#talco fai da te
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È tutto buio, il solo suono che rompe il silenzio è il tacchettio dei miei sandali sui sampietrini ed il fruscio del mio vestitino. Davanti a me c’è solo la maniglia. La afferro e spingo venendo accolta da una luce fioca. Quel profumo è così familiare.. parquet e talco.. la scuola di danza che frequentavo da piccola!
Faccio un passo in avanti e mi vedo riflessa nello specchio, mentre nell’aria si diffonde il tuo profumo, ti vedo arrivare dallo specchio, sei dietro di me ed io ti sorrido.
Mi giro, inizi a passarmi una mano sui capelli e mi baci prima sulla bocca e poi lentamente sul collo. Il mio respiro diventa sempre più corto mentre con una mano ti infili sotto il vestito e mi accarezzi una coscia e sali su verso le mutandine. Senti il mio calore e prendi a sfiorarmi li
“Sei già bagnata!”
Mugolo e vedo un lampo nei tuoi occhi, intuisco cosa sta per succedere e sento l’eccitazione salire ancora più forte.
In un rapido gesto mi sfili il vestito lasciandomi nuda, mi prendi in braccio e ti avventi sul mio collo, famelico, disperato. Scendi sul seno baciando e leccando, mordi e succhi i miei capezzoli mentre i miei gemiti si fanno più forti. Tenendomi ancora stretta ti inginocchi e mi fai sdraiare sul pavimento, sento le assi lisce e fredde contro la mia pelle rovente e per un attimo mi distraggono dall’immagine di te inginocchiato tra le mie gambe con quel sorriso malizioso. Mi afferri dalla caviglia e cominci a baciarmi lentamente per poi passarci sopra anche la lingua, te la prendi comoda mentre sprofondo sempre di più nel piacere e ogni pensiero è annebbiato.
“Se aprissero la porta ci vedrebbero”
“E questo rischio ti sta facendo bagnare, vero?”
Affondi il viso tra le mie gambe ed inizi a leccarmi avidamente, mi muovo sulla tua lingua seguendo il tuo ritmo sempre più incalzante, due dita entrano dentro di me con facilità e si muovono seguendo la velocità della tua lingua. Mi muovo ancora, sempre più forte, sempre più vicina all’orgasmo
“Ti prego, ti voglio dentro di me”
Un ultimo, forte affondo delle tue dita ed uno schiaffo sul clitoride. Mi porgi la mano e mi aiuti ad alzarmi e tenendomi per un polso mi porti davanti allo specchio.
“Allarga le gambe”
Non riesco a resisterti e tu lo sai bene, ubbidisco e sono lì, oscenamente aperta e grondante di eccitazione mentre mi vedo riflessa nello specchio. Finalmente il tuo cazzo entra dentro di me, senza trovare la minima resistenza. Mi tieni per i capelli ed inizi a muoverti, affondo dopo affondo i gemiti diventano sempre più forti mi tengo stretta ai tuoi fianchi mentre assecondo i tuoi colpi
“Ti prego”
Sorridi mentre mi dai uno schiaffo sul culo
“Cosa”
Ansimo e ti supplico di farmi godere per te, sul tuo cazzo che mi possiede tutta fino al cervello. Porti finalmente la tua mano sul clitoride, mi masturbi sempre più veloce.. comincio a tremare, ormai al limite
“Vieni, ORA!”
Mi sussurri in orecchio senza staccare i tuoi occhi dal riflesso dei miei.
L’orgasmo sale dall’angolo più remoto, mi avvolge, mi sconquassa e si infrange in un lungo gemito che suona simile al tuo nome.
Mi sveglio completamente bagnata, coi postumi dell’orgasmo, i capezzoli turgidi ed addosso ancora troppa voglia. Afferro il telefono e ti mando un messaggio “ti ho sognato 😉”. Sfilo le mutandine ed inizio a toccarmi, infilando due dita dentro. Sarà una lunga notte....
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no ma G quanto è topa?  Cioè non è bella in sé, ma ha quella cosa... quella cosa di più che una persona dovrebbe sempre avere, il fascino, o forse l’occhio o la voce, o l’impertinenza. nel senso letterale. e quei due occhi, mamma. Giu, che fai al mondo con questa finta aria da smarrita, e invece, sei rimarrita, demarrita, invece ce stai benissimo in palla, sento il profumo delle tue ginocchia da qui ... e sento il tuo cervello ticchettare ogni volta che parli. e non so mai se sei più buffa parlante o baciante. ma poi che dico, non mi hai mai baciato, eppure profumi de talco e marjuana e uno vorrebbe provare tutte e due le cose de te 
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sipuofar · 7 years ago
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Talco profumato
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Una semplicissima ricetta per un talco profumato. Ottimo anche d’estate perchè a base di amido di riso, quindi leggero e con potere lenitivo e assorbente. dosi Amido di riso 100 gr. Olio essenziale 20 gocce Procedimento Scegliete l’olio essenziale che preferite tra lavanda, limone, menta oppure più dolce come vaniglia o cocco . Lasciate riposare il tutto per 2/ 3 settimane e poi adoperatelo.
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thuthu220100 · 4 years ago
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Siete alla ricerca di una ricetta veloce, per ottenere una pasta gesso fai da te per realizzare le texture? Perfetto, siete nel posto giusto: approfondiamo insieme!
La ricetta che vi presenteremo in questo articolo, vi permetterà di decorare i mobili, gli oggetti, i tessuti o semplicemente per realizzare numerosi lavoretti creativi. Per ottenere questa pasta al gesso, vi basterà procurarvi pochissimi materiali che sicuramente avrete anche in casa! Un rimedio economico e davvero semplice, per decorare con tanta semplicità! Vediamo insieme come ottenere la pasta al gesso fai da te, cominciamo!
Pasta gesso per texture fai da te: ricette e materiali.
Prima di tutto, procuratevi i seguenti materiali, che potrete acquistare ad un costo molto basso:
Colla vinilica, 1 cucchiaio
Acrilico bianco, 1 cucchiaio
Talco, 1/4 tazza
Acqua, q.b.
Bastoncino di legno
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Quando avrete tutti i materiali pronti, prendete una ciotola ed aggiunte dentro la colla vinilica, il talco e l‘acrilico. Mescolate con un bastoncino di legno e versate un goccio d’acqua, per rendere la miscela meno pastosa. A questo punto, prendete un foglio di plastica e ritagliatelo seguendo la decorazione che avete scelto. Versate il gesso e rimuovete l’eccesso con una vecchia carta di credito o con una paletta.
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Lasciate che il gesso si solidifichi et voilà, la vostra decorazione sarà pronta! Potete realizzare sopra ad una tela da incorniciare, su una vecchia tovaglia per decorarla in modo originale o su una lastra di legno. Potete utilizzare questa tecnica per decorare numerose superfici ed oggetti. Come ultimo passaggio, facoltativo, potete stendere della vernice trasparente protettiva o optare per quella spray. In questo modo, la decorazione sarà protetta e aumenterà la sua durata nel tempo.
Con questa ricetta, la pasta gesso sarà bianca ma, se preferite ottenere un altro colore, potete sostituire l’acrilico con quello di un’altra tonalità. In alternativa, potete aggiungere qualche goccia di colorante alimentare ed ottenere il colore che desiderate.
  Nguồn: https://www.pianetadonne.blog/pasta-per-decorazioni-in-rilievo-fai-da-te-ecco-come-realizzarla/ Xem thêm tại: https://thuthu220100.blogspot.com https://hocnauan.edu.vn Xem thêm tại: https://thuthu220100.tumblr.com https://hocnauan.edu.vn
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ecobiocosmesi-e-spignatto · 6 years ago
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6 Ricette Cosmetiche con l'Argilla 🤗
6 Ricette Cosmetiche con l’Argilla 🤗
Ciao ragazze, oggi ho ben sei  ricette per voi con i vari tipi di argilla!! Avete solo l’imbarazzo della scelta 😉 Le ricette le ho trovate quì  http://www.laltramedicina.it/ Sono ricette semplicissime, alla portata di tutte e, soprattutto, sono adatte a chi è alle prime armi quindi rappresentano le basi per poter iniziare a creare cosmetici homemade!!
