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Val d’Ega di bianco vestita: la montagna apre i battenti
a cura della redazione Il 29 novembre e il 7 dicembre 2024, Obereggen e Carezza (BZ) avviano gli impianti e inaugurano una stagione sciistica di divertimento sulle piste perfettamente preparate, che godono di panorami mozzafiato sulle Dolomiti, all’insegna di un’impronta sostenibile. Bisogna essere chiari: quando l’inverno bussa e in Val d’Ega (BZ) si aprono gli impianti, a mettersi in moto non…
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“Siamo noi, la generazione più felice di sempre.
Siamo noi, gli ormai cinquantenni, i nati tra gli inizi degli anni ’60 e la metà degli anni ’70. La generazione più felice di sempre.
Siamo quelli che erano troppo piccoli per capire la generazione appena prima della nostra, quelli del ’68, della politica e dei movimenti studenteschi. Ancora troppo piccoli per comprendere gli anni di piombo, l’epoca delle brigate rosse e delle stragi nere.
Siamo quelli cresciuti nella libertà assoluta delle estati di quattro mesi, delle lunghe vacanze al mare, del poter giocare ore e ore in strade e cortili, delle prime televisioni a colori e i primi cartoni animati. Delle Big Babol e delle cartoline attaccate alle bici con le mollette da bucato. Delle toppe sui jeans e delle merendine del Mulino Bianco. Dei gelati Eldorado e dei ghiaccioli a 50 lire. Dei Mondiali dell’82 e della formazione dell’Italia a memoria. Di Bearzot e Pertini che giocano a scopa.
Siamo quelli che andavano a scuola con il grembiule e la cartella sulle spalle, e non ci si aspettava da noi nulla che non fosse di fare i compiti e poi di giocare, sbucciarci le ginocchia senza lamentarci e non metterci nei guai. Nessuno voleva che parlassimo l’Inglese a 7 anni o facessimo yoga. Al massimo una volta a settimana in piscina, giusto per imparare a nuotare.
Poi siamo cresciuti, e la nostra adolescenza è arrivata proprio negli anni ’80, con la musica pop, i paninari e il Walkman. Burghy e le spalline imbottite. Madonna e il Live Aid. Delle telefonate alle prime fidanzate con i gettoni dalle cabine e delle discoteche la domenica pomeriggio. Di Top Gun e Springsteen. Dei Duran Duran e degli Spandau Ballet. Delle gite scolastiche in pullman e delle prime vacanze studio all’estero.
E poi c’era l’esame di maturità, e infine il servizio militare, 12 mesi lontano da casa, i capelli rasati e tante amicizie con giusto un po’ di nonnismo. Nel frattempo magari un Inter Rail e infine un lavoro. All’Università ci andavi solo se volevi fare il medico, l’avvocato o l’ingegnere. Che il lavoro c’era per tutti.
Siamo cresciuti nella spensieratezza assoluta, nella ferma convinzione che tutto quello che ci si aspettava da noi era che diventassimo grandi, lavorassimo il giusto, trovassimo una fidanzata e vivessimo la nostra vita. Non abbiamo mai dubitato un istante che non saremmo stati nient’altro che felici.
E, dobbiamo ammetterlo, per quanto il futuro ci sembri difficile, e per quanto questa situazione ci appaia incomprensibile e dolorosa, siamo stati felici. Schifosamente felici. Molto più dei nostri genitori e parecchio più dei nostri figli.
Siamo la generazione più felice di sempre."
Quelli del tempo delle mele
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" Nella primavera del ’90 Akiko è all'inizio del terzo anno di università (l’anno scolastico, come quello lavorativo, comincia ad aprile e finisce a marzo), e riesce a sostenere una semplice conversazione in italiano. Non è una studentessa particolarmente brillante, ma è diligente, studiosa, piena di buona volontà. In classe è sempre attenta, non chiacchiera con le compagne, l’unica cosa che le si può rimproverare è un eccessivo spirito gregario, ma è un difetto comune a molti. Nonostante sia timida, come la maggior parte dei suoi compagni e delle sue compagne di corso Akiko ha in programma di passare le vacanze estive in Italia, a Firenze, dove frequenterà per due mesi una scuola per stranieri. In Maggio viene a trovarmi nel mio studio, per chiedermi consigli riguardo al viaggio imminente, e ho così modo di conoscerla un po’ meglio. All'inizio è un po’ esitante, sta seduta in punta di sedia, cincischia con una mano un bottone della camicetta dal collo di pizzo, l’altra la tiene posata in grembo, sui jeans poco intonati alla camicetta. Ben presto però si rinfranca, e bastano un paio di domande informali da parte mia perché di sua spontanea volontà si metta a parlare di sé.
