#vero volto
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lumioluna · 6 days ago
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c'è questo tipo che è un mio compagno di corso e che qualche settimana fa mi ha scritto privatamente (dopo che io avevo risposto a un suo messaggio sul gruppo dell'uni). da lì abbiamo iniziato a parlare, ed è davvero un personaggio bizzarro, da subito mi è sembrato un po' edgy, con gusti letterari e cinematografici un po' di nicchia ma anche molto cult (è un super fan di buffalo '66). abbiamo parlato di varie questioni, tra cui la letteratura di autori cosiddetti "maledetti" e tutta una mega questione interessante sul black humour. insomma, una persona apparentemente stimolante. poi mi ha mandato una foto, di quelle che si autodistruggono dopo la visualizzazione, in cui sembrava che stesse pippando (??) o perlomeno che ci fossero due linee di ?? sulla versione dvd di buffalo '66, e sul momento boh l'ho presa come una cosa molto meme per riecheggiare alcuni discorsi che avevamo fatto sugli artisti maledetti e sul nichilismo e gli eccessi. ok, non ci ho dato molto peso. una cosa tipo "hihi mi sto drogando come fossi uno di quelli lì hihi".
poi ieri mi ha chiesto di vederci per andare a bere una cosa e io ho detto beh okay magari perché no! infondo sono sempre alla ricerca di conoscenze stimolanti e interessanti e possibili connessioni. soltanto che ora mi è sovvenuto che: non so come questa persona sia fatta (non ha una foto profilo), non so granché di questo personaggio se non che ha dei gusti davvero molto macabri e che tendono a idolatrare l'autodistruzione e il nichilismo, e poi magari stava davvero pippando. e quindi forse non è troppo prudente uscire con una persona di cui so così poco, e nemmeno che faccia ha (!!), e potenzialmente interessato a me non so in che modo o in che termini perchè molto asettico nel suo modo di esprimersi.
insomma, non so come chiedergli se è un delinquente drogato possibilmente malintenzionato senza sembrare assolutamente scortese e magari offensiva. qualche suggerimento?
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parvaphilosophia23 · 3 months ago
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primepaginequotidiani · 3 months ago
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PRIMA PAGINA Osservatore Romano di Oggi domenica, 18 agosto 2024
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angelap3 · 9 days ago
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"Vedete questo dipinto? Ha emozionato milioni di persone ma pochi conoscono la storia straordinaria che c’è dietro! Sicuramente avrete già sentito parlare del
«Viandante sul mare di nebbia» di Caspar Friedrich. (1818)
Guardatelo con attenzione. C’è un uomo che fissa con straordinaria intensità l’orizzonte. Nel dipinto non potete vedere il volto dell’uomo, ma tutto nella sua postura, nella curva delle sue spalle ti trasmette una sensazione intensissima. Sembra quasi trattenere il respiro. E voi potete quasi sentire il brivido che lo assale. Che cosa sta guardando? Il cielo sospeso sull’orlo di un precipizio.
Ma perché lo fissa con tanta intensità? E no, non è soltanto un sentimento di meraviglia davanti l’immensità della natura, come credono in molti. Ma per capirlo, dovete conoscere la storia che c’è dietro. Un giorno mentre il giovane Caspar stava pattinando assieme a suo fratello, il ghiaccio si spezza sotto i piedi. Suo fratello per salvarlo, annega. Si dice che dalla sofferenza siamo nate le anime più forti; che le anime più belle siano quelle segnate dalle cicatrici. E lui ne aveva tante. Perse la madre quando aveva soltanto 7 anni, e poi perse due sorelle e infine l’amato fratello. Conobbe la povertà, la solitudine e l’incomprensione. Nonostante questi dolori però, il giovane Caspar si dà la forza per andare avanti. Ecco il vero significato di questo dipinto!
Nella posa del Viandante c’è tutto: coraggio, solitudine, struggimento, nostalgia, la nostalgia di chi è alla ricerca non di un luogo qualunque ma di una casa. Perché casa non è dove si vive, ma dove ci si comprende. E ci si perdona. La nebbia che inghiotte le montagne è la metafora delle difficoltà, delle prove e delle incertezze che ognuno di noi deve affrontare nella vita. Ma se osservate meglio, noterete che la nebbia sembra diradarsi all'orizzonte. Perché non importa ciò che ti capita, ma è come reagisci a ciò che ti capita che fa la differenza, ecco cosa vi sta dicendo questo dipinto! Nascere non basta. È per rinascere che siamo nati."
