#L'amore è una cosa semplice
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"E ti verrò a prendere con le mie mani
E sarò quello che non ti aspettavi"
-L'amore è una cosa semplice (Tiziano Ferro)
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Domandatelo
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È bellissima, vero? Ma tu sei capace di sostenerne veramente lo sguardo? Hai idea di cosa voglia dire amare una donna? Pensi sia semplice, un gioco da ragazzi? Amarla vuol dire impegnarsi a renderla felice, darle protezione, affetto, non metterla mai in secondo piano, assecondarne i capricci, guidarla senza farla mai sentire inadatta, agevolarne la crescita.
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A volte, potrebbe anche capitarti di guardarla andar via da te innamorata di un altro e non battere ciglio, perché ciò che più ti sta a cuore è la sua felicità, anche se ti esclude. Si fa presto a dire: “la amo.” L'amore è impegno, sofferenza, costrizione misti a gioia pura quando sei tra le sue braccia. Sei pronto ad amare davvero? Sei pronto a essere un uomo?
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RDA
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vorrei che fosse tutto semplice, vorrei potermi fidare, ne sento proprio la necessità. Perché io lo vedo il mio cuore che corre verso i pericoli quasi volando, perché in quei pericoli ci vede solo l'amore che potrebbe ricevere. Quell'amore non arriva quasi mai però e alla fine si ritrova intrappolato tra le spine, sofferente e solo.
Vorrei sentirmi libera di essere quello che sono senza dover ogni volta giocarmi la serenità mentale. Scrivere quella cosa in più, dare quall'abbraccio in più, fare quel gesto che mi viene spontaneo, fare quel regalo, fare quel sorriso...senza rischiare, perché non è giusto che amare sia un rischio, che le cose belle siano sempre un rischio. Vorrei poter essere quel "più" che sono...e invece mi ritrovo a dover essere "meno" per proteggermi, perché quel "più" non è stato mai apprezzato, è stato dato per scontato.
Quanti sorrisi non ricambiati, quanti messaggi rimasti senza una risposta, quanto tempo investito a pensare ad un gesto carino da fare, che poi viene riposto nel dimenticatoio con tutto il sentimento che ci avevo messo insieme.
Quanto è raro essere circondati da chi ti fa sentire una persona giusta, da chi lotta contro i propri mostri per te, da chi non solo dice di apprezzarti ma che ti apprezza davvero, soprattutto quando si fa difficile.
Non smetto di sognare ad occhi aperti e di avere il cuore morbido, perché solo così io so vivere, quindi in me non troverai mai un muro, solo che adesso resto un passo indietro perché ho fatto troppi passi avanti che mi hanno portato a precipitare...se ci tieni, adesso, devi recuperarmi da laggiù.
zoe, + - : x matematica edition
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Spero che ti innamorerai di una persona che ti farà vedere che l'amore è una cosa semplice.
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<< Adesso hai capito >>, mi aveva detto uno degli ultimi giorni. << E' una domanda? >> << No, è un'affermazione. >> << Capito cosa? >> << La cosa più semplice, cos'è l'amore. >> << E cos'è? >> << E' attenzione. >>
Susanna Tamaro, "Anima mundi"
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❤ IL POTERE DELL'AMORE SILENZIOSO ❤️
Il Piccolo Principe, quel saggio e solitario vagabondo di un'altra stella, una volta disse una profonda verità: "Non si vede bene che col cuore".
Questa semplice ma profonda affermazione parla al cuore della connessione umana.
Spesso vogliamo sistemare le cose, dare consigli, dire alle persone cosa fare. Ma a volte, il modo migliore per aiutare è non parlare affatto.
A volte, la cosa più potente che possiamo fare è semplicemente essere presenti.
Il vero amore spesso trova la sua voce nel silenzio. Nei momenti di tranquillità, quando le parole sembrano inadeguate a catturare la profondità dell'emozione, il vero amore trascende i limiti del linguaggio.
Quando qualcuno ha bisogno di aiuto, un semplice "Sono qui per te", detto piano o persino lasciato inespresso, può essere più potente di mille parole.
Come un fiume che trova la sua strada verso il mare, l'amore trova naturalmente la sua strada verso il cuore. Non sempre ha bisogno di belle parole o di grandi gesti. A volte, le cose più semplici – un tocco delicato, un orecchio che ascolta, una presenza calda – possono fare molto.
