Tumgik
#scannata
omarfor-orchestra · 10 months
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Mi aggiungo un attimo alla conversazione. Il personaggio di Manuel mi è caduto veramente tanto, non solo per il rapporto con Simone. Colpa di chi l’ha scritto, va bene tutto, intanto questo è. Poi per me possono pure farli mettere insieme ma ormai la cosa me l’hanno rovinata, io è da un paio di puntate che sono scesa dalla barca e va bene così, sono io che ci tengo particolarmente all’introspezione dei personaggi. La nausea che mi è venuta ultimamente è troppo forte. Amen, ci sono tante altre serie da guardare. Una cosa che mi spiace terribilmente è vedere buttato al vento anche il rapporto con M. che è stato l'highlight della seconda. Trama palesemente costruita per nascere e morire in questa stagione, ma soffro comunque nel sapere che non li rivedremo. Mi mancheranno molto.
Posso aggiungere una cosa senza essere scannata? La scrittura di Manuel campata per aria con un sacco di occasioni perse, ma io non ho manco capito alcune scelte di Damiano. Abbiamo visto Manuel innamorato di Alice e abbiamo pure visto Damiano fare un altro personaggio innamorato pazzo. Manuel quando parla di e con Nina non ha nulla di quello stesso atteggiamento. Ma proprio zero. Sembra una copia un po' meno stronza di Leo Adriani.
Considerato che ha dimostrato che è tutto fuorché un cane voglio capire perché secondo lui si comporta così. Io non ho mai condannato a prescindere la storia con Nina, ma ciò che si è percepito non è per niente una storia d'amore appassionata e romantica come ne parlano.
E questa maturità che decantano è immaginaria, perché a me sembra un ragazzino che farebbe di tutto per scoparsi la pischella, e basta. Manuel in questa stagione doveva affrontare in maniera anche dolorosa il discorso del padre e della sorella, oltre che della madre, invece chiava una volta e passa tutto.
E ancora una volta a soffrire è Simone, perché la merda non la possono mica distribuire equamente. La storia con Mimmo poteva essere una cosa meravigliosa e leggera, nemmeno per forza duratura, ma di certo non doveva finire in malo modo e quando già ha altri problemi. Il senso di farlo finire da solo, ancora una volta? Il senso di sviluppare un personaggio come Mimmo e poi lasciarlo andare? Ma pensate ai soldi che vi ha portato avere proprio quei due attori, manco questo vi va bene per avere una trama decente?
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likeastars · 2 years
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La ferragni che si è scannata con Rosa chemical e quindi si è dovuta cambiare d'abito
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Anche 30 telefonate anonime al giorno per minacciare la ex
Anche trenta telefonate anonime al giorno, che per la vittima non avevano nulla di anonimo, durante le quali non faceva altro che gridarle che l’avrebbe sfigurata con l’acido, scannata e che si sarebbe fatto anche trent’anni di carcere. Ha subìto anche questo la donna del Napoletano vessata per anni dall’ex che nei giorni scorsi è stato arrestato dai carabinieri di Ercolano (Napoli) al termine di…
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roopesaarinen-blog · 6 years
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Mobiiliapplikaatiot
Puhelimeen on saatavilla valtavasti erilaisia applikaatioita, jotka helpottavat arkea. Nyt on olemassa myös sovelluksia, jotka helpottavat yrittäjän elämää! Grand One kilpailussa OP:n kehittämä kevytyrittäjä applikaatio sai kunniamaininnan parhaana verkkopalveluna 2018. 
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 Kevytyrittäjä applikaatio
Kevytyrittäjä applikaatio on uusien- ja pienyrittäjien tarpeisiin luotu ratkaisu. Sovelluksen lähtökohtana on antaa yrittäjille mahdollisuus keskittyä omaan osaamiseen. Käytännössä tämä tarkoittaa, että palvelu hoitaa arkirutiineja yrittäjän puolesta. OP hoitaa sovelluksen kautta kirjanpidon, veroilmoitukset ja vakuutukset. Lisäksi ennakko- ja arvonlisäverot tilitetään automaattisesti yrittäjän puolesta. Tämän ansiosta tilillä olevia rahoja voi käyttää ilman pelkoa veroveloista. Yrittäjä voi tehdä laskut myös suoraan applikaation kautta asiakkaille. Käyttöönotto on tehty sovelluksessa helpoksi ja sitä kautta voidaan tehdä ilmoitus toiminimen perustamisesta ytj:lle maksuttomasti.
