#terremoto di San Giuliano di Puglia
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Sisma in Molise, paura e gente in strada
Paura in Molise: nella terra del dramma di San Giuliano di Puglia, quando nel 2002 morirono in 29 tra bimbi e maestra nel crollo della scuola Iovine, una nuova scossa di terremoto, breve ma intensa. Epicentro a Montagano, alle ore 23:52 di ieri, a pochi chilometri da Campobasso, 4.6 di magnitudo con ipocentro a una profondità di 23 chilometri. Da giorni il sottosuolo molisano è nervoso, e si…
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kritere · 2 years ago
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L’INGV spiega quanto deve preoccupare il terremoto in Molise e qual è il rischio sismico nell’area
DIRETTA TV 29 Marzo 2023 Claudio Chiarabba, direttore dipartimento terremoti INGV: “In provincia di Campobasso sono possibili terremoti anche molto forti come quelli di di San Giuliano di Puglia del 2002. È bene esserne a conoscenza”. Intervista a Claudio Chiarabba Direttore dipartimento terremoti INGV. 2 CONDIVISIONI “In provincia di Campobasso sono possibili terremoti anche molto forti. È…
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edicoladelcarmine · 2 years ago
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CHIESE DEDICATE ALLA MADONNA DEL CARMINE
La Chiesa sussidiaria di Santa Maria del Carmine è situata in pieno centro storico, in Piazza Nicola Sant'Angelo, 10, al centro del paese di Busso (CB), attigua all’ex palazzo ducale. Costruita dal marchese Ottaviano Capace nel secolo XV, ma si fa menzione, in una lapide murata sul portale, alla data 1533. Fu danneggiata gravemente dal terremoto del 1805 e fu ricostruita, ampliata e dotata di un ampio Coro nel 1890. Subì, inoltre, il terremoto del 31 Ottobre 2002, in cui perirono gli scolari di San Giuliano di Puglia (CB). Contiene, tra l'altro, un gruppo scultoreo in legno scolpito e dipinto in oro della Madonna del Carmelo con Bambino, di autore sconosciuto ma di bottega molisana, della fine del secolo XVIII, inizio secolo XIX. Per saperne di più: https://edicoladelcarmine.suasa.it/Busso.html Per aggiungere informazioni: [email protected]
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gregor-samsung · 5 years ago
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Il cemento armato «regolare» regge circa due-trecento chili per centimetro quadrato, un valore che permette una buona sicurezza, sapendo che quella assoluta non esiste. Ma il liceo Romita di Campobasso è stato costruito con un cemento che, saggiato, ne regge quarantasei, mentre in altre scuole non si arriva a settanta e ci sono asili in cui il valore riscontrato è di dodici chili. Non è un po’ poco? Se queste sono le premesse, come si fa a meravigliarsi di quanto accaduto a San Giuliano di Puglia nel [31 ottobre] 2002? Questo quando si è messa più sabbia che cemento e quando questa sabbia non è di fiume, ma di mare, che costa niente e che reca con sé sali corrosivi per il ferro delle armature. Quando quel ferro è ben commisurato: chi si accorge se si utilizzano tondini con un diametro di cinque centimetri invece di dieci? Eppure questa è quasi la regola in Italia.
Mario Tozzi, Paure fuori luogo. Perché temiamo le catastrofi sbagliate, Einaudi (collana Passaggi), 2017; p. 100.
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canesenzafissadimora · 2 years ago
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Il boato e poi il crollo. Sotto le macerie della scuola elementare "Francesco Jovine" persero la vita 27 bambini e una maestra. Erano le 11.32 del 31 ottobre di 20 anni fa quando il terremoto colpì San Giuliano di Puglia. Ora come allora, ci stringiamo nel ricordo delle 30 vittime e nel sostegno a tutta la comunità.
(dalla pagina fb del dipartimento di protezione civile)
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Rete 4 ricorda la tragedia di San Giuliano di Puglia
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Rete 4 ricorda la tragedia di San Giuliano di Puglia. Era il 31 ottobre 2002. Alle 11.32, una violenta scossa di terremoto fa crollare il solaio di copertura di parte dell'edificio scolastico "Francesco Jovine", a San Giuliano di Puglia (CB). Nella costruzione, che comprendeva scuola materna, elementare e media, rimangono intrappolati sotto le macerie 57 bambini, 8 insegnanti e 2 bidelli: 27 bimbi e una maestra perdono la vita. Esattamente 20 anni dopo, la rete diretta da Sebastiano Lombardi ricorda il drammatico evento, con il documentario «Trauma - La tragedia di San Giuliano di Puglia», in onda in prima visione assoluta oggi in seconda serata. A cura di Andrea Broglia, per MNEO - Archivio Italiano della Memoria, «Trauma» fa la cronaca delle conseguenze del terremoto del 2002 nel comune molisano, per poi addentrarsi nel mondo oscuro delle ferite subite dall'intera comunità. Inizialmente la narrazione è più concitata, con immagini di repertorio in gran parte inedite, e poi più dilatata, per dare spazio alle vittime e a chi lotta per ridurre l'impatto degli shock patiti. Un lavoro meticoloso e paziente, grazie al quale molte persone che non avevano mai voluto parlare si sono aperte davanti alle telecamere. Un lungo percorso completato in giro per l'Italia, anche nei luoghi dove sono andati a vivere la gran parte dei ragazzi sopravvissuti. Tra le voci raccolte, quelle dei genitori che hanno perso i figli; di alcuni dei ragazzi e di una delle maestre estratti vivi da sotto le macerie; dei vigili del fuoco e dei volontari che prestarono servizio; dei genitori e delle sorelle dei giovani sopravvissuti; dell'ex preside della "Francesco Jovine"; di un vigile urbano; di un prete; del presidente del Comitato vittime di San Giuliano; di un giornalista locale, che ha seguito l'intera vicenda fino ai giorni nostri; delle psicoterapeute intervenute a più riprese. Su tutte le voci, emerge il monito dei cittadini di San Giuliano: lo Stato, gli enti locali, investano nella sicurezza delle scuole, anche e soprattutto grazie alle risorse del Pnrr.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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retemeteoamator-blog · 5 years ago