Prima di passare alle ricette vi informo che…
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metabolizzailveleno · 8 years ago
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passano i giorni e le settimane tra impegni vari tra lavoro e casa, ma ogni tanto mi torna in mente la sensazione di quelle mani sul petto che mi accarezzano e si avvicinano al basso ventre dandomi scariche di ecccitazione anche al solo pensiero e subito la sotto comincia a scalciare per uscire... cerco di non pensarci troppo, ma arriva il fatidico giorno dell'appuntamento. Come al solito mi presento puntuale e mi fa accomodare nella stanzetta dicendomi che arriva subito, io mi comincio a togliere la camicia e mi siedo aspettando il suo arrivo, in parte gia pregustando un pò lo scorrere delle sue mani sul mio corpo. Arriva e con un sorriso mi chiede "anche oggi servizio completo?" e io rispondo "a si dai" con un sorriso, quindi solita trafila schiena e spalle e poi mi fa girare. La sua mise è quella imposta dal centro leggins nero, che fascia il suo sedere un pò voluminoso ma non brutto, ma sottolinea un pò le gambotte ad X, una maglietta nera comoda ma da cui comunque si vede l'irropenza dei suoi seni e sopra la casacca bianca abbottonata solo ad un bottone sottolineando il seno. Però questa volta sono piu sfrontato e dico che se vuole per comodita mi tolgo i pantaloni, non sò se sia stata una mia impressione o meno, ma ho notato un guizzo nei suoi occhioni,e mi risponde sempre in modo professionale "se preferisci e sei piu comodo per me non c'e problema". Un pò mi stupisco di me stesso mentre mi sfilo i pantaloni e rimango in boxer. Comincia a mettermi un pò di talco sul petto e lo spalma con le mani calde e curate, solo ora le guardo meglio,sono ben curate con unghie naturali leggermente lunghe, calde e con un tocco delicato. Gia cosi sento dei brividi partire dalla schiena, mi piacciono le mani delle donne ma mai pensavo che potessi eccitarmi al solo tocco sopratutto di una persona che fa il suo lavoro in maniera seria.Ed ecco che vanno giu nel basso ventre e oltre ai brividi sento svegliarsi qualche cosa nelle mutande, un pò in imbarazzo cerco di pensare ad altro e concentrarmi sui discorsi del piu e del meno in modo da calmarmi un pò. Ok ora si inizia, ma prima asciugamano nell'elastico dei boxer, non so avesse gia notato un pò di rigonfiamento la sotto ma appena infila le dita sotto l'elastico sfiorandomi poco sopra i peli pubici, sussulto un'attimo ed emetto un sospiro di piacere, sentendo che l'erezione si fa strada. Lei sorride "sempre solletico?" e io rispondo "eh si piu o meno" sempre con un certo inbarazzo ma con un pò piu malizia. comincia tutta la trafila di cera e strappi, stavolta meno dolorosa, infatti quando è sulla parte bassa del ventre, cmq sento molto di piu il tocco delle sue dita e i brividi e la leggera eccitazione non danno cenno a scemare, io guardo un pò giu e vedo che anche con l'asciugamano sopra si nota la mia eccitazione, non ancora al massimo, ma gia a buon punto. Serena sembra concentrata in quello che fa, continuando a parlottare, e mentre si avvicina sempre piu all'elastico dei boxer per pulire la zona inavvertitamente sfiora il mio rigonfiamento sotto l'ascugamano, con mio conseguente leggero irrigidimento dato che, essendo in una sorta di mezza eccitazione la zona è piuttosto sensibile, in piu tutti i miei pensieri di quelle mani avvolte sul mio sesso mi fa scorrere dei brividi in tutto il corpo, ma sembra non accorgersi della cosa, tolto per un leggero sorrisetto che sparisce in due secondi. Finalmente è arrivato il momento del massaggio finale, quel tanto agoniato massaggio che tanto mi ha fatto sognare, ma di cui ora ho paura perchè se l'eccitazione mi sfugge di mano come lo spiego? Nel mentre che mi perdo nei miei pensieri le comincia a passarmi l'olio emoliente sul petto e io mi godo quel tocco dolce delle sue mani, passa vicino ai capezzoli che quelli non li posso nascondere e sono ritti come chiodi, sull'ombelico ed arriva sul basso ventre... dio mio che scarica di adrenalina solo con un tocco.... mi irrigidsco e lei se ne accorge, sorride ma continua il suo lavoro scendendo sempre piu verso l'elastico dei boxer rallentando leggermente, mmm quindi un pò di stuzzica anche a te l'idea, penso mentre cerco di controllare la mia eccitazione che scalcia per potersi palesare in tutta la sua voglia. Torna su sui pettorali i capezzoli un pò le spalle, mi rilasso un pò, man mano ritorna giu, e di nuovo la scarica che mi fa pensare alle cose che vorrei fare, sento che scende sempre di piu fino a sfiorare l‘elastico dei boxer, la mia lotta inerna ormai è serrata da un lato la mia parte logica che cerca di calmare l'animo in qualsiaso modo dall'altra la pura parte animale che mi parte dal sesso e sale scaldandomi il sangue nelle vene, mi ridesto dalla mia lotta interna e mi accordo che ha la punta della dita che passa sotto l'elastico con un tocco leggero e lento, sfiorandomi i peli pubici. "cazzo ma allora lo fai apposta" penso cercando di ritornare di un colore normale, perchè si la cosa mi eccita tremendamente, tant‘è che ormai il gonfiore e piu che evidente, ma ho comunque l'imbarazzo di essere eccitato di fronte ad una persona che conosco poco e che è li non per darmi piacere sessuale ma per fare altro. Lei si accorge che sono ad un livello di eccitazione abbastanza alto e torna su a massaggiarmi petto e spalle per rilassarmi un pò, ma l'eccitazione la sotto rimane piuttosto visibile, e sto cercando di trovare una scusa per giustificare quel rigonfiamento, in piu durante tutto il trattamento mi sono soffermato a gustare la vista di quei seni belli tondi avvolti dal reggiseno, ed alle volte anche quelli sfioravano la mia pelle per arrivare da una parte all'altra del mio corpo. Con mio sommo piacere ritorna giu fino nuovamente a sfiorare l'elastico, cavolo quanto vorrei prenderle la mano e cacciarmela nei boxer e farle sentire quanto mi piaceva, sentire il caldo della sua mano sul mio cazzo ormai sempre piu vicino all'elastico dei boxer anche lui quasi volesse uscire e farsi sfiorare quando arrivava li. Con mia sorpresa ripassa piu volte su quel punto facendomi sospirare e un pò mi irrigidisce di nuovo, ormai sono quasi fuori controllo se continuasse cosi ancora potrei venirmi nei boxer, e penso che a questo punto lo faccia apposta perchè ormai la mia erezione è evidente e sai che li mia quell'effetto, un pò sorrido, lei si gira verso di me e sorride un pò rossa in viso, "quindi hai capito" penso io, con un sorrisetto mi dice sottovoce per paura di farsi sentire, "posso?" e io un pò imbarazzato dalla sua domanda e dalla situazione mi stupisco rispondendole "solo se posso ricambiare il favore"... che diavolo ho detto, cavolo ho famiglia e muoio dalla voglia di saltarle addosso.... Ma i miei pensieri vengono interrotti dalla sua mano che si infila sotto i boxer e mi accarezza l'asta che ormai ha preso il sopravvento ed è arriavata a tutta la sua erezione. Lo accarezza per la sua lunghezza ancora intrappolato nei boxer, arriva fino ai testicoli accarezzandoli e facendomi dei grattini con le unghie, ormai non mi trattengo piu e il respiro si fa gia affannoso. di mio comincia ad accarezzarle le gambe e l'interno coscia per quanto posso, essendo io sdraiato e li in piedi, salgo sempre di piu verso il suo inguine e sento anche il suo fiato farsi corto, apre leggermente le gambe per permettermi di arrivare a sfiorarle il suo sesso, le sfioro l'inguine attraverso i leggins seguendo l'elastico del suo intimo, salgo verso le sue natiche, seguo il solco e torno giu verso la piega tra la natica e la coscia. Lei continua a massaggiarmi, ad accarezzarmi dolcemente, toccandomi la punta gia bagnata di umori e ritornado alla base, sente la pelle liscia e sorridendo mi dice "li i peli li togli da solo o hai qualcuna che ti