Yrittäjän näkökulmasta sovellus vaikuttaa aidosti nykyaikaiselta ratkaisulta, joka vastaa yrittäjän tämän päivän haasteisiin. Tänä päivänä kaikilla on puhelin mukana, joten se on aina käytettävissä tarvittaessa. Sovellus maksaa 5% laskujen loppusummasta, joka on kohtuullinen palvelun määrään nähden. Toisaalta yrityksen kasvaessa, sovellus alkaa tulla yrittäjälle kalliiksi. Silloin kannattaa miettiä muita ratkaisuja, mutta aloittavalle yrittäjälle sovellus on mainio. Sovellus luultavasti myös madaltaa kynnystä yrittäjäksi lähtemisessä. Sovelluksen kautta OP tekee ilmoituksen Ytj:lle yrittäjän puolesta ja vielä maksuttomasti. Normaalisti yrittäjän pitää itse ilmoittaa Ytj:lle ja maksaa siitä. Pankin näkökulmasta applikaatio on hyvä keksintö, jolla saadaan lisää tuloja pankille. Mahdollisesti yrityksen kasvaessa, pankki voi saada yrittäjästä tärkeän asiakkaan pitkällä aikavälillä.
Scanner For Me
Scanner For me on sovellus, jossa voidaan kännykän kameralla ottaa kuva asiakirjasta tai kuitista, joka muuttaa kuvan pdf muotoiseksi. Kännykällä otettu kuva myös siistiytyy ja paperista otettu kuva näyttää tehdyltä pdf asiakirjalta. Tämä varmasti toimii hyvin Op:n kevytyrittäjä applikaation kanssa. Tositteet voidaan kuvata Scanner For Me:n kautta, jolloin tositteista tulee siistimpiä ja niistä saa paremmin selvää. Näitä sovelluksia hyödyntämällä, on varmasti helpompi aloittaa yrittäjyys. Applikaatiot auttavat arjen sujumista ja ohjaavat yrittäjää keskittymään varsinaiseen työhön.
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enjolraspermettendo · 2 years
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MA PORCA DI QUELLA MAIALA SCANNATA LADRA
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We are fucked
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i-am-a-polpetta · 3 years
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(sono stanca. mi sono scannata un braccio graffiandomelo dal nervoso. sono stanca di sentirmi dire che se ballo, rido, canto e faccio la stupida automaticamente significhi che sto bene. il mal di testa è sottovalutato. la mia dottoressa dice che non può vedermi perché c'è il covid e fa solo le urgenze. le ho detto che lunedì non respiravo. non diventa urgente se smetti di farlo? forse non abbastanza. che dura la vita da quando sono scesa dall'astronave. sono stanca delle persone che sminuiscono continuamente i problemi di cui non parlo ma solo perché non ne parlo non significa che non esistano. sono stanca di sminuire io stessa i miei problemi. sono stanca. forse l'ho già detto? sono stanca e vorrei un abbraccio, ma uno di quelli sinceri che ti ricompongono un po'. mi manca ale. mi manca erry. mi manca la giuly. mi manca tutto quello che ho perso. mi manca dire live a qualcuno che gli voglio bene. mi manca parlare la notte sulla mia macchina o in camera tua con le lucine che non fanno male alla testa. mi manca venire a milano una settimana sì e l'altra pure. mi mancano i bacini sulla fronte, le carezze che ti alleggeriscono il cuore. mi manca sentire la tua voce ogni sabato pomeriggio e... potrei stare qui a fare una lista infinita delle cose che mi mancano. sono stanca ma stamattina ho scritto alla mamma che ne usciremo e che presto staremo meglio nonostante i tumori, le malattie e le visite e qualsiasi cosa. non ci credevo nemmeno io ma mi ha risposto con dei cuoricini.
sono stanca kla.
proprio stanca MA continuiamo ad andare avanti).
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kon-igi · 4 years
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COSA SUCCEDERÀ IL 4 MAGGIO (MA ANCHE UN PO’ PRIMA)
Un casino, come sempre.
Voglio dire, la gente s’è scannata e ha raggiunto vette di fantasiosa idiozia creativa quando hanno cominciato ad addebitare 1 centesimo per i sacchetti della verdura e crederete mica che questa volta sarà da meno?
Ci sarà un’impennata nei contagi?
Quasi sicuramente.
D’altro canto - e spero che la cosa vi fosse già chiara, sennò mi auguro lo sia adesso - a nessuno frega niente se Giansturzio beccherà il Covid-19.
Cioè, speriamo di no. Magari Giansturzio non è una persona eccelsa o un cittadino meritevole, non gli dareste vostra figlia in sposa o non ci fareste sesso etero od omodiretto, però è un essere umano e per quanto ci piaccia ingiuriare le persone non splendide e intelligenti come noi, si tratta pur sempre di un individuo vivente che merita la nostra empatia.
Eppure la questione è proprio quella cioè che a nessuno deve interessare che Giansturzio becchi o meno il Covid-19... 
