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#tridimensionalità
massimilianoscaligeri · 6 months
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SUL CONCETTO DI TRIDIMENSIONALITÀ IN FOTOGRAFIA
C'è un gran dire intorno alla tridimensionalità delle immagini. Come dobbiamo intenderla? Beh, per me una foto è tridimensionale nel momento in cui si riescono a distinguere chiaramente i vari piani dell'immagine, come in questa che ho postato qui.
C'è tuttavia da qualche tempo una idea sbagliata (ammetto di aver fatto confusione anche io in passato) di tridimensionalità, più precisamente quella in cui in una immagine il soggetto spicca su uno sfondo sfocato, quasi a volere uscire dalla foto. Questo effetto io lo definisco più precisamente"3D Pop" (come quei libri che contengono una rappresentazione tridimensionale di qualcosa che prende forma aprendo le varie pagine), ma nulla ci dice sui piani della foto, fondamentalmente perché esiste solo il piano del soggetto a fuoco mentre tutto il resto è sfocato, inconsistente, spazio negativo appena riconoscibile.
La differenza è nei movimenti oculari quando si visionano queste foto: una foto tridimensionale è una scoperta continua per l'occhio e viene da questo esplorata in una ricerca incessante dei vari elementi presenti sui vari piani; la foto 3D Pop è di sicuro impatto immediato, ma si esaurisce velocemente, l'occhio è attratto quasi esclusivamente dal soggetto perfettamente nitido.
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sheltiechicago · 2 years
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Omertà
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Omertà by Massimiliano Antonelli
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al-sapore-di-sigarette · 11 months
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"Per fortuna il dolore, in casa, era da sempre bandito. [...] Chi soffriva perdeva all'istante la sua tridimensionalità e veniva lasciato in un angolo in attesa che riprendesse la sua forma. [...] Perché prima o poi una soluzione al dolore sarebbe arrivata. L'importante nel mentre era non verbalizzare. Le parole portano sempre e solo problemi."
Il primo che passa - Gianluca Nativo
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Egon Schiele, Female Torso Seen from Behind
L'opera intitolata "Torso femminile visto da dietro" di Egon Schiele è un capolavoro dell'arte espressionista. Questa tela, realizzata nel 1913 con tecnica mista di matita e gouache su carta, è custodita presso il Leopold Museum di Vienna, che l'ha acquisita nel 1994.
La figura ritratta è quella di una donna che si trova di spalle, mostrando solo la parte inferiore del corpo. L'artista ha descritto con grande maestria la forma del corpo umano, utilizzando tratti decisi e sicuri, dando un senso di profondità e tridimensionalità all'immagine. Il torso è rappresentato con una grande attenzione ai dettagli, evidenziando le curve della schiena.
Egon Schiele era noto per la sua capacità di rappresentare il corpo umano in modo molto realistico e intenso, facendo emergere le emozioni e la sensualità del soggetto. In questa opera, il suo stile espressionista si esprime attraverso le linee e i colori, che creano un'atmosfera intensa e suggestiva.
La figura femminile rappresentata in "Torso femminile visto da dietro" sembra avere un alone di mistero intorno a sé, come se ci fosse un segreto celato dietro la sua posa. Ci si chiede cosa stia pensando la donna, cosa stia guardando, o se si stia preparando a fare qualcosa. L'immagine lascia molto spazio all'interpretazione personale dello spettatore, che può immaginare la storia della figura ritratta.
Un altro aspetto interessante di questa opera è la scelta dei colori. Schiele utilizza principalmente toni del nero e del grigio, ma aggiunge anche accenti di rosso nella zona della schiena e delle spalle, creando un contrasto cromatico che enfatizza la figura. Inoltre, i tratti decisi della matita e le pennellate di gouache contribuiscono a creare un effetto dinamico e vibrante.
"Torso femminile visto da dietro" di Egon Schiele è un'opera affascinante che cattura l'attenzione dello spettatore grazie alla sua maestria tecnica e all'intensità dell'espressione artistica. La figura femminile rappresentata con grande realismo, la scelta dei colori e la capacità di Schiele di creare atmosfere suggestive contribuiscono a rendere questa opera un'importante testimonianza dell'arte espressionista del primo Novecento.
Joe Conta
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fashionbooksmilano · 8 months
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Sandro Sanna
Opere 1990-2000
Testi di Maurizio Calvesi, Augusta Monferini
Mazzotta, Milano 2000, 72 pagine, 21x24cm, ISBN 88-202-1415-6, Testo Italiano e Inglese
euro 20,00
email if you want to buy [email protected]
Mostra Vibo Valentia Palazzo De Riso Gagliardi luglio/agosto 2000
Nel 2000 una grande mostra curata da Maurizio Calvesi e Augusta Monferini, propone opere del decennio 1990-2000 nelle sale del Palazzo De Riso Gagliardi di Vibo Valentia. Questa retrospettiva mette in luce alcuni passaggi fondamentali del lavoro dell’artista: in particolare la serie dei Luce Formante, Miniera del Sole, Rock Nero Sabbia, Pietre, Bisanzio, Geodi, Maglie e Derive e Lo Specchio dei Pianeti,  che esposti contestualmente e nel medesimo luogo rendono evidente l’evoluzione della poetica incentrata sull’allusione alla tridimensionalità, sullo spaesamento percettivo e sulla “riduzione” della materia, che per sua propria peculiarità cromatica o riflettente sostituisce il colore. 
