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#reggimenti
angelap3 · 5 months
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Chi liberò veramente l’Italia
25 aprile liberazione
Si può celebrare in tanti modi la Liberazione dell’Italia nel 1945 ma ci sono dati, numeri e vite che non si possono smentire e che sono la base necessaria e oggettiva per dare una giusta dimensione storica all’evento. Dunque, per la Liberazione dell’Italia morirono nel nostro Paese circa 90mila soldati americani, sepolti in 42 cimiteri su suolo italiano, da Udine a Siracusa. Secondo i dati dell’Anpi, l’associazione dei partigiani, furono 6882 i partigiani morti in combattimento.
Ricavo questi dati da una monumentale ricerca storica, in undici volumi raccolti in cofanetto, dedicata a La liberazione alleata d’Italia 1943-45 (Pensa ed.), basata sui Report of Operations di diversi reggimenti statunitensi, gli articoli del settimanale Yank dell’esercito americano e i reportage dell’Associated press. E naturalmente la ricerca storica vera e propria. Più un’ampia documentazione fotografica. L’autore è lo storico salentino Gianni Donno, già ordinario di Storia contemporanea, che ha analizzato i Reports of Operations in originale, mandatigli (a pagamento) da Golden Arrow Military Research, scannerizzati dall’originale custodito negli Archivi nel Pentagono. L’opera ha una doppia, autorevole prefazione di Piero Craveri e di Giampiero Berti e prende le mosse dallo sbarco di Salerno.
Secondo Donno, non certo di simpatie fasciste, il censimento dell’Anpi è “molto discutibile” ma già quei numeri ufficiali rendono le esatte proporzioni dei contributi. Facciamo la comparazione numerica: per ogni partigiano caduto in armi ci furono almeno 13 soldati americani caduti per liberare l’Italia. Senza considerare i dispersi americani che, insieme ai feriti, furono circa 200mila. E il conto risuona in modo ancora più stridente se si comparano i 120mila militari tedeschi caduti in Italia, soprattutto nelle grandi battaglie (Cassino, Anzio e Nettuno) contro gli Alleati e sepolti in gran parte in quattro cimiteri italiani.
Naturalmente, diverso è parlare di vittime italiane della guerra civile, fascisti e no, di cui esiste un’ampia documentazione, da Giorgio Pisanò a Giampaolo Pansa, per citare le ricerche più scomode e famose. Ma non sto parlando di fascismo e guerra civile, bensì di Liberazione d’Italia, ovvero di chi ha effettivamente liberato l’Italia dai tedeschi o se preferite dai “nazifascisti”.
Pur avendo un giudizio storico molto diverso dalla vulgata ufficiale e istituzionale, confesso una cosa: avrei voluto dire il contrario, che l’Italia fu liberata dalla Resistenza, dalla lotta di liberazione, dall’insurrezione popolare degli italiani contro l’invasore. Avrei preferito, da italiana, dire che furono loro a battere i tedeschi, fino a sgominarli, come suggerisce la narrazione ufficiale e permanente del nostro Paese. Ma non è così; e se non bastassero i giudizi storici, la conoscenza di eventi e battaglie, le sottaciute testimonianze della gente, bastano quei numeri, quella sproporzione così evidente di morti, di caduti sul campo per confermarlo. Furono gli alleati angloamericani, sul campo, a battere i tedeschi; senza considerare il ruolo decisivo che ebbero i bombardamenti aerei degli alleati sulle nostre città stremate e sulle popolazioni civili per piegare l’Italia e separarla dal nefasto alleato tedesco. Si può aggiungere che la liberazione d’Italia sarebbe avvenuta con ogni probabilità anche senza l’apporto dei partigiani; mentre l’inverso, dati alla mano, è impensabile. Dunque la Resistenza può conservare un forte significato sul piano simbolico e si possono narrare singoli episodi, imprese e protagonisti meritevoli di essere ricordati; ma sul piano storico non si può davvero sostenere, alla luce dei fatti e dei numeri, che fu la Resistenza a liberare l’Italia. Nella migliore delle ipotesi è mito di fondazione, pedagogia di massa, retorica di Stato. Il mito della resistenza di cui scrisse uno storico operaista di sinistra radicale come Romolo Gobbi.
Per essere precisi, la Liberazione non si concluse il 25 aprile a Milano come narra l’apologetica resistenziale, ma l’ultima, aspra battaglia tra alleati e tedeschi, sostiene Donno, si combatté nel comune di San Pietro in Cerro, nel piacentino, tra il 27 e 28 aprile. A San Pietro c’era anche il regista americano John Huston, inviato col grado di Capitano, a girare docufilm. Ma i filmati erano così duri che gli Alti comandi americani decisero di non diffonderli fra le truppe se non in versione edulcorata.
Sulle lapidi dei cimiteri di guerra disseminati tra Siracusa e Udine, censiti da Massimo Coltronari, ci sono nomi di soldati e ufficiali hawaiani, australiani, neozelandesi, perfino maori, indiani e nepalesi, francesi e marocchini, polacchi, greci, anche qualche italiano del Corpo italiano di liberazione, e poi brasiliani, belgi, militi della brigata ebraica; ma la stragrande maggioranza sono americani, caduti sul suolo italiano. Molti erano di origine italiana: si chiamavano Ferrante, Lovascio, Gualtieri, Rivera, Valvo, Pizzo, Mancuso, Capano, Quercio, Colantuonio, Barrolato, Barone…
“È stata e continua ad essere – dice Donno – una grande opera di mascheramento della “verità” quando non di falsificazione… i miei volumi hanno l’ambizione di rompere questa cortina di latta (che, ammaccata dappertutto, tuttora sopravvive nella discarica del tempo) facendo emergere dati e fatti oscurati ed ignorati”. Naturalmente possono divergere i giudizi tra chi considera gli alleati come benefattori e liberatori, chi come occupanti e nuovi invasori; chi avrebbe preferito che fossero stati i sovietici a liberarci; e chi si limita a considerarli combattenti, soldati in guerra e non eroi, soccorritori o invasori. La memorialistica sulla liberazione d’Italia minimizza e trascura l’apporto americano; invece, sottolinea Craveri, è evidente che furono loro i protagonisti della liberazione d’Italia.
