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Portfolio Fotografico come crearne uno Accattivante
Siete un fotografo in erba o esperto del settore? È essenziale comprendere l’importanza di un portfolio fotografico ben strutturato. Un portfolio fotografico é la chiave per presentare il vostro lavoro in modo efficace e professionale. Sia che siate fotografi emergenti in cerca di opportunità o professionisti consolidati desiderosi di mostrare la propria esperienza, un portfolio ben organizzato…
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⚠️ NOVITÀ IN LIBRERIA ⚠️
Titolo e copertine originali sul sito web
Lino Ulderico Cavanna
“CRITICA F.”, UN DISCORSO INTERROTTO
L’italica, originale e ardua “Terza Via” tra Capitalismo e Marxismo
Vincitore del primo premio al Concorso Nazionale “L’Italia tra le due guerre” – nel 1983, quando anche Renzo De Felice ottenne lo stesso riconoscimento nel suo campo di pertinenza – questo saggio ripercorre la storia culturale di quel tempo attraverso l’accurata analisi di “Critica F.”, la celebre rivista fondata da Giuseppe Bottai.
Uno studio approfondito e inedito, dal grande valore storico, che affronta i nodi cruciali del periodo, restituendone una fotografia accurata del clima e dello spirito: dal corporativismo all’organizzazione dello Stato e dall’educazione alle politiche sociali, passando per formazione della classe dirigente, per le scelte di campo, per il dibattito culturale e per la mistica ideale.
Una saggio necessario, frutto della sintesi tra il pensiero e l’azione, dove i fatti concreti smentiscono i pregiudizi.
INFO & ORDINI:
www.passaggioalbosco.it
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Vladimir Bondarenko è un ex ingegnere aeronautico e blogger di Kyiv che pubblica su Ukraine Today contenuti particolarmente critici verso le autorità dell’Ucraina.
Irina Kerimova è la caporedattrice del sito web. Insegnante di chitarra di Kharkiv, la seconda città più grande del Paese, e impegnata anche lei nella propaganda anti-ucraina.
Ma c’è un piccolo dettaglio. Bondarenko e Kerimova non esistono. Sono stati costruiti da una intelligenza artificiale voluta dalla propaganda anti-Ucraina di Puntin. Lo ha scoperto Ben Collins, giornalista della Nbc che ha denunciato la clamorosa fake news su Twitter. Collins ha scannerizzato al dettaglio le due immagini. C’è un particolare visibile anche così: le orecchie innaturali dell’uomo in fotografia.
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uhm...sarà...ma quelle orecchie l'ho già viste...dai.
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Rassegna stampa/web di Fotografia: aprile 2023
Cari Amici,
abbiamo appena completato la nostra Rassegna stampa/web dell’appena concluso mese, quarto del nostro sedicesimo anno di vita, ed ora ve la inviamo come è nostra consuetudine: potrete infatti scaricarla usufruendo del seguente link (che sarà attivo sino al 31 luglio p.v.).
Rassegna Stampa/web di Fotografia – anno XVI n.4, aprile 2023
Il mese di aprile di questo 2023 è ormai terminato, la primavera è ormai avanzata e, anche se le condizioni climatiche zono ancora piuttosto incerte, ci auguriamo che la “buona luce”, tanto amata da noi fotografi , nel proseguo arrivi e possa favorirci dandoci le migliori soddisfazioni. Un altro augurio che formuliamo è che quanto avviene in tante parti del mondo finisca di darci preoccupazione.
Proseguiamo da parte nostra l’impegno che, sin dal lontano 2008 abbiamo assunto con la speranza che possiate trovare sempre sulle pagine di questo nostro sito e tra i nuovi articoli che abbiamo scritto o selezionato per voi in questa Rassegna, quache argomento che desti il vostro interesse ed offrirvi qualche ora di piacevole distensione: sarà per noi il miglior riconoscimento per il nostro lavoro.
Con i nostri migliori e cordiali amichevoli saluti al quale si aggiuge pure, e non può mancare, il più fervido augurio di un buon 1° maggio!