Vengo così a sapere che abita a mezz’ora d’autobus dall'università, e che divide con un’amica un minuscolo appartamento di una stanza, cucinino, e il solito bagno poco più grande di un armadio. Sistemazione che considera già un lusso, poiché la sua famiglia, che ha un piccolo commercio in provincia, fa un notevole sforzo per pagarle gli studi a Osaka. Per domandare ai genitori meno denaro possibile, come la maggior parte degli studenti Akiko svolge un lavoro part-time, due sere alla settimana fa la cameriera in un ristorante, per una paga equivalente a quella di una collaboratrice domestica in Italia; paga della quale è molto contenta perché prima di trovare questo posto smistava la merce in un supermercato dove guadagnava meno e si stancava di più. Il viaggio in Italia se lo pagherà con il denaro messo da parte negli ultimi due anni. Quando lodo il suo senso di responsabilità, Akiko mi risponde che è normale, i suoi genitori non sono ricchi e fanno già abbastanza per lei. Questa preoccupazione di pesare il meno possibile sulla famiglia una volta terminate le medie superiori è molto frequente nei giovani, e a questa loro esigenza risponde l’ampio mercato di lavoro saltuario e part-time. "
Antonietta Pastore, Nel Giappone delle donne, Giulio Einaudi, 2004. [Libro elettronico]
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Quello che sto vivendo in questi anni è un'esperienza incredibile, pur nella sua semplicità.
Vivo, da studente fuori sede, come tantissimi, in affitto in un appartamento nella città dove studio all'università. In questa casa dove ho la camera siamo in quattro, io e tre studentesse. Praticamente mi trovo, senza averlo mai chiesto, mai pensato possibile, mai immaginato, a vivere unico maschio con tre ragazze, come se fosse la cosa più normale e naturale del mondo. anche se dentro di me non è così, perché è molto più di ciò che potessi desiderare, ma cerco di non darlo troppo a vedere. Ed è successo tutto sostanzialmente per caso, come avviene quando uno studente cerca casa e, dopo tante faticose ricerche, trova una stanza.
Ieri per la prima volta ne ho parlato con una psicologa. Non durante una seduta, che non faccio, ma per caso nella casa al mare dei miei zii, di cui lei è amica. E questa psicologa mi ha consigliato di scrivere un blog in cui raccontare tutto ciò che vivo fuori e dentro di me in questa particolarissima fase della mia vita. Mi ha detto che mi sarebbe stato utile. L'idea mi è piaciuta. Quindi adesso sto provando a farlo.
In questi giorni sono al mare dai miei zii, che mi ospitano tutte le estati per le vacanze. Quindi è l'unico periodo dell'anno in cui non sono nell'appartamento, dove tornerò a fine mese. Approfitterò di questa pausa nella vita universitaria per trarre delle riflessioni di questi primi due anni (tanti, ma sono passati in frettissima) che vivo da fuori sede con le tre coinquiline. Per ripercorrere questo periodo in cui la mia vita è cambiata totalmente, in cui, dopo i primi 21 anni della mia vita di sostanziale solitudine, mi si è aperto un mondo incredibile.
Poi, se proseguirò, a settembre quando riprenderò la vita universitaria in quella casa, racconterò le cose che mi accadranno giorno per giorno.
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IL TRENO DELL'AMORE
(PER GLI ADOLESCENTI IL BIGLIETTO DOVREBBE ESSERE GRATIS)
È una mattina piovosa che mi accoglie al risveglio. Il sole non è ancora sorto, mi accomodo in cucina con una tazzina di caffè e un tozzo di pandoro, avanzato la sera precedente.
Penso. I miei pensieri sono rivolti all'inizio di questo anno e ai progetti che sto portando avanti. Tra non poche difficoltà.
Sento un rumore che mi distoglie dai pensieri e sulla porta della cucina si materializza figlio 2.
Capello lungo, arruffato con quell'aria da bello e dannato che si rifà come look ai rocker degli anni '70.
- Buongiorno papà.
- Buongiorno a te, come mai svegli a quest'ora? - chiedo sapendo che non c'è scuola per le vacanze natalizie.
- Devo uscire.