Perché Giansturzio sei tu che leggi e pure io che scrivo.
Quindi, appena avrete finito di fare gesti apotropaici che coinvolgano graspate di gonadi, contatti con superfici metalliche e indici&mignoli spastici, mi piacerebbe fosse chiaro che il 4 Maggio non è la data sicura per sganciare il lockdown...
Il 4 maggio è il momento in cui la piscina di merda bollente si sarà raffreddata sufficientemente da fare un tuffo collettivo senza ustionarci troppo.
Ve la butto giù più cruda: il 4 Maggio potremo scaglionare i malati gravi negli ospedali tornati a regime e lasciare quelli meno gravi a casa. Stato VS Giansturzio 1-1 e la coppa dei campioni si taglia in due una metà per uno.
Certo, se tutti stessero a casa per molto più tempo sicuramente una volta che usciremmo non ci sarebbe più alcuna traccia del virus, però non è detto che poi venga Ken il Guerriero a salvarci dalle bande di predoni motociclisti con le creste verdi e le mazze fatte coi cartelli stradali.
Si dice UN BUON COMPROMESSO.
Da una parte c’è il virus, la cui pericolosità dipende dal telegiornale che stai guardando, dall’altra un esercito di psicopatici claustrofobici con l’ascia in mano che fremono per sfondare la porta di casa come un Jack Torrance qualsiasi e finalmente riprendersi le loro vite sociali fatte di cose che io non capisco tipo andare a correre, bere il caffè in uno di quei posti col bancone o persino toccarsi.
Nei prossimi giorni verranno fatte delle scelte sulle modalità di disingaggio dalla quarantena e visto che nessuna delegazione di ministri mi ha telefonato affinché li guidassi mirabilmente nelle loro difficili scelte, mi auguro che davvero riescano a farci percorrere la via del male minore e ci permettano così di tornare alla nostra strana mediocrità prepandemica, piena di rabbia, stupore e inaspettati sprazzi di umanità.
Lunga vita a Giansturzio.
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megmacgillivray · 4 years
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amici?
«Senti, zitto e seguimi» e non si spreca in spiegazioni semplicemente imbocca la porticina situata alla sinistra della scalinata di marmo che conduce ad una rampa di scalini di pietra, ben illuminato da torce così come il modesto corridoio in cui si arriva, decorato da allegri quadri che raffigurano soprattutto cibo e dei barili disposti ordinatamente. La bimba si piazza davanti a un quadro che ritrae un grosso cesto di frutta e finalmente si gira verso Nico e sembra… nervosa. Si sta infatti un po’ mordicchiando il labbro inferiore «Okay allora» fa una piccola pausa e si inumidisce le labbra «Faith mi ha detto che volevi fare una sorpresa a Emile» e lo sta guardando proprio negli occhi mentre parla «e io ho deciso di essere una persona… gentile?»  lo chiede incerta sì, mica è abituata a ste cose «e beh..» si gira e solletica la pera col ditino (dopo di essersi guardata intorno e assicurarsi che fossero soli) che, nemmeno lo soffrisse davvero inizia a muoversi e contorcersi divenendo mano a mano più tridimensionale, uscendo dal quadro e diventando… una maniglia! Maegan si gira solo un secondo per fare un sorriso malandrino a Nico prima di aprire la porta per le Cucine!
(...)
«Io non sono brava con queste cose» cose chiamate sentimenti per caso MacGillivray? «Cioè per dire io non capisco nemmeno cosa ci sia tra me e te» e poi si rende conto che sta andando fuori tema e quindi arrossisce un po’ e si affretta a dire «Cioè… no! niente di simile a quello tra te e Emile. Non ti confondere» e l’unica confusa sei te Maegan.
«Io pensavo che… eravamo amici» almeno un po’. «Ma poi mi hai lanciato l’incantesimo. E non so se mi piace il fatto che hai bullizzato JONAS.» Anche se ti ha difeso, quando ne hai subito le ripercussioni.
Poi un altro sbuffo con tanto di occhi al cielo quando tira fuori Jonas, basta parlare di sto Jonas «Non l’ho bullizzato.» mettiamo in chiaro le cose «Lui mi ha insultata e ora siamo pari» easy.
Mordicchiando svogliatamente un biscotto si mette a guardare un secondo la ragazzina che mangia. «Secondo te, noi che siamo?» Loro due. MEG e NICO.
Ha già ingurgitato mezzo budino e sta prendendo un sorso di succo di zucca quando Nico le fa quella domanda super scomoda. Nico ma scherziamo? E il panico è evidente, molto. Visto che pure un po’ si sbrodola visto che apre un po’ la bocca. «ehmm» sgrana gli occhi e tortura un po’ il labbro inferiore «ma che domanda è?» sta cercando di sviare un po’, ma poi si arrende «penso amici?» sì lo chiede, mica sa lei ste cose.
