#Giuliana Mele
Explore tagged Tumblr posts
Text
Le ricette di Giuliana Ragone: Maiale alle mele - Termoli Wild
0 notes
Photo
La Perla Di Giuliana Spumante metodo classico 🍇Vino color del giorno, vino color della notte, vino con piedi di porpora o sangue di topazio, vino, stellato figlio della terra, vino, liscio come una spada d’oro, morbido come un disordinato velluto, vino inchiocciolato e sospeso, amoroso, marino, non sei mai presente in una sola coppa, in un canto, in un uomo, sei corale, gregario, e, quanto meno, scambievole. ( Pablo Neruda ) 🍇Ecco com'è questo vino❗️ 👁Chardonnay in purezza, si presenta con un giallo bello carico dorato. 👃Come se fosse una poesia intensa fatta di parole che descrivono, fiori bianchi e gialli, ginestre, margherite, camomilla e biancospino, davanti ad un cestino di frutta bello colmo, mele di colore porpora che sanno di freschezza, pere, albicocca, agrumi vari. 👄"E' una spada d'oro, marino", acidità e sapidità sorreggono il vino, dopo la CO2, con sapori vellutati di nocciola, frutta secca e crema pasticcera, in buona armonia con i sapori più aciduli, sapidi e leggermente tostati. ➡️Lo Acquistresti❓ 🍽Si, per abbinarlo a dei piatti a base di riso basmati all'acqua marina con riduzione di carciofi, mazzancolle al miele e carciofi glassati dopo una marinatura nell'acqua marina delle mazzancolle. 👇👇👇👇👇 http://www.vinimaman.it Di Carol Agostini #foodandwineangels #carolagostini #Carol #karol #mamanvini #lifestyle #lifebloggers #lifeisbeautiful #life #foodandwine #foodblogger #foodbloggers #love #loveyou #loveyourself #lovemyjob #foodbloggeritaliani #mind #wineporn #wine (presso Vini Maman) https://www.instagram.com/p/CIF70Zsn8eT/?igshid=exgqqusbyh2e
#foodandwineangels#carolagostini#carol#karol#mamanvini#lifestyle#lifebloggers#lifeisbeautiful#life#foodandwine#foodblogger#foodbloggers#love#loveyou#loveyourself#lovemyjob#foodbloggeritaliani#mind#wineporn#wine
0 notes
Video
MARTE_trailer from Spellbound Contemporary Ballet on Vimeo.
Coreografia Marcos Morau in collaborazione con I danzatori
Assistente alla Coreografia Lorena Nogal Navarro
Interpreti Lorenzo Capozzi, Riccardo Ciarpella, Linda Cordero, Maria Cossu, Mario Laterza, Giuliana Mele, Mateo Mirdita, Caterina Politi, Aurora Stretti
Disegno Luci Marco Policastro
Costumi Anna Coluccia
Il progetto Spellbound 25 è una produzione Spellbound realizzata con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo e Regione Lazio – Dipartimento Cultura, Politiche Giovanili e Lazio creativo in collaborazione con Ambasciata di Spagna a Roma e in coproduzione con MilanoOltre e Cultur Partner
0 notes
Text
Reseña de ‘’Carta a Una Señorita en Paris’’
Carta a una Señorita en ParÍs es el segundo cuento del libro Bestiario de Julio Cortazár. El protagonista, cuyo nombre no se conoce, durante todo el relato se encuentra cuidando el departamento de su amiga Andreé, ya que ella está de viaje en la ciudad de París. El personaje le escribe una carta a la misma y allí le cuenta su estadía en el hogar, el cual de a poco se empieza a descontrolar debido a la pequeña gran anomalía que el huésped padece; la cual es vomitar conejitos. Este al principio, vomita uno cada mes, pero luego, con el tiempo, comienza a vomitar uno sin importar ni el tiempo, lugar y espacio en el que se presenta, por lo que el problema se le va de las manos, cambiando todo para el. Lo fascinante de este cuento es que siempre se encuentran diferentes formas de interpretarlo al analizarlo, tanto individual como colectivamente. El lector siempre se halla en suspenso ya que Cortazár, hace descripciones que te llevan a una imagen muy real a pesar de lo fantástico que se plantea en la trama. Para nosotras el hecho de que el autor hable de vomitar conejitos llama la atención y es un detalle inusual que hace interesante el texto.