- Deduco che tu abbia da fare un lungo tragitto per esserti svegliato presto.
- Già...
- Un tragitto fatto di autobus e treni?
- Si pa', dai che l'hai capito.
- Motivo?
- È il suo compleanno oggi.
- Quello che fai è un bel gesto, la presenza non è così scontata. Te lo ha chiesto lei?
- No, l'ho voluto io. Perché questa domanda?
- Ho imparato che è importante saper dare senza che ti venga richiesto. Una donna se deve continuamente chiederti una determinata cosa, poi, smetterà di farlo.
- Perché?
- Perché a un certo punto, se dovrà sempre chiederlo, non lo vorrà più.
- A quale stazione scenderai?
- A Trenofermo*
- (sospiro) Trenofermo, anche io una volta per amore andai a Trenofermo.
- Ah si? Tu? Come andò?
- Fu una grande emozione per me. Me lo ricordo come se fosse ieri, sai? Lei, così dolce e piena di insicurezze. Lei che non si amava abbastanza, che non apprezzava le forme del suo corpo. Io invece la guardavo, come se fosse il più bel tramonto ricco di colori e sfumature che abbia mai visto.
- Ora scopro che sei anche romantico, mio Dio - mi risponde mentre depone delle cose nello zainetto.
- Vedo che il regalo e i fiori, che hai riposto con cura nello zainetto, ti rendono degno di questo padre romantico... mio Dio.
- (Arrossendo) Non è per essere romantico, ma perché tengo a lei.
- "Tengo a te" ovvero io tengo te appartenersi, è una delle frasi più belle e romantiche, non trovi?
- Eddài pa', non farmi passare per romantico.
- Invece lo sei, quando distogli l'attenzione dallo studio, da una partita di calcio o da un videogioco pensi a lei?
- Beh, si.
- Siamo di chi ci riempe gli spazi mentali tra gli impegni quotidiani.
- Ma cos'è che ti rende così filosofo la mattina?
- Il caffè. Passato l'effetto torno a essere un pirla qualunque.
- Papà, io vado altrimenti faccio tardi.
- Hai paura di perdere il treno oppure lei?
- Beh... io...
- Tranquillo, mi hai già risposto. Mandami un messaggio quando arrivi. Che sono in pensiero.
- Ma tu sei sempre in pensiero per me?
- Sempre, finché respirerò.
- Ma stai tranquillo papà.
Lo saluto un'ultima volta dal balcone, sorseggiando un secondo caffè. Il mio neurone va riattivato, ha già pensato troppo questa mattina.
Penso a tutti i viaggi che non ho avuto il coraggio di fare, ai limiti che mi sono posto per insicurezza. Ai rimpianti che ho. Bisogna sempre osare nella vita, credendoci. Meglio ruzzolare per terra e sbucciarsi un ginocchio, che rimanere con l'aria da fessi sulla banchina della stazione, guardando il vagone di coda che si allontana.
I sogni rimangono tali, se non sono seguiti dalle azioni per realizzarli.
Come prendere un treno per esempio.
*nome di fantasia per tutela della privacy a seguito della Legge 675 del 31 dicembre 1996 - Tutela delle persone e di altri soggetti, treni e stazioni comprese, rispetto al trattamento dei dati personali.
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Vacanze ideali
1.Vienna (Austria)
2.Parigi (Francia)
3.Londra (Inghilterra)
4. Tokyo e tutto il Giappone
5. Il paese di Babbo natale in Lapponia
6. I Warner Bros Studios, in particolare gli studio di Harry Potter
7. La Cina
8. Disneyland
9.New York
10. La Scozia
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Estate🪻 Negli ultimi 5 anni, di questa stagione di vacanze, ferie e viaggi io ricordo le nottate passate sui libri a preparare gli esami della sessione estiva. Le notti, perché per il mio corpo le giornate erano troppi calde e le ho trascorse a letto, con le gambe alzate, il ventilatore acceso e le tende chiuse nella sempre inutile speranza di riprendermi prima di sera.
🏹 Quest’altro, la mia prima estate senza esami. Viaggio? Studio? Come la rendo un periodo florido che mi accresca come persona?