03/02/24
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ellebori · 2 years
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Ieri ho finito the last of us. La potenza narrativa e l'ambivalenza di uno dei personaggi principali, così come la tridimensionalità e le sfaccettature dei protagonisti e delle vicende lo rendono un'opera d'arte imperdibile.
Credo però che dopo aver vissuto una pandemia che ha visto il mondo intero tacere all'unisono per settimane e mesi, la storia e il contesto in cui si svolge risuonino ancora più forti nel giocatore - spettatore.
Joel è l'antieroe che ti lasciano scoprire pian piano, entrando nel suo passato e costruendo il suo rapporto con Ellie ma che non ti aspetteresti mai di trovarti ad odiare. Spesso nel gioco ci si ritrova davanti alla sua freddezza, alla sua cruda bestialità, alla sua violenza senza ripensamenti, rimorsi o pietà. Ci troviamo quasi sempre da quella che crediamo sia la parte giusta o giustificata. Assistiamo a quella violenza e la assecondiamo senza troppe domande, ogni personaggio che non ci è vicino è una minaccia alla nostra missione e alla nostra vita. Ma è davvero così, quando siamo davanti a chi non è più in grado di muoversi e implora pietà, ma Joel tortura e uccide a sangue freddo?
C'è un crescendo di violenza e di sadismo nei comportamenti di Joel, la ricerca di uno sfogo per la sua perdita, il tentativo di provare a riuscire con Ellie là dove aveva fallito con Sarah: prendersi cura di qualcuno.
Nonostante questo non c'è vero amore in questo personaggio, ma puro egoismo e ossessione nella ricerca di una pace che non potrà però trovare nella menzogna. O è un meccanismo di difesa estremo, dovuto al terrore di vivere un'ulteriore perdita e sconfitta dopo che, finalmente, aveva accettato di lasciarsi andare e aprirsi, donarsi di nuovo?
Che valore, che significato hanno i rapporti umani? Quanto è importante imparare a lasciarli andare? Quanto sono reali e quanto invece sono egoistici, necessari solo per non impazzire, per aggrapparsi a qualcosa?
Quanto siamo disposti a dare o a perdere per qualcun altro ed è davvero per l'Altro che lo facciamo o per noi stessi?
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claudiotrezzani · 7 days
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Oh, se vogliamo l'esattezza basta il latino, quello che si usa in botanica:
taraxacum, famiglia delle Asteraceae.
Cheppoi Jarno Sarén questo fiore lo ha ritratto anche in altre salse, cromie, foggie.
Per me, epperò, questo non è un fiore.
Sono tagli in tela, questo fiore.
Tagli di Lucio Fontana, intendo.
Tagli in una chiaroscurata tela, intendo.
Qualcuno asserisce che Lucio ha rivoluzionato la pittura introducendo la tridimensionalità fisica.
Jarno ha fatto una cosa sottile:
stessi tagli, e tridimensionalità allusa.
Sì, tridimensionalità allusa.
Il modo in cui il gambo scende.
Il modo in cui i deprivati steli si protendono.
Il modo in cui luce suadentemente si diffonde ed inclinata orienta.
Una composizione di nuances, ma i tagli rimangono.
I tagli degli steli su ciò che pare tessuto.
Non violenti a la Lucio, questi tagli, ma egualmente incisivi.
Incisivi senza Uβρις, eccomunque.
Incisivi con dolcezza.
Come morbide ma decise increspature che segnano ciò che ora - percezioni ruotano - è la quieta acqua di uno stagno.
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Claudio Trezzani
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carmenvicinanza · 2 months
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Suzanne Ciani
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Suzanne Ciani, musicista e compositrice è una vera pioniera della musica elettronica.
Prima donna a usare il sintetizzatore, è stata la prima sound designer nel mondo delle pubblicità (suo il celebre suono della bottiglietta di Coca Cola che viene aperta e versata in un bicchiere) e anche la prima a comporre una colonna sonora per Hollywood, nel 1981. 
La sua è stata la prima voce femminile ascoltata in un gioco di flipper, lo Xenon, di cui ha realizzato gli effetti sonori.
Ha pubblicato oltre 20 album da solista, è stata nominata cinque volte ai Grammy Award e vinto diversi premi tra cui il Golden Globe. 
Nata in Indiana il 4 giugno 1946, ha iniziato a suonare il pianoforte e solfeggiare da autodidatta a soli sei anni.
Si è laureata al Wellesley College, dove è nato il suo interesse per la tecnologia. Ha conseguito un Master in Composizione musicale presso l’Università della California, Berkeley.