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Oggi è un triste ricordo il 31 ottobre 2002, il terremoto di San Giuliano di Puglia. Alle 11.32 una scossa di magnitudo 5.8 colpisce la provincia di Campobasso. 30 le vittime tra cui 27 bambini e una maestra coinvolti nel crollo della scuola "Francesco Jovine". Eventi come questi purtroppo non dovrebbero mai accadere in un paese civile, ma ci devono far ricordare quanto c'è da investire e lavorare per la messa in sicurezza delle strutture pubbliche e non solo. 📷 Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco Rete Meteo Amatori https://www.instagram.com/p/B4SHjrCItZC/?igshid=xdotsxrefxnc
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italianaradio · 5 years ago
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Terremoto a San Giuliano. Presentazione del Parco della Memoria con Santo Marra
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/terremoto-a-san-giuliano-presentazione-del-parco-della-memoria-con-santo-marra/
Terremoto a San Giuliano. Presentazione del Parco della Memoria con Santo Marra
Terremoto a San Giuliano. Presentazione del Parco della Memoria con Santo Marra
Il prossimo mercoledì 29 gennaio, l’architetto Santo Marra, su invito del Cis Calabria presenterà nella sala S. Giorgio al Corso di Reggio Calabria il “Parco della Memoria” di San Giuliano di Puglia, progetto del 2006 realizzato nel 2011, in ricordo delle vittime per il crollo della Scuola Francesco Jovine durante il terremoto del 31 ottobre 2002. “Dopo tanti anni è la prima volta che lo presento pubblicamente – dichiara Marra – perché è un progetto che non si sarebbe mai dovuto realizzare, nessuno mai avrebbe voluto realizzare, quella scuola non doveva crollare. Provo sempre grande tristezza a parlarne, piuttosto cerco di farlo con il massimo rispetto per il dolore dei familiari dei bambini di San Giuliano.” Introdurranno la presentazione Loreley Rosita Borruto (Presidente CIS Calabria – Centro Internazionale Scrittori della Calabria) e il professor Ottavio Amaro (Direttore Generale Università Mediterranea). Il terremoto del 31 ottobre 2002 colpì il Molise con epicentro San Giuliano di Puglia in provincia di Campobasso. Ventisette bambini e la loro maestra morirono per il crollo della Scuola Elementare Francesco Jovine. Altre due persone in circostanze diverse, anziane, forse per lo spavento. L’edificio non era a norma, la verità giuridica è che il crollo della scuola è responsabilità umana, non è, purtroppo, destino isolato. Gran parte del patrimonio edilizio dell’Italia è sismicamente inadeguato. Dopo la tragedia, le iniziative di solidarietà si sono moltiplicate e, insieme ai soccorsi, hanno dato una positiva dimostrazione di tempestività. Tra tutti, anche il Cna (Consiglio Nazionale degli Architetti), ha voluto un simbolo per ricordare la tragedia e ha promosso un concorso di architettura, che si è poi svolto nel 2006. “La partecipazione al concorso è stata tutt’altro che semplice, anzi tormentata – sottolinea l’architetto Marra – specialmente doversi confrontare con il tema del ricordo, dell’elaborazione del lutto, in una tragedia che si era prolungata oltre l’evento, in forme contro natura come la sopravvivenza ai propri figli.” Il progetto vincitore, è stato scelto tra 201 proposte: il Parco della Memoria come opera d’arte totale, uno spazio psichico sovrapposto ad un luogo fisico, interattivo in quanto polisensoriale, a basso impatto perché fa ricorso a misure compensative e a principi di risparmio energetico, land art, paesaggio e soprattutto lighting design. Questo è stato lo sforzo di significato del progetto, che, insieme agli elementi simbolici introdotti, s’impegnava a consentire un percorso psicologico di elaborazione del lutto, perché chi sopravvive ai propri piccoli e ai propri cari ha bisogno di ri-conoscere e ri-costruire nel tempo immemorabile della vita la relazione insostituibile con essi ripercorrendo nella storia dell’essere stato la storia del poter essere il futuro. L’esperienza della progettazione esecutiva e quella del cantiere meritano un piccolo cenno, per metodo e armonia di intesa delle parti in causa, prima tra committenza, progettisti e Comitato delle Vittime, e dopo anche con impresa esecutrice e commissione di collaudo in corso d’opera. Tutto si è mosso nella stessa direzione, per gli stessi obiettivi, cioè realizzare un’opera che facesse sentire il peso di una responsabilità, che esprimesse un ricordo rispettoso. Quindi, la progettazione (e poi la realizzazione) è stata preceduta e accompagnata dalla partecipazione del Comitato delle Vittime, a cui è stato garantito sempre la possibilità di entrare in merito alle scelte di progetto e in cantiere per seguire l’avanzamento dei lavori, per non avere sorprese sul risultato finale. L’impresa esecutrice non ha mai contestato un disegno o una richiesta, ha sempre eseguito con la massima correttezza le prescrizioni progettuali. Anche i collaudatori hanno seguito il cantiere passo passo, prescrivendo all’occorrenza migliorie costruttive (vedasi, per esempio, il collegamento in testa dei giunchi luminosi), specialmente al fine di aumentare la sicurezza nella fruizione dell’opera. A testimoniare il forte spirito collaborativo per l’obbiettivo comune di realizzazione dell’opera, nella parte sommitale del Parco della Memoria, all’ingresso, sono posizionate due targhe commemorative aggiuntive, la prima in ricordo di Raffaele Sirica, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti che ha voluto il Concorso Internazionale, improvvisamente scomparso il 16 aprile 2009; la seconda a Mario Di Biase, noto Imprenditore, prematuramente scomparso il 20 dicembre 2010. L’opera, invece, è stata inaugurata il 31 ottobre 2011, il giorno del nono anniversario della tragedia, con cerimonia solenne.
