#tommaso montanari
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molecoledigiorni · 1 year ago
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Fermandoci, ci siamo resi conto della velocità con cui correvamo verso l'abisso. Lo chiamiamo progresso: ma siamo sicuri che ciò che muove i nostri passi verso la morte (del pianeta, della giustizia, delle relazioni umane) si possa chiamare davvero così?
- Tommaso Montanari
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cinquecolonnemagazine · 8 months ago
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Università italiane e scelte che fanno riflettere
Alcune università italiane, negli ultimi giorni, stanno facendo parlare di loro. Sono balzate agli onori delle cronache non per questioni puramente didattiche ma per scelte destinate a far riflettere. L'Università di Torino e la Scuola Normale di Pisa hanno espresso le loro remore sui progetti di collaborazione con Israele. L'Università di Trento ha deciso di adottare il femminile sovraesteso mentre l'Università per Stranieri di Siena ha sospeso le attività didattiche per la fine del Ramadan. Università italiane: Torino e La Normale di Pisa Il 19 marzo l'Università di Torino ha deciso di non partecipare al ‘Bando Scientifico 2024’ del 21 novembre 2023 in attuazione dell’Accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica Italia-Israele. Il bando è aperto a progetti di ricerca in tre settori (tecnologia del suolo, dell’acqua e ottica di precisione) la cui scadenza è il prossimo 10 aprile. I progetti selezionati saranno finanziati dal governo italiano e da quello israeliano per la realizzazione di tecnologie dual use. Tecnologie, cioè, che possono essere utilizzate sia in campo civile che militare. La decisione presa dal Senato accademico è arrivata dopo una massiccia mobilitazione da parte dei collettivi studenteschi. Una settimana dopo, il 26 marzo, il Senato accademico della Scuola Normale di Pisa ha approvato un documento nel quale ha chiesto il cessate il fuoco a Gaza. Contestualmente l'ateneo ha invitato le istituzioni preposte, vale a dire il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale e il ministero dell’Università e della Ricerca, a rivedere quei progetti di collaborazione internazionale che prevedono la creazione di prodotti o tecnologie dual use. L'Università di Trento e il femminile sovraesteso La grammatica italiana prevede che si usi il genere maschile plurale anche quando si parla di gruppi misti e il maschile singolare anche quando ci si riferisce a cariche ricoperte da donne. La scorsa settimana l'Università di Trento ha approvato il nuovo regolamento generale di ateneo che presenta una novità in questo senso. Nel documento, infatti, come illustrato nell'Art.1, i termini femminili usati fanno riferimento a tutte le persone, cioè anche agli uomini. Nel 2017, l'ateneo aveva approvato un vademecum per un uso del “linguaggio rispettoso delle differenze” per promuovere un uso non discriminatorio della lingua italiana sia nella vita quotidiana della comunità universitaria, come eventi pubblici, sia nella produzione di testi amministrativi. L'introduzione del femminile sovraesteso risponde a questa esigenza poiché menzionare le persone sia al maschile che al femminile avrebbe prodotto un testo troppo pesante. L'Università italiana per stranieri di Siena Altro gesto in solidarietà con il popolo palestinese è stato promosso dall'Università italiana per stranieri di Siena che ha deciso di sospendere l'attività didattica per il 10 aprile. Quel giorno, per il mondo musulmano, cadrà l'’Id al-fitr’, la festa che si celebra per la fine del Ramadan. Come spiegato dal rettore, Tommaso Montanari, la decisione rappresenta, appunto, un gesto di solidarietà nei confronti dei palestinesi, sottoposti a un "inaudito massacro" e la cui maggioranza è costituita da musulmani. Il professor Montanari ha ribadito che le lezioni saranno sospese anche l'11 ottobre 2024, in occasione del Kippur, a un anno dall'attacco del 7 ottobre. Qualche riflessione Le decisioni delle università di Torino, Pisa e Siena che, come ben sappiamo, hanno sollevato un polverone di polemiche, meritano una seria riflessione. A quanti hanno accusato La Normale di Pisa di essersi schierata contro Israele, di volerla boicottare o di non promuovere il dialogo tra i popoli, il rettore Luigi Ambrosio, ha contrapposto una risposta che dovrebbe fare scuola. In questo momento storico riteniamo doveroso e urgente promuovere una riflessione non solo interna, ispirata dall’Articolo 11 della nostra Costituzione in merito al rischio di cosiddetto “dual use” – civile ma potenzialmente anche militare – di alcune ricerche scientifiche e tecnologiche Dopo mesi in cui la parola pace viene puntualmente soffocata dal diritto alla difesa, le azioni nate in un ambito, come quello universitario, in cui si istruisce e si forma, appaiono come una boccata di aria fresca. In un momento storico in cui piccole scintille rischiano di diventare ogni giorno grandi incendi alimentati da venti di guerra sempre più forti, abbiamo un disperato bisogno di ricordare che il nostro Paese ripudia la guerra come strumento per risolvere le controversie internazionali. Siamo pronti a sostenere un popolo straniero in una guerra ma non ad accettare che possa vivere le sue tradizioni nel nostro Paese. L'opera di "diffusione del plurilinguismo e del multiculturalismo in sintonia con le linee dettate dalle Istituzioni europee e dall’Onu", che è il fondamento delle scelte dell'Università di Siena, ci fa paura. Non ci fa paura, invece, pensare di rivolgerci a un gruppo costituito da uomini e donne utilizzando il femminile plurale. In una scelta simile vediamo davvero la volontà di abbattere dei muri o semplicemente aderiamo a un'altra moda? In copertina foto di Elly da Pixabay Read the full article
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lamilanomagazine · 10 months ago
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Modena, la Tenda, debutta con musica live, poesia e gialli
