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Posted @withrepost • @casa_mazzucchelli È giunto il momento del 2° Appuntamento in Cantina a #CasaMazzucchelli!!✨ Venerdì 16 dicembre, ore 20, si terrà una serata speciale dedicata al pairing tra una selezione di 🍷#PinotNero #borgogna #baden #alsazia di @massimomazzucchelli e la cucina di @aurora_mazzucchelli Vi aspettiamo!! Per info e prenotazioni: 051846216. #winetasting #wineguidelife #michelinstars #foodlover #winepassion #gamberorosso #cartadeivini #winelovers #qualitywine #michelinrestaurants #instawine #winerylovers #sommelier #michelinguide #wineblogger #wineguide #finewine #finedininglovers #wineteller #vininaturali #winepairing #bologna #casamazzucchelli #winetime #sassomarconi (presso Casa Mazzucchelli) https://www.instagram.com/p/Cl9DmlltxEh/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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“Vin-dredi” d’Alsace, Parliamo di Sylvaner! -Ep. 05
“Vin-dredi” d’Alsace, Parliamo di Sylvaner! -Ep. 05
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Chateau du Haut-Koenigsbourg - Treppenturm, Alsazia, Francia.
Credit : Vincent Desjardins
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Il caso riferito da Metzger: un ex ufficiale in pensione si è affezionato al figlio della sua affittacamere. Un giorno, “senza nessun motivo e senza che fosse in gioco nessuna passione, come può essere la collera, l’orgoglio, la vendetta”, si getta sul bambino e lo colpisce per due volte con un martello, senza ucciderlo.
Il caso di Sélestat: in Alsazia, durante il rigidissimo inverno del 1817, sotto la minaccia della carestia, una contadina approfitta dell’assenza dell’assenza del marito, che se ne è andato a lavorare, per uccidere la loro figlioletta, tagliarle una gamba e cuocerla nella minestra.
A Parigi, nel 1825, una serva, Henriette Cornier, va a trovare la vicina dei suoi padroni e le chiede insistentemente di affidarle per un po’ la figlia. La vicina esita, acconsente e poi, quando torna a riprendere la bambina, scopre che Henriette Cornier l’ha appena uccisa, le ha tagliato la testa e l’ha buttata dalla finestra. A Vienna Catherine Ziegler uccide il figlio bastardo. In tribunale spiega di essere stata spinta da una forza irresistibile. Viene assolta per follia e liberata. Ma lei dichiara che farebbero meglio a trattenerla in prigione, perché lo rifarà. Dieci mesi dopo, partorisce un bambino che uccide immediatamente e al processo dichiara di essere rimasta incinta al solo scopo di uccidere il neonato. Viene condannata a morte e giustiziata.
In Scozia un certo John Howison penetra in una casa, uccide una vecchia che non conosce e se ne va senza aver rubato nulla, ma non cerca di nascondersi. Arrestato, nega contro ogni evidenza; ma la difesa sostiene che si tratta del crimine di un demente, giacché privo d’interesse. Howison viene giustiziato e, retrospettivamente, sarà interpretato come un ulteriore segno della sua follia il fatto che avesse detto a un funzionario lì presente che aveva voglia di ammazzarlo.
Nel New England Abraham Prescott uccide, in aperta campagna, la madre adottiva, con la quale aveva sempre avuto buoni rapporti. Rientrato a casa, scoppia a piangere di fronte al padre adottivo; questi lo interroga e Prescott confessa il suo crimine senza nessuna difficoltà. In seguito spiega di avere avuto un mal di denti improvviso e violento e di non ricordare più nulla. L’inchiesta stabilirà che aveva già aggredito i genitori adottivi durante la notte, ma che si era pensato a una crisi di sonnambulismo. Prescott è condannato a morte, ma al tempo stesso la giuria consiglia la commutazione della pena. Viene giustiziato ugualmente.
Michel Foucault
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Strasburgo, Alsazia. Barrage Vauban
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Intervista: Marc Lizano e la visita al poco conosciuto campo dell'orrore Struthof
Il libro si trova anche qui: https://amzn.to/4dartbR – http://www.afnews.info segnala: È stato a Sainte-Énimie che abbiamo incontrato Marc Lizano. Il suo ultimo album, come i due precedenti, tratta temi della memoria, della Shoah e della deportazione. Con La Visite au Struthof ricorda che esisteva effettivamente un campo di concentramento tedesco in Francia, in Alsazia […] Vedi il resto su Ligne…
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Polmoni ostruiti: Confermati i sospetti sulle vittime della strage di Casteldaccia
Le autopsie condotte sulle prime tre vittime della tragica strage di Casteldaccia, avvenuta lunedì scorso mentre lavoravano alla rete fognaria per la Quadrifoglio Group, hanno confermato i sospetti dei soccorritori: Epifanio Alsazia, Giuseppe La Barbera e Ignazio Giordano sono stati trovati senza vita con i polmoni completamente ostruiti a causa dell'inalazione di idrogeno solforato, il pericoloso gas che si forma dalla fermentazione dei liquami. Le indagini mediche, svoltesi questa mattina al Policlinico di Palermo, hanno rivelato l'atroce modalità di decesso dei lavoratori. Domani, verranno eseguite le autopsie sui corpi di Roberto Raneri e Giuseppe Miraglia, con l'attesa che l'esito confermi la causa della morte già accertata per i colleghi deceduti. La Procura di Termini Imerese, responsabile delle indagini sulla tragedia, ha autorizzato la sepoltura delle prime tre salme e concesso il via libera ai funerali. Lunedì, a Palermo, si terranno le esequie di Giuseppe La Barbera, il più giovane fra le vittime, che lascia dietro di sé un vuoto straziante nella comunità. Le cerimonie funebri avranno luogo nella chiesa del Carmine maggiore, in piazza del Carmine a Palermo, alle ore 10. Nel frattempo, rimane incerta la prognosi di Domenico Viola, sesto operaio coinvolto nell'incidente e attualmente ricoverato nella terapia intensiva del Policlinico. Le sue condizioni sono attentamente monitorate dagli esperti, mentre un altro sopravvissuto, un dipendente 39enne della società coinvolta, è stato dimesso e versa in buone condizioni. Le indagini legali si concentrano sulla sicurezza sul luogo di lavoro e sulla regolarità del subappalto. Il geometra Nicolò Di Salvo, titolare della Quadrifoglio Group, è attualmente l'unico indagato, con l'accusa di omicidio colposo e lesioni personali colpose gravissime, entrambe aggravate dalla presunta violazione delle norme antinfortunistiche. Tuttavia, l'elenco degli indagati potrebbe allungarsi nei prossimi giorni, coinvolgendo i responsabili della sicurezza delle aziende coinvolte. Le reazioni non si sono fatte attendere, con il segretario generale della Fiom, Michele De Palma, che ha sottolineato la necessità di controlli più stringenti e del coinvolgimento attivo delle imprese nella salvaguardia della salute e della sicurezza dei lavoratori. La strage di Casteldaccia solleva interrogativi cruciali sulla responsabilità delle istituzioni e sull'efficacia delle misure di prevenzione sul lavoro, richiamando l'attenzione sulle necessarie riforme per evitare tragedie simili in futuro. Read the full article