Una de nuestras interpretaciones es que los conejitos simbolizaban los problemas del autor de Bestiario, los cuales plasma en este relato en forma de peludos roedores. Hay algo en la forma en la que Cortazár escribe, como si el protagonista de este cuento estuviera lleno de temor e inseguridades, claramente debido a la presencia de estos conejitos y al hecho de que esta totalmente condenado y resignado a continuar vomitando estos animalitos, sin poder contra ellos, que nos lleva a pensar que este personaje (o puede que el mismo Cortazár) este luchando en contra de una especie de trastorno alimenticio como puede de la Bulimia o la Anorexia. "Cuando siento que voy a vomitar un conejito me pongo dos dedos en la boca como una pinza abierta, y espero a sentir en la garganta la pelusa tibia que sube como una efervescencia de sal de frutas". Esta cita del cuento, es a la vez tan irreal como imaginable, todo gracias a la forma en la que Cortazár describe el proceso, con palabras tan exactas, que nos hacen creer que, vomitar conejitos, puede ser algo totalmente posible.
Alumnes: Victoria Mele, Giuliana Bentiboglio, Luisiana Morinigo, Fiamma Laguyas.
Escuela: E.E.S N° 17.
Curso: 5to ‘’B’’.
Asignatura: Literatura.
Profesora: Nancy Leguizamon.
0 notes
Photo
Nuovo post su http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/04/30/il-delfino-e-la-mezzaluna-anno-vi-n-8/
Il delfino e la mezzaluna – anno VI – n° 8
Anche per il 2019 la Fondazione Terra d’Otranto, grazie alla collaborazione di numerosi studiosi, ha dato alle stampe un nuovo numero de Il delfino e la Mezzaluna. L’ottavo volume di una rivista che, oramai da circa sei anni, offre pagine di approfondimento su vari argomenti legati con la storia, la cultura, l’arte e, più in generale, la vita, passata e presente, dell’antica Terra d’Otranto.
In questa edizione, l’annuario, con il classico formato A/4 e la copertina a colori, dipana nelle sue circa 270 pagine, organizzate nelle sezioni inaugurate lo scorso anno, il filo di un racconto che oscilla tra realtà e fantasia, tra passato e presente, tra ricordi e scoperte. Ecco dunque a voi, l’indice del nuovo numero:
Palumbo A., Editoriale
Sezione I – Storia
Valente N., Il bellum sallentinum ed il mistero della dea Pales
Sezione II – Personaggi
Tanisi S., Il pittore alessanese Oronzo Letizia (1657-1733 ca.)
Vincenti P., Le tre grazie della beneficenza magliese
Sezione III – Natura, Ambiente e Paesaggi
Mele G., Erbe, voli e unguenti nella stregoneria salentina
Sezione IV – Letteratura
De Maglio G., Pietro Pellizzari: una fonte pugliese per le Fiabe italiane di Italo Calvino
Rizzo C., Luigi Maria Personè (1902-2004): la leggerezza della letteratura
Scorrano L., L’episodio otrantino del 1480: scritture sui margini
Vincenti P., Storia minima
Sezione V – Arte
Cleopazzo N., E Napoli cominciò a fare scuola nel Salento
Di Furia U., Gennaro Cimafonte e l’altare maggiore della chiesa del Rosario di Martano
Marzano P., La facciata del San Domenico di Nardò. Un aggiornato manifesto di denuncia contro l’eresia (europea)
Tanisi S., L’Educazione della Vergine di Niccolò de Simone e il Sant’Oronzo di Giovanni Andrea Coppola nella chiesa di Sant’Angelo a Tricase
Sezione VI – Spigolature di Terra d’Otranto
Caringella M., Una proposta per Paolo de Matteis nella chiesa delle Teresiane di Nardò
Gaballo M. – Polito A., Il testamento di Nicola Massa, barone di Collepasso e Neviano, a favore della chiesa dell’Incoronata di Nardò ed altri conventi del Salento
Giacovelli D., Spicilegium Castianense II
Manieri F., I custodi della memoria: per un’indagine sui collezionisti etnografici nel Salento
Mele G., Echi e aspetti del tarantismo in Sava e nel territorio limitrofo
Nocera M., Quando Luciana Palmieri scrisse della chiesetta di Santa Maria della Neve in Galugnano
La rivista, come dalle intenzioni statutarie della Fondazione, resta fuori commercio ed è riservata ai soci della Fondazione nonché alle principali biblioteche provinciali, regionali e nazionali. Può essere richiesta inviando una mail a [email protected] riportando l’indirizzo di spedizione ed allegando copia di un versamento di 22 euro per ciascuna copia desiderata, quale rimborso per le spese di stampa e di spedizione. Il bollettino o il bonifico dovranno essere intestati alla Fondazione Terra d’Otranto, cc postale 1003008339/ IBAN IT30G0760116000001003008339.