Se lei ha il panico, lui si sta divertendo un sacco a impanicarla. «Una domanda» facile. «Lo penso anche io. Però era meglio sapere…» perché così sanno cosa pensare, visto che entrambi sembrano essere particolarmente tardi su quell’argomento.
24 ore dopo
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Lo raggiunge poco dopo ed entra nella stanza, la voce acuta della piccola risuona un forte «DOMINIC GILMORE». Si avvicina al Primino, più di quanto abbia mai fatto, con uno sguardo glaciale negli occhi e le labbra serrate. Un cucciolo di Crup ingramato (?). «io NON sono una str**za».
«SEI UNA BASTA**A TRADITRICE!» Uffi. Oh. «Che ca**o fai!? Hai preferito una str***a con cui ti sei pure scannata a me! E nemmeno in faccia me lo hai saputo dire!» Con un bigliettino. Portato da LIU. Ma stiamo scherziamo? «Oh. No. Sono una MacGillivray e lancio fatture a tutti quelli che mi fanno arrabbiare.» 
«Sei invidioso? La vuoi anche tu una fattura? È questo il punto?» però Maegan la mano la tiene ferma dov’è, non prende la bacchetta, e non perché non pensa che non le convenga, ma perché non vuole affatturare Nico in fondo (molto in fondo), visto che nemmeno ventiquattr’ore prima erano insieme nelle Cucine e TUTTO ANDAVA BENE.
E negli occhi vibra un moto di tradimento. «Pensavo che fossimo amici.» Gliel’ha detto lei. Ha le prove. «Invece mi ai fatto vedere le cucine solo per pararti il cu»ore.
Quell’occhiata rancorosa forse ha qualche effetto sulla bimba, ma non assicuriamo nulla. «Non l’ho fatto per pararmi il cu»ore «Volevo portarcelo IO Emile lì, e invece l’ho lasciato fare a te. Se questo è il risultato forse non ne vale la pena» essere amici «farti dei favori» e anche lo sguardo di Maegan è carico di rancore.
E perché non l’hai fatto eh? NON HO BISOGNO DELLA TUA PIETA’.» Perché questo è: pietà. Visto che non ti vogliamo alla festa tieni, porta il tuo amico alle cucine. «Favori!? IO non ho fatto altro che farti favori! Tu non ci hai mai nemmeno provato a non pensare a nessuno se non a te stessa!»
Il concetto di pietà non lo comprende, perché lei non sa cosa sia, quindi il fatto che Nico l’accusi di questo la farebbe quasi ridere in una situazione normale «Pensi che io faccia le cose per pietà?» domanda schietta e sincera, perché se risponde si sì allora di lei non ha capito niente «Io forse penserò a me stessa» e nel dirlo incrocia le braccia al petto «Ma forse è meglio che faccia così, visto che quando non lo faccio la gente non capisce un ca**o», lo sguardo di rancore è ancora lì. 
«Non lo so per cosa fai le cose» ed è più serio, meno alterato, mentre pronuncia quelle parole. «Ma no lo fai per amicizia. Non lo fai per nulla se non per te stessa. Magari è perché quando ti apri un po’ la gente capisce che orribile persona sei.»
La bimba si azzitta. Per una volta. Perché le parole di Nico un po’ la distruggono. Si morde forte l’interno guancia fino a farlo sanguinare. Appena lui finisce di parlare lo guarda dritto negli occhi «Vaffanc**o Gilmore» non dice nient’altro
Si accorge un po’ in ritardo di quello che ha detto. Del fatto che non lo pensa. E del fatto che ormai è andata. «Mpf.» Sia mai che si mostri debole o dispiaciuto davanti a qualcuno. «Vaffanc**o MEG»
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andreabuzzichelli · 4 years
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non sono un robot, dammi una mail che ti spedisco la foto scannata Luca
che foto
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blogstillalive · 6 years
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Il tempo prima della scannata (presso Villa Sciarra) https://www.instagram.com/p/Bnd0myKh6Pb/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=19avkltx001fw
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Mai più
In piena notte all'alba mai più per sempre io ti amerò Ecco cosa egli le cantava Il cuore di lei lo trattava freddamente Vorrei che tu non amassi che me Egli le diceva che era pazzo di lei e che ella era troppo ragionevole di lui Mai più per sempre in pieno giorno e di prima notte Ma certo se ti dico che ti amo ti amo da morire ed anche un po' da viverne E non voglio dire che non amo che te che non amo partire partire per ritornare che non amo ridere e che ai tuoi teneri lamenti io non preferisco il tuo sorriso Non amare che me ella dice o allora questo non conta Cerca di capire Non m'importa niente di capire Hai ragione non si tratta di capire si tratta di sapere Non voglio sapere nulla Hai ragione non si tratta di sapere si tratta di vivere di essere di esistere Tutto ciò non esiste voglio che tu mi ami e che non ami che me ma voglio che le altre ti amino e che tu ti