Il prossimo mercoledì 29 gennaio, l’architetto Santo Marra, su invito del Cis Calabria presenterà nella sala S. Giorgio al Corso di Reggio Calabria il “Parco della Memoria” di San Giuliano di Puglia, progetto del 2006 realizzato nel 2011, in ricordo delle vittime per il crollo della Scuola Francesco Jovine durante il terremoto del 31 ottobre 2002. “Dopo tanti anni è la prima volta che lo presento pubblicamente – dichiara Marra – perché è un progetto che non si sarebbe mai dovuto realizzare, nessuno mai avrebbe voluto realizzare, quella scuola non doveva crollare. Provo sempre grande tristezza a parlarne, piuttosto cerco di farlo con il massimo rispetto per il dolore dei familiari dei bambini di San Giuliano.” Introdurranno la presentazione Loreley Rosita Borruto (Presidente CIS Calabria – Centro Internazionale Scrittori della Calabria) e il professor Ottavio Amaro (Direttore Generale Università Mediterranea). Il terremoto del 31 ottobre 2002 colpì il Molise con epicentro San Giuliano di Puglia in provincia di Campobasso. Ventisette bambini e la loro maestra morirono per il crollo della Scuola Elementare Francesco Jovine. Altre due persone in circostanze diverse, anziane, forse per lo spavento. L’edificio non era a norma, la verità giuridica è che il crollo della scuola è responsabilità umana, non è, purtroppo, destino isolato. Gran parte del patrimonio edilizio dell’Italia è sismicamente inadeguato. Dopo la tragedia, le iniziative di solidarietà si sono moltiplicate e, insieme ai soccorsi, hanno dato una positiva dimostrazione di tempestività. Tra tutti, anche il Cna (Consiglio Nazionale degli Architetti), ha voluto un simbolo per ricordare la tragedia e ha promosso un concorso di architettura, che si è poi svolto nel 2006. “La partecipazione al concorso è stata tutt’altro che semplice, anzi tormentata – sottolinea l’architetto Marra – specialmente doversi confrontare con il tema del ricordo, dell’elaborazione del lutto, in una tragedia che si era prolungata oltre l’evento, in forme contro natura come la sopravvivenza ai propri figli.” Il progetto vincitore, è stato scelto tra 201 proposte: il Parco della Memoria come opera d’arte totale, uno spazio psichico sovrapposto ad un luogo fisico, interattivo in quanto polisensoriale, a basso impatto perché fa ricorso a misure compensative e a principi di risparmio energetico, land art, paesaggio e soprattutto lighting design. Questo è stato lo sforzo di significato del progetto, che, insieme agli elementi simbolici introdotti, s’impegnava a consentire un percorso psicologico di elaborazione del lutto, perché chi sopravvive ai propri piccoli e ai propri cari ha bisogno di ri-conoscere e ri-costruire nel tempo immemorabile della vita la relazione insostituibile con essi ripercorrendo nella storia dell’essere stato la storia del poter essere il futuro. L’esperienza della progettazione esecutiva e quella del cantiere meritano un piccolo cenno, per metodo e armonia di intesa delle parti in causa, prima tra committenza, progettisti e Comitato delle Vittime, e dopo anche con impresa esecutrice e commissione di collaudo in corso d’opera. Tutto si è mosso nella stessa direzione, per gli stessi obiettivi, cioè realizzare un’opera che facesse sentire il peso di una responsabilità, che esprimesse un ricordo rispettoso. Quindi, la progettazione (e poi la realizzazione) è stata preceduta e accompagnata dalla partecipazione del Comitato delle Vittime, a cui è stato garantito sempre la possibilità di entrare in merito alle scelte di progetto e in cantiere per seguire l’avanzamento dei lavori, per non avere sorprese sul risultato finale. L’impresa esecutrice non ha mai contestato un disegno o una richiesta, ha sempre eseguito con la massima correttezza le prescrizioni progettuali. Anche i collaudatori hanno seguito il cantiere passo passo, prescrivendo all’occorrenza migliorie costruttive (vedasi, per esempio, il collegamento in testa dei giunchi luminosi), specialmente al fine di aumentare la sicurezza nella fruizione dell’opera. A testimoniare il forte spirito collaborativo per l’obbiettivo comune di realizzazione dell’opera, nella parte sommitale del Parco della Memoria, all’ingresso, sono posizionate due targhe commemorative aggiuntive, la prima in ricordo di Raffaele Sirica, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti che ha voluto il Concorso Internazionale, improvvisamente scomparso il 16 aprile 2009; la seconda a Mario Di Biase, noto Imprenditore, prematuramente scomparso il 20 dicembre 2010. L’opera, invece, è stata inaugurata il 31 ottobre 2011, il giorno del nono anniversario della tragedia, con cerimonia solenne.
