Tumgik
#Dalla satira
fatticurare · 26 days
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🙃UNA PIAZZA AFFOLLATA
Hanno messo a testa in giù chiunque: da Papa Benedetto alla Meloni, dalle mamme ai novax, dalla Totolo a Trump. Salvini, Vannacci, Fragolina78, nessuno è immune alla piazzaloretizzazione del dissidente.
Già, perché gli italici woke hanno una sola argomentazione contro chi dissente dal loro pensiero: Piazzale Loreto, e via andare.
E avendo una e una sola argomentazione, dalli e dalli incappano nella cazzata. Pensate: la scrittrice woke e desinistra Cecilia Parodi, nella foga di difendere Gaza, ha invocato Piazzale Loreto per gli ebrei.😂
Apriti cielo e spalancati terra. Si è scomodata persino la Segre, e ora la Parodi è lì che frigna e chiede perdono.
Cari miei, è inutile frignare: il giochino vi si è rotto. D'altronde tutti vi hanno sempre perdonato per aver appeso Capi di Stato e Presidenti, avete pensato di avere l'impunità totale.
Che invece hmmm, non avete. Spiaze.🤷‍♀️
🏹by @criscersei
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ideeperscrittori · 9 months
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A PROPOSITO DI CHIARA FERRAGNI
Nuova indagine su Chiara Ferragni e in me convivono sensazioni contrastanti di fronte al dibattito sui social network.
Mi torna in mente il film Barbie. È difficile non notare che il film, nel momento in cui critica con intelligenza il patriarcato e mette in luce la tossicità di una società fondata sul machismo, è pur sempre un furbissimo prodotto commerciale che monetizza persino le lotte ("Lotta contro il patriarcato comprando tutti i gadget di Barbie. Avete notato che è uscito il nuovo zainetto?").
Sotto molti aspetti è l'ennesima vittoria del capitalismo.
Però il film ha fatto arrabbiare molte persone che avevano una gigantesca coda di paglia. Queste persone si sono infuriate per motivi sbagliati: non certo per una critica anticapitalista, ma proprio perché erano rappresentanti di quella cultura machista tossica che il film giustamente ha messo alla berlina. E c'erano anche i rossobruni spaventati dall'emancipazione femminile, che disprezzavano pubblicamente il film e tiravano in ballo l'anticapitalismo in modo strumentale per criticare ciò che realmente li infastidiva: la satira contro il patriarcato.
La loro rabbia mi rendeva felice, lo ammetto. Ma mi metteva tristezza l'idea di un capitalismo capace di trasformare le lotte in operazioni commerciali.
Era questo il guazzabuglio dei miei sentimenti quando pensavo al film.
Cosa c'entra Chiara Ferragni? C'entra. Anche Chiara Ferragni si è intestata la causa dell'emancipazione delle donne e della comunità LGBTQIA+. Anche lei queste battaglie le ha monetizzate.
È icona di un capitalismo che riesce a trasformare l'attivismo ostentato in un'occasione di profitto mentre vende prodotti e gadget, mentre si prende tutta la scena e oscura la lotta dal basso.
Ma è pur vero che per anni Chiara Ferragni è stata attaccata ferocemente da machisti, redpillati, seguaci di Pillon e reazionari di ogni risma (a cominciare dal Codacons). Ed è stata attaccata per i motivi sbagliati.
Questi critici ora stanno godendo per i guai di Chiara Ferragni e non parleranno d'altro per giorni, così magari ci dimenticheremo dei deputati che giocano con le pistole a Capodanno.
Il godimento di questa gente mi rende triste, anche se non sopporto i Ferragnez e sono disgustato dalla beneficenza dall'alto che sostituisce la solidarietà e la vera lotta.
[L'Ideota]
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diceriadelluntore · 6 months
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Storia Di Musica #317 - Black Flag, Damaged, 1981
A me piace poco la musica punk. In primis, perchè nasce sotto aspetti che molto ipocriticamente non si prendono mai in causa (basta sentire quello che dice Malcom McLaren, il deus ex machina dei Sex Pistols in The Great Rock'n'Roll Swindle) rispetto alla vera natura del genere musicale; in secundis perchè si oppose con i suoi modi sguaiati e "puri" contro la grandezza tecnica del prog, soprattutto in Europa. Negli Stati Uniti fu invece un movimento molto più eterogeneo e diffuso, il cui obiettivo trasgressivo era soprattutto artistico (mentre da noi fu sprattutto estetico). Detto ciò, per i gruppi che hanno "black" nel titolo non potevo non parlarvi un po' di loro. Il loro nome, Black Flag, fu suggerito ai fondatori Greg Ginn e Keith Morris dal fratello del primo, Raymond, che aveva un nomignolo curioso, Pettibon: la bandiera nera è il simbolo del movimento anarchico, e lo stesso Raymond disegnò il logo della band, quattro righe spesse che davano la sensazione del movimento della bandiera stessa (e cosa importante, poteva essere facilmente riprodotta con le bombolette spray per i graffiti). Tutto nasce a Hermosa Beach, vicino Los Angeles, nel 1976: Greg Ginn e Keith Morris fondano un duo, che si chiama Panic. Quando scoprono che esiste già un altro gruppo dallo stesso nome, cambiano in Black Flag, come detto sopra. Con la prima formazione registrano 4 brani in un Ep dal titolo esplicativo, Nervous Breakdown, che viene stampato in 2000 copie, ma problemi con la piccola casa editrice che gli aveva pagato le registrazioni spingono Ginn a fondarne una propria: aggiunge infatti una "divisione" artistica alla sua Solid State Tuners, che è una piccola dittaq specializzata in riparazioni e costruzione di impianti per le registrazioni elettroniche, creando la SST Records, che oltre che i dischi dei Black Flag sarà una delle case discografiche indipendenti più importanti degli anni '80 per aver pubblicato Soundgarden, Meat Puppets, Minutemen, Hüsker Dü, Sonic Youth, Dinosaur Jr., Negativland tra gli altri. Cambiano nel frattempo due volte cantante: prima Morris se ne va, e viene sostituito da Ron Reyes: dura pochi mesi, registra comunque delle canzoni che verranno inserito nel secondo EP, Jealous Again, poi se ne va a Vancouver. Qui in un negozio di dischi trova l'EP in questione e legge nei crediti come cantante un certo Chavo Pederast, pensando che avessero trovato un nuovo cantante, ma ascoltandolo si accorge che è la sua voce, la band ha voluto omaggiare il suo abbandono con la prima di una serie sgangherata di azioni di satira nera per cui diventeranno proverbiali. Reyes viene sostituito da Dez Cadena. Durante un concerto a New York, un tizio sale sul palco e inizia a cantare con lui: piace a tutti gli altri, e prima viene ingaggiato come roadie, poi spostato a cantante perchè Cadena esprime il desiderio di suonare la chitarra. Il tizio si chiama Henry Garfield, ma per cantare sceglie il nome Henry Rollins. Nasce così la line up leggendaria che nell'ottobre 1981, messi sotto contratto dalla Unicorn, una sussidiaria della MCA, va negli studi a scrivere la pietra miliare dell'hardcore punk.