In quegli anni non veniva insegnata la musica elettronica e, andando a ricercare strumentazioni negli studi di registrazione, ha avuto modo di conoscere Don Buchla, uno dei fondatori della musica elettronica, con cui ha iniziato a lavorare saldando sintetizzatori. Ha trascorso i successivi dieci anni a esplorarne le possibilità e costruendone uno con diverse parti assemblate che ha chiamato Buchla, in onore del suo maestro.
Mentre provava a lavorare come ingegnera del suono, obiettivo praticamente irraggiungibile per una donna all’inizio degli anni Settanta, si è fatta un nome come compositrice di spot pubblicitari, il primo incarico è stato per Macy’s nel 1969. Successivamente ha realizzato installazioni sonore per mostre e spettacoli di danza, registrando pezzi sperimentali nel suo studio nel garage di casa.
Il suo album di esordio è stato Voices of Packaged Souls, del 1970, in collaborazione con lo scultore Harold Paris.
Nel 1974 è andata a vivere a New York, dove, in situazioni precarie e poco retribuite, collaborava con altre band e realizzava performance artistiche. Prima di vincere una borsa di studio del National Endowment for the Arts, era ospitata a casa di amici, ha dormito anche sul pavimento dello studio di registrazione di Philip Glass.
Col suo fedele strumento ha creato gli effetti sonori per Star Wars and Other Galactic Funk, versione disco della colonna sonora di Star Wars Episodio IV: Una nuova speranza, composto le colonne sonore del film sperimentale Rainbow’s Children del 1975 e i temi della Columbia Pictures e della Columbia Pictures Television del 1976.
Con la sua società Ciani/Music ha prodotto un’infinità di jingle pubblicitari per colossi come Coca Cola, American Express, General Electric e Atari.
Ha dovuto sgomitare per affermarsi come musicista in un genere considerato ad appannaggio maschile. Una donna e un synth insieme rappresentavano una strana coppia. Si è così prodotta da sola il suo primo disco, Seven Waves che in Giappone, primo paese in cui è uscito, ha raggiunto il primo posto in classifica.
Il suo secondo album, del 1986 è stato The Velocity of Love. Due anni dopo, con Neverland, ha ottenuto la prima nomination ai Grammy Award.
Ha anche inciso un disco di musica classica, dal titolo Pianissimo, che è stato il suo album più venduto.
Nel 1992 le è stato diagnosticato un cancro al seno e ha deciso di trasferirsi in California, dove si è curata e si è appieno alla sua passione per la musica elettronica, abbandonando gli impegni da sound designer. Lì ha creato la sua  casa discografica, la Seventh Wave, con la quale ha pubblicato i suoi dischi.
Sulla sua vita e lavoro è stato girato il documentario A Life in Waves, del 2017.
Recentemente il suo lavoro è stato riscoperto e ha ricominciato a girare il mondo col suo Buchla, tra concerti di improvvisazione elettronica e pubblicazioni recenti e d’archivio.
Le sue esibizioni sono caratterizzate da elettricità, tridimensionalità e movimento. Tra onde trasmesse e percezioni condivise, una musicista e la sua macchina, esplicano forme d’arte ibride esplorate in una carriera lunghissima, densa di snodi, intuizioni e voli dell’anima.
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multiverseofseries · 4 months
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Damsel: un vibrante e coinvolgente survival movie
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Non è facile costruire un film fantasy coinvolgente quanto originale nella sua generale concezione e che non rinunci alle sfumature dark. Eppure Damsel di Juan Carlos Fresnadillo, riesce con i suoi pochi elementi, tutti al posto giusto, ad risultare un film apprezzabile a chi piace questo genere.
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Damsel: Millie Bobby Brown in una sequenza
Se Damsel è un grande colpo distributivo di Netflix (ed è probabilmente il miglior fantasy originale che trovate in piattaforma), la sfida è stata importante: riuscire a reggere la tensione, mantenendo costantemente alta l'attenzione degli spettatori. La chiave del successo di un film in streaming, infatti, risiede proprio nella sua capacità di non cedere, viaggiando verticalmente, giocando sulla tensione stessa, e sul costante stimolo. Poi, chiaro, ogni titolo dovrebbe essere a prova di "distrazione", ciononostante Damsel dimostra che le idee, se ben connesse, sono fondamentali per catturare il pubblico.
Damsel, la trama: un drago e l'archetipo del fantasy che viene ribaltato
A proposito di cattura, Damsel, che si rifà all'immaginario della letteratura e del cinema fantasy, gioca su tre elementi altamente caratterizzanti per il genere: una damigella in pericolo (che si salverà da sola), un drago, un intricato piano di coorte, per una backstory funzionale e nevralgica. Scritto da Dan Mazeau (già autore di Fast X!), Damsel ruota attorno alla principessa Elodie (Millie Bobby Brown), che dopo aver sposato il principe Henry (Nick Robinson), si ritrova al centro di un'oscura trama: la famiglia del neo-sposo, infatti, l'ha sacrifica per ripagare un antico debito. Come? Gettandola in una caverna, nel quale si trova un gigantesco drago.