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Modena, la Tenda, debutta con musica live, poesia e gialli Alla Tenda di viale Monte Kosica febbraio debutta con la musica live di Lara Luppi e una serata che riunisce tantissimi musicisti in un omaggio a Gigi Bartolini, la presentazione di "Pluriball", giallo scritto da Gianfranco Mammi e la finale del torneo di poetry slam. Infine, la prima settimana del mese si chiude con un nuovo appuntamento con "Urban call" e la cultura hip hop. Il programma si apre giovedì 1 febbraio alle 21 con un nuovo concerto di Arts & Jam, rassegna di jazz e contaminazioni giunta alla dodicesima edizione e curata come sempre da associazione Muse e JazzOff Produzioni. Sul palco la cantante Lara Luppi presenta "Perspectives", accompagnata da Paolo Birro (pianoforte), Aldo Zunino (contrabbasso) e Adam Pache (batteria). Quindicesimo album della sua carriera, "Perspectives" raccoglie brani cari da sempre alla cantante modenese (D. Ellington, J.Van Heusen, R. Rodgers, C. Porter, I. Berlin) con qualche novità come il brano di Cedar Walton "When love is new", con testo originale, o la meravigliosa ballad scritta da Charles Mingus "Duke Ellington's sound of love". Doppio appuntamento con la lettura e la poesia venerdì 2 febbraio: si inizia alle 18 con l'incontro con lo scrittore Gianfranco Mammi che presenta il suo romanzo "Pluriball" intervistato da Federica Scaltriti: un romanzo giallo dai toni tutt'altro che gialli: ironico, iperbolico, mai scontato. L'apocalittica celebrazione del potere della scrittura.. L'appuntamento è a ingresso libero e fa parte della rassegna "Dialogo con l'autore" a cura dell'associazione culturale l'Asino che vola. Alle 21, spazio alla poesia performativa con la finale della nuova edizione del torneo di poetry slam a cura di Mutuo Soccorso Poetico. Il poetry slam è una gara di poesia performativa in cui i poeti si sfidano a colpi di versi, scritti di proprio pugno: nessuna musica o oggetto scena, solo voce, microfono e pubblico in sala. Dopo le tre tappe di semifinale che si sono susseguite in Tenda da novembre, sarà eletto il campione modenese di poetry slam. Sabato 3 febbraio, nuovo appuntamento con la musica dal vivo e una serata densissima di artisti sul palco per l'omaggio musicale a Gigi Bartolini, imprenditore immobiliarista, da sempre noto batterista rock, il cuore della sezione ritmica di diverse band della città fin dai primi anni '80, scomparso nel 2022. Un concerto all'insegna della musica e dell'amicizia, per condividere l'entusiasmo e la passione che ha lasciato nel cuore di tanti. Ad eseguire alcuni tra i pezzi per lui fondamentali saranno: Amos Amaranti, Max Baldaccini, Jacopo Bondi, Andrea Burani, Stefano Cappa, Stefano Calzolari, Beppe Cavani, Fausto Comunale, Alessandra Ferrari, Daniela Galli, Alberto Girgenti, Johnny La Rosa, Paolo Lisoni, Giorgio Masi, Niky Milazzo, Cristina Montanari, Vince Murè, Roberto Pellati, Stefano Picca Piccagliani, Christian Prandi, Mel Previte, Antonio Rigo Righetti, Gianni Salvatori, Camilla Ternelli, Tommaso Ternelli, Maurizio Toffanetti, Wilko. Presenta il Kata. La prima settimana di febbraio della Tenda si chiude domenica 4 febbraio, alle 16, con un nuovo incontro di "Urban Call" dedicato alla cultura hip hop, fra danza e musica. A cura di dell'associazione Ore d'Aria e BlakSoulz con Simone Accietto, Ciro "Sairus" Sackie, Erik "Epiks" Galloni. Tutti gli eventi in programma nella struttura che fa capo all'assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Modena, sono a ingresso libero e gratuito. Il programma completo è consultabile sul sito e sulla pagina Facebook La Tenda.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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astoriadalpozzo · 3 years ago
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ʷʰᵉⁿ ʷᵉᵃʳʸ ᵗᵉˡˡ ᵐᵉ ʷⁱˡˡ ʸᵒᵘ ʰᵒˡᵈ ᵐᵉ ʷʰᵉⁿ ʷʳᵒⁿᵍ, ʷⁱˡˡ ʸᵒᵘ ˢᶜᵒˡᵈ ᵐᵉ? ʷʰᵉⁿ ˡᵒˢᵗ ʷⁱˡˡ ʸᵒᵘ ᶠⁱⁿᵈ ᵐᵉ? *** ᵉᵛᵉʳʸᵒⁿᵉ'ˢ ᵗᵃᵏⁱⁿᵍ ᶜᵒⁿᵗʳᵒˡ ᵒᶠ ᵐᵉ ˢᵉᵉᵐˢ ᵗʰᵃᵗ ᵗʰᵉ ʷᵒʳˡᵈ'ˢ ᵍᵒᵗ ᵃ ʳᵒˡᵉ ᶠᵒʳ ᵐᵉ ⁱ'ᵐ ˢᵒ ᶜᵒⁿᶠᵘˢᵉᵈ, ʷⁱˡˡ ʸᵒᵘ ˢʰᵒʷ ᵗᵒ ᵐᵉ? ʸᵒᵘ'ˡˡ ᵇᵉ ᵗʰᵉʳᵉ ᶠᵒʳ ᵐᵉ? ᵃⁿᵈ ᶜᵃʳᵉ ᵉⁿᵒᵘᵍʰ ᵗᵒ ᵇᵉᵃʳ ᵐᵉ?
@tencbre​
Thorn... o irmão que era um anjo e um demônio na vida de Astória. Quando o irmão voltou para o acampamento contou sobre um semideus que havia ajudado -ele também havia sido atacado por Lycan e sua vida não havia sido a das mais fáceis... tal qual a da Astória. Problemas diferentes, mas Tori nunca julgou o que era difícil ou não, Deus sabe o que cada um consegue suportar e parece que entre ela e Tomasso, ele havia colocado mais dificuldades e problemas do que momentos felizes.
E por isso Astória decidiu que tentaria o ajudar. Ela também precisava de ajuda, nunca assumiria para ninguém além de Thorn, mas nem sempre seu irmão estaria presente, ela precisava aprender a confiar em outras pessoas. Tori era a estranha em meio de tantas pessoas diferentes: ela não falava como uma pessoa daquela época, ela não se vestia como uma pessoa daquela época... céus, ela sequer socializava com 3/4 dos campistas e ela temia que Thorn estivesse começando a perder a paciência em ter uma irmã que se grudava nele como um bicho assustando, o que ela era.
Portanto, com toda a coragem que ela não tinha, Astória bateu na porta do chalé de Hades e esperou paciente para que Tomasso aparecesse, dando um passo para trás quando viu o homem sair, seu coração acelerando. Talvez fosse um erro, talvez fosse cedo demais, mas agora ela já estava ali. “Buongiorno...” sussurrou, mas então se lembrou que ele tinha problemas de audição, não sabia se a licantropia havia o ajudado ou não, e ela estava tímida e nervosa demais para perguntar. “T-thorn me falou sobre você... sei que, hm, Lycaon lhe mordeu.” a semideusa de Caos seguiu falando em italiano, já que era a língua nativa dos dois, ela ainda tinha muitos problemas em falar inglês pois além de ter mudado em quase dois séculos, ela quase não usava a língua em seu tempo, sabia apenas frases importantes.
 “Ele p-pediu para eu me apresentar.” a rainha da Espanha estava na distância máxima que poderia se considerada educada, evitando olhar para o rapaz. O coração completamente acelerado e ela sentia que desmaiaria a qualquer momento. “Meu nome é Astória Dal Pozzo, Lycaon me fez alpha... e-eu quero te ajudar, n-não sei você está na matilha ou não... mas algumas luas cheias são terríveis de se passar sozinho.”