La verità, vi prego, sull’onore.
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anchesetuttinoino · 2 months
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"Hai una croce segnata sulla schiena"
Spesso mi viene chiesto perché durante i miei reportage dal fronte o dalle zone calde non porto le insegne "press" ben visibili.
La risposta è semplice, i militari ucraini, specialmente gli appartenenti ai reggimenti ultranazionalisti, considerano i giornalisti che lavorano sul lato russo come bersagli preferenziali.
Su X ho incontrato questo signore che sostiene di addestrare i cecchini ucraini a Kharkov. E' lui stesso a dire che io avrei "una croce segnata sulla schiena" e che lui addestra i cecchini "a far fuori" quelli come me.
L'Italia, ricordiamolo, fornisce armi, addestramento e supporto all'Ucraina e ai suoi militari.
Canale di Andrea Lucidi
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arcobalengo · 1 year
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Molti “esperti” che sprofondano con il proprio didietro il divano della mamma, criticano la macchina militare russa perché “ha impiegato troppi mesi per conquistare una piccola cittadina”. Per chi non comprende il senso di quello che accadeva a Bahmut, condivido l’elenco dei reparti dell’esercito ucraino distrutti durante le battaglie in quella città, considerando che i russi hanno impiegato per lo più i mercenari dell’agenzia Wagner.
Quindi, andiamo per ordine:
Brigate:
🟥45 brigata
🟥43 brigata
🟥26 brigata
🟫28 brigata
🟫62 brigata
🟫63 brigata
🟫53 brigata
🟫60 brigata
🟫24 brigata
🟫57 brigata
🟫30 brigata
🟪 Brigata offensiva Rubezh
🟪 Brigata offensiva Azov
🟪 Brigata offensiva Hurricane
🟪 Brigata offensiva Spartan
🟨109 brigata
🟨116 brigata
🟨119 brigata
🟨241 brigata
🟦93 brigata
🟦77 brigata
🟦46 brigata
⬛4 brigata
⬛17 brigata
🟩61 brigata ranger
🟧 SSO e forze speciali
Reggimenti:
🟪5 Assalto
🟧8 Reggimento SDF
🟧Kraken
Battaglioni:
🟨122 battaglione
🟨68 battaglione
🟪214 OPFOR
🟩49 Sagittario
🟩15 assalto di montagna
🟧Omega
⬜Confine Donetsk
🟫8 reggimento UDA
UAV:
🔳Hornet
🔳Adam
🔳Carlson
🔳Terra
🔳La Roccia
🔳Madiar
🔳Hartia
🔳Cap.
🔳Seneca
🔳WASP
Legioni:
🔲Bat Dudayev
🔲Legione della Georgia
🔲Bat Mansur
🔲Bat Shamil
🔲Gonor
🔲Legione Normandia
🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
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aresdifesa · 10 days
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Maggiore potenza di fuoco per l'Esercito Italiano Nel ambito del Documento Programmatico Pluriennale (DPP) 2024-2026, tra i programmi di previsto avvio ve ne sono alcuni che riguardano l'Esercito Italiano relativi al rinnovamento e potenziamento della capacità dell'Arma di Artiglieria e del supporto di fuoco ai Reggimenti di Fanteria
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sonounacattivapersona · 2 months
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IL GRIFONE E LA SIRENA ( Griflet e Coralia).
Ci fu un tempo in cui sulla terra non viveva ancora la razza umana. Era un tempo, quello, in cui il mondo era popolato da due sole specie: I Grifoni, esseri per metà uccelli e per metà uomini - che avevano il completo dominio del cielo e la cui comunità viveva e proliferava su alberi che crescevano sulla superficie delle acque marine - e le Sirene, esseri per metà donne e l’altra metà pesci, che dominavano il mare e ne abitavano grotte e anfratti delle profondità. Queste mitiche creature avevano vissuto in pace ed armonia, tra loro, sin dall’inizio dei tempi. Fino a quando, cioè, non avvenne qualcosa che scombussolò totalmente ogni equilibrio vigente ed esattamente finché non emersero, dalle acque, le prime terre.
Ed a quel punto si scatenò, violenta, la disputa tra le due specie, poiché le sirene pretendevano che le terre fossero di loro dominio, dal momento che erano state generate dal mare, mentre invece i grifoni sostenevano che poiché erano elementi apparsi fuori dalle acque, dovessero appartenere a loro. Dalla disputa si passò alla contesa e, da lì alla guerra vera e propria, il passo fu breve. Due popoli che avevano vissuto pacificamente fino a quel momento, presero ad odiarsi e ad annientarsi come se non avessero fatto altro da sempre.
Ma, tra tanto odio, vi era un piccolo barlume che si ostinava a mantenere viva una piccola scintilla d’amore: il figlio del Re dei Grifoni, Griflet e la figlia della Regina delle Sirene, Coralia, si amavano sin da quando erano bambini. Erano cresciuti insieme e, tra giochi e scorribande, avevano coltivato quel sentimento d’amicizia che, con il passare del tempo, era sbocciato insieme a loro, divenendo qualcosa di più profondo. Di certo, adesso che tutto si era complicato, per i due non era semplice potersi incontrare, ma loro lo facevano comunque, di nascosto e nel buio delle tenebre, per evitare di essere scoperti.