(Angela P.)
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ambrenoir · 21 days ago
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I miei genitori sono stati sposati per 55 anni. Una mattina, mia madre scese in cucina per preparare la colazione a papà, quando ebbe dolore al petto e cadde. Mio padre la sollevò come meglio poteva e, quasi trascinandola, la portò in macchina. A tutta velocità, senza rispettare i semafori, la guidò fino all’ospedale.
Quando arrivò, purtroppo, non c’era più.
Durante il funerale, mio padre non parlò; il suo sguardo era perso nel vuoto. Non pianse quasi per nulla.
Quella sera, noi figli ci radunammo intorno a lui. In un’atmosfera di dolore e nostalgia, ricordammo insieme i bei momenti trascorsi, finché papà chiese a mio fratello, un teologo, di spiegargli dove si trovava in quel momento mamma. Mio fratello iniziò a parlare della vita dopo la morte, di ipotesi su come e dove potesse trovarsi.
Papà lo ascoltava attentamente. Improvvisamente, ci chiese di portarlo al cimitero.
“Papà!” rispondemmo, “sono le 11 di sera, non possiamo andare al cimitero ora!”
Alzò la voce, e con uno sguardo velato ci disse:
“Non discutete con me, per favore non discutete con un uomo che ha appena perso sua moglie dopo 55 anni.”
Ci fu un momento di silenzio rispettoso, e non discutemmo più. Andammo al cimitero, chiedemmo il permesso al custode notturno. Con una torcia, raggiungemmo la tomba.
Mio padre la accarezzò, pregò e disse a noi figli, che osservavamo la scena commossi:
“Sono stati 55 anni… sapete? Nessuno può parlare di vero amore se non ha idea di cosa significhi condividere la vita con una donna.”
Si fermò e si asciugò il viso. “Io e lei, siamo stati insieme durante quella crisi. Ho cambiato lavoro…” continuò. “Abbiamo fatto le valigie quando abbiamo venduto la casa e ci siamo trasferiti in un’altra città. Abbiamo condiviso la gioia di vedere i nostri figli laurearsi, abbiamo pianto insieme la perdita di persone care, pregato nelle sale d’attesa di vari ospedali, ci siamo sostenuti nel dolore, ci siamo abbracciati ogni Natale e ci siamo perdonati gli errori… Figli miei, ora lei è andata via, e io sono felice, sapete perché?
Perché è andata via prima di me. Non ha dovuto affrontare l’agonia e il dolore di seppellirmi, di rimanere sola dopo la mia partenza. Sarò io a passare attraverso tutto questo, e ringrazio Dio. L’amavo così tanto che non avrei voluto vederla soffrire…”
Quando papà finì di parlare, io e i miei fratelli avevamo le lacrime che ci rigavano il volto. Lo abbracciammo, e lui ci confortò: “Va tutto bene, possiamo andare a casa, è stata una buona giornata.”
Quella notte capii cos’è il vero amore; è ben lontano dal romanticismo, ha poco a che fare con l’erotismo o il sesso. Piuttosto, è legato al lavoro, al completarsi a vicenda, al prendersi cura l’uno dell’altro e, soprattutto, al vero amore che due persone realmente impegnate si promettono per tutta la vita.
✍️ Amore a distanza
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occhietti · 11 days ago
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Ah, ma smettila di dire che la gente indossa una maschera, che non ti mostra mai il suo vero volto.
La gente te lo mostra continuamente il suo vero volto: in quel che non ti dice, nelle volte che non ti cerca, in come ti guarda, in come ti sfugge, nel tono della voce, in quel che ti offre e in quel che non fa. Ma tu sei troppo impegnata, a cercare di vedere quel che vorresti vedere e non te ne accorgi.
- Catherine Black
Secret me.... by © aninur on DeviantArt
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isolata-mente · 1 month ago
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"Perdendoti, ti cerco. Se parto, mi faccio pellegrino, riconoscendo che di tutti i tratti del tuo volto, del tuo corpo, questo, la lontananza, è quello che mi permette di riconoscerti dovunque, e in questo tu sei dissimile da chiunque altro. Pertanto, non ti dirò "addio", parola che alla insopportabile oratoria unisce una acuta, penosa slealtà. E tuttavia so che vi è del vero in questo congedo d'incontro, giacché le stravaganze del tempo, la balbuzie dei luoghi, le velocità e i subitanei arresti delle stelle potranno, in ogni momento, accostarci e disgiungerci. Saremo dunque innumere volte vicini ed invisibili."