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Accoltellamento in scuola Francia,14enne morta dopo malore
Una adolescente di 14 anni che ieri aveva avuto un problema cardiaco dopo l’accoltellamento di due bambine fuori ad una scuola di Souffelveyersheim, nell’est della Francia, in Alsazia, è morta. Lo hanno riferito oggi le autorità locali. La vittima ha avuto un arresto cardiaco durante i concitati momenti consecutivi all’accoltellamento delle bambine, di 6 e 11 anni. La ragazzina era stata subito…
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Il Ballo di Charlène, la principessa scende in pista (e i Grimaldi sono più uniti che mai) MONTECARLO — Il Ballo della Rosa è stato il Ballo di Charlène. Scatenata in pista nella notte di sabato 23 marzo, con una tuta di paillettes dorate e un nuovo caschetto biondo. Sandali a terra per ballare agile sulle note di Gloria Gaynor. In una sala delle stelle, allo Sporting, riempita nonostante i 1.200 euro a persona e una lunga lista di attesa. E’ stata lei, la princesse de Monaco tornata più energica che mai, la star del Ballo che segna il mezzo secolo di glamour dello Sporting a Montecarlo trasformato per una sera in discoteca, da Christian Louboutin. Il principe Alberto è arrivato con Charlène, dal viaggio di coppia in Alsazia a Feldbach per svelare una nuova targa dei siti storici dei Grimaldi (dopo esser stato a Parigi per esequie di Philippe, figlio del generale De Gaulle scomparso a 102 anni). E con loro la principessa Carolina, sempre magnifica, in nero: lei la madrina del ballo. Se in passato qualcuno ha azzardato divergenze tra lei e Charlène il messaggio della presenza delle due donne attorno al principe ieri sera era chiaro: la famiglia è più unita che mai. Carolina, Charlène e Charlotte al Ballo della Rosa 2024 E poi Pierre Casiraghi e la moglie italiana, Beatrice Borromeo. Con la piccola di Carolina, Alexandra di Hannover al braccio il suo amore, Ben Sylvester Strautmann che da anni ormai affianca l’ultimogenita di Carolina. Nel Principato tutti si aspettano un fidanzamento, in fondo Ben è stato invitato anche alla riunione di famiglia a palazzo per i 66 anni di Alberto. E c’era Charlotte, sola, dopo che la sua strada sentimentale si è divisa da quella del produttore Dimitri Rassam sposato proprio al Rocher, con la benedizione dello zio Alberto, una manciata di anni fa (e fotografata di recente con lo scrittore Nicholas Mathieu, un Prix Goncourt e un figlio). Assenti Andrea Casiraghi e la moglie Tatiana. Poco più in là dello Sporting, oggi è già emersa dall’acqua la nuova isola galleggiante, MareTerra con la firma di Renzo Piano (e nelle profondità del mare è stato fatto un grande lavoro ingegneristico per far lievitare la superficie del Principato come ieri con il terrapieno di Fontvieille), che potrebbe essere consegnata a novembre-dicembre 2024. In tempo, anzi in anticipo, per festeggiare il ventennale di Alberto. E il Grimaldi Forum avrà all’inizio del 2025 più di 6 mila metri quadrati di superficie in più. Sulla nuova isola galleggiante gli appartamenti sono in vendita a 100 mila euro il metro quadro, e 11 ville sul mare a 250 mila euro al metro. Un record anche per Monaco che dopo la pandemia nel 2023 ha macinato affari e profitti. «E mia figlia Gabriella avrà una piazza tutta sua, la Place Princesse Gabriella e anche il gemello Jacques avrà una via tutta sua: ci sarà una Promenade Prince Jacques», come ci ha detto il principe che ha scelto l’architetto italiano per l’uso della luce: «Per un Paese affacciato sul mare come il nostro, la luce è tutto». Nel salotto del Carré d’Or davanti al Casinò, sulla terrazza del nuovo Café de Paris, ad aprile aprirà il ristorante Amazonico e a tagliare il nastro sarà ancora lei Charlène. Gli hotel del Principato non sono mai stati così pieni con il grande ritorno degli americani, seguiti da francesi, mediorientali, asiatici, molti cinesi, inglesi e italiani. Nella primavera di Monaco, nella Season mondana del Principato inaugurata ogni anno dal Ballo della Rosa, l’unico cruccio: i veleni dell’ex contabile del principe, rimosso dal suo incarico. Mesi fa Alberto ha infatti deciso il più radicale rimpasto da quando salì al trono nel 2005 alla morte del principe Ranieri. «Dopo vent’anni quasi bisogna rinnovare, avere il coraggio di cambiare. Ma certo non avrei voluto farlo in questo modo, però in circostanze difficili devi avere il coraggio di agire con decisione», ci ha spiegato il principe che alla vigilia del suo compleanno il 14 marzo scorso ha nominato Pierre-André Chiappori come nuovo Conseiller de Gouvernement-Ministre des Finances et de l’Economie. Un tecnico passato per l’Università di Chicago e la Columbia a New York per affrontare una fase di espansione dell’economia del Principato dopo i problemi della pandemia che aveva gelato il business alberghiero cuore del Principato. Monaco aspetta la decisione del Gafi e di Moneyval per sapere se dovrà rassegnarsi alla lista grigia nonostante il fatto che il Governo monegasco abbia fatto molto per rispettare le regole europee nell’ambito della lotta contro il riciclaggio. Il responso è atteso per giugno. «Ogni giorno ha le sue spine, piccole o grandi, ma non ho avuto sin qui le stesse difficoltà nella guida del Principato di mio padre Ranieri», ci ha detto il principe che anzi mai come adesso guida una famiglia unita e pronta a mettersi al servizio del Rocher. Il 14 marzo, compleanno del principe, l’associazione Objectif Monaco ha lanciato un flash mob vecchio stile: tutti in piazza per dare sostegno dopo gli attacchi ad Alberto. L’avevamo già fatto ai 50 anni del principe. «Tutta Monaco è con Alberto che in questi quasi vent’anni di regno il principe ha saputo guardare al futuro ed ha appena festeggiato i 66 anni in semplicità, dopo i