In copertina, Rollins che dà un pugno allo specchio (rotto con un martello, il finto sangue è un miscuglio di caffè e salsa di pomodoro). Damaged è uno degli album più estremi, nichilisti, sinceri e devastanti della storia della musica. È l'espressione, sincera, di esigenze che sono ancora oggi comuni denominatori della sofferenza generazionale giovanile. Si parte con la necessità di alzare la voce contro il muro di silenzio degli altri, nella storica Rise Above, in cerca di realizzazione: We are born with a chance\Rise above, we're gonna rise above\And I am gonna have my chance\Rise above, we're gonna rise above\We are tired of your abuse\Try to stop us, it's no use. L'adrenalina si sposta nei 33 secondi, deflagranti come una bomba, di Spray Paint, dedica al movimento dei writers tanto caro alla band. Rollins sputa parole e urla più che cantare, su un tappeto sonoro che sebbene sia "semplice" nella struttura (le canzoni hanno una loro struttura ricorrente e riconoscibile), dimostra al contempo che i nostri sanno suonare e ne sono esempio gli intricati assoli di Ginn e Cadena. Seguono in parte lo stile Ramones in Tv Party e Gimmie Gimmie Gimmie, ma è quando Rollins e compagni parlano di sofferenza, quando sputano rabbia e frustrazione, che mettono i bridivi: Room 13 è una disperata richiesta di aiuto (It's hard to survive\Don't know if I can do it\I need to belong\I need to hang on\I need, need) con la voce di Rollins al limite dello spasmo; No More inizia con il tamburo della batteria quasi a segnare un countdown, prima di esplodere nella furia della musica della band; c'è la rabbia politica contro le istituzioni, pienamente espresso in Police Story (Fucking city is run by pigs\They take the rights away from all the kids\Understand that we're fighting a war we can't win\They hate us, we hate them). Ma l'apoteosi dono le due Damaged: Damaged II è una sorta di delirio rabbioso, scandito dalle urla di Rollins (I'm confused, confused, don't wanna be confused), che è un misto tra una crisi di panico e la disperazione della solitudine, che si trasforma in ferite interne ed esterne. Ed è ancora più sconvolgente Damaged, che chiude il disco:
My name's Henry And you're here with me now My life It's a song, ah You're just, you won't even let it happen You won't You won't let Damaged, by attack
e continua con dei vocalizzi che assomigliano pericolosamente ad un delirio.
Il disco fu stampato il 25 mila copie dalla Unicorn, ma quando i boss della MCA sentirono il disco, ne bloccarono la distribuzione. Senza battere ciglio, i Black Flag lo pubblicarono per la SST, con un adesivo in copertina che diceva "Come genitore, credo che questo sia un album contro i genitori", parole pronunciate dal presidente della Unicorn. Questo fu preso alla lettera dalla Polizia, che non perse occasione per intervenire durante i concerti della band, in cui spesso ci saranno dei feriti. Tutta la questione finì in una causa intentata dalla Unicorn che portò al carcere, per pochi giorni, Greg Ginn. La band tra altri cambiamenti di formazione pubblicherà un altro album inno punk, My War (1982) per poi intraprendere, fino al 1986, un percorso davvero interessante in cui alla furia iconoclasta della loro musica aggiungano elementi hard rock, più melodie e persino elementi del free jazz, grande passione di Rollins. Dopo lo scioglimento, Rollins fonderà una propria band, la Henry Rollins Band in cui proseguirà questo cammino sperimentale. I Black Flag si riformeranno due volte, negli anni 2000, ma non sarà mai la stessa cosa: non era più possibile replicare il pugno in faccia che fu questo disco, la loro rabbia, la loro disperazione, che arriva qui a vette insuperate, divenendo il seme da cui negli anni a venire nascerà di tutto: dico solo che persino il rap campionerà tantissimo questo disco, soprattutto Rise Above che fa da base a inni del genere quali Buck Whylin' di Terminator X, And What You Give is What You Get dei Beastie Boys, Real Niggaz Don't Die degli NWA e Holy Rum Swig dell'X-Clan.
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bicheco · 10 months
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La marcia su Rama
Siccome ogni giorno ha la sua comica, anzi due o tre, noi siamo irresistibilmente attratti dallo storico accordo Italia-Albania per la deportazione di una quota infinitesimale dei migranti che il governo anti-migranti è riuscito a raddoppiare: la famosa marcia su Rama. I tecnici ministeriali stimavano un costo di 100 milioni l’anno. Ma in pochi giorni il preventivo è già raddoppiato a 200 milioni l’anno per 5 anni (semprechè qualche essere senziente non chiuda il rubinetto). Se si pensa che i 10 nuovi Cpr previsti in Italia costeranno 19 milioni l’anno, viene da scompisciarsi. Anche perché, su 153 mila migranti sbarcati nel 2023, i due costosissimi Cpr albanesi potranno ospitarne 720 per volta. E non si sa quanto i graditi ospiti vi verranno trattenuti: se resteranno un mese, come sostiene metà del governo (opzione A), la capienza sarà di 9 mila all’anno; ma se resteranno fino a 18 mesi, come sostiene l’altra metà del governo (opzione B), l’Albania ne prenderà 720 ogni anno e mezzo. Cioè: i Salvini&Meloni che tuonavano contro i 35 euro al giorno spesi dalla sinistra per ogni migrante, ne spenderanno 761 al giorno e 277.777 l’anno nell’opzione A; e 63,4 al giorno e 23.148 l’anno nell’opzione B.. In ogni caso, tanto varrebbe affittare a ciascuno una villetta o pagargli una suite al grand hotel. Un capolavoro. E i preventivi sono ancora provvisori, visto che non basterà deportare in Albania i famosi 720 migranti: siccome paga tutto Roma e niente Tirana, bisognerà assumere e spedire in loco 45 funzionari civili e altri 10 dell’amministrazione penitenziaria, più altri 18 amministrativi e 30 assistenti in collegamento con 10 magistrati della Procura di Roma, oltre a 5 medici, 4 infermieri, 2 funzionari amministrativi sanitari e poi agenti di polizia à gogo con imbarcazioni e voli charter per trasbordare i migranti dall’Albania all’Italia, senza contare il sovraccarico burocratico di ricorsi e controricorsi per la “soluzione” extraterritoriale (ed extraeuropea). Una farsa così imbarazzante che nessun ministro ha voluto metterci la faccia. E quando diciamo nessuno intendiamo Tajani che, non riuscendo a giustificare i 200 milioni buttati, ha detto che comunque “sono molti meno di quelli sequestrati per la malagestione del Superbonus” (che il suo partito vuole prorogare). Se è per questo, sono molti meno anche dei 368 milioni di dollari frodati al fisco dal suo leader B. nel solo caso dei diritti Mediaset. Perciò temiamo che la diffida legale di Sangiuliano a Un giorno da pecora a non prenderlo più in giro, ove mai fosse presa sul serio da Geppi Cucciari e Giorgio Lauro, non sortisca l’effetto sperato. Per il governo-vaudeville non c’è più bisogno di satira, parodie e battute: si prendono in giro da soli.
Marco Travaglio
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ORAZIO, SATIRA II, 6 - Il topo di campagna ed il topo di città
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ORAZIO, SATIRA II, 6 - Il topo di campagna ed il topo di città
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“Cervio, il vicino, in mezzo a questi discorsi, si diverte a raccontare le favole della nonna, in base all’argomento. Se qualcuno, infatti, loda le ricchezze di Arellio, senza sapere quanto affaticano, comincia così:
‘ C’era una volta un topo di campagna, che aveva accolto un amico, un topo di città, nella sua disadorna tana, stando pronto ed attento alle richieste dell’amico, tentando di ammorbidirne le difficili esigenze con gesti ospitali. Perché farla lunga? non lesinava né ceci messi da parte né l’avena lunga, e, portandoli con la bocca gli diede uva secca e pezzetti prelibati di lardo, mirando a vincerne l’atteggiamento schizzinoso con una cena variegata, visto che appena toccava i cibi con dente superbo, ed intanto il padrone di casa, arrampicato su un cumulo di paglia mangiava farro e loglio, lasciando all’ospite i bocconi migliori.’ “.