Ovvio, sapevano benissimo che la loro situazione, già complicata in precedenza, non avrebbe mai potuto avere un esito positivo, Erano ben consapevoli, infatti, che la loro storia non avrebbe mai potuto avere un lieto fine, in fondo appartenevano a due specie diverse, dunque era del tutto impensabile sperare nell’amore eterno. Ne avevano discusso così tante volte, ma quel loro ostinato sentimento, era sempre stato più forte di tutti i sé e di tutti i ma ed alla fine non ce l’avevano fatta a lasciarsi.
Con la guerra in corso però tutto era diverso, era rischiosissimo farsi vedere insieme, ne andava delle loro vite, così, a malincuore, decisero di spezzare quel loro legame. Coralia andò a rintanarsi nell’antro più buio e oscuro delle profondità marine, mentre invece, a Griflet, venne chiesto di combattere al fianco di suo padre.
La battaglia infuriò violenta e ci furono moltissime perdite da ambo le parti, per questo motivo i re delle due fazioni stabilirono una tregua, ove sancirono un accordo. Avrebbero scelto i due elementi più forti dei loro reggimenti, per combattere tra di loro e colui che ne fosse uscito vincitore, avrebbe decretato a quale fazione sarebbe spettato, di diritto, il dominio delle nuove terre. I due guerrieri scelti per quel combattimento furono il principe Griflet, che in quella guerra aveva mostrato tutto il proprio valore, e la principessa Coralia che fino a quel momento si era rifiutata di combattere, ma che era stata addestrata, alle armi ed alla lotta, sin dalla tenera età. Come luogo dello scontro furono scelte proprio quelle terre emerse che erano la causa dell’origine di quella disputa e come arma, invece, venne preferita la spada.
Una delle caratteristiche principali delle sirene, era quella di perdere la coda di pesce, non appena fuori dal proprio elemento, ed acquisire due normalissime gambe per potersi muovere liberamente in quell'ambiente tanto diverso dal loro, così quando al cospetto di Griflet si presentò una guerriera rivestita completamente da una spessa armatura, lui non ebbe assolutamente idea di chi avesse realmente di fronte, del resto anche il suo aspetto era completamente celato dall’armatura, dunque, anche lui, era totalmente irriconoscibile.
Comunque il combattimento ebbe inizio, senza troppo indugiare e tra le urla di incitamento dei membri dei due schieramenti, i due guerrieri mostrarono appieno le proprie abilità. Erano entrambi forti in egual misura, dunque la battaglia durò per molto tempo ed alla fine, feriti dai colpi di spada - che si erano inferti a vicenda - e completamente esausti, si prepararono ad assestare il colpo di grazia. Ognuno pensò bene, per farlo, di usare il proprio maggior punto di forza, che per Griflet erano le sue ali che gli conferivano piena velocità, mentre per Coralia era il suo sguardo, in grado di ammaliare e confondere l'avversario, così mentre lui - con uno scatto fulmineo e la spada ben protesa - si precipitava verso la sua avversaria, lei toglieva l’elmo e puntava lo sguardo contro il nemico. Era la sua ultima possibilità di aver salva la vita ed anche agendo in quel modo, non era sicura di farcela, le ferite che le erano state inferte erano molteplici e la stavano privando, pian piano, dell’energia vitale.
Dinnanzi a quel gesto, il guerriero avversario fermò la sua folle corsa e crollò a pochi passi da lei, in ginocchio. Lanciò lontana la spada, per aver libere le mani e potersi togliere anch'egli l’elmo e fu in quell'istante che lei lo riconobbe e con le poche forze rimastele in corpo, gli corse incontro e cadde in ginocchio davanti a lui. I due si guardarono per un lungo momento, come se volessero trasmettersi, attraverso quello sguardo, tutto il dispiacere che provavano per il male che si erano arrecati l’un l’altra, poi si abbracciarono e si scambiarono un lungo bacio, sotto lo sguardo attonito dei loro genitori e di entrambi gli eserciti.
Quello fu l’ultimo gesto che Coralia riuscì a compiere, poi si spense tra le braccia del suo amato Griflet, che non poté far altro che stringerla al suo petto e urlare al mondo tutta la propria rabbia ed il proprio dolore. Intuendo che non sarebbe mai più riuscito a vivere senza di lei, afferrò la spada che l'amata stringeva ancora in pugno e si trafisse il petto, tra le urla ed i pianti di suo padre, di tutta la sua gente e pure della regina delle sirene, distrutta per la tragica fine a cui aveva condannato la sua unica figlia, nonché tra il dispiacere di tutto l’esercito delle sirene.
Quando tutto pareva finito, ecco che dall’alto si udì una voce che indusse tutti al silenzio e che spiegò loro di essere colui che aveva creato ogni cosa, persino loro stessi, ingrati che non avevano saputo apprezzare tutto ciò che avevano ricevuto in dono, dunque per quel motivo, sarebbero stati puniti. Quel mondo non sarebbe mai appartenuto né ai Grifoni e neppure alle Sirene, ma alla nuova specie che egli avrebbe creato stesso in quel momento e nel dir ciò Griflet e Coralia riacquistarono la vita, ma persero le loro fattezze da Grifone e da Sirena, per assumere quelle della nuova specie umana che avrebbe popolato quel nuovo mondo e come se ciò non fosse stato sufficiente, i vecchi abitanti di quei luoghi avrebbero, sì, continuato a vivere lì, ma come esseri invisibili alla nuova specie, fin quando di loro non sarebbe rimasto altro, che l’eco di leggende lontane.
Griflet e Coralia avevano finalmente ottenuto il loro lieto fine e furono finalmente liberi di potersi amare per sempre.