festeggiamenti ufficiali ha riunito la famiglia in un piccolo ristorante sul mare a Eze», racconta Lia Riva, la Lady dei motoscafi che conosce bene anche la principessa Carolina che l’ha appena nominata mecenate onorario del Nouveau Musée National de Monaco voluto dalla principessa. «Carolina? E’ una donna di carattere, è lei l’anima del Bal de la Rose — continua Riva — in fondo la passione per i fiori l’ha ereditata dalla madre Grace e poi Carolina è presidente del Garden Club dove ha voluto come sua vice Cecilia Casiraghi (moglie del fratello di Stefano, il marito di Carolina vittima della tragedia in mare)». Appassionata di arte, balletto, musica e pure letteratura italiana «Carolina ha un debole per Leopardi. Ed è lei, la primogenita di Grace e Ranieri che alla nascita il principe Ranieri salutò con una goccia di champagne posata sulle sue labbra, è l’anima del Ballo della Rosa che dà il via alla stagione della mondanità a Monaco con il Gran Prix , adesso pure il Gran Prix elettrico, il Tennis dove quest’anno si aspetta Sinner e il Riva Trophy a giugno prima del via alla grande mostra d’estate al Grimaldi Forum dedicata quest’anno a Turner (dopo il sold out della mostra con cento Monet nel 2023). E Carolina porta lo stesso nome della madre di Carlo III affidò a Francois Blanc, l’imprenditore che aveva rilanciato le località turistiche tedesche, l’incarico di inventare un futuro nuovo per il Principato. Nasceva la Societé des Bains de Mer et cercle des étrangers, nasceva Monte-Carlo (dal nome del principe), con la salle Garnier e il Casinò la cui costruzione fu affidata all’architetto dell’Opéra di Parigi, Charles Garnier. E con la Sbm, oggi guidata da Stephane Valeri Il profumo di cento rose e il suono di cento violini, era stata l’intuizione mondana di Henry Astric direttore artistico della Sbm, la Société des bains de Mer et cercles des étrangers, cassaforte turistica del Principato alla cui tolda ora è arrivato Stéphane Valeri nuovo presidente e amministratore delegato. Era il 1954 e serviva rilanciare le sorti turistiche di Monaco. Voluta dal principe Carlo III nell’800 è stata Sbm che ha creato il mito di Monte-Carlo con il suo casinò, gli hotel di lusso la fama glamour che attrarrà nei secoli divine del teatro come Sarah Bernhardt, il coreografo Serge Lifar e danzatori come Diaghilev, scrittrici come Colette. Lo stesso principe che con l’Ordinanza datata 1869 assicurò ai sudditi l’esonero al tempo da «contributi fondiari, personali e mobiliari come l’imposta sulle patenti». Nasceva così nel dopoguerra, il Ballo più glamour della Costa Azzurra, il Bal de la Rose che dal 1974 ha la sua cornice nello Sporting di Monaco, sul lungomare dedicato alla principessa Grace (con il ballo ogni anno si raccolgono fondi a favore della Fondation Princess Grace creata nel 1964 per aiutare bambini e studenti con progetti culturali: 350 mila euro nel 2022 per aiutare 62 ospedali pediatrici, 300 mila alla ricerca pediatrica, 250 mila alla biblioteca irlandese e molto altro). E in mezzo secolo di balli il jet set globale è passato per questa sala con il soffitto che si apre per far entrare la notte con le stelle. Da Frank Sinatra a Liza Minelli e Josephine Baker. Merito di Grace che aprì la porta al jet set di Hollywood. «C’era sempre un viavai di attori e star invitate da mamma: Frank Sinatra, Cary Grant o David Niven», come ha ricordato il principe Alberto incontrando il Corriere. Sotto la volta celeste, negli anni ’70 per il Giubileo del principe Ranieri come per il Ballo 2024, Gloria Gaynor chiamata dalla principessa Carolina al gran finale anche del Ballo di sabato 23 marzo intitolato “Disco”: con mille luci e disco ball da discoteca, Shangela e Chad Michaels, drag queen provenienti direttamente dagli anni ‘80 e i 48 ballerini guidati dal coreografo Sadeck Berrabah. La regia del mago della moda Christian Louboutin al quale Carolina ha chiesto tre anni fa di reimmaginare la serata che apre le danze della stagione dei grandi appuntamenti a Montecarlo. «Lo spettacolo, il music hall è sempre stato la mia passione, in fondo ho iniziato lì quando lavoravo alle Folies Bergères a Parigi — come ci ha spiegato Louboutin — e la principessa Carolina, lei è la mia seconda “fata”, mi ha sostenuto e ispirato». Negli anni ’60 «scendeva» a Monaco Winston Churchill con Lady Churchill, il segretario Montague Browne e...il fedele pappagallino Toby. E il conte e la contessa di Barcellona, gli ex reali di Spagna, la principessa Maria Gabriella di Savoia, la Bégum Aga Khan e Monsieur Dior. Il 1956 con il matrimonio del principe Ranieri con la diva premio Oscar, Grace Kelly, portò infine Hollywood alla corte dei Grimaldi. Tutti (o quasi) i grandi divi approdano sul palco di Monaco, da Ella Fitzgerald a Sammy Davis Jr. Liza Minnelli, Elton John, Tina Turner e Lionel Richie, Joe Cocker e Stevie Wonder. Proprio su questo palcoscenico nel 1974 la principessa Grace portò a esibirsi Josephine Baker: ormai avanti negli anni la bellezza esotica delle notti di Parigi ebbe qui i suoi ultimi applausi (Grace l’aiutò e sostenne fino alla fine).Ma anche i francesi Charles Aznavour e Sacha Distel. Sensibile alle fragilità del mondo, era stata la principessa Grace a legare la bellezza del Ballo ai progetti benefici, quelli della Fondation Princess Grace che porta il suo nome dal 1964 che ha per missione l’aiuto a persone in difficoltà e ai bambini svantaggiati. Così Grace con il suo sorriso ha ispirato il Ballo sin da quel finire degli anni ’50, accompagnandolo fino alla prematura scomparsa nell’incidente del settembre 1982. Poi dal 1983 è la figlia Carolina, principessa di Hannover, a guidare le danze al Bal de la Rose con il fratello Alberto. Aiutata dal 1999 fino alla scomparsa dello stilista, dal suo amico Karl Lagerfeld e adesso da Louboutin. Nel marzo 2013, per il 150° anniversario della Sbm, il Ballo della Rosa era stato ribattezzato “Ballo della Rosa della Rocca”. E Karl Lagerfeld con il suo talento artistico aveva trasformato la Salle des Etoiles in una sala da ballo «Belle et Pop». Eppure nonostante la mondanità sia la chiave del successo del mito Montecarlo da secoli, Alberto ci ha confessato che «Papà, Ranieri, in realtà non amava molto la mondanità, adorava invece i momenti di tranquillità in famiglia». Come la principessa Charlène che adora il rifugio sopra Monaco di Roc Agel. Ma ieri notte si è lasciata andare sulle note della disco dance.