Per quello che ne sappiamo, il primo a far parlare gli animali in un’opera letteraria del mondo classico, fu il poeta greco Esiodo (VIII secolo a. C.) con la favoletta dell’usignolo e lo sparviero. Alla fine dell’epoca arcaica, nell’età della crisi dei regimi aristocratici, soppiantati da quelli democratici, si diffonde una raccolta di favole con animali protagonisti, attribuite ad un certo Esopo. Molte delle sue favole si ritrovano nella letteratura latina, ad opera di Fedro, del tempo di Tiberio (I secolo d.C.): dati i tempi, era pericoloso parlare di personaggi reali, ed allora si fanno parlare gli animali, chiaramente umanizzati. Insomma, per arrivare a Disney, il cammino è stato lungo. Ma sentiamo Orazio/Cervio:
” ‘ Insomma alla fine il topo cittadino dice al campagnolo: – Amico mio, che gusto ci provi, a vivere con sofferenza nel dorso di un colle franato? Non ti piacerebbe anteporre al bosco la città degli uomini? Prendi la strada, dammi retta, accompagnami, dal momento che i terrestri vivono avendo avuto in sorte una vita destinata a cadere, e non esiste né per il grande né per il piccolo scampo alcuno alla morte. Perciò, caro mio, finché si può, cerca di vivere beato nel piacere, e non dimenticare di quanto breve tempo tu sia.-“.
Il poeta qui si è fatto semiserio: l’amara riflessione sull’esistenza umana e la sua brevità, con il corollario di vivere godendosi la vita, derivante dalla filosofia edonistica, ha un sapore di parodia, da una parte, perché messa in bocca ad un sorcio, ma dall’altra è inevitabile il suo trasferimento nella condizione umana. E’ una favola, attori sono due sorci, ma il loro pensare ed agire è evidentemente e tipicamente umano. E la vena parodistica è ancora più evidente nei passi seguenti, e la parodia è dedicata alla maniera epica di narrare. Vediamo:
‘ Queste parole impressionarono il sorcio campagnolo, ed allora saltò fuori agile dalla tana: ed ecco che la coppia percorre l’itinerario proposto, desiderosi di scalare le mura della città di notte. Ed ormai la notte occupava il centro dello spazio notturno, ed entrambi mettono i piedi in una casa sontuosa, in cui un drappo tinto di rossa porpora era smagliante sopra gli eburnei triclini, e molte porzioni erano avanzate da una sontuoso cena, che giacevano da ieri in ben costruiti canestri. Dunque sistemò il sorcio campagnolo su un drappo di porpora, e alla maniera di uno schiavo succinto si dà da fare qua e là, assaggiando tutto quello che porta, e quell’altro se ne sta sdraiato ed in abbandono e si gode quella svolta di vita, e per la bontà dei manicaretti ringrazia il compiaciuto commensale. Quando di botto un fracasso di porte che si spalancano li precipita giù dai triclini, ed entrambi nel panico a correre per tutta la sala, mezzo morti e con il cuore in gola, intanto che la l’alta casa risuona di cani molossi. Allora il topo campagnolo disse: – Questa vita non fa proprio per me. Stammi bene tu, io me ne torno nella mia tana modesta e selvatica, ma bene al sicuro dai pericoli. -‘ “.
Fine del racconto di Cervio e della satira di Orazio.
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abr · 2 years
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GNOOO! Viene prima lo IUS SOLI e la festa nazionale del TRANSGENDERISMO obbligatoria in tutte le scuole anche private (non è satira né incubo: cfr. proposta ddl Zan).
Questo è un pidino neolibberista, fatelo tacere! Almeno Bonaccini, che uguale la pensa, è sufficientemente furbo da portarsi dietro il cagnolino Schlein: fa fine, non impegna, procura tante amicizie al parco giochi. Idem Salah con la sua junta dal sapor mediorientale.
(i sinistri non perdono occasione per spiegarci con dovizia e trasporto come dovrebbe essere una "destra moderna"; stavolta tocca a loro, vae victis :) Ci limitiamo a quotar i loro Testa o Cacciari. Per quanto ci riguarda, continuassero pure a star fermi dove sono, anzi a scender sempre più nella tana del Bianconiglio cercando esperienze psichedeliche per scappare dalla realtà: a noi sta benissimo).
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frabooks · 9 months
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Il sosia
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Il sosia è il secondo romanzo di Dostoevskij, pubblicato nel 1846, quando aveva 25 anni. È lungo circa 230 pagine e presenta il topos narrativo del doppio. Ovviamente.
È stato pubblicato subito dopo il primo romanzo, Povera gente, anche sull’onda del grande successo di questo, grazie soprattutto alla recensione positiva del grande critico Belinskij. Per D. fu un grande colpo, era entusiasta e non vedeva l’ora di diventare grande e di essere riconosciuto come tale. Lettera al fratello: “Goljadkin è dieci volte superiore a Povera gente. Con quante speranze mi guardano tutti! Effettivamente Goljadkin mi è riuscito come meglio non si povera TI piacerà come non so cosa. Ti piacerà persino più di Anime morte, lo so”.
Il sosia fu un fallimento clamoroso. D. ci restò malissimo tanto che lo riprese in mano diverse volte, anche dopo la condanna, per un riscrittura parziale o completa, cosa che non terminò mai.
Tema del doppio sempre presente. Il tema del Sosia, per D., era un tema serissimo, il più serio di tutti. Raskolnikov vuol dire diviso. D. indica Goljadkin come primo uomo del sottosuolo.
Non gli era riuscita la forma, secondo D.
Majkov, nel 1846 parlò del Sosia così:”Nel sosia la maniera di D: e il suo amore per l’analisi psicologica si sono espresse in tutta la loro pienezza e originalità. In quest’opera egli è penetrato così a fondo nell’anima umana, con tanta impavida e appassionata attenzione ha osservato il moderno meccanismo dei sentimenti, dei pensieri e degli atti umani che l’impressione prodotta dalla lettura del sosia può essere paragonata soltanto l'impressione di una persona curiosa che sia penetrata nella struttura chimica della materia. […] Nei suoi studi psicologici c’è quel riflesso mistico che, in generale, è proprio delle raffigurazioni di una realtà analizzata profondamente”. Majkov ha colto che la “pazzia” non era un tema fantastico o realistico legato a Gogol o Hoffman ma a un’aspetto dell’analisi del tipo umano di D.
È un romanzo quasi in prima persona. È questo quasi che permette di fondere satira e tragedia, condanna e pietà, realismo e misticismo, lucidità e delirio. Goljadkin ha le movenze brusche e meccaniche di un burattino, che si muove a scatti e agisce in modo repentino,e la sua umanità sta nella patologia della sua coscienza verbale, nel suo ininterrotto parlare con se stesso e con le proprie proiezioni, nel continuo sforzo di giustificare se stesso ai proprio occhi e quelli degli altri.
“Il doppio […] è un tratto che è proprio della natura umana in generale, ma che è ben lungi dall’esser reperibile in ogni natura umana con l'intensità che si trova in Lei. Per questo Lei mi è affine, perché questo sdoppiamento in lei è esattamente lo stesso che io ho e che sempre ho avuto. È un grande tormento, ma allo stesso tempo anche un grande piacere. SI tratta di una intensa coscienza, di un’esigenza di autorendiconto e di presenza nella sua natura dell’esigenza di un dovere morale verso se stessi e verso l’umanità.
Goljadkin è la patologia dell’uomo qualunque, il primo gradino di quello “sdoppiamento” che costituisce la malattia dell’uomo moderno, malattia sublimabile soltanto nel privilegio dell’attività spirituale.
Goljadkin è un impiegato di medio livello, ha un servo, Petruska, non ha apertura sociale, non conosce donne né ha amici, nonostante il dottore gli consigli continuamente di fare una vita con più “allegre compagnie”. G. non lo fa mai, ha paura del mondo, del giudizio degli altri e quindi preferisce evitare. È imbranato nelle occasioni sociali, non riesce in nulla e, in primo luogo si chiude in se stesso, in secondo luogo critica fortemente “la società” e chi “ce la fa”.
Usa spesso frasi fatte e usa poche, singole formule continuamente. Si sente vittima delle società, che gli vuole male, che trama contro di lui.