Chiudiamo questa breve presentazione, alla quale seguirà nei prossimi giorni la pubblicazione sul sito degli abstract di ciascun saggio, ringraziando tutti gli autori che hanno preso parte a questa nuova fatica, i fotografi (Giuliana Grassi, Maurizio Biasco, Rocco Castrignanò e Lino Rosponi), i consulenti linguistici (Maria Costanza Baglivo, Elena Serio e Eider Arley Baglivo Castriota) e tutti coloro che, in modo diverso, hanno reso possibile la nascita dell’ottavo numero de Il delfino e la mezzaluna.
#Fondazione Terra d'Otranto#Il delfino e la mezzaluna#Libri Di Puglia#Pubblicazioni#Spigolature Salentine
0 notes
Text
Il PdF sul mainstream: OSTIA AL VOTO
Il PdF sul mainstream: OSTIA AL VOTO
[link-preview url=”http://www.leggo.it/pay/roma_pay/ostia_al_voto-3304060.html” forceshot=”true”]
Paola Lo Mele Si avvicinano le urne per il X municipio, commissariato dal 2015: domenica 5 novembre si andrà al voto. Per il M5S, che alle scorse elezioni comunali qui ha fatto il pienone, correrà Giuliana Di Pillo, già delegata al litorale della sindaca Raggi.
Articolo apparso all’indirizzo:
View On WordPress
0 notes
Text
sede: Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto (Torino); cura: Nicoletta Colombo.
Il Museo Accorsi – Ometto presenta una mostra che affronta e indaga, per la prima volta in una visione complessiva, la pittura italiana del decennio cruciale tra gli anni dieci e venti del Novecento. Curata da Nicoletta Colombo e organizzata in collaborazione con lo Studio Berman di Giuliana Godio, l’esposizione presenta 72 opere, di provenienza museale e da importanti collezioni private. La rassegna ripercorre il clima culturale italiano che segna la nascita dell’arte moderna ed esamina le nuove tendenze artistiche del decennio 1910-1920, dando seguito all’indagine sui fenomeni pittorici italiani del secolo XX, inaugurata dal museo con la passata mostra dedicata al “Divisionismo tra Torino e Milano. Da Segantini a Balla”. La mostra prende idealmente l’avvio dal 1910 (anno emblematico segnato dall’uscita del Manifesto dei pittori futuristi e del Manifesto tecnico della pittura futurista), con opere degli autori del Futurismo storico: Filippo Tommaso Marinetti, Umberto Boccioni (Case in costruzione 1910, L’antigrazoso 1912-13), Giacomo Balla (Figure+Paesaggio 1914 e Linee forza di un paesaggio+Giardino 1918, Carlo Carrà (Guerra navale sull’Adratico 1914-1915 e Lacerba e bottiglia 1914), Gino Severini (Natura morta 1918), Luigi Russolo (Chioma. I capelli di Tina 1910-1911), Fortunato Depero (Paesaggio guerresco. Esplosioni giallo e nero e tricolori 1916), Primo Conti (Interno di osteria 1917). Sono rappresentati anche gli esponenti dell’eterodossia futurista e gli indipendenti del movimento, da Enrico Prampolini (Danzatrice 1916) a Mario Sironi (Il borghese 1916), Achille Funi (Autoritratto 1913), Leonardo Dudreville (Eroismo, tragedia, follia, ossessione, asfissia, 1914), Antonio Sant’Elia (Studio per edificio 1913-1914), Adriana Bisi Fabbri e Gerardo Dottori. La sezione futurista include la presenza di due fuoriusciti dalle fila futuriste, Romolo Romani, precursore delle tendenze astrattive, con due opere anticipatrici della poetica boccioniana (Ritratto di Giosuè Carducci 1906 e Ritratto d’uomo 1908)e Aroldo Bonzagni, testimone di un espressionismo di intonazione sociale, qui rappresentato dallo storico dipinto dal titolo Il tram di Monza 1916. Il percorso prosegue con la seconda sezione dedicata ai simbolismi che registrano una persistenza stilistica dal decennio precedente, ora rinnovati in chiave espressionista, di intonazione popolare. La sezione illustra inoltre i secessionismi che coinvolgono i linguaggi artistici giovanili italiani, segnali di un’avanguardia moderata che