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mediciseries · 5 years ago
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Medici: The Magnificent - Season 3 - Ep. 4 - “Innocents” - Part 1
To reach his goals, Lorenzo de Medici will have to weigh what matters most, the lives of innocents in the present, or the idea of life in the future that he��s dreamed for Florence. Watch now on Netflix in the US, UK, Canada, Taiwan, India and Ireland.
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chez-mimich · 6 years ago
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CONTRO LE MOSTRE
 Ricordo le file chilometriche che qualche anno fa si formavano in Piazza della Scala per visitare Palazzo Marino, dove come in una ostensione pagana, era esposta la “Dama con l’ermellino” di Leonardo. Guardando quelle file mostruose e gli sguardi febbrili di quelle persone in coda, mi chiedevo quanti di loro avessero mai visto Piero della Francesca o Tiziano, esposti a poche centinaia di metri nella Pinacoteca di Brera. Cosa muoveva, mi si passi l’ossimoro, quelle persone a restarsene immobili per ore nell’inverno milanese, pur di vedere un solo quadro, completamente decontestualizzato e che, per quanto irripetibile, poco o pochissimo aggiungeva alle presunte conoscenze artistiche di molti o moltissimi di quei visitatori? Questa stessa domanda e molte altre se la sono posta anche Tommaso Montanari e Vincenzo Trione nel profondo e gustosissimo “pamphlet” (sempre che ancora si possa usare questo termine ormai desueto), intitolato “Contro le mostre” edito nel 2017 da Einaudi. La risposta è piuttosto semplice, anche se arriva attraverso ipotesi e ragionamenti complessi; si tratta di una figliazione della cosiddetta “Business Art”, quella stessa che Andy Warhol, che di consumi e di consumismi se ne intendeva parecchio, definiva cinicamente come “il gradino subito dopo l’arte”. In effetti il “mostrismo” è un fenomeno piuttosto diffuso in Italia. Esso consiste, in buona sostanza, per mutuare una similitudine adorniana, “della parola d’ordine del profitto sulla cultura”. Troppe le mostre inutili in Italia, molto meno quelle fuori d’Italia. Gli autori, oltre al delitto, citano anche gli assassini che sono ricercabili tra grandi gruppi editoriali, organizzatori senza troppi scrupoli e affaristi di ogni risma. Trovo quindi conferma di quanto ho spesso scritto circa le “mostre per caso”, dove solitari Van Gogh o peregrini Picasso vengono catapultati in una improbabile città di provincia per soddisfare le ambizioni di qualche scellerato assessore che,col favore di affaristi di ogni genere, deprivano di qualche opera musei in ristrutturazione, per mettere in piedi mostre assolutamente prive di rigore filologico, ma anche senza precisi intenti operativi e senza scopi dimostrativi di una tesi. Operazioni di mercato che fanno spesso leva sul’idea che con l’arte si possano realizzare guadagni. Gli autori, che non fanno mistero di annoverarsi nella scuola di pensiero “anti moderna” di Huges, Clair o Fumaroli, prendono anche in considerazione la vacuità di certa arte contemporanea nella quale,da qualche tempo, è nato il vezzo del cosiddetto “Crossover”, cioè il desiderio di esporre cianfrusaglie all’interno di siti archeologici e musei storici, per emulare un’operazione di confronto con la tradizione dell’arte classica, ma anche Rinascimentale o Barocca. Insomma operazioni di marketing, all’inseguimento delle mode del momento. Musei scambiati per “location” e “sete inestinguibile di vedere ciò che non si è ancora mai visto e che probabilmente non si vedrà più”,come acutamente descrive Jean Clair, questa futilità del presente. Il “Crossover” può anche avere aspetti positivi e propositivi, quando il confronto con le opere del passato è costruito su solide basi di ricerca scientifica e filologica o filosofica. È il caso, per fare un esempio, della straordinaria mostra curata da Salvatore Settis per la Fondazione Prada intitolata “Serial Classic”, dove copie romane,da originali greci, venivano messe a dialogare con omologhi di arte contemporanea. (Continua)
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corallorosso · 3 years ago
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A mettere la parola fine sulla macchina del fango azionata dai vari Meloni e Salvini ai danni del prof. Tommaso Montanari col megafono dei giornali dell’ultradestra Libero, La Verità, Il Giornale ecc., ci pensa lo storico più famoso d’Italia, il prof. Alessandro Barbero, che con poche e chiare parole ristabilisce la verità storica sulla vicenda. “Montanari non ha affatto detto che le foibe sono un’invenzione e che non è vero che migliaia di italiani sono stati uccisi lì. Nessuno si sogna di dirlo: la fuga e le stragi degli italiani hanno accompagnato l’avanzata dei partigiani jugoslavi sul confine orientale, e questo è un fatto – spiega Il prof. Barbero a Daniela Ranieri del Fatto Quotidiano-. La falsificazione della storia da parte neofascista, di cui l’istituzione della Giornata del ricordo costituisce senza dubbio una tappa, consiste nell’alimentare l’idea che nella Seconda guerra mondiale non si combattesse uno scontro fra la civiltà e la barbarie, in cui le Nazioni Unite e tutti quelli che stavano con loro (ad esempio i partigiani titini, per quanto poco ci possano piacere!) stavano dalla parte giusta e i loro avversari, per quanto in buona fede, stavano dalla parte sbagliata; ma che siccome tutti, da una parte e dall ’altra, hanno commesso violenze ingiustificate, eccidi e orrori, allora i due schieramenti si equivalevano e oggi è legittimo dichiararsi sentimentalmente legati all’una o all ’altra parte senza che questo debba destare scandalo”. E ancora “Scegliere una specifica atrocità (come quella delle foibe, ndr) per dichiarare che quella, e non altre, va ricordata e insegnata ai giovani, è una scelta politica e falsifica la realtà in quanto isola una vicenda dal suo contesto (…) Io ho la sensazione che, come gran parte d’Italia era stata più o meno convintamente fascista, si sia conservato un ricordo non negativo del fascismo, e un pregiudizio istintivo verso quei ribelli rompiscatole e magari perfino comunisti che erano i partigiani. Per tanto tempo erano idee che rimanevano in famiglia e non trovavano una legittimazione esplicita dall’alto, nella politica o nel giornalismo. Oggi invece la trovano e, quindi, emergono alla luce del sole.” Con buona pace dei fascisti, e dei loro goffi tentativi di riscrivere la storia, per camuffare il loro posto in essa: l’immondezzaio. Progetto e Utopia
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tencbre · 3 years ago
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𝐁𝐈𝐎𝐆𝐑𝐀𝐅𝐈𝐀 ☠ 𝐂𝐎𝐍𝐍𝐄𝐒𝐒𝐈𝐎𝐍𝐈 ☠ 𝐌𝐈𝐒𝐒𝐈𝐎𝐍𝐈 ☠ 𝐏𝐎𝐕
tommaso francesco “francis” montanari. 22 anos. cisgênero. expressão de gênero não conformista. pansexual, panromantic. filho de hades. lycans de lycaon. licantropo. teimoso. desconfiado. encrenqueiro. persistente. honesto. carinhoso.