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htotv · 5 years ago
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Vigili del Fuoco - San Giuliano di Puglia (CB, Il terremoto fa crollare ...
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Sisma nella notte in Molise, paura e gente in strada
La paura torna a farsi sentire in Molise: nella terra del dramma di San Giuliano di Puglia, quando nel 2002 morirono in 29 tra bimbi e maestra nel crollo della scuola Iovine, si registra una nuova scossa di terremoto, breve ma intensa. Epicentro a Montagano, alle ore 23:52 di ieri, a pochi chilometri da Campobasso, 4.6 di magnitudo con ipocentro a una profondità di 23 chilometri. Da giorni il…
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passionevegano · 5 years ago
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Sopravvissuta miracolosamente al crollo della scuola di San Giuliano di Puglia, si laurea e diventa maestra
Sopravvissuta miracolosamente al crollo della scuola di San Giuliano di Puglia, si laurea e diventa maestra
Questa è la storia di Veronica D���Ascenzo che oggi ha 24 anni ma che, in quel lontano e maledetto 31 ottobre 2002, era solo una bambina che si è trovata ad affrontare un’esperienza davvero terribile: il crollo della sua scuola in seguito ad un terremoto che le ha portato via 27 compagni e una maestra.
Facciamo riferimento ovviamente al crollo della scuola Francesco Jovine di San Giuliano di Puglia
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piazzarossetti · 7 years ago
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Terremoto S.Giuliano, 'Giornata della Memoria'
Il 31 ottobre, a 15 anni da morte di 27 alunni e della loro maestra Consiglio regionale del Molise in seduta monotematica martedì 31 ottobre, alle 9.30, per celebrare la 'Giornata della memoria' in ricordo dei 27 bambini e della loro maestra di San Giuliano di Puglia (Campobasso), morti nel crollo dell... http://dlvr.it/PxhmJm
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tmnotizie · 7 years ago
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GROTTAMMARE – Domani, venerdì 25 agosto, alle ore 18,30, in piazza Kursaal, presso la Biblioteca di spiaggia, si terrà la presentazione della fiaba “Ben, Tondo e gatto Peppone“. L’iniziativa è gratuita, eventuali proventi dalla vendita del libro andranno a progetti didattici per i bambini di Visso e Amandola, due località marchigiane fortemente danneggiate dal sisma.
L’autore, Gino Marchitelli, ha due hobby: la scrittura e la bicicletta. Il 19 agosto è partito per un lungo viaggio su due ruote di quasi 1200Km con 15 tappe, da San Giuliano Milanese, in Lombardia, a Carovigno, in Puglia, per presentare il suo ultimo libro, e con l’occasione riportare l’attenzione sulle difficoltà delle popolazioni terremotate e, in particolare, per i bambini colpiti dal sisma del 2016.
La raccolta fondi, infatti, andrà a finanziare due laboratori didattici curati dalla Mus-e Italia Onlus, filiale italiana di una associazione internazionale impegnata sul fronte dell’integrazione multiculturale nell’infanzia attraverso l’arte e la didattica. Marchitelli, autore di romanzi noir, questa volta si è cimentato con una storia per bambini: la fiaba racconta un’avventura con protagonisti topi e gatti, nella quale, con leggerezza, emerge il tema della lotta alle ingiustizie e ai pregiudizi contro i “diversi”. Illustrazioni della disegnatrice Julia Barissani. La storia è adatta a bambini dagli 8 anni in su.
Con l’occasione, si ricorda che la Biblioteca di spiaggia – servizio di prestito libri e riviste e di informazione turistica  – chiuderà i battenti domenica 27 agosto.
Immagine tratta da ginomarchitelli.com
The post Grottammare: Biblioteca di spiaggia: una fiaba per il terremoto, i proventi del libro ai bambini di Visso e Amandola appeared first on TM notizie - ultime notizie di OGGI, cronaca, sport.
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paoloxl · 8 years ago
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Lo scorso 31 gennaio si è tenuto il processo di primo grado per la “strage di Viareggio”, un disastro ferroviario avvenuto il 29 giugno 2009 costato la vita a 32 persone e che ha visto decine di feriti, alcuni dei quali molto gravi. Il processo vedeva imputate 33 persone, tra cui gli allora vertici della holding Ferrovie dello Stato e delle sue controllate, e nove aziende, sia italiane che europee. Le pene inflitte variano dai 5 ai 9 anni e mezzo, ma sono state notevolmente ridotte rispetto alle richieste del Pubblico Ministero. Abbiamo intervistato in proposito Riccardo Antonini, dell’Assemblea 29 giugno, ferroviere licenziato da Mauro Moretti, ex amministratore delegato di FS ed imputato nel processo, proprio per essersi battuto a fianco dei familiari delle vittime. L’azienda ha ritenuto il suo impegno «un conflitto d’interesse» rispetto al proprio lavoro.