Immagine condivisa da Pinterest di Autumn-Gracy-
#lemiefavolepiùbellediBarresiMariolina#
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claudiodangelo59 · 3 months
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⚔️ Armatura di un soldato francese caduto durante la battaglia di Waterloo, 18 giugno 1815.
Questa armatura apparteneva a François-Antoine Fauveau, di 23 anni, un corazziero che combatteva nell'esercito di Napoleone Bonaparte durante la battaglia di Waterloo.
Il rivestimento dell'armatura conteneva un libro paga che descriveva la recluta come alta "1,79 metri" e con una "faccia lunga e lentigginosa, una grande fronte, occhi azzurri, naso aquilino e una bocca piccola". Diceva anche che era un burraio di professione e che stava per sposarsi.
Il 21 maggio fu inquadrato nel 2º reggimento Carabinieri, 4º squadrone, 4ª compagnia. Doveva sentirsi molto orgoglioso, poiché i due reggimenti di fucilieri erano l'élite del corpo.
Indossavano splendide corazze di ottone dorato spesso sopra il ferro, molto più eleganti e spettacolari rispetto a quelle in ferro lucidato del resto dei corazzieri.
La corazza, del peso di 6,96 kg, che portava il pomeriggio di quella battaglia sanguinosa, era in grado di proteggerlo da pugnalate, colpi di spada o sciabola, persino di contenere l'impatto di una pallottola di pistola, ma non avrebbe mai potuto proteggerlo da una palla di cannone, come si evidenzia chiaramente dagli effetti devastanti visibili nella corazza perforata violentemente sul lato destro del petto del giovane François-Antoine; il foro era di entrata e uscita dalla schiena, chiaro segno che la sua morte fu istantanea, ed è molto probabile che non si sia nemmeno reso conto di cosa lo avesse colpito.
L'armatura è conservata al Museo dell'Esercito di Parigi.
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cerentari · 3 months
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Mir, pace
Venne al mondo minuscola e sotto peso, si addormentava anziché succhiare latte. Non crebbe molto, sparì dopo il primo assalto. Assassinati i sognatori i reggimenti aumentarono a dismisura, i comandanti pretesero obbedienza e rispetto, i disertori vennero epurati con durezza. Dopo tante notti bianche imparò a camminare, progettò il giro del mondo, solo due passi e saltò su una mina. . È sempre…
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lamilanomagazine · 3 months
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Ostuni, 7 cani e un'anziana intrappolati in casa in fiamme: salvati dai Carabinieri delle S.O.S
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Ostuni (Brindisi), 7 cani e un'anziana intrappolati in casa in fiamme: salvati dai Carabinieri delle S.O.S La notte del 12 giugno scorso, i Carabinieri delle S.O.S. di Napoli, Squadre Operative di Supporto, allertati da alcuni cittadini, sono intervenuti in contrada Villanova di Ostuni presso l'abitazione di una 66enne la quale chiedeva aiuto poiché in casa si era sviluppato un incendio. In attesa dell'arrivo dei Vigili del Fuoco, i militari sono riusciti ad entrare nell'immobile, dapprima forzando il cancello elettrico d'ingresso e poi rompendo una finestra; la donna e suoi animali domestici, 7 cani, sono stati portati in salvo dai Carabinieri i quali, scongiurando il peggio, hanno bloccato anche l'erogazione del gas. Da una prima ricostruzione, l'incendio, domato dai Vigili del Fuoco nel frattempo intervenuti unitamente ai Carabinieri della locale Stazione, è divampato a seguito di un corto circuito di un frigo che si trovava nel garage attiguo all'abitazione. Le fiamme hanno interessato la parte esterna dell'immobile confinante con il citato garage e parzialmente il veicolo di proprietà della donna la quale, avendo inalato fumi, è stata successivamente soccorsa da personale del Servizio Sanitario 118 giunto sul posto. Le Squadre Operative di Supporto (S.O.S.), attualmente impiegate in occasione del vertice dei Capi di Stato e di Governo dei sette stati membri (G–7) dal 13 al 15 giugno, sono reparti costituitisi in seno a tutti i Reggimenti e Battaglioni dell'Arma dei Carabinieri. Ad esse è devoluto il compito di intervenire quanto più tempestivamente possibile per fronteggiare situazioni di crisi ad alto rischio, nonché prevenire, contrastare e contenere atti di terrorismo, qualora l'intervento del G.I.S. (Gruppo di Intervento Speciale) non fosse possibile nell'immediato, e comunque in sua attesa.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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londranotizie24 · 7 months
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La dura vita della trincea: in un libro le storie quotidiane della Prima Guerra Mondiale
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Di Pietro Nigro Di prossima pubblicazione "La dura vita della trincea", ultimo libro di Luigi, Elisa ed Eleonora Damiano che racconta le storie di chi ha vissuto la Prima Guerra Mondiale. La dura vita della trincea: in un libro le storie quotidiane della Prima Guerra Mondiale Sarà dato alle stampe la prossima primavera ma sta già facendo parlare di sé. Si tratta di “La dura vita in trincea. Silenzi e grida nella Grande Guerra”, libro scritto a sei mani da Luigi Damiano, Elisa Damiano ed Eleonora Damiano. Una storia che parte dalla Prima Guerra Mondiale ma che non parla strettamente di guerra. Una storia in cui non si racconta di tattiche, Armate, Divisioni, Brigate o Reggimenti, Battaglioni o Compagnie, ma in cui si narra di vita quotidiana al fronte ponendo in evidenza le fatiche a cui soldati di tutte le età venivano sottoposti. Una storia che mette in risalto il coraggio misto alla paura di quegli uomini, evidenziando quindi l’aspetto umano ed esistenziale di coloro che dovettero subire il dramma della guerra. Il libro racconta del ruolo avuto sia dal personale in uniforme che dalla popolazione civile, evidenziando anche l’apporto dato dalle donne rimaste a casa mentre gli uomini combattevano al fronte, dall’aiuto nei campi all’industria bellica, agli ospedali civili e da campo. “Con l’entrata in guerra l’Italia