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fabrifiblog · 7 years ago
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Francesco Montanari torna per un minuto a rivestire i panni del Libanese di Romanzo Criminale per interpretare la prima strofa di Pamplona.
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architectuul · 3 years ago
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Sail Hejduk, Sail!
The Unfolding Pavilion is an expanding curatorial project that pops-up in the occasion of major architecture events, with an exhibition featuring each time a different theme inspired by the space it occupies, made of commissioned original works that react to it as well as to its cultural and historic background.
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Unfolding Pavilion: Rituals of Solitude, 17th Venice Architecture Biennale. | Photo © Marialuisa Montanari / Unfolding Pavilion
In its first edition, the Unfolding Pavilion entered Ignazio Gardella’s Casa alle Zattere on the occasion of the 15th International Architecture Exhibition at the Biennale di Venezia, transforming one of its apartments in a temporary gallery of installations made by some of the most unique authors of architecture-related curated archives. In its second edition, it entered Gino Valle’s Giudecca Social Housing on the occasion of the vernissage of the 16th International Architecture Exhibition at the Biennale di Venezia. In order to do so, it refurbished one of its empty dwellings to convert it into a temporary gallery of works, and use the common spaces of the complex as the poetic backdrop for a three days-long program of public events. 
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The Unfolding Pavilion 2021 was this year housed inside of the belly of “Il Nuovo Trionfo” - the last authentic Venetian trabaccolo, moored at Punta della Dogana. | Photo © Travelscapes
In this year's third edition, the Unfolding Pavilion popped-up on the occasion of the 17th International Architecture Exhibition at the Biennale di Venezia, inside of the belly of an old mercantile sailboat - a trabaccolo - moored at Punta della Dogana. The trabaccolo once belonged to Countess Luisa Albertina di Tesserata: an eccentric art collector who in the 1970s commissioned the construction, on a small island of the Venetian archipelago she owned, of an almost exact replica of an unrealised project by John Hejduk: the House for the Inhabitant who Refused to Participate. Unfortunately, the house was demolished in December 2020.
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Artist impression of the House of Contessa Luisa Albertina di Tesserata. | Digital drawing © Giovanni Benedetti / Unfolding Pavilion
The curators Daniel Tudor Munteanu and Davide Tommaso Ferrando came to know about the house by pure chance, and decided to organise an exhibition inside of its spaces. An agreement was made with the current owners of the island, who were about to demolish the house in order to build a luxury glamping facility in its stead: the house could be temporarily occupied for artistic purposes, but no images of the event were to be published before the demolition took place. It is so that, in the summer of 2020, twelve architects and scholars were invited to spend one week of residency locked inside the replica of John Hejduk’s house. One per room. Each room was equipped with only one piece of furniture, which they couldn't choose. The outcome of the one-week residency were twelve site-specific works dealing with issues of privacy, domesticity and isolation. Rituals of Solitude, the 2021 edition of the Unfolding Pavilion, is the first documentation of the installations made by the twelve contributors during their one-week residency.
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What is the Unfolding Pavilion presenting?
Daniel Tudor Munteanu: The Unfolding Pavilion is always experimenting. We ask ourselves every time what is an (architecture) exhibition and how we can transcend the simplistic format of displaying representations of architecture in neutral white cube galleries. We tried every time to create special experiences for the visitors: such as the experience of being the first people to enter a famous work of architecture, like we did in Ignazio Gardella’s Casa alle Zattere, or the experience of being part of a project that leaves a legacy like we did in Gino Valle’s social housing. While looking for a venue for this year’s edition of Unfolding Pavilion we wanted to explore more into the sensorial aspect of such experiences. Arranging an exhibition inside the belly of an old boat was quite a fascinating idea. A dark, extremely narrow space that smells heavily of petrol and is shaking from the waves of the Grand Canal.
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The Unfolding Pavilion at Punta della Dogana. | Photo © Stefano Di Corato, atelier XYZ / Unfolding Pavilion
Davide Tommaso Ferrando: Daniel talked about the sensorial part, but there is also an intellectual dimension to it, where we are constantly trying to put in question what an architectural exhibition is. The fact that we don’t choose white boxes is not simply because of the kind of atmosphere of the white box but is really to test the configuration of what an exhibition space can be and what it produces. So we never know what the final outcome will be. Several things that are discovered during the process can become the most important points of the project, so we really engage with reality that is experimental every single time. And then regarding the mediatic side of it, from the moment that we discovered the story of this boat by having an informal conversation with Hesperia Iliadou, we immediately understood that this was the perfect location for an exhibition. Full of problems but a memorable event for the visitors.
What is the motivation behind the whole project?
DTM: It is a way to organize an independent project in the context of big institutions. The Unfolding Pavilion is not related to any institution, so we have complete freedom, which is extremely important for us. We engage into a dialogue about what the institution of the Biennale is and how it functions, and we establish a love-hate relationship with it. We acknowledge the importance of this event in gathering visitors from all over the world, this is the ‘love’ aspect, but there is also the ‘hate’ aspect of the big, often menacing, economic apparatus of the Biennale.  
DTF: Each year there are very specific conditions under which we operate and we engage critically with. The first year the condition was the budget as we didn’t have any sponsors we created everything with a total budget of 2000 EUR from our pockets, 1000 each. By choosing not to enter the specific trajectory of investing 30.000 or more money we needed to find another way to solve the problem. The second year we agreed with the city council that we would refurbish one apartment of the housing complex in Giudecca, which we did with a sponsorship from Innsbruck University plus our free engagement. The way me and Daniel are operating is quite consistent, we both started to work independently on our critical projects online on our platforms of communications. We transferred the way of working to the production of architectural exhibitions and we still work in the same way as we both started separately.
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Sketches of the Exhibition Design for the Unfolding Pavilion 2021 | Drawing © ErranteArchitetture / Unfolding Pavilion
DTM: Regarding the institutional critique, as Davide said, in the first edition we reacted to the budget that is associated with making a pavilion in Venice and we defined the rule that we would deal with only one percent of the regular budget (which is about 200.000 EUR), so we made an exhibition with a budget of 2.000 EUR. In the second edition, we consumed almost the entire budget for refurbishing our temporary exhibition space - the apartment in Giudecca - and hence making it again available as a social housing unit for a new family. The ‘Architectural Review’ recently critiqued the fact that an extreme amount of resources go into building these temporary exhibitions for the Biennale, which have a carbon footprint quite disproportionate to their lifespan. For the third edition we asked ourselves - do we consider it a good way of practice to build up an exhibition that lives only for a few days or weeks and is then stored somewhere or even trashed? We decided right from the beginning to design everything as a travelling exhibition and so Venice is only the first stop of this project, which will travel and expand in the near future.      