La verità è che l’unico pensiero che mi sorge in mente pensando all’estate sono i trekking in montagna, la vista mozzafiato sui sentieri delle Valli di Lanzo, l'arrivo sulla cima, sdraiarsi sull’erba fresca della vetta, mangiare un panino, cogliere fiori selvatici da riportare a valle per ricordarsi della giornata trascorsa 🌷
Quest’anno la mia estate la disegno. La condivido con voi. E ogni disegno è un viaggio, una vetta raggiunta, una cascata attraversata, un picnic al lato del sentiero.
💌 Ti piacerebbe avere questa illustrazione da incorniciare? Scrivimi!
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Il master è immediatamente passato da 3000 a 12900 euro. Che inflazione
Tu sei la prima a credertela e menartela dicendo quello che hai e non hai, vantandoti di una marca o di un'altra. Metti in conto che quello che traspare è che tu sia una persona che si definisce soprattutto in base a ciò che possiede
Ti viene in mente che ho guardato varie cose che hanno prezzi diversi oppure no? Il primo che ho citato è un corso di mi sembra 240 ore se non ricordo male di visual merchandising dal costo più o meno sui 3000€ di Maiani Accademia Moda, il master invece della durata di un anno allo IED è di 12900€ ed è di Comunicazione e marketing per la moda, ci puoi guardare.
Certo che mostro cosa ho e cosa non ho e ne sono felice, questo non mi definisce come persona o non definisce tutta la storia del mio conto in banca o famiglia. Inoltre come ho detto sono una persona che ci sta attenta ai soldi, perché i miei mi hanno insegnato così, ma quando ne ho la possibilità li spendo. Il mio primo aereo l’ho preso a 15 anni perché i miei genitori non si potevano permettere un viaggio, non ho nemmeno mai fatto le vacanze estive da qualche parte prima delle superiori, questo perché erano spese troppo grandi nell’immediato per la mia famiglia, ma nel piccolo non mi hanno mai fatto mancare libri, istruzione (anche se non ho mai fatto vacanze studio), regali di Natale o compleanno. C’è una bella differenza.
Detto ciò non so nemmeno perché sto qui a spiegare qualcosa a una persona che vuole vedere solo è quello che le pare, cioè alla fine fatti tuoi, la storia mia la so io
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Antonella Ruggiero
Attraverso i suoni si può acquietare la mente e andare oltre un mondo reale che a volte ci attanaglia. La musica per fortuna è ancora libera e liberante.
Antonella Ruggiero è la cantautrice che ha fondato i Matia Bazar.
Con la sua elevata estensione vocale ha attraversato tutti i generi dal pop, al jazz, soul, fino alla musica classica e contemporanea.
Nata a Genova, il 15 novembre 1952, ha studiato all’istituto d’arte. Per un breve periodo esercitato l’attività di disegnatrice grafica in uno studio pubblicitario, prima di dedicarsi alla musica.
Con lo pseudonimo di Matia, nel 1974 ha inciso il suo primo 45 giri, La strada del perdono.
L’anno successivo, prendendo spunto dal suo nome d’arte, ha fondato, insieme a Piero Cassano, Aldo Stellita, Giancarlo Golzi e Carlo Marrale, i Matia Bazar che hanno prodotto una serie di successi commerciali e vinto Il Festival di Sanremo 1978 con la canzone …e dirsi ciao oltre a due Premi della Critica nel 1983 con Vacanze romane e, nel 1985, con Souvenir.
Nel 1989 ha lasciato la band e, dopo qualche anno in cui si è dedicata alla sua vita personale e a un percorso di ricerca spirituale che l’ha portata spesso in India, è rientrata sulle scene nel 1996, con l’album Libera.
Ha continuato a produrre dischi, a suonare in giro per il mondo e a esibirsi a Sanremo, (vi ha partecipato per undici volte).
Negli anni ha lavorato con musicisti e musiciste di ogni provenienza, ha collaborato con Ennio Morricone, Franco Battiato, Elio e le Storie Tese, Bluvertigo, Subsonica, Peter Gabriel, giusto per citare qualche nome.
Ha condotto una florida ricerca all’insegna dell’esplorazione e della fusione dei generi musicali, con una particolare attenzione alla musica etnica. Si è esibita per importanti concerti il cui ricavato è stato devoluto in beneficenza per diverse cause sociali ed è stata protagonista di opere liriche.
La sua ultima fatica, uscita il 21 marzo 2024 �� Altrevie, firmata col marito, il produttore Roberto Colombo.
Anti-diva semplice e umile, è stata una delle pochissime artiste italiane capaci di uscire tecnicamente dagli ambiti dell’ordinario.