La Redazione di FOTOPADOVA
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L’aria frizzante profumata di sale dell’estate era diventata bagnata odorante di terra, il sole al tramonto non si nascondeva più oltre Licata, aveva ripreso a tuffarsi nel mare e questi erano i segni che l’autunno stava iniziando a Gela, dove ancora nel 2014 risiedevo e lavoravo. Un’amica conoscendo la mia passione per la fotografia mi parlò di Instagram, dicendomi che era un’app che permetteva alle persone di condividere foto con una breve didascalia, sulla quale anche artisti e fotografi condividevano i loro lavori. L’applicazione era gratuita, bastava scaricarla, registrarsi creando un account e subito si potevano condividere foto, seguire altri user ed essere seguiti da follower.
Instagram è un social media, un servizio di rete sociale basato sulla condivisione di immagini, foto e video, creato nel 2010 e di proprietà di Meta e quindi di Mark Zuckerberg, dal 2012. Il nome deriva dall’unione dei termini Instant Camera e Telegram perché quando fu creata, i suoi sviluppatori la concepirono per consentire la condivisione di foto istantanee accompagnate da un breve testo, che potevano essere catturate dalla fotocamera del proprio cellulare, all’inizio solo per iPhone, e che potevano essere condivise subito in rete. Dalla sua nascita Instagram ha avuto una crescita ogni anno sempre maggiore in termini di numero di utenti e di sviluppo di interfaccia, desing e funzionalità, ma è rimasta sempre un’applicazione scaricabile gratuitamente.
Chiunque si occupi per passione o per lavoro di fotografia, o di immagini e grafica digitali, sa quanta memoria occupino sui propri supporti questi dati; e sa anche quanti giga si consumino nella condivisione di queste immagini, per cui senza voler essere maliziosi, viene da chiedersi come possa una piattaforma fornire gratuitamente, a milioni di utenti, uno spazio infinito di archiviazione di dati senza guadagnarci nulla. Persino un account di posta elettronica gratuito pone un limite di archiviazione di dati, superato il quale è necessario pagare il servizio, mentre invece, un social media offre a milioni di persone, la possibilità di archiviare le fotografie e i video di tutta una vita, senza chiedere in cambio niente.
Niente è gratuito, ogni volta che prendiamo qualcosa gratis la ripaghiamo in perdita di freschezza o di qualità del prodotto ma soprattutto in sicurezza per noi stessi.
Il termine account, letteralmente ‘conto’, o esteso user account ‘conto utente’, è preso dal linguaggio bancario e indica un conto corrente. Un conto bancario è generalmente nominale, infatti diamo il nostro documento d’identità per aprirne uno, ci consente di accedere a determinati servizi, ma cosa più importante ci consente di mantenere in sicurezza le nostre risorse economiche, se vogliamo ciò che ci permette di mantenerci, i nostri averi.
In informatica, un account è un utente registrato ed identificato presso un sito web, che ha la possibilità di usufruire dei servizi messi a disposizione dal sito. Il sistema informatico è in grado di riconoscere l’identità del titolare di un account, ne memorizza i dati e conserva informazioni ad esso attribuite, utilizzando questi dati e queste informazioni per generare un profilo utente associato all’account e permettergli così, di usufruire dei suoi servizi. Pensando al nostro account su Instagram, l’app conserva le nostre memorie fotografiche e i nostri video, il luogo, il giorno e l’ora in cui le abbiamo scattate e condivise, anche se i due momenti di cattura e condivisione possono non coincidere conserva tutti i dati; il nostro profilo permette all’app e agli altri di identificarci e questo ci consente di continuare a condividere le nostre immagini e i nostri video, per farci conoscere o fare conoscere le nostre opere, i nostri prodotti, le nostre abitudini, i nostri animali domestici, i nostri figli, le nostre figlie, i nostri amici, i posti che visitiamo viaggiando, ma anche informazioni come il nostro bar preferito, il nostro libro preferito, l’interno della nostra abitazione, il nostro volto.
È davvero un ‘conto corrente’ nel quale stiamo depositando il nostro tesoro più caro: la nostra vita e la nostra privacy. Ma questo ‘conto corrente’ non è nostro, appartiene all’applicazione che per funzionare correttamente deve anche avere il permesso di accedere alla nostra fotocamera, alla nostra galleria e ai nostri contatti. Instagram conserva i nostri dati e apprende informazioni su di noi e sul nostro comportamento attraverso l’utilizzo che facciamo non solo del servizio, perché autorizziamo il suo accesso a dati che non riguardano il servizio, riguardano la nostra privacy, apprende rastrellando dati anche quando non utlizziamo l’applicazione. Inoltre, attraverso una procedura gamificata ci addestra a condividere sempre di più e in maniera sempre più personalizzata le nostre vite, ci addestra a non poter più fare a meno di avere un account su Instagram, uno su Facebook, uno su WhatsApp, eccetera, eccetera.