mobilitò milioni di uomini che dovettero fare i conti con una diversa idea di Patria, separandosi dai propri affetti e luoghi, alterandone lo stile di vita quotidiano e di conseguenza la salute mentale; essi andavano a combattere un nemico per la maggior parte di loro sconosciuto sottostando ad ordini assurdi e confidando in una veloce risoluzione del conflitto – spiegano gli autori - Il campo di battaglia divenne luogo di condivisione di dialetti, lingue ed usi e costumi diversi. Nonostante l’orrore della guerra, la nostra fortuna è stata quella di poter accedere a fonti orali e scritte come racconti dei sopravvissuti o diari ed epistole, sebbene filtrati dalla censura”. E questa storia spiega anche la nascita del concetto di ‘milite ignoto’: i campi di battaglia erano popolati da un’infinità di corpi di soldati uccisi ai quali non veniva data immediata sepoltura e spesso succedeva di non poter neppure riconoscere il caduto e quindi di dargli un nome. “Il libro – proseguono gli autori - racconta fatti e vissuti riguardanti paesi e popoli diversi, tra cui quello britannico, come ad esempio i bombardamenti degli Zeppelin sui cieli di Londra e Edimburgo e di alcune V.A.D. come Vera Brittain, Agatha Christie, Agnes Warner ed altre crocerossine, come pure di scrittori e poeti britannici come Alan Seeger, Isac Rosemberg, Joe McCrae, solo per citarne alcuni, per terminare con i Monumenti e i Sacrari, anche questi non solo quelli dedicati agli italiani. Al termine di tutti i capitoli sono inserite le trascrizioni di lettere o racconti di soldati o di civili”. Insomma, un vademecum che ha il sapore di testimonianza, per non dimenticare ciò che è stato e che ha cambiato per sempre i destini delle generazioni successive. Venti capitoli di storia del primo conflitto bellico di portata mondiale: dalla Bella Epoque a Caporetto, al ruolo delle donne, all’influenza spagnola, ai canti dei soldati, al trattato di pace, ai mutilati, i reduci e i sacrari (solo per citarne alcuni). E, vista la narrazione che coinvolge anche gli eventi bellici avvenuti in territorio britannico, l’obiettivo degli autori, all’indomani della pubblicazione, è quello di riuscire ad organizzare una presentazione del volume proprio a Londra, entro il 2024, possibilmente nel mese di Novembre, perchè cadrebbe nella ricorrenza dei 110 anni dall’ingresso in guerra del Regno Unito. Gli Autori di La dura vita della trincea Luigi Damiano, Comandante di Stazione dell’Arma dei Carabinieri (già autore in precedenza dei volumi “1915-1918. Aneddoti, scritti ed immagini dal fronte” e “1914-1918. Un mondo in subbuglio. Curiosità, Orrori e Idiozie nella Grande Guerra”). Pilota civile e paracadutista civile con licenza di paracadutismo con tecnica di caduta libera (e partecipazione a manifestazioni di specialità quali l’apertura per la pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolore). Elisa Damiano, psicologa clinica e consulente educativa e scolastica, abilitata al servizio di psicologia in farmacia. Specialista in psicoterapia psicoanalitica dell’infanzia e dell’adolescenza, pratica sia in Italia che all’estero (a livello internazionale e intercontinentale). Eleonora Damiano, insegnante di canto e musicoterapeuta, vocal coach, cantante di formazione classica appassionata di rock e metal. Presta la propria voce a diversi progetti power e symphonic metal. ... Continua a leggere su Read the full article
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zizijeanmaire · 8 months
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Scrivi scrivi
se soffri adopera il tuo dolore:
prendilo in mano, toccalo,
maneggialo come un mattone,
un martello, un chiodo,
una corda, una lama;
un utensile insomma.
Se sei pazzo, come certamente sei,
usa la tua pazzia: i fantasmi che affollano la tua strada
usali come piume per farne materassi;
o come lenzuoli pregiati
per notti d’amore;
o come bandiere di sterminati
reggimenti di bersaglieri.
Giorgio Manganelli
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angelap3 · 5 months
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Oggi è il 15 Aprile ed in questo giorno, nel 1967, a Roma moriva il grande “Totò”. Era nato nel 1898, a Napoli con il nome di Antonio Vincenzo Stefano Clemente De Curtis, e fu tra i maggiori rappresentanti del teatro (presente in 50 commedie) e del cinema comico italiano (presente in 97 film) di tutti i tempi. Non fu riconosciuto dal padre e visse in estrema povertà la sua gioventù nel “Rione Sanità”. Non impegnato nello studio e distratto precocemente dalla passione per il teatro, dalla quarta elementare fù addirittura retrocesso in terza, dove iniziò ad intrattenere i compagni di scuola con piccole recite e battute. Dopo le elementari, al Collegio Cimino, il colpo di un pugno causato involontariamente da un precettore né causò una particolare deformazione al mento ed al naso, cosa che caratterizzò in seguito la sua “maschera” di comico. Abbandonò gli studi senza conseguire la licenza ginnasiale, ed a 15 anni iniziò ad esibirsi nei teatrini periferici con macchiette ed imitazioni con lo pseudonimo di “Clement”. Dopo la prima Guerra Mondiale (trascorsa in reggimenti a Pisa, Pescia e Livorno) riprese il teatro e tra il 1923 ed il 1927 si esibì nei maggiori caffè-concerto italiani raggiungendo notorietà nazionale con le sue macchiette e mimiche facciali.Negli anni trenta si dedicò all'”avanspettacolo” iniziando ad improvvisare ed inventare deformazioni linguistiche. Nel 1933, a 35 anni, fu adottato dal marchese Francesco Maria Gagliardi Focas di Tertiveri, nel 1937 visse il debutto cinematografico e nel 1938 perse la vista dall'occhio sinistro (cosa che mantenne segreta e che solo i familiari sapevano). In seguito lavorò con i massimi attori e registi italiani, raggiungendo il massimo successo popolare (anche se non di critica). Fu anche attore televisivo (con 9 telefilm) drammaturgo, poeta, paroliere, compositore e cantante. Paragonato ai massimi attori comici mondiali come Charlie Chaplin e Buster Keaton, ancora oggi è considerato il comico italiano più popolare di ogni tempo.
