#L'Europeo
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Tina Aumont and Don Backy in Gian Luigi Polydiro's Satyricon (1969).
From Italian magazine L'Europeo, 6th November 1969.
Ebay.
#Tina Aumont#1969#1969 Tina#Satyricon#1969 Satyricon#Gian Luigi Polydoro#Don Backy#actress#Italian Cinema#L'Europeo#1969 L'Europeo
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interessante riflessione (per una volta) quella che hanno fatto i commentatori di dazn osservando come negli ultimi anni la serie a venga seguita da più persone e il tifo si sia intensificato rispetto agli anni passati, con una maggiore affluenza allo stadio e un tifo molto più intenso per tutte le squadre coinvolte che non ha nulla da invidiare alle tifoserie inglesi o spagnole
#dicevano che forse é successo per via della pandemia e quello che la gente ha vissuto in quegli anni#io personalmente dico che dopo euro2020 qualcosa nella gente si e' mosso#ha spinto piu tifosi 'casuali' a tifare le proprie squadre anche in serie a#obbiettivamente l'attenzione mediatica si e' alzata di parecchio dopo l'europeo e' innegabile
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Il presidente invece di lavorare e vendere i cessi per fare mercato si sta girando tutte le partite dell'europeo 🤩
#manca solo l'altro pelato#prima l'europeo poi se avanza del tempo forse una punta la prendiamo se no siamo a posto così
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Mi disp qua c'è solo una via da seguire
Bruno Peluquería è l'uomo giusto per questa missione, che l'europeo rimanga MEDITERRANEO
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"How, then, do you explain the “Lolita cult”? How do you explain all these girls who move, act, dress, and talk like Lolita?" "I wouldn’t know. Perhaps it is a result of the way the popular press has distorted my poor Lo. It has come up with something that has absolutely nothing to do with the book or Lolita the character. Lolita is the story of a sad little girl in a very sad world. The “Lolita cult” is something completely different.
- Vladimir Nabokov, L'Europeo, 1966
#lolita novel#dolores haze#vladimir nabokov#lolita 1997#lolita 1962#dolly haze#lolita1997#nymph3t#coquette
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"L'Europeo" magazine, 1974
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Clipped from L'EUROPEO (August 28, 1955) -- Part 2
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In Messico la guerra dei cartelli di Sinaloa fa centinaia di vittime al giorno, se si ha la perizia di spulciare la cronaca se ne trova notizia qua e là, ma senza troppa convinzione, dopotutto è un filone già ampiamente sfruttato dal cinema e dalle serie di Netflix, ci fanno dei videogiochi e forse delle magliette spiritose, magari ci scappa un po' di gloria anche per i tatuatori, ma poca roba. Sono tragedie, queste, molto localizzate, per noi europei non hanno il fascino di una guerra nucleare con la Russia, dei droni e dell'Iron Dome di Israele, l'europeo in questo momento cerca il cyberpunk, l'intelligenza artificiale applicata all'accoppamento, la droga è ormai argomento vieto e vetusto come la comunità di San Patrignano e tutt'al più ci si può spremere un po' di sugo quando c'è da fare un pezzo sui rave e sulla gioventù bruciata. È un po' come quando disegnavo i motivi per tessuti: quest'anno vanno le geometrie, per i fiori aspettiamo il cambio di stagione.