Quando ti apri davvero all'amore, è come se diventassi un canale. Lo lasci scorrere dentro di te, senza cercare di controllarlo. Ricordate le parole del Piccolo Principe: "Non si vede bene che con il cuore", e lasciate che la saggezza guidi le vostre azioni.
Quindi, la prossima volta che volete aiutare qualcuno, provate questo: invece di dispensare consigli, cercate di essere semplicemente presenti. Ascoltate con il cuore. Offrite un abbraccio, una parola gentile, o semplicemente la vostra tranquilla e amorevole compagnia. Potreste rimanere sorpresi di quanto possano essere più potenti questi semplici atti d'amore.
Perché nella quiete della vera presenza sta la sinfonia dell'anima.
Nel silenzio, l'amore va oltre le parole, creando un ponte unico e potente di comprensione compassionevole che trascende i limiti del linguaggio.
- Autore sconosciuto
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Ricordatevi sempre una cosa: chi vuole sentirvi, vi cerca, chi vi vuole davvero vi viene a prendere.
Non fatevi troppe domande. L'amore è molto semplice, è fatto di dimostrazioni.
A parole si può essere ciò che si vuole, ma sono i fatti a dimostrare quanto sei prezioso per qualcuno.
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Temino: in base alle tue recenti letture, immagina di scrivere una breve epistola a Cesare Pavese: cosa gli diresti?
Svolgimento.
Caro,
❤ Sto capendo, lettera dopo lettera, quanto la prigione e l'isolamento del confino ti abbiano fatto male. Con le dovute proporzioni, la tua vicenda interiore mi ha ricordato quella di Primo Levi in Se questo è un uomo. Lui è stato in un campo di prigionia tedesco, ha vissuto esperienze più dure, ma pure su di te il regime fascista ha esercitato violenza, abuso, estirpandoti dal tuo ambiente socio-culturale; ti ha piegato il capo e fatto vivere in condizioni innaturali, bestiali, che hanno ulteriormente minato la tua percezione di te stesso, la tua dignità. Mi dispiace tanto non esserci stata per te, allora.
❤ Ho capito che il tuo amore per Tina, la ragazza per cui eri andato in prigione, è cresciuto, si è esacerbato, è divenuto ossessione proprio in quel periodo di forzato isolamento. Lei era diventata il tuo sogno di donna che avresti sposato non appena fossi tornato un uomo libero. Era diventata l'emblema della stessa libertà e della tua riscossa. Ma lei si faceva pregare pure per scriverti una semplice cartolina. Era distratta, non era connessa con te.
❤ Capisco perché svenisti non appena sapesti che aveva sposato un altro. Mettesti tutto te stesso, la scoperta di te stesso attraverso l'amore per lei, nella poesia intitolata "Dopo". Ti aspettavi che, leggendola nel tuo libro appena pubblicato, "Lavorare stanca", lei ti scrivesse. Ma niente, era di sasso. Allora la tua smania si è fatta più feroce, perché avevi segretamente riposto in questa pubblicazione l'aspettativa di essere apertamente corrisposto da lei.
In effetti, è una poesia folgorante, che smuoverebbe i sassi, e tanto più una donna che è stata con te. Ma lei non aveva condiviso la tua gioia: forse era distratta. Infatti, successivamente, scrivesti che far poesia è come fare l'amore: non sai mai se la tua gioia è condivisa. Però, dico io, non lo sai solo se la donna sta un po' sulle sue...se non legge con interesse la poesia, insomma!
😊 Comunque, se scrivi buona poesia, non resti mai a mani vuote: qualche anima gemella sparsa per le epoche e il mondo la trovi sempre! ❤🌹
Ingeneroso da parte di quella donna, scrivere nella sua autobiografia che tu volevi un pubblico e pretendevi che lei svolgesse questa funzione: piuttosto, volevi un'anima con cui condividere il sentimento della vita, la scoperta della natura, dell'amore, del "tutto"; una compagna di avventura intellettuale ed esistenziale! Quello che potrei essere io,
La Tua dev.ma
***
Prof, ho usato alcune emoticon per fare capire meglio a Cesare cosa provo per lui: non me le segni in rosso, per favore.