È il caso di chiederselo: abbiamo un account su Instagram o siamo noi il ‘conto corrente’?
Quando nel 2014 anche io ho scaricato l’applicazione sul mio cellulare creando un mio personale account, non conoscevo niente di tutto questo, tanto che avevo creato il mio profilo con il mio nome, il mio cognome e persino la mia foto. Pensavo che si trattasse di un social che promuoveva davvero una libera condivisione, solo dopo molto tempo mi accorsi che nella piattaforma nulla era libero, ogni azione degli utenti veniva manipolata e veicolata secondo la logica della prestazione, mirando ad aumentare sempre di più il tempo di permenenza degli utenti stessi sulla piattaforma e in rete, aumentando così la loro condivisione di dati e metadati, e aumentando di conseguenza la qualità e la quantità d’informazioni su di noi, e i nostri comportamenti, che il sistema informatico poteva acquisire, conservare e utilizzare per gestire il nostro profilo.
Instagram era semplice da usare, la sua procedura era facile da apprendere, una volta creato il tuo profilo, potevi caricare dalla tua galleria una foto, o scattarla istantaneamente dal tuo cellulare (al tempo lo smartphone si chiamava cellulare, era ancora solo una cellula dello sviluppo tecnologico, non un telefono intelligente…), potevi aggiungere a piacere filtri, cornici, una breve didascalia, al tempo erano solo 160 caratteri e non c’erano gli emoji o come si chiamarono in principio gli emoticon, infine potevi postarla sul tuo profilo, dove sarebbe rimasta conservata sulla tua galleria personale. Postare una foto significava condividerla con i propri seguaci e, utilizzando gli hashtag, condividerla con chiunque avesse fatto una ricerca seguendo quel tema specifico, per esempio #natura. Adesso cosa sia un hashtag lo sappiamo tutti, ognuno ha un account su diversi social, ma al tempo era qualcosa di nuovo e aveva una funzione specifica, creare contesti e gamificarli, renderli un gioco con il quale attirare sempre più partecipanti.
L’interfaccia di Instagram nel 2014 era semplice, non molto differente da quella attuale, ma più essenziale e minimalista. La barra degli strumenti in basso aveva pochi comandi. Una home che, scorrendo il dito sullo schermo proprio come lo scorrere di una slot-machine, permetteva di vedere le pubblicazioni degli utenti seguiti, una lente d’ingrandimento per fare ricerca digitando uno specifico account o un hashtag, oppure seguire le proposte suggerite dalla piattaforma stessa in base alle tue preferenze, ai tuoi post e ai tuoi contatti. Al centro della barra degli strumenti c’era un simbolo, una croce dentro un quadrato che si utilizzava per caricare l’immagine che si voleva postare, a seguire un cuore, usato per visualizzare i like ricevuti, i follower aggiunti e le attività degli utenti che seguivi. L’ultimo simbolo a forma di omino con testa rotonda e una mezza circonferenza per busto, permetteva di accedere al proprio profilo, alla propria galleria. Non esistevano i messaggi diretti, non esistevano ancora i collage e le storie o le dirette, si poteva postare solo una foto per volta e la si poteva condividere solo nel formato 1:1, quello della fotocamera dei primi iPhone.
A quel tempo l’account ufficiale di Instagram ogni venerdì lanciava un contest, una call, un gioco a tema, gli instagramer erano chiamati a partecipare condividendo foto che avessero per tema quello scelto da Instagram e a condividerle con l’hashtag creato e suggerito dalla piattaforma. Avevano tempo fino al lunedì successivo, quando Instagram avrebbe postato nel corso della giornata, le foto dei cinque fotografi prescelti per aver rappresentato meglio il tema della competizione.