rifiuti a loro a causa mia Terribilmente avida È forse colpa mia ma son fatta così Va bene egli dice e se ne va Mai più all'alba in piena notte per sempre Non vale la pena ritornare Lei ha gettato le valigie dalla finestra e lui è per la strada solo con le valigie Ed eccomi ora tutto solo come un cane sotto la pioggia poi constata che non piove peccato è meno riuscito comunque non si può avere tutte le sere una tempesta di neve e la scena non è sempre drammatica a piacimento L'uomo lascia cadere le valigie le camicie e il rasoio elettrico le boccette e con le mani in tasca il bavero del soprabito rialzato si addentra nella nebbia Non c'è nebbia ma l'uomo pensa Abbandono le valigie mi addentro nella nebbia Allora c'è la nebbia e l'uomo è nella nebbia e pensa al suo grande amore e rivanga i violini del ricordo ed accelera il passo perché fa freddo e passa un ponte e ritorna sui suoi passi e passa un altro ponte e non sa perché Uomini e donne escono da un cinema dove dietro a un manifesto c'è un prelato E la folla se ne va la luce si spegne il prete resta Che diavolo potrà mai fottere di dietro a quel manifesto quel prete Appena l'uomo lo guarda il prete scompare ma di tanto in tanto la testa s'affaccia come il piccolo cappuccino della piccola casetta dei barometri molto semplici una testa piatta e livida come una luna malata come albume stantio su un piatto molto sporco E poi dopo tutto che me ne frega Quel cinema è forse il locale notturno di quel prete Ma il prete lancia un piccolo grido come una donnetta che viene scannata come un barboncino che muore Nelle nebbie di Londra in piena Parigi di notte l'uomo fugge Mai più per sempre inseguito dal suo grande amore. Jacques Prévert
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pangeanews · 5 years
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“Donne che corrono verso l’annientamento, nel gorgo di un amore straordinario…”. Dialogo con Monica Guerritore
Vedo Monica Guerritore a Quante Storie, su Rai 3. Parla con Giorgio Zanchini del suo ultimo libro, Quel che so di lei, in cui, tra l’altro, nel regesto delle sue interpretazioni, dice di lei, di Oriana Fallaci. Lo spettacolo, scritto dalla Guerritore, s’intitola Mi chiedete di parlare e fu un sonoro ‘caso’, sei anni fa. “Non mi interessa capire la Fallaci”, scrive, ora, che agnizione lignea, infiammabile: un attore non capisce, interpreta; un uomo non intende, ama. Zanchini, in tivù, minimizza, vabbè, la Fallaci è la Fallaci – e lei, Monica, guerriera Guerritore, scatta, “Dobbiamo essere tutti Oriana Fallaci, tutti, orientati intorno al nostro inossidabile talento”. Mi ricorda Ralph Waldo Emerson, che intima ai suoi uditori di scoprire lo Shakespeare che indubbiamente alligna in ognuno di loro. Glielo ricordo, ora, è a Roma. “Sono i condizionamenti che ci falciano, che hanno limitato anche me. A un certo punto, arrivi nella stanza 6, quella delle donne ribelli, che dicono no, e quel no è uno spartiacque”. Scrive, nel libro, Monica, “Sono entrata nell’Enigma Fallaci a tentoni, come entrando in una grande stanza buia illuminandola con una torcia”.
*
Chiama stanze ciò che per un comune lettore sono i capitoli. Il fatto è che quel libro, Quel che so di lei (stampa Longanesi, 2019), è costruito come una casa della crudeltà. Ha una disposizione narrativa anomala, intendo, va valicato, attraversato, in disciplina cabbalistica. Ha fatto disperare gli editor i quali, alla fine, hanno ammesso, faccia lei. Tutto ruota, naturalmente, intorno alla storia terribile di Giulia Trigona, “dama di corte della regina Elena di Savoia”, palermitana, scannata dall’amante, conosciuto tre anni prima, “il tenente di cavalleria Vincenzo Paternò”, il 2 marzo 1911, in un infimo albergo romano. A scortare la storia di questa donna, la storia di “un femminicidio terribile, il primo di cui sia stato celebrato un processo seguito dalle testate nazionali e che sconvolse l’opinione pubblica”, le donne interpretate dalla Guerritore: la Marianne di Scene di un matrimonio, la Anja de Il giardino dei ciliegi, la Lupa, Madame Bovary…
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“Ho letto di Giulia Trigona in un libro di Cinzia Tani, Amori crudeli. Giulia Trigona incontra il suo amante, il suo futuro assassino, la notte prima del terribile terremoto di Messina del 28 dicembre 1908. Immediatamente feci una associazione tra Earthquake e Heart-quake, il terremoto della terra e quello del cuore. Quella corsa verso l’annientamento che dura fino al fatidico 2 marzo 1911 mi sembrò emblematica, il simbolo di un certo mondo femminile che precipita verso un amore ‘straordinario’, o per meglio dire ‘mostruoso’”.
