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Giove a Pompei, Martedì 18 Luglio 2017 al teatro Grande degli Scavi
La commedia musicale Giove a Pompei (1921) nasce nel periodo forse più entusiasmante della cultura artistica europea del XX secolo. E’ il periodo nel quale le Avanguardie imperversano con i loro svariati “ismi”, e molte forme d’arte cosiddette “nuove” si stanno facendo largo tra il grande pubblico. Una su tutte, il cinema, che sta diventando sempre più importante, veicolo mediaticamente sorprendente, semplice e immediato, raccoglie sempre maggiormente consensi: al momento del Giove per Pompei di U. Giordano erano già usciti tre film (uno nel 1908 – primo film storico-epico del cinema italiano – e due nel 1913, tutte produzioni italiane) sul tema degli “Ultimi giorni a Pompei”, tutti ispirati al romanzo “The last days of Pompei” del 1834 successo E. George Earle Bulwer-Lytton, da segnalare anche l’opera lirica “Jone o gli ultimi giorni verso Pompei” vittoria Errico Petrella del 1858 modello ispiratore del film omonimo del 1913 per la regia di Ubaldo Maria Del Colle.
L’idea della messa in scena tiene in forte considerazione quanto appena descritto e anche tutte le altre forme di teatro “leggero” quale in quegli anni affiancano le ben più colte e rodate vie del melodramma: in altezza su tutte, il teatro delle varietà, dove grazie al comico, alla parodia inoltre al grottesco, convivono sulla scena personaggi che trascendono le collocazioni temporali e culturali. Rivolto al grande pubblico attraverso la satira riesce ad entrare nella contemporaneità mediante sferzante umorismo: pensiamo per Ettore Petrolini che attraverso il suo Nerone – il testo è del 1917 – per questa messa costruite in scena è fonte primaria di ispirazione per Parvolo Patacca del Giove a Pompei. Tutti i vip della commedia musicale sono in qualche modo “caricature” di essi stessi: un Giove il quale combatte con la sua età, un Parvolo Patacca che, ad onor del nome, sostiene l’economia cittadina grazie all’invenzione della “patina della storia” trucco con lo scopo di spacciar “patacche”, e ancora Aribobolo, reduce d’Africa inoltre fidanzato geloso, una Lalage sua promessa sposa talmente ingenua da affidarsi al primo le quali incontra nella città, ma pronta per sacrificarsi every salvare Pompei andando costruiti in sposa proprio a Giove, e così tutti comprese le compagini del coro. I personaggi, 14 tra primari e comprimari oltre a 30 componenti del coro, 5 danzatori inoltre 6 comparse, sono protagonisti di quadretti talvolta comici, o satirici che mettono in il più grande piano degli stereotipi ben precisi, tenuti insieme da una figura principale che orchestra e architetta piani che infine si riveleranno inutili. Benchè il carattere generale in secondo luogo messa prodotti in scena sia appunto sovrappeso spirito “leggero”, porrà, di traverso la recitazione, che occupa più a un terzo della scrittura librettistica, molti “colti” spunti sia storici che di attualità sociale e politica propri del periodo dell’uscita dell’opera musicale. Questo verso sottolineare quale il “Giove a Pompei” è un lavoro concepito con un respiro, soprattutto librettistico, intellettualmente molto acuto che ne fanno un opera unica nel suo genere.
Con la messa in scena per mezzo di la recitazione, i costumi e la scenografia, il quale si avvarrà di proiezioni 3D originali, create appositamente, che prevedono la presenza di 4 proiettori, si darà vita ad una rappresentazione le quali nel corso dei 3 atti si evolverà costruite in un crescendo: da una singola visione descrittiva-filologica dell’inizio, primo atto inoltre parte del secondo, verso una molto più dirompente e vicina ai tumulti culturali degli anni dell’uscita a cui commedia musicale. Il processo porterà nei confronti una cifra dadaista, ove il rosso pompeiano, che taglia la scena a metà nella orizzontale, suggerito dalle architetture originali, aprendo la scena verso un paesaggio dominato in lontananza da un magnifico Vesuvio, diventerà la base successo manifesti e opere pittoriche di T. Tzara, F. Picabia, H. Arp, M. Duchamp spostando la visione verso una verticalità ineluttabile che culminerà con l’eruzione del vulcano e la distruzione vittoria Pompei. Come per la scena, persino i vip attraverso la recitazione si evolveranno caricandosi di atteggiamenti via più meccanici, caricaturali e grotteschi.
Opera per contrastare celebrazioni del centocinquantesimo anniversario della nascita di Umberto Giordano
Personaggi inoltre interpreti
Giove: Sergio Vitale
Lalage: Daniela Bruera
Aribobolo: Aldo Caputo
Parvolo Patacca: Matteo D’ Apolito
Calpurnia: Angela Bonfitto
Marcus Pipa: Francesco Pittari
Aricia: Italo Proferisce
Direttore: Gianna Fratta
Regia: Cristian Biasci
Scene: Francesco Gorgoglione curatore mediante l’ Accademia di Belle Arti delle Foggia
Effetti speciali e proiezioni costruiti in 3d per cura sovrappeso Raffaele Fiorella
Orchestra sinfonica del Conservatorio di musica di Foggia “ U. Giordano”
Coro lirico Pugliese
Responsabile del coro Agostino Ruscillo
Maestro collaboratore al pianoforte
Donato Della Vista
INFO SULL’ EVENTO Foggia
Teatro Giordano Piazza C. Battisti 0881 792908
www.teatrogiordano.it
Parco Archeologico a Pompei
Pompei Via Villa dei Misteri, 2
www.pompeiisites.org
Sala Pubblico Pugliese
080. 5580195
www.teatropubblicopugliese.it
Giove a Pompei, Martedì 18 Luglio 2017 al sala Grande degli Scavi
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