Dopo quasi sette anni è arrivata la sentenza di primo grado del Tribunale di Lucca per la strage di Viareggio.Da alcuni è stata vista come «occasione mancata», vista la forte riduzione delle condanne rispetto alle richieste del PM, da altri addirittura è stata definita una «sentenza populista», per citare le parole usate da Armando Dapote, avvocato di Mauro Moretti. Qual è il vostro commento?
Innanzitutto è necessario fare una precisazione sui tempi della sentenza: il collegio giudicante ha voluto accelerare i tempi per impedire che alcuni reati andassero in prescrizione. Il 31 gennaio rappresentava uno degli ultimi giorni utili perché, tra febbraio e marzo, reati come incendio colposo ed altri non sarebbero più stati giudicabili in sede processuale.
Il PM aveva chiesto più del doppio per Moretti, Elia, Margarita ed altri imputati meno “conosciuti”, ma quello che a noi interessa maggiormente è la “qualità della sentenza” e non tanto la quantità delle pene inflitte. È chiaro che gli imputati tenteranno tutte le strade per recuperare sia in Appello che in Cassazione (o in altre forme, come hanno già annunciato a suo tempo), e per questa ragione dovremmo continuare ancora di più nella mobilitazione e nella vigilanza.
Abbiamo già detto che si tratta di pene miti, se proporzionate a quanto accaduto il 29 giugno 2009, ma hanno l’importanza di aver colpito per la prima volta i vertici di un’azienda di Stato. Alle pene più grandi (9 anni e 9 anni e mezzo) sono stati condannati i dirigenti delle società europee coinvolte nella strage; pene leggermente inferiori (da 7 anni e mezzo a 5 anni) sono andate ai massimi dirigenti delle Ferrovie, sia della holding sia delle controllate (Rete Ferroviaria Italiana e Trenitalia). Per questa ragione abbiamo dato un giudizio positivo alla sentenza, in termini di “qualità”, perché era importante e non scontato che si accertassero fino in fondo le responsabilità di questi personaggi in una strage che, è bene ricordarlo, ha fatto 32 vittime, decine di feriti e gravi ustionati e provocato la distruzione di un intero quartiere.
Qual è stato a Viareggio il ruolo delle realtà sociali di base da un lato di intraprendere un percorso di verità e giustizia per quanto accaduto, dall’altro di rendere più “sopportabile” il dolore di un’intera comunità?
Subito dopo il 29 giugno io, insieme ad altri ferrovieri e cittadini di Viareggio, ci siamo da subito costituiti in “assemblea permanente”, dando vita all’Assemblea 29 giugno. Il nostro obiettivo è stato immediatamente quello di intraprendere una battaglia sulla sicurezza da un lato e sulla verità e la giustizia dall’altro. Nei mesi successivi l’Assemblea ha unito le sue forza con i familiari ed i parenti delle vittime che, dopo aver metabolizzato il dolore ed il lutto o, in alcuni casi, dopo essere usciti dall’ospedale, si sono costituiti in associazione, a cui è stato dato il nome “Il mondo che vorrei”. Il presidente dell’Associazione, Marco Piagentini, ustionato al 90%, ha perso durante la strage la moglie e due figli piccoli, ma ha sempre trovato la forza di lottare al nostro fianco.
In questi anni abbiamo fatto tantissime iniziative, andando anche tre volte a Bruxelles, al Parlamento Europeo, per rivendicare quella sicurezza che nella rete ferroviaria italiana manca da sempre e che, se ci fosse stata, non avrebbe dato luogo alla strage di Viareggio, a quella ultima di Andria, a quella di Crevalcore, di Piacenza e ad altri eventi di minore impatto solo in termini di numero delle vittime.
Dal 2010 abbiamo istituito i “Giorni della memoria”, che si tengono in estate e costituiscono un momento importante di dibattito e confronto collettivo sui temi che portiamo avanti. Inoltre il 29 di ogni mese, dal luglio del 2009, ci rechiamo sul luogo della strage alle 23,50, l’orario in cui è avvenuta, per ricordare le 32 vittime, ma soprattutto per ribadire che la memoria è la nostra forza. Infine ogni 29 giugno si tiene una grande manifestazione a Viareggio, che vede la presenza di migliaia di persone (nel 2016 i giornali hanno addirittura parlato di 20 mila partecipanti); numeri che per una città come la nostra sono straordinari. Basti pensare che all’ultima fiaccolata, tenutasi lo scorso 29 dicembre, c’erano più di 500 persone, nonostante il freddo e le cattive condizioni metereologiche. Il 31 gennaio al processo c’erano centinaia di persone a sostegno dei familiari, per aspettare la sentenza tutti assieme.
Tutto questo per dire che la mobilitazione vuol dire solidarietà, unione delle forze, iniziative comuni, organizzarsi per non delegare ad altri questa battaglia e, soprattutto, per non dipendere da altri. Noi abbiamo sempre messo al centro della nostra iniziativa il protagonismo di ognuno, a partire dai familiari delle vittime, cercando di mantenere la massima indipendenza da tutte le forze istituzionali e politiche. È importante segnalare che abbiamo spesso intrecciato il nostro agire con comitati di altre città: martedì all’attesa della sentenza erano presenti anche gli operai di Sesto San Giovanni, che da anni stanno conducendo una battaglia per la salute contro i rischi dell’amianto, esponenti dell’AFeVA, l’Associazione Famigliari Vittime Amianto nata a Casale Monferrato, di cui conosciamo tutti la storia, i familiari delle vittime del Moby Prince di Livorno, quelli dei bambini morti nella scuola elementare durante il terremoto di San Giuliano di Puglia. Si è costituito, attraverso rapporti ed iniziative comuni, un vero e proprio coordinamento di associazioni e comitati nati in seguito alle stragi avvenute nel corso di questi anni. Ognuno dà forza all’altro rispetto ai problemi attuali che riguardano questioni processuali, ma che vertono soprattutto attorno al tema della sicurezza, per la salute e la vita delle persone.