I vincitori guadagnavano solo la menzione e una quantità impressionante di follower, nessun guadagno economico o materiale era previsto. Il modello di gioco promosso da Instagram presto generò un moltiplicarsi di account tematici che pubblicavano, dandogli visibilità, le foto di account inerenti al loro tema o che postavano usando l’hashtag da loro creato. Lo si poteva fare con qualsiasi tema: tramonti sul mare, paesaggi innevati, il tuo gatto, la tua colazione, interni da sogno, hicking, si potevano creare infiniti contesti per invogliare gli utenti a condividere sempre di più, a seguire costantemente le attività sul social, a partecipare commentando, cliccando, ripostando.
Gli istagramer volevano vincere, essere menzionati, vedere la loro foto pubblicata, avere tanti follower. Iniziarono a nascere gli storytellers e tanti corsi per insegnare a tutti come avere successo su Instagram, che di solito avevano tra questi consigli quello di pubblicare costantemente, di essere sempre presenti. Nacquero app che permettevano di monitorare i propri miglioramenti sul social, alcuni acquistavano pacchetti di follower e tutti, proprio tutti volevano diventare virali. Arrivarono infine gli influencer che suggerivano a tutti cosa fare, come e quando farlo per raggiungere il successo che avevano raggiunto loro stessi con i propri post virali. Il primo consiglio degli influencer fu quello di metterci la faccia. I selfie divennero virali.
Chissà cosa penserebbe di queste metafore Susan Sontag se fosse viva oggi…
Non mi azzardo ad ipotizzarlo, certo è che il gioco a cui giochiamo senza rendercene conto, ha un obiettivo molto strano, quello di farci diventare virali, e una probabilità di essere raggiunto pari a quella di vincere la lotteria di Capodanno.
Il successo corrisponde alla fama, alla celebrità, alla ricchezza economica, al potere informatico; le regole del successo le dettano gli pseudoambienti gamificati, per vincere bisogna essere unici, competitivi e vincenti, quello che viene offerto in cambio è un antidoto alla solitudine, all’anonimato, è la sicurezza di esserci.
La paura di scomparire, quella di non essere nessuno, di essere dimenticati hanno a che fare con la paura della morte, sono le paure generate dalle questioni irrisolte di chi vuole percepirsi immortale, non vuole fare i conti con l’angoscia che questa evidenza genera, non vuole dover vivere la propria vita, includendo in essa l’informazione che è a termine e che quando finirà non potremo portare con noi nulla di quello che possediamo adesso, né titoli né tesori.
Come suggeriva Agnese Trocchi la ludicizzazione dei contesti è rassicurante, tende all’infantilizzazione del comportamento, a scoraggiare la facoltà di scegliere, a non sviluppare una riflessione autonoma, ad agire secondo modalità automatizzate e a ci porta a trascorrere molto del nostro tempo guardando uno schermo convinti di stare condividendo qualcosa con i nostri simili.
La paura e la solitudine trovano un piccolo sollievo quando dopo aver postato una foto i nostri seguaci lasciano un commento, ci augurano una buona serata, lasciano una fila di emoji. Commentiamo a nostra volta le foto degli account che seguiamo e mandiamo avanti questa pseudosocialità, fatta di giochi, di chiamate alla competizione, di complimenti, di insulti, di storie d’amore, di amicizie che spariscono così come sono arrivate nel nulla, di micro mondi che imitano e riproducono il mondo reale. Lo facciamo senza rendercene conto, ogni giorno dedichiamo tempo al nostro profilo, alla nostra comunità ma le regole non cambiano e la paura e la solitudine restano proprio lì dove le abbiamo lasciate, prima di metterle in standby giusto il tempo di essere assorbiti dal flusso gamificato del social. Così come aveva suggerito Sontag, strumentalizzare la paura del contagio aveva avuto l’effetto di isolare le persone le une dalle altre, di scoraggiare il contatto e la socialità fatta di incontri e di prossimità, di incoraggiare una salute fisica che fosse più orientata all’estetica dei corpi e al loro apparire su uno schermo televisivo, tanto che la tecnologia ha veramente fornito oggi nuovi e popolari strumenti per stimolare il desiderio, proteggendolo dai rischi e rendendolo il più possibile mentale.
Il desiderio è mentale e anche questo come la paura e la solitudine è stato addestrato.