Bruno Pollacci
Direttore dell'Accademia d'Arte di Pisa
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Mosca ha creato nuovi reggimenti per rafforzare l'occupazione del Donetsk
Ieri gli attacchi russi contro la regione di Kherson, nell’Ucraina meridionale, hanno ucciso cinque civili , secondo quanto riferito da funzionari ucraini. La polizia regionale ha dichiarato che tre persone sono morte nel bombardamento di un edificio e di una casa privata nella città di Kherson. Una donna è morta in un attacco di droni in una cittadina a sud di Kherson e una seconda donna è stata…
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kneedeepincynade · 2 years
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American tell me,are you ready to die on a shore you never knew about for a nation that you never heard off and that you can't even find on a map? Are you ready to loose everything so the fat cats in Washington will grow fatter?
The post is machine translated
Translation is at the bottom
The collective is on telegram
Sources at the bottom
⚠️ LA PREFETTURA DI OKINAWA POTREBBE DIVENTARE UN TEATRO DI BATTAGLIA TRA L'ESERCITO CINESE E QUELLO DI GIAPPONE E STATI UNITI NELL'AMBITO DI UN CONFLITTO - PARTE 2, OKINAWA NEL 2022 ⚠️
🇯🇵 Prima di arrivare agli Eventi del 2023, è necessario ripercorrere ciò che è accaduto nel 2022 ad Okinawa:
🚢 Il 14/08, la Portaerei della US Navy "Ronald Reagan" si trovava ad Est di Okinawa, avendo percorso un tragitto visibile qui 🗾
⚔️ 01/09, Tarō Asō - Vice-Presidente del Partito Liberal-Democratico del Giappone - ha rilasciato tre dichiarazioni di enorme importanza per la comprensione di un possibile, futuro conflitto, sintetizzabili in:
1️⃣ Qualora il regime-fantoccio dovesse essere coinvolto in un conflitto nello Stretto, è molto probabile che il Giappone si unisca all'Isola contro la Cina (❗️)
2️⃣ Nel Mar Cinese Orientale, nel Mar Cinese Meridionale e nello Stretto di Taiwan "ci saranno quasi sicuramente ostilità" - segnale che il Giappone, completamente subalterno agli USA, non è favorevole alla distensione e alla diplomazia e che ha già messo in contro diverse escalation (❗️)
3️⃣ Se il regime-fantoccio di Taiwan dovesse rispondere ad un attacco cinese, è probabile che l'Isola di Yonaguni - nella Prefettura di Okinawa - diventi una Zona di Guerra, così come l'Isola di Yoron, nella Prefettura di Kagoshima (❗️)
🪖 09/09, il Giappone inizia a prepararsi per poter supportare militarmente il regime-fantoccio di Taiwan, andando a:
1️⃣ Ampliare gli impianti di stoccaggio di carburante e munizioni sulle Isole Nansei 🛢
2️⃣ Costruire un deposito di munizioni sull'Isola di Amami Ōshima, cercando di risolvere un problema di fondo: il Giappone non dispone di veicoli sufficienti per trasportare munizioni e carburante al regime-fantoccio nell'area di un possibile conflitto 🏗
3️⃣ Costruire strutture portuali e di stoccaggio di carburante sulle Isole della Prefettura di Okinawa ⚒
🇯🇵|🇺🇸 03/12, il Ministero della Difesa del Giappone Neo-Militarista annuncia la formazione di un altro Reggimento come parte della 15A Brigata dell'Esercito - con sede a Naha, nella Prefettura di Okinawa 🪖
📈 Inoltre, il Comandante della Brigata sarà promosso al rango di Generale, mentre in precedenza il grado più alto era quello di Maggiore Generale.
🇯🇵|🇺🇸 Lo scopo di tale promozione è il rafforzamento della cooperazione militare tra Giappone e Stati Uniti, dal momento che il nuovo grado di Generale sarà equivalente a quello del Comandante della 3A US Marine Expeditionary Force, di stanza proprio a Okinawa 🗾
🇺🇸|🇯🇵|🇹🇼|⚔️|🇨🇳 Tutti questi "movimenti" sono da leggere nell'ottica di un potenziale conflitto nello Stretto di Taiwan, tra l'Esercito Popolare di Liberazione e le forze armate del regime-fantoccio di Taiwan, con l'aggiunta degli USA e del Giappone, che potrebbero intervenire direttamente nello scontro con la Cina.
📊 Prima della riorganizzazione del 2010, la 15A Brigata - che contava su 2.200 unità - era responsabile del monitoraggio e della protezione delle Isole Diaoyu, nel Mar Cinese Meridionale, mentre post-2010 il loro compito è quello di proteggere le Isole Ryūkyū, oltre che di prepararsi ad un potenziale conflitto con la Cina.
📈 11/12, il Ministero della "Difesa" del Giappone ha programmato di:
1️⃣ Formare 2 nuove Unità delle Forze di Terra presso la Prefettura di Hokkaido e a Kyūshū entro il 2026, equipaggiando le basi con bombe plananti ad alta velocità, con una portata di oltre 1.000km - 📄 Fonte.