aiuta?" io le dico che mi rado da solo, ma se volesse aiutarmi anche in quello sarei piu che contento... ormai non sono piu in me, voglio godermi la sua mano e il suo corpo. ahhh finalmente si decide a liberarlo dalla gabbia e comincia a fare leggermente su e giu, un pò infastidio dei boxer me li calo un pò di piu per sentirmi piu libero e godermi a pieno tutto ciò che verrà. io ormai con la mano sono concentrato tra le labbra e il clitoride, e comincio a sentire un leggero caldo umidiccio che si fa strada tra l'intimo e i leggins, allora cerco di abbasare almeno i leggins, lei tutto subito è titubante e mi dice "cosi rischiamo di farci scoprire", io la guardo, guardo il mio cazzo che svetta in tutta la sua erezione e le dico se aprono di sicuro quello lo vedono, come lo giustifichiamo?" proprio in quel momento si sente la voce della sua collega che la saluta e le chiede se fa lei chiusura, la voce ci sorprende e lei con voce tremula e spremendo la base del mio cazzo presa di soprassalto risponde "si ok chiudo io, ci vediamo domani", si sente la porta chiudere e io le dico "ora siamo soli", cosi lei cede e mi permette di toglierle i leggins rimanendo in intimo un bel brasiliano che le fascia il culo, un pò grande ma sempre piacevole. ne approfitto subito per ritornare ai miei piacevoli doveri e torno a toccarla in mezzo alle gambe, caspita è davvero un lago, ma ora sento molto meglio le sue labbra la sotto e il suo clitoride gonfio di voglia. Ormai abbiamo rotto il giacchio e il rispettivo piacere si fa sempre piu strada e diventa sempre piu irruento, il suo movimento con la mano si fa sempre piu forte, con conseguente mio movimento della mano, sposto il suo intimo e le passo le dita sulla labbra ormai umide all'inverosimile, e lei per comodità prende e si sfila tutto, anche la maglietta e il reggiseno facedomi godere la vista di quei due meravigliosi seni, non perdo occasione e mi ci fiondo a baciarli e toccarli, soppesarli, leccarli, mentre frugo sempre piu a fondo nella sua figa sempre piu aperta, faccio entrare un dito il suo respiro e sempre piu pesante, ansima dal piacere e continua a masturbarmi sempre di piu, alternarndo l'attenzione della sua mano tra l'asta e i testicoli gonfi di voglia e pronti ad esplodere. Affondo due dita dentro di lei ansima un "siiiii. " comincio a muoverle dentro senza uscire, ormai me lo strizza, facendolo, se possibile, diventare ancora piu duro, "oh dio cosi vengooo" ansima, "se continui cosi anche io" dico a tratti per cercare di trattenermi e prolungare il piacere piu a lungo possibile. Sento che si sta abbandonando sempre di piu al piacere delle mie dita dentro di lei, cosi rallento un pò il ritmo, e lei gradisce molto, sento che i sui muscoli vanginali cominciano a contrarsi sempre di piu, sta per scoppiare, si appoggia alla mia spalla (ormai sono seduto di fronte e lei), mi aiuto con il pollice sul clitoride in modo da aumentare il suo piacere sia vaginale che clitorideo, "si ancoraa continua cosiii" ansima con voce rotta dal sopraggungere dell'orgasmo, anche io sento il mio orgasmo salire, sento i muscoli contrarsi e il mio sperma cominciare a salire su, ormai sono al punto di non ritorno. si contrae, serra le gambe ma continua il movimento del bacino per godersi le mie dita dentro di lei, "ve...nn..goooooo" la sento che cede, si rilassa il corpo i muscoli, trema un pò sulle gambe, ma non molla la presa su di me continua a segarmi appoggiata a me con le gambe serrate per non far uscire le mie dita, la posizione avvicina anche i suoi seni alla punta del mio cazzo che è li per esplodere, mi irrigidisce, la trattengo a me, "si vengo ven....gooo" un fiotto esce dal mio cazzo sporcandole i seni, ma non si ferma vuole che mi svuoti completamente su di lei, io continuo a venire due tre fiotti di bianco sperma sui suoi seni, ancora non molla ed escono gli ultimi liquidi come lava da un vulcano che scendono sulla punta e finiscono sulla sua mano... rallenta dolcemente il movimento mantenedolo un pò in erezione si stacca un pò da me e sorridendo mi dice "guarda cosa mi ha fatto", i suoi seni erano ric0perti del mio sperma, io sorridendo le faccio vedere le mi e dita con tutti i suoi umori filamentosi e le dico "anche tu hai fatto la tua parte" e sorridendo mi lecco le dita godendomi il gusto dei suoi umori "mmm buoni", di tutta risposta le si lecca la mano sporca di sperma, "anche il tuo non è male", li non ci ho piu visto mi stava ritornando duro come il marmo, e sperando in qualche cosa di piu le dico "se vuoi c‘e ne ancora un pò li" guardando in basso verso il mio cazzo, lei sorride e mi dice che non si può andare oltre che ha impegni, in effetti anche io, ma mentre lo dice vedo che si abbassa, tira fuori la punta e con la lingua pulisce tutto e un pò lo fa entrare in bocca, io cerco di spignerlo un pò di piu in fondo ansimando di nuovo, ma lei si scosta e mi dice di rivastirmi, che forse sarà per la prossima volta. un pò triste ma letteralmente svuotato mi ricompongo e me ne vado ovviamente prendendo gia appuntamento per la volta successiva
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faccia-d-angelo · 5 years ago
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youtube
Risparmiami i dettagli, dai
Valli a dire agli altri, vai
Ogni volta che ti incontro parli, parli, parli
Ogni volta, fra', sondo chi c'ho davanti
Se non è per una cosa di soldi non disturbarmi, calmi
Più vi agitate più so che fingete
Siete quelli che non partono mai, voi vi spingete
Zio, dov'è il coraggio? Non sei te stesso
Non mi interessa che sei il boss dello spaccio
Hai fatto sesso e come l'hai messa
Vi sgamo dagli occhi, i gesti e il modo di camminare
Solo il 10% della comunicazione è verbale
Lo stile annacquato come i cocktail del tuo locale...
Poco credibile, non ti pare?
Come la frase: "Mmh, è stato speciale"
Ma detta dalle puttane!
È l'era della comunicazione e le bugie hanno ragione,
Se ci ragioni, un codardo quante volte muore?
E la tua erba è più fresca,
Faccio sì sì con la testa...
Conosci uno che pesta,
Faccio sì sì con la testa...
Ieri eri il re della festa,
Faccio sì sì con la testa...
Sempre una donna diversa,
Faccio sì sì con la testa...
Tengo la giacca al club, parlo solo con certi
Non parlo 3 lingue, ma so 4 dialetti...
40 in entourage, hai visto quanti siamo?
Dove mi metti sto, se c'hai da dire ascolto
E mi rispettano ed io rispetto loro...
Tu non sei un capo, e non hai il capo
Adatto a fare il capo e niente in capa!
Non hai mai visto un K e, fra', con me sei caput...
Da capo, inverto le consonanti e sei pacco!
Vuoi fare il narcos, ma non sei Pacho, non mangi tacos,
Dici che è buona, ma poi c'hai il talco!
Fai le consegne, fra', ma non porti il pacco
Ma poco poco, per quattro amici al parco...
E vai nei club col bling bling opaco
L'hai preso a Napoli e ti hanno fatto 'o pacco!
E vai a strusciarti in pista, ma non hai il pacco
Tiri e ritiri piste e ti si è ritirato!
Non fare il ninja perché non sei Kato
Non hai il ferro né il nunchaku, però mi hai seccato...
Io lo so che fai l'incazzato, ma non sei incazzato
Che fai il duro col tattoo, ma per lei sei Tato...
Muovevi chili di erba,
Faccio sì sì con la testa...
Quella c'aveva la sesta,
Faccio sì sì con la testa...
Fai cento chili in palestra,
Faccio sì sì con la testa...
Il tuo quartiere è il più gangsta,
Faccio sì sì con la testa...
Sei così piccolo quando fai il grosso,
Così ridicolo quando fai il grosso...
Io sono la carne vicino all'osso!
Fanno quelli che le danno, ma poi non le danno
Fanno quelle che la danno, ma poi non la danno...
Le cose più belle sono quelle che non si dicono,
Chi parla a rotelle invece ha scritto in fronte "pericolo".
È la vita dei gangster non quella che fanno i rapper
Ha solo due tragiche conseguenze: la galera o bang-bang...
Dedicato a tutti quelli che vogliono fare gli eroi
E a tutti quelli che vogliono fare i cowboy...