Roma 19 dicembre 2022 h: 18:48 am – 29 dicembre 2022 h: 1:08 pm
Capitolo 15 Love Gaming - IV Parte
#LOVEINT#diariodiunaresistenza#social media#account#abusodipotere#gamificazione#lovegaming#loveintblog#libertà#privacy#stalking online#verità#azione#potere
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ARABOFUTURS (parte II)
(segue) Sempre incentrate su forme naturali, le opere di Hala Schoukair: una scultura organica e vivente che compone mondi apparentemente naturali, che reali non sono, ma puramente immaginari e viene da chiedersi se per caso non siano mondi reali “altri”. Sempre nell’ambito del paradigma natura/futuro parlano le architetture del paesaggio di Zahrah Al Ghamdi. Il grande plastico all’ingresso della mostra realizzato con materiali naturali evidenzia una tensione tra i grandi spazi naturali del mondo arabo e il devastante ambiente urbano e mette bene in mostra l’anima della sua produzione; si tratta di “Birth of Place”, completamente in argilla, materia estratta da sito di Al-Turaif nei pressi di Ryadh, luogo che è patrimonio UNESCO. L’installazione è una sorte di skyline di grattacieli naturali modellati appunto in argilla. “Mycellium Running” oscilla anch’esso tra organico ed inorganico: mille piccole ed irregolari sfere in cuoio che ricoprono una parete della sala espositiva e che ricordano un organismo, non si sa bene se animale o vegetale. Tante e che vanno in diverse direzione, le suggestioni della mostra: una fantascienza più vicina all’immaginario anni Ottanta, è certamente quella di Ayham Jabr, con immagini veicolate sul web, più simili a quelle immaginate dal mondo del fumetto che non a quello di progettualità effettive. Nell’ambito della fotografia vorrei ricordare il lavoro, assolutamente originale, di Skyseeef, pseudonimo di Youssef Oubahou, marocchino, classe 1999 che con la serie fotografica “Culture is Waves of the future” (2022-2024), presenta una serie di veicoli (auto e camion), privi di ruote che fluttuano a pochi centimetri dalla terra riarsa del deserto. I veicoli sembrano fluttuare su un cuscino d’aria molto futuristico, ma conservano, sulle carrozzerie, i segni del tempo, un tempo che è il nostro. Certo è, che la cultura visiva di questo giovane artista sembra inglobare in sé le auto volanti di Blade Runner, come i veicoli del futuro anteriore immaginato da Enki Bilal. Molto interessante la sezione video, che fa giustizia (parziale) dell’assenza pressoché totale della science fiction negli studi sul cinema arabo del XX secolo. Ci aveva pensato nel 2013 una studiosa italiana, Ada Barbaro a cercare di porre rimedio alla lacuna con il suo libro “La fantascienza nella letteratura araba”, in cui si faceva cenno a quella cinematografia di quei paesi, ma certo è che “Arabofuturs” porta finalmente il cinema di fantascienza arabo, nel cuore culturale dell’Europa. A questo proposito sono da considerarsi assolutamente sorprendenti alcune creazioni come “Le voyage verso la lune” del 1959 girato da Rehla Ila al Qamar. Per concludere questo parziale excursus sugli artisti e sulle artiste presenti in questa mostra dell’IMA,( la cui chiusura, visto il grande successo è stata più volte posticipata), mi piace ricordare il lavoro di Fatima Al Qadiri, artista multidisciplinare originaria di Dakar in Senegal e Sophia Al-Maria scrittrice e cineasta originaria del Qatar. Proprio a loro, come già ricordato, si deve la nascita del termine “Gulf Futurism”. Nella loro bella serie fotografica ironizzano sul concetto di pop-culture gettando uno sguardo disincantato e distaccato su quello sfrenato consumismo, a cui molta parte del mondo arabo guarda ormai come ad un punto di riferimento e che affascina l’universo femminile di quei paesi, che ha sposato tutte le più deteriori ambizioni del mondo iperconsumista. Per concludere, la mostra dell’IMA comprende una nutrita sezione dedicata al design, alla fotografia e alla pittura. Jack Lang, presidente dell’Istituto, scrive nella sua introduzione al catalogo: “Plus qui jamais, l’IMA fast cap Sur l’avenir. Notre bâtiment emblématique inventé par le visionnaire Jean Nouvel, se fait vasseau amiral d’anticipation” e non credo occorra traduzione…
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📸✨ La magia della Puglia al tramonto! 🌅 Questo scatto cattura una torre in rovina, testimone silenziosa della storia, che si staglia contro il sole calante. Ogni angolo di questa regione è un'opera d'arte che aspetta solo di essere immortalata.