2️⃣ Schierare nuovi Reggimenti Missilistici Antiaerei non solo a Kyūshū, ma anche nella Prefettura di Okinawa, aumentandone quindi il numero da cinque a sette - 📄 Fonte.
3️⃣ Produrre un cospicuo quantitativo di Missili da Crociera basati sul Type 12 di Mitsubishi Heavy Industries nell'ottica di una partecipazione giapponese ad un conflitto con la Cina, e acquistare Missili dalla Lockheed Martin, il maggior contraente militare degli USA - 📄 Fonte.
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⚠️ OKINAWA PREFECTURE COULD BECOME A THEATER OF BATTLE BETWEEN CHINESE AND JAPAN AND UNITED STATES ARMIES IN A CONFLICT - PART 2, OKINAWA IN 2022 ⚠️
🇯🇵 Before getting to the Events of 2023, it is necessary to retrace what happened in 2022 in Okinawa:
🚢 On 08/14, the US Navy aircraft carrier "Ronald Reagan" was east of Okinawa, having traveled a route visible here 🗾
⚔️ 01/09, Tarō Asō - Vice-President of the Liberal Democratic Party of Japan - released three statements of enormous importance for understanding a possible future conflict, which can be summarized in:
1️⃣ Should the puppet regime get involved in a conflict in the Straits, Japan is very likely to join the Island against China (❗️)
2️⃣ In the East China Sea, in the South China Sea and in the Taiwan Strait "there will almost certainly be hostilities" - a sign that Japan, completely subordinate to the USA, is not in favor of détente and diplomacy and that it has already countered several escalations (❗️)
3️⃣ If Taiwan's puppet regime were to respond to a Chinese attack, Yonaguni Island - Okinawa Prefecture - is likely to become a War Zone, as well as Yoron Island, Kagoshima Prefecture (❗️)
🪖 09/09, Japan begins to prepare to be able to militarily support the puppet regime of Taiwan, going to:
1️⃣ Expand fuel and ammunition storage facilities on Nansei Islands 🛢
2️⃣ Build an ammunition depot on Amami Ōshima Island, trying to solve a fundamental problem: Japan does not have enough vehicles to transport ammunition and fuel to the puppet regime in the area of ​​a possible conflict 🏗
3️⃣ Build port and fuel storage facilities on the islands of Okinawa Prefecture ⚒
🇯🇵|🇺🇸 03/12, Ministry of Defense of Neo-Militarist Japan Announces Formation of Another Regiment as Part of 15th Army Brigade - Headquartered in Naha, Okinawa Prefecture 🪖
📈 In addition, the Brigade Commander will be promoted to the rank of General, whereas previously the highest rank was that of Major General.
🇯🇵|🇺🇸 The purpose of this promotion is the strengthening of military cooperation between Japan and the United States, since the new rank of General will be equivalent to that of the Commander of the 3A US Marine Expeditionary Force, stationed right in Okinawa 🗾
🇺🇸|🇯🇵|🇹🇼|⚔️|🇨🇳 All these "movements" should be read in view of a potential conflict in the Taiwan Strait between the People's Liberation Army and the armed forces of the Taiwan puppet regime , with the addition of the USA and Japan, which could intervene directly in the confrontation with China.
📊 Before the 2010 reorganization, the 15th Brigade - which numbered 2,200 - was responsible for monitoring and protecting the Diaoyu Islands in the South China Sea, while post-2010 their job is to protect the Ryūkyū Islands, as well as to prepare for a potential conflict with China.
📈 11/12, the Ministry of "Defense" of Japan has planned to:
1️⃣ Train 2 new Ground Forces Units at Hokkaido Prefecture and Kyūshū by 2026, equipping bases with high-velocity gliding bombs, with a range of over 1,000km - 📄 Source.
2️⃣ Deploy new Anti-Aircraft Missile Regiments not only in Kyūshū, but also in Okinawa Prefecture, thus increasing their number from five to seven - 📄 Source.
3️⃣ Produce a large quantity of Cruise Missiles based on Mitsubishi Heavy Industries Type 12 with a view to Japanese participation in a conflict with China, and purchase Missiles from Lockheed Martin, the largest US military contractor - 📄 Source.
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aresdifesa · 3 months
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La Francia avvia un programma per un lanciarazzi a lunga gittata In Francia, la Direction Générale de l’Armement (DGA), nell’ambito della Legge di Programmazione Militare 2024-2030, ha avviato le procedure che porteranno alla selezione della proposta per un nuovo sistema di artiglieria pluritubo a lungo gittata per la sostituzione degli attuali MLRS M270. L’Armée de Terre, a suo tempo alla fine degli anni Ottanta-primi anni Novanta, acquistò 48 MLRS M270 dagli Stati Uniti per armare due Reggimenti di Artiglieria Pesante con 22.000 razzi; questi numeri sono drasticamente scesi a 13 sistemi M270A1 disponibili nel 2022 ulteriormente decurtati con 4 esemplari che sono stati ceduti alla Ucraina in guerra con la Russia. Pertanto,
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fashionbooksmilano · 4 years
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Vis Voluntatis
Charles Fréger
introduzione di  Prosper Keating
Peliti Associati, Roma 2010, 175 pagine, ISBN  978-8889412404
euro 39,90
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"Ai giovani soldati viene insegnato ad essere all'altezza dell'uniforme che indossano: ecco perché la più recente collezione di ritratti fotografici di Charles Fréger è così insolita. Fréger, senza violare i suoi soggetti con l'obiettivo, ci offre una visuale intima quasi tormentata degli esseri umani che si trovano dietro uniformi disegnate non solo per impressionate i nemici, ma anche per disumanizzare chi le indossa, che è lo scopo fondamentale di tutte le uniformi." Dalla prefazione di Prosper Keating.