Giorgio Manganelli
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francesca-70 · 6 months ago
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Tutto ciò che leggerete mi è stato ispirato dalla classica foto che vede Paolo e Giovanni in fraterna cospirazione...
Oggi come ieri e per sempre ritratti come simbolo di unione alla lotta contro la mafia e alla criminalità.
Enza Romeo
Ciao Paolo,
oggi 23 maggio 2023 non è l'anniversario della mia morte, oggi è il giorno che morirò di nuovo, come ormai da 31 anni.
Ogni 23 maggio alla stessa ora io, Francesca, Rocco, Antonio e Vito andremo incontro sempre allo stesso destino.
Oggi come allora e come sempre.
Fin quando, per catturare un latitante impiegheremo anni, nonostante il suo nome, nonostante la cattiva fama, nonostante il suo volto esca in tutti gli archivi di giustizia come ' ricercato pericoloso', nonostante viva per anni nello stesso 'suo' paese e curato in una clinica come, se non meglio, di un bravo cittadino italiano.
Fin quando un giudice avrà le mani legate, la bocca tappata, la famiglia minacciata.
Fin quando sentiremo che un agente di polizia, un carabiniere o un uomo della guardia di finanza si toglierà la vita senza un apparente vero motivo.
Fin quando si abbasserà la testa per ogni sopruso illegale.
Caro Paolo, amico fraterno, compagno di ideali e di lotte per la giustizia, fin quando non si metterà la parola fine all'omertà, noi non avremo un giorno di commemorazione vera, ma avremo l'ennesimo boato, l'ennesima sensazione di perdita d'aria saltando nel vuoto e ritrovandoci inerti, smembrati e privati di ogni nostro Essere.
Però caro Paolo fin quando ci saranno uomini come noi e uomini che credono in noi a tal punto di sapere cosa gli aspetta nel seguirci passo dopo passo privandosi della loro stessa vita, spero sempre in un cambiamento e che il 19 luglio per te, per Agostino, Vincenzo, Emanuela, Walter e Claudio, non ci sia l'ennesima morte, ma la commemorazione di un'anniversario di nuova vita, di nuova giustizia e di legalità infinita.
Sempre insieme
Tuo fraterno amico Giovanni.
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#23maggio1992
#23maggio2023
#GiovanniFalcone
#paoloborsellino
#legalita #giustizia
#lottacontrolamafia
#Francesca #Rocco
#Antonio #Vito
#Agostino #Vincenzo #Emanuela #Walter #Claudio
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unbiviosicuro · 2 months ago
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ho comprato Amore di Manganelli trovandolo in una libreria di modernariato dietro casa. essendo un libro piuttosto raro le probabilità di trovarlo a Reggio Emilia proprio adesso, a un anno da quando a Berlino ne leggevo alcune pagine casualmente alla Stadtbibliothek erano effettivamente scarsissime, eppure forse era anche solo per permettermi di leggere, questa sera, queste parole:
Perdendoti, ti cerco; se parto, mi faccio pellegrino, riconoscendo che di tutti i tratti del tuo volto, del tuo corpo, questo, la lontananza, è quello che mi permette di riconoscerti dovunque; e in questo tu sei dissimile da chiunque altro. Pertanto, non ti dirò "addio", parola che alla insopportabile oratoria unisce una acuta, penosa slealtà. E tuttavia so che vi è del vero in questo congedo d'incontro, giacché le stravaganze del tempo, la balbuzie dei luoghi, le velocità e i subitanei arresti delle stelle potranno, in ogni momento, accostarci e disgiungerci. Saremo dunque innumere volte vicini ed invisibili.
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smokingago · 7 months ago
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Forse mi dimenticherai.
Lo scorrere del tempo ti aiuterà,
altri sguardi, altri sorrisi
desteranno un sussulto nel tuo cuore.
Un altro sole ti scalderà.
Altre piogge, altre lacrime bagneranno il tuo volto.