Se ami la fotografia artistica e i paesaggi italiani, lasciati ispirare da queste meraviglie architettoniche. Seguimi per scoprire altre gemme nascoste e condividere insieme la bellezza della nostra terra. 🇮🇹✨
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Trento: servizio civile provinciale, iniziano tre nuovi progetti
Trento: servizio civile provinciale, iniziano tre nuovi progetti I giovani che cercano un’esperienza creativa e un modo per avvicinarsi al mondo del lavoro hanno tempo fino a fine mese per aderire a uno dei tre progetti di Servizio civile universale provinciale (Scup) proposti dall’ufficio Politiche giovanili e dal Servizio biblioteca e archivio storico. I tre progetti partiranno il primo giugno e dureranno dodici mesi. I ragazzi selezionati svolgeranno le loro attività per circa 30 ore a settimana e riceveranno un compenso mensile pari a 600 euro, oltreché un buono pasto dal valore di 7 euro. Il Servizio biblioteca propone Holden in biblioteca e Io, loro e i libri, due progetti che inseriranno i giovani in un team impegnato nella promozione della biblioteca come spazio da vivere, piazza di cultura. Le attività si svolgeranno soprattutto in biblioteca, ma anche nelle scuole e negli spazi giovanili. Queste attività comprendono in particolare lettura ad alta voce, creazione di percorsi di lettura, gestione di gruppi di lettura per giovani, progettazione di iniziative promozionali e sperimentazione tramite radio, web e social media. Gli interessati hanno tempo fino alle ore 12 di lunedì 29 aprile per candidarsi. C’è poi Social Media Team – settima edizione, il progetto organizzato dall’ufficio Politiche giovanili per promuovere le iniziative del Comune attraverso social media e siti web. È un’occasione per coltivare l’interesse per la grafica, la fotografia, la scrittura creativa, il videomaking e la creazione di podcast, dando un importante contributo con la propria creatività. Anche in questo caso, c’è tempo fino alle ore 12 di lunedì 29 aprile per inviare la candidatura. Tutte le informazioni sui progetti e su come candidarsi possono essere trovate all’interno del sito.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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La W&E è una Agenzia di Comunicazione. Il nostro team è composto da laureati ed esperti nel settore del design e elaborazione, di immagini e nelle tecniche di comunicazioni è in grado di affiancarti nelle scelte importanti e operare per trovare la soluzione più adatta a te.
produzione di contenuti 3D statici( Rendering interni ed rendering esterni), dinamici e rendering real-time. Strumenti della nostra attività sono la modellazione 3d e l’animazioni 3D come rendering fotorealistici, render per progetti multimediali, grafica pubblicitaria, fotografia e servizi audiovisivi.
La W & E srl realizza rendering di prodotto per siti e-commerce, siti di arredamenti, portali web, app per cellulari riuscendo a creare rendering fotorealistici senza la necessità di creare il prodotto fisico che essendo una ditta di artigianato per esempio può produrre con tutta tranquillità una volta ricevuto l’ ordine tramite il sito.
Negli ultimi anni la W & E srl si è concentrata nella realizzazione di virtual tour 360 per strutture ricettive, beni culturali, architettura, agenzia immobiliari.
Se quello che cerchi è la massima efficienza di calcolo in tempi contenuti, attraverso la nostra render farm puoi gestire in autonomia il render dei tuoi progetti e ottenere in poco tempo immagini ad alto impatto visivo. Disponiamo di tecnologie avanzate e competenze professionali per offrire supporto tecnico e strategie di comunicazione complete per produzione materiali audiovisivi, grafici, fotografici e per presentazioni multimediali di progetti in 3D.