Goldjiakin suona “mentalmente sprovveduto, povero di spirito”.
È un personaggio D. nel senso che è molto vero, sfaccettato. D. non lo descrive, gli fa fare cose, lo fa parlare e interagire con le persone, così capiamo chi è.
G. è a tratti un po’ tutti noi. Io mi ci sono rivisto in alcuni tratti; mi succede spesso con i personaggi di D.
La storia è banale, scontata, molto lineare e pulita. Non so se sono io, se è colpa mia questo effetto. Però questa banalità pregiudica moltissimo la lettura che non si fa mai davvero intrigante, “pericolosa”. Nonostante sia un romanzo grezzo e giovanile, si sente D., lo si percepisce proprio nel personaggio di G.
Ma per far riuscire questo libro sarebbe servito anche altro.
NON è un libro utile per conoscere D., è un libro di D. che può interessare a chi interessa D., tutto qua.
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telodogratis · 26 days
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Zuckerberg, Meta è stata pressata dalla Casa Bianca sul Covid
Lettera a Camera, ‘richiesta di censura su contenuti di satira’  ​Read More  Lettera a Camera, ‘richiesta di censura su contenuti di satira’  RSS di Tecnologia – ANSA.it   
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lostinaflashforward · 2 months
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LIAFF SPECIAL - I titoli più attesi di Agosto 2024!
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Carissimi lettori, ben ritrovati con un nuovo appuntamento con LIAFF Special, la rubrica dove andremo a riscoprire i titoli più caldi del mese di Agosto, fra cinema e serie TV!
CINEMA
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Borderlands (Cinema - 7 Agosto)
Dopo una gestazione durata diversi anni, Eli Roth porta al cinema l'universo videoludico di Borderlands, fatto di scenari post-apocalittici, personaggi bizzarri e satira a go-go. Con un cast stellare, che comprende Cate Blanchett, Kevin Hart, Jamie Lee Curtis e Jack Black, il film promette di essere una vagonata di action e risate. Sarà all'altezza delle aspettative? Noi speriamo di sì.
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Trap (Cinema - 7 Agosto)
Nella prima settimana di Agosto abbiamo anche il ritorno di M. Night Shymalan nelle sale, con il suo cinema unico e assolutamente imprevedibile. La sua ultima fatica, Trap, sembra essere la conferma della natura inaspettata del cineasta, dato che narra di un padre, interpretato da Josh Hartnett, che porta la propria figlia a un concerto di una famosa pop-star, evento che si trasforma in qualcosa di ben più sinistro. Possiamo solo sperare che questo film possa intrattenere e anche far discutere, come solo Shymalan sa fare.
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Alien: Romulus (Cinema - 14 Agosto)
Dopo l'acquisizione della Fox da parte di Disney, ci si chiedeva che sorte avrebbe avuto uno dei franchise più importanti della casa di produzione in giallo. Ebbene, Disney ha finalmente messo mano alla saga di Alien, traendone due progetti, uno dei quali è questo lungometraggio, intitolato Alien: Romulus, che porta la firma di Fede Alvarez, regista che ha già lavorato in produzioni horror. Con un giovanissimo cast, capitanato dalla promettente Cailee Spaeny, la pellicola ripropone l'atmosfera tanto amata del primo film della saga e promette di riaccendere la passione per i vecchi fan della saga, ma anche di introdurla ai neofiti. Siete pronti a urlare di nuovo?
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MaXXXine (Cinema - 21 Agosto)
Il 21 Agosto arriva MaXXXine, terzo capitolo della saga di X, che vede nuovamente Ti West alla regia e Mia Goth nei panni di Maxxine, la quale, dopo la traumatica esperienza del primo film, si ritrova sotto i riflettori della Los Angeles degli anni Ottanta, luogo dove avvengono delle morti per mano di un feroce serial killer. La Goth capitanerà un cast di tutto rispetto, composto da Elizabeth Debicki, Michelle Monaghan, Bobby Cannavale, Kevin Bacon e Giancarlo Esposito. Un film per gli appassionati del genere.
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Cattivissimo Me 4 (Cinema - 21 Agosto)
Uscito nelle sale americane il mese scorso, Cattivissimo Me 4 è particolarmente atteso nel nostro paese, con tanto di anteprima nazionale prevista per la prima settimana di Agosto. Gru e Lucy tornano sul grande schermo per affrontare il cattivo Maxime Le Mal e sua moglie Valentina, appena evasi di prigione, e il film promette di avere una buonissima dose di divertimento.
SERIE TV
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The Umbrella Academy 4 (Netflix - 8 Agosto)
Nel panorama seriale, il mese di Agosto si apre con l'attesissima stagione conclusiva di The Umbrella Academy, la quale sarà composta da sei episodi, che vedranno l'epilogo delle gesta degli Hargreeves, che dovranno affrontare le conseguenze degli eventi della scorsa stagione.
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Bad Monkey (Apple TV+ - 14 Agosto)
Apple TV+ non salta mai un mese quando si tratta di rilasciare titoli potenzialmente interessanti e uno di questi è sicuramente Bad Monkey, adattamento dell'omonimo romanzo, che vede Vince Vaughn nel ruolo di un detective della polizia ridotto a fare delle ispezioni nei ristoranti, ma una macabra scoperta lo porta a rimettersi in gioco e a svelare un intrigo di corruzione e avidità. Decisamente da tenere d'occhio.
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Pachinko 2 (Apple TV+ - 23 Agosto)
A più di un anno dal rilascio della buonissima prima stagione, Pachinko torna con una seconda stagione carica di emozioni e pronta a raccontarci le varie vicende di Sunja, Solomon e degli altri protagonisti. E se il livello è quello che ci è stato offerto nel primo ciclo di episodi, ci toccherà reggerci forte.
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Only Murders in the Building 4 (Disney+ - 27 Agosto)
Fresco di nomination agli Emmy, la serie crime-comedy Only Murders in the Building torna con una quarta stagione che promette di essere scoppiettante e, soprattutto, carica di guest stars. Il fantomatico trio composto da Steve Martin, Martin Short e Selena Gomez dovranno questa volta indagare sulla morte di Sazz, avvenuta nella scorsa stagione, in un indagine che li porterà sotto i riflettori di Hollywood.
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Lord of the Rings: The Rings of Power 2 (Prime Video - 29 Agosto)
E per ultimo, ma non per questo meno importante, abbiamo la serie più attesa del mese, ovvero la seconda stagione di Lord of the Rings: The Rings of Power, che verterà sul ritorno di Sauron nella Terra di Mezzo e su come i vari protagonisti affronteranno la minaccia che cambierà per sempre il loro mondo. Fra sequenze mozzafiato, combattimenti e dialoghi corposi, la serie promette di intrattenere tanto come aveva già fatto in passato, se non di più.
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aki1975 · 2 months
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Villa Voglina a Valenza che accolse Napoleone sulla via di Marengo
Inghilterra e Francia procedono parallelamente non solo lungo la storia, ma anche lungo la storia della letteratura.
Vivono infatti contemporaneamente i periodi dell’epica cavalleresca, della narrativa medioevale, del teatro rinascimentale e barocco, della saggistica illuminista, del romanzo moderno, della poesia contemporanea.
Ecco le principali tappe della storia e della storia della letteratura francese.
Merovingi (457 - 751)
732 - Carlo Martello ferma i Saraceni a Poitiers
Carolingi (751 - 987)
778 - Battaglia di Roncisvalle
800 - Incoronazione di Carlo Magno
987 - Ugo Capeto re di Francia
seconda metà del XI sec. - Chanson de Roland in cui sono presenti i personaggi delle Chansons de geste: Orlando, il traditore Gano di Maganza, Angelica, Bradamante.
1214 - Filippo Augusto, insieme a Federico di Svevia, sconfigge Ottone IV e Giovanni Senza Terra a Bouvines.