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Damsel: sul set del film con Juan Carlos Fresnadillo e Millie Bobby Brown
Per Elodie, inizia allora una vera e propria corsa alla sopravvivenza, scoprendo però che dietro il debito si nasconde un gesto ignobile e meschino. Ed è nella caverna, e nelle scelte di Elodie, che il ruolo tipico della damigella da salvare viene totalmente ribaltato, definendo un'eroina archetipa nella sua crescita, tra coraggio, individualità, emancipazione. Da qui, Damsel si accende (letteralmente) prendendo la strada di un'avventura da romanzo, risultando contemporanea nell'esplorazione del racconto, per rielaborare in chiave pop l'ossessione (purtroppo senza tempo) per il potere e per il dominio.
Un film vibrante, di qualità e di coinvolgimento
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Damsel: Ray Winston e Angela Bassett
Un survival movie atipico, Damsel, ma anche un romanzo di formazione disfunzionale: Juan Carlos Fresnadillo è bravo a sovrapporre la figura di Elodie alla figura del drago (una presenza eccezionale, anche nella resa estetica), in un percorso narrativo in costante crescita, nel quale i punti di riferimento, via via, cambiano le prospettive della storia. Un lavoro di racconto, ma anche di tecnica: il regista spagnolo sfrutta al meglio la potenza della scenografia, dandole vita grazie allo score epico del compositore David Fleming. Una tridimensionalità costante, che avvolge la moltitudine di tonalità utilizzate dal bravo Fresnadillo, senza rinunciare ad un sommesso grado di inquieto turbamento, generando spettacolarità, sostanza, emozione.
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Damsel: Millie Bobby Brown con la spada pronta all'attacco
E se ci siamo divertiti nell'affrontare il drago (almeno inizialmente), al fianco di Millie Bobby Brown (ma nel cast ci sono anche Angela Bassett, Robin Wright, Ray Winstone), ci siamo divertiti anche nel rintracciare le diverse references presenti in Damsel. Chiaro, dopo Il trono di spade, ogni drago, ha una seconda chiave di lettura (e infatti qui il significato è fondamentale), ma in Damsel si ammicca direttamente anche a Il signore degli anelli e, pensate un po', si ammicca pure a Die Hard - Trappola di cristallo, sia per il modo in cui viene concepito lo spazio scenico (prima stretto, poi largo e viceversa), sia per come viene allungata l'adrenalina e l'azione. Riferimenti diretti, come ha spiegato lo stesso Fresnadillo, per un'esperienza vibrante, avvincente e di alta qualità.
Conclusioni
Un film fantasy che ribalta gli archetipi, pur non sfruttandoli al massimo: ecco Damsel con Millie Bobby Brown, un survival movie che diventa coming-of-age, nell'esaltazione di una messa in scena coinvolgente ed immersiva, appoggiandosi tanto alla sceneggiatura, ben scritta, quanto alla cornice generale. Menzione speciale per il drago, figura essenziale e dal design decisamente notevole.
👍
L'evoluzione della storia.
Il comparto tecnico.
Il design del drago.
Le citazioni.
👎🏻
Una lettura facile, ma non per questo banale.
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lamilanomagazine · 5 months
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Milano Design Week 2024: Un Viaggio Attraverso l'Innovazione e la Tradizione
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Milano Design Week 2024: Un Viaggio Attraverso l'Innovazione e la Tradizione. Milano, la capitale mondiale del design, si è illuminata con creatività e innovazione durante la Milano Design Week 2024. Questo evento annuale ha trasformato la città in un palcoscenico dinamico, dove l'arte, l'architettura e il design si fondono in un unicum affascinante. Da Piazza Castello a Tortona, le strade sono diventate il palcoscenico di opere che esplorano la connessione tra passato e futuro, locale e internazionale, tradizione e modernità. Stazione Centrale: "La Nascita" dell'Anamorfosi Scultorea Davanti alla maestosa facciata della Stazione Centrale, un'installazione artistica ha catturato l'attenzione dei passanti. L'opera, intitolata "La Nascita", segna il debutto dell'artista nel campo delle anamorfosi scultoree a Milano. Utilizzando illusioni ottiche, l'installazione trasforma lo spazio circostante in un ambiente surreale, invitando gli osservatori a esplorare prospettive ribaltate e realtà trasformate. "L'installazione 'La nascita' è il debutto dell'artista nel campo delle anamorfosi scultoree qui a Milano. Questa forma d'arte sfrutta illusioni ottiche per trasformare il mondo circostante in un ambiente surreale, dove le prospettive sono ribaltate e la realtà quotidiana si trasforma in qualcosa di straordinario. Di fronte alla facciata principale della stazione, sono apparse varie impalcature con cartonati che compongono il disegno finale. L'effetto visivo completo dell'installazione si svela solo quando ci si trova di fronte ad essa, permettendo di osservare chiaramente il disegno di rocce che emergono, rigorosamente in bianco e nero. Questa tecnica crea un'illusione di profondità e tridimensionalità, dando vita a un'opera che sembra