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“Vin-dredi” d’Alsace, Parliamo di Riesling! - Ep 04
“Vin-dredi” d’Alsace, Parliamo di Riesling! – Ep 04
Tutti i venerdì CantinaSocial ti porta alla scoperta della regione vitivinicola più piccola della Francia, l’Alsazia! Scopriamo insieme il Re dei vini bianchi alsaziani, il Riesling. Quest’uva deve la sua origine alla Germania.Secondo l’ampelografo Stoltz, è stata introdotta nella zona del Rheingau già a partire dal 9° secolo e nasce dall’incrocio tra il Gouais blac e il prodotto dell’incrocio…
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Dott. Herman Hernandez TESTIMONIANZA DI UN MEDICO SPIRITUALE
von Witold Wieslster, Dienstag, 24. November 2015 um 18:13
Il nome con il quale mi conoscete è molto simile a quello della mia ultima incarnazione, avvenuta in Argentina nella seconda metà del secolo scorso e terminata all'epoca della prima guerra mondiale, quando avevo 51 anni.
Il cognome, naturalmente, è quello che mio padre portò come una bandiera dalla natia Spagna, quando ne fuggì spinto dal suo animo poetico e avventuroso di rampollo di buona famiglia. Famiglia ricca ed opprimente, dalla quale potè evadere grazie anche alla mancanza di qualsiasi difficoltà di ordine pratico. Lo dicevo sempre a mio padre quando, avviato alla pratica psichiatrica, mi divertivo ad analizzarlo facendolo irritare e ribellare alle mie analisi e conclusioni: "Non è stato poi così difficile per te, padre mio, seguire il tuo spirito d'avventura, divenire il paladino degli oppressi, il portavoce dell'epica popolare che esprimi nella tua poesia "gauchesca". La tua poesia, popolare per definizione, esprime lo spirito del gaucho, ma non può condividerne le grame avventure da una comoda, confortevole casa cittadina! La tua cultura ti fa comprendere il linguaggio dell'uomo della campagna, apprezzarne lo spirito, ma non ti rende come lui".
Erano lotte affettuose ed ironiche; mio padre non demordeva; lui era un vero avventuroso, era, malgrado i privilegi, il colonizzatore liberale e democratico, convinto della necessità di mutare le strutture politiche, economiche e sociali del suo Paese d'adozione. E lo tentò anche, e con lui molti del suo ceto e della sua generazione.
A partire dalla fine dell'800, nel mio Paese si verificò un notevole sviluppo economico, anche a seguito della larga immigrazione europea; l'aumentata prosperità non mutò tuttavia le condizioni in cui vivevano le masse popolari.
Più tardi il regime di Peron attuò alcune riforme in favore dei "descamisados" cui si appoggiava, ma l'Argentina, pur avendo le risorse umane e materiali per divenire un Paese moderno, è purtroppo ancora oggi un Paese dalle basi economiche e sociali arretrate.
Ma torniamo al mio nome: ci tengo, e qualcuno più di me, a spiegarvi che l'imposizione del nome Herman al suo figlio primogenito, fu la piccola vittoria di mia madre, alsaziana, sulla prepotenza tutta spagnola del marito.
Mia madre, cresciuta nel periodo in cui in Alsazia non era ancora attiva l'opera di germanizzazione, era e si sentiva francese, ma, essendo di madre tedesca, era legata, malgrado lo negasse, anche ad antiche tradizioni e vicende culturali prettamente tedesche, cosa che irritava sommamente mio padre, il quale non poteva però negare come fosse stato il deciso spirito germanico a convincere una ragazza dell' 800 a fuggire al di là del mare, condividendo l'avventura di uno spagnolo ribelle ed anticonformista.
Quando io nacqui, le acque fra la coppia fuggitiva e le famiglie di origine si erano placate. Le nozze, celebrate nella bellissima chiesa di Santa Fé nella più stretta tradizione cattolica spagnola, seguite dalla tipica festa folcloristica argentina, frutto dell'incontro fra le tradizioni, i miti ed i canti degli indios e il patrimonio culturale e folcloristico spagnolo, avevano riconciliato con i fuggitivi e fra di loro le altere famiglie d'origine, che avevano varcato compatte il mare per assistere al rientro nelle regole delle loro pecorelle smarrite.
Alla mia nascita seguirono quelle di altri tre figli che mia madre allevò con ferrea disciplina germanica, alleviata da ampi sprazzi di ironia francese che ci plasmò più della paterna impronta spagnola, indulgente e dispersiva.
Chiedo scusa, se mi sono un po' dilungato nel racconto del contesto socio-familiare in cui sono cresciuto, ma l'ho fatto per cercare di far comprendere perché quando, dopo gli studi superiori, si trattò di decidere la scelta universitaria non ebbi dubbi: sarei diventato medico e mi sarei specializzato in neurologia e psichiatria.
C'erano state, già negli anni precedenti, avvisaglie di questa importante decisione.
Di fare il medico l'avevo deciso fin da bambino e non avevo mai cambiato idea, ma fare "il medico dei matti!", come diceva mia madre, questa era un 'idea ben strana!
Intuiva che questa mia decisione di essere dottore era in parte la contrapposizione di un aiuto tangibile, pratico, immediato all'aiuto di parole e idee che mio padre dava al suo prossimo più sfortunato; ma perché, insisteva mia madre, occuparsi di una medicina fatta di parole?
A quell'epoca essere neuropsichiatra, specialmente in Sud America, voleva dire essere guardato dai benpensanti con un po' di sospetto e le capacità di medico venivano un po' sminuite dal fatto di voler studiare e conoscere ciò che non si vede.
Verso il 1880, il mondo occidentale subiva l'influsso del positivismo e le tendenze predominanti erano, oltre ai resti della vecchia filosofia illuministica, le nuove filosofie materialistiche e meccanicistiche.
Tuttavia, qualche anno più tardi, per tutta l'Europa si potè scorgere una nuova svolta culturale, un marcato cambiamento degli orientamenti. Il fenomeno toccò molti aspetti della cultura e la nascita di una nuova psichiatria dinamica può essere compresa soltanto in questo contesto.
In quegli anni mi trovavo in Europa per compiere i miei studi universitari. Ero ospite di un fratello di mia madre che da Strasburgo, quando la città venne annessa alla Germania, si era trasferito a Nancy, in Lorena, dove era sorta una nuova università.
Qui conobbi Hippolite Bernheim, imparentato con mio zio, che ebbe una determinante influenza sulla mia formazione professionale.
Nel periodo universitario conobbi abbastanza bene alcuni Paesi dell'Europa, fra i quali l'Italia. Visitai Torino, dove conobbi Enrico Morselli, e Napoli, dove passai una meravigliosa vacanza.
In Inghilterra mi recai appositamente per conoscere Myers che aveva compiuto importanti studi sull'ipnosi.
In Europa, infatti, in quegli anni si andava largamente manifestando un profondo interesse, oltre che per i problemi delle malattie mentali e delle nevrosi, anche per l'ipnosi. Ed era un campo che mi interessava molto e che non abbandonai più.