1242 - Luigi IX fa erigere la Sainte Chapelle
1280 - Roman de la rose
1296 - Nonostante l’opposizione di Bonifacio VIII, Filippo IV il Bello tassa il clero francese
1303 - Filippo IV il Bello dà la figlia Isabella in moglie al figlio di Edoardo I Plantageneto, Edoardo II, per sospendere la Guerra dei Cento Anni. Schiaffo di Anagni.
1313 - Il papato ad Avignone
Valois (1328 - 1594)
1328 - Alla morte di Carlo IV Capeto senza eredi, Edoardo III Plantageneto rivendica la corona, ma viene eletto Filippo VI di Valois.
1346 - Edoardo III sconfigge Filippo VI a Crecy
1356 - Giovanni II preso in ostaggio dagli inglesi a Poitiers
1358 - Rivolta della Jacquerie
1377 - Fine della cattività avignonese
1420 - Carlo VI concede in moglie la propria figlia Caterina di Valois ad Enrico V dopo la sconfitta di Azincourt
1431 - Giovanna d’Arco arsa sul rogo a Rouen
1475 - Con il Trattato di Picuigny termina la guerra dei Cento Anni. Mentre in Francia Carlo VI pone le basi dell’accentramento riducendo il potere dei feudatari anche grazie a cannoni che richiedono investimenti più ingenti, in Inghilterra si scatena la Guerra delle Due Rose fino all’avvento, nel 1485, di Enrico VII Tudor.
1494 - Carlo VIII in Italia, poi sconfitto a Fornovo
1525 - Francesco I sconfitto a Pavia e preso in ostaggio da Carlo V. Poiché Papa Clemente VII aveva supportato Francesco I, i lanzichenecchi saccheggiano Roma nel 1527
1542 - Gargantua e Pantagruel (Rabelais)
1559 - Pace di Cateau Cambresis fra Enrico II e Filippo II. A Enrico II succede Francesco II che sposerà Maria Stuart e Carlo IX, reggente la madre Caterina de’ Medici, nipote di Lorenzo il Magnifico
1572 - L’ugonotto Enrico di Navarra sposa Margherita di Valois, figlia di Enrico II e Caterina de’ Medici. Notte di San Bartolomeo
1574 - Muore Carlo IX. Gli succede Enrico III
1576 - I saggi della repubblica (Bodin)
1580 - Saggi (Montaigne) in cui traspare il senso del declino del Rinascimento
“Così, lettore, sono io stesso la materia del mio libro: non c'è ragione che tu spenda il tuo tempo su un argomento tanto frivolo e vano”
1588 - Enrico III fa uccidere Enrico di Guisa ed è a sua volta assasinato
Borbone (1594 - 1830)
1594 - Enrico IV di Borbone re di Francia
1598 - Editto di Nantes in cui i protestanti possono praticare il loro culto
1600 - Enrico IV sposa in seconde nozze Maria de’ Medici
1610 - Luigi XIII sposato ad Anna d’Austria. Fino al 1617 Maria de’ Medici è la reggente, Concini il primo ministro
1624 - Richelieu primo ministro
1642 - Mazzarino primo ministro con le conseguenti fronde della nobiltà di toga e di spada
1643 - Il Principe di Condè sconfigge gli Spagnoli a Rocroi, la battaglia più importante della fase francese della Guerra dei Trent’anni
1661 - Morte di Mazzarino. Luigi XIV assume i pieni poteri con il supporto di Colbert e della sua politica mercantilistica
1662 - La scuola delle mogli (Molière) che critica la sottomissione della donna
1664 - Tartufo (Molière), satira dello spirito religioso formalistico del tempo. Avversato dalla Chiesa, Molière intende correggere gli uomini divertendoli con un intento moralistico che sarà ripreso da Goldoni.
1668 - L’avaro (Molière), ispirato all’Aulularia di Plauto, ma più sofisticato. Per questo i personaggi delle commedie di Molière vivono nella propria solitudine disagi contemporanei e costituiscono una lezione morale per il pubblico.
1670
Pensieri (Pascal)
Il borghese gentiluomo (Molière) in cui si satireggia la corte
1673 - Il malato immaginario (Molière) recitando il quale, l’autore muore.
1677 - Fedra (Racine), rivisitazione giansenista della tragedia di Euripide
1678 - La princesse de Cleves (La Fayette), fedele al marito nonostante l’amore per un’altra persona
1682 - Trasferimento della corte a Versailles
1700 - Il Re di Spagna Carlo II muore senza eredi e designa come successore Filippo d’Angiò (poi Filippo V), nipote di Luigi XIV: inizia la guerra di successione spagnola.
1706 - Assedio di Torino
1713 - Trattati di Utrecht e Rastadt (1714): l’Austria subentra alla Spagna a Milano anche se Napoli rimarrà spagnola, i Savoia diventano Re prima della Sicilia e poi della Sardegna, l’Inghilterra consolida i suoi domini marittimi con Gibilterra. Il motto degli Asburgo è AEIOU (“Austria est imperare orbi universo”).
1720 - Falliscono le politiche monetarie di John Law
1748 - Lo spirito delle leggi (Montesquieu)
1759 - Candido (Voltaire) in cui Pangloss è la rappresentazione parodistica di Leibniz. “C'est la faute à Voltaire” è una canzone che satireggia l’accusa della Chiesa ai filosofi illuministi di aver prodotto la Rivoluzione.
1763 - Alla fine della Guerra dei Sette Anni la Francia perde tutte le colonie americane e i possedimenti in India a vantaggio degli inglesi.
1782 - Le relazioni pericolose (Laclos) con il cinico libertino Valmont
La Rivoluzione (1789 - 1815)
1789 - Presa della Bastiglia
1791 - Costituzione monarchica
1793 - Decapitazione di Luigi XVI. Costituzione democratica
1794 - Colpo di stato del Termidoro. Il potere al Direttorio
1797 - Trattato di Campoformio
1799 - Colpo di stato del 18 Brumaio. Il potere al Primo Console
1798 - Campagna in Egitto di Napoleone per bloccare i commerci fra la Gran Bretagna e l’India. Sconfitta contro Nelson ad Abukir
1804 - Napoleone imperatore
1812 - Battaglia di Borodino
La Restaurazione (1815 - 1848)
1815 - Luigi XVIII re di Francia
1819 - Constant, Le due libertà
1821 - Napoleone muore a Sant’Elena. La Rivoluzione francese e l’epoca napoleonica lasciano come eredità la politicizzazione delle masse che influenzerà l’Ottocento con la fine dell’Ancien Regime, l’ascesa dei partiti politici, dei movimenti nazionali, delle aspirazioni sociali e lo sviluppo del gusto romantico e medioevale dopo il lungo periodo neoclassico iniziato con la scoperta di Pompei (1738).
1830 - Rivoluzione di luglio in cui viene deposto l’ultimo dei Borboni, Carlo X, e viene eletto Luigi Filippo, il “re vestito da mercante”
1830 - Il rosso e il nero (Stendhal) con protagonista Julien Sorel, un arrivista che si muove nella Francia della rivoluzione del 1830 in cui i protagonisti della Restaurazione non riescono ad ottenere il consenso
1839 - La Certosa di Parma (che Stendhal dedica “to the happy few”), citata solo nell’ultima pagina, ha come protagonista Fabrizio Del Dongo, giovane aristocratico milanese che segue Napoleone a Waterloo. Ritornato a Parma, è protetto dalla zia, la Sanseverina, e dal suo amante, il Conte Mosca, vive numerose vicende d’amore e prigionia.
1844 - I tre moschettieri (Dumas sr.)
Seconda Repubblica (1848 - 1852)
1848
Rivolta contro Luigi Filippo. Comune di Parigi. Al suo termine Hausmann rivede la città per rendere inefficaci le barricate.