guardava all’arte coeva d’oltralpe: dai testimoni di Ca’ Pesaro ai partecipanti alle Secessioni romane, agli animatori della Secessioni bolognesi fino i movimenti giovanili napoletani degli anni a ridosso della Grande Guerra. Accanto alle opere di Alberto Martini e di Lorenzo Viani, voci rispettivamente di un simbolismo ed espressionismo maturato a contatto con la cultura europea, trovano spazio i linguaggi secessionisti e primitivisti di Felice Casorati (Marionette 1914), Tullio Garbari (Intellettuali al caffè 1916 e La madre 1916), Umberto Moggioli (Primavera a Mazzorbo 1912), Guido Trentini (Le perle del lago 1914 e La pianta rossa 1915 C.), Gino Rossi (Fiori e foglie 1913), Ubaldo Oppi, Galileo Chini, Cipriano Efisio Oppo (Ritratto di Rosso di San Secondo 1913), Ferruccio Ferrazzi (Le due madri 1913), Enrico Lionne, Carlo Corsi, Garzia Fioresi. Un altro significativo segmento della rassegna è dedicato al primitivismo, tendenza volta al recupero del primordio inteso come azzeramento delle stratificazioni culturali per ritrovare la semplicità e il candore di espressioni popolari, ingenue, ispirate anche ai trecentisti e quattrocentisti italiani, Giotto e Paolo Uccello innanzi a tutti. In rappresentanza del clima primitivista suggestionato dall’opera di Rousseau il Doganiere e di André Derain, autori al tempo celebrati, si articolano le presenze dei dipinti di Carrà, Garbari, Gigiotti Zanini, Pompeo Borra, Alberto Salietti. Il periodo segnato dalla Grande Guerra (1914-1918) dava corpo con maggiore incisività alla crisi delle avanguardie e tracciava il cammino verso il recupero delle forme e del cosiddetto Ritorno all’ordine, fenomeno di portata europea, qui illustrato nella terza e ultima sezione della rassegna. La Metafisica, “l’altra faccia della modernità”, che perseguiva in comune con le avanguardie la rivoluzione dei contenuti ma non quella delle forme, è illustrata in mostra da opere di Giorgio de Chirico (Composizione con biscotti e mostrine 1916), di Carlo Carrà (Le due sorelle 1917), Filippo de Pisis (Natura morta 1920), accostate a saggi della metafisica eterodossa, rappresentata da Mario Sironi e Achille Funi, per approdare alla poetica di “Valori Plastici”, che dal 1918 diffondeva il principio della supremazia culturale e artistica italiana. Nel 1919, con la fine di secessionismi, simbolismi e primitivismi, si avviava una tendenza corale al recupero della classicità in ottica moderna, svolta cioè secondo stili e linguaggi aggiornati, rappresentati da saggi pittorici di Casorati (Le maschere 1921), Soffici (Mele e calice di vino 1919 e Pera e bicchiere di vino 1920), Sironi (Macchina e tram 1919), Rosai (Donne alla fonte 1922), de Chirico (Cocomeri e corazza 1922), Severini (Studio per maternità 1920), Funi (La sorella Margherita con brocca di coccio 1920), Guidi (Figura di donna 1919), De Grada (San Gimignano visto da sud 1922), caratterizzati dai principi di sintesi, costruzione e plasticità, e incamminati con differenti declinazioni verso la successiva temperie del Novecento Italiano degli anni venti.
#gallery-0-4 { margin: auto; } #gallery-0-4 .gallery-item { float: left; margin-top: 10px; text-align: center; width: 25%; } #gallery-0-4 img { border: 2px solid #cfcfcf; } #gallery-0-4 .gallery-caption { margin-left: 0; } /* see gallery_shortcode() in wp-includes/media.php */
Dal Futurismo al ritorno all'ordine - Pittura italiana del decennio cruciale 1910-1920 sede: Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto (Torino); cura: Nicoletta Colombo. Il Museo Accorsi – Ometto presenta una mostra che affronta e indaga, per la prima volta in una visione complessiva, la pittura italiana del decennio cruciale tra gli anni dieci e venti del Novecento.
0 notes