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“Tutto nasce dalla scrittura”, mi dice Monica, spesso. Con la scrittura si inchioda un fatto – le dita sulla tastiera sono chiodi, la penna è un martello. Con la scrittura ci si crocefigge. La vicenda di Giulia Trigona affolla le visioni della Guerritore. E lei inizia a scrivere. “Ho scritto la sceneggiatura per un film, piuttosto visionario. Naturalmente, nessuno voleva farlo”. Ho letto che a un certo punto compare al tuo fianco Andrea Camilleri. “Proprio così. Sono andata da Camilleri perché volevo che i miei dialoghi fossero scritti in quel miscuglio di palermitano, francese e italiano che era la lingua dei nobili del tempo”. Mentre mi parla imita in modo strepitoso la voce di Camilleri. “Beh, Camilleri mi fa: ‘Quando a casa mia si parlava della Trigona, le donne abbassavano la voce’. A dire quanto grande fu lo scandalo di quella vicenda”. E poi? “E poi Camilleri si propone di fare la voce fuori campo del film, e nel contempo preparo un corto legato a un progetto sul femminicidio, ma poi cade il Governo Gentiloni e i soldi banditi per quel progetto vanno al reddito di cittadinanza…”. E quindi? “E quindi scrivo quella storia in un libro”. E ora? “Non demordo. Come sempre. Cerco di portare questa storia a teatro, magari in forma di saggio per l’accademia”.
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In uno dei primi capitoli, la Guerritore parla dell’arte dell’attore come del “sedersi sul bordo e aspettare”. Mi sembra un motto buono anche per la scrittura. “Lo diceva anche Elsa Morante: bisogna aspettare che il personaggio venga a farti visita. Il personaggio prende forma dentro di te, come una sorta di pane. Non puoi forzarlo, devi fare il vuoto, sei un interprete, devi assumerti il rischio di essere attraversato”.
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Il teatro è crudele, porta alla rivelazione. A volte i piani – la finzione, la realtà – si mescolano in veleno micidiale. Nel libro la Guerritore racconta di quando scoprì, sul set di Scene da un matrimonio, che il suo rapporto con Gabriele Lavia era finito. Racconta di quando, durante la messa in scena del Giardino dei ciliegi, Valentina Cortese capisce che è finita con Giorgio Strehler (“Quella notte Valentina avrebbe voluto abbandonare tutto… La vedevo umiliata, sperduta”). “Quando ho fatto Macbeth ero incinta. Il fatto di avere un figlio nella pancia non mi ha impedito di immergermi in quel mondo dell’irrazionale, del magico e del nero. In scena non c’è morale”.
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Dimmi il libro che ti ha formata. “Robinson Crusoe. Che avventura: posso prendere una nave e andare su Marte…”. E poi? “E poi, cosa posso dirti: James Hillman [a cui è dedicato il libro, ndr], l’autobiografia di Einstein, Stoner, un libro bellissimo. Ora, però, ho voglia di una saga, devo rilassarmi. Sto leggendo I pilastri della terra di Ken Follett. Naturalmente, sto divorando Bertolt Brecht”.
*
In un brano del libro la Guerritore scrive: “Sono una donna fiera. Ho sopportato un’adolescenza e una prima giovinezza vissute tra grandi maestri, mi sono fatta largo inciampando a tratti, ma sterzando ho tenuto la barra dritta per preservare quello che è il mio dono su questa terra. Ho combattuto un tumore al seno, l’isolamento iniziale dovuto alla fine della mia storia con un ‘grande’ del teatro. Mi sono divisa tra due figlie da seguire, il lavoro da portare avanti e, soprattutto, il bisogno di continuare a crescere”.
*
Il teatro come atto politico e civile? “Siamo nell’era delle microverità, della vita vegetale, rotta dalle manifestazioni oceaniche dei giovani che vediamo in questi giorni. Siamo nel ‘tempo del post’: scrivi, ti confessi, e dopo un quarto d’ora quel post è il passato, sostituito da un altro, e tu sprofondi in una solitudine sempre più cupa, che alimenta la frustrazione. Il teatro, al contrario, è una relazione, è un corpo che cammina sul palco, che mi guarda, che è vero, che è caldo, che ha un’aureola. Questa realtà è molto potente. Il teatro è corpo – e scrittura – insieme”.