#tema#io speriamo che me la cavo#per non sapere né leggere né scrivere#università della vita#sei politico#appunti
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Ho "attraversato" il dolore cercando di mantenere intatta la bellezza dei miei sentimenti. Nessun amore va mai perduto, anche se chi ne è l'oggetto, legittimamente, non lo corrisponde. L'amore è nato e cresciuto in noi e ci ha resi sicuramente migliori, se glielo abbiamo permesso, accettando la realtà senza cercare di sfuggire alla sofferenza che provoca. Tornerò a provare amore e gioia, è importante comprendere che si tratta solo di un momento della mia vita.
Ho solo voglia di restare con la felpa a guardare la luna dal terrazzo che si diverte a farsi inseguire con gli occhi. Ho sempre provato piacere a guardarmi indietro e a mettere un punto per "Riniziare" con la maiuscola. Stasera, invece, ho bisogno di spazio e di virgole, di lettere minuscole e di pochi imperativi. Sorrido e penso a quanto è bizzarra questa sera: la vita ha fretta che io diventi una donna con un lavoro, con obiettivi chiari e con la voglia di costruire, eppure io mi sento ancora un po' bambina perché non ho tutte le risposte, perché non so come affrontare il distacco dalla mia famiglia, ma nel mio respiro mi sento anche una giovane donna. Tra me e me mi dico" Vai, assapora ogni momento, prendi a morsi ogni dubbio, viaggia, respira (sennò poi sbotti), leggi, balla, canta, scrivi, muoviti, stai ferma, prenditi in giro, fai tante domande senza mai forzare nessun rapporto, ma soprattutto dai un tempo a questi anni che passano come lancette impazzite, dagli il tuo tempo, il tuo senso e la tua verità."
Nel frattempo, farò qualsiasi cosa possibile per far sentire meno sola anche soltanto una persona e per rimanere autentica in un mondo che ha paura di mostrare le fragilità. Paragonarsi agli altri non fa altro che allontanarmi da quello che voglio io e, quindi, da ciò che fa stare bene me. Va bene fermarsi perché ho imparato ad ascoltare e ad osservare, a fare ciò che mi è possibile in quel momento di vita. Va bene anche stare male e accogliere i "momenti no": non durano mai per sempre ma possono essere utili per conoscermi meglio e per crescere. Va bene iniziare un percorso e avere delle ricadute perché ho interiorizzato che non esistono linee rette, ma è proprio questo che rende interessante la mia strada. E quindi va bene guardarsi con occhi più gentili, accogliendo i difetti e capendo cosa si può fare per migliorare. Non si tratta di una gara a tempo e non si può sperare in un cambiamento se non vogliamo accettare di poter inciampare, cadere, fallire. Stiamo già cadendo nel momento in cui cerchiamo di essere persone perfette perché, per quanto rincorriamo questo estenuante obiettivo, sappiamo benissimo che non riusciremo mai a raggiungerlo. Abbiamo solo bisogno di cambiare la visione delle cose, di fare un passo indietro, per andare avanti. Con i nostri desideri, le nostre paure, i nostri tempi, i nostri modi, il nostro bagaglio di vita.
A prescindere da come andrà, non perdere mai la speranza. Ricordati che anche le cose peggiori possono portare conseguenze positive. Domani sarà più semplice e andrà meglio, un giorno alla volta.
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Ma come hai fatto? (La mia prima volta)
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Sono una donna che nella vita non ha mai avuto troppe incertezze. Cresciuta ed educata secondo sani princìpi. La serietà, la coerenza, il non lasciarsi andare, l'impegno e l'evitare frivolezze sono sempre stati gli elementi base del mio carattere. Distacco, sobrietà e contegno. L'amore io lo immaginavo in fondo come un rapido passatempo, probabilmente addirittura quasi una seccatura, uno spreco di tempo ed energie che potrebbero essere utilizzati meglio, un ostacolo alla produzione lavorativa e alla realizzazione di sé. E invece sei arrivato tu. All'improvviso. Ti ho conosciuto durante uno stage settimanale in Francia per motivi di lavoro. Lavoriamo in aziende italiane concorrenti dello stesso settore.
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Hai sconvolto tutte le mie priorità. Dopo un evidente tuo corteggiamento iniziale in albergo la sera stessa del primo giorno, mi sono detta: “in fondo è un bell'uomo. Ma sì, proviamo anche questa. Non è che di sera ci sia molto da fare, qui. Rapidamente, però.” Invece siamo saliti in camera, hai iniziato subito a spogliarmi. Io lo volevo e quindi già sentivo dentro un rimescolamento incontrollabile. Poi hai preso a baciarmi il collo, la bocca, i seni e pian piano sei sceso a valle: con la lingua hai aperto le mie grandi labbra e hai iniziato a mordicchiarmi, a leccarmi a lungo. Ma come si permette? E quanto mi piace! Non ce l'ho fatta più e sono venuta una prima volta!