interagire con lo spazio circostante in modo magico e surreale. Lo scorso anno, lo stesso artista aveva realizzato un progetto simile sulla facciata del Palazzo Farnese a Roma, mentre a Parigi ha realizzato diverse opere, tra cui una particolarmente suggestiva installata intorno al Louvre. Questa nuova installazione a Milano non solo aggiunge un tocco di fascino e mistero alla facciata della stazione, ma offre anche ai passanti un'esperienza artistica unica che li invita a guardare il mondo da una prospettiva diversa, sfidando le convenzioni visive e stimolando l'immaginazione." Università Statale: "Cross Vision" - Celebrando 70 Anni di Creatività Nell'ambito del FuoriSalone, la mostra "Cross Vision" presso l'Università Statale ha celebrato i 70 anni di storia della rivista INTERNI e i 30 anni di direzione di Gilda Bojardi. Oltre 40 installazioni realizzate da 44 progettisti provenienti da tutto il mondo hanno trasformato sei luoghi iconici di Milano in scenari di ispirazione. Gli studenti dell'Università Statale hanno contribuito al progetto "LaStataleCreators @INTERNI FuoriSalone 2024", creando video-reels dedicati alle opere esposte e offrendo al pubblico dei social media una prospettiva unica sulle proposte dei designer. Durante il FuoriSalone del 2024, la rivista INTERNI celebra i suoi 70 anni di storia e i 30 anni di direzione di Gilda Bojardi con la mostra dal tema "Cross Vision". Questa esposizione, che si tiene in concomitanza con il Salone del Mobile a Milano, presenta oltre 40 installazioni realizzate da 44 progettisti provenienti da 12 paesi diversi. Gli spazi scelti per ospitare queste opere sono sei luoghi iconici di Milano, tra cui la sede dell'Università Statale in via Festa del Perdono. Inoltre, per rafforzare il legame tra l'Università Statale e INTERNI, è stato lanciato il progetto "LaStataleCreators @INTERNI FuoriSalone 2024". Circa 40 studentesse e studenti dell'Ateneo sono coinvolti nel creare dei video-reels dedicati alle installazioni della mostra "Cross Vision". Questi video, realizzati individualmente o in gruppo, saranno pubblicati sull'account Instagram della rivista e condivisi anche dall'account ufficiale dell'Università Statale. In questo modo, si offre al pubblico dei social media uno sguardo nuovo e originale sulle proposte degli architetti e delle aziende partecipanti alla mostra. Questo progetto non solo enfatizza il ruolo dell'Università Statale come parte integrante del panorama culturale e creativo di Milano, ma offre anche agli studenti un'opportunità unica di coinvolgimento e espressione nel contesto del FuoriSalone, uno degli eventi più prestigiosi nel campo del design e dell'architettura a livello internazionale.   Tortona Design Week: Un Dialogo Tra Passato e Futuro Il cuore pulsante della Milano Design Week è stato il quartiere Tortona, dove la Design Week si è fusa con il tessuto urbano. Attraverso la "Walk of Design", i visitatori hanno potuto esplorare una variegata selezione di installazioni che mescolano il patrimonio storico del quartiere con la creatività contemporanea. Brand come Nardi, Lechler, Toyota Material Handling Europe, Solgami & Seagram, Karimoku e Keio University hanno presentato opere che celebrano la sostenibilità, l'innovazione e l'artigianalità. Dalla ristrutturazione dell'Antica Fabbrica 14 alla trasformazione di spazi all'aperto come il "Ponte degli Artisti", la Tortona Design Week ha offerto un'esperienza coinvolgente che ha incantato i visitatori con un mix unico di storia, tradizione e modernità. La Tortona Design Week del 2024 si propone di far emergere la connessione profonda tra il percorso espositivo e il contesto territoriale che da sempre caratterizza il quartiere Tortona. Questa edizione si distingue per un intrigante dialogo tra passato, presente e futuro, tra elementi locali e internazionali, e tra tradizione e innovazione. Il tema centrale, la "Walk of Design", guida i visitatori attraverso i luoghi iconici del quartiere, offrendo un'esperienza coinvolgente che si snoda tra spazi chiusi e all'aperto, lungo le vie e all'interno di antiche fabbriche. Luoghi come il suggestivo "Ponte degli Artisti", l'Antica Fabbrica 14 con la sua distintiva ciminiera e altri punti emblematici come l'Ex Ansaldo e la Torneria Traviganti, diventano scenari per installazioni che mescolano il patrimonio storico con la creatività contemporanea. La collaborazione tra le aziende e il territorio è fondamentale, integrando il design in una trama ricca di storia e tradizione. I temi chiave della sostenibilità, della tecnologia e dell'artigianalità fungono da filo conduttore, permettendo ai brand di esprimere in modo innovativo la propria visione creativa. Queste installazioni non solo celebrano il design e l'innovazione, ma anche il carattere unico del quartiere Tortona e il suo ruolo di crocevia tra passato e futuro, tradizione e modernità. Tra le installazioni più significative, spiccano diverse proposte: NARDI - IL GIARDINO DELL’OTIUM: Celebrando lo stile di vita lento e il benessere, il Giardino dell'Otium di Nardi invita i visitatori a