La signora delle camelie (Dumas jr.), alla base della Traviata di Verdi. I fiori bianchi o rossi denotavano la disponibilità della protagonista per gli incontri con i clienti.
1850 - Il visconte di Bragelonne (Dumas sr.) contenente la storia della Maschera di Ferro imprigionata alla Bastiglia durante il regno di Luigi XIV
Secondo impero (1852 - 1870)
1852 - Napoleone III imperatore
1856 - Madame Bovary (Flaubert) in cui l’antieroina Emma intende vivere in una dimensione romantica e aristocratica e per questo si indebita e tradisce il marito fino a suicidarsi. Esempio perfetto di realismo.
1857 - I fiori del male (Baudelaire), iniziatore di una poetica decadente, antiromantica ed antiborghese che ha radici romantiche, ma una lettura pessimistica della realtà e simbolista della natura, l’ideal e lo spleen. Simbolo del poeta-veggente è l’albatro, con grandi ali fatte per volare in cielo (“Elevazione”), ma che lo rendono goffo sulla terra. Anche sul piano metrico, prevale il verso libero come negli Stati Uniti in Whitman.
“E' un tempio la Natura ove viventi / pilastri a volte confuse parole / mandano fuori; la attraversa l'uomo / tra foreste di simboli dagli occhi / familiari” (Corrispondenze)
La gigantessa
Nei tempi che con impeto la Natura potentegenerava ogni giorno / qualche essere mostruoso, / avrei voluto vivere accanto a una / gigante, come ai piedi regali un gatto voluttuoso. / Vedere insieme all’anima il suo corpo fiorire / ed ingrassarsi libero in mezzo a giochi loschi; / dalle nebbie fluttuanti nei suoi occhi arguire / quali torbide fiamme il cuore attoschi; / percorrere a piacere le sue grandiose forme, / arrampicarmi in cima al suo ginocchio enorme, / e quando poi d’estate, sotto l’afa inclemente, / lei stanca si distende nella verde campagna, / all’ombra dei suoi seni dormire dolcemente, / come un quieto villaggio ai piè d’una montagna.
“Ecco giungere il tempo in cui, fremente sullo stelo, / come un incensiere fumiga ogni fiore. / Nell'aria della sera profumi e suoni danzano, / valzer malinconico e languida vertigine!” (Armonia della sera)
1858 - Attentato di Felice Orsini
1862 - I miserabili (Hugo)
1863 - Il capitan Fracassa (Gautier)
1870 - Sconfitta di Sedan. Con Napoleone III prigioniero dei Prussiani di Bismarck, gli Italiani prendono Roma.
Sensazione (Rimbaud)
Le sere azzurre d’estate andrò nei sentieri, / Punzecchiato dal grano, calpestando erba fina: / Sentirò, trasognato, quella frescura ai piedi, / E lascerò che il vento m’inondi il capo nudo. / Non dirò niente, non penserò niente: ma / L’amore infinito mi salirà nell’anima, / E andrò lontano, più lontano, come uno zingaro / Nella Natura – felice come con una donna.
Terza Repubblica (1870 - 1940)
1871 - Le bateau ivre (Rimbaud)
1873
“Piange nel mio cuore come piove sulla città. Cos’è questo languore che penetra il mio cuore?” (Verlaine)
“Scrivevo silenzi, annotavo l’inesprimibile. Fissavo vertigini” (Una stagione all’inferno, Rimbaud)
1874 - Ars Poetica (Verlaine): la poesia deve essere prima di tutto musica. Non la razionalità, ma le impressioni contano. Del resto, è l’anno della prima mostra impressionista.
1877 - L’Assommoir (Zola) in cui un’operaia onesta è vittima dell’ambiente degradato del proletariato urbano. Esempio di romanzo naturalista, urbano, frutto di un’osservazione scientifica da parte di un narratore onnisciente.
1883 - Al paradiso delle signore (Zola)
1884 - Languore (Verlaine)
Io sono l’Impero alla fine della decadenza, / Che guarda passare i grandi Barbari bianchi / Mentre compone indolenti acrostici aurei / In cui danza il languore del sole. / L’anima solitaria soffre d’un denso tedio, / Laggiù, si dice, stanno battaglie lunghe e cruente. / Oh, non potervi, così debole nelle mie lente voglie, / Oh, non volervi fiorire un po’ quest’esistenza! / Oh, non volervi, non potervi un po’ morire! / Ah, tutto è bevuto! Bathylle, hai finito di ridere? / Ah, tutto è bevuto, tutto mangiato! Più niente da dire! / Solo, una poesia un po’ sciocca da gettare nel fuoco, / Solo, uno schiavo un po’ frivolo che vi trascura, / Solo, una noia di chissà cosa che vi affligge!
Il simbolismo francese influenzerà la poesia europea, da Pascoli a Rilke, a Kavafis.
Solitudine (Rilke, 1906)
La solitudine è come la pioggia. / Si alza dal mare verso sera; / dalle pianure lontane, distanti, / sale verso il cielo a cui da sempre / appartiene. / E proprio dal cielo ricade sulla città.
Itaca (Kavafis, 1911)
Quando ti metterai in viaggio per Itaca / devi augurarti che la strada sia lunga, / fertile in avventure e in esperienze. / I Lestrigoni e i Ciclopi / o la furia di Nettuno non temere, / non sarà questo il genere di incontri / se il pensiero resta alto e un sentimento / fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo. / In Ciclopi e Lestrigoni, no certo, / né nell’irato Poseidone incapperai / se non li porti dentro / se l’anima non te li mette contro. / Devi augurarti che la strada sia lunga. / Che i mattini d’estate siano tanti / quando nei porti – finalmente e con che gioia – / toccherai terra tu per la prima volta: / negli empori fenici indugia e acquista / madreperle coralli ebano e ambre / tutta merce fina, anche profumi / penetranti d’ogni sorta; / più profumi inebrianti che puoi, / va in molte città egizie / impara una quantità di cose dai dotti. / Sempre devi avere in mente Itaca – / raggiungerla sia il pensiero costante. / Soprattutto, non affrettare il viaggio; / fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio / metta piede sull’isola, tu, ricco dei tesori accumulati per strada / senza aspettarti ricchezze da Itaca. Itaca ti ha dato il bel viaggio; / senza di lei, mai ti saresti messo sulla via. / Nulla di più ha da darti. / E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso. / Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso / già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.
1885 - Bel Ami (Maupassant) in cui l’ascesa sociale deriva dai rapporti fra giornalismo, politica ed affari.
1897 - Cyrano de Bergerac (Rostand) fra Rossana, Cristiano e il suo talento (“cos'è un bacio…”)
1898 - J’accuse di Emile Zola dopo la farsesca assoluzione di un nobile militare accusato di tradimento con i tedeschi al posto dell’ebreo Alfred Dreyfus. Esterhazy confesserà, Zola morirà per un camino manomesso dalla polizia, Dreyfus subirà un attentato.
1913 - Alla richiesta del tempo perduto (Proust) ispirato dal ricordo suscitato da una madeleine. Scopo della scrittura è redimere, ritrovare il tempo e conservarlo nella memoria.
1932 - Viaggio al termine della notte (Celine) in cui l’autore constata cinicamente la crisi della società del primo dopoguerra.
1933 - La condizione umana (Malraux) che celebra i rivoluzionari marxisti indocinesi contro i nazionalisti.
1938 - L’uomo che guardava passare i treni (Simenon). La nausea (Sartre) in cui l'autore, figura di spicco dell'esistenzialismo, si professa ateo, ma sottolinea come si offre la libertà di esistere nel rispetto dei valori più umani.
1940 - Governo di Vichy
1942
Lo straniero (Camus): un uomo tranquillo e apatico si trova all'improvviso ad assassinare due uomini ed è testimone del fatalismo che dispiega esistenzialisticamente la scelta libera del da farsi.