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ecobiopinioni · 6 years ago
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Come di consueto, gli ultimi giorni dell’anno sono quelli che, inevitabilmente, si colorano di riflessioni. Cosa ho combinato quest’anno? Sono un po’ più vicino ai miei obiettivi? Ho degli obiettivi? Sono felice di come è la mia vita? Mentre ad alcune domande esistenziali è più difficile darsi una risposta, in ambito cosmetico non lo è. Così ho deciso di scrivere questo post, molto velocemente, per nominarvi i prodotti BIO conosciuti in questo 2018 che hanno preso un posto nel mio cuore. Questo sarà un post senza analisi inci, rapporto qualità prezzo, e i soliti parametri che utilizzo per recensire un cosmetico. E’ una breve classifica dei prodotti conosciuti  quest’anno che ho più amato. Comincerei la carrellata con il primo mai più senza: la crema detergente esfoliante di Natyr Altromercato. Speravo di pubblicare proprio in questi giorni la review dei prodotti Natyr, che è in bozza da un po’, ma non ce l’ho fatta. Vi anticipo che li ho amati tutti, come si ama con la A maiuscola, ma se dovessi sceglierne uno dal quale non mi staccherei più, sarebbe questo particolare detergente. Ha una profumazione deliziosa e delicata, deterge delicatamente ma non troppo, esfolia dolcemente con i suoi microgranuli e lascia la pelle setosa. Lo utilizzo la sera, prima dell’abituale skincare, su pelle asciutta per amplificarne l’effetto esfoliante. Sarà che amo i prodotti a base di miele, ma non lo cambierei con null’altro. A seguire un terzetto firmato Green Energy Organics. Conoscete il brand? Per me è stato una scoperta. Una piacevolissima scoperta. Vi dico solo che è stato il  primo  che mi ha fatto pensare ”non proverò mai altro che non sia Green Energy Organics”. Il primo dei tre è una maschera all’argilla, anzi, una crema, un fango. Ha una procedura di applicazione tutta particolare, proprio perché ideata per essere utilizzata nelle SPA, da mani esperte. Quindi non una semplice maschera che si applica e si lava via, ma un trattamento un po’ complesso che però ripaga tempo ed energie regalando una pelle nuova, visibilmente cambiata, levigata e lenita, anche nei giorni a seguire. Il secondo prodotto Green Energy di cui non posso più fare a meno è la maschera notturna Liftage: un trattamento a base di acido ialuronico a tre pesi molecolari, e molto altro, dalla consistenza particolare che sta nel mezzo tra una maschera e una crema. Spalmata fino a completo assorbimento, non cola, non macchia federe e neppure si sente sulla pelle, ma dà un risultato visibile al risveglio: pelle compatta e idratata, setosa e pori ridotti. Ultima dei tre prodotti Green Energy, ma non per importanza, la crema ai doppi enzimi di bava di lumaca All In One: questa è una spanna sopra ad ogni qualsiasi crema provata in precedenza. Profumazione paradisiaca, consistenza sublime, leggera e idratante come mai nessuna crema: in una settimana è riuscita ad equilibrare la mia pelle. Terminata, purtroppo, nessun prodotto simile regge il paragone. Sarà forse questo il significato di Luxury Skincare? Ovviamente questi sono prodotti che meritano una review completa con tanto di analisi inci e istruzioni per l’uso che conto di scrivere presto. Un altro prodotto rivelazione 2018 è stato il fluido attivo uniformante Latte e Luna, della linea Tarakè. Di questo vi ho già parlato qualche tempo fa in un post. Mi è subito piaciuto, ma solo negli ultimi mesi ho scoperto come utilizzarlo al meglio: su pelle bagnata da siero alla vitamina C fai da te (semplice vitamina C in polvere addizionata ad acqua che preparo ogni sera, come vi avevo mostrato in una storia su Instagram) rende al massimo. Nel mio caso una goccia basta a tutto il viso e con un utilizzo costante ha appianato persino delle vecchie cicatrici da acne storiche. Continuo citando una vera innovazione del Sana 2018: Shamousse di Quantic Licium. Una mousse detergente, ma per capelli, che merita un nobel con tanto di standing ovation. Infatti, non so come sia possibile, è una mousse che rimane tale anche nell’utilizzo: non si smonta, tanto per intenderci, frizionandola sulla cute, ma continua ad esistere durante tutto il lavaggio mantenendosi come appena erogata. Fantastica anche la profumazione al caramello. Altro prodotto per capelli, sul quale ero abbastanza scettica inizialmente, è lo scrub cuoio capelluto di Alkemilla. Che esistessero prodotti esfolianti anche per capelli proprio lo ignoravo. Che blogger disinformata. Comunque da quando l’ho scoperto non ne riesco a fare più a meno. Sebbene abbia un odore che mi ricorda il talco mentolato utilizzato nell’infanzia per non grattare via le crosticine della varicella, e dia al contempo una sensazione di refrigerio alla cute non piacevolissima per me che l’inverno lo trascorrerei avvolta in una coperta, in letargo, lascia il cuoio capelluto veramente libero da ogni impurità, pulito in profondità. Tra l’altro ha un notevole effetto condizionante sul capello e lo lascia leggero e pulito più a lungo rispetto ad un normale lavaggio. Ultimo prodotto della carrellata ed unico per quanto riguarda il make up, è il fondotinta Star System di Neve Cosmetics. Alla sua uscita fece scalpore e un gran successo, tanto che rimase sold out per diverso tempo. Questo fondo ha rivoluzionato la mia makeup routine perché è facilissimo da stendere, veloce e super coprente alla prima passata, e, se applicato in piccole dosi non ostruisce i pori e dura tutta la giornata senza problemi. L’applicazione che preferisco è quella con l’oval brush. L’ho utilizzato anche d’estate senza particolari problemi di lucidità. Fissato con la polvere di riso ha una ottima durata. E questo è quanto. Questi sono stati i miei prodotti preferiti dell’anno. Ne avete provato qualcuno? Ne avete qualcuno da segnalarmi? Vi abbraccio e vi auguro un buon fine anno e un 2019 che sappia realizzare i vostri desideri.