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Per me, ventiquattrenne di provincia tutta casa, studio e lavoro, era la prima volta! Hai puntato il tuo cazzo e inesorabile hai iniziato a entrare in me. Ero terrorizzata ma eccitatissima. Era un'esperienza che volevo fare, pensando di sbrigarla come una qualsiasi pratica standard. Stupida! Ho raggiunto di nuovo e in breve l'orgasmo. Tu, incurante delle mie richieste di rallentamento, sapendo di stare sverginandomi, continuavi come una bestia a possedermi. Ed era una sensazione meravigliosa: finalmente desiderata, presa con forza e resa un semplice oggetto di piacere. Ero diventata una donna, ero finalmente soltanto la femmina usata per far sfogare il maschio.
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E infine mi sei venuto dentro: dentro questa femmina oggetto di piacere che era stata ormai sverginata, sfondata e resa dolorante. Ma appagata e felice. Non ho voluto farti uscire io! Ti ho messo le gambe incrociate sulla schiena mentre venivi. Speravo solo di non essere rimasta incinta. Tutti gli anni di studio, la posizione sociale, il prestigio, la rispettabilità: ogni cosa a puttane! O meglio, tutto nella figa della puttana che stavo diventando rapidamente per te. E poi tutto in una notte! Ero curiosissima: ormai volevo sperimentare qualsiasi cosa sapesse di sesso, con te. Dopo un po’ di pausa, ho voluto prendere il tuo benedetto e adorato cazzo in bocca: oddio che senso di totale sottomissione e nello stesso tempo di appagamento!
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Ti ho fatto venire la seconda volta, malgrado la mia totale inesperienza: mi ero limitata infatti a prenderlo e tenerlo fermo nella mia bocca, succhiando e tirando sino a sentirti gemere e sborrare in me. Ti ho assaporato e ingoiato senza fare un fiato. L'uomo è un meraviglioso prodigio della natura. Quando ti sei calmato, sei tornato gentile e mi hai spiegato come deve essere sbocchinato per bene un uomo. Ridendo, ti ho promesso che avrei studiato e la sera seguente avresti potuto darmi quante ripetizioni volessi. Passata la giornata lavorativa, cena rapida insieme e poi di corsa su in camera. Ero pronta a mettermi in ginocchio, invece mi hai spogliata, gettata sul letto e girata. Ero un po’ spaventata, ma curiosa.
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E comunque mi fidavo di te. Mi hai leccata a lungo tra le natiche e insalivato per bene l'ano. Poi vi hai spalmato un ulteriore lubrificante e hai puntato il tuo grosso glande sul mio buchino: piccolissimo al confronto! Ero terrorizzata. Ma resistetti: sei entrato piano in me. Ho serrato i denti, cercando di rilassare l'ano. Come hai sentito il mio corpo ammorbidirsi tutto, hai iniziato a incularmi e io ad accoglierti sempre più. Ti ho sentito mentre mi sussurravi: “ora sborro” e sono venuta con te. Se possibile, è stato ancora più bello della prima volta. Inutile dire che abbiamo scopato tutta la settimana. Ora ci teniamo comunque in contatto , anche se siamo entrambi sposati.
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Ma essendo nello stesso giro professionale, quando ci ritroviamo insieme a un corso in comune, regolarmente godiamo di noi. E per nostra intima, dolcissima “tradizione”, oramai inizio sempre prendendotelo a lungo in bocca, facendoti sborrare copiosamente nella mia gola, gustando il tuo nettare e chiedendoti il voto alla fine. Ma tu vuoi sempre farmi un… supplemento di interrogazione! Per me tu sarai sempre la prima, bellissima volta. Ma come hai fatto a conquistarmi così?
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RDA
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Quattro di Spade.
"Il Nucleo del Dolore: oltre il "sacrum-facere"
L'Emotività è molto forte in questi attimi di profondo rilascio. Il sonno è disturbato, il caos potrebbe annebbiare anche le più piccole scelte.
Ma per molti rappresenta il necessario "passaggio al Nucleo Centrale". Cadute le maschere una ad una, oramai si frappone fra noi e la nostra Verità, solo una traballante difesa da abbattere.