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comunque raga io ogni volta rimuovo completamente che quest'anno c'è l'europeo cioè mi sembra surreale
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se non vinciamo noi, l'europeo lo deve vincere la francia (dio mi perdoni) perché oli si merita di lasciare il calcio europeo con almeno un (1) trofeo
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«Io sono un uomo molto logico, vede. Sono un ragionatore. Non per nulla vengo da una città di avvocati, credo anzi che sarei stato un meraviglioso avvocato
E secondo logica, dico: stabilito che le disgrazie sono fatte per gli uomini, perché arrabbiarsi contro le disgrazie? Sarebbe come arrabbiarsi perché piove, o perché c’ è il sole, o perché si muore. La morte esiste, la pioggia esiste, la cecità esiste: e ciò che esiste va accettato. Disperarsi a che serve? A vederci meglio? Bisogna adattarsi: prima per esempio scrivevo a mano, ora detto al magnetofono. Prima leggevo molto. Ora mi faccio leggere. E poi proprio cieco non sono: da un occhio, sì, non vedo quasi nulla, ma dall’altro vedo la periferia. Cioè, se mi metto di profilo, io frego l’occhio e la vedo come se stessi di faccia. Posso anche recitare e, infatti, vede: continuo a lavorare, lavoro. Né questo mi rende infelice. Signorina mia, ciascuno ha da portare una croce e la felicità, creda a me, non esiste. L’ho scritto anche in una poesia: «Felicità: vurria sapé che d’è / chesta parola. Vurria sapé che vvo’ significà». Forse vi sono momentini minuscolini di felicità, e sono quelli durante i quali si dimenticano le cose brutte. La felicità, signorina mia, è fatta di attimi di dimenticanza.»
Principe #AntonioDeCurtis
Da l'intervista di Oriana Fallaci «L'Europeo», anno XIX, n.40, 6 ottobre 1963
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Tina Aumont pictured in 1966 while filming "Scusi Lei è Favorevole o Contrario?" probably by Chiara Samugheo although I'm not sure.
Scans from Italian magazine L'Europeo, 28th November 1968.
#Tina Aumont#actress#model#1966 photoshots#1966 Chiara Samugheo#Chiara Samugheo#L'Europeo#1968 L'Europeo#1966 Tina
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ilarità generale sulle stecche raggelanti che ha tirato albano
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Che due coglioni, quest'anno vince la germania l'europeo proprio una del mio trittico horribilis -loro-no-non-fateli-vincere-che-balle con Francia e Inghilterra
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Ammetto le mie colpe, ma se devo scegliere per forza una big da tifare io sto coi fratelli dell'olio d'oliva, che l'europeo rimanga MEDITERRANEO
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Cinco de Mayo
Non per i Chicanos di qua e di là del Rio Grande ma per tutti coloro che come me han fatto le scuole quando ancora insegnavano il Manzoni, il 5 maggio è legato al ricordo del Napoleone ei fu.
Personaggio la cui fine vien sempre collegata con l'invasione della Russia la quale, secondo la narrativa ancora corrente di origine gramscian-sovietica, fu ciò che ne stroncò l'Empeur. Bah.
La storia è un po' diversa. Napoleone é sempre giocatore d'azzardo, inseguito-inseguitore, sotto assedio come un inquilino moroso: perde e abbandona l'esercito in Egitto nel 1801 (Abukir), poi bastona fragorosamente tutti a Austerlitz nel 1805; ancora, perso tutto con la fatal ritirata di Russia nel 1812, caccia i russi dalla Germania nel 1813, rivince ancora i coalizzati europei ma infine perde a Lipsia nell'ottobre 1813 (la "battaglia delle Nazioni", noi dei russi). Non è finita: Napo risorge dall'Elba e a Waterloo, 18 giugno 1815, é a un passo dalla vittoria che va alla coalizione anglo-tedesca (senza russi).
Quindi no, la storia di Napo non insegna falsi storici tipo "chi tocca la Russia muore" (i figli di Gengis Khan se la ridono). Il punto è che per quanto geniale, con truppe eccellenti e tecniche più avanzate, prima o poi l'Europeo Continentale sarebbe stato comunque sconfitto.
Esattamente come capitò all'imbianchino austriaco: é la strategia, bellezza. Il mondo dipendeva dai mari già ai tempi dell'Impero Romano, anche se ti fai tutto il (sub-)Continente sei isolato, circondato, col tempo diventa sempre più stretto e affamato e prima o poi le prendi.
Lezione sull'isolamento strategico applicabile oggi forse, dico forse, più a Putin che alla Nato. O forse a entrambe (o tre, vale anche per la Cina): ecco perché per fortuna siamo ancora nello stallo equilibrista tipo Guerra Fredda. Meditate strateghi, meditate.
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