prendersi del tempo per sé, integrando il nuovo divano modulare MAXIMO con un ambiente rigenerante e sostenibile. LECHLER - THE WAY OF...: Le collezioni di colori "The Way of..." di Lechler trasformano gli spazi di Antica Fabbrica 14, offrendo nuove prospettive cromatiche contemporanee ispirate da temi originali. TOYOTA MATERIAL HANDLING EUROPE - LET'S GIVE YOU A LIFT: Un'esposizione che celebra l'evoluzione del design nel settore della logistica, mettendo in mostra sia il lavoro degli studenti che la storia del transpallet manuale, trasformato in un'icona di design. SOLGAMI & SEAGRAM: Questa mostra presenta il sistema di luce ambientale Solgami in un contesto unico, riflettendo sull'interazione tra ambiente esterno e interno e affrontando il tema della sostenibilità nel contesto dell'ambiente costruito. KARIMOKU: Karimoku Furniture presenta una trilogia di esperienze uniche che fondono l'artigianalità giapponese con l'innovazione sostenibile, trasformando il legno in vere opere d'arte. KEIO UNIVERSITY: Gli studenti della Keio SDM mostrano soluzioni innovative ai problemi sociali complessi, dimostrando il potere del design nell'affrontare sfide globali. In conclusione, la Milano Design Week 2024 ha dimostrato ancora una volta il suo ruolo di leader nel mondo del design e dell'innovazione. Attraverso installazioni sorprendenti e progetti visionari, la città ha confermato la sua posizione come capitale globale della creatività, ispirando e incantando tutti coloro che hanno avuto il privilegio di partecipare a questa straordinaria manifestazione.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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enkeynetwork · 5 months
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agrpress-blog · 7 months
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Verrà inaugurata venerdì 1° marzo 2024 alle ore 18.00, presso la Sala espositiva della ex Chiesa di Santa Maria della Misericordia a Perugia - via Oberdan, 54 -, la mostra antologica di Stefano Paulon dal titolo Vuoti Solidi 1993-2023, patrocinata dal Comune di Perugia. Nel corso della cerimonia di apertura la critica d'arte internazionale Marta Lock introdurrà al pubblico il percorso dell'artista milanese, che ha alle sue spalle un lungo percorso di sperimentazione sull'Arte Informale in sinergia con la materia e con un Astrattismo Geometrico che costituisce la sua linea distintiva. Il titolo Vuoti Solidi è dovuto all'illusione ottica generata dall'utilizzo di una gamma cromatica in scala di grigi e dalla sovrapposizione di volumi differenti che infondono quasi un effetto di movimento grazie al gioco di luci e ombre che ne deriva. La mostra presenterà una serie di lavori e di disegni, parte essenziale del processo creativo e di analisi dell'artista, eseguiti fra il 1993 e il 2023 da cui si può evincere l'attenta ricerca compiuta e il forte legame con una geometricità che ha costituito da sempre la linea guida della sua necessità espressiva. «Lo stile dell'artista milanese Stefano Paulon riprende l'essenzialità del De Stijl, introducendo tuttavia anche la forma circolare che da Piet Mondrian era stata invece completamente abolita perché considerata ambigua, ma assorbe l'esperienza architettonica del Razionalismo per spogliare le sue opere di qualsiasi decoratività, persino rinunciando al colore, e introduce la terza dimensione, quella in virtù della quale riesce ad arricchire i suoi lavori dell'alternanza di rilievi più o meno pronunciati che enfatizzano la simmetria dei suoi lavori. Eppure, proprio grazie alla presenza di quella tridimensionalità e dunque cambiando punto di osservazione, l'equilibrio schematicamente perfetto si modifica facendo fuoriuscire una nuova opzione, quella dell'asimmetria che corrisponde al possibilismo in grado di manifestarsi anche in presenza di un rigore apparente, anche laddove il determinismo sembra dominare la scena. Non solo, Stefano Paulon, scegliendo di eliminare il colore per catalizzare l'attenzione verso la perfezione della pura forma, lavora in scala di grigi che di fatto contribuiscono a puntare ancor più l'accento sulla costante ricerca di un bilanciamento tra luce e ombra, tra il desiderio di emergere e quello di rimanere in silenzio, tra la necessità di essere parte di un tutto e il coraggio di mantenere comunque una propria identità» (Marta Lock) La mostra sarà visitabile da venerdì 1° a domenica 31 marzo 2024 e sarà un vero e proprio percorso di approfondimento sulla carriera artistica e sulla sperimentazione creativa che induce Stefano Paulon a fondere la leggerezza del legno con l'apparente - e solo apparente - pesantezza del cemento. Un'esposizione tutta da scoprire e da cui lasciarsi avvolgere. Vuoti Solidi 1993-2023, mostra antologica di Stefano Paulon, a cura di Marta Lock, rimarrà aperta al pubblico presso la Sala espositiva ex Chiesa Santa Maria della Misericordia di Perugia fino a domenica 31 marzo 2024 (orari: dal martedì al venerdì, dalle ore 16.00 alle 19.00; sabato e domenica dalle ore 11.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00).