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The exhibition inside of the belly of Il Nuovo Trionfo. | Photo © Stefano Di Corato; atelier XYZ / Unfolding Pavilion
How did you guys meet?
DTF: The very first contact was when Daniel was doing OfHouses and he invited me to curate an edition for it. At the same period I was doing research at OII+ on how people were using Tumblr to produce architectural knowledge so I published an interview with Daniel. The real moment with Unfolding Pavillion started in January 2016, when Daniel proposed to me to organize an exhibition during that year’s Venice Biennale. And I said: “why not?”.
DTM: The idea to organize the independent exhibition came out when I was working on the competition for the Romanian Pavilion. I had some very critical ideas and, while finishing the proposal, I realized that this project will never be selected, because it will never get the approvals from the official bodies, institutions and politicians who want to control the country's image. When you want to communicate a critical message, creative freedom is of the utmost importance. So, instead of self censoring your message in order to win a competition, maybe it is just simpler to organize and finance a ‘pavilion’ by yourself...  
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The Vernissage | Photo © Stefano Di Corato, atelier XYZ / Unfolding Pavilion
Tell me more about the Rituals of Solitude; why did you invent this story?
DTM: The story that accompanies our exhibition is not necessarily an invention and it’s not necessarily a reportage. It is something in between. We acted less like journal editors and more like film editors, mixing and montaging different bits and pieces that are real. The story has several layers, and you may disregard some at the first reading - for example the very real part documenting the accelerated privatization of islands in the Venetian lagoon. In the end, if the story is true or false doesn’t really matter. Did this Contessa actually exist? Some say it did, some say it didn’t. It’s totally up to the reader, because the ‘action’ in the story is more of a pretext for unfolding different themes we were interested in: the enforced isolation, the obsessive-compulsive daily rituals, the propagation of fake news… The story is very much fitted to our current context; for the first time in history the entire planet was faced with this crisis, that meant curfews, isolation, lockdowns, elimination of social life... When we studied the design of a John Hejduk project titled “The House for the Inhabitant who Refused to Participate” we immediately recognized in its facade the typical Zoom interface, where people show their private spaces to others, designing their own backgrounds to communicate their personalities. Our concept was to invite 12 teams to work on the interior space of a similarly “public” kind of room, where to imagine a daily ritual. Each of these 12 rooms was to be furnished by a single item of furniture related to only one domestic function, and this idea was taken from the script that John Hejduk imagined for the House. One room had a toiled, one an armchair, one a bed, and so on. We imagined how it is to live in a room that is specifically designed for one purpose. The new rituals - working in bed, the compulsive washing of hands, the consumption of digital junk food - are some of the responses of the 12 invited contributors.     
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From the book “10 immagini per Venezia” edited by Francesco Dal Co, Officina Edizioni, Rome (1980).
DTF: The whole narrative and protocol behind the exhibition was a very specific and intentional take on how to conceive an architecture exhibition which deals with the concept of How will we live together? after and during the pandemic without adopting the two easiest strategies, which for us are both inappropriate. The first would be not to deal with the pandemic issue, as the vast majority of the projects shown at this Biennale do - which makes them already a bit outdated in this sense. The second would be to directly deal with the pandemic, having the pretension that architectural speculation can solve the problem, which is ridiculous. What we did was to incorporate ideas and reflections on the contemporary conditions in a diagonal, indirect way. We made reference to a project that has nothing to do with the current situation but still was capable of activating many analogies and correspondences with it. This looked like the only way in which we could deal with this topic. How to not mention the pandemic but still talk about the new inhabiting conditions was a main question for us and this was for us the best possible answer.    
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All the exhibited works have been exclusively produced for the Unfolding Pavilion by: (ab)Normal, Aristide Antonas, Bart Lootsma, Cruz Garcia & Nathalie Frankowski (WAI Architecture Think Tank), ErranteArchitetture, Fosbury Architecture, Giovanni Benedetti, James Taylor-Foster & Anton Valek, Fala Atelier, Mariabruna Fabrizi & Fosco Lucarelli (Microcities / Socks-studio), MAIO, Matteo Ghidoni, Shumi Bose & Space Popular and Traumnovelle.
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dtferrando · 3 years ago
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Unfolding Pavilion: Rituals of Solitude - Act II
Exhibition
Venezia / 22 May 2021
The ‘Unfolding Pavilion’ is an exhibition and editorial project that pops up at major architecture events in previously inaccessible but architecturally significant buildings.
In its third edition, the Unfolding Pavilion opened on the occasion of the 17th International Architecture Exhibition at the Biennale di Venezia, inside of the belly of an old mercantile sailboat moored at Punta della Dogana. The trabaccolo once belonged to Countess Luisa Albertina di Tesserata: an eccentric art collector who in the 1970s commissioned the construction, on a small island of the Venetian archipelago she owned, of an almost exact replica of an unrealised project by John Hejduk: the House for the Inhabitant who Refused to Participate.
The curators of the Unfolding Pavilion came to know about the house by pure chance, and decided to organize an exhibition inside of its spaces. An agreement was made with the owners of the island, and in the summer of 2020, twelve architects and scholars were invited to spend one week of residency locked inside the replica of John Hejduk’s house. One per room. Each room equipped with only one piece of furniture, which they couldn’t choose. The outcome of the one-week residency were twelve site-specific works dealing with issues of privacy, domesticity and isolation. The house was demolished in December 2020, to give space to a luxury glamping resort. The 2021 edition of the Unfolding Pavilion and its digital counterpart, the website www.ritualsofsolitude.com, are the first documentation of the installations made by the twelve contributors during their one-week residency.
Credits
Curators: Daniel Tudor Munteanu, Davide Tommaso Ferrando Web Design and Development, Sound Design: hund (Ernesto Bellei, Federico Bergonzini, Antonio Alessandro Di Cicco, Simone S. Melis) Exhibition Design and Model Making: ErranteArchitetture (Sarah Becchio & Paolo Borghino) Illustration: Muto, Marialuisa Montanari Photography and Video: Laurian Ghinițoiu; Stefano Di Corato (atelier XYZ) Graphic design: Magda Vieriu & Octavian Hrebenciuc Photogrammetry and Digitalization: Cenk Güzelis; Uwe Brunner Narrator: Alina Mihăescu Production: Carnets (Matteo Vianello, Davide Cecconello, Caterina Barbon, Marco Andreatta); Marco Ballarin; Elisabeta Rabiniuc Mocanu, Ana Victoria Munteanu.
https://www.ritualsofsolitude.com/
https://unfoldingpavilion.com/
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cristinacusani · 5 years ago
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Il mio lavoro Ritorni è parte di Sciame Project.
Il progetto nasce dall’esposizione annuale d’arte contemporanea Lucisorgenti, iniziativa ideata nel 2008 da Franco Troiani a sostegno dei giovani artisti, la cui X edizione è stata interrotta a causa del terremoto che ha colpito il centro Italia nel 2016.