Il mio modello e maestro divenne, a quel tempo, Pierre Janet con il quale, tornato in Argentina, intrecciai una fitta corrispondenza e che rividi per l'ultima volta a Londra al Congresso Internazionale di Medicina del 1913 . Veramente, lo rividi e sentii ancora qualche anno dopo, in occasione del suo viaggio in Sud America, ma lui non poteva vedere né sentire me!
Al tempo di Janet molti autori ammettevano l'esistenza di una ipotetica energia nervosa o mentale la cui insufficienza provocava disturbi nevrastenici. Ma taluni fatti li rendevano perplessi come, ad esempio, il fatto che un individuo, che appariva completamente esaurito, improvvisamente riuscisse, sotto certe stimolazioni, a trovare la forza necessaria per compiere azioni difficili. Janet superò queste apparenti contraddizioni elaborando un sistema nel quale l'energia psicologica è caratterizzata da due parametri: la forza e la tensione.
La forza psicologica è la quantità di energia psichica elementare. La tensione psicologica è la capacità di un individuo di utilizzare la propria energia psichica.
La relazione fra forza e tensione psicologica viene dimostrata da vari fenomeni.
Si verificano agitazioni quando la quantità di forza è mantenuta, mentre la tensione psicologica è abbassata.
La crisi epilettica non sarebbe altro che un improvviso collasso della tensione psicologica sotto forma di scarica di energia.
Dovrebbe esserci equilibrio tra forza e tensione, ma tale equilibrio è spesso difficile da mantenere.
Con l'aiuto di questi concetti, che io ho riassunto e ridotto all'essenziale, Janet fu in grado di costruire un nuovo modello teorico connesso con le condizioni nevrotiche e con la psicoterapia.
Una volta tornato in Argentina ed iniziata ad esercitare la professione, mi dedicai all'attività di neuropsichiatra per il ceto più elevato che faceva parte del mio ambiente nella mia città. Questo era scontato, perché la mia famiglia placasse i suoi dubbi sulla serietà della mia profesionne.
Ma i miei studi e le mie forze si orientarono soprattutto nell'indagine e nell'aiuto per le persone ammalate di nevrosi non per moda o per noia, ma per effettivi squilibri di origine neurovegetativa.
Andai nei villaggi, tra i figli della Pampa, partecipai alle feste propiziatorie e alle processioni di ringraziamento, osservai il comportamento delle donne, degli uomini, dei vecchi e dei giovani, le contraddizioni e i timori dei loro modi di esprimersi e di vivere.
Li raffrontai con il comportamento dei miei ricchi clienti di Buenos Aires e visualizzai sempre di più la ripetitività, in contesti economici e sociali diversi, delle risorse e delle debolezze della psiche umana, dei meccanismi che scatenano l'emotività, delle difficoltà di incanalare e superare quest'emotività, scatenata da motivi diversi, identica nel manifestarsi e gestire l'animo umano.
E' in grado l'uomo, mi chiedevo sempre più spesso, di utilizzare sottili risorse quali la volontà, l'energia psichica, i meccanismi mentali, per raggiungere l' equilibrio?
E se sì, questi attributi che sono insiti nell'uomo stesso, come farli emergere ed entrare in azione? Dando più spazio a un analizzare o a un sentire?
Erano le mie prime intuizioni sull'esistenza di uno spirito, uno spirito incarnato, quindi compresso e soffocato, e non lo sapevo. Ma questo spirito lo incontravo continuamente, in chi soprattutto riuscivo ad aiutare almeno un poco, e prepotente emergeva dentro di me.
L'episodio decisivo per me fu l'incontro con la ragazza che doveva diventare mia moglie ed aiutarmi per tutta la vita con coraggio ed entusiasmo nel mio lavoro nei villaggi, fra la gente che conosceva così bene perché era la sua gente.
Hilaria, unica figlia di un indio, mio paziente e amico, e di una spagnola che vivevano in un villaggio presso Santa Fé, era una giovane dai nerissimi capelli, con occhi pure neri e vivaci, intelligentissima e dolce; amava la sua gente e il suo Paese e con immenso sacrificio dei genitori aveva studiato per diventare infermiera e lavorare in ospedale.
Quando la conobbi aveva appena terminato l'internato e si apprestava a fare il suo tirocinio nel reparto psichiatrico dell'ospedale di Santa Fé.
Ero affascinato dalla dolcezza e nello stesso tempo dalla tranquilla sicurezza con cui si rivolgeva alle persone; cominciai a prestarle libri di psicologia e dispense che le traducevo dal francese, chiedendo poi il suo parere.
Un giorno la sentii parlare con una vecchissima donna india del villaggio, amica dei suoi, e chiederle di darle un consiglio facendo parlare lo spirito.
"Di quale spirito parlavi, Hilaria?" le chiesi gentilmente più tardi, con scettica curiosità.
"Del suo - mi rispose semplicemente - Florida è saggia, perché sa far parlare il suo spirito. Lei non è prevalente!"
La guardai allibito, che cosa veniva a raccontarmi? Che cosa intendeva con "prevalente"?
E io davo retta a una ragazzina esaltata, io che avevo dieci anni più di lei, ero un medico e avevo girato il mondo!
Hilaria mi guardava con dolcezza, ma anche con un pizzico di sfida.
"Vedi Herman, secondo me la maggior parte di noi si affanna a ricercare un proprio equilibrio sia fisico che psichico, prima che in se stesso, al di fuori, ignorando forze naturali che rimangono sconosciute o vengono svisate.
Se lo spirito che è dentro di noi è in equilibrio anche il corpo è in equilibrio e viceversa.
Quella che voi medici della mente chiamate "psiche" fa parte dello spirito, ma è a volte così condizionata dal corpo da integrarsi in esso, da essere soffocata dalla mente che diventa "prevalente". La mente di Florida non è "prevalente", non comprime e soffoca l'attività energetica del suo spirito! Con buona pace del tuo adorato Janet."
Mi prendeva in giro e io mi lasciavo prendere in giro?!
No, Hilaria era convinta di quanto affermava e io potevo imparare da lei a considerare da un altro punto di vista l'oggetto dei miei studi e delle mie ricerche.
E così fu per il resto della vita che trascorremmo insieme, dalla vostra parte.
Non fu un periodo lunghissimo: vent'anni; Hilaria restò sola presto ad allevare nostra figlia, ad aiutare la gente dei villaggi a far emergere la parte migliore di sé, a ricercare dentro di sé le risorse naturali sconosciute che aveva intravisto e io, da questa parte, continuai ad aiutarla proseguendo i miei studi e constatando, con il vantaggio di una visione più completa, la realtà di certi meccanismi e leggi naturali che avevo con il suo aiuto intuitivamente percepito e intravisto.
Non è molto che Hilaria mi ha raggiunto; al contrario della mia, la sua ultima incarnazione è stata lunghissima ed è una esperienza che ha arricchito il suo spirito con la semplicità del suo essere portato a sentire e non soltanto o prevalentemente analizzare.