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personal-reporter · 10 months
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Natale 2023 a Comacchio
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Le festività natalizie sono il periodo perfetto per visitare luoghi davvero incantevoli, come la cittadina di Comacchio, chiamata anche la piccola Venezia, nata grazie all’unione di tredici isole situate alla foce del Po e ha una forma simile a quella della Serenissima con ponti e canali, grazie all’adattamento del suo impianto urbanistico all’elemento dell’acqua. Durante il periodo natalizio, sotto le arcate dei ponti, nelle chiese e lungo i canali tipici della città emiliana, sono collocati  meravigliosi presepi, che possono essere visitati seguendo un percorso delineato o scovati in una sorta di caccia al tesoro girovagando per la città, rigorosamente a piedi, alla ricerca di angoli nascosti. I presepi, creati sia da artisti che da bambini delle scuole, permettono di riflettere su varie tematiche, illustrate grazie ai cartelli posizionati accanto alle opere. Infatti alcuni sono costruiti su memelùch,  tipiche imbarcazioni di valle, o su mosconi, barche del luogo usate per il salvataggio marino, allo scopo di  unire i valori della comunità locale lagunare con quelli della cristianità. Altri  presepi sono creati con materiale di recupero, plastica, metallo, legno o gomma, trasportati a riva dal mare, per dare nuova vita ad oggetti abbandonati e la Natività più significativa, simbolo di pace, è stata realizzata da un artigiano della Terra Santa per rappresentare il Patto di Amicizia stretto tra Comacchio e Betlemme. Sono presenti anche presepi più tradizionali ma ugualmente stupendi nelle varie chiese del territorio, come quelli all’interno della Cattedrale, con uno tipico comacchiese, noto per un enorme sfondo dipinto che sfrutta sapientemente le statuine per dare un’idea di tridimensionalità, e uno storico napoletano, dove a fare da sfondo alle scene di vita quotidiana e alla Natività c’è il Vesuvio. La cittadina è incantevole di giorno ma di notte, grazie anche alla nebbia, vede le piazze principali e i ponti che si colorano di mille luci e di fiocchi di neve, mentre nei canali si accendono alberi di Natale variopinti che si riflettono nell’acqua e le nasse per il trasporto delle anguille vengono trasformate in enormi lampade che indicano il cammino e i presepi illuminati regalano ancora più emozioni che di giorno, riempiendo gli occhi e i cuori della magia del Natale. Read the full article
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Gli aforismi di Guillermo Busutil in Papiroflessia
Gli aforismi di Guillermo Busutil in Papiroflessia Papiroflessia di Guillermo Busutil edito da graphe.it è una lettura forse inusuale per il pubblico comune. L’autore, però, ci libera subito dall’impasse e ci spiega (anche attraverso i suoi aforismi) che questi non sono affatto riservati esclusivamente ad un pubblico di nicchia. La lettura è scoperta, “per essere un buon lettore bisogna aprirsi” ci dice con un suo aforisma Guillermo Busutil. Al caffè letterario Horafelix a Roma nel corso della presentazione del suo libro (11 ottobre), l’autore ci ha ammaliati con il potere dei suoi aforismi. Le parole sono magiche, danno voce e forma alla realtà e all’immaginazione. E il titolo non è stato scelto a caso.  La papiroflessia, infatti, è l’arte di piegare la carta per ottenere forme tridimensionali ci spiega Guillermo Busutil. La stessa cosa accade con le parole. Quando sappiamo manipolarle diamo corpo ai pensieri. Immaginiamo delle forbici che tagliano la carta e danno vita a tante forme. Così fa la parola, che apre il nostro immaginario a nuovi mondi. Ed è questa l’idea alla base degli aforismi di Guillermo Busutil. Alla presentazione presso il caffè letterario Horafelix sono intervenuti il direttore dell’Istituto Cervantes, Ignacio Peyró Jiménez, l’aforista giurata del premio Torino in sintesi Silvana Baroni, Natale Fioretto, Università per stranieri Perugia, le lettrici Laura De Luca e Patricia Ynestroza, l’interprete Francesco Saina e Roberto Russo, editoredi graphe.it e traduttore del volume di Papiroflessia di Guillermo Busutil.  Il dibattito è stato ricco di interventi e spunti che hanno stimolato nel pubblico riflessioni sulla natura dell’aforisma, sull’energia della parola e sul potere generativo della lettura.  “La lettura ti lascia sempre essere protagonista” “Sottolineare una frase è un tentativo di abbracciarne l'eco e impedire che sfugga” “Ci sono più lettrici perché più donne osano”  “I libri sono uno scenario per leggere dietro le quinte” Questi sono solo alcuni degli aforismi che riempiono le pagine di Papiroflessia e su cui ci si è ispirati per fare una serie di domande all’autore non solo sul suo testo, ma anche, in generale, sulla scrittura, la lettura e i libri. Di seguito ve ne riportiamo alcune. Domande all’autore Silvana Baroni: Perché ha scelto questo quadro per la copertina che, forse, è il più drammatico tra quelli realizzati da Jane Lewis? Il contenuto del suo libro è vivo, allegro, spensierato. L’immagine ci dà quasi la sensazione di una ghigliottina che separa la mente, che genera aforismi ,da tutto il resto del corpo.  La copertina a me piace molto perché più che drammatica la definirei poetica , perché credo che offra proprio una lettura grafica, estetica, della leggerezza dell’aforisma che deve essere sì profondo ma non pesante, altrimenti risulterebbe al pari di una filosofia estremamente condensata. L’immagine scelta invece riflette questa leggerezza che si trova nel verso poetico ma anche nei piccoli poemi chiusi che ho voluto realizzare con alcuni degli aforismi che raccontano delle piccole storie molto concentrate. Credo che questa immagine rifletta la tridimensionalità che è nello spirito di questo libro.  Silvana Baroni: Mi richiamo a un suo aforisma per farle la domanda? “Dimmi la verità, per chi leggi?” Questa è proprio la domanda centrale. Per chi si legge? Si legge per se stessi, si legge per una tradizione familiare di cui si è eredi, si legge per la persona che si vuole essere e ancora non si è o si legge per la persona anziana che si è diventati per vedere se si è realizzato il percorso che si era pensato? si legge come scrittori? come traduttori? Questo per me è un punto centrale.  Natale Fioretto: Che ruolo ha l’aforisma? Ha collegamenti con la poesia? In uno dei miei aforismi che si trova all’inizio del libro dico che “nei libri bisogna entrarci con libertà”. Questa è la stessa libertà che ho scelto io per entrare in questo genere, per creare dei pensieri che fossero dei corridoi, per ripensare l’aforisma in chiave classica, filosofica, come piccolo racconto, come aforismi di bambini. Ce n’è uno che mi piace molto e che dice “la notte mi piace ascoltare i miei libri che camminano scalzi per i corridoi” e mi ricorda le letture che facevo da bambino, sognando. Da piccolo chiedevo a mia madre perché alcune parole avessero un peso mentre altre sfuggissero più facilmente fra le dita come acqua, vento, sabbia ed è proprio questa sensazione che ho cercato di riprodurre con i miei aforismi.  Nel corso del dibattito inoltre, si è affrontato il tema della complessità della traduzione.  Roberto Russo, editore di graphe.it e traduttore degli aforismi Busutil ha raccontato al pubblico in sala le ragioni di alcune scelte editoriali particolari, la tipologia un po’ più complessa di certi aforismi che si trovano nel libro e l’esigenza di cambiare il riferimento di Busutil ad autori spagnoli poco noti al pubblico italiano.  Tra le varie scelte editoriali di Roberto Russo c’è l’inserimento delle postille a fine testo di Antonio Castronuovo e Massimo Gatta proprio per non condizionare il lettore, come bene sottolinea un aforisma di Busutil: “nei libri bisogna entrare con la massima libertà possibile”.  Papiroflessia di Guillermo Busutil edito da graphe.it è un’occasione per aggiungere alla nostra biblioteca o sul comodino (“i libri da comodino sono un faro”) un genere nuovo e scoprire quanto la potenza della parola ci faccia volare con l’immaginazione, ci apra a nuove prospettive e ci avvicini al pensiero poetico. 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claudiotrezzani · 1 month
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Si può essere astratti e carnali ad un tempo?
Sì, se la carne è grana.
Grana di una Kodak TX 400 ASA.
E soprattutto se questa pellicola è dentro una Olympus brandita da Dorel Frumusanu.
"Il Lampo & La Materia" ho titolato questo mio brano.
La materia della seducentemente - carnalmente - granulosa pellicola.
Che si fa grumosa nube, in alto nell'inquadratura.
Ed il lampo?
Dorel fa in modo che la luce in fin di galleria irrompa con sparsa raggità, e tuttavia venga precipuamente catturata dai binari.
Che divengono un icastico grafismo, ed un potente fattore di vettorialità.
Con dolce paradosso, nonostante la tridimensionalità sia preservata mercè la progressione del percorso, nella percezione si fa strada una lettura bidimensionale, quella rappresentata dal segno dei binari, che innervano la visione come un disegno su carta sovrapposto.
Ecco la Fotografia, quando l'esito è alto:
virtuosamente danzare tra immateriale e materiale.
Tra spirito e sostanza.
Tra pensiero ed opera.
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Claudio Trezzani
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