"Su i quaderni di scolaro / Su i miei banchi e gli alberi / Su la sabbia su la neve / Scrivo il tuo nome / … / E in virtù d’una Parola / Ricomincio la mia vita / Sono nato per conoscerti / Per chiamarti / Libertà" (Eluard)
1943
“Bisognerebbe tentare di essere felici, non fosse altro che per dare l’esempio” (Prevert)
Quarta Repubblica (1946 - 1952)
1947 - La peste (Camus) in cui l'epidemia è metafora della guerra e del rischio che possa tornare lasciando agli uomini come reagire.
1949 - Il secondo sesso (De Beauvoir)
1951
Memorie di Adriano (Yourcenar)
“Quando gli dèi non c'erano più e Cristo non ancora, tra Cicerone e Marco Aurelio, c'è stato un momento unico in cui è esistito l'uomo, solo” (Flaubert)
Spettacoli (Prevert)
I ragazzi che si amano si baciano in piedi / Contro le porte della notte / E i passanti che passano li segnano a dito / Ma i ragazzi che si amano / Non ci sono per nessuno / Ed è soltanto la loro ombra / Che trema nel buio / Suscitando la rabbia dei passanti / La loro rabbia il loro disprezzo i loro risolini la loro invidia / I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno / Loro sono altrove ben più lontano della notte / Ben più in alto del sole / Nell'abbagliante splendore del loro primo amore
1952 - Aspettando Godot (Beckett) in cui l’attesa dei protagonisti, in un ambiente isolato e scarno, e l’incontro con altre sue persone legate ad un guinzaglio sono metafora della situazione esistenziale dell’umanità.
Quinta Repubblica (1958 - )
1958 - Semipresidenzialismo di De Gaulle
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carmenvicinanza · 2 months
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Sabina Guzzanti
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Dopo tanti anni di satira politica mi sono accorta che ero sempre più turbata dalle aspettative del pubblico, è come se mi chiedessero “dicci cosa dobbiamo fare, cosa dobbiamo pensare”. La satira non deve dare risposte, ognuno deve ragionare il più possibile in modo indipendente. 
Sabina Guzzanti, importante protagonista del mondo culturale italiano sin dagli anni Novanta, è l’attrice, imitatrice, regista, scrittrice, autrice e conduttrice televisiva nota al grande pubblico per la sua satira pungente, acuta e intelligente.
Personaggio scomodo della televisione italiana, i suoi contenuti dissacranti le hanno portato, negli anni, censure, querele e processi. In più occasioni i suoi programmi sono stati cancellati dopo la messa in onda.
Nata a Roma il 25 luglio 1963, è la prima figlia di Paolo Guzzanti e Germana Antonucci e la sorella maggiore di Corrado e Caterina Guzzanti.
Dopo la maturità classica si è diplomata all’Accademia nazionale d’arte drammatica.
Ha esordito in tv nel 1987 con il programma Proffimamente non stop su Rai 1.
La notorietà è arrivata negli anni novanta con La TV delle ragazze e altri programmi di satira presentati da Serena Dandini come Scusate l’interruzione, Tunnel e Avanzi, nei quali ha proposto memorabili imitazioni di personaggi come Moana Pozzi, Massimo D’Alema e Silvio Berlusconi.
A cui hanno fatto seguito altri fortunati programmi come Pippo Chennedy Show, La Posta del Cuore e L’ottavo nano.
Nel 2003 per la trasmissione Raiot – Armi di distrazione di massa, dopo la prima puntata, è stata querelata da Mediaset per «gravissime menzogne e insinuazioni», subito sospesa dalla RAI, è stata poi chiusa perché le condizioni per continuare la messa in onda erano che bisognava consegnare la registrazione con sette giorni di anticipo per permettere i controlli legali.
Sebbene la querela fosse stata poi archiviata dalla magistratura, in quanto i fatti raccontati erano veri, da quel momento ha vissuto una sorta di ostracismo e poi di allontanamento volontario dalla televisione, dedicandosi maggiormente al cinema, al teatro e ad altri mezzi di comunicazione.
Nel 2012 è tornata in televisione con un suo programma dal titolo Un due tre stella seguito, quattro anni dopo, dal TGPorco, rubrica satirica già apparsa sul web e finanziata con un crowdfunding, anche questa chiusa dopo poche puntate.
Protagonista di diversi film, nel 2002 ha diretto il suo primo lungometraggio dal titolo Bimba – È clonata una stella.
Nel 2005 ha prodotto, scritto e diretto il film-documentario per la libertà d’informazione dal titolo Viva Zapatero!, presentato in anteprima al Festival di Venezia, accolto dal pubblico in sala con 12 minuti di applausi. Presentato anche al Tribeca Film Festival, al Sundance Film Festival e al Festival del cinema di San Sebastián, ha vinto il Nastro D’Argento come miglior documentario.
Nel 2007, sempre a Venezia, ha presentato Le ragioni dell’aragosta.
Tre anni dopo, ha scritto, prodotto e diretto Draquila – L’Italia che trema, presentato Fuori Concorso al Festival di Cannes.
La trattativa, presentato al festival della laguna nel 2014 e proiettato in Parlamento, tratta la negoziazione tra lo Stato italiano e Cosa nostra avvenuta nei primi anni novanta.
Sabrina Guzzanti ha fatto sentire la sua voce in molte vicende politiche, ha sostenuto la raccolta di firme per la legge d’iniziativa popolare per garantire il pluralismo dell’informazione, è stata un’accanita oppositrice dei vari governi Berlusconi e ha polemizzato anche sul ruolo della Chiesa in Italia.
Da sempre in prima linea nel mettere sotto accusa il potere e la classe dirigente nazionale, ha sostenuto, negli anni, diversi schieramenti politici ed è riuscita a collezionare una lunga lista di nemici e nemiche, denunce e querele.
Continua a girare l’Italia coi suoi spettacoli teatrali che dissacrano i personaggi della politica e dello spettacolo, imitati con bravura e perfidia.
Ha scritto diversi libri, tra cui si ricordano Mi consenta una riflessione (anche se non è il mio ramo), Il diario di Sabna Guzz, 2119. La disfatta dei Sapiens e ANonniMus. Vecchi rivoluzionari contro giovani robot.
Può piacere o non piacere per i suoi modi esagerati, le battute pesanti, spinte fino al parossismo e all’offesa personale, per la sua satira pungente e cattiva, ma resta, comunque, una grande protagonista della scena culturale italiana e una personalità con cui, negli anni, tutte le persone che detenevano il potere, hanno dovuto fare i conti.
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antennaweb · 2 months
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guido-arci-camalli · 2 months
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CERCARE LA VITA?/daje no femmicidi
CERCARE LA VITA? bha bha il caldo la cerca per te...
e se non la trova? cerca sul web
detto ciò ... o ciò detto
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" cercare la vita ... o la satira ti annoia...? in un tempo ove se segni il merito è di altri... passi ore e ore a scusarti.. con te stesso... o col filo del sonno che perdi.. da due settimane... ronfi.. con la satira... leggi notizie come chi a sparato a trump... o il nome del aeroporto di berlusconi? linate hihi... poi cammini e cammini e trovi i senza tetto... di imperia... oppure i migranti di ventimiglia... una costituzione fatta a pezzi.. e la gente che bere nei bar di imperia... passi e passi giornate allegre... e tristi... e lotti coi cingiali di turno... che ti distruggono i canali... fà caldo mia cara costituzione... e di ter chi si occupa? chi non la legge articolo per articolo... e scopre che è moderna... hanno sparato a trump.. berlusconi.. eterno statista... fuori dalla lista... cambia il tuo umore sui sindaci noiosi... o alegri... rumore... rumore... e un solo odore... che passa la domenica o lunedi... menticando il tuo perdono... manifesti... contro ogni ingiustizia... con pippo ... pluto ... e topolino... cercare la vita.. in satir.. o in realtà... e dici forte... forte... no al femmicidio.... sulle donne.. picciate... altro se dovete... picciate la vostra inutile rabbia... di uomini...