Il Nucleo Centrale è la sorgente del Dolore Umano, il nostro Trauma Originale, la nostra più potente "centrale nucleare di sofferenza". Tutti i "progetti fotocopia" si originano da quella Fonte. Per molti sconosciuta, per altri già incontrata in più riprese nel corso della propria Vita.
Ogni "piano di dolore" si origina e si dispiega dalla Nascita.
Dall'Amore mancato. Dalla "presenza assente". Dalla disabilità emozionale dei nostri Genitori umani. Dal Papà e dalla Mamma.
Nel passaggio al Primo Varco abbiamo incontrato il nostro Padre e la nostra Madre. Abbiamo incontrato il Destino spirituale dell'Incarnazione. Abbiamo onorato la Vita che essi ci hanno donato, a prescindere dalla loro condizione umana e dalla loro capacità di esprimere l'amore e l'affettività genitoriale.
Ma riconoscere lo Spirito non guarisce la parte emozionale. Ci aiuta a riconoscere la presenza di un Destino più grande, di una "Necessità" dell'Universo di esprimersi attraverso l'Incarnazione.
Ma poco ci racconta del nostro Trauma emozionale. Esso è Umano. E appartiene all'esperienza sensoriale del Corpo.
Nessuno è guarito solo attraversando il Primo Varco. E difficilmente qualcuno è riuscito a "sconfiggere" gli effetti fotocopia nel proprio "atto generativo".
Abbiamo tutt'al più accettato e onorato con sincera gratitudine la nostra discesa sulla Terra, per l'opportunità maestosa e straordinaria di fare esperienza di questo Piano di Coscienza.
Ma non siamo riusciti a scalfire fino in fondo la processione degli eventi legati alla "ciclicità di esito". Non si è spezzata completamente la catena del "causa-effetto", dei ruoli di interpretazione, delle situazioni di "copia-incolla".
Perché è ancora vivo il Nucleo Centrale del Dolore.
Perché Mamma e Papà sono ancora lì. E ci mancano.
Ci manca l'Amore che non abbiamo mai vissuto.
E che abbiamo tentato disperatamente di recuperare altrove. Motivo per cui abbiamo "accettato l'inaccettabile" nelle nostre relazioni, nel nostro lavoro, nelle nostre manifestazioni di povertà.
Abbiamo lavorato su di esso quando ancora ci tenevamo strette strette le maschere di disfunzione. Abbiamo ad una ad una scollato da noi stessi giustificazioni, mistificazioni, illusioni e altari di argilla.
Ed ora siamo qui. Faccia a faccia con l'Origine. Da dove tutto si crea, da dove tutto prende forma, da dove la Realtà che percepiamo si dispiega energeticamente.
E lo sentiamo nel profondo quel Dolore. E' vivo. E' attivo. E' potente.
Vediamo Mamma e Papà davanti a noi. E riusciamo a osservarli senza distogliere lo sguardo, senza scappare, senza ergere muri di difesa o distorsioni sull'immagine che stiamo vivendo, nonostante la sofferenza che ci provoca tornare lì.
Non possiamo perdonarli. Non è Umano il perdono. E' divino. E nel Primo Varco già è stato compiuto questo passaggio.
Qui si tratta per il momento di stare fermi ad ascoltare. Senza giudicare e giudicarci. Senza per forza muovere un passo in qualche direzione. Solo ascoltare cosa si muove dentro.
L'Umano non ha mai potuto affrontare la Verità così da vicino.
Dicembre ci regala questa straordinaria opportunità. Non semplice. Non scontata.
Resteremo in piedi davanti a Papà e Mamma fino all'apertura del Secondo Varco. Che è tutto Umano. Che ci libera dall'Essenza del Dolore. Che ci aiuta a recuperare ciò che è stato perduto. Che ci renderà finalmente umani tra gli umani. Che stravolgerà tutta la nostra Realtà. Che romperà catene della prigionia di ruolo. Che scioglierà dentro di noi il vetusto e superato simbolo antico del "sacrificio", del "sacrum-facere", dell'immolarsi per l'Altro.
L'Umano "concorderà" con lo Spirito un sistema diverso di Evoluzione, una modalità in cui "nessuno si immola per nessuno", nel nome di nessun Dio o Religione. Un sistema di Amore non più incondizionato, ma condizionato al Rispetto di ogni Vita Umana, di ogni Battito di Cuore Umano.