I nostri studi, le nostre osservazioni e verifiche ora continuano nel gruppo costituitosi unitamente a Vita Nuova, al movimento che, nelle due dimensioni parallele, vuole portare avanti la ricerca e lo studio della personalità spirituale: partendo dalla condizione meno favorevole di spirito incarnato e quindi compresso, se l'uomo non viene aiutato a comprendere certi meccanismi regolati da leggi naturali ancora per la maggior parte sconosciute o misconosciute.
La nostra vita continua ora, unita nelle due dimensioni a coloro che hanno il nostro stesso ideale, il nostro stesso scopo: formare degli spiriti liberi sia incarnati che disincarnati, consapevoli di lavorare insieme per costituire una salda "piattaforma" di base nella quale "sempre" si verifichino le condizioni necessarie ad aprire e mantenere aperto un canale di comunicazione e quindi di scambio e aiuto fra cielo e terra. Un'isola pilota, dove regni l'amore e l'unione d'intenti, ma anche la consapevolezza che soltanto l'indagine sistematica e costante di tutto ciò che è constatabile e tangibile, il confronto e il collegamento con gli studi di altre discipline scientifiche, la ricerca continua e obiettiva di dati precisi e ripetibili, potranno fare della scienza spiritica una scienza esatta, fonte sicura di vera conoscenza.
So che molti fra voi si chiedono come si svolga la vita, come trascorra il tempo in quell'ipotetico "al di là" dal quale, in definitiva, nessuno è ritornato con una testimonianza eclatante e obiettivamente constatabile.
So che anche chi è convinto nel più profondo del suo essere dell'esistenza reale di questo mondo, spesso si domanda, con un fondo di scetticismo, quali siano il significato e lo scopo di questo nostro voler studiare, approfondire e comunicare, a chi lo desidera, risultati pur sempre opinabili e spesso difficilmente verificabili.
Vorrei quindi cercare di ampliare un poco la visuale che l'uomo, in quanto spirito incarnato, non può da solo captare e completamente constatare a meno che non acconsenta a liberare volontariamente se stesso da legami vincolanti, ma non per questo sempre strettamente costrittivi.
Comincerò con una descrizione che completi quella che Agliva, la mia "assistente", ha già fornito quanto vi ha portato la sua testimonianza.
Contrariamente a quanto è avvenuto per lei, il mio primo impatto con il mondo spirituale non è stato portatore di grosse sorprese.
Il trapasso è stato per me meno violento anche se improvviso, perché causato da una malattia fulminante e per la quale ancora non erano stati trovati farmaci debellanti.
Certo non mi aspettavo di dover morire, ma il corso preso dalla febbre e i sintomi non potevano ingannare la mia pur non eccelsa capacità diagnostica.
Inoltre in fondo sapevo, seppur confusamente, di aver predisposto con il mio modo di vivere il terreno adatto all'instaurarsi della malattia che mi aggrediva e i cui segnali premonitori non erano mancati. Ero sempre stato fin da ragazzo, un accanito fumatore e i miei polmoni non avevano più difese.
L'organismo umano ha la capacità, attraverso il sistema immunitario e la buona gestione dei vari organi e soprattutto delle reti elettrica ed energetica legate al sistema nervoso, di mantenere un equilibrio ottimale.
I presupposti perché questo avvenga, però, sono basati, oltre che sulla conoscenza di precisi meccanismi, sulla capacità individuale di esercitare la volontà, facoltà innegabilmente spirituale.
Affermo questo ora che ho approfondito e verificato certe teorie, ma allora ...
Allora ero portato a considerare la volontà come una capacità che la mia impulsività e tendenza a perdere la calma a volte poteva indebolire malgrado l'innegabile conoscenza di me stesso che la mia professione comportava.
Ora so che non è così, che chi non è "prevalente", chi è in armonia con il proprio spirito può far emergere l'energia calma e potente della volontà.
Ma torniamo al mio arrivo nel piano spirituale.
Dicevo che non ebbi grosse sorprese.
Le convinzioni, i discorsi semplici e sereni di Hilaria avevano inconsapevolmente toccato la parte di me che voleva credere, malgrado la ragione si opponesse, che la vita continua, che non può esserci data soltanto la possibilità dell'arco di una vita, a volte brevissima, per poter fare esperienza, agire, conoscere. E malgrado razionalmente, a parole, negassi ogni possibile sopravvivenza, curiosità e speranza convivevano con la mia ferrea logica che mi portava a escludere ipotesi intuitive e per questo considerate assurde.
Non mi meravigliai quindi nel trovarmi, consapevole di aver esalato proprio l'ultimo respiro, nel buio tunnel in fondo al quale vedevo la luce.
Vuoi vedere Herman, mi dissi, che ti sei sbagliato?! Che non è un'allucinazione tutto questo?! Sono sicuro che non mi hanno somministrato nulla; anche se avevo la febbre altissima ero lucido e gliel'ho proibito!
Il sorriso dolce di nonna Virginia e di Florida mi accolsero nella luce fattasi improvvisamente più viva, radiosa ... inimmaginabile.
Era il mondo descritto da Florida, la favola per la quale deridevo Hilaria! Ma ciò che non avevo mai immaginato e che attirò subito la mia attenzione era il mondo, che potrei definire, per rendere l'idea, sottostante o circostante: il mondo dei trapassati che non vedevano, non volevano vedere la luce, e come ciechi erravano nel buio con lo spirito ancora attirato e rivolto alla materia.
Erano forse gli spiriti malvagi ai quali a volte accennava Florida? Ne dubitavo.
Questo proprio non me lo aspettavo.
Un piano parallelo a quello umano, ma che umano non era più e credeva di esserlo o voleva esserlo!
Nessuna possibilità di comunicazione tra coloro che ignari si muovevano nel secondo e coloro che nel primo cercavano di attirarne l'attenzione macerandosi nella sofferenza e nell'ira. E nessuna comunicazione tra coloro che si trovavano in tale stadio. Solitudine e dolore, questo mi colpiva ancora di più. Da chi avrei potuto avere spiegazioni?
Ero disorientato e confuso, ma il desiderio di conoscere prevalse, dovrei dire il pensiero prevalse e fu captato.
Fu captato da qualcuno che mi si avvicinò e del quale percepii la decisione, la sicurezza nel manifestare il suo pensiero. Non ebbi dubbi: avevo già incontrato quel personaggio, ma quando, dove?
La sua spiegazione fu questa: "Quando ricorderai la vita che abbiamo trascorso insieme, comprenderai anche i motivi per cui il compito che ti viene proposto ora riguarda gli spiriti che tanto ti colpiscono in questo momento e la loro condizione.