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MILANO SUNDAY PHOTO
Foto © Milano Sunday Photo Sabato 2 e Domenica 3 dicembre dalle 10.00 alle 20.00 Cascina Cuccagna Via Cuccagna 2/4 Milano Ingresso libero Milano Sunday Photo Quando la fotografia ti aspetta a braccia aperte Torna nella suggestiva cornice di Cascina Cuccagna il primo mercatino milanese della fotografia e dell’immagine INFORMAZIONI: Mail Sito web La kermesse meneghina, giunta alla sua seconda…
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Guadagnare Soldi Con le Foto
INDICEVendita di foto su Siti di Stock Photography Offrire servizi di fotografia a pagamento Creazione di prodotti con le proprie fotografie Offrire servizi di editing creare un corso di fotografia Creare un attività di stampa su richiesta Diventare un fotografo freelance creare un attività di stampa su tela in questo articolo scoprirai come guadagnare con le foto Guadagnare online con le foto è diventata un'attività sempre più popolare tra gli appassionati di fotografia e non solo questo grazie alla facilità con cui si possono fare foto e condividerle negli ultimi anni inoltre il mercato delle immagini online sta crescendo rapidamente, La domanda di immagini di stock sta crescendo rapidamente, con una previsione di crescita del mercato globale delle immagini di stock del 10,25% entro il 2025. (Fonte: Mercato globale delle immagini di stock) Ci sono molti modi per monetizzare le proprie foto su Internet, dalla vendita su siti specializzati all'utilizzo come contenuti per blog e siti web in questo articolo scoprirai i metodi più popolari che possono essere intrapresi con poca fatica Ecco la lista dei principali modi per guadagnare con le foto : - vendita su siti di stock photo - offrire servizi a pagamento online - offrire servizi di editing fotografico - creare un corso su come scattare fotografie - creare un account Instagram
Vendita di foto su Siti di Stock Photography
Uno dei modi più semplici per guadagnare online con le foto è la vendita su siti di stock photography secondo stockismo, Il 57% degli utenti di immagini di stock è costituito da professionisti del marketing e del design. i sitiweb di stock photograpfy sono siti web dove gli utenti possono vendere fotografie che possono essere utilizzati per scopi commerciali o personali Questi siti consentono di caricare le proprie foto e di venderle ad aziende e privati che le utilizzano per i propri progetti. I guadagni che si possono ricevere possono essere significativi, soprattutto se le foto sono di alta qualità e richieste da molti acquirenti. i migliori siti web per vendere foto online sono: - Alamy - 500px - SmugMug Pro - Shutterstock - iStock Photo - Getty Images - Stocksy - Can Stock Photo - Twenty20 - Depositphotos - Dreamstime - EyeEm - 123RF - Foap - Zenfolio - Pixieset - TourPhotos - PhotoDune Quanto viene pagata una foto? In media, una singola immagine su un sito di stock photography può costare tra i €1 e €10 per una licenza singola e tra i €50 e i €300 per una licenza estesa. Il prezzo di una foto online dipende da diversi fattori, come la qualità dell'immagine, il soggetto e il suo utilizzo. in regola generale le immagini vengono vendute in base al modello di licenza (ad esempio, licenza singola o licenza estesa) e al formato (ad esempio, dimensioni dell'immagine o risoluzione) o alla politica del sito web
Offrire servizi di fotografia a pagamento
Un modo per guadagnare online con le foto è quello di offrire servizi fotografici a pagamento. per servizi di fotografia a pagamento si intende servizi fotografici per matrimoni, eventi aziendali, eventi didattici etc in questo caso il guadagno dipende dalle tariffe stabilite e dal prezzo orario del fotografo
Creazione di prodotti con le proprie fotografie
un altro modo per guadagnare online con le foto è la creazione di prodotti con le proprio fotografie questi prodotti possono essere: calendari, tazze, magliette e altri prodotti personalizzati con le proprie fotografie. In questo caso, il guadagno dipende dalla quantità di prodotti venduti, dalla tipologia dei prodotti e dalla nicchia di riferimento il costo di una tazza personalizzata con foto può andare dai 5€ ai 10€ È importante scattare fotografie di alta qualità e utilizzare le giuste piattaforme per vendere e promuovere le proprie opere. Con il tempo e la perseveranza, è possibile trasformare la propria passione per la fotografia in un'attività redditizia.