Nessuno è meno di nessuno su questo piano.
Nessuno salva nessuno.
Nessuno muore per nessuno.
E' questa la Rivoluzione: Spirito e Materia insieme, Femminile e Maschile di nuovo ri-uniti. Nell'Amore stavolta. Non più nel Dolore compensativo.
Restate. Non scappate.
Rimanete lì. E lasciate che il Cuore faccia la sua parte. Con il tempo. Magari non subito. Ma qualcosa di magico accadrà nei prossimi mesi. E quando succederà, sarà "immenso".
Mirtilla Esmeralda
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Non si giudica mai un libro dalla copertina, esattamente così non si deve giudicare l'atteggiamento di una Donna solo da una semplice frase scritta, magari per educazione. Non giudicare mai una Donna dall'apparenza, perché una Donna non ti dirà mai cosa l'affligge veramente. Non ti dirà mai quello che le è mancato già dalla sua nascita, non ti dirà mai che ha elemosinato l'amore e l'abbraccio di una madre che l'ha fatta crescere facendole credere che era una ragazza sbagliata, non ti dirà mai che una madre l'ha fatta crescere dicendole che era una brutta ragazza, non ti dirà mai che ha sofferto tanto, versando lacrime in gran silenzio. Non giudicare una Donna così dall'apparenza, magari è gentile con gli altri solo perché lei sa cosa significa essere stata trattata di merda sempre senza un motivo. Non la giudicare mai, credimi le faresti solo dell'altro male. Una DONNA così, quando la trovi te la devi tenere stretta, perché lei è in grado di darti l'Amore vero, perché QUESTA DONNA MALEDETTAMENTE VERA SA COSA SIGNIFICA NON AVER MAI RICEVUTO UNA SEMPLICE CAREZZA DA NESSUNO. UNA DONNA COSÌ CONTINUERÀ A SOFFRIRE IN SILENZIO, FACENDOTI CREDERE QUELLO CHE VUOI, PERCHÉ TANTO LE SUE PAROLE NON SARANNO MAI CREDUTE. CHI SI ALLONTANA DA UNA DONNA COSÌ SCEGLIE DI ALLONTANARSI E BASTA, SE LO FA LEI, È PERCHÉ SÌ È VERAMENTE STANCATA DI ESSER GIUDICATA.
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Correre a scaricare il libro "Le armi della persuasione" e leggerlo. Pare interessante.
+++ COSA FA DIVENTARE L'AMORE PREZIOSO COME I PRODOTTI IN SALDO DURANTE IL BLACK FRIDAY +++
Eccomi qui a chiedere un vostro aiuto.
Salve, ho 31 anni e vivo in Campania dove gestisco una storica attivita familiare.
Dopo aver avuto varie esperienze con ragazze di altre regioni, tutte finite per la distanza, mi fidanzo con una mia compaesana.
Ora dopo 4 anni di fidanzamento, rapporti familiari molto stretti e quasi in procinto di un matrimonio, lei ottiene un bel contratto a Milano e tra qualche giorno si trasferisce.
Questo ha distrutto tutti i nostri piani che sembravano concordati, lei insiste che dovrei volere il suo bene e non "essere egoista".
Da una relazione semplice di provincia ora passerà a tutt'altra vita e le novità mi spaventano.
Come potrei comportarmi?
Grazie del supporto
+++
Caro amico,
ma che cazzo!
Robert Cialdini è uno psicologo con la faccia devastata dai lifting che ha scritto un libro intitolato "Le armi della persuasione" dove spiega i motivi inconsapevoli che guidano i nostri comportamenti.
La tua storia è minacciata da quello che lui chiama "Principio di scarsità". Ossia più una risorsa è scarsa e più diventa desiderabile e irrinunciabile. Una risorsa può essere scarsa perché ce n'è poca, perché ce n'è tanta ma vedo che diminuisce velocemente, perché posso ottenerla solo per un periodo limitato di tempo o solo per un periodo limitato posso accedervi a condizioni vantaggiose.
Quindi siccome tu sei la sua relazione, l'amore per lei non è una risorsa scarsa. E poi come si dice a Napoli, "Un mulo da maridar te lo cata".
Il lavoro invece continuano tutti a sottolineare che non c'è e moriremo tutti di disoccupazione. Probabilmente nella sua testa è una risorsa scarsa e quindi molto desiderabile.