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Le faccio la domanda più sciocca (Qual è la donna che hai amato di più interpretare? Risposta: “Come dirlo? Non posso scegliere”), quella inevitabile: quale donna vuoi interpretare? La Guerritore è scesa ancora alla guerra, a teatro, con una sfida duplice. Fare Brecht, L’anima buona di Sezuan, è già una sfida. Doppia, però, perché fa quel Brecht nel mitico allestimento di Strehler del 1981. “Teatro civile, politico, di poesia”, lo dice lei. Una ‘poetica della politica’, direi, osando le sintesi. “Sono dentro Shen Te, che diventa una specie di androide meccanico per difendersi dalla promessa di assoluta bontà”. La Guerritore è in scena – ed è regista – dal 29 ottobre è al Quirino, a Roma.
*
Nel sottotitolo del libro, il paradosso. “Donne prigioniere di amori straordinari”. Prigionia e straordinario, stordimento di eccessi. “Amori mostruosi, torno a dire. Se dovessi mettere in scena la storia della Trigona vedrei lunghi corridoi, stanze piene di braccia, alghe, ectoplasmi, che la trascinano a fondo. Siamo ancora alla Bovary, alla Karenina, nessun autore ha raccontato con parole altrettanto straordinarie gli amori di oggi: ci immedesimiamo ancora in quelle storie, fino a diventare quelle storie. Non sapete dirci in altro modo…”, mi dice, alludendo agli uomini. Perché scrivere non sana, è un salto nell’amare con il candore di chi ha assolto tutte le vite. (d.b.)
*Monica Guerritore sarà protagonista del prossimo appuntamento del ciclo “Nemesis”, ideato dal quotidiano culturale “Pangea”: venerdì 4 ottobre, ore 17,30, a Rimini, in Palazzo Buonadrata, parlerà del suo libro, di Giulia Trigona, di “Madame Bovary, Oriana Fallaci & le altre”.
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Caos
ho perso un’amica.
mi sono scannata col mio ex.
ho fatto un casino quest’estate.
ho perso la voglia di studiare e di guidare.
Mi sento tremendamente persa, incasinata
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Vitello tonnato dello Scannabue #fotocappi #foodlovers #foodie #instafood #vitellotonnato #iger #instalovers (presso La gallina scannata) https://www.instagram.com/p/BpMiK5Nnf0n/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=10x4zxiihufq9
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jucks72 · 7 years
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50 ristoranti gourmet e 50 locali pop: la guida I Cento di Milano e Torino
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50 ristoranti gourmet e 50 locali pop: la guida I Cento di Milano e Torino
Abbiamo un debole per I Cento.
Ogni anno le guide dei ristoranti pubblicate da Edt si confermano le più frizzanti, divertenti, originali e scanzonate del settore. Sono già in libreria I Cento di Torino e I Cento di Milano, in cui troviamo i 50 migliori indirizzi Pop – dove trovare una cucina adatta a tutte le tasche, tradizionale e non – e i 50 migliori indirizzi Top – dove fare un’esperienza gourmet – per ognuna delle due città..
In attesa dell’uscita de I Cento di Roma, vi riportiamo gli indirizzi Top e i premi di ciascuna guida:
Top 50 Ristoranti 2017 – Milano
Immagine: Vun
1 Seta 2 Lume 3 Enrico Bartolini – Mudec 4 Ristorante Berton 5 Il luogo di Aimo e Nadia 6 Contraste 7 Essenza Ristorante 8 Ristorante Cracco 9 D’O 10 Manna Ristorante 11 Spazio Milano – Mercato del Duomo 12 Tokuyoshi 13 Joia 14 Ada e Augusto 15 Felix Lo Basso Restaurant 16 Giancarlo Morelli – Hotel Viu 17 Il Ristorante Trussardi alla Scala 18 Al Mercato 19 28 Posti 20 Sadler 21 Ceresio7 22 Al Pont de Ferr – Osteria con Cucina 23 La Maniera di Carlo 24 Wicky Wicuisine Seafood Restaurant 25 Osteria Le Api 26 Vun – Andrea Aprea 27 Langosteria 28 Trattoria del Nuovo Macello 29 Gong Oriental Attitude 30 Yazawa 31 Michelangelo Restaurant 32 Ratanà 33 Iyo 34 Chic’n Quick Trattoria Moderna 35 Trattoria Trombetta by Giancarlo Morelli 36 Ristorante Al Peck 37 Osteria Brunello 38 La Griglia di Varrone 39 La Bottega del Vino 40 Aromando Bistrot 41 BA Asian Mood 42 Yuzu 43 Pisacco 44 Fukurou 45 Alice Ristorante – Eataly 46 Ristorante Rovello 18 47 Erba Brusca 48 Tano Passami l’Olio 49 Ristorante Sikélaia 50 Besame Mucho