Altre brezze si confonderanno
con i tuoi sospiri
ed io non sarò più per te che un nome, un’ombra.
O forse un giorno,
quando cercando te stessa
avrai ancora affondato le mani nella vita,
quando sarai finalmente convinta
che chi sei è dentro di te,
non fuori, non nei corpi più belli,
non nei paesaggi profumi sapori più splendidi,
ma dentro di te,
forse allora mi ricorderai
e saprai che ciò che vedesti specchiato nei miei occhi fu quel luogo recondito.
Ciò che svelammo un attimo insieme
fu noi stessi.
E fu il sussulto più dolce, più vero.
Allan Riger-Brown
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mucillo · 3 months ago
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Girerò per le strade finché non sarò stanca morta
saprò vivere sola e fissare negli occhi
ogni volto che passa e restare la stessa.
Questo fresco che sale a cercarmi le vene
è un risveglio che mai nel mattino ho provato
così vero: soltanto, mi sento più forte
che il mio corpo, e un tremore più freddo accompagna il mattino.
Son lontani i mattini che avevo vent’anni.
E domani, ventuno: domani uscirò per le strade,
ne ricordo ogni sasso e le striscie di cielo.
Da domani la gente riprende a vedermi
e sarò ritta in piedi e potrò soffermarmi
e specchiarmi in vetrine. I mattini di un tempo,
ero giovane e non lo sapevo, e nemmeno sapevo
di esser io che passavo – una donna, padrona
di se stessa. La magra bambina che fui
si è svegliata da un pianto durato per anni:
ora è come quel pianto non fosse mai stato.
E desidero solo colori. I colori non piangono,
sono come un risveglio: domani i colori
torneranno. Ciascuna uscirà per la strada,
ogni corpo un colore – perfino i bambini.
Questo corpo vestito di rosso leggero
dopo tanto pallore riavrà la sua vita.
Sentirò intorno a me scivolare gli sguardi
e saprò d’esser io: gettando un’occhiata,
mi vedrò tra la gente. Ogni nuovo mattino,
uscirò per le strade cercando i colori.
(Cesare Pavese)
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principessa-6 · 4 months ago
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Prima o poi ogni persona rivela il suo vero volto, la vita creerà sempre situazioni in cui puoi vedere chi è con te...🤍 💚 🤍
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primepaginequotidiani · 3 months ago
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PRIMA PAGINA Osservatore Romano di Oggi sabato, 17 agosto 2024
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mtonino · 2 months ago
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Side by Side - Art Influences Films
Spesso mi sono occupato del rapporto tra arte e cinema e di come si ininfluenzino vicendevolmente, oggi voglio porre l'attenzione su un caso particolare: la presenza dei quadri del pittore Alex Colville nel film Shining di Stanley Kubrick. In realtà, le opere di Colville appaiono in più di un film (Heat, Moonrise Kingdom), ma in Shining ciò avviene ben quattro volte:
Woman and Terrier (1963)
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Colville descriveva quest'opera così: "è la mia Madonna col Bambino; ​​naturalmente nel mio mondo il bambino è un cane."
L'artista canadese considerava i cani come esseri senzienti, in grado di vedere, ma incapaci di fare il male. Nella sua arte le persone rappresentano la capacità distratta e iperconsapevole di fare il male e i cani l'innocenza.
"I volti distolti di Colville coinvolgono gli spettatori nelle sue opere, ci fanno sentire dei voyeur. Quando qualcuno in un'opera di Colville guarda direttamente lo spettatore è come se lo avessimo interrotto, come se avessimo fatto irruzione in una scena privata"
tratto da “Scoprire il vero Alex Colville,” Maclean's, 22 agosto 2014
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A Jack Torrance è appena stato detto di Delbert Grady, l'ex custode dell'Overlook Hotel che ha fatto a pezzi sua moglie e le sue due figlie. A casa Torrance, a Boulder, l'amico immaginario di suo figlio Danny, gli ha detto che il padre ha ottenuto il lavoro e sta per chiamare per dargli la notizia. Come previsto, il telefono squilla e la moglie di Jack, Wendy, risponde.
Mentre Shelley Duvall si siede per parlare con Jack Nicholson, "Woman and Terrier" di Colville è chiaramente visibile sulla parete di fondo, sopra un televisore. Il dipinto raffigura una donna che abbraccia un terrier, il suo volto è per lo più nascosto dalla testa del cane, con l'angolo dell'occhio sinistro appena visibile, che sbircia fuori.