Tra tradizione e modernità, Oriente e Occidente, sacro e profano, colto e popolare, acustico ed elettronico, ritmato e melodico, alla continua ricerca di una sintesi unitaria basata sul bilanciamento degli opposti, continua a rivelarsi un’artista dal talento straordinario con incredibili doti di mimetismo.
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“VACANZE DI NATALE DAYS”: al cinema DAL 28 DICEMBRE AL 1° GENNAIO
a cura della redazione Dopo il grande successo del 2023 con oltre 60.000 spettatori tornati in sala per festeggiare la commedia cult “Vacanze di Natale”, dal 28 dicembre al 1° gennaio torna al cinema in 4K “VACANZE DI NATALE ‘90”, la celebre commedia natalizia diretta da Enrico Oldoini, prodotta dalla Filmauro di Luigi e Aurelio De Laurentiis e distribuita da Nexo Studios. È online il nuovo…
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Autunno, come un paio di scarpe che hanno fatto un casino di chilometri ma che riescono ancora a mantenere una certa dignità. Le formule seguono la loro solita logica, con un minimo di soddisfazione quando si arriva alla soluzione. Un 1,1 che cambia di 100'000 il risultato finale, rispetto a 1,0. Scelte che sembrano superficiali ma che in realtà fanno un'enorme differenza. Il cassetto del mio comodino urla con la foto di me e angelica che ci abbracciamo tra le foglie. Di fronte al letto un'altra foto mi sussurra all'orecchio che ho ancora tre materie e la tesi mentre i miei amici, di vacanze, di progetti, di sabato sera ma soprattutto di studio, hanno finito tutto e ora sono solo a fare questo rush finale. Il jazz persiste come compagno di vita. Laura, di Sidney Bechet, era lì lì per essere mandata, ma poi ho ricordato com'è andata l'ultima volta che ho saltato le tappe. Ora l'oca ha un amico, lievito visto al microscopio ritagliato a mo' di omino felice con tanto di pinta in mano, direttamente dalla Germania oktoberfestiana. C'è un altro orologio sulla mia scrivania, sta volta dorato, pulito e adagiato comodo comodo su un panno per gli occhiali nero, un bel contrasto. Le mani gelide significano una sola cosa, sto cazzo di inverno sta arrivando. Ma per ora, ancora per qualche settimana, le foglie dovrebbero cadere, fottute stronzette rovina vernice, rendendo i giri in skate uno slalom continuo, i giri in bici sempre più ridotti e le cicche al sole sempre più piacevoli. -5 al prossimo evento sociale a cui devo partecipare.
P.s. le fiorentine sono una benedizione del signore e io non so ancora come cazzo scrivere il mio primo articolo a tema automobilistico, fanculo
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15/09/2024 • Da studente a lavoratore Pt.1
Inizio a scrivere quello che volevo raccontare da tempo. Ritorniamo all'estate del 2023: dopo aver terminato con sacrificio la sessione estiva, mi sono concesso un periodo di totale relax. Studio zero e due vacanze, non avevo sbatti di organizzare qualcosa di complicato all'estero anche se il pensiero mi ha sfiorato. Ne ho fatta una in Cilento e una in Abruzzo, mi sono piaciute molto entrambe. La fine della pacchia giunge con l'inizio di settembre. Grazie ai miei sacrifici precedenti non mi sono portato nessun esame nella sessione autunnale: era arrivato il momento di scrivere la tesi. Eh sì, un tempo erano gli altri più grandi di me che dovevano fare questa cosa complicata, ma era arrivato anche il mio momento. Affronto questo periodo con flashback di tutti i miei percorsi di studio, e dei bei momenti passati con i miei compagni di università, consapevole che con quasi tutti si sarebbero persi i rapporti perché abitiamo lontani. Che nostalgia l'ultima lezione insieme! Ci siamo fatti una foto, la custodirò con amore. Ritornando alla tesi, il problema principale era: e mo come si fa?! Mai letta una tesi, non sapevo come si scriveva, non conoscevo le regole di battitura e stesura, non sapevo usare tutte le funzioni del Word tipo l'indice interattivo, e la parte peggiore era tutto ciò che aveva a che fare con le ricerche da fonti certificate, la bibliografia e il rischio di plagio. Rotture di palle immense. L'argomento e la relatrice mi sono state consigliate da una persona presente dove studiavo, e sinceramente era un po' noioso come argomento ma mi ero ripromesso di renderlo più piacevole. Un passo alla volta ricercavo, parafrasavo, scrivevo io con mie conoscenze, allegavo immagini con