http://www.ecobiopinioni.com/2018/12/prodotti-bio-preferiti-2018.html
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le brume Le brume Lui -Alle prima luci il canarino inizia i suoi gorgheggi. Lei se ne è andata. Ha telefonato ieri sera in preda all’agitazione. Lei - Vienimi a prendere ne ho bisogno. Lui -Per tutta la sera ha parlato di lui anzi d’amore— Lei- lui lo dimentico, devo — Lui - bene che te ne fai d’altronde Lei - si ma ti pare facile - giro con frammenti di un discorso amoroso sempre tra le mani. Anche a te l’ho regalato per natale? Lo vado regalando a tutti-E ora capisco che è una un’illusione — Lui - piantala con lui ti fa del male – Lei - sì ma vedi lui mi sbarra la strada. — E poi che mi faccio passare la vita così? E il vuoto, lo sai vuoto cos’è no? - Lui -Lei non si stanca delle visioni immateriali di lui che le consumano materialmente il corpo e l’anima - E’ venuta con voce eccitata ma tremante, intesse da anni il putiferio dei suoi ricordi con la fatica tutta sua di non deporli. E’ col cuore e il corpo affamati ostinata nel non voler destituire la coercizione della nostalgia alla quale si appiglia per non ricomporre un ordine già demolito da tempo. Sfavillava luce in quegli occhi castani grandi spalancati che riponevano lo sguardo nello stupore di osservare tutto quanto fosse nuovo, come a scoperchiare in ogni cosa fuori e dentro la materia spirituale, toccando lieve e assorta tutto quanto trovava per scovare mille cose vive e nessuna morta - vuole luce chiara riposante -un riverbero cordiale, per muovere l’anima che si è fermata, rimasta indietro per non correre avanti. L’amore è la corrente che riguarda in lei le cose del passato, quasi un po’ morta per l’altro il futuro. Ma eros è una potenza universale, le ricordo, e per amare bisogna amare in modo rinnovato. Io come amico potevo lenire il suo pensiero incandescente e fame pensiero di carne. Volevo il suo pensiero fatto di carne, il pensiero sensuale del corpo che a lungo ha riposto in un armadio, sicura di renderlo più vivo poi, nell’attesa del ritmo del respiro giusto e simultaneo. Mi ha fatto balzare alla mente inatteso il ricordo di versi di Montale, lei stessa mi è apparsa una donna di Montale e ripetevo dentro le parole de La casa dei doganieri, lo sciame dei suoi pensieri. Erano tanti e si affollavano, e con pazienza volevo placarla, ma rimane lo spettacolo che ho dentro del vivace suo apparire - vivido e mosso, con la visione di un pensiero nascosto, la sua fragile arrendevolezza. Lui -Smettila di girare ti muovi come se avessi l’argento vivo addosso non ti fa bene Lei - ok suonami qualcosa — senti questa è una di quelle case in cui non si fuma vero? Lui - per stasera ti concedo di accendere poi vediamo Lei- l’importanza del sesso per esempio, io credo che in definitiva un sano sesso mi rimetterebbe in piedi, conferisce al corpo di rispondere, e mi renderebbe meno furibonda non credi? pensa al corpo come unico strumento del quale possiamo godere a piacimento Lui -  non male Lei -  sì ma la sai una cosa, sono anche anorgasmica, però fammi fare sesso stasera ne ho bisogno, il vero sano sesso quello che scalda piano, senza imbarazzo - chiudiamo i miei pensieri prima che faccia giorno e discorriamo di corpi, anzi coi corpi, e per stasera voglio ignorare tutto, anche me stessa che penso per sentire rifluire all’interno il sangue pulsante, non alla testa che mi vincola mi tiene stretta alle sue braccia al solo pensiero che non c’è-prova a stringermi senza che le tue di braccia siano braccia che si accavallano ai pensieri, prova a essere presente e assente. Pensa a Platone, una pedagogia dell’anima e del corpo si rivela effettivamente corretta solo quando è in grado di portare a maturità queste due realtà nel modo più perfetto e armonioso. Un po’ filosofa ci sono. No? Lui -Ma l’armonia in lei difetta della sintesi, eppure è bella ma non lo avverte converte lo spirito in qualcosa di talmente incorporeo da perdere il palpito solo carnale del piacere, per il gusto in realtà di non esserci mai, di esserci senza amore, e se non c’è amore la legge che si dà è che non vi sia al contempo nutrimento per il corpo, solo anima assottigliata, esile come la sua guizzante nervosa figura. E’ la sua dolce arroganza. Le appare un grossolano errore esporsi al pericolo di essere acciuffata e dover restare, si sentirebbe presa al laccio e vuole rimanere inafferrabile, mentre sogna cose inaspettate, possessi troppo sovrumani. Lei - tu credi che le anorgasmiche, quelle che ci diventano o ci sono, abbiamo una qualche possibilità di riuscita? Lui -  penso di sì Lei - poi tu pensi ancora a tua moglie  Posso farmi una doccia qui? Non ho fatto la ceretta e non mi sono lavata lui si sposa e io conto le mie rughe insieme al tempo- ma è che mi divoro-e l’ansia divora l’ansia per finire in una voragine d’ansia senza fondo, è una caduta - e non sogno che di lui –meglio nascere brutte che diventarci non giochi mai gli specchi che alla fine devi allontanare per cercare l’essenza e nell’essenza trovi il vuoto, un’eco una balbuzie – Lui - sei sempre la stessa, le rughe non contano, è che hai una volontà docile e continui a soffrire, ma perché fai confronti e non sai neanche con chi, torna a rivivere, è ora Lei - lo dici tu — non prendermi per pazza ma l’ho chiamato di nuovo oddio piantala — Ok sesso allora parliamo di sesso — vado a farmi una doccia- c’è un accappatoio? Sai questo bagno è rassicurante? Una doccia calda e poi tutto sesso. Penso che tu sia in grado sai di risolvere la mia situazione per stasera, lo credo seriamente, in fondo l’uomo molto più grande, hai vent’anni più di me necessariamente sei così saggio, è meglio del ragazzo. I tempi per esempio si allungano  come le rughe d’altronde— ti piaccio? — Lui - volevo dirtelo da un po’ il tuo modo di entrare di muoverti di parlare mi ricorda una poesia di Montale La casa dei doganieri - desolata t’attende dalla sera in cui v’entrò lo sciame dei tuoi pensieri - — sì capisco l’anima ma la bellezza non richiede Montale sai e neanche l’anima alla fine - le nostre parole sono le migliori, ma hai ragione “il calcolo dei dadi più non torna” – Lei - insomma ora mi sento prigioniera e non preoccuparti di me  mi sento spettrale e non mi finisce non mi riesce di finirla con il pensiero di lui- Lui - Mente a se stessa. Non è lui che vuole, ma rimarcarlo ogni volta le  consente di far correre i pensieri a briglia sciolta, e tessere trame d’abbandono per l’idea che vuole dare di una cattività, e di una coercizione non volute. Perché difetta di un io voglio, di una volontà decisa, e perché ogni vincolo allora le sembra catena, richiede il tempo condiviso lo specchio dell’anima che maschera e nasconde per puerile paura, e inizia a soffocare ed è costretta a lasciare. Credo. Forse, comunque il suo discorso non torna. Essere di lui lontano (sarà vero che non la ama?) le serve a non appartenere se non a se stessa. comunque con l’accappatoio e i capelli bagnati sembri un pulcino bagnato — Lei - mi metto a letto— oddio è freddo—ti rendi conto che parliamo di sesso e siamo imbarazzati a darci anche un bacio? — o abbracciarci, impossibile come se fossimo immagini di noi stessi svuotate di qualcosa - cos’è che manca al sesso per essere solo sesso? non oserei darti neanche un bacio l’altro era amore e lo baciavo — noi che facciamo adesso? — Lui - Ti posso massaggiare vuoi? Lei -  sì mi tolgo l’asciugamano — oddio bello chi ti insegna? — sembra divino i massaggi hanno qualcosa di divino — le spalle premi sulle spalle e la schiena — ora che fai — Lui - perché cos’hai ho solo posato la testa sulla tua spalla, che hai? — Lei -  perché mi blocchi, ti appoggi me e non sappiamo baciarci — ci pensi? io nuda, tu mi frizioni e massaggi tutta tutta,  senta paura, e abbracciarci ci atterrisce? Nel massaggio c’è la distanza giusta per essere altrove, in Frammenti  io mi leggo nell’Assenza, la scrive con la A maiuscola -è la privazione - so a memoria il passaggio - il desiderio è qui ardente eterno: ma Dio è più in alto e le braccia levate non raggiungono mai l’adorata pienezza - Dobbiamo provare tecnicamente a baciarci? Lui - «ma sei pazza? Il bacio tecnico?» — Lei - e allora il massaggio, mi priva della privazione è incorporeo etereo e insostanziale – Da Frammenti - il desiderio si spegne sul bisogno, ma se togli desiderio e bisogno si spegne l’Assenza, e di conseguenza si dovrà accendere