Dopo la sentenza avete fortemente chiesto che personaggi come Moretti, Elia e Margarita, che sono stati condannati ma che continuano a ricoprire ruoli dirigenziali in aziende di Stato o controllate, vengano destituiti dai loro incarichi. Come pensate di dare luogo a questa legittima richiesta?
Dobbiamo sapere che nei mesi successivi al disastro ferroviario noi abbiamo raccolto 10 mila firme nella nostra città per le dimissioni di Moretti da amministratore delegato della holding FS. Le abbiamo consegnate alle massime cariche dello stato, ma sono state (come era prevedibile) accantonate immediatamente. La cosa è comunque servita per portare avanti un’opera di sensibilizzazione e diverse iniziative anche su questo tema.
Mauro Moretti , nominato Cavaliere del Lavoro dall’allora Presidente della Repubblica Napolitano circa un anno dopo la strage, è stato sempre confermato ai vertici di FS sia dal governo Berlusconi, che da Monti e Letta. In quest’ultimo caso la conferma è avvenuta quando Moretti era già stato rinviato a giudizio per la strage. Il governo Renzi lo ha addirittura promosso ad amministratore delegato e direttore generale di Finmeccanica, oggi Leonardo. Giulio Margarita, condannato a 6 anni e 6 mesi,  ex direttore del Sistema gestione sicurezza di Rfi, è adesso uno dei massimi dirigenti dell'Agenzia Nazionale per la sicurezza ferroviaria. Pensate, una persona condannata per aver omesso misure di sicurezza necessarie ad evitare una strage come quella di Viareggio dirige oggi l’istituto più importante in questo Paese rispetto alla sicurezza ferroviaria!
È evidente, dunque, che la politica aveva già assolto questi signori e  proprio per questo sapevamo che non si sarebbe trattato di un processo semplice, visto che sul banco degli imputati sedevano manager di Stato di primo piano. Sapevamo anche che l’unica cosa che avrebbe potuto cambiare la storia processuale sarebbe stata la mobilitazione popolare, le battaglie dei familiari e degli stessi lavoratori delle ferrovie. L’avvocato di Moretti, come dicevi all’inizio, ha definito la sentenza «populista», ma a noi piace intenderla come una «sentenza di volontà popolare», perché è stata in grado di raccogliere, anche se in maniera parziale, un’esplicita richiesta di responsabilità per chi, nelle sue funzioni dirigenziali, non ha fatto nulla per impedire la strage di Viareggio ed altre stragi di questo tipo.
Le dimissioni di Moretti, Elia, Margarita ed altri le abbiamo sempre chieste. Le chiediamo oggi, a maggior ragione, sulla base di una sentenza che accerta le loro responsabilità. Oltre alle dimissioni sia l’Assemblea 29 giugno che l’Associazione dei familiari delle vittime chiede che vengano loto tolte tutte le onorificenze ricevute.
Lei ha parlato molto di sicurezza, non solo quella della rete ferroviaria, ma quella che riguarda la vita e la salute dei cittadini. Le scelte della nostra classe politica vanno, però, in un’altra direzione e tendono ad implementare un modello, quello delle “grandi opere”, che spesso sacrifica sicurezza e manutenzione per i grandi investimenti infrastrutturali. Nei vostri dibattiti e nelle vostre battaglie esce fuori anche questa questione?
La battaglia per la sicurezza che noi stiamo conducendo, che riguarda in particolare il trasporto di merci e persone, si scontra oggettivamente con una linea di investimenti pubblici che è andata in senso opposto. Questo non si può nascondere e l’Alta Velocità ne è un esempio lampante, perché rincorre quella logica di business e profitto che penalizza fortemente le ferrovie come servizio popolare, sociale e sicuro.
Rispetto alla sicurezza ferroviaria, noi come ferrovieri abbiamo individuato già da anni, molto prima della strage di Viareggio, delle proposte concrete che richiedono investimenti pubblici e strutturali. Proposte che sono state portate nelle sedi opportune, dalle commissioni parlamentari a Bruxelles all’Agenzia Nazionale per la sicurezza ferroviaria fino alla commissione investigativa del Ministero dei Trasporti (istituita dopo la strage di Viareggio), ma sono sempre state accantonate con solerzia. La risposta della holding FS è stata sempre la stessa: «con questi investimenti in sicurezza non si è più competitivi sul mercato». Tradotto, significa che per stare sul mercato dobbiamo necessariamente penalizzare la sicurezza. Si tratta di una vera e propria logica manageriale e politica, che elude le singole casistiche. Una logica che non possiamo accettare, che come ferrovieri abbiamo sempre denunciato e che purtroppo è alla base di stragi come quella accaduta a Viareggio. La vita e la sicurezza delle persone devono essere al primo posto e non subordinate ai profitti.