Nel piano spirituale vengono a trovarsi trapassati che non accettano o non concepiscono il cambiamento di stato che la morte fisica ha loro imposto. Le reazioni a questa situazione sono innumerevoli e portano alle più svariate condizioni sulle quali naturalmente influisce ciò che la persona era da incarnata. La maggior parte di questa popolazione eterogenea, che può a volte dare l'impressione di essere malvagia o vendicativa, è soltanto sofferente e smarrita, incapace di richiedere o cercare aiuto. Vuoi occuparti di loro? Tu sei stato più fortunato, Hilaria, il tuo intuito, i tuoi studi, la tua professione e altri fattori ti hanno indirizzato e aiutato per tempo.
Sulla terra hai aiutato i tuoi simili agendo sulla loro psiche, sorretto dalla tua conoscenza, ma anche dal tuo istinto.
Ora puoi proseguire, se vuoi. Addentrandoti, con spirito attento ed aperto in questo mondo, acquisirai nuove conoscenze, osserverai meccanismi naturali che ancora non hai avuto modo di conoscere. Se chiederai aiuto e illuminazione li otterrai; se vorrai progredire ne avrai la possibilità.
Basta che tutto questo sia obiettivo della tua volontà.
Se avrai bisogno di me ci sarò, ma ora ti affido a chi potrà darti i suggerimenti più immediati e necessari."
L'idea di essere, per così dire, inquadrato non mi attirava molto, ma tutto il resto sì e d'altronde non avevo molta scelta!
Non sapevo allora che nel mondo dello spirito non si viene mai inquadrati, soltanto orientati e che si è assolutamente liberi.
Lo constatai nel tempo, negli anni che dedicai agli spiriti sofferenti, cercando di orientarli, nella libera scelta dell'essere consapevoli e del migliorare la propria condizione.
Spiriti che erano stati uomini arroganti e prepotenti dovevano scegliere ed imparare l'umiltà, altri nei quali avevano prevalso l'egoismo e la chiusura in se stessi, dovevano scegliere ed imparare l'altruismo e la disponibilità, e così via, in un cammino lento e faticoso che a volte scoraggiava anche noi che ci eravamo assunti il compito di aiutarli.
Quando Hilaria mi raggiunse, si avvicinava l'anno 1970, chiesi con lei di assumermi un altro compito. Quello di far conoscere o per lo meno di tentare di far conoscere almeno in parte ad altri spiriti spesso sofferenti, gli spiriti incarnati, le leggi che regolano molti meccanismi naturali che ancora gli uomini non conoscono.
Fra questi la possibilità di comunicazione e scambio fra il mondo terreno e il mondo spirituale.
Hilaria ed io ci avvicinammo al nostro Paese per cercare persone che avessero nel cuore il desiderio di conoscere, perché tale desiderio è spesso la spinta ad essere tramite degli spiriti di missione e di chi è loro vicino.
Trovammo alcuni uomini e donne con buone vibrazioni e in particolare un uomo con il quale io potevo entrare in buona sintonia. Per alcuni anni ci dedicammo alla sua formazione spirituale, spingendolo ad appoggiarsi anche a persone adatte ad aiutarlo nella sua formazione a livello psico-fisico. Un buon medium infatti non è mai solamente spontaneo. E' necessariaanche una severa preparazione, perché possa evitare i pericoli e le false illusioni che gli possono venire dalla sua posizione di apertura e disponibilità.
Questa formazione è un lavoro duro anche per noi spiriti che dobbiamo agire sui due piani e superare per realizzarla innumerevoli ostacoli umani e non.
Quando il lavoro sembrava a buon punto il mio mezzo si trasferì dal Sud America all 'Europa, in un Paese che io amavo molto, l'Italia.
Il lavoro, che andava anche adattato al contesto sociale ed economico del nuovo Paese, subì un arresto.
Da parte nostra individuammo ben presto la necessità di trovare un sostegno umano formato da un gruppo in cui il nostro tramite andava inserito, ma non trovammo da parte sua rispondenza alcuna.
Il fatto di provenire dal Sud America (dove si ritiene che il mondo degli spiriti sia più vicino!) sembrava autorizzare il mio uomo e chi lo circondava a ritenersi, per suo merito, speciale.
Non era questo il nostro scopo. Noi avevamo bisogno di persone disponibili a uno scambio d'amore. Persone certamente un po' speciali nel senso che noi chiedevamo la loro fiducia, direi in anticipo, sullo scambio; ma persone disposte a lavorare e esplicare le loro capacità in un lavoro comune, non in cerca di gloria!
Con dispiacere, ma necessariamente, dovemmo ricominciare la nostra ricerca e decidemmo di farlo nel Paese che ci aveva senza colpa tolto il frutto di un lungo lavoro.
Avevamo già individuato il gruppo che, anche se in via di costituzione, ci faceva ben sperare. Gli spiriti che già si dedicavano all'orientamento e alla formazione di questo gruppo, avevano gli stessi nostri obiettivi e condividevano il nostro modo di procedere.
Unimmo le nostre forze e formammo un unico movimento, lo stesso cui ho accennato più sopra.
Nel movimento Vita Nuova trovai altri medici che come me volevano approfondire ed ampliare le conoscenze acquisite nell'ultima o in precedenti incarnazioni, avvalendosi del nuovo stato e delle relative possibilità, dell'aiuto di altri spiriti più avanzati ed evoluti, dello scambio e aiuto con chi, pur essendo ancora incarnato, desidera conoscere una nuova realtà, intraprendere lo studio di una nuova scienza: lo spiritismo.
Stiamo lavorando, con pazienza, con determinazione, spesso con fatica, ma senza mai scoraggiarci nonostante gli inevitabili cedimenti e ripensamenti da parte dei nostri amici. Amici incarnati e per questo più influenzati da debolezze e timori prettamente della condizione umana. Timori di non farcela, di perdere la fiducia, di combattere una battaglia perduta in partenza, perché non soggetta alle leggi conosciute della logica, della sperimentazione, della realtà.
Sono innumerevoli le componenti psicologiche che possono frenare il loro entusiasmo! Ma noi siamo al loro fianco, pronti a proteggerli e a sostenerli e a nostra volta abbiamo al fianco coloro che, forti di maggiore conoscenza, sanno guidarci e proteggerei.
In particolare noi medici che operiamo per Vita Nuova, teniamo a consolidare al più presto possibile questo piccolo nucleo per poter, tramite le persone adatte e disponibili, intervenire per alleviare le innumerevoli sofferenze che vediamo ogni giorno nel pur piccolo contesto che ruota intorno a Vita Nuova e che è destinato ad aumentare notevolmente. Da parte mia ho trovato un'altra persona vibratoriamente adatta al tipo di lavoro che desidero portare avanti unitamente agli altri.
Stiamo lavorando perché ciò diventi fattivo al più presto e senza le delusioni del passato.
Ciò che ci fa ben sperare è la coesione del gruppo. Infatti perché uno o più spiriti disincarnati possano lavorare tramite un buon medium occorre, oltre alla disponibilità e preparazione del mezzo stesso, la disponibilità, preparazione, unione armonica delle persone che lo circondano per aiutarlo, sostenerlo, difenderlo; le persone che costituiscono la cosiddetta catena medianica, elemento indispensabile e insostituibile nel lavoro medianico. A Vita Nuova lavoriamo tutti uniti a questo scopo: formare e consolidare la piattaforma costituita da spiriti incarnati sui quali altri spiriti, disincarnati, possano veramente contare.