qualcos’altro, forse un modo diverso un cuore diverso, un cuore muscolo che palpita ovunque magari nelle cosce nei gomiti nella mani nei piedi , perché sei bravo e mi fai venire il vero sonno e non mi chiedere di ritornare a casa, la tua di casa è bella è immersa tra la terra e il verde ci sono i vetri appannati come nella casa dei doganieri sembra irreale quanto i luoghi della lontananza, dell’assenza, e del c’era una volta. Altrove non mi sarei fatta manipolare così, ma è poesia questa tua casa, l’accesso anche, nel viottolo sconnesso come un labirinto di sassi e dirupato - sembrava di allontanarsi per entrare in un altro regno, un diversa forma di riposo che viene dal suolo e dalla nebbia, e dalla luce che sa di caldo e di occulto di qualcosa di solitario, il magico interno brumoso di un faro. Ma dicevo di frammenti amorosi - lo so a memoria -nell’Assenza due ideogrammi - le braccia levate del Desiderio e le braccia tese del Bisogno. Il desiderio si spegne sul bisogno. Immagine fallica delle braccia levate, immagine bambinesca delle braccia tese - sì continua così ti prego, i polpacci devi premere e, oddio devo smettere di fumare, e ora dove vai? cosa é  questo? è bello,  talco — mi stai facendo buttare fuori tutto ciò che mi inquina dentro, è una delizia svuotarsi la mente, un esercizio che ho sempre tralasciato. Lui - Sembra che la sua impressione - timore di me sia verginale. C’è il lei l’onestà della fedeltà al proprio patto con se stessa, si è imparata a conoscere attraversando relazioni ma negando l’anima sua bella. L’anima che tiene chiusa nella sensualità di un no ripetuto, e di un’eccitazione che solo la lontananza di un lui le dona. Non è inconsapevole. Sa di non saper attraversare gli stadi dell’erotismo perché vuole essere presa solo nella parte che di lei è più corporea, l’anima. Il resto dopo. Non vuole per una ragionevole ma involontaria giovanile musicale passione per le ragioni del cuore-anima cervello, e separa con pertinace insistenza il suo io dal resto pretendendo il riconoscimento di un tocco d’anima di due che sono sensualità e spirito in una sferica presenza - fosse pure contro il tempo – e questo solo è presentimento di una reale carnale scoperta, ancora non si accende in lei il desiderio se non attraverso chi le faccia avvertire la materia di cui è fatto l’incontro, ossia una rinnovata verginità dell’anima, per esserci senza memoria, intatti puri come avorio. Credo si avverta ogni volta superiore e recita la parte dell’abbandonata con l’agilità di chi già è altrove. Ma dove? Dove non c’è che lei sicuramente, nel cuore e nella mente. Lei - Una brusca svolta della macchina e sono entrata in un sentiero nel quale discendevo sempre più eccitata, un viottolo ogni volta trasversale e ritorto, discendevo in una nebbia che scioglieva già ogni mia tensione. Mi avvertivo furtiva e clandestina come il luogo, un rifugio nebuloso. Qui il mondo si riposa, pensavo di fronte al cancello, e il freddo bagnato d’umido aveva il sapore delle macchie selvatiche con gli alberi scheletrici e il suolo rosso-ingiallito da cui evaporava brina densa-e solforosa - Ora anch’io mi riposo ho pensato, e così è stato. Ho parlato parlato, le mie parole erano le stesse di sempre, quelle presenti, ma erano un disco incantato, mentre concepivano per me del tutto inversamente i miei piedi maneggiati le ossa dei miei gomiti i polpacci le braccia. Avevo la sfrontatezza del dominio su tutto, su di lui e le sue cose. Imponevo me quasi fossi un impero. E pensavo senza pensare, parlavo per ripetere le solite noiose cantilene, gustando al contrario la forza del meditare realmente carnale, quel bellissimo limpido riposare nella testa, per il quale era facile non ascoltare se non da un’estrema lontananza indefinita le mie solite terribilmente noiose parole, erano vuoti simulacri per i miei piedi e polpacci rinati, chiudevo involontariamente gli occhi e avevo la voce per intimare “io qui ci voglio restare” e non mi alzo. Non avrei potuto avevo il corpo già tutto assopito, meravigliosamente rilassato, e il trauma di alzarmi non glielo avrei concesso. Credo avesse delle preoccupazioni. Ma naturali - spero capisca un giorno quanto il disgregare smembrare ponderose speculazioni troppo ardite è ciò di cui ho bisogno, è questa l’assenza, quell’intelletto sempre attivo rozzo e ineguale, non eguagliabile ai miei piedi polpacci gola giro vita cosce e capelli. Sono una così, con me stessa senza divisione. Ma per parlare ripetevo come la ballerina di un carillon le parole d’amore perduto, i frammenti letti di discorsi d’amore, togliendo alle nostre parole l’autenticità dell’essere solo nostre, con astuzia forse troppo argomentativa, meccanicamente ribadivo il già detto, ormai saputo a memoria. Ma la scatola era vuota, alzato il coperchio le parole se ne volavano dopo aver per troppo tempo traboccato. Avrà sicuramente già capito tutto, o forse non capirà, sentirà di avermi fatto del male e non sa quanto bene mi mostra con la sua docile pazienza. Glielo dirò con un dono gli voglio regalare “Pensare con i piedi” di Osvaldo Soriano. Capirà. E dimenticherà le mie parole, Il carillon incantato, perché sa farmi pensare, finalmente con coraggio, cervello sì, ma con cuore fegato e sesso, e tutto il resto. Lui - sei dura come il diamante Lei— sono legnosa, me ne accorgo tu hai mani d’oro — però non mi rispondi — mi massaggi  in un modo che sembra il tuo lavoro da sempre—ma frammenti di un discorso amoroso, che ne dici, ti è piaciuto? — come diceva ti ricordi — sì qui i polpacci pigia più pigi e meglio è  così pizzicato è perfetto la schiena le braccia— neanche ti stanchi ? — Ti ecciti? Lui - sì ma non è l’eccitazione che conta — Lei- comunque dicevo niente tenerezze   Lui - ti ho già spiegato io non mi impegno, c’è mia moglie, sono separato d’accordo, ma non mi impegno Lei - non fare lo scemo io rifletto — quanti pochi frammenti d’amore — i discorsi amorosi insomma, non ne pensi niente? — ti ho fatto vedere le foto hai visto cos’ero e come sono adesso che sono appena tre anni che se ne è andato e ho solo pensato a lui e si vedono i segni dei pensieri sul viso - ho un’ ossessione — sì ma continua non ti fermare - però non ti sdilinquire in queste tenerezze - insomma è un massaggio con la frizione, il massaggio da massaggiatore - ma voglio dire poniamo i romantici discorsi d’amore - ti rendi conto che il mio corpo è nudo? - non lo temi  perché non lo temi? Ma senti il fatto che non lo temi significa anche che non lo scopri? E nell’«amorosa quiete delle tue braccia?». E’ un paradosso sai non c’è nulla di amoroso e c’è qualcosa di mostruoso nella tua facilità a trattare il mio corpo e nella pazienza anche Lui - se ti friziono così puoi anche raggiungere l’orgasmo— Lei - Come puoi solo pensarlo io credo che la citazione di Montale ti sia servita a rendere quel minimo di poesia al movimento delle tue mani - però non fermarti - Penso con insistenza alla bella e la bestia - la fiaba - mi ci fai pensare con insistenza - non parlare di orgasmo, l’orgasmo tecnico non mi appartiene - guarda che se vai all’interno coscia ti accorgi di quanto sono asciutta – Lui - si sei dura durissima ma hai di bello gli incavi gli incavi del tuo corpo sono belli, e sei bella qui sei un loto Lei — sarebbe bello mettersi a litigare d’amore, l’amore ce lo siamo dimenticati — il massaggio è divino ma lo sai che mi sento di non esistere? — insomma chiunque fosse qui donna in queste condizioni si riposerebbe con il tuo frizionamento instancabile — mi chiedo cosa te lo faccia fare — forse sei molto generoso — quelli che mi amavano non mi hanno mai massaggiata così per ore e forse così mi stai aprendo un vuoto -e la vista appannata della tua finestra in alto per tutta la parete ha l’apparenza reale del fiabesco — e l’odore di nebbia e di muschio — ma l’espressione tua  è la stessa, hai sempre la stessa espressione di sempre solo un po’ stanco e insonne, si vede che ti manca il sonno, domani non avremo però la sensazione di essere stati in un letto nudi insieme—e lo sai neanche adesso — eppure questa è generosità — vorrei giurare di non fumare più ma è impossibile — Lui – lascia perdere non ci riesci. Lei - Chissà cosa vuole lui scoprire di me, e anzi cosa scopre, il mio irrompere strano e impaziente, le mie sconnessioni disciolgono il suo quotidiano metodico movimento sempre uguale forse, o gli sono l’impiccio di una invasione improvvisa e improvvida, oppure