Alla base di questa denuncia politica ci sono tagli al personale e tagli alla spesa sulle misure di sicurezza (come la riduzione automatica della velocità, il rilevamento termico Boccole, i dispositivi antisvio, carri-merci a rischio zero dal punto di vista delle sostanze tossiche, carri-cuscinetto sui mezzi che trasportano materiale infiammabile). I dirigenti delle Ferrovie si confermano sempre più partigiani della liberalizzazione e del profitto, mentre noi saremo sempre partigiani della sicurezza e della salute per i lavoratori, per i viaggiatori e, soprattutto dopo Viareggio, per tutti i cittadini, perché non dimentichiamo mai che molte delle persone morte il 29 giugno 2009 stavano riposando nelle proprie abitazioni e non stavano viaggiando o aspettando il treno in stazione.
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Terremoto in Molise, la scossa avvertita “molto forte”. Fuorisede e gente in strada: “Tanta paura”
Torna la paura in Molise: nella terra segnata dal dramma di San Giuliano di Puglia, quando nel 2002 morirono in 29 tra bimbi e maestra nel crollo della scuola “Francesco Jovine”, si registra una nuova scossa di terremoto, breve ma intensa. Epicentro a Montagano, ore 23:52, a pochi chilometri da Campobasso. Il terremoto di magnitudo 4.6 scuote la regione e viene avvertito anche nelle zone…
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italianaradio · 5 years ago
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Terremoto a San Giuliano. Presentazione del Parco della Memoria con Santo Marra a Reggio
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Terremoto a San Giuliano. Presentazione del Parco della Memoria con Santo Marra a Reggio
Terremoto a San Giuliano. Presentazione del Parco della Memoria con Santo Marra a Reggio
Il prossimo mercoledì 29 gennaio, l’architetto Santo Marra, su invito del Cis Calabria presenterà nella sala S. Giorgio al Corso di Reggio Calabria il “Parco della Memoria” di San Giuliano di Puglia, progetto del 2006 realizzato nel 2011, in ricordo delle vittime per il crollo della Scuola Francesco Jovine durante il terremoto del 31 ottobre 2002. “Dopo tanti anni è la prima volta che lo presento pubblicamente – dichiara Marra – perché è un progetto che non si sarebbe mai dovuto realizzare, nessuno mai avrebbe voluto realizzare, quella scuola non doveva crollare. Provo sempre grande tristezza a parlarne, piuttosto cerco di farlo con il massimo rispetto per il dolore dei familiari dei bambini di San Giuliano.” Introdurranno la presentazione Loreley Rosita Borruto (Presidente CIS Calabria – Centro Internazionale Scrittori della Calabria) e il professor Ottavio Amaro (Direttore Generale Università Mediterranea). Il terremoto del 31 ottobre 2002 colpì il Molise con epicentro San Giuliano di Puglia in provincia di Campobasso. Ventisette bambini e la loro maestra morirono per il crollo della Scuola Elementare Francesco Jovine. Altre due persone in circostanze diverse, anziane, forse per lo spavento. L’edificio non era a norma, la verità giuridica è che il crollo della scuola è responsabilità umana, non è, purtroppo, destino isolato. Gran parte del patrimonio edilizio dell’Italia è sismicamente inadeguato. Dopo la tragedia, le iniziative di solidarietà si sono moltiplicate e, insieme ai soccorsi, hanno dato una positiva dimostrazione di tempestività. Tra tutti, anche il Cna (Consiglio Nazionale degli Architetti), ha voluto un simbolo per ricordare la tragedia e ha promosso un concorso di architettura, che si è poi svolto nel 2006. “La partecipazione al concorso è stata tutt’altro che semplice, anzi tormentata – sottolinea l’architetto Marra – specialmente doversi confrontare con il tema del ricordo, dell’elaborazione del lutto, in una tragedia che si era prolungata oltre l’evento, in forme contro natura come la sopravvivenza ai propri figli.” Il progetto vincitore, è stato scelto tra 201 proposte: il Parco della Memoria come opera d’arte totale, uno spazio psichico sovrapposto ad un luogo fisico, interattivo in quanto polisensoriale, a basso impatto perché fa ricorso a misure compensative e a principi di risparmio energetico, land art, paesaggio e soprattutto lighting design. Questo è stato lo sforzo di significato del progetto, che, insieme agli elementi simbolici introdotti, s’impegnava a consentire un percorso psicologico di elaborazione del lutto, perché chi sopravvive ai propri piccoli e ai propri cari ha bisogno di ri-conoscere e ri-costruire nel tempo immemorabile della vita la relazione insostituibile con essi ripercorrendo nella storia dell’essere stato la storia del poter essere il futuro. L’esperienza della progettazione esecutiva e quella del cantiere meritano un piccolo cenno, per metodo e armonia di intesa delle parti in causa, prima tra committenza, progettisti e Comitato delle Vittime, e dopo anche con impresa esecutrice e commissione di collaudo in corso d’opera. Tutto si è mosso nella stessa direzione, per gli stessi obiettivi, cioè realizzare un’opera che facesse sentire il peso di una responsabilità, che esprimesse un ricordo rispettoso. Quindi, la progettazione (e poi la realizzazione) è stata preceduta e accompagnata dalla partecipazione del Comitato delle Vittime, a cui è stato garantito sempre la possibilità di entrare in merito alle scelte di progetto e in cantiere per seguire l’avanzamento dei lavori, per non avere sorprese sul risultato finale. L’impresa esecutrice non ha mai contestato un disegno o una richiesta, ha sempre eseguito con la massima correttezza le prescrizioni progettuali. Anche i collaudatori hanno seguito il cantiere passo passo, prescrivendo all’occorrenza migliorie costruttive (vedasi, per esempio, il collegamento in testa dei giunchi luminosi), specialmente al fine di aumentare la sicurezza nella fruizione dell’opera. A testimoniare il forte spirito collaborativo per l’obbiettivo comune di realizzazione dell’opera, nella parte sommitale del Parco della Memoria, all’ingresso, sono posizionate due targhe commemorative aggiuntive, la prima in ricordo di Raffaele Sirica, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti che ha voluto il Concorso Internazionale, improvvisamente scomparso il 16 aprile 2009; la seconda a Mario Di Biase, noto Imprenditore, prematuramente scomparso il 20 dicembre 2010. L’opera, invece, è stata inaugurata il 31 ottobre 2011, il giorno del nono anniversario della tragedia, con cerimonia solenne.