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cercare di camminare lento... oppure veloce... tra gente che giudica solo il tuo colore della pelle... o le tue parole... è indiano quello di ineja.... cerchi.. il dialogo... tra le tue parole.. e quelle di altri... sangue e sangue... oppure indifferenza... tra minni e topolino... cerchi... la bolla da muratore... perchè il tuo muro.. è pieno di crepe... tu uomo urli troppo... con te stesso... e cerchi di capire ove tutto... pace... ove tutto è guerra..."
BY GUIDO ARCI CAMALLI, ARCI GUERNICA, ARCI BRIXTON, ARCI CAMPO FRAGOLE, ARCI SOLIDARIETà, ARCI REAL. ARCI TAMBURUNE, ARCI FUORI ORARIO, ARCI VENEZIA, ARCI PEPPINO IMPASTATO, ARCI PIKKIA , ARCI COMO, ARCI VAL SUSA, ARCI ceriana, arci ventimiglia, arci bergamo, arci genova, arci torino, arci locomotiva arci nazionale arci provinciale imperia
Tutti i dati del 2024 Di seguito riportiamo tutti i dati del 2024. Nella tabella è possibile scorrere in orizzontale per vedere tutte le colonne con le informazioni. La paginazione permette di navigare in tutte le righe della tabella. I grafici mostrano i dati e la nostra analisi.
Numero totale dei femminicidi lesbicidi trans*cidi nel 2024: 56 dati aggiornati all'8 luglio 2024
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bicheco · 1 year
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Cose che ho imparato dalla politica
Quando l'underdog diventa dog, la prima cosa che fa, sistema i cuccioli.
E questa, a casa mia, si chiama satira.
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cinquecolonnemagazine · 4 months
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San Gregorio Armeno: tradizione presepiale napoletana
Nel cuore del centro storico di Napoli, a pochi passi dal decumano maggiore, si snoda un vicolo che racchiude un'anima artistica senza eguali: Via San Gregorio Armeno, conosciuta in tutto il mondo come la "Via dei Presepi". Varcare la soglia di questa strada significa immergersi in un tripudio di colori, forme e suggestioni, dove la maestria artigianale si intreccia con la devozione popolare e la fantasia napoletana. Botteghe storiche si susseguono lungo il vicolo, esponendo una miriade di statuine in terracotta, accuratamente modellate e dipinte a mano. San Gregorio Armeno: patrimonio storico di Napoli Dalla Sacra Famiglia ai pastori, dai Magi ai mestieri tradizionali, ogni personaggio del presepe prende vita sotto le sapienti mani degli artigiani, custodi di un'arte tramandata di generazione in generazione. Ma non solo: tra le creazioni più originali, trovano spazio anche figure di personaggi contemporanei, locali e internazionali, che con un pizzico di satira e ironia arricchiscono la rappresentazione della Natività. Non è solo un luogo di produzione e vendita, ma un vero e proprio museo a cielo aperto, dove la tradizione si rinnova anno dopo anno. Durante il periodo natalizio, il presepe assume un ruolo ancora più centrale, con le botteghe che si trasformano in piccoli teatri dove si mettono in scena vere e proprie rappresentazioni della vita quotidiana, animate dalle statuine e accompagnate da musiche e canti tipici. La visita è un'esperienza sensoriale unica, che permette di cogliere l'essenza più autentica dell'anima napoletana. Tra sacro e profano, tradizione e innovazione, questa via rappresenta un patrimonio culturale inestimabile che affascina e conquista visitatori provenienti da ogni angolo del mondo. Non solo presepi Oltre alle botteghe dei presepi, San Gregorio Armeno offre anche altri spunti di interesse. La Chiesa di San Gregorio Armeno, da cui prende il nome la via, custodisce al suo interno pregevoli opere d'arte, tra cui una statua di San Gregorio Armeno in legno policromo del XVI secolo. Poco distante, si trova il Complesso di San Lorenzo Maggiore, un antico monastero benedettino che conserva resti archeologici di epoca romana e greca. San Gregorio Armeno è un luogo da vivere con lentezza, lasciandosi inebriare dai profumi, dai colori e dalle voci che popolano questo vicolo magico. Un luogo che racconta la storia di Napoli, la sua devozione e la sua inesauribile creatività, attraverso un'arte che continua ad emozionare e sorprendere. Immagine di copertina: DepositPhotos Read the full article
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la-misto · 4 months
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Oggi, mentre la pioggia tamburella sui vetri come un timido invito a riflettere, compio trentacinque anni. Questa ricorrenza, che un tempo avrebbe scatenato festeggiamenti e brindisi, ora si tinge di un color grigio malinconia, riflettendo più un senso di perdita che di guadagno: perdita di tempo, di opportunità, e forse, più dolorosamente, di speranze.
A trentacinque anni, secondo i canoni della saggezza popolare, uno dovrebbe godere di una stabilità—una fortezza costruita con i mattoni della sicurezza lavorativa, coronata da un tetto di tranquillità. Invece, mi ritrovo a navigare in un mare incerto, sballottato dalle onde dell'instabilità contrattuale e dall'assenza di prospettive a lungo termine. Ironia della sorte, in un Paese dove il governo sembra aver scambiato il suo ruolo di custode del benessere pubblico per quello di spettatore disinteressato, questa condizione di precariato è diventata la norma piuttosto che l'eccezione.
Ecco dunque la cruda realtà: le promesse di un futuro radioso si sono sciolte come zucchero in un caffè troppo amaro. La mia generazione, incantata dalle sirene di un benessere mai realmente a portata, si ritrova a rincorrere l'illusione di una stabilità sempre più elusiva. Tutto a termine, niente di certo, tranne la certezza di un governo che, tra un decreto e l'altro, sembra trovare sempre il modo di annunciare la mancanza di risorse con la stessa cadenza con cui fallisce nel sostenere chi dovrebbe essere il futuro del Paese.
Oggi, il mio compleanno non è un giorno di festa, ma un'occasione per una riflessione amara sulle ironie della vita adulta. Siamo cresciuti credendo che il duro lavoro e la dedizione ci avrebbero garantito un posto nel mondo, ma ci troviamo a contestare ogni giorno la validità di quella narrazione. Che fine hanno fatto quelle assicurazioni di prosperità? Diluite, forse, nelle acque turbolente di una crisi economica continua o evaporate sotto il calore opprimente di una burocrazia inefficiente?
Non posso fare a meno di chiedermi, con un pizzico di sarcasmo amaro, se il governo non abbia scambiato il manuale di gestione dello Stato con un romanzo distopico, in cui l'obiettivo sembra essere quello di testare la resilienza dei suoi cittadini piuttosto che assicurare loro la possibilità di un'esistenza dignitosa. E mentre l'Europa guarda, forse con una punta di commiserazione, noi giovani cerchiamo di tessere le nostre vite con i fili di un tessuto sociale e economico che si sfalda tra le dita.
In questo contesto, il mio compleanno diventa un palcoscenico su cui si recita una commedia di errori non tanto comici, dove ogni candela sulla torta simboleggia non solo un anno in più di vita, ma anche un anno in più di lotta, di speranze aggiustate e di delusioni digerite.
Resta quindi la domanda: fino a quando continueremo a celebrare non ciò che abbiamo, ma ciò che ci è stato negato? Fino a quando dovremo aspettare che il ritmo delle promesse mancate venga sostituito dalla melodia della realizzazione?
Trentacinque anni potrebbero non essere la mezza età, ma certamente sono abbastanza per chiedermi se il prossimo compleanno porterà con sé qualche certezza in più, o se sarà un altro capitolo di questa satira involontaria in cui il governo fa da regista e noi cittadini da attori malvolentieri.
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