Nella scena di Shining siamo dentro casa di Wendy e la stiamo osservando rispondere a una telefonata privata, mentre un personaggio di Colville ci spia dalla parete in fondo, ricordandoci che stiamo per assistere al grande orrore che si avvicina.
Horse and Train (1954)
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Di questo quadro Colville dice: "Ho sempre pensato che fosse piuttosto bello ma mi rendevo conto che poche persone lo avrebbero comprato per appenderlo in una casa, la maggior parte delle persone sembra considerarlo estremamente morboso"
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Danny ha appena avuto la visione delle due bambine e del sangue che scorre, e si è svegliato nella sua camera da letto dopo essere svenuto davanti allo specchio del bagno. Arriva la pediatra per visitarlo dopodiché la dottoressa e Wendy vanno in soggiorno, dove discutono dei problemi di Jack con l'alcol, di come lui una volta abbia slogato il braccio di Danny e di come questo apparentemente abbia causato la prima apparizione del misterioso amico immaginario di Danny.
Mentre attraversano il corridoio, ecco sul muro "Horse and Train", una delle opere più riconoscibili di Colville: un cielo grigio e nuvoloso e un cavallo nero che galoppa lungo i binari verso un treno in arrivo. È un dipinto avvincente, ispirato a un distico di una vecchia poesia sulla futilità di mantenere le convenzioni di fronte a un cambiamento violento e imminente. Le possibilità che il cavallo esca dai binari, o che il treno possa frenare in tempo sono reali, anche se non sembrano probabili. La conversazione tra Wendy e la pediatra chiarisce che Jack ha dei problemi che emergeranno, in grande stile, durante i cinque mesi di isolamento. Cavallo e treno stanno accelerando sulla rotta di collisione.
Dog, Boy, and St. John River (1958)
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Il dipinto, un altro dei pezzi più iconici di Colville, raffigura un ragazzo che guarda verso un fiume tenendo in mano un fucile da caccia con un cane appena dietro. Di nuovo non possiamo vederne il volto, lo stiamo guardando dietro.
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Quando Danny svolta l'angolo e sbircia attraverso la porta aperta della Stanza 237, la prima cosa che vediamo all'interno è una lampada da tavolo accesa davanti al quadro "Dog, Boy, and St. John River". Non possiamo vedere il volto di Danny mentre guarda attraverso la stanza, riproducendo così quasi lo stesso punto di vista del ragazzo nel quadro.
Un altro cane di Colville fa la sua comparsa nel film (anche se è oscurato dalla lampada), e di nuovo c'è quel pizzico di percezione extrasensoriale. Cosa stanno guardando il cane e il suo padrone, o cosa cercano? Potrebbe essere una battuta di caccia innocente, ma la luce e la prospettiva fanno sembrare che ci sia qualcosa di sinistro là fuori, sopra la grande distesa d'acqua in lontananza. O siamo solo noi, che ci avviciniamo furtivamente al ragazzo e al cane attraverso le canne?
Se Colville credeva che un cane potesse percepire il male, allora forse si sta nascondendo dietro il ragazzo mentre lo segue, il ragazzo è armato e deciso ad affrontare qualsiasi cosa stia per succedere, il cane lo raggiunge ma si tiene a distanza.
È questa la relazione tra Danny e Tony (l'amico immaginario), o tra lui e la sua capacità di "luccicare", mentre si avvicinano furtivamente alla fonte del terrore nascosto dell'Overlook Hotel?
È una coincidenza che il ragazzo e il cane siano davanti a uno specchio d'acqua e che Danny e Tony (e in seguito Jack) stiano per essere attaccati da una strega nuda immersa in una vasca da bagno?
Forse Kubrick sta di nuovo ricordando agli spettatori che si stanno abbandonando al voyeurismo mentre qualcosa di malvagio sta per arrivare?
Non può essere un caso, è sicuramente una scelta consapevole di Kubrick: la prima cosa che vediamo nella stanza 237 è il dipinto, riflesso nello specchio, di un ragazzo che impugna un'arma; più avanti nel film, Danny impugnerà un coltello e scriverà una parola con un rossetto rosso su una porta, ma solo l'inquadratura attraverso uno specchio ne rivelerà il vero significato.