Offrire servizi di editing
Un'altra opzione per guadagnare online con le foto è quella di offrire servizi di editing fotografico a pagamento. Ci sono molti fotografi e appassionati di fotografia che non hanno le competenze o il tempo per editare le loro foto, e quindi possono essere disposti a pagare per questo tipo di servizio. Ci sono molti software di editing fotografico disponibili, come Photoshop o Lightroom, che possono essere utilizzati per modificare e migliorare le foto. per utilizzare questi software non hai bisogno di avere delle competenze tecniche avanzate, anzi questi software sono sempre di più utilizzabili da tutti
creare un corso di fotografia
le fotografie possono essere utilizzate per creare e vendere corsi online. Ad esempio, si può creare un corso su come scattare fotografie di paesaggi o come utilizzare la propria fotocamera in modo professionale. Ci sono molte piattaforme online, come Udemy o Skillshare, che consentono di creare e vendere corsi online.
Creare un attività di stampa su richiesta
Un'altra opzione interessante è quella di utilizzare le proprie fotografie per creare un'attività di stampa su richiesta. molti siti web, come Society6 o Redbubble, consentono di caricare le proprie fotografie e di utilizzarle per creare e vendere prodotti personalizzati, come t-shirt, tazze, tovagliette e molto altro. Infine, le fotografie possono essere utilizzate per creare contenuti per i social media. Ad esempio, si può creare un account Instagram o una pagina Facebook per condividere le proprie fotografie e costruire una community di appassionati di fotografia. In questo caso, il guadagno può derivare dalla pubblicità o dalla vendita di prodotti o servizi correlati alla fotografia. guadagnare online con le foto richiede creatività, determinazione e una buona conoscenza delle piattaforme e delle opportunità disponibili.
Diventare un fotografo freelance
Un'altra possibilità per guadagnare con le foto è quella di diventare un fotografo freelance. Ci sono molte aziende e privati che cercano fotografi per realizzare servizi fotografici per eventi, matrimoni, ritratti, e così via. In questo caso, il guadagno dipende dalle tariffe stabilite dal fotografo e dalla quantità di lavoro svolto. Inoltre, è possibile utilizzare le proprie fotografie per creare e vendere pacchetti di risorse per altri fotografi. Ad esempio, si può creare un pacchetto di risorse per la fotografia di matrimoni o di ritratti, che include modelli di contratti, liste di controllo per la preparazione delle riprese, e così via. Per aumentare le possibilità di guadagno, è importante investire in attrezzature fotografiche di qualità e in una buona formazione, per poter produrre fotografie di alta qualità e competere con i professionisti del settore. Inoltre, è importante avere una buona conoscenza delle tecniche di marketing e delle piattaforme per la promozione delle proprie fotografie. In generale, ci sono molte opportunità per guadagnare online con le foto, sia per i professionisti che per gli appassionati. Con un po' di creatività, determinazione e impegno, è possibile trasformare la propria passione per la fotografia in una fonte di reddito. In generale, ci sono molte opportunità per guadagnare online con le foto, sia per i professionisti che per gli appassionati. Con un po' di creatività, determinazione e impegno, è possibile trasformare la propria passione per la fotografia in una fonte di reddito. Inoltre, è importante tenere sempre a mente le leggi e i diritti d'autore per evitare problemi legali nella gestione delle proprie fotografie.
creare un attività di stampa su tela
Un'altra opzione per guadagnare online con le foto è quella di creare una propria attività di stampa su tela o su altri supporti. Ci sono molte aziende che offrono servizi di stampa su tela personalizzati, ma creare la propria attività permette di avere maggiore controllo sulla qualità del prodotto finale e sui prezzi. Inoltre, è possibile creare un proprio negozio online per vendere le proprie stampe e raggiungere un pubblico più ampio. Inoltre, le fotografie possono essere utilizzate per creare e vendere libri fotografici. Ci sono molte piattaforme online, come Blurb o Lulu, che consentono di creare e stampare libri fotografici personalizzati. Questo può essere un ottimo modo per condividere le proprie fotografie con un pubblico più ampio e arrotondare il proprio stipendio. è possibile utilizzare le proprie fotografie per creare e vendere gadget personalizzati, come adesivi, tappetini per il mouse, cover per smartphone e tablet. Ci sono molte piattaforme online, come Zazzle o Cafepress, che consentono di creare e vendere questi prodotti personalizzati. In generale, ci sono molte opportunità per guadagnare online con le foto. L'importante è essere creativi, determinati e utilizzare le giuste piattaforme per promuovere e vendere le proprie opere. Con il tempo e l'impegno, è possibile trasformare la propria passione per la fotografia in una fonte di reddito stabile. Read the full article
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