Top 50 Ristoranti 2017 – Torino
Immagine: Spazio7
1. Del Cambio 2 Ristorante Casa Vicina – Eataly Lingotto 3 Spazio7 4 Magorabin 5 Cannavacciuolo Bistrot 6 Magazzino 52 7 Carlina Restaurant 8 Ristorante Consorzio 9 Artemisia Bistrot 10 Gaudenzio Vino e Cucina 11 Al Gatto Nero 12 Vintage 1997 13 Contesto Alimentare 14 Settesì 15 Piano35 16 La Limonaia 17 Scannabue Caffè Restaurant 18 Les Petites Madeleines–Turin Palace Hotel 19 Ristorante Capriccioli 20 Ristorante Carignano 21 La Gallina Scannata 22 Dadò 23 Trattoria La Madia 24 Mare Nostrum 25 Rossorubino 26 Luogo Divino 27 Enoteca Parlapà 28 Camilla’s Kitchen 29 Opposto Restaurant Cocktail House 30 Ristorante Tre Galline 31 Fiorfood by La Credenza 32 Ristorante Bastimento 33 Osteria Antiche Sere 34 Al Garamond Ristorante 35 Villa Somis 36 Tre Galli Vineria Ristorante 37 Hafastorie 38 Oinos 39 Shizen 40 L’Acino Restaurant
Oltre la classifica – Chiodi Latini New Food – Etikø – Diversamente Bistrot – La Sartoria – Cucina su Misura – Ristorante del Circolo dei Lettori – Ristorante Ruràl – Sakapòsh – San Tommaso 10 – Scalo Vanchiglia – Sorij Nouveau – Le Vitel Étonné
I Cento di Torino
Molte le novità ne I Cento torinesi, che vedono 26 new entry, divisi tra la classifica Top e quella Pop.
Nei ristoranti Top le posizioni dal dal 40° al 50° sono a pari merito, mentre si aggiungono gli “Imperdibili fuori” per le gite fuori porta; a quelli Pop, invece, si aggiungono le 10 “colonne” della ristorazione torinese e 24 consigli per gitarelle domenicali. Da segnalare inoltre un cambio di vertice nella classifica Top: Del Cambio di Matteo Baronetto.
Immagine: Piano35
I premi di quest’anno:
Premio Sant’Anna “Miglior Piola 2018” – Trattoria Bar Coco’s Premio Lavazza “Una Grande Promessa” – Michela Cuccovillo e Alessio Zuccaro (Gaudenzio Vino e Cucina) Premio Lucano “Osti che Sorridono” – Andrea Coppola (Barbagusto) Premio La Cantina Curiosa – Scannabue Caffè Restaurant Premio UniCredit “Novità 2018” – Cannavacciuolo Bistrot Premio OrtoBra Gourmet “La Cucina Verde” – Luogo Divino Premio Panna Elena “Dolcevita” – Ristorante Casa Vicina Premio Torino Outlet Village “Tavola di stile” – Piano35
I Cento di Milano
L’edizione milanese de I Cento è ormai giunta alla quinta edizione. La guida definisce la Milano di oggi una città “fiorita” dal punto ristorativo, che ha consolidato il suo status di capitale della cucina italiana e offre opzioni per qualsiasi gusto e qualsiasi tasca. Invariato il podio top, poche nuove entrate, proposte pop internazionali e non.
Doverosa segnalazione: la spesa media per gli indirizzi Pop è considerata 35 euro (e non 25 come a Torino).
Immagine: Matias Perdomo
I premi di quest’anno:
Premio Sant’Anna “Miglior Trattoria 2018” – Trattoria da Abele Premio Lavazza “Una Grande Promessa” – Matias Perdomo (Contraste) Premio Lucano “Osti che Sorridono” – Trattoria San Filippo Neri Premio “La Cantina Curiosa” – Aromando Bistrot Premio Panna Elena “Dolce vita” – Giancarlo Morelli (Hotel VIU)
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gelateriasoban · 7 years
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Gelato alla Zucca Martlêta di Sale (AL) di Cascina Scannata al profumo di caffè, abbinato al formaggio Montébore (Presidio Slow Food) della Cooperativa Vallenostra a Mongardino Ligure Uno dei gusti che abbiamo fatto assaggiare durante i Laboratori del Gelato a #cheese2017 #compagniagelatieri #naturalmenteBuono #gelatoSoban #gelatosincero #Valenza #Trieste #Alessandria http://ift.tt/2ydHxW7
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