Moon and Cow (1963)
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Jack ha sfondato la porta del bagno e ora è sulle tracce di Danny dopo aver eliminato Dick Halloran. Wendy, scampata per un pelo all'attacco in bagno, sta correndo al piano di sopra con in mano il coltello che ha usato per tagliare la mano di Jack. Mentre sale, passa davanti a diversi dipinti, nessuno dei quali è più evidente di "Moon and Cow" di Colville, che rimane inquadrato per qualche breve istante; prima è alla sua sinistra, poi passa alla sua destra.
Il quadro rappresenta una mucca, sdraiata in un pascolo, sulla destra della cornice, che guarda la luna, alla sua sinistra. A differenza dei precedenti, sembra non avere niente a che fare con la storia di Shining senonché, nella scena culminante, pochi minuti dopo, Jack cade sul terreno innevato nel labirinto.
L'ultima inquadratura, prima di vedere apparire il suo corpo congelato la mattina dopo, è di Jack accasciato a terra, a sinistra dell'inquadratura con una luce brillante in lontananza alla sua destra. Proprio come "Moon and Cow", se lo guardassimo attraverso uno specchio.
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worldofdarkmoods · 20 days ago
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Troppi pensieri per un cervello, troppe ansie per un cuore. Ci sono giorni in cui la mia mente è come una tempesta, un vortice di pensieri che non riesco a fermare, e il mio cuore è come un tamburo che batte incessantemente, intrappolato in un ritmo che non riesco a controllare. Ogni giorno, mi sento come un equilibrista su una fune sottile, costretta a camminare senza mai fermarmi. Da un lato, i pensieri si accavallano come onde in piena, ogni singolo problema sembra amplificato, ogni minima preoccupazione diventa un ostacolo insormontabile. Dall’altro, l’ansia che serra il mio cuore come una morsa e mi lascia senza respiro.
A volte mi chiedo se sono solo io, se questo modo di sentire tutto in maniera così profonda e intensa sia un errore, un difetto nel mio modo di essere. Sembra quasi che il mio cervello non riesca mai a spegnersi, come se fosse perennemente in allerta, a caccia di qualcosa che non va, di qualche dettaglio che mi sfugge, di qualche motivo per preoccuparmi. E il mio cuore, invece di essere un rifugio, diventa un campo di battaglia, dove combatto costantemente contro le mie paure, i miei dubbi, le mie insicurezze. Non riesco mai a trovare pace, e tutto questo mi consuma dall'interno.
Ci sono notti in cui resto sveglia fino all’alba, perché i miei pensieri non mi lasciano dormire. Mi giro e rigiro nel letto, cercando un modo per calmarmi, per trovare un attimo di sollievo, ma non ci riesco. Ogni pensiero sembra accendere una scintilla di paura, e quella scintilla diventa subito un incendio. Mi preoccupo per il futuro, per le cose che ho fatto e per quelle che non ho fatto, per i miei errori, per le mie scelte. E anche quando penso di avere tutto sotto controllo, basta un dettaglio, un’idea, una parola per far crollare ogni sicurezza che pensavo di avere.
Sono stanca di questa guerra costante tra la mente e il cuore. È come se ogni giorno fosse una battaglia, e io non riesco a smettere di combattere. Ma è una battaglia in cui non vinco mai. Anzi, ogni giorno mi sento sempre più debole, sempre più esausto. Ogni pensiero diventa una trappola, ogni ansia una prigione. Mi sento come se fossi intrappolata in un ciclo infinito, incapace di liberarmi, incapace di trovare un momento di serenità.
E il peggio è che, spesso, nessuno se ne accorge. Ad alcuni mostro un volto sereno, una maschera che nasconde tutto questo tumulto interiore. Non voglio che gli altri vedano quanto sto soffrendo, quanto sto lottando. Mi dico che devo essere forte, che devo resistere, che devo andare avanti. Ma dentro di me so che questa forza apparente è solo una facciata, e che, sotto la superficie, sto crollando.
Vorrei poter fermare il tempo, poter mettere in pausa la mia mente e il mio cuore, anche solo per un attimo. Vorrei poter smettere di pensare, di preoccuparmi, di sentire tutto in modo così intenso. Vorrei poter respirare senza sentire questa morsa che stringe il mio petto, senza questa paura che non riesco mai a placare.