SciameProject, fondato da Miriam Montani, è una pagina web, una raccolta di pensieri e opere di oltre cento partecipanti tra artisti, curatori, critici, operatori culturali e voci sul territorio.
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Impermanenza, Memoria, Abitare, Disabitare, Radicamento, Sradicamento e Motus sono le tematiche affrontate, scandagliate dal terremoto come causa ed effetto. SciameProject si pone come contributo immateriale per far rigermogliare la materia ceduta, in un momento in cui ci troviamo nel punto di scegliere se disabitare la terra o radicarci ancora, con tutte le forze sensibili.
Sciameproject è:
Fabio Giorgi Alberti, Marta Allegri, Francesco Amato, Bruno Amplatz, Marco Andrighetto, Claudia Angrisani, Daniela Ardiri, Alexo Athanasios, Sara Baggini, Giulia Maria Belli, Stefano Baldinelli, Rob Van Den Berg, Elisa Bertaglia, Bianco-Valente, Marta Bichisao, Jaspal Birdi, Sofia Bonato, Federico Borroni, Thomas Braida, Giovanni Sartoti Braido, Gianluca Brando, Annarosa Buttarelli, Alessandra Caccia, Gruppo Cairn, Cristina Calderoni, Riccardo Caldura, Simone Cametti, Chiara Campanile, Tiziano Campi, Lucilla Candeloro, Francesco Capponi, Daniele Capra, Sauro Cardinali, Simone Carraro, Tommaso Ceccanti, Giorgia Cereda, Francesco Ciavaglioli, Adelaide Cioni, Nicola Cisternino, Luca Clabot, Jonathan Colombo, Irene Sofia Comi, Isabel Consigliere, Corale, Cristina Cusani, Gabriella Dalesio, Maria Elisa D’Andrea, Emanuele De Donno, Matilde Di Pietropaolo, Maurizio Donzelli, Simone Doria, Arthur Duff, Léa Dumayet, Chiara Enzo, Tommaso Faraci, Silvia Faresin, Diana Ferrara, Giulia Filippi, Penzo+Fiore, Danilo Fiorucci, Roberta Franchetto, Enej Gala, Benedetta Galli, Elisa Gambino, Maria Luigia Giuffrè, Maddalena Granziera, Aldo Grazzi, Gabriele Grones, Silvia Hell, Interno3, Myriam Laplante, Virginia Di Lazzaro, Iva Lulashi, Annamaria Maccapani, Rita Mandolini, Valerio Magrelli, Fabio Mariani, Luca Marignoni, Nereo Marulli, Alice Mazzarella, Stefania Mazzola, Vittoria Mazzoni, Cecilia Metelli, Leila Mirzakhani, Montanari Testoni Norcia-Cascia, Miriam Montani, Jessica Moroni, Francesca Mussi, Aran Ndimurwanko, Valerio Niccacci, Matteo Nuti, Laura Omacini, Mattia Pajè, Monica Palma, Valeria Palombini, Federica Partinico, Laura P, Ugo Piccioni, Mary Pola, Gianluca Quaglia, Emanuele Resce, Sofia Ricciardi, Paolo Romani, Maria Diletta Rondoni, Marco Rossetti, Antonio Rossi, Elisa Rossi, Marotta & Russo, Giulia Sacchetto, Carlo Sala, Gabriele Salvaterra, Matilde Sambo, Michele Santi, Thomas Scalco, Sa Paradura (fotografie di Massimo Chiappini, testo di Alessia Nicoletti), Sachi Satomi, Carlo Scarpa, Catia Schievano, Alice Schivardi, Davide Serpetti, Nicolò Masiero Sgrinzatto, Hsing-Chun Shih, Davide Silvioli,Thoms Soardi, Meri Tancredi, Sio Takahaschi, Eva Chiara Trevisan, Cristina Treppo, Carmine Tornincasa, Franco Troiani, Sacha Turchi, Matteo Valerio, Silvia Vendramel, Alberto Venturini, Matteo Vettorello, Luigi Viola, Medina Zabo, Andreas Zampella, Vincenzo Zancana, Karin Zrinjski.
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In occasione del terzo anniversario del terremoto che ha colpito il centro Italia, il 30 ottobre 2019  SciameProject è ospite al MACRO ASILO per una presentazione e talk con i partecipanti presenti.
Programma della giornata:
10.00 – 10.30: colazione di benvenuto
10.30- 10.50/11.00: introduzione del progetto e degli artisti che prenderanno parola, verrà inoltre annunciato il preludio di un nuovo progetto all’interno di SciameProject (“Sciame Mobile Residence”, ideato insieme a Athanasios Stefano Alexo, Stella Stefani, Karin Zrinjskj, Vincenzo Zancana, Andreas Zampella).
11.00- 13.00 Talk con: Elisa Bertaglia (artista), Jaspal Birdi (artista), Alessandra Caccia (artista), Isabel Consigliere (artista), Cristina Cusani (artista), Emanuele de Donno (curatore, autore, editore Viaindustriae), Giulia Filippi (artista), Maddalena Granziera (artista), Gabriele Grones (artista) Myriam Laplante (artista), Rita Mandolini (artista), Fabio Mariani (artista), Alice Mazzarella (artista), #VittoriaMazzoni (artista), Mary Pola (artista), Francesca Mussi (artista), Matteo Nuti (artista), Gianluca Quaglia (artista), Emanuele Resce (artisti), Davide Serpetti (artista), Comitato Sa Paradura (Cascia), Davide Silvioli (curatore), Franco Troiani (artista), Luigi Viola (artista), Medina Zabo (artista), Vincenzo Zancana (artista).
INFO
Museo Macro Asilo
Via Nizza, Roma
30 ottobre 2019 H 10-13
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paeseseratoscana · 6 years ago
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Smuraglia e Montanari a dialogo lunedì pomeriggio al Pecci
Carlo Smuraglia e Tomaso Montanari a dialogo lunedì pomeriggio al Pecci di Prato #Anpi
Il professor Carlo Smuraglia e lo storico d’arte Tomaso Montanari dialogheranno su Memoria, storia e politica, lunedì 28 gennaio dalle 18 al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato. Il presidente emerito dell’Anpi e il presidente del movimento Libertà e Giustizia si confronteranno sull’eredità della Resistenza, il fascismo e i tanti intrecci odierni di un periodo doloroso della…
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giuseppearagno · 7 years ago
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Il trionfo del no al referendum? Quel risultato è ripetibile Giunge da più parti, sommesso ma pressante, probabilmente con l’intenzione maligna di costringerti a scelte frettolose, l’invito a prendere parte attiva al tentativo in atto di ricomporre le forze della sinistra.
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UN CONVEGNO NAZIONALE SU SCOUTISMO E ANTIFASCISMO
Roma
9 marzo 2019, centro Boncompagni 22, via Boncompagni 22, ore 20.30
10 marzo 2019, cinema Caravaggio, via Paisiello 24, ore 10
Dopo le settimane di preparazione e i due giorni passati insieme a Roma siamo tornati alle nostre vite quotidiane, agli studi e al lavoro con una nuova esperienza nello zaino. È stato un weekend intenso e bello.