gode giustamente di un’innocente voglia di godere del suo faro, nonostante la trascuratezza delle mie parole, e gli ordini che impartisco, difendendo le zone più intime, negandogli le carezze che forse avrebbe per me ma io non voglio. Mi ostino a ripassare formule svuotate, quelle dello sgabuzzino della memoria, quelle sempre pronte e rigurgitanti, basta attingere, e riafferrare vecchi interludi, quelle overtures sempre uguali. Dovrei dargli tregua, almeno un intermezzo. Il polpaccio l’altro — senti che legno che sono — sono un legnaccio — un pezzo d’albero e lì sono sempre dura — insomma dicevo il bacio la tenerezza— sai io mi pento di un uomo che non ho avuto e era dolce perché era uomo e protettivo e mi parlava con paterna premura e ironia - la schiena inizio a sentire –con l’olio così- una settimana tra le tue mani, diventerei un’altra e brancolerei un po’ meno — sai che ho perso il tatto? —ma hai mani possenti - le immagino pelose - come quelle della bestia – hai anche la dignità alla fine della bestia di fronte alla bella— ma tu perché non parli? – Lui - perché non serve, ascolto lo sciame dei tuoi pensieri — parli te e sei un pulcino impaurito – Lei - mi fai accorgere di una cosa - i piedi sì, dio i piedi ho il cervello nei piedi io le mie molecole migliori sono nei piedi - mi sembra di rinascere, anzi mi fai crollare dal sonno - è la prima volta che non penso niente non ho pensieri - però la riflessione filosofica te la dico - So che c’è tua moglie e io non sono emozionata e non ti bacio perché mi sentirei tecnica e tu saresti tecnico a letto - ma dimmi la verità - tra l’essere folli d’amore e l’essere tecnicamente sempre pronti non mi dire che non ti piacerebbe essere pazzo d’amore - o vuoi che il desiderio si spenga sul bisogno, il tempo fugge e l’attesa ci profana lo sai? aspettare che lei - lui chiami come un condannato a cui si rifiuta la grazia - “squilla squilla accidenti” e ogni volta si fa qualcosa sperando che serva — sai del tipo se accendo una sigaretta e preparo il caffè quando sbuffa la caffettiera allora squilla - ma sono preoccupata sai dimmi un po’ ma tu frizioni passi con le mani nelle zone più dure e contratte e mi sciogli, come se mi smontassi per rimontarmi meglio la testa che ha smesso di funzionare ma inizi dal basso dai piedi- ma è perché hai capito che soffro? - oppure sei un santo? – Lui - anche a me metterebbe in imbarazzo la tenerezza — Lei - figuriamoci se mi penetrassi - non riesco a unire quest’uomo del massaggio - mettiamola così, ti chiamo così - all’uomo che ansima e gode mettiamo alla penetrazione della mia vagina - scusa fammi dire però fica - sennò mi sembra veramente qualcosa  troppo meccanico tutto - Io sono sicura che sto bene da morire, ma domani non sarò emozionata, ma senza le tue mani il calore delle tue mani mi sentirò legata- ora provo a non parlare - non dico più una parola - l’altra cosa che ti ho segnato ti ricordi su frammenti del discorso – “Dopo un crollo la psicosi da crollo ci difende dalla psicosi del crollo. La psicosi riproduce psicosi”- Telefonarti mi ha salvato - stavo crollando un’altra volta e questa volta ho trovato la casa dei doganieri e le potenti mani della bestia - io la bella ok? - c’è una cosa che non ti ho detto quella foto di te piccolo sul pianoforte io devo averla sognata - c’è un dejà vu - lì ti vedo - e non credo al modo in cui mi parli della tua separazione - e il tuo ordine spaventa - è un ordine cattolico? Questi libri sui vari Don mi fanno un po’ orrore - bellissimo così continua il giro vita tutto, il giro vita  da tutte e due le parti ne ho bisogno - stasera mi sono accorta di una cosa io ho perso il mio corpo - devo fare qualcosa che mi risvegli - si è anestetizzato - si è fatto tardi per attendere - la vitalità richiede che se ne abbia cura perché il successo non dobbiamo concederlo a chi ci sigilla la vita Lui - La materia di cui siamo fatti è uno dei fattori determinanti dell’opera, l’armonia alla quale ritmo e melodia si aggiungono come personali momenti, mai assolutamente coerenti, anzi mutevoli sempre, come tempo che si applica alla materia pensante e irrora trasformazioni che mutano la nostra sorte, se il tempo del ritorno dell’essere sempre ripetuto consente a noi impigliati nella tela di ragno l’apparizione di una improvvisa epifania. E’ ciò che lei vuole, un improvviso inaspettato apparire che muti il corso sempre uguale di un fiume regolare la cui ansa non fa che ritornare su se stessa. Qualcosa la rende perennemente insoddisfatta, e diventa una fortezza inespugnabile. Ma il  perché, non si comprende. Lei - Che ne dici della danza o qualcosa che mi ridia il mio corpo? - se oggi ci fosse il bacio e le parole tenere e il discorso amoroso con questo massaggio divino e lungo ci sarebbe un principio -  e invece mi fa un sacco bene essere maneggiata ma mi sembra  fisioterapia e l’anima scusa? - sembri  il medico che mi rimette in sesto - insomma io sono qui nuda tu tocchi tutto intero il mio corpo e una tenerezza mi farebbe tornare indietro guarderei con terrore il tuo corpo -  in questo momento il tuo corpo per me non esiste - è solo scienza - voglio dire come se fossi un medico - il resto ci potrebbe solo annoiare - non sarà che il massaggio serve per riempire il tempo come se non avessimo nulla da dirci -  perché non ci sono le carezze? - però sei carino forse hai capito quanto sono disperata - ma ora sto zitta ora provo il silenzio. Lui - Si è addormentata. Un sonno profondo. Lui -Ho maneggiato per ore il suo corpo che ha definito legnoso, era diamante. E in effetti era dura e contratta come un blocco di marmo, ma bella però. Io a malapena ho dormito - Per un po’ ho pensato di lei sol una cosa. Pensavo Al la Casa dei doganieri, quando gliel’ho detto e quando glielo dicevo si arrestava confusa, era un pulcino bagnato che chiede premure. il corpo di legno sì ma bello ben fatto solo contratta sofferente. Ho recitato i versi fi Montale mentre lei non riusciva a stare un attimo seduta come se il suo corpo scattasse per lei involontariamente si alzava tornava a sedersi si rialzava girava le stanze assaporava il limoncino di Sicilia e se ne versava per scaldarsi e forse voleva sciogliersi con l’etilico e le sigarette Aveva l’accappatoio e i capelli bagnati e ho capito che si sentiva poco donna. Desolata t’attende dalla sera in cui v’entrò lo sciame dei tuoi pensieri, le parole di Montale. Si sentiva separata ne sono certo, forse tranne da questa casa che è immersa in un verde disabitato selvatico con la nebbia bassa e quasi sulfurea. Era disarmata di fronte alle sue ragioni, sulle quali deve aver riflettuto molto e da molto, e alle mie risposte si vedeva ferita. Non comprendi non è a te che mi rivolgo quando parlo della tenerezza che ci manca, voleva dire, e io continuavo la mia tiritera involontaria ma non troppo, forse troppo maschile sul fatto che non siamo più ragazzini e ci è nota ogni cosa. Ha ragione a parlare del bacio, e dello scoprire nudità con la semplicità con cui trattiamo oggetti dei quali siamo troppo sicuri. Ho letto in Frammenti di un discorso amoroso - scrutare vuol dire frugare.. sono come quei bambini che smontano una sveglia per sapere cos’è il tempo. Mi ha fatto riflettere. Ho massaggiato il suo corpo e ho parlato con estrema facilità di orgasmo e giustamente mi ripeteva - ma se neanche abbiamo il coraggio di una tenerezza di un bacio? –ma io imponevo  il mio io con la pesantezza di un grande ancoraggio, forse l’incoscienza, non ho compreso L’intelligenza delle sue parole, a lei che per non amore mi ha regalato frammenti di un discorso amoroso ho solo risposto “ti ho avvertita non voglio impegnarmi” - non l’ho capita o mi sono difeso? Pretendo che l’abilità delle mie mani potenti da Bestia come le ha chiamate le sostituiscano la tenerezza di un uomo? E la mia presunzione poi, lei è la prima, a non volersi impegnare non con me, ma io maschio mio malgrado stabilisco l’ordine delle priorità sono io a dirlo per primo non voglio impegnarmi -con la sicurezza del no, che è inevitabilmente l’affermazione di una certezza, che dall’altra parte ci sia una richiesta speculare e ribaltata. Non le passave per la testa di volere di più da me, bastava riflettere sulle sue parole, non è una ragazzina e se avesse voluto mi avrebbe semplicemente avuto, con il sesso tutto quanto. Mi diceva qualcosa di grande mi diceva che l’imbarazzo che aveva nei confronti della