiamato la "Paix des Dames". Possa anche a noi essere consentito di persuadere gli uomini ad ammettere che la guerra sia troncata, e che adeguati metodi per risolverla, con onore di tutti, siano equamente cercati dalle parti.”
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fashionbooksmilano · 3 years ago
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Le Ceramiche dei Duchi d’Este
Dalla Guardaroba al collezionismo
A cura di Filippo Trevisani
Saggi di Patrizia Curti, Paola Di Pietro Lombardi, Giorgia Mancini, Giovanna Paolozzi Strozzi, Nadia Pedrielli, Carmen Ravanelli Guidotti, Lidia Righi Guerzoni e Filippo Trevisani
Federico Motta Editore, Milano 2000, 176 pagine, 160 ill.a colori, 23x28 cm., brossura, ISBN  9788871792675
euro 25,00
La nobile casata d'Este si è distinta nei secoli per un raffinato mecenatismo e collezionismo d'arte, indice di un gusto e di una politica di prestigio che appuntò la sua attenzione anche sugli oggetti d'uso. Il volume, che accompagna la mostra allestita nei rinnovati spazi del Palazzo Ducale di Sassuolo, villa di delizia della famiglia, dà conto in particolare dei materiali ceramici eseguiti per esigenze private e d'uso della casata e poi divenuti essi stessi materiali da collezione, oggi in parte conservati nella Galleria Estense di Modena o provenienti da raccolte italiane e internazionali. Accanto alla ricostruzione della Guardaroba, ovvero di tutti quei manufatti facenti parte del patrimonio d'uso della Casa d'Este, vengono presentati disegni, incisioni, medaglie nonché pregevoli manufatti in bronzo che all'epoca costituirono il riferimento a quella produzione fittile. Lo specifico e fino ad oggi inedito interesse per la Guardaroba ducale ha comportato quindi la ricostruzione degli apparati nuziali: fra tutti, quelli celeberrimi realizzati in occasione dei matrimoni del Duca Alfonso II d'Este con Barbara d'Austria e successivamente con Margherita Gonzaga, che annoverano pezzi riferibili, tra gli altri, alla bottega del Calamelli di Faenza e a quella del Patanazzi.
Palazzo Ducale di Sassuolo 17 settembre 19 novembre 2000
10/12/21
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frontiera-rieti · 7 years ago
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Venerdì 16 all'Archivio di Stato la presentazione del libro su Margherita d'Austria
Venerdì 16 all'Archivio di Stato la presentazione del libro su Margherita d'Austria --------------------------------- Si terrà venerdì 16 marzo alle ore 16 presso l’Archivio di Stato di Rieti la presentazione del libro ”Il buon governo di Margherita. La pace tra Rieti e Cittaducale del 1571 in un documento dell’Archivio di Stato di Rieti” curato da Caterina Placidi, Maria Giacinta Balducci, Liana Ivagnes e Roberto Lorenzetti e edito dall’Archivio di Stato di Rieti e dall’Associazione Storica per la Sabina.
Si terrà venerdì 16 marzo alle ore 16 presso l’Archivio di Stato di Rieti la presentazione del libro ”Il buon governo di Margherita. La pace tra Rieti e Cittaducale del 1571 in un documento dell’Archivio di Stato di Rieti” curato da Caterina Placidi, Maria Giacinta Balducci, Liana Ivagnes e Roberto Lorenzetti e edito dall’Archivio di Stato di Rieti e dall’Associazione Storica per la Sabina. Una…
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miriamdenicolo · 7 years ago
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Qui passeggiava, dormiva, leggeva e si disperava Margherita d'Austria, già vedova e già sposata ad un nuovo 15enne, Ottavio Farnese, a cui si presentò vestita di nero e negandosi per un lungo periodo durante il matrimonio combinato. Si vociferava della sua predilezione per le donne. Ma uomo o donna, non poté mai scegliere. Come siamo fortunate ad esser nate in questo secolo, in Italia. (presso Palazzo Farnese, Piacenza)
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venicepearl · 10 years ago
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Margherita d'Austria
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venicepearl · 12 years ago
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Keizer Karel met zijn minnares Johanna van der Gheynst bij de wieg van hun dochter Margaretha van Parma
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