Le cose forse cambieranno tra dieci anni quando si sarà rotta le palle di Natale del suo lavoro e di Milano e improvvisamente quello che scarseggerà sarà l'intimità con qualcuno. Inizierà una disperata corsa contro il tempo per trovare un partner, una specie di Black Friday dell'amore, e finirà per dare valore a qualcuno il cui unico valore è quello di essere l'ultimo rimasto.
Poi dopo un periodo costellato di relazioni disastrose la risorsa che scarseggerà sarà la tranquillità. A quel punto diventerà desiderabile lasciare perdere sto strazio di cercare un compagno e prenderà un gatto. O dieci.
Questo concetto reso popolare da Cialdini è stato spiegato prima da Jack Brehm negli anni 60, lo chiama reattanza psicologica e dice: ogni volta che la nostra libertà di scelta è minacciata, il bisogno di mantenere quella libertà ci porta a desiderarla molto più di prima.
Riassumendo, un uomo in catene sa benissimo cosa vuole: togliersi le catene. Ma un uomo libero, che cosa vuole?
E così finiamo per indossare delle catene che nessuno ci impone, buttarci nell'acqua legati e tentare disperati numeri di magia per liberarci prima di soffocare.
È quello che succede quando reagiamo verso la famiglia che disapprova il nostro partner desiderandolo ancora di più. O quando lasciamo un lavoro né carne né pesce perché tutti ci dicono che dovremmo accontentarci. Facciamo l'opposto di quello che ci viene chiesto se percepiamo che quella richiesta limita la nostra libertà di scelta.
Quindi chiedere alla tua fidanzata di restare non funzionerà.
Il fatto che lei abbia cercato lavoro a 600 chilometri di distanza da te potrei interpretarlo comeil sintomo di un'insoddisfazione a stare dove sta. Il che, come puoi immaginare, non lascia molto margine di manovra.
In generale, ci sono solo due modi per sfruttare il principio di scarsità a nostro vantaggio in amore. Uno sano e uno tossico.
Il primo, quello sano, consiste nel diventare una risorsa scarsa. Quindi un partner che offre qualcosa che l'altro sa che sarebbe difficile trovare altrove.
Il secondo, quello tossico, fingere di essere una risorsa scarsa. E purtroppo questa in questa deriva ci cascano in tanti. Per esempio ci casca chi fa ingelosire il partner mettendo in mezzo un rivale. O chi lascia il partner per cercare maggiori attenzioni. O chi usa la frase "se continua così ci lasciamo" come spinta motivazionale per indurre il partner a fare meglio.
Tutto questo per dirti che ora lei per te è la risorsa più scarsa della terra perché la stai perdendo. Ma proprio per questo ti sembra più importante di quello che è.
(Sì, il principio di scarsità è anche quella roba che ci fa tornare con l'ex che non abbiamo mai sopportato perché ora che non c'è ci manca)
Quello che farai ora sarà provare a tenere insieme i pezzi della relazione fin quando non sarà più ragionevole provarci. Soffrirai perché la vita è una merda. Dopo rialzerai la testa e incrocerai lo sguardo di una nuova ipotesi di parner. Sarà interessante conoscerla e scegliere cosa raccontare di te. Poi chissà...
Ultima cosa. Sta roba del volere il suo bene o essere egoista, se vuoi spiegargliela, funziona così:
La dicotomia non è tra scelte egoiste o altruiste. Cioè, la tua scelta egoista è volere che resti, la sua è volere andare. Non ha senso ragionare su questo piano.
La dicotomia è tra scelte di coppia o scelte individuali. Lei sta facendo una scelta individuale. Punto. Non puoi biasimarla. Tutto quello che puoi fare è cerca di capire se nella sua scelta individuale c'è ancora spazio per la coppia.
Probabilmente no. Ma su con la vita che tra poco è Natale.