C’est avec la garde royale anglaise, qu’il engage Empire, série ample qui amène le photographe, au cours de trois années, à traverser 16 pays ou principautés d’Europe à la rencontre de 31 régiments. Aux Royal Horse Guards, Queen’s Life Guards et Grenadiers succèdent rapidement les figures majeures des gardes danoise et suédoise, puis norvégienne, écossaise, belge, hollandaise, française, princière (Monaco), autrichienne, portugaise, espagnole, italienne, vaticane, saint marinoise et grecque.
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claudiodangelo59 · 11 months
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un commosso pensiero a quanti sacrificarono tutto e riposano _tra sabbie non più deserte_.
X, XX e XXI Corpo d'Armata, Divisioni di fanteria BOLOGNA, BRESCIA, PAVIA TRENTO,
Divisione motorizzata TRIESTE, Divisioni corazzate ARIETE e LITTORIO, Divisione paracadutisti FOLGORE.
*PRESENTE !*
Paolo Caccia Dominioni: lettera aperta a Montgomery
Mio Lord, quando Ella pubblicò le Sue memorie Le scrissi che avrebbe fatto meglio a tacere, perché le rodomontate possono anche piacere nel caporale che poi le deve giustificare a esclusivo rischio della propria pelle, non in un capo arrivato ai massimi onori e tuttavia compiaciuto di mescolare il forsennato orgoglio a un livore da portinaia parigina. Tutto ciò manca di stile, non è da Lord. […] Le scrivo proprio da Alamein, mio Lord, dove Ella fece indubbiamente una importante esperienza nei nostri riguardi, vorrei ragionare un po’ di queste cose.
Chiedo venia se parlo di me, modesto capo di un buon battaglione; ma poi ebbi il privilegio di tornare qui e vi ho trascorso complessivamente, tra il 1948 e oggi, circa dieci anni, assieme a Renato Chiodini, mio soldato di allora.
Gli inglesi addetti al ricupero delle Salme d’ogni nazione, anziché compiere l’opera iniziata nel 1943, l’avevano considerata esaurita soltanto quattro anni dopo. La riprese il governo italiano, e così molte altre migliaia di caduti italiani, tedeschi e alleati furono ritrovate a cura di noi due.
Questo lungo lavoro ci ha fatto capire bene la battaglia, molto meglio delle documentazioni segrete, perché abbiamo estratto dalla sabbia i plotoni, le compagnie e i reggimenti. Non ci è mancato il tempo di imparare la esatta verità. […]
Qualche cosa abbiamo letto, anche sopra la guerra. Il generale Freddy De Guingand, Suo capo di stato maggiore, mentì quando scrisse che l’attacco britannico ad Alamein fu risolutivo verso il mare e dimostrativo a sud. È l’affermazione ufficiale, ribadita anche nei documenti a firma di Lord Alexander e Sua.
Essa mi ha fatto, ogni volta, fremere di sdegno perché ambedue gli attacchi furono risolutivi. A nord furono travolti, la notte stessa sul 24 ottobre 1942, due battaglioni tedeschi e tre italiani, ma una resistenza furiosa, a tergo, per otto giorni impedì a Lei di avanzare nonostante la documentata proporzione di uno a sei in Suo favore.
Al centro, mio Lord, fu piccola giostra, ma quando quel settore ripiegò, la Bologna e l’Ariete Le dettero molto lavoro, come gliel’avevano dato, a nord, la Trento, la Trieste e la Littorio. A sud il Suo generale Horrocks, comandante il XIII corpo d’armata, avrebbe dunque avuto da Lei l’ordine di fare un’azione dimostrativa.
Un ordine che vorrei proprio vedere con questi occhi miei. Laggiù non c’era bisogno che Ella cercasse la sutura tra tedeschi e italiani, in modo di attaccare solo i secondi, cioè quelli che non avevano voglia di combattere.
Pensi che fortuna, mio Lord: niente tedeschi, tutti italiani, proprio come voleva Lei.
La Folgore, con altri reparti minori, tra cui il mio.
Nel Suo volume Da Alamein al fiume Sangro, Ella ebbe la impudenza di affermare che Horrocks trovò un ostacolo impensato, i campi minati: e toglie implicitamente qualsiasi merito alla difesa fatta dall’uomo; vuol ignorare che quei campi erano stati creati anni prima dagli stessi inglesi, che vi esistevano strisce di sicurezza non minate e segrete, a noi ignote, che permisero ai Suoi carri di piombarci addosso in un baleno, accompagnati da fanterie poderose.
Eppure l’enorme valanga, per quattro giorni e quattro notti, fu ributtata alla baionetta, con le pietre, le bombe a mano e le bottiglie incendiarie fabbricate in famiglia.
La Folgore si ridusse a un terzo, ma la linea non cedette neppure dove era ridotta a un velo. Nel breve tratto di tre battaglioni attaccati, Ella lasciò in quei pochi giorni seicento morti accertati, senza contare quelli che furono ricuperati subito e i feriti gravi che spirarono poi in retrovia.
E questa è strage da attacco dimostrativo? Come può osare affermarlo?
Fu poi Lei a dichiararlo tale, dopo che Le era finalmente apparsa una verità solare: mai sarebbe riuscito a sloggiarci dalle nostre posizioni (che abbandonammo poi senza combattere, d’ordine di Rommel, ma questa è faccenda che non riguarda Lei), e preferì spedire il Suo Horrocks a nord, per completare lo sfondamento già in atto. La sua malafede, mio Lord, è flagrante.
Ella da noi le prese di santa ragione. Io che scrivo e i miei compagni fummo e restiamo Suoi vincitori.
PAOLO CACCIA DOMINIONI
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