tenerezza la faceva soffrire, è un imbarazzo da giovaneche ancora non vive il sesso per il sesso e non vuole il tempo però della costruzione, quello dell’età della ragione. La mia risposta era la risposta di un vecchio, riguardava il tempo il fare progetti di vita che proclamavo virilmente impossibili a lei, per la quale nulla di questo poteva interessare, tanto meno trattenerla a pensare al futuro a lei dall’aria così sbalordita che faceva da padrona perché le davo la possibilità di non pensarmi, di sapermi senza sapermi. Io questa note  non c’ero per lei, in lei la tenerezza è un pensiero che rimane giovane e senza tempo, è la sua giovane vergine bellezza. Bastava capirlo con un banale volgare ragionamento: che cosa le avrebbe impedito di fare realmente sesso? Nulla non è vergine di certo, e di baci ne ha avuti e ricevuti, e appena ho poggiato la testa sulla sua spalla ha detto no questo no. Per lei sono stato veramente una sorta di massaggiatore. E a lei ho parlato di orgasmo. Ma forse è giusto, solo che ora non ci sarà altro, né tenerezza né parole più intime ho reso tutto poco intimo con la mia povertà di giudizio, e la mia tutta maschile e meccanica possibilità del sesso comunque Ma se esistono due specie di movimento, l’alterazione e la traslazione, qualcosa in lei un passaggio deve esserci stato, un movimento verso uno scopo diversamente determinato. Qualcosa di traslato che le tolga finalmente l’immobilità di non essere in nessun luogo e in nessuna cosa. E l’anima? non me ne sono dimenticato mai, non me ne sono dimenticato con lei nuda nel mio letto - non voleva che le accarezzassi in nessun modo neanche lievemente i seni Montale mi è saltato alla testa involontariamente e ancora rimane nei miei pensieri. Le parole di un poeta. Ma alle mie parole manca l’intimità, alle mie mani nell’Assenza la tenerezza, alla mia bocca, nell’Assenza, il sapore del primo bacio vergine con una donna sconosciuta, ai miei pensieri la giovinezza che queste tre cose insieme consente, al mio ordine il disordine di consentirle al risveglio una sigaretta dopo il caffè, alla mia voce la dolcezza intrisa com’èra dell’asprezza del risveglio al nuovo giorno, spezzato l’incanto (ma quale incanto?) « ieri ti ho consentito le sigarette, stamattina mi dispiace no>>. Il vero incanto erano i seni che non si faceva neanche sfiorare. Timidamente ha detto, era un canarino vergognoso, perdona il mio russare se ci fosse stato. La mattina cosa era cambiato perché lei non potesse godersi in santa pace una sigaretta? Come quel messaggio di scuse al cellulare, un continuoi  “mi dispiace mi dispiace di non poter uscire con te”, un messaggio poi lungo troppo lungo, mentre ho saputo poi che lei era con gli amici fuori e io messaggiavo replicando in scuse per la mia involontaria assenza. Ha ragione lei, siamo immagini della privazione, ma c’è in lei un’invidiabil giovinezza che la rende d’argento. Il desiderio ancora intatto virginale di un lunghissimo bacio, nuove carezze ai seni che difende dal triviale contatto, e il no deciso a me alle mie mani su quelle perfette intatte rotondità, un troppo per le nostre troppo maschili facili disinibizioni. Il mio seno non lo tocchi, intendeva, non lo puoi visitare né ispezionare, è come materia pura dallo spirito umido che vi dimora più denso, solo mio. Li tu non c’entri. L’anima, ciò che muove se stesso. L’anima è l’incorruttibile. Lo stesso furore di lei ha qualcosa di incorruttibile che trapassa senza farsi attraversare dalla molteplicità degli incontri, e non replica se non sempre e tenacemente «io sono altrove». Odia ed Ama con furiosa sconnessione, come molla che si allenta per poi ritornare alla situazione di partenza negando di esserci stata. A che è servito? Direbbe  forse qualcosa - ma per fortuna non abbiamo fatto l’amore, aggiungerebbe, questo ti rende nobile, mi dic l’eco delle sue parole rimaste, penserebbe  «la tua generosa sottomissione  è l’attenzione sensuale di cui ti sono grata nella perfetta armonia che ci rimane, Tu il faro di una notte, sapersi senza l’immane pensiero di sapersi nel tempo insieme». Fugge e so che non vuole in nessun modo restare... per essere imprendibile e salpare altrove con il suo solitario pertinace remare nel vento. E questa è la sua vera Assenza. Ed è la sua essenza, lo sciame dei suoi pensieri. Lui -Sono tornato a casa stanco. Ha squillato il telefono era lei Lei - Ciao, te lo devo dire sei divino, ho un regalo per te spero ti piaccia, è un libro, so che ne hai letti molti ma questo forse ti manca-spero- E’ di Soriano, Pensare con i piedi, il giorno che ci vediamo te lo do. Mi hai offerto il sonno più bello del mondo, e ora penso tutt’altro sai, se ne andasse al diavolo lui, in fondo ero solo arrogante, ero troppo assillata, non me ne importa più niente, so cosa pensare e lo devo alla tua pazienza - di’ chi ti ha fatto così, paziente e generoso, sembri irreale, quasi un’anima a  parte. Io sono sempre impaziente e divoro tutto, sabato ci vieni a vedere Prendimi l’anima di Faenza? Lei -Sono tornata a casa con l’idea che mi avesse fatto bene. Ma poi ho riflettuto, sì non nego nulla, è un principio senz’altro. Ma cosa non mi pace di lui? Non sa ridere di sé di noi di me e ha perso l’anima del ragazzo quella che fa di un uomo l’uomo  da desiderare e tutto da baciare, riempire fino a traboccarne di tenerezze e giochi e accortezze. E allora ho gettato un cencio di poesia - io non sono un poeta – ma ho nell’anima il mio trobar oscuro.  rimani un ragazzaccio. Ho ricordato il mio primo amore e le lezioni della mia insegnante che ci parlava di quel ragazzaccio di catullo Chi mi dice ti amo chi mi guarda e si volta chi mi scruta e non vede chi mi rigetta cento occhi intorno non sono i tuoi occhi importanti smarriti per aver perso l ‘occasione di un campo di margherite di una salita pazza tra capelli scarmigliati e giunchi scostati Il ragazzo vuol essere ragazzo e pellegrino Con l’onestà tesa perché tu salga ripide salite Per discendere placata dal mare Dalle forti bracciate dalle immersioni dagli Schizzi giocosi Dalla risacca sotto il sole Tu e il pellegrino. Con adolescente ridente Scattante preghiera Sii mia ora, intende girandomi Intorno in un divertente Girotondo Mentre le ossa dei morti dimentichiamo Dimenticavo tra le sue zampe feroci, felino E dolce Allacciato alla vita A i fianchi sempre più dimessi Alla pelle che si insabbia mentre sale e sale ancora e ritorna il mare E si scolora L’osso duro del cranio Aggiogato Ai pazzi pensieri sono suoi i pensieri mio L ‘altare mie le braccia mia la pelle di felina Mia la ferita che attraversi Quando con accorto clamore irrompi con il tuo o traboccante spumeggiante liquore Ed ecco allora il ricordo di un prato sterrato intorno plastica smessa e io ora io sopra come un giunco mosso dal vento catturavo l’estasi e lo sfinimento In ricordo di questo ti chiamo Ragazzo Dall‘arco d ‘acciaio Punta sui miei i tuoi occhi se ti cattura la voglia Ritorna esclamo senza vergogna Nei profondo di un recesso incarnato Carne viva essiccata, dimenticata ad asciugare come bianco panno steso Al sole di un’estate vecchia e opaca Abbiamo i luoghi E perdiamo i nostri luoghi Ragazzo ferisci la mia profonda voraginosa Ferocia quando lasci e abbandoni Chi soffre per te Ora è cranio lavorato le tue membra di tigre più non curano lacunose profondità ma se il giunco non spezza ritorna il ricordo di te pellegrino ritorna la tempesta ti invoco dal paese straniero del tempo c’era una volta racconto intorno al camino E soggiogata nel letto di spine Quando vinta la fatica di essere sono fanghiglia Tra il verde fango e le crepe terrene Allora é desiderio esultare Di un giusto santo accordo Ma ora è ricordo Il nostro Di noi ragazzi Luogo santo Un verde prato di margherite Dov’è Ora? Ora Possiamo stringerci Ti fai un po’più in là Non così ora Ma insomma che fai Sgualcisci il lenzuolo, sistema meglio Quella gamba Prova ad alzare un attimo magari così che dici? La carne limpida e levigata Quella di una santa Ma guarda un po’ che santa Il ragazzo non torna Lo invoco Ora è un uomo Si guarda indietro   distante? Dove sei e chi sei ora? fra le brume? io torno al mare quando è brumoso perché là giacciono e mi attendo le parole che non dico e lì devo farneticare troverò occhi neri profondi e verdi e troverò le parole sconosciute là sarà la mia consistenza al tramonto sul mare,
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