E mi chiedo se un giorno troverò mai pace. Se un giorno riuscirò a liberarmi di questi pensieri che mi tormentano, di queste ansie che mi consumano. Ma, al momento, tutto sembra così distante, così irraggiungibile. Mi sembra di essere in balia di una tempesta, e non vedo nessun porto sicuro dove rifugiarmi.
Forse, il vero problema è che non riesco ad accettare che la vita sia fatta anche di incertezze, di errori, di momenti di vulnerabilità. Forse, pretendo troppo da me stessa, cerco di controllare tutto, di avere sempre una risposta, una soluzione. Ma la verità è che, a volte, non ci sono risposte, e non ci sono soluzioni. A volte, bisogna solo accettare di sentirsi persi, di avere paura, di essere vulnerabili.
Ma io non so come fare. Non so come accettare questa parte di me. E così, continuo a lottare, a cercare di tenere tutto sotto controllo, anche se so che è una battaglia persa in partenza. Continuo a pretendere troppo dal mio cervello, e a chiedere troppo al mio cuore, anche se so che questo mi sta lentamente distruggendo.
Non so se un giorno troverò la forza di lasciar andare, di smettere di lottare contro me stessa. Ma, per ora, tutto ciò che posso fare è cercare di sopravvivere a questa tempesta, cercare di mettere un piede davanti all'altro, anche se ogni passo mi sembra sempre più pesante.
Perché, alla fine, non so essere diversa. Non so vivere senza pensare, senza preoccuparmi, senza sentire ogni emozione come un peso sul cuore. E, forse, questa è la mia condanna: troppi pensieri per un cervello, troppe ansie per un cuore che, anche quando è sul punto di crollare, continua a battere, nonostante tutto.
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moonyvali · 1 year ago
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"Averte mai sentito l’espressione «la bellezza salverà il mondo?» Vi siete mai chiesti cosa significa?
Questa è una delle più celebri frasi di Dostoevskij. La potete leggere ne L’Idiota, ma pochissimi ne hanno compreso il vero significato. In tanti credono che queste parole siano un semplice omaggio alla bellezza. Ma non è così. Che cosa vi sta dicendo in realtà Dostoevskij?
Ecco, pensate a cosa provate quando guardate un dipinto di Caravaggio o di Michelangelo. Quando osservate un tramonto. O un paesaggio talmente bello che vi toglie fiato. Sentite una sensazione di benessere, di piacere, ma anche qualcos’altro. Un sentimento più profondo ma anche più sottile. Guardate questa Venere di Botticelli: guardate i suoi occhi, i suoi capelli, il suo volto. Che emozioni vi trasmette? Una soave, irresistibile dolcezza che vi spezza il cuore. Vi sentite incantati, stupiti, commossi.
La grande bellezza ha sempre il potere di commuovere. «Dove c’è bellezza, c’è anche compassione, per la semplice ragione che la bellezza deve morire». Ogni momento può essere l'ultimo per noi, perché siamo mortali. Quando guardiamo un’alba che si specchia nelle acque del mare, quando vediamo nel viso di un uomo o di una donna una bellezza irresistibile, dentro di noi sappiamo che quel momento non tornerà. È questo che vi sta dicendo Dostoevskij. È la compassione che nasce in noi grazie alla contemplazione della bellezza che salverà il mondo. O meglio salverà l’uomo.
La bellezza che i media ci vendono invece è una bellezza plastificata, prodotta in serie, perché l’uomo per essere un buon consumatore deve innanzitutto credere di essere immortale. In una società che ha fatto dell’egoismo una moda e del consumismo un’arte, non c’è più spazio per la poesia, per pensare all’altro, per sentire. Non c’è più il tempo per vivere. Ma se voi invece di lasciarvi vivere, come fanno tanti, vi fate inebriare dalla bellezza della natura, dell’arte, della poesia, non troverete in queste cose soltanto una mera bellezza estetica ma la radice più profonda della vita stessa."
G. Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X (Cari amici, con un senso di commozione vi comunico che il mio romanzo Clodio è alla sua ultima ristampa. Se vi piacciono la storia e la filosofia, vi lascio il link per leggerne un estratto gratuito: https://www.amazon.it/Clodio-G-Middei/dp/8832055848
#letteratura #cultura #istruzione #dostoevskij
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