fonti, modificavo il formato, la calligrafia, gli spazi tra i righi, quelli a bordo pagina, aggiungevo le note a piè di pagina, aggiornavo l'indice interattivo, continuavo a trovare altri argomenti, segnavo ogni volta le fonti e creavo note bibliografiche e una bibliografia finale. I problemi non mancavano di certo, ovviamente, come mi avevano già anticipato orde di meme sui social, la relatrice non rispondeva spesso, quando lo faceva non le andava bene quello che avevo scritto, mi inviava libri o mi mandava da qualcuno a prendere altro materiale, giustamente quasi alle scadenze. Ricordo ancora una notte passata in bianco per questi motivi. Altra noia Er ail frontespizio, non si capiva quale fosse quello giusto e alla fine abbiamo superato anche questo ostacolo. Senza altri dettagli, ho finalmente finito di scrivere il contenuto della tesi, la metto sui CD non so nemmeno io come (altra palla) e consegno CD e altra documentazione in segreteria. Non è finita con la tesi, mancavano i ringraziamenti finali, la scelta del colore della copertina, lo stile, il colore delle scritte...faccio tutto e compro online alcune copie, prevedendo che dovevano arrivare in tempo per il grande giorno. Fin'ora ho parlato della tesi, ma c'è parecchio altro da raccontare. Passiamo alla questione Laurea Magistrale. Ho scelto di continuare il percorso di studi, e per farlo dovevo superare il test di accesso che si sarebbe tenuto prima della laurea triennale. Con anche l'aiuto della mia famiglia ci siamo informati su tutto e con tanta burocrazia ho potuto fare l'iscrizione al test "con riserva" perché non ero laureato ma laureando. La mia famiglia mi ha comprato il libro di preparazione ai test, e spesso studiavo da lì o da esercitazioni sul PC, purtroppo contemporaneamente alla stesura della tesi e ad altro che dirò dopo.
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Anche se in questa fase della mia vita sto scoprendo il mondo femminile delle mie coinquiline, ovviamente ho anche amici maschi anche se pochi (non pochi maschi, proprio poche amicizie in assoluto fuori dall'appartamento), ma qualcuno c'è.
Certamente, la vita con le mie coinquiline ha fatto sì che il mio rapporto con il mondo femminile sia cambiato totalmente in poco tempo. Da non sapere nulla sull'universo delle ragazze, sono arrivato a condividere la vita con tre studentesse ventiquattro ore su ventiquattro sette giorni su sette (fatti salvi i weekend in cui ogni tanto rientriamo nei nostri paesi, e ovviamente le vacanze estive).
Ma, anche se io ho proprio pochi amici per indole, qualcuno, al di fuori della casa, esiste. In questi due anni nella nuova facoltà, per esempio, sono diventato molto amico di un mio collega di università, si chiama Alberto.
In realtà, io e Alberto non ci somigliamo tanto, anzi. Lui è più "vissuto" di me, principalmente perché ha dei genitori molto diversi dai miei che lo hanno lasciato sempre libero e non lo hanno mai controllato tanto.
È anche più studioso di me, e ha le idee molto più chiare su ciò che vuole fare nella sua vita. Vuole diventare pilota di aerei di linea, e già si sta muovendo in quella direzione con sicurezza (per esempio ha fatto mettere nel suo libretto l'esame di diritto della navigazione). Insomma, dove io sono indeciso e ancora in cerca, lui è deciso e sicuro. E, lo so già, si laureerà molto prima di me, anche se è più piccolo di me, perché ovviamente lui non ha cambiato facoltà.
A differenza di me, poi, Alberto sta già con una ragazza, non è proprio fidanzato, ma quasi, anche se lei la conosco meno.
Però co lui andiamo d'accordo, lui mi capisce perfettamente, ridiamo delle battute che facciamo, c'è un'intesa complessiva, e soprattutto, Alberto non mi fa mai pesare il fatto che nello studio sonno più lento e incerto di lui.
Alberto, in quanto mio amico, ha anche un piccolo "privilegio": è una delle pochissime persone che può venire nell'appartamento quando vuole, anche senza avvertire prima. E non è una cosa facile, perché le mie coinquiline (giustamente) non amano le visite inattese, anche perché si vergognano ad essere viste in pigiama o in mutande da estranei. Ma Alberto, sanno che è uno dei miei rarissimi amici, e lo accolgono volentieri, a volte lui viene a cena e si trattiene dopo cena fino a tardissimo, sul divano con noi a parlare un po' di tutto e a guardare con noi la TV, e quele sono delle bellissime serate.