Il prossimo mercoledì 29 gennaio, l’architetto Santo Marra, su invito del Cis Calabria presenterà nella sala S. Giorgio al Corso di Reggio Calabria il “Parco della Memoria” di San Giuliano di Puglia, progetto del 2006 realizzato nel 2011, in ricordo delle vittime per il crollo della Scuola Francesco Jovine durante il terremoto del 31 ottobre 2002. “Dopo tanti anni è la prima volta che lo presento pubblicamente – dichiara Marra – perché è un progetto che non si sarebbe mai dovuto realizzare, nessuno mai avrebbe voluto realizzare, quella scuola non doveva crollare. Provo sempre grande tristezza a parlarne, piuttosto cerco di farlo con il massimo rispetto per il dolore dei familiari dei bambini di San Giuliano.” Introdurranno la presentazione Loreley Rosita Borruto (Presidente CIS Calabria – Centro Internazionale Scrittori della Calabria) e il professor Ottavio Amaro (Direttore Generale Università Mediterranea). Il terremoto del 31 ottobre 2002 colpì il Molise con epicentro San Giuliano di Puglia in provincia di Campobasso. Ventisette bambini e la loro maestra morirono per il crollo della Scuola Elementare Francesco Jovine. Altre due persone in circostanze diverse, anziane, forse per lo spavento. L’edificio non era a norma, la verità giuridica è che il crollo della scuola è responsabilità umana, non è, purtroppo, destino isolato. Gran parte del patrimonio edilizio dell’Italia è sismicamente inadeguato. Dopo la tragedia, le iniziative di solidarietà si sono moltiplicate e, insieme ai soccorsi, hanno dato una positiva dimostrazione di tempestività. Tra tutti, anche il Cna (Consiglio Nazionale degli Architetti), ha voluto un simbolo per ricordare la tragedia e ha promosso un concorso di architettura, che si è poi svolto nel 2006. “La partecipazione al concorso è stata tutt’altro che semplice, anzi tormentata – sottolinea l’architetto Marra – specialmente doversi confrontare con il tema del ricordo, dell’elaborazione del lutto, in una tragedia che si era prolungata oltre l’evento, in forme contro natura come la sopravvivenza ai propri figli.” Il progetto vincitore, è stato scelto tra 201 proposte: il Parco della Memoria come opera d’arte totale, uno spazio psichico sovrapposto ad un luogo fisico, interattivo in quanto polisensoriale, a basso impatto perché fa ricorso a misure compensative e a principi di risparmio energetico, land art, paesaggio e soprattutto lighting design. Questo è stato lo sforzo di significato del progetto, che, insieme agli elementi simbolici introdotti, s’impegnava a consentire un percorso psicologico di elaborazione del lutto, perché chi sopravvive ai propri piccoli e ai propri cari ha bisogno di ri-conoscere e ri-costruire nel tempo immemorabile della vita la relazione insostituibile con essi ripercorrendo nella storia dell’essere stato la storia del poter essere il futuro. L’esperienza della progettazione esecutiva e quella del cantiere meritano un piccolo cenno, per metodo e armonia di intesa delle parti in causa, prima tra committenza, progettisti e Comitato delle Vittime, e dopo anche con impresa esecutrice e commissione di collaudo in corso d’opera. Tutto si è mosso nella stessa direzione, per gli stessi obiettivi, cioè realizzare un’opera che facesse sentire il peso di una responsabilità, che esprimesse un ricordo rispettoso. Quindi, la progettazione (e poi la realizzazione) è stata preceduta e accompagnata dalla partecipazione del Comitato delle Vittime, a cui è stato garantito sempre la possibilità di entrare in merito alle scelte di progetto e in cantiere per seguire l’avanzamento dei lavori, per non avere sorprese sul risultato finale. L’impresa esecutrice non ha mai contestato un disegno o una richiesta, ha sempre eseguito con la massima correttezza le prescrizioni progettuali. Anche i collaudatori hanno seguito il cantiere passo passo, prescrivendo all’occorrenza migliorie costruttive (vedasi, per esempio, il collegamento in testa dei giunchi luminosi), specialmente al fine di aumentare la sicurezza nella fruizione dell’opera. A testimoniare il forte spirito collaborativo per l’obbiettivo comune di realizzazione dell’opera, nella parte sommitale del Parco della Memoria, all’ingresso, sono posizionate due targhe commemorative aggiuntive, la prima in ricordo di Raffaele Sirica, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti che ha voluto il Concorso Internazionale, improvvisamente scomparso il 16 aprile 2009; la seconda a Mario Di Biase, noto Imprenditore, prematuramente scomparso il 20 dicembre 2010. L’opera, invece, è stata inaugurata il 31 ottobre 2011, il giorno del nono anniversario della tragedia, con cerimonia solenne.
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