Anna Fumagalli - Vita Nuova
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GIORNATE DEL CINEMA MUTO: 8/10 HELL’S HEROES DI WILLIAM WYLER HARRY CAREY E IL WESTERN -PARTE LA RETROSPETTIVA SU HARRY PIEL -OMAGGIO A SONIA DELAUNAY
Nella sezione del Canone rivisitato a cura di Paolo Cherchi Usai che si propone di far conoscere soprattutto alle nuove generazioni i grandi classici, torna a distanza di quasi trent’anni – era il 1994 e chi c’era se lo ricorda bene – Hell’s Heroes (Eroi del deserto, US 1929) di William Wyler. Nato nel 1902 in Alsazia, quando questa regione faceva parte dell’impero tedesco, da una famiglia…
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Biografia Antonino Cannavacciuolo cuoco e presentatore
Facciamo adesso la biografia di Antonino Cannavacciuolo il celebre cuoco che possiede la ristorazione di Villa Crespi e ovviamente conosciuto in televisione per diversi programmi televisivi in primis MasterChef dalla undicesima edizione. Ha pubblicato svariati libri dove racconta la sua esperienza di cuoco a partire dalla sua terra di origine , ossia la Campania.
Chi è il cuoco Antonino Cannavacciuolo?
In primis partiamo ovviamente dalle sue origini , infatti lo chef è nato nel 1975 in provincia di Napoli precisamente a Vico Equense. Si diploma nel 1994 e subito inizia a lavorare come cuoco in Campania. Si trasferisce a lavorare poi all'estero fra Alsazia e Strasburgo. Passa poi a lavorare all'Hotel Quisisana a Capri proprio nel periodo di quanto Gualtiero Marchesi era consulente dello stesso. Dobbiamo aspettare pero il 1999 per vedere il suo arrivo a Villa Crespi che prende in gestione con la moglie e che gli frutteranno 2 stelle Michelin correva l'anno 2003 e 2006. Al momento in cui vi stiamo scrivendo Antonino Cannavacciuolo ha comunque conseguito ben 7 stelle Michelin Successo che gli è valso il grande salto nel mondo della televisione italiana, infatti Antonino Cannavacciuolo diventa la star della versione italiana di Cucine da Incubo. Un programma dove lui va per i ristoranti italiani in estrema difficoltà a dare i consigli per rimettersi in sesto e per svolgere correttamente la professione della ristorazione Ovviamente il massimo della fama la raggiunge con il programma Master Chef dove ha come colleghi Bruno Barbieri, Joe Bastianich e Carlo Cracco.
Vita Professionale
Dopo ristorante Villa Crespi di cui vi abbiamo già parlato il cuoco partenopeo apre nel 2015 un ristorate in provincia di Novara dove fra le altre cose fa dei master in tema di ristorazione e impresa. Mentre nel 2017 apre un Bistrot a Torino.
Vita Privata Antonino Cannavacciuolo.
Il cuoco partenopeo si è sposato con la manager d'impresa Cinzia Primatesta dalla quale ha avuto una femmina Elisa e un maschio Andrea. La più grande al momento in cui vi stiamo scrivendo a 11 anni, fra i due corrono cinque anni. La moglie è completamente vegetariana e non permetterebbe al marito di cucinare in casa. Ovviamente insieme dirigono tutte le attività che vi abbiamo elencato. Ossia - Villa Crespi dal 1999 - Cannavacciuolo Bristot a Torino dal 2015 - Cannavacciuolo Cafè e Bistrot a Novara dal 2017 Programmi Televisivi a cui ha partecipato - Cucine da incubo in onda 2016 e tuttora in corso - MasterChef Italia dal 2015- tuttora in corso - ‘O mare mio in onda su Canale Nove, 2017 Tuttora in Corso - Celebrity MasterChef Italia in onda sull'emittente Sky Uno, anno 2017-2018 - I menù di Cannavacciuolo anno 2019 - Chef Academy anno 2019 - Family Food Fight nel 2020
Scheda Biografia Antonino Cannavacciuolo
- Nato a Vico Equense provincia di Napoli - Nato il 16/04/1975 - Residente a Torino - Età 48 anni nel momento in cui vi stiamo scrivendo - Altezza 1,91 m - Peso 140 Kg circa - Tatuaggi nessun tatuaggio visibile - Professione Cuoco stellato e presentatore tv - Pagina Instagram Cuoco - Pagina Ricette di Cucina del Cuoco Stellato
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Milano: Francia Wine Festival in Piazza Città di Lombardia
Milano: Francia Wine Festival in Piazza Città di Lombardia. Un sorso di Francia: dal 19 al 21 maggio Piazza Città di Lombardia ospiterà la prima edizione di Francia Wine Festival mostra-mercato dedicata esclusivamente alle produzioni enologiche d’Oltralpe. Organizzata da Arte del Vino in collaborazione con PetitVigneron (distributore specializzato in vini francesi) Francia Wine Festival sarà l’occasione per scoprire una nicchia di piccoli produttori francesi uniti da una comune filosofia: far bere bene al giusto prezzo. Gli oltre settanta vini in degustazione offriranno a tutti gli amanti del vino, dai degustatori più esperti ai semplici appassionati, una panoramica completa del patrimonio enologico francese perché saranno rappresentate tutte e tredici le regioni vitivinicole, dalla fredda costa atlantica della Bretagna e della Normandia, al caldo clima mediterraneo della Costa Azzurra e dell’Occitania, senza dimenticare le iconiche Borgogna, Alsazia, Champagne, Loira e Bordeaux. Si potranno degustare i classici, come Chablis, Champagne e Pinot Noir, ma anche vitigni autoctoni meno conosciuti di piccole cantine emergenti, vini comunque sempre in grado di stupire raccontando la propria storia. Un’attenzione particolare verrà dedicata ai vini bio e senza solfiti, prodotti nel rispetto della natura e delle tradizioni. Con il supporto e la collaborazione di esperti sommelier, saranno organizzate anche diverse masterclass (alcune gratuite, altre a pagamento) per approfondire la conoscenza dei vini presenti. Non mancherà una proposta food per rifocillarsi tra un assaggio e l’altro, e anche in questo caso le specialità francesi saranno adeguatamente rappresentate, con un pizzico d’italianità. Infatti, insieme alle ostriche e ai ben noti formaggi, saranno presenti anche degli espositori che cucineranno i più nostrani arrosticini abruzzesi e fritti mediterranei. Ad accompagnare i vini, una selezione di formaggi francesi e alcune tipologie di ostriche per una vera e propria full immersion nella cultura enogastronomica francese.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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