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Le scelte di viaggio degli italiani: Sardegna al Nord, Puglia al Sud
Ciao viaggiatori! Oggi esploreremo insieme le mete preferite dagli italiani per le vacanze. Un recente studio ha svelato alcune tendenze sorprendenti che stanno ridisegnando la mappa del turismo nel Bel Paese e oltre. Pronti a scoprire dove si dirigono i vostri connazionali per rilassarsi e fare nuove esperienze? Allacciate le cinture, si parte! Le regioni italiane più amate: un mix di classici…
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Napoli in testa: le città più amate per le vacanze
I viaggi rappresentano un'occasione per rilassarsi, esplorare nuovi luoghi e immergersi in culture e tradizioni diverse. Ma quali sono le destinazioni preferite dagli italiani? Un recente studio svela i luoghi più cercati per trascorrere le vacanze, rivelando tendenze interessanti e sorprendenti in Italia e all’estero. Sardegna al Nord, Puglia al Sud: le mete italiane più amate Tra le regioni italiane è da segnalare la popolarità crescente di Basilicata e Umbria, precedute da destinazioni classiche come Toscana e Trentino. In testa le due grandi isole e una regione marittima che ha guadagnato grande popolarità negli ultimi anni. Sorpende in questo caso l’assenza di Campania e Lazio. Interessante anche la distribuzione geografica che vede una netta divisione tra nord e sud del paese: al nord domina la Sardegna, mentre al sud si distingue l’interesse per la Puglia. Albania meglio degli Stati Uniti, avanza la Turchia Tra le mete estere per le vacanze, Tunisia e Marocco aprono la top 10 seguiti da Portogallo e Turchia, mentre fa notizia la posizione bassa della Spagna. In cima alle preferenze Croazia, Grecia e Albania, con quest’ultima che ha recentemente superato gli Stati Uniti grazie alla promozione delle sue bellezze naturali. Le preferenze variano significativamente a seconda delle regioni italiane, con un forte interesse per l'Albania al sud e per la Grecia al nord; in calo l’Egitto. Questi dati offrono uno sguardo interessante sulle scelte di viaggio degli italiani, lasciando spazio per ulteriori approfondimenti nella ricerca completa. Vacanze: Assente Roma, Napoli in testa Lo studio prosegue con l’analisi delle città italiane più cercate e con una sopresa: l’assenza di Roma. Siracusa, Mantova, Peschiera del Garda e Trieste occupano le ultime posizioni, mentre Bologna e Firenze si confermano mete intramontabili. Sul podio le soprendenti Matera e Ortigia, in testa Napoli con un ampio margine di vantaggio (con il capoluogo campano che ‘vendica’ così l’assenza della regione nella prima classifica). A livello regionale, Napoli prevale nella maggior parte delle regioni, su tutte Sardegna, Abruzzo e Liguria, mentre Firenze domina in Toscana e Valle d'Aosta. Quattro città spagnole in classifica, ma la vetta delle vacanze è portoghese La ricerca si conclude con il ranking delle città estere, aperto da Berlino, Barcellona e Madrid a pari numero di ricerche, con New York che rappresenta l’unica città non europea in settima posizione. Il primato spagnolo è confermato da Valencia e Siviglia (quinto e quarto posto), mentre le imperiali Vienna e Budapest occupano i gradini più bassi del podio. Lisbona emerge come la città più cercata con 900 ricerche. Le preferenze regionali variano notevolmente: Valencia in Emilia-Romagna, Vienna in diverse regioni del centro-sud (ma la percentuale più alta è nel vicino Friuli) e Budapest in Sardegna, Puglia, Veneto e Trentino. Lisbona riscuote il maggior successo nelle Marche. Foto di Lajos Móricz da Pixabay Read the full article
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Giudizi e pregiudizi
Quando una ragazzina della provincia meridionale va a vivere per studio o lavoro in una città del nord Italia. Poi scende per le vacanze e si comporta come una persona dai facili costumi. Spesso si trova a fronteggiare giudizi e pregiudizi da parte della comunità locale. La sua nuova mentalità, influenzata dalla vita cittadina e dal contatto con culture diverse, abitudini e modi di fare…
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