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Poco meno di un anno fa entravo per la prima volta in Aula Biancalana, di quel giorno ricordo solamente lo scricchiolio del legno vecchio, sedendomi, ed il senso di smarrimento. Ora, l’odore delle pareti è lo stesso di quel giorno, ma su quelle panche mi pare di saper stare seduta più composta. E’ stato un anno così denso che fatico quasi nel cercare di metterlo a fuoco con poche e semplici parole. Ogni volta che mi trovo alla fine di qualcosa, non posso fare a meno di sentirmi profondamente grata e fortunata, e allora mi voglio impegnare a fissare questo bene incredibile che mi circonda. Sono sempre ferma nell’idea di non essere una persona facile. Mi è difficile far tacere la parte di me che vive dentro alla mia testa, focalizzare l’attenzione su una singola cosa. Penso, rimugino costantemente, immagino, desidero mille cose, le voglio subito; poi rimango ferma, immobile, impantanata nelle sabbie mobili dei condizionali. Mi sento una persona non semplice, ma nonostante ciò sempre avvolta dalle braccia calde dell’amore, sola per nessun istante. Credo che la fortuna più grande sia, in un mondo avvezzo al giudizio, circondarsi di persone capaci di essere genuinamente felici nei giorni dei nostri successi, per i nostri traguardi, senza che quel sentimento sia contaminato da nulla. Ed io mi sento circondata da luce, come quella del sole la mattina, che scalda e rende rosse le guance. E allora grazie ad ogni singola persona abbia lasciato anche solo una piccola pennellata sulla tela di questo percorso, per l’effetto che possono avere delle parole gentili su di un cuore.
Ho pianto, e questo non ci stupisce, a più riprese. Sull'otto, mentre portavo mamma in uno dei posti del mio cuore, vedendole l'amore negli occhi. E poi più tardi, dopo aver salutato Manuela in stazione. Ho mangiato, ingorda, di nuovo tutta la città con gli occhi, li ho riempiti di quei tetti e della magia. Ci sono posti che ti accolgono e ti stupiscono senza fare nulla di eclatante. Torino mi ha rapita dal primo istante, quando piena di paura sono scesa dal primo treno. Dolcemente mi ha svelato la sua bellezza, con il sole lieve del tramonto, mi ha presa per mano e rassicurata. Mi ha detto: 'c'è bellezza qui'. Non mentiva.
![Tumblr media](https://64.media.tumblr.com/5f327962151e3e83b3aa3fbedddcdcaa/78c2897d9ff3411d-76/s540x810/0ca7d1e2f6755af0f973430951effab56b3caa1d.jpg)
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Tale premessa ci è servita a spiegare che ognuno di noi può esprimere i suoi bisogni ancestrali in modo diverso e, in base a chi si trova dinanzi, subire o attuare manipolazioni più o meno inconsapevoli. Se da un lato è difficile stilare un profilo univoco del manipolatore affettivo, dall'altro è molto più semplice elencare le caratteristiche che rendono una persona più manipolabile. Vediamole insieme:
• attrazione per individui emotivamente non disponibili, già impegnati o non interessati (propensione a rivivere esperienze di rifiuto);
•paura dell'abbandono (essere lasciati dal partner fa riemergere il terrore abbandonico vissuto durante l'infanzia);
• tendenza al perfezionismo (chi è facile alla manipolazione nutre la credenza inconsapevole che se solo riuscisse a fare tutto bene, allora meriterebbe di essere amato);
• smisurata disponibilità nel fornire aiuto e supporto al compagno;
• tendenza ad assumersi più responsabilità del dovuto;
• tendenza al sacrificio;
• credenza che l'amore non sia un diritto acquisito alla nascita, piuttosto qualcosa da guadagnarsi con fatica (costui si percepisce come immeritevole d'amore);
• paura del fallimento e tendenza ad assumersi tutte le colpe (chi è manipolabile crede che il funzionamento della relazione, così come di ogni altra cosa che fa nella vita, dipenda esclusivamente da lui o da lei. Allora sarà attratto da partner colpevolizzanti che possano confermare tale credenza);
• alta empatia e scarsa autoconsapevolezza (alcune persone sono bravissime a individuare i bisogni altrui e soddisfarli, ma non hanno idea di chi sono e cosa vogliono davvero nella vita);
• paura della solitudine (l'altro viene ricercato come mezzo con cui affrontare la vita, diventa di fatto una stampella emotiva);
• senso di inutilità e tendenza alla depressione (la relazione diviene l'unico scopo di vita, un modo per tamponare il senso di vuoto nutrito);
• attività mentale orientata al pensiero ossessivo;
• esigenza pervasiva ed eccessiva di essere accuditi, amati o desiderati (quindi, sensibilità alle lusinghe).
D'amore ci si ammala, d'amore si guarisce: Poni le giuste basi per avere una vita affettiva felice
Anna De Simone, Ana Maria Sepe
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