Ecco i portali dove nei prossimi giorni pubblicheremo progressivamente i materiali del convegno: foto, atti, registrazioni.
Le registrazioni su Soundcloud 
Documenti e slide in una cartella condivisa
Le foto su Flickr
I partecipanti al convegno hanno scelto di lasciarsi con una serie di impegni condivisi per continuare insieme, li trovi a questo link.
L’appello che ha lanciato un convegno nazionale su scoutismo e antifascismo rimane aperto alle firme di capi in servizio e di ex capi scout delle associazioni italiane. L’indirizzo è sempre quello: [email protected] 
L’appello
Siamo educatori scout, Capi e soci adulti delle associazioni italiane, antifascisti per storia e visione del mondo. Vogliamo piantare la nostra tenda anche in questa fase storica così delicata, in questo mondo che muta così velocemente in una direzione che ci pare spesso sbagliata, preoccupante e contraria ai nostri valori.
Troppo spesso dai quattro angoli del paese e del continente ci arrivano storie strazianti. Personaggi violenti picchiano donne e uomini colpevoli solo di essere diversi per idee, per colore della pelle, per opinioni sulla vita e sul mondo. Intolleranza e sopraffazione si diffondono mentre esseri umani muoiono in mare. Nella politica e nella società, il livello di discussione si limita spesso a slogan che nascondono lacune culturali e una evidente mancanza di consapevolezza rispetto alla realtà. Nonostante i dati parlino di un numero di reati in costante diminuzione, gli imprenditori della paura speculano sul senso di insicurezza e precarietà della gente, per alimentare sui territori insensate guerre tra poveri.
Ogni settimana, ogni giorno, in giro per gli stessi territori bambine, bambini, ragazze e ragazzi, giovani e Capi continuano allo stesso tempo a giocare un gioco che ha ormai più di cent'anni e che si basa su principi completamente opposti: fratellanza, vita all'aria aperta, educazione fra pari sono il cardine di ciò che noi chiamiamo educazione alla libertà. Per questo sappiamo che l’antifascismo per un Capo scout è una scelta di metodo, oltre che un valore: è un modo di fare, uno stile dell’educare, un’attenzione da tenere costantemente presente quando si organizzano giochi, attività, proposte.
Le associazioni scout italiane da sempre hanno tenuto fermo questo patrimonio di idee e di valori. Il CNGEI nella propria carta di identità associativa pone la democrazia, all’interno dei propri processi decisionali e come fulcro della propria azione educativa,  tra le proprie scelte fondanti e caratterizzanti e, quanto all'educazione dei giovani, evidenzia il concetto di coeducazione, ovvero di educazione per tutti e con tutti, accettando e rispettando ogni diversità. L’AGESCI pone l’antifascismo tra i riferimenti fondamentali della Scelta Politica contenuta nel Patto Associativo, il documento fondativo dell’unificazione di ASCI e AGI avvenuta nell’aprile 1974: da allora lo ha sempre mantenuto come irrinunciabile, rilanciandolo e facendolo vivere negli eventi per capi e ragazzi, oltre che nella propria quotidiana democrazia associativa.
Questo è un coraggio che viene da lontano. Le Aquile Randagie in Lombardia, gli scout clandestini dello Stretto e della Calabria, le guide e gli scout antifascisti a Roma: durante gli anni della Giungla Silente, quando la dittatura nazifascista soppresse tutte le associazioni educative diverse dall’Opera Nazionale Balilla e dall’Azione Cattolica, gruppi di Capi e ragazzi scelsero la clandestinità perché alla base del loro agire avevano una scelta di mondo, un'idea di ciò che l'uomo e la donna possono diventare, quella che oggi alcune associazioni scout chiamano Partenza. 
Da tempo noi ci troviamo invece ad assistere, oltre a momenti positivi e a prese di posizioni auspicabili, anche a contraddizioni e compromessi all'interno delle nostre associazioni. A timidezze e a volte a errori: ad attività da migliorare, a episodi non affrontati, a Capi non abbastanza preparati e non abbastanza consapevoli e attivi sui temi dell'antifascismo; allo stesso tempo conosciamo quanto i Capi giovani - e non solo - oggi chiedano formazione di qualità e posizioni rigorose su antifascismo, antirazzismo, nonviolenza e critica radicale al potere come dominio. Vediamo anche che i nostri ragazzi, molto più adulti oggi delle generazioni che li hanno preceduti, sono fortunatamente meno disposti ad accettare risposte preconfezionate e ordini che vengono da adulti, a volte Capi, spesso pronti ad ostentare un’autorità che non hanno, anziché esprimere una più auspicabile autorevolezza: sono così proprio le future donne e i futuri uomini che ci sono affidati a chiedere sui grandi temi dei nostri tempi proposte chiare, contenuti forti, qualità educativa elevata.
Sappiamo bene quanto sia difficile essere associazione al giorno d’oggi. È per questo allora che vogliamo essere fedeli alla nostra Promessa e renderci utili anche in tempi che troviamo cupi, trasformandoli in giorni promettenti. Vogliamo ritrovarci per discutere e pensare, per condividere ciò che ci sta a cuore, migliorare la nostra azione educativa e confermarla ancorata a quei riferimenti che per noi sono irrinunciabili. Vogliamo costruire un pensiero che sia di servizio alle associazioni che operano sul territorio e ai singoli Capi che si impegnano ai quattro angoli del paese.
Ci convochiamo allora, come Capi scout, educatori liberi, in un Convegno nazionale su scoutismo e antifascismo, che vivremo il 9 e il 10 marzo 2019 a Roma, presso il cinema Caravaggio. Un incontro di studio, di riflessione, di dibattito, di approfondimento e meditazione. Un incontro di formazione. Un altro passo nella giusta direzione.
Siamo Capi scout,
Siamo antifascisti.
Coordinamento Capi Scout Antifascisti
Per aderire scrivi a [email protected]
I capi firmatari dell’appello
Tommaso Caldarelli, Lazio, Agesci
Maria Chiara Porretta, Lazio, Agesci
Margherita Posta, Lazio, Agesci
Paolo Nunziante, Liguria, Agesci
Valentino Scordino, Calabria, Agesci
Giovanni Gaiera, Lombardia, Agesci
Emanuele Luigi Colazzo, Lazio, Agesci
Daniela Ferrara, Sicilia, Agesci
Nicola Selim Babaoglu, Bologna, Cngei
Luca Montanari, Bologna, Cngei
Laura Pattuzzi, Emilia-Romagna, Agesci
Mattia Pesci, Emilia-Romagna, Agesci
Silvia Sturani, Veneto, Agesci
Padre Giuseppe Trotta Sj, Campania, Agesci
Mariarosaria Zamboi, Lazio, Agesci
Giorgio Manca, Lazio, Agesci 
Saverio Sciao Pazzano, Calabria, Agesci
Ciro Facciolla, Portici, Cngei
Antonello Praticó, Calabria, Agesci
Luca Scarpiello, Bari, Cngei
Riccardo Camedda, Roma, Cngei
Gregorio Lombardi, Fermignano, Cngei
Giada Jacqueline Todisco Grande, Fermignano, Cngei
Mirta Cimmino, Napoli, Cngei
Matteo Morara, Emilia Romagna, Agesci
Margherita Milone, Liguria, Agesci
Chiara Zotti, Piemonte, Agesci 
Gianluca Scacco, Emilia Romagna, Agesci
Lia Zornetta, Emilia Romagna, Agesci
Federico Scarpelli, Toscana, Agesci
Attilio Valentini, Ariccia, Cngei
Paolo Biella, Lombardia, Agesci
Francesca Galletti, Ariccia, Cngei
Azzurra Chiaramonti, Lazio, Agesci 
Silvia d’Auria, Lazio, Agesci
Simone Barbieri, Liguria, Agesci
Giovanni Raffa, Calabria, Agesci
Antongiulio Cavaliere Converti, Calabria, Agesci
Giulia Addazi, Lazio, Agesci
Dina Tufano, Lombardia, Agesci
Lorenzo Morandi, Lombardia, Agesci
Alessandro Cogorno, Liguria, Agesci
Caterina Bondi, Emilia Romagna, Agesci
Andrea Biglietti, Bologna, Agesci
Francesco Mancioppi, Liguria, Agesci
Marco Fumagalli, Lombardia, Agesci
Pietro Acrami, Lombardia, Agesci
Pierpaolo Rapicano, Campania, Agesci
Francesca Saccomandi, Emilia Romagna, Agesci
Lorenzo Gilli, Lazio, Agesci
Benedetta Rubino, Lombardia, Agesci
Luca Pirolo, Lombardia, Agesci
Teresa Ballerini, Pesaro, Cngei
Matteo Zornetta, Emilia Romagna, Agesci
Matilde Marzorati, Lombardia, Agesci
Giulia Ventimiglia, Lombardia, Agesci
Anna Cerati, Lombardia, Agesci
Jacopo Mascheroni, Lombardia, Agesci
Carolina Vitale, Lombardia, Agesci
Jacopo Cerati, Lombardia, Agesci
Laura Maialetti, Lombardia, Agesci
Giovanni Romano, Lecce, Cngei
Pietro Feltri, Lombardia, Agesci
Bianca Ferrari, Milano, Cngei
Daniele Caldarelli, Ariccia, Cngei
Francesca Fumagalli, Lombardia, Agesci
Jacopo Pesiri, Padova, Gruppo Scout Pablo Neruda
Claudio Ielmini, Piemonte, Agesci
Marta Abbate, Lombardia, Agesci
Chiara Abbate, Lombardia, Agesci
Sarah Longo, Lombardia, Agesci
Francesca Gorla, Lombardia, Agesci
Giovanni Terribile, Lombardia, Agesci
Alessandro Colombo, Lombardia, Agesci
Camilla Tambani, Lombardia, Agesci
Gabriele Riva, Lombardia, Agesci
Davide Scopece, Lombardia, Agesci
Cristina Pilichi, Lombardia, Agesci
Giulia Galliani, Lombardia, Agesci
Flavio Zecchinello, Lombardia, Agesci
Marco Piazzoni, Lombardia, Agesci
Carlo Bidoia, Lombardia, Agesci
Luciano Squillaci, Calabria, Agesci
Antonino Nunnari, Calabria, Agesci
Anna Colombo, Lombardia, Agesci
Samuele Pirronello, Lombardia, Agesci
Maddalena Cavadini, Lombardia, Agesci
Maria Fera, Liguria, Agesci
Anna Colombo, Lombardia, Agesci 
Cecilia Barberis, Lombardia, Agesci
Sofia Ronchetti, Lombardia, Agesci
Giuggi Palmenta, Calabria, Agesci
Andrea Bosio, Liguria, Agesci
Elisa Galli, Lazio, Agesci
Andrea Bogino, Sardegna, Agesci
Jessica Marino, Calabria, Agesci
Fabio Tassone, Lazio, Agesci
Davide Palluzzi, Lazio, Agesci
Matteo Spallacci, Marche, Agesci
Sara Lonato, Lombardia, Agesci
Marino Marinelli, Toscana, Agesci
Medea Zanon, Bologna, Cngei
Valentina d'Alessio, Abruzzo, Agesci
Lucia Romeo, Calabria, Agesci
Angela Pesce, Umbria, Agesci
Manlio Majorani, Umbria, Agesci
Giulia Ghini, Emilia Romagna, Agesci
Cristian Calzolari, Bologna, Agesci
Pierpaolo Giordano, Ariccia, Cngei
Salvo Ranno, Messina, Cngei
Tiziano Carbone, Velletri, Cngei
Sara Moon Villa, Milano, Cngei
Susanna Chiulli, Lazio, Agesci
Emanuele Falcolini, Lazio, Agesci 
Marialuisa Mortara, Lazio, Agesci
Domenico Alghiri, Lazio, Agesci
Antonio Coccia, Lazio, Agesci  
adesioni in continuo aggiornamento...
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Sostenitori - Ex capi scout 
Gian Domenico Ricaldone, Liguria; Annarita Leobruni, Lazio; Elisabetta Fonti, Lazio; Matteo Fontana, Lazio; Giulia d’Auria, Lazio; Romolo Corradi, Marche; Amaniele Teke, Lazio; Valentina Marra, Lazio; Vittorio Agnoletto, Lombardia; Fabio Siclari, Calabria; Alessandro Cartisano, Calabria; Cosimo Magnelli, Toscana; Alice Vergani, Lombardia; Fulvia Fadda, Toscana; Michela Brambilla, Lombardia; Alessandro Colleoni, Lombardia;  Adriano Palagi, Toscana; Giovanni Cresci, Toscana; Marta Cristianini, Lazio; Giulio Lattanzi, Toscana; Christina Tanca, Marche; Michela Laurenzo, Sardegna
Raccogliamo adesioni di capi ed educatori scout, di assistenti ecclesiastici, di ex capi scout. 
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confrontodemocratico · 2 years ago
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Infuria il dibattito a sinistra contro Meloni «IL» presidente. Le voci di Murgia e Montanari. Calenda: «Così fate il suo gioco»
Una questione grammaticale o ideologica? Politici, giornalisti e scrittori si dividono  Continua la polemica, che coinvolge diversi intellettuali della sinistra, contro la decisione di Giorgia Meloni di farsi chiamare «IL presidente del consiglio». Ultimi in ordine di tempo Michela Murgia, che ne fa una questione di grammatica italiana da